Differenza tra anestesia generale e totale

MEDICINA ONLINE SURGERY SURGEON RECOVERY TAGLIO ANESTESIA GENERALE REGIONALE LOCALE EPIDURALE SPINALE SNC BISTURI PUNTI SUTURA COSCIENTE PROFONDA MINIMA ANSIOLISI ANESTHETIC AWARENESS WALLPAPER PICS PHOTO HD HI RES PICTURESQual è la differenza tra anestesia generale e totale? Nessuna differenza: i due termini sono sinonimi ed indicano entrambi una tecnica che permette l’abolizione della sensibilità, della coscienza e del dolore, associato a rilassamento muscolare che si rende necessario – per vari motivi – durante un intervento di chirurgia o durante una procedura invasiva e/o dolorosa.

L’anestesia generale – tra i vari tipi di anestesia – è l’approccio più profondo (e potenzialmente più pericoloso), in cui il paziente viene fatto addormentare; possono essere usati sia farmaci inanti che per via endovenosa. Durante l’intervento viene in genere inserito un tubo di respirazione attraverso la bocca per garantire la funzionalità respiratoria

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Samuel Alexander Armas: la mano della speranza

MEDICINA ONLINE Samuel Alexander Armas la mano della speranza HAND OF OPE PIC PHOTO FOTO PICTURE.jpgLo statunitense Samuel Alexander Armas, nato il 2 dicembre 1999 a Villa Rica, Georgia (Stati Uniti), è diventato famoso prima ancora di venire al mondo, protagonista di un evento straordinario del quale lui non può ricordare assolutamente nulla. Il suo nome è sconosciuto a molti, ma la foto che ritrae la sua piccola manina mentre stringeva il dito del chirurgo che gli stava salvando la vita a sole 21 settimane di gestazione, ha fatto il giro del mondo attraverso internet. Quell’immagine è stata ribatezzata “Hand of Hope” (in italiano “La mano della speranza“), divenuta appunto un simbolo di speranza in tutto il mondo.

Una grave malformazione

La storia di Samuel inizia prima della sua nascita. Nel corso dei controlli effettuati durante la sua gravidanza, l’ostetrica Julie Armas, madre di Samuel, scopre che il feto è affetto da spina bifida, una grave malformazione della colonna vertebrale responsabile di disabilità motorie e funzionali che interessano soprattutto gli arti inferiori. Giunta alla 21° settimana di gestazione, la donna acconsentì a sottoporsi ad un intervento sì rivoluzionario ma molto rischioso: un chirurgo avrebbe corretto la spina bifida di Samuel Armas mentre era ancora nella pancia di sua madre.

La foto durante l’intervento

L’intervento chirurgico fetale venne effettuato il 19 agosto del 1999 da un’equipe medica del Vanderbilt University Medical Center di Nashville, capitale dello Stato del Tennessee (Stati Uniti), diretta dal chirurgo Joseph Bruner. Durante l’intervento, la mano del feto si estese attraverso l’incisione chiruirgica ed afferrò il dito del chirurgo. Ad assistere all’intervento/evento in sala operatoria anche l’allora fotografo freelance Michael Clancy, che immortalò la foto che vedete in questo articolo, divenuta rapidamente famosa in tutto il mondo.

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Anestesia cosciente o risveglio intraoperatorio: risvegliarsi durante una operazione chirurgica ma non poter parlare né muoversi

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PSICHIATRIA MEDICINA DELLE DIPENDENZEDIRETTORE MEDICINA ONLINE CHIRURGIA OPERAZIONE CHIRURGICA CHIRURGO SALA OPERATORIA ANESTESIA COSCIENTE RISVEGLIO INTRAOPERATORIOIl risveglio intraoperatorio (o “anestesia cosciente”, in inglese “anesthetic awareness”) è una rara condizione che si verifica Continua a leggere

Robert Liston: il chirurgo geniale che ha ucciso tre persone in una sola operazione

MEDICINA ONLINE Robert Liston (Ecclesmachan, 28 ottobre 1794 – Londra, 7 dicembre 1847) è stato un chirurgo scozzese, pioniere della chirurgia, famoso per la sua abilità.jpgRobert Liston (1794-1847) fu un chirurgo scozzese, noto per le sue tecniche pionieristiche. Egli era noto per la sua abilità di chirurgo e per la rapidità di azione, qualità quest’ultima molto importante in un’epoca in cui la velocità delle operazioni era questione di vita o di morte a causa della mancanza di anestesia. Liston divenne primo docente di chirurgia clinica al college di Londra, nel 1835. Egli era in grado di amputare una gamba in 2 minuti e 30 secondi, aumentando le probabilità di sopravvivenza del paziente. Alcune fonti riportano un’amputazione della durata di soli 28 secondi. Robert Liston è stato per questo soprannominato “il coltello più Veloce del West End”.

