Posso usare la crema solare rimasta dall’estate scorsa?

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Pelle spellata cinque consigli per salvare la nostra cuteA fine estate capita a tutti di avere ancora della crema solare che viene conservata per tutto l’inverno e, con l’arrivo di una nuova stagione e le prime giornate di mare, scatta la fatidica domanda: “Il solare dell’anno scorso lo posso ancora usare o lo butto?“.

La risposta è “dipende”, infatti senza generalizzare bisogna considerare alcuni fattori prima di decidere se utilizzarla ancora o buttarla nella pattumiera per evitare di usare un prodotto che ha perso efficacia ed espone la pelle a rischio scottature.

I solari, come tutti i cosmetici, hanno una data di scadenza valida dall’apertura del prodotto, indicata da un numero vicino alla scritta PAO e generalmente per le creme solari è di 8-12 mesi, quindi stando a questo potrebbero essere usati – anche se al limite – da un’estate all’altra, mentre il discorso è diverso se sono stati usati per una vacanza tropicale o in montagna durante il periodo invernale.

Ancora più importante della scadenza è la corretta conservazione dei solari che possono essere compromessi da caldo ed aria che influenzano soprattutto la componente grassa del prodotto.

Un altro fattore da tenere presente è la formulazione del solari, infatti quelli in crema entrano più facilmente in contatto con aria, dita e microbi, inoltre se il tappo non viene chiuso ermeticamente la sabbia si può sempre infilare; discorso diverso con i solari spray che temono solo le alte temperature.

Se il solare non è scaduto prima di portarlo di nuovo al mare o in piscina è bene fare un facile test casalingo, controllando se odore, colore e consistenza non sono alterate; il buon senso poi consiglia di cambiare solare se l’anno precedente ci siamo scottati, scegliendone uno con Spf più alto.

Al momento dell’acquisto di un nuovo solare bisogna orientarsi verso un prodotto con un adeguato fattore protettivo e osservare con attenzione tutta la gamma di prodotti disponibili, scegliendo ove possibile prodotti novità che non saranno sicuramente dell’anno in corso, non essendo disponibili l’estate precedente.

Se sono solo pochi i giorni o week-end che si potranno dedicare all’abbronzatura, sparsi durante l’estate, una soluzione per evitare di conservare il solare da un anno all’altro è acquistare confezioni piccole o monodose.

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Integratore di acido alfa lipoico: a che serve e qual è il dosaggio?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelL’acido alfa-lipoico (spesso abbreviato in ALA), è un acido grasso con una potente azione antiossidante che aiuta a combattere lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi (responsabili dell’invecchiamento e dei danni cellulari) sia all’esterno che all’interno della cellula nervosa. Rappresenta quindi una molecola preziosa per la persona diabetica, in quanto favorisce la protezione del sistema nervoso e aiuta a contrastare la neuropatia diabetica.

Dove viene prodotto l’acido alfa-lipoico?
L’acido alfa-lipoico è un acido grasso contenente zolfo, che viene naturalmente prodotto dal fegato e da altri tessuti del nostro organismo. Viene inoltre assorbito intatto da alcuni alimenti introdotti con la dieta e si accumula in alcuni tessuti (fegato, cuore, muscolo, cervello e nervi e altri).

Il miglior integratore di acido alfa-lipoico, selezionato, usato e raccomandato dal nostro Staff di esperti, lo potete trovare qui: http://amzn.to/2AIJ4rK

Dove agisce l’acido alfa-lipoico?
L’ALA combatte i radicali liberi in ogni parte del neurone (ma anche delle altre cellule) ed è l’unico antiossidante a riuscire a farlo. Tra le peculiarità uniche dell’acido alfa-lipoico, c’è, infatti, quella di poter agire sia all’interno della cellula, in un ambiente acquoso (idrofilo) come il citoplasma delle cellule (dove agiscono anche altri antiossidanti come la vitamina C, sia in un ambiente oleoso ovvero ricco di lipidi (lipofilo) com’è la membrana dei neuroni e delle cellule, la cui integrità è fondamentale per la trasmissione degli impulsi nervosi; in definitiva, l’ALA può raggiungere tutti i compartimenti di una cellula proteggendola dentro e fuori dall’attacco incessante dei radicali liberi.

