Un piede diabetico è un piede che presenta i sintomi del diabete mellito o di una sua qualsiasi complicazione a lungo termine (o “cronica”). Le patologie che più spesso compromettono la funzione o la struttura del piede sono la neuropatia diabetica (in tal caso si parla di piede neuropatico) e l’arteriopatia (si parla di piede ischemico).
L’interesse ad avere una classificazione clinica delle fasi del piede diabetico risponde alla necessità di avere dei protocolli di trattamento comuni per stabilire un valore predittivo in termini di guarigione dell’ulcera. La classificazione di Wagner (Meggitt/Wagner) è basata su tre parametri: la profondità dell’ulcera, il grado di infezione e l’estensione della necrosi.
- Grado 0: Nessuna lesione, piede senza rischio
- Grado 1: Ulcera superficiale
- Grado 2: Ulcera complicata
- Grado 3: Ulcera profondamente complicata
- Grado 4: Cancrena localizzata
- Grado 5: Cancrena dell’intero piede
Sintomi
- dolore;
- formicolio;
- alterazione della sensibilità (in particolar modo nella zona esterna del piede).
Vedi anche: foto di piede diabetico
Diagnosi
La diagnosi non si basa solo sull’evidenza sintomatologica, e può essere effettuata con strumenti non invasivi. La sensibilità tattile può essere valutata premendo sul piede con un filo di nylon di un diametro predeterminato (monofilamento di Semmes-Weinstein). La sensibilità vibratoria viene testata facendo riconoscere al paziente le vibrazioni di un diapason.
Terapia
Nel caso dell’ulcera neuropatica plantare, il paziente deve indossare degli appositi scarponi o particolari tipi di gesso (come il total contact cast). La maggior parte di tali pazienti riesce a guarire, in questo modo, in circa 6-8 settimane. Il trattamento per il piede ischemico è invece più complicato, poiché il paziente necessita di interventi di rivascolarizzazione, mediante by-pass o angioplastiche, a seconda della gravità dell’arteriopatia.
Ci sono alcuni consigli utili per mantenere la pelle intorno al piede sana: Bisogna controllare i piedi tutti i giorni in maniera accurata, verificando che non ci siano bolle, zone irritate e arrossate o ferite. É importante procedere con un’igiene quotidiana dei piedi, lavandoli con acqua tiepida e asciugandoli con cura evitando che non rimangano zone umide. È molto importante idratare i piedi ogni giorno con una crema emolliente per idratare la pelle, affinché sia sana ed elastica.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Usare il calore per trattare il diabete: al via tra Roma e Milano una sperimentazione su una nuova promettente cura che ‘ringiovanisce’ il duodeno, organo considerato nevralgico nello sviluppo di questa grave malattia metabolica. Sta per partire infatti presso la Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma e presso l’Humanitas Research Hospital di Rozzanouna sperimentazione clinica di fase II su una nuova cura – definitiva e non farmacologica – per il diabete: si tratta di usare il calore per rigenerare una mucosa intestinale ‘sana’ agendo su una parte dell’intestino, il duodeno appunto. Lo studio convolgerà in tutto oltre 100 pazienti in vari centri europei.
Che differenza c’è tra glucosio e glicemia? Nonostante la loro radice ‘gluco-‘ (dolce) sia la medesima, i due sostantivi indicano due cose completamente differenti ma comunque correlate tra di loro. Andremo ad analizzare entrambi nello specifico per carpire, e capire, ogni singola informazione ad essi legata.
Un nuovo sistema hi-tech in aiuto dei diabetici, per evitare crisi ipoglicemiche. Roche Diabetes Care annuncia l’arrivo in Italia di Eversense, il primo sensore per il monitoraggio continuo della glicemia impiantabile, progettato per la misurazione dei valori di glucosio fino a 90 giorni senza necessità di sostituzione del sensore ogni settimana. Il sistema misura h24 i livelli di glucosio, e i dati vengono automaticamente inviati al dispositivo mobile. Il dispositivo invia allarmi, avvisi e notifiche relativi ai valori del glucosio visibili in qualsiasi momento su una app. “Gli algoritmi predittivi avvertono il paziente di probabili episodi di ipo o iperglicemia. Il paziente – spiega l’azienda in una nota – può condividere questi dati con il proprio diabetologo in ogni momento attraverso il portale dedicato”.
Lo sport, si sa, fa bene e agisce come un ‘farmaco’ che protegge dalle malattie metaboliche come il diabete. Ora la ricerca italiana scopre perché, aprendo a nuove terapie in grado di riprodurre l’effetto-scudo dell’esercizio fisico. Sport in pillole. Il lavoro, ‘made in Milano’, è pubblicato sul ‘Journal of Diabetes Research‘ e svela il ruolo dell’irisina, una molecola scoperta di recente e prodotta dal muscolo scheletrico durante l’attività sportiva. Secondo gli scienziati, questa sostanza può spiegare l’azione positiva di una vita attiva su metabolismo.
Per molto tempo le carote sono state un alimento ingiustamente escluso, o perlomeno limitato, dall’alimentazione del diabetico; il tutto a causa dei primi studi condotti sull’indice glicemico degli alimenti, che attribuendo alle carote un valore di 92, di fatto le rilegarono tra quelli a più alto indice glicemico. Fortunatamente, gli studi successivi, inclusi i più recenti, hanno praticamente ribaltato questa evidenza, reinserendo le carote tra i cibi ad indice glicemico medio basso (39 ± 7). Le carote possiedono 41 calorie e 9 grammi di carboidrati per 100 grammi.
Il riso integrale al posto di quello bianco potrebbe essere incluso nella categoria dei cibi per diabetici secondo uno studio americano, ovvero dei cibi che non solo sono adatti ai diabetici ma riducono l’incremento della malattia.