Come capire se il tuo partner non ti ama più

MEDICINA ONLINE UOMO IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE SESSO ANDROPAUSA CRISI DI MEZZA ETA QUANTO DURA SINTOMI DEPRESSIONE COPPIA AMORE MATRIMONIO PENE SESSUALITAA tutti prima o poi capita nella vita di vivere un rapporto amoroso che da intenso e pieno di energia si trasformi in un qualcosa di spento e privo di emozioni. Se però siamo noi a non amare più, prima o poi lo capiremo e saremo in grado di porre fine ad un rapporto stanco ed ormai giunto al termine. Ma se è il nostro partner a non amarci più? La domanda da porsi, in tal caso, sarà: “come capire che il mio partner non mi ama più?” Ecco come.

L’essere umano è un coacervo di emozioni, pensieri e idee che lo rendono talmente tipico, da non poter essere paragonato a nessun altro. Partendo da questo presupposto, si possono individuare alcuni elementi ricorrenti nel comportamento del proprio partner, nel momento in cui quest’ultimo non ama più o, quantomeno, non come prima. Elemento primario da verificare è la mancanza di attenzioni nei nostri confronti: quando un uomo o una donna sono innamorati, riempiono di attenzioni il proprio partner; attenzioni che possono svilupparsi in mille modi diversi, come cucinare per lui o lei, comprare dei regali, coccolarlo/a, provare gelosia, etc. Ponendo per esempio il caso che il nostro partner fosse stato sempre “coccolone” nei nostri confronti, oppure abbastanza geloso, se dall’oggi al domani ci si rende conto che queste attenzioni non avvengono più, vuol dire che è scattato il primo campanello d’allarme.

Altro elemento da considerare è l’apatia del partner. Quando una persona non è più innamorata, tende a diventare apatica e a mostrare un certo fastidio o noia a fare qualunque cosa insieme al partner. Se prima ogni evento era un’occasione per stare insieme, sorridere e divertirsi, quando nel partner si affievolisce il sentimento, lo stesso evento diventa una vera e propria “seccatura”. Addirittura, nei casi estremi, il partner disamorato tenderà ad innervosirsi quando gli viene proposto di fare qualcosa insieme. Nel caso in cui si riscontrano entrambi gli elementi (carenza di attenzioni e apatia), c’è la quasi certezza che il partner non sia più innamorato ed è giunto il momento di decidere se è il caso di proseguire la storia, superandone i problemi, o chiuderla prima di farsi ulteriormente del male.

Se non vengono riscontrati i due elementi appena descritti, o se si è ancora convinti che, nonostante tutto il partner sia ancora innamorato, c’è un terzo elemento che può fornirci la prova inconfutabile. Se il partner inizia sempre più ad esprimere il desiderio di uscire da solo o se lo fa senza interpellare l’altra metà, allora significa che sicuramente qualcosa si è rotto. Quando, invece, un partner inizia ad essere insofferente se deve fare qualcosa con l’altra metà ed è contento quando deve uscire da solo, si può affermare che l’amore è svanito e non c’è altro da fare che chiudere il rapporto e tuffarsi in nuove esperienze.

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Come indossare un profilattico in modo semplice e sicuro

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE PRESERVATIVO PROFILATTICO IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE CIl profilattico, o preservativo o condom, è uno dei metodi contraccettivi più sicuri ed efficaci in assoluto, tuttavia tale efficacia è molto legata al suo corretto uso: un uso sbagliato del profilattico può farvi pensare di essere protetti quando in realtà non lo siete e ciò può portare a situazioni di gravidanza non desiderata. Vediamo oggi come indossare un preservativo in pochi semplici passaggi.

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1) Apri l’involucro del preservativo con attenzione usando i bordi per l’apertura facilitata. Spingi il condom lontano dal bordo che intendi strappare e sfrutta il sistema di apertura facilitata. In genere questo si presenta come un bordo a “zig-zag” studiato per lacerarsi velocemente e senza difficoltà. Non farti trascinare dalla passione del momento: non strappare rapidamente e con violenza l’involucro di alluminio, non usare le forbici, i denti, un coltello o altri strumenti affilati, altrimenti potresti rompere il preservativo, ed un profilattico lacerato non ti proteggerà dalle malattie e non eviterà gravidanze indesiderate. Evitate di rompere il preservativo, specie se è l’unico che avete.

