Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): cause, sintomi, diagnosi, cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APNEA OSTRUTTIVA DEL SONNO CAUSE RISCHI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneLa broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una patologia caratterizzata da ostruzione cronica delle vie respiratorie si manifesta con due quadri clinici: l’enfisema e la bronchite cronica. L’enfisema è un processo di distruzione dei bronchioli terminali e delle loro pareti, con dilatazione degli spazi aerei distali.
La bronchite cronica è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di tosse ed espettorato per almeno tre mesi all’anno, per due anni consecutivi. Le due malattie coesistono sempre nello stesso soggetto, sia pure con la prevalenza di uno dei due processi sull’altro.
Dal punto di vista epidemiologico, si tratta di condizioni tipiche dell’età avanzata, con maggior prevalenza nel sesso maschile, che riconoscono come principale fattore di rischio il fumo di sigaretta.

Cause

L’ostruzione delle vie aeree è la conseguenza di processi infiammatori della mucosa bronchiale, che è ispessita, dell’aumentata secrezione di muco, della contrazione della muscolatura liscia della parete bronchiale.

Sintomi e segni

I pazienti con BPCO possono presentare due diversi quadri clinici. Il primo, definito pink puffer, è caratterizzato da intensa dispnea senza riduzione della Sa02; il secondo, chiamato blue bloater, è caratterizzato da una minore dispnea ma da un maggior grado di ipossiemia. I pazienti blue bloaters hanno, nel complesso, una prognosi peggiore, con maggiore tendenza allo scompenso del ventricolo destro (cuore polmonare).

Quadro polisonnografico

Il sonno notturno dei pazienti affetti da BPCO (soprattutto nel sottogruppo dei blue bloaters) è notevolmente disturbato e frammentato; spesso viene riferita insonnia caratterizzata da difficoltà nell’iniziare il sonno. La tosse notturna e i frequenti episodi di desaturazione dell’emoglobina (particolarmente numerosi durante il sonno REM, durante il quale possono raggiungere la durata di 1 o 2 minuti) sono causa di ripetuti arousal o risvegli completi, per cui il sonno notturno è poco soddisfacente. Una tale evenienza può anche essere determinata dalla terapia farmacologica specifica. Frequentemente vengono riferite cefalea mattutina, astenia e sonnolenza diurna. L’entità delle desaturazioni notturne si correla con i valori di ossiemia diurni, per cui i blue bloaters presentano desaturazioni più gravi rispetto ai pink puffers.
Il disturbo respiratorio nel sonno può essere aggravato dall’eventuale obesità del paziente. In molti casi sono presenti episodi apnoici di tipo centrale o una sindrome delle apnee ostruttive. La compresenza delle due malattie viene definita overlap syndrome e rappresenta una condizione in cui il rischio di cuore polmonare è assai aumentato.

Diagnosi

La valutazione della funzionalità respiratoria, i radiogrammi del torace, l’emogasanalisi consentono un preciso orientamento diagnostico. Il deficit di α1-antitripsina, un enzima dosabile nel siero, rappresenta una condizione predisponente verso l’enfisema polmonare.

Diagnosi differenziale

Va posta nei confronti di tutti gli altri disturbi respiratori legati al sonno (sindrome da ipoventilazione alveolare centrale, sindrome delle apnee centrali e ostruttive, asma notturno). Se il paziente lamenta insonnia, la diagnosi differenziale va posta soprattutto nei riguardi dell’insonnia dovuta a disturbi d’ansia o depressione.

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Evoluzione

La malattia, non trattata, progredisce verso il cuore polmonare e lo scompenso cardiaco.
Complicanze di natura infettiva sono possibili soprattutto nel caso della bronchite cronica. Le desaturazioni notturne prolungate possono indurre la comparsa di aritmie cardiache e favorire la progressione verso l’ipertensione polmonare e lo scompenso del cuore destro.

Terapia

Non esiste una cura nota per la BPCO, ma i sintomi sono trattabili e la sua progressione può essere ritardata. Le uniche misure che hanno dimostrato di ridurre la mortalità sono la sospensione dal fumo e l’assunzione ossigeno. Altre raccomandazioni includono: vaccinazione annuale contro l’influenza, la vaccinazione pneumococcica una volta ogni 5 anni e riduzione all’esposizione all’inquinamento atmosferico ambientale. In coloro che presentano una condizione di malattia avanzata, le cure palliative possono ridurre i sintomi, con la morfina in grado di alleviare la sensazione di mancanza di respiro. La ventilazione non invasiva può essere utilizzata come supporto per la respirazione.

Esercizi

La riabilitazione respiratoria è un programma di esercizi fisici, di consulenza e di gestione della malattia, coordinato e multidisciplinare proposto per portare beneficio al paziente. In coloro che hanno accusato una recente riacutizzazione, la riabilitazione respiratoria sembra essere in grado di migliorare la qualità complessiva della vita, di aumentare la capacità di svolgere attività e di ridurre la mortalità. È stato anche dimostrato il miglioramento del controllo del paziente sulla malattia, così come sulle proprie emozioni. I soli esercizi di respirazione individuali sembrano avere una efficacia limitata. Essere o sottopeso o sovrappeso può influire sui sintomi, sul grado di disabilità e sulla prognosi della malattia. Le persone con BPCO che sono sottopeso possono migliorare la loro forza respiratoria aumentando l’apporto calorico. Quando ciò viene combinato con un regolare esercizio fisico o un programma di riabilitazione respiratoria, può portare a miglioramenti nei sintomi della malattia. Una nutrizione supplementare può essere utile in coloro che sono malnutriti.

Terapia farmacologica

I broncodilatatori per via inalatoria sono i farmaci maggiormente utilizzati: ci sono due tipologie principali: gli agonisti β2 e gli anticolinergici; entrambi esistono sia in forma a lunga durata sia a breve durata d’azione. Il loro utilizzo riduce la mancanza di respiro, limita il respiro sibilante e rende più facile compiere attività, migliorando conseguentemente la qualità della vita. I corticosteroidi vengono di solito utilizzati in forma inalatoria, ma possono essere trovati anche come compresse per trattare e prevenire le riacutizzazioni.

Ossigenoterapia

La somministrazione di ossigeno supplementare è raccomandato nei soggetti con bassi livelli di ossigeno a riposo (pressione parziale di ossigeno inferiore a 50 mmHg o saturazione emoglobinica arteriosa inferiore all’88%).

Trattamento chirurgico

In alcuni casi più gravi è possibile prendere in considerazione il trattamento chirurgico con trapianto polmonare o la riduzione del volume polmonare.

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