Nei primi dell’800, la chirurgia era diversa da come è ora: si trattava di un’epoca della medicina in cui l’igiene non era considerata ed i chirurghi operavano con camici incrostati di sangue, poiché la trasmissione delle infezioni non era nota. Liston fu un pioniere della chirurgia, e fu il primo ad eseguire un’operazione con moderna anestesia in Europa, utilizzando dell’etere, il 21 Dicembre 1846, sulle orme dei medici americani che avevano già sperimentato la tecnica 2 mesi prima (al Massachusetts General Hospital). Un giorno Liston riuscì a rimuovere da un paziente un tumore allo scroto di 20 kg. Lo scroto era talmente ingombrante e pesante, prima dell’intervento, che il paziente per poter camminare doveva trasportarlo con una carriola.

Liston non era ben visto dai colleghi scozzesi a causa del carattere brusco e polemico, ma nonostante ciò, pazienti e conoscenti lo hanno sempre descritto come un medico estremamente professionale, generoso e caloroso nei confronti dei malati: era famoso anche perché si prestava spesso ad operare anche i più poveri e coloro che erano stati giudicati inoperabili dagli altri medici. Le antipatie erano comunque molte nei suoi confronti e nel 1840, per sfuggire dalla cerchia dei detrattori, Liston si trasferì a Londra e iniziò a lavorare presso lo University College Hospital.

Liston era specializzato soprattutto nella calcolosi vescicale e nelle amputazioni per le quali inventò nuove tecniche e strumenti. Alcuni di questi strumenti, tra cui alcuni tipi di pinze per bloccare le emorragie e la stecca Liston per il sostegno della coscia, sono in uso ancora oggi. Attualmente un tipo di bisturi prende il suo nome (il coltello da aputazione Liston). Nel film La vera storia di Jack lo squartatore – From Hell, con Johnny Depp, nel dialogo fra l’ispettore di polizia indagatore sugli omicidi commessi a White Chapel e il medico chirurgo della Regina Vittoria, quest’ultimo cita proprio questo coltello da amputazione.

Nonostante la sua indubbia genialità, Liston divenne tuttavia famoso anche per i suoi incidenti catastrofici sul tavolo operatorio. Eccone una selezione documentata in “Great medical disasters” di Richard Gordon.

Il tumore che non lo era

Liston discuteva con un collega riguardo alla massa pulsante sul collo di un ragazzo. Si trattava di aneurisma dell’arteria carotide o di un tumore? Affermando che in un paziente così giovane non si poteva trattare di aneurisma, Liston estrasse un bisturi e perforò la massa. L’arteria iniziò a buttare sangue a gran carriera e il ragazzo morì dissanguato. L’arteria è conservata ancora oggi al museo della patologia del college di Londra, campione N°1256.

Testicoli rimossi “per l’entusiasmo”

Liston, amputando una gamba in 2 minuti, amputò anche i testicoli del paziente “per l’entusiasmo” scrive Gordon parafrasando l’enfasi e la velocità con cui Liston operava.

Tre decessi con un solo intervento

Il suo incidente più celebre fu letteralmente letale per tre persone. Mentre Liston amputava una gamba, poiché il paziente si agitava molto, amputò anche per sbaglio le dita del suo assistente, inoltre il chirurgo forò accidentalmente col bisturi la giacca di una persona che assisteva all’intervento. Non solo morirono di cancrena sia il paziente che l’assistente: anche lo spettatore morì praticamente all’istante per lo spavento che forse gli provocò un infarto del miocardio. E’ ad oggi l’unica operazione della storia dell’uomo con un tasso di mortalità del 300%.

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Tumore al cervello: operato mentre suona la chitarra e canta Yesterday

Un paziente brasiliano ha suonato la chitarra e cantato mentre veniva operato al cervello. E’ accaduto nell’ospedale di Tubarao a Santa Catarina, Stato meridionale del Paese sudamericano. Anthony Kulkamp Dias, 33 anni, doveva farsi togliere un tumore e i medici gli hanno consigliato di restare sveglio durante la chirurgia: visto che il carcinoma si trovava vicino all’area che controlla la parola e i movimenti, sarebbe stato così possibile individuare e fermare subito ogni eventuale lesione.
L’uomo, aiutato da farmaci e potenti anestetici locali, non ci ha pensato due volte: ha chiesto lo strumento e, tra gli altri brani scelti, ha intonato ‘Yesterday’ dei Beatles.Sei professionisti, tra cui una fonologa, hanno accompagnato l’intervento-concerto, che e’ durato circa nove ore.