2) Cerca di capire in quale direzione è stato arrotolato il condom. A volte non è un’operazione semplice, soprattutto se ti trovi al buio, quindi accendi la luce. Se il profilattico è stato avvolto con il lato “dritto” all’esterno, allora dovrebbe esserci una piccola linguetta o un orlo sul bordo. Se è stato arrotolato al “rovescio” allora il bordo sarà liscio. Puoi usare le dita per capire meglio:

  • Metti il preservativo sul pollice senza srotolarlo. Appoggialo in equilibrio come se fosse un cappellino per il dito.
  • Fai scorrere l’indice sul lato del condom, dalla punta all’anello.
  • Se il dito resta incastrato sul bordo inferiore, allora il preservativo è “al dritto”, in caso contrario è stato arrotolato “al rovescio”.
  • In questo secondo caso, afferra il profilattico per il bordo e rivolgi la punta dello stesso verso la bocca; soffia sulla punta per rovesciarla.
  • Accertati che il serbatoio che si trova sulla punta sia nella giusta direzione. Questo dovrebbe già puntare all’esterno dell’estremità del condom, ma a volte si inverte durante la fase di confezionamento. Verifica che sia orientato nel giusto verso, in modo che il resto del preservativo si srotoli in direzione opposta da esso.
  • Evita, se possibile, di usare lubrificante ulteriore.
  • Ricorda: non srotolare il preservativo se non quando lo stai indossando sul pene eretto, altrimenti ne riduci l’efficacia e sarà molto più difficile da indossare.

3) Accertati che il pene sia completamente eretto. Il preservativo deve avvolgerlo sempre in maniera molto aderente senza stringere e allo stesso tempo senza lasciare zone allentate. Se cerchi di srotolare un profilattico sul pene non del tutto in erezione, la protezione non “calzerà” correttamente e ci saranno maggiori probabilità che si sfili o si rompa durante il rapporto sessuale. Il preservativo dovrebbe passare dall’involucro singolo ai genitali relativamente in fretta. Non aprirlo finché non sei pronto a usarlo e non riciclare mai un profilattico usato.

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4) Srotola il preservativo. Dovrebbe dispiegarsi sull’asta del pene per tutta la sua lunghezza senza difficoltà. Se ti accorgi che stai cercando di indossarlo per il verso sbagliato, gettalo e ricomincia da capo. Il pene in erezione produce un liquido prima dell’eiaculazione (chiamato liquido di Cowper) che potrebbe contenere degli spermatozoi. Se il preservativo è entrato in contatto con questa secrezione, capovolgerlo e riapplicarlo potrebbe esporre il partner a malattie veneree e in rari casi portare a una gravidanza. Per indossare un profilattico segui queste istruzioni:

  • Pizzica il serbatoio tra due dita con una mano per chiuderlo e metti il preservativo sulla punta del pene in erezione con l’altra mano.
  • In seguito, srotola delicatamente il condom su tutta la lunghezza dell’asta del pene, lisciando eventuali bolle d’aria non appena si creano.
  • Rispetta le stesse indicazioni anche per applicare un profilattico a un giocattolo sessuale.

5) Durante l’utilizzo, controlla periodicamente che il preservativo non si sia rotto. Anche se non è certo né romantico che eccitante, è importante controllare l’integrità del profilattico. In alcuni casi il profilattico può rompersi e i partner, presi dalla foga del rapporto, possono non accorgersi di eventuali rotture. Se dovesse lacerarsi o sfilarsi durante il rapporto sessuale, sostituiscilo immediatamente e valuta di utilizzare un sistema contraccettivo di emergenza, come la pillola del giorno dopo. Questo farmaco impedisce la gravidanza prima che avvenga ritardando l’ovulazione o bloccando la fecondazione; per tale motivo non deve essere considerata una “pillola abortiva”.