Come agisce l’ALA?
Sia l’acido alfa-lipoico che la sua forma ridotta DHLA (cioè che ha già esercitato la sua azione antiossidante e perciò ha acquistato un elettrone) funzionano come una coppia di potenti antiossidanti, esercitando una cosiddetta azione “scavenger” (spazzino) tra le più potenti sui radicali liberi dell’ossigeno (ROS o Reactive oxygen species, specie reattive dell’ossigeno). Ma c’è di più. Esso, infatti, interviene e promuove importanti cicli metabolici come la produzione di energia e anche questo è un aspetto molto importante, in quanto i radicali liberi attaccano, danneggiandole, anche le membrane dei mitocondri, piccoli organuli presenti all’interno delle cellule, che sono sede delle risorse energetiche e di autoriparazione del nervo. L’acido alfa-lipoico, inoltre, può riciclare e rigenerare i naturali antiossidanti idrosolubili (come la vitamina C e il glutatione) e anche quelli liposolubili (come la vitamina E e il coenzima Q), amplificandone gli effetti. Così facendo protegge nervi e vasi sanguigni (che portano i fattori nutritivi) dai pericolosi attacchi dei ROS, favorendo il benessere delle fibre nervose e svolgendo una generale azione anti-aging. L’ALA, in definitiva, ne protegge l’integrità e le mantiene più giovani a lungo e quindi più in grado di trasmettere in modo efficiente gli impulsi nervosi, indispensabili per la conduzione neuro-muscolare.
Alcuni studi hanno documentato che, somministrato per via orale o endovenosa a dosi si 600-1200 mg/die, l’ALA favorisce la riduzione dei sintomi della neuropatia diabetica (formicolio e intorpidimento alle gambe, dolori brucianti, senso di stordimento) nell’arco di 3-5 settimane di integrazione.

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Ci sono altri effetti dell’ALA utili alle persone diabetiche?
L’acido alfa-lipoico ha anche altri effetti benefici che lo rendono interessante per le persone con diabete di tipo 2 quando somministrato ad alti dosaggi. Alcuni studi hanno documentato che aumenta la sensibilità all’insulina (anche nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico) favorendo l’assorbimento del glucosio e un miglior controllo della glicemia. Favorisce anche una riduzione dei trigliceridi nel sangue. Gli studi hanno documentato che anche ad alti dosaggi l’ALA è sicuro e ben tollerato, in ogni caso per scegliere un’eventuale integrazione è sempre bene chiedere al proprio medico o al farmacista di fiducia.

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È vero che gli antiossidanti lavorano meglio in squadra?
In effetti è così; tra gli antiossidanti, l’unione fa la forza per proteggere il nervo e questo vale anche per l’ALA. A livello della cellula nervosa (neurone), alcuni studi hanno documentato che l’acido alfa-lipoico agisce in sinergia con altri antiossidanti e sostanze cosiddette neutrofiche grazie alla spiccata azione neuroprotettiva che svolgono, in grado di accelerare la riparazione e la rigenerazione del nervo migliorandone la velocità di conduzione nervosa.
Tra gli altri antiossidanti, con cui agisce l’ALA, vanno citati soprattutto la superossidodismutasi o SOD, un potentissimo antiradicalico, tra i più studiati, che agisce all’origine dello stress ossidativo e che ha dimostrato un’ azione antinfiammatoria e neuroprotettiva sinergica con l’ALA; la vitamina E e il selenio che contribuiscono alla naturale protezione delle cellule nervose dallo stress ossidativo provocato dai radicali liberi.
Tra neurotrofici più noti e benefici c’è l’acido gamma-linolenico (GLA), un acido grasso polinsaturo essenziale (Essential Fatty Acids o EFA), che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare da solo e che deve essere assunto attraverso una dieta giornaliera appropriata.
Il GLA è un componente della membrana delle cellule nervose dove svolge un’attività riparativa ed è indispensabile per mantenere un’ottimale fluidità di membrana, elemento particolarmente rilevante per la funzionalità delle membrane nervose e della guaina mielinica (la mielina è il rivestimento di ogni cellula nervosa che consente una conduzione più veloce degli impulsi nervosi).

Quali altre attività svolge l’acido alfa-lipoico?
L’acido alfa-lipoico protegge anche dall’ossidazione del colesterolo-LDL (il colesterolo “cattivo”) agendo – quindi – come un fattore di prevenzione del rischio di malattie cardiovascolari. Alcuni studi hanno, inoltre, documentato la capacità dell’ALA di chelare metalli ovvero di catturare e requisire soprattutto rame e ferro che in alcune cellule porterebbero alla formazione di sostanze fortemente ossidanti.
Altri studi hanno evidenziato la capacità dell’acido alfa-lipoico di migliorare la “tolleranza al glucosio”, quindi di favorire un miglior funzionamento del metabolismo degli zuccheri nelle persone diabetiche e/o obese (nelle quali svolge quindi un’azione protettiva sulla neuropatia diabetica grazie alla sua potente azione antiossidante). Questa sua attività, lo rende utile anche nel miglioramento della performance sportiva (ottimizzando l’utilizzo dell’energia) area in cui è anche importante come “scavenger” dei radicali liberi prodotti nel corso dell’attività muscolare di elevata intensità. Ma non è ancora finita: ulteriori studi hanno evidenziato un’azione ipotensiva ed antinfiammatoria che si sta ancora studiando.
L’acido alfa-lipoico viene considerato un memory-enhancer, ovvero una sostanza in grado di migliorare la memoria in età avanzata e contrastare l’invecchiamento del cervello sempre grazie alla sua potente azione antiossidante.