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Splenectomia parziale e totale: perché si esegue e quali sono i rischi

DCIM100MEDIALa splenectomia parziale e totale è l’intervento chirurgico di rimozione della milza – attuata in parte o nella sua totalità – che si rende necessaria quando questo organo è oggetto di danni irreparabili o non è più funzionale per colpa di una grave patologia.La milza ricopre diverse funzioni:

  • combatte le infezioni, controllando la presenza di agenti patogeni in circolo (batteri e particelle estranee) e producendo anticorpi e globuli bianchi;
  • favorisce la maturazione dei globuli rossi (eritrociti);
  • ripulisce il sangue dai globuli rossi invecchiati (un globulo rosso ha una vita media di 120 giorni) o danneggiati;
  • è una riserva di ferro, di piastrine e di globuli bianchi.

Quando si esegue una splenectomia parziale o totale?
L’intervento di splenectomia viene messo in pratica alla comparsa di una delle seguenti condizioni o patologie:

  • Rottura della milza. Causata da un trauma addominale, provoca un’emorragia interna, che, se non viene bloccata, può portare alla morte. La splenectomia rappresenta, molto spesso, l’unica soluzione valida per interrompere la perdita di sangue.
    La splenomegalia, condizione patologica in cui la milza è ingrossata, è uno dei fattori favorenti la rottura della milza, in quanto quest’ultima è più esposta agli urti a causa delle notevoli dimensioni.
  • Malattie del sangue. Alcune gravi malattie del sangue, come l’anemia falciforme, la talassemia, la policitemia vera o la porporatrombocitopenica idiopatica, possono richiedere la splenectomia. La decisione di rimuovere la milza, tuttavia, viene presa solo dopo che tutti gli altri trattamenti possibili non sono andati a buon fine.
  • Tumori. Determinate neoplasie, come la leucemia linfatica cronica, il linfoma di Hodgkin, il linfoma non-Hodgkin o la leucemia a cellule capellute, possono interessare anche la milza, causandone un suo ingrossamento (splenomegalia). Come nel caso precedente, se tutti i trattamenti attuati per la cura della splenomegalia sono inefficaci, è necessario ricorrere alla splenectomia.
  • Infezioni. Alcuni agenti patogeni (virus, batteri e parassiti) possono infiammare la milza, provocando splenomegalia. Se le infezioni sono molto serie e i trattamenti sono inefficaci, il rimedio ultimo è rappresentato dall’asportazione dell’organo infiammato. Alcuni esempi di patogeni, che provocano splenomegalia (e che potenzialmente potrebbero richiedere splenectomia), sono il plasmodio della malaria (un parassita) ed il batterio della sifilide.
  • Cisti o tumori benigni. La milza può sviluppare delle cisti o dei tumori benigni, che ne alterano la normale anatomia. Se queste malformazioni sono di dimensioni elevate o se la loro completa rimozione chirurgica è impossibile, l’unico rimedio attuabile è la splenectomia.
  • Casi particolari. In rarissime occasioni, la milza può ingrossarsi senza un causa precisa, o meglio senza una causa documentabile attraverso i test diagnostici. In questi casi, impostare un terapia è difficile, perché non si sa quale sia il fattore scatenante. Pertanto, l’unico rimedio, per evitare le complicazioni della splenomegalia, è rappresentato dalla splenectomia.

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Rischi legati all’asportazione chirurgica parziale o totale della milzaGrazie ai progressi della medicina, la splenectomia è, ormai, un’operazione sicura. Tuttavia, la sua esecuzione, come quella di un qualsiasi altro intervento chirurgico, presenta dei potenziali rischi, che non vanno sottovalutati. Le quattro più importanti complicanze dell’asportazione della milza sono:

  • emorragie;
  • coaguli di sangue (trombi);
  • infezioni della ferita;
  • lesioni degli organi adiacenti (stomaco, pancreas e colon).

La milza è un organo indispensabile? Cosa succede quando viene asportata la milza?
A causa di tutte le funzioni elencate precedentemente, i pazienti che hanno subìto un intervento di asportazione della milza possono andare incontro ad alcune condizioni particolari. Per approfondire leggi: La milza è un organo indispensabile? Se viene asportata cosa può succedere?

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

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Parto cesareo programmato: cosa mi succederà dopo?

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìE MORTA LIQUIDOQuando si affronta un parto cesareo programmato in genere, si preferisce ricorrere all’anestesia spinale, che consente alla futura mamma di essere cosciente e di avere un rapido recupero dopo l’operazione. Quanto dura la degenza in ospedale?Durante l’intervento viene applicato il catetere, che però viene rimosso appena possibile. Qualche volta è la neomamma stessa a chiedere di tenerlo ancora qualche ora, per evitare di usare la padella. Comunque, appena le gambe riacquistano la mobilità, all’incirca dopo 6-7 ore, la donna può muoversi e andare al bagno da sola.

Come accade dopo un parto naturale, la neomamma può tenere subito il proprio bambino tra le braccia e provare ad attaccarlo al seno. Anche i tempi della montata lattea saranno più o meno gli stessi. In genere, se tutto è andato bene, le dimissioni dall’ospedale avvengono in seconda giornata, contando come zero il giorno dell’intervento. Più o meno quanto accade dopo un parto naturale, per il quale è prevista una degenza di 48 ore.

E per quanto riguarda le lochiazioni?

All’inizio saranno probabilmente un po’ più scarse rispetto a chi ha partorito naturalmente, perché l’utero può non aver subìto grandi modifiche, poi però seguiranno l’andamento normale, con una durata media di quaranta giorni dal parto. Va detto, tuttavia, che spesso il taglio cesareo viene eseguito a travaglio già iniziato: in questo caso, le lochiazioni sono del tutto simili a quelle che si presentano dopo un parto naturale. Come già detto, grazie alla sutura intradermica non è necessario tornare dal medico per la rimozione dei punti; una visita di controllo viene consigliata, di solito, a circa un mese e mezzo dal parto.

E per quanto riguarda la ripresa della vita intima?

“Anche in questo caso non ci sono differenze rispetto a chi ha partorito naturalmente”, afferma il ginecologo. “Noi diciamo alla coppia di riprendere i rapporti semplicemente quando desiderano farlo. Secondo la mia esperienza, alla visita di controllo sono poche le donne che hanno già iniziato l’atti- vità sessuale, e questo indifferen- temente dal tipo di parto. Probabil- mente, più che un discorso di ripresa dell’organismo, conta il fatto che nei primi tempi le cure per il neonato assorbono quasi completamente le energie di tutte le neomamme”.

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Di nuovo il bisturi?

È importante sottolineare che aver messo al mondo il proprio bimbo con un cesareo non implica, neces- sariamente, che il secondo parto avverrà con il bisturi. Ma quanto tempo occorre aspettare prima di poter dare il via a una nuova gravidanza? Non è mai stato dimostrato che esista una soglia al di sotto della quale il parto naturale comporta rischi per chi ha subìto un cesareo, anche se le informazioni in merito non sono uniformi. Diverse donne che hanno già partorito con cesareo hanno potuto vivere una nascita naturale anche a distanza di solo un anno e mezzo o due dall’intervento, senza problemi.

Come sarà il baby blues?

Anche il fenomeno della malinconia dopo-parto, il cosiddetto baby- blues, può interessare in ugual modo le donne che non hanno avuto un parto naturale e quelle che hanno avuto un cesareo. Molto dipende dal modo in cui è stata vissuta questa esperienza. Più vulnerabili, da questo punto di vista, sono le neomamme che desideravano un parto naturale e per le quali l’intervento è stato avvertito come un’imposizione.

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Un intervento chirurgico radicale al volto per salvare la vita di questa ragazza

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma INTERVENTO CHIRURGICO VOLTO SALVARE VITA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgNella vita alcune persone sono o sono state costrette ad affrontare tremende situazioni, proprio come Jennifer Funk Hiles, una donna affetta da una malformazione arterio-venosa che causa la formazione di noduli vascolari direttamente sotto la pelle.

Come potete immaginare, la situazione in cui ha vissuto Jennifer non era affatto facile, anzi giorno dopo giorno diventava tutto sempre più difficile, impedendo alla donna di vivere una vita normale e di poter creare nuove amicizie. Tutti le stavano alla larga, escludendola e trattandola con disprezzo, tranne un uomo che è riuscito a vedere in lei una donna meravigliosa, meritevole di attenzioni e tanto amore.

Jennifer ha trovato l’amore, è diventata mamma di due bambine, ma la sua situazione, ovviamente, non sarebbe mai potuta evolvere miracolosamente. La donna infatti, ha dovuto subire un delicatissimo intervento chirurgico per poter dare inizio alla sua nuova vita. Ora fortunatamente Jennifer sta bene e si sta ristabilendo.

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