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6) Estrai il pene e rimuovi il preservativo subito dopo l’eiaculazione. Afferra il condom per la base con una mano ed estrailo per evitare che si sfili ed esca il suo contenuto. Non lasciare che il pene avvolto dal profilattico torni flaccido prima di estrarlo, altrimenti il condom potrebbe cadere o restare nel partner.

Importante:

  • Sostituisci il condom quando passi da un tipo di penetrazione a un altro. Se vuoi passare da un rapporto anale a uno vaginale, per esempio, devi cambiare preservativo per ridurre il rischio di infezioni. Il batterio Escherichia coli che si trova nel retto causa infezioni urinarie[16] o una grave infezione vaginale. Se il pene passa dall’ano alla bocca, potrebbero svilupparsi serie infezioni gastriche.
  • Butta il profilattico in modo opportuno. Lega l’apertura con un nodo per evitare che il contenuto fuoriesca, avvolgilo in un fazzoletto di carta o nella carta igienica e gettalo nella spazzatura. Non scaricarlo nel WC. La maggior parte delle fosse settiche non è in grado di smaltire un preservativo e alla fine potrebbe ostruirsi.
  • Prima di usare un profilattico, controlla la sua data di scadenza sulla confezione. Se il profilattico è scaduto, non usarlo.
  • Conserva in modo opportuno i profilattici: se non li riponi correttamente, il materiale di cui sono composti diventa fragile e potrebbe rompersi. I condom che sono stati esposti al calore o alla luce hanno maggiori probabilità di lacerarsi. Non tenerli nella tasca posteriore dei pantaloni, nel portafoglio o nel vano portaoggetti dell’auto. Se pensi di avere dei rapporti sessuali durante la serata, mettine un paio nel portafoglio o in auto prima di uscire, ma non lasciarli lì per giorni o settimane. Riponili in un luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce solare diretta. Lasciali nel loro involucro finché non dovrai usarli.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Perché la tua donna ti ha tradito? Ecco le possibili cause

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene HD Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale CIBI GRASSI FERTILITA MASCHILEUomini e donne differiscono anche per quanto riguarda il tradimento. Infatti le motivazioni che, spesso, spingono una donna a cercare le attenzioni di un altro uomo possono essere molte, alcune delle quali sono simili a quelle maschili. Vogliamo elencarvi una serie di ragioni per le quali la vostra compagna o la vostra fidanzata potrebbero farsi un amante. Se vi riconoscete in qualcuna di queste circostanze, vi suggeriamo di tenere alta la guardia e gli occhi bene aperti, non si sa mai.

  • L’ex: molte donne non riescono proprio a sganciarsi dal loro ex. Ci sono fantasie e desideri che le fanno sentire ancora incollate al passato e a volte cadono in tentazione finendo a letto con il loro precedente partner.
  • Vendetta: voi avete tradito lei? E lei tradisce voi. Nulla di più semplice e lineare. Per qualcuna è motivo di soddisfazione senza pari, anche se di certo non serve a cancellare il torto subito.
  • Ricerca di conferme: lei è bella e seducente e cerca ad ogni costo di sottolinearlo. Se voi non le date l’attenzione necessaria, è probabile che vada a cercarsela altrove. Tradire, per alcune donne, vuol dire semplicemente avere la conferma di essere desiderabili ed attraenti.
  • Attrazione fatale: uno dei motivi in comune con gli uomini. La pura attrazione carnale può portare a tradire gli uomini quanto le donne. Ci sono donne che si sentono conquistatrici e non riescono a fare a meno di tradire, non c’è scampo.
  • Donne di potere: le donne molto sicure di sé, che godono di potere, soprattutto dal punto di vista professionale, si illudono di poter governare ogni campo della vita e di poter prendere e lasciare chi vogliono e quando vogliono. Queste donne tradiscono per seguire una sorta di spirito di onnipotenza.
  • Donne trascurate: è la categoria più ampia delle traditrici. Quando il proprio compagno le mette da parte per dedicarsi al lavoro o ad altri impegni, loro pensano che sia giusto tradire per ripristinare una parvenza di equilibrio senza capire che, forse, in certi casi è meglio troncare le relazioni che non soddisfano.
  • Future spose: fare tutto prima del matrimonio? Anche le donne possono pensarla in questo modo e nel “tutto” può essere compreso anche il tradimento. Una conferma della loro intraprendenza e una sorta di autogiustificazione nei confronti del futuro marito cornificato in anticipo.

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I tre modi per gestire facilmente i conflitti di coppia

MEDICINA ONLINE TRISTE EX RAGAZZA RAGAZZO FIDANZATA FIDANZATO GELOSIA LITIGIO MARITO MOGLIE MATRIMONIO COPPIA DIVORZIO SEPARATI SEPARAZIONE AMORE CUORE FIDUCIA UOMO DONNA ABBRACCIO LOVE DIVORZIO DIVORCE SAD COUPLE WALLPAPERSei una persona che è solita andare dritta al punto e non importa se questo aprirà un conflitto con il tuo partner? Oppure eviti appositamente degli argomenti proprio perché questi porterebbero a delle accese discussioni fra di voi? Valutando queste due strategie, si può dire che si tratta di due eccessi, di due reazioni estreme. Come sempre, invece, l’atteggiamento più equilibrato sta proprio nel mezzo. Ma vediamo meglio.

Oltre il conflitto. La giusta via di mezzo
L’approccio migliore sarebbe quello di scegliere le battaglie che valgono veramente la pena di essere combattute. Naturalmente, adottare questo tipo di atteggiamento non è sempre cosa facile, soprattutto perché non è così chiaro discernere le questioni che davvero valgono la pena di essere discusse da quelle che invece sono irrilevanti.
Tuttavia, se si prendono in considerazione i prossimi tre passi, è possibile guardare ai conflitti secondo una diversa prospettiva.

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1. Calma le tue emozioni
Il sentirsi insicuri è una delle sensazioni più dannose all’interno di un rapporto di coppia. Dà vita a comunicazioni cariche di emotività che spesso complicano e appesantiscono la situazione. Per cui, quando ci si sente incerti, la strategia migliore è quella di astenersi dal portare una questione complicata. Perché? Semplicemente perché quando ci sentiamo insicuri, ci predisponiamo mentalmente in una posizione difensiva contro una possibile minaccia proveniente da un “nemico immaginario”. Questo non è certamente un buon atteggiamento per affrontare un conflitto, soprattutto in un relazione affettiva.
E poi, quando non proviamo insicurezza, magari sentiamo invece rabbia, frustrazione o paura. In linea generale nessuna di queste emozioni è una buona consigliera nel momento in cui affrontiamo un conflitto. Per cui la miglior strada da perseguire in questi casi, prima di affrontare il partner, è quella di imparare a calmarsi. Quando le emozioni prendono il sopravvento, vediamo il mondo attraverso di esse. È come se avessimo un filtro colorato che tinge il mondo di quella tonalità e ci impedisce di comportarci in maniera obiettiva, razionale e flessibile. Pertanto, la prima regola per affrontare un conflitto è assicurarsi che le nostre emozioni non stiano condizionando la nostra mente e che siamo ben disposti ad accogliere le argomentazioni dell’altra persona.

2. Concentrati sugli aspetti positivi del tuo partner
Spesso, quando soffriamo, ci concentriamo solo sugli aspetti negativi dell’altra persona. Tuttavia, se si vuole veramente che la discussione abbia un buon fine, è meglio concentrarsi sulle ragioni per cui lo amiamo. Si tratta di un semplice cambiamento di prospettiva, ma che fa una grande differenza: questo atteggiamento permette di non affrontare il conflitto con un tono minaccioso e accusatorio, ma con una energia più tranquilla e propositiva, unita all’intenzione di risolvere il problema. Quando riconosciamo gli aspetti positivi degli altri, otteniamo l’abbassamento delle loro difese e di conseguenza un atteggiamento più aperto al dialogo.

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3. Non farti condizionare dalle tue aspettative
Tutti noi, in maniera consapevole o no, nutriamo delle aspettative verso le persone con cui ci relazioniamo e non fanno certamente eccezione le relazioni di coppia. Anzi, in un rapporto di coppia, sono soprattutto le aspettative che nutriamo nell’altro a trasformarsi in veri e propri ostacoli che intralciano la relazione, specialmente le aspettative non verbalizzate, quelle appunto non dette. Pensate a quante volte avreste voluto che l’altra persona si fosse comportata in un determinato modo piuttosto che in un altro, per esempio: che vi avesse regalato un sorriso invece che un maglione costoso che non vi corrisponde affatto o che avesse avuto in quel preciso momento delle attenzioni che invece non ha avuto. Quando le aspettative vengono deluse possono nascere sentimenti di rabbia, frustrazione e delusione. In queste situazioni basta un attimo, una parola fuori posto che si accende la miccia che da il via ad un conflitto.
Prima di aprire al conflitto, in questi casi è utile tornare al punto 1 di cui sopra, e fare una breve analisi su che tipo di ruolo stanno giocando le nostre aspettative in quel momento. Qual’è il mio livello di responsabilità in tutto ciò? Perché penso che l’altro debba intuire o essere a conoscenza di ciò che mi aspetto da lui senza averglielo mai comunicato prima? Quello che sto per dire suonerà un po’ forte, ma in questi casi è utile, prima di accusare l’altro, guardare dentro noi stessi per scoprire che siamo probabilmente parte del problema.
È utile tenere a mente che i conflitti non si risolvono in una notte e di solito ci vuole una buona dose di impegno e attenzione da parte di entrambi. Imparando a conoscersi e lavorando sulle proprie aspettative si riesce un po’ alla volta ad assumere un atteggiamento più realistico e collaborativo circa la risoluzione dei conflitti, il che facilita e migliora certamente il clima del rapporto di coppia.

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Cosa fare e cosa NON fare al secondo appuntamento

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo VORREI AVERE AMNESIA Gioia Innamorarmi Di Te Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Amore Sessuologia Pene Filler Rughe BotulinoAvere un secondo appuntamento dalla persona che vi interessa rappresenta, di per sé, già un piccolo successo. Evidentemente se l’altra/o ha accettato di uscire e di stare di nuovo con voi significa che un piccolo interesse ce l’ha. Ricordate che il secondo appuntamento è spesso addirittura più delicato ed importante del primo e ci piace ricordare agli uomini che non è bene accelerare troppo le cose perché lei potrebbe scappare. Il problema, infatti, è riuscire a non rovinare tutto e cercare di portare avanti la vostra “strategia” seduttiva in maniera appropriata. Ma cosa proporre o cosa fare per un secondo appuntamento? Le idee possono essere diverse e dipendono sia da voi, sia dalle preferenze dell’altra persona, ammesso che le conosciate. Possiamo comunque fare qualche ipotesi:

Drink: scegliete il locale giusto, cercate di parlare serenamente senza pressare troppo e godetevi il momento con il dovuto relax.
Pranzo al ristorante: un pranzo è meno impegnativo di una cena. Si tratta di un’occasione di stare insieme e di studiarsi un po’. E’ importante per prendere confidenza e per iniziare a fidarvi l’uno dell’altra.
Cena a casa: una soluzione che denota già una certa sicurezza di sé. Va benissimo se uno dei due sa cucinare: preparare qualcosa per l’altra/o è un atto di estrema attenzione che non potrà non essere gradito. Va bene creare un’atmosfera piacevole e rilassata ma non pretendete automaticamente qualcosa in cambio.
Sport: se siete entrambi sportivi e dinamici, il secondo appuntamento potrebbe essere rappresentanto da un’attività sportiva da realizzare insieme: andare in palestra, andare in piscina, assistere ad una gara e via dicendo.
Teatro o cinema: molto dipende dai gusti che avete. Condividere un interesse, però, rappresenta senza dubbio una delle occasioni di avvicinamento più rilevanti per poter passare ad una fase successiva.

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Mi manchi così tanto che…

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MI MANCHI COSI TANTO CHE BROKEBACK MOUNTAIN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgIl fatto è che a volte mi manchi così tanto che ho paura di non farcela…

Dal film “I segreti di Brokeback Mountain” uno splendido film del 2005 diretto da Ang Lee con le grandi prove di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal.

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Perché si soffre così tanto per amore?

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Se vieni mollato dalla persona che ami, la chimica del tuo corpo si stravolge radicalmente. Inizi a stalkerare il tuo ex, a fare violenza su te stesso e sugli altri e a cadere in una profonda depressione.

Chi dopo una separazione o un rifiuto si strugge nella fase del mal d’amore, generalmente soffre come se avesse dei dolori fisici. Ma come funziona e perché esiste questo insopportabile dolore che ha ispirato milioni di canzoni pop e che può portare a gravi conseguenze tra cui il suicidio?

Helen Fisher, antropologa e psicologa, è una grande esperta di relazioni amorose. Ha dedicato tutta la sua carriera a studiare questo grande ideale e conosce bene il motivo evoluzionistico della sofferenza da cuore spezzato.

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La prima fase delle pene d’amore è caratterizzata da grande energia e motivazione a riprendersi il proprio partner e dal pensiero ossessivo del desiderio nei suoi confronti. E così Fisher, insieme alla neuroscienziata Lucy Brown, ha cercato di capire quale area del cervello si attiva quando soffriamo per amore, con l’intento di descrivere ciò che accade nel corpo da un punto di vista biochimico.

Fisher ha sottoposto 15 cavie, che si erano appena separate dalla persona amata, da uno scan cerebrale—usando la risonanza magnetica funzionale che è in grado di individuare i più piccoli mutamenti in determinate regioni del cervello: là dove si evidenzia un’attività rafforzata c’è un maggiore bisogno di ossigeno e glucosio che corrisponde a un flusso maggiorato di sangue. Le cavie di Fisher avevano in media 20 anni e un rapporto di almeno 21 mesi alle spalle. La separazione, invece, era avvenuta in media 63 giorni prima.

“Il fatto che l’amore si attivi nel profondo del tronco encefalico, dove risiedono i circuiti degli altri istinti vitali, ci fa pensare che faccia parte del nostro sistema di sopravvivenza.” Fisher e il suo team hanno riscontrato un’attività più intensa nella cosiddetta area tegmentale ventrale o VTA (ventral tegmental area). Qui si collocano non solo le emozioni che conseguono all’orgasmo e all’innamoramento, ma anche quella sensazione liberatoria tipica di un cocainomane che ha appena tirato—oppure di una persona che placa la sua fame o la sua sete. Dalla VTA scaturisce anche il sistema dopaminergico, anche detto “sistema della ricompensa”, che provvede al rilascio di dopamina con conseguente sensazione di benessere.

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Potrebbe sembrare illogico che una semplice questione amorosa possa sconvolgere un’area del cervello. Il fatto che nelle cavie si siano verificate attività cerebrali di questo genere anche dopo la fine del rapporto ha portato Fisher alla conclusione che queste fossero ancora innamorate—e tale fenomeno si chiama “frustration attraction“.

L’ipotesi di Fishers è che all’origine dell’ “amore romantico” ci sia una “profonda dipendenza” evidenziata dall’attività delle regioni cerebrali del VTA e del nucleo caudato, che è una parte del sistema di compensazione.

Di fronte a una persona amata le persone si comportano come dei drogati. “Probabilmente è questo il motivo per cui l’amore è così difficile da controllare. Non è colpa nostra, siamo fatti così.” L’istinto che c’è dietro ciò che definiamo amore romantico “ha un fine essenziale; è segno della nostra appartenenza al regno animale, e ne abbiamo bisogno,” scrive Fisher sul sito del suo libro “The Anatomy of love”. Questo istinto esiste già da quattro milioni di anni, e ha guidato la perpetuazione della specie e l’istituzione della coppia.

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Se l’amore ci rende bramosi quanto una droga, ciò significa che dopo la separazione si è costretti a lasciarsi la dipendenza alle spalle. “È importante non avere più niente a che fare con la persona che ci ha lasciati”, sostiene Fisher. Più entriamo in contatto con il nostro ex, più il nostro sistema dopaminergico reagisce. O per dirla con le parole dell’antropologa: “Pensavo che l’amore fosse un insieme di sentimenti, ma in realtà è semplicemente un impulso originario.”

L’amore sprona a ottenere l’oggetto desiderato anche a livello biochimico—e dopo una separazione ancora di più. Colpa del cosiddetto impulso originario. “Il fatto che l’amore si attivi nel profondo del tronco encefalico, dove risiedono i circuiti degli altri istinti vitali, ci fa pensare che faccia parte del nostro sistema di sopravvivenza.”

Che il nostro desiderio dell’altro possa manifestarsi come una dipendenza da cocaina, anfetamina o nicotina non è l’unico risultato dello studio. Oltre che nella VTA, anche nel lobo dell’insula è stata riscontrata un’attività più intensa. Qui i neurologi collocano non solo la tristezza profonda ma anche il dolore fisico. “Le emozioni, in questa zona, si interpongono come se il dolore avesse una collocazione fisica. Secondo alcuni è la base stessa dei nostri sentimenti” cita il sito della Fisher.

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Fischer paragona il dolore fisico di una persona che soffre per amore con “una gamba rotta” o con il “mal di denti”. In generale, i pensieri legati al cuore spezzato equivalgono a una ferita: “anche dopo anni possiamo rivivere gli spasmi fisici legati al ricordo della perdita.” Ed ecco il paradosso: “non esiste alcuna medicina che possa aiutarci.”

“Quando gli alcolizzati decidono di smettere di bere, fanno sparire tutte le bottiglie.”

L’unico rimedio è compensare la mancanza di dopamina con altri mezzi, tra cui l’attività aerobica. Lo stesso vale per tutte quelle attività che ci fanno scoprire cose nuove. L’attività sportiva aumenta il livello di serotonina e riduce i dolori corporei. Un’altra cosa da fare è eliminare tutti i ricordi che ci fanno pensare ai nostri ex: “quando gli alcolizzati decidono di smettere di bere fanno sparire tutte le bottiglie.”

Quindi l’amore non è altro che una dolorosa imitazione della dipendenza da droghe? A quanto dicono gli studi di Fisher si tratta anche di altro. “L’amore è una dipendenza naturale, ed è sopravvissuto a millenni di evoluzione attraverso la selezione naturale. Le coppie che si proteggono l’un l’altra hanno maggiori possibilità di proteggere i loro figli.” Le droghe portano a una forma di dipendenza che non ha alcuna utilità evolutiva. Le coppie che sviluppano questa dipendenza, invece, riescono a proteggere la prole. E ciò è vitale per la sopravvivenza della specie.

Se credi di avere dei problemi con il tuo partner o la tua partner e non riesci a gestire da sola o da solo questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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I 10 uomini da evitare accuratamente in una relazione

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1) Il geloso
Il geloso logora la sua mente e il vostro rapporto inventando ogni giorno spunti maliziosi o possibili tradimenti in qualsiasi cosa voi facciate. Spesso sulla gelosia possono nascere delle discussioni lunghissime che alla fine non porteranno a niente e che potranno andare avanti anche per giorni. Vi conviene uscire da questa relazione a dir poco asfissiante se volete salvarvi. Attente poi che la categoria del geloso può sfociare o assere abbinata a quella del violento: ha scatti d’ira esagerati che devono far suonare il campanello d’allarme. Meglio allontanarli definitivamente.

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2) Il narcisista
Ama molto parlare di sé, ma ascolta poco gli altri. Chi ha tendenze narcisiste cerca di essere sempre al centro della scena e fa in modo di veicolare tutta l’attenzione su di sé. Il difetto principale? Non accetta le critiche e fatica ad ammettere gli errori, perché attribuisce la responsabilità degli eventi negativi agli altri o alla sfortuna. Ricorda che spesso dietro a un comportamento megalomane si cela una personalità fragile e insicura. Tuttavia questo non è un buon motivo per… scusarlo e continuare a sopportare!

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3) L’irresponsabile
Ha superato da tempo l’adolescenza, eppure adolescente lo sembra ancora, soprattutto dal punto di vista emozionale. Disprezza le regole, non si impegna nel lavoro, né mostra di essere granché interessato a mettersi in gioco: l’irresponsabile è sempre in fuga. L’errore frequente? Pensare di poterlo cambiare. A parole non conta. È possibile iniziare a prendere seriamente in considerazione ciò che una persona dice solo quando agisce di conseguenza, con i fatti. Se mai accadrà.

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4) Il manipolatore
La sua arma più importante è il ricatto. Il manipolatore isola, usa l’amore come merce di scambio e ti mette con le spalle al muro sviluppando una dipendenza emotiva lontana anni luce da un rapporto di coppia costruttivo e sereno. È sempre pronto a minacciare di toglierti il suo amore? Lascialo andare: perdere chi denigra e colpevolizza gli altri alla lunga andrà a vantaggio della tua autostima. Amore è prendersi cura, creare fiducia.

5) L’egoista
Se percepisci che ci sia una remota possibilità che dietro atteggiamenti rigidi si nasconda una scelta di priorità ovvero l’io, è i caso di valutare la rottura. Anteporre sempre i propri, interessi, i propri corsi, il proprio lavoro, i propri genitori significa abituarti all’idea di accontentarti degli spazi rimanenti nella fitta rete di impegni. L’interesse sarà dell’io, insostituibile dal plurale noi.

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6) L’uomo senza difetti
Ognuno di noi ha dei difetti e l’uomo senza difetti non esiste. Se il vostro uomo vi fa vivere una vita di coppia talmente perfetta che vi sembra quasi di vivere una soap opera degli anni ’80, state attente! L’uomo dall’apparenza fin troppo perfetta finisce spesso per rivelare un retroscena abilmente nascosto dietro un muro di apparenza artificiale e ben costruita.

7) L’innamorato istantaneo
L’amore è una cosa bellissima, talvolta improvvisa, certamente magica e incomprensibile. A tutto c’è un limite, però. Proclamarsi innamorato dopo una settimana che ci si frequenta, promettere amore eterno o, peggio, dirti che non può fare a meno di te al primo appuntamento è tipico dell’innamorato istantaneo. Non lo fa con cattiveria: lui ci crede veramente al “ti amo” che vi dice dopo tre giorni che vi conoscete, ed è per questo che voi gli credete. Si innamora “istantaneamente” in media due volte al mese ed “istantaneamente” si disinnamora; l’importante è non cascarci.

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8) Il violento
Anche se lui ti ispira simpatia e una certa attrazione fisica, indaga per comprendere se soffre di dipendenze, qualunque esse siano. L’inclinazione all’ira o repentini scatti devono far scattare in te il campanello d’allarme: troppo spesso, come insegna la cronaca, questi segnali vengono sottovalutati dalle donne che si lasciano ingannare a comportamenti apparentemente gentili e rassicuranti. Il violento camuffa la propria natura.

9) Il mammone
Questa categoria è tra le più subdole perché il mammone all’inizio ispira tenerezza, soprattutto nella prima fase quando tutto di lui ci sembra meraviglioso. Attenta perché potrai trovarti in un poco piacevole rapporto a tre con voi due e la mamma perfetta e sempre presente, nella quale lui cercherà conforto e dalla quale correrà alla prima difficoltà. Inoltre ci saranno sempre paragoni di tipo culinario: sì, è buono ma mia mamma è insuperabile. Anche in questo caso cerca di capire subito in che guaio ti stai cacciando. E se non vuoi vivere una perenne frustrazione da confronto, lascialo perdere.

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10) Il bugiardo
È bravissimo a trovare sempre una giustificazione valida, ogni ritardo è corredato da una spiegazione accurata. Avrà sempre una scusa pronta e darà sempre una spiegazione molto accurata di ogni sua mancanza o ritardo: tutti quei particolari devono farvi dubitare subito. Questa categoria di uomini è da considerarsi spesso patologica: cercano di ottenere qualcosa mentendo sempre e quasi mai si scusano per il loro comportamento quando vengono scoperti. Per loro la bugia è pane quotidiano e la considerano la normalità. Spesso sono poi dei manipolatori minando così anche la tua autostima. Meglio lasciarlo perdere e cercare una persona autentica e di cui potersi fidare. Accontentarsi di una facciata perfetta quando dentro si vive un inferno logora la salute: invece di togliere fiducia a te stessa… toglila al bugiardo di turno e scegli di riprendere in mano la tua vita.

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