Quali sono le fonti più ricche di acido alfa-lipoico?
In natura, le fonti più ricche di acido alfa-lipoico sono i tessuti animali ad alta attività metabolica (carne rossa, cuore, fegato, rene) che non si consumano spesso. Tra le fonti vegetali ci sono, in via decrescente: spinaci, broccoli, pomodori, piselli, cavolini di Bruxelles, riso.
L’acido alfa-lipoico può essere ricavato anche dall’assunzione giornaliera di un integratore alimentare che assicura un dosaggio fisso giornaliero dell’acido grasso. Per un consiglio adeguato alle proprie necessità è utile chiedere al proprio medico o al farmacista di fiducia.

Dosaggio di acido alfa-lipoico
Il dosaggio consigliato è di assumere almeno 100 mg di acido alfa-lipoico al giorno.

Il miglior integratore di acido alfa-lipoico
Il miglior integratore alimentare di acido alfa-lipoico, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: http://amzn.to/2mOkz3W

Altri integratori molto utili per il tuo benessere psico-fisico, sono i seguenti:

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Quale tinta scegliere in base al tuo colore originale?

MEDICINA ONLINE MEGAN FOX NUDE NAKED  VOLTO FELICE DONNA RAGAZZA CAPELLI SGUARDO TINTA SUMMER MORA PELLE SKIN OCCHI AZZURRI CHIARI TERAPIA EYES TRUCOS BELLEZZA VISO DONNA SEXY SEX  MEDICINA ESTETICA PELLE CASTANA CUTE YOUNG GIRL.jpgQuali sono le tinte migliori in base al vostro colore originale per coprire i capelli bianchi? Ecco alcuni nostri consigli:

Per le bionde e le rosse:
Sei fortunata, perché la comparsa dei capelli bianchi è discreta sulla tua capigliatura chiara e ti lascerà il tempo di decidere. Per camuffarli ottenendo un effetto naturale, l’operazione consigliata alle bionde è il balayage, che permette di confondere le ciocche bianche tra quelle bionde, senza renderti prigioniera delle colorazioni ogni mese!

Per le brune
Non esiste niente di meglio della colorazione per mascherare i capelli bianchi; ma anche in questo caso bisognerà armarsi di pazienza perché la ricrescita sarà rapida e si vedrà quasi subito rispuntare il bianco!

Attenzione: se scegli la colorazione fai-da-te per le colorazioni ripetute, usa prodotti con gli ingredienti naturali e senza ammoniaca

Lo sapevi? Se hai soltanto il 20 o 30% di capelli bianchi, gli shampoo coloranti andranno bene; ma se i capelli bianchi sono di più, avrai bisogno di optare per una colorazione, anche fai-da-te, ma più coprente. In commercio ne esistono diverse che si possono fare tranquillamente a casa, ottenendo ottimi risultati.

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Colorare o no i capelli bianchi?

MEDICINA ONLINE SHAMPOO CAPELLI MASCHERA DEBOLI BIANCHI WHITE HAIR STYLE STYLIST GRAY COLOR CABELLO CANOSO COLORE TINTA COPRIRE COLOR COLORARE ACCONCIATURA TESTA DONNA RADICE PELO CAPELLÈ inevitabile. Prima o poi tutte dobbiamo affrontare l’arrivo dei capelli bianchi, un momento non sempre facile e piacevole. Certo, per alcune i primi capelli bianchi appaiono presto rispetto alle altre, ma in ogni caso, è meglio accettarli e adattarsi, piuttosto che farne un dramma e deprimersi.

Il fenomeno dei capelli bianchi

La comparsa dei capelli bianchi è il risultato di una diminuzione della melanina. Ecco come funziona il processo di colorazione dei capelli: I melanociti, cellule responsabili del colore dei capelli, dei peli e della pelle, fabbricano la melanina che, in realtà, è un pigmento scuro. Quest’ultimo viene trasferito nei cheratinociti, le cellule che producono i capelli, situati nei bulbi. Se, producendo il capello, queste cellule hanno ricevuto molti pigmenti scuri, la capigliatura sarà bruna, altrimenti sarà bionda. Con gli anni, i capelli diventano progressivamente bianchi poiché nel bulbo i melanociti col tempo si sono esauriti e sono stati sostituiti da bolle d’aria.

Quando succede

L’età media per la comparsa dei primi capelli bianchi è di 34 anni. Il fenomeno prende il nome di “canizie”. Tuttavia, a volte, questo processo inizia prima, perché la comunicazione tra i melanociti e le cellule che producono i capelli non avviene più correttamente. Ci sono alcuni casi, abbastanza rari, in cui questo processo può essere reversibile: in caso d’insufficienza renale cronica, o in seguito alle sedute di radioterapia. Gli ormoni e la genetica sono i maggiori responsabili di questo tipo di disfunzione anormale o troppo precoce.

Scegliere se colorare i capelli o lasciarli invecchiare

Puoi decidere di accettare i tuoi nuovi capelli bianchi, indipendentemente dalla tua età, giocando con pettinature sofisticate e glamour. Questo vuol dire anche scegliere la praticità, perché decidere di colorare i capelli bianchi implica di doversi prendere costantemente cura della propria capigliatura. Le donne che scelgono il bianco di solito ne sono contente, soddisfatte di aver valorizzato la propria naturalezza: si concentrano piuttosto sugli accessori, perché per illuminare il loro viso hanno preso l’abitudine di usare fasce, cappelli, occhiali colorati e divertenti, tutti dettagli che mettono in risalto il bianco dei loro capelli, ma anche il loro stile unico.

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Ci si abbronza con il fondotinta?

MEDICINA ONLINE MARE SPIAGGIA SOLE ESTATE PISCINA MARE ACQUA NUOTO NUOTARE ABBRONZATURA FITNESS ESERCIZI DONNA COSTUME SENO SEXY SEA BEACH SUN POOL SWIMMING GIRL WOMAN SUMMER WALLPAPER SSe ci esponiamo al sole con il fondotinta, o qualsiasi trucco correttore “coprente”, il nostro viso si abbronza? No, non si abbronzerà o comunque tenderà ad abbronzarsi in maniera non omogenea. Esistono tuttavia in commercio dei fondotinta con filtro solare che permettono comunque l’esposizione al sole. Si tratta di fondotinta compatti ideati appositamente per la bella stagione, quando il rialzo delle temperature fa durare pochissimo gli altri prodotti. Unendo gli evidenti effetti cosmetici ad un’effettiva ed efficace protezione solare dai raggi UV (definibile in base al tipo di pelle: protezione bassa, media o alta) e grazie alla sua composizione di sostanze come vitamine e sali minerali, questo tipo di fondotinta minimizza le imperfezioni donando un effetto abbronzato.

Il nostro consiglio è comunque quello di evitare il fondotinta: la pelle infatti, almeno al mare, merita finalmente di respirare, senza dimenticare che l’uso di fondotinta e correttore, oltre a causare una abbronzatura non omogenea, potrebbero anche creare un orrendo effetto “maschera” che con il passare delle ore tenderà a lucidarsi o colare. Ricordatevi poi che dopo poche esposizioni, l’abbronzatura tenderà a coprire molti di quelli che consideriamo difetti della pelle del viso.

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Maschera nutriente per capelli all’olio di cocco fatta in casa

MEDICINA ONLINE SHAMPOO CAPELLI MASCHERA DEBOLI BIANCHI WHITE HAIR STYLE STYLIST GRAY COLOR CABELLO CANOSO COLORE TINTA COPRIRE COLOR COLORARE ACCONCIATURA TESTA DONNA RADICE PELO CAPELLO WALLPAPER SFONDO PICTURE PHOTO PICS.jpgIl sole, il vento, l’acqua del mare e il cloro delle piscine, durante l’estate, possono indebolire i nostri capelli e farli diventare secchi e fragili. Ecco perché durante i mesi estivi è necessario nutrire adeguatamente i capelli in modo da contrastarne la disidratazione. Un metodo efficace consiste nell’utilizzo dell’olio di cocco, un ingrediente naturale in grado di rinforzare i capelli danneggiati, secchi e sfibrati e ridare loro forza e lucentezza. Ecco allora come utilizzare l’olio di cocco per la preparazione di una maschera per capelli fai da te da utilizzare una o più volte al mese, a seconda delle diverse esigenze e che vi permetterà di mantenere i capelli sani, luminosi e splendenti.

IMPACCO PER CAPELLI CON OLIO DI COCCO

Ecco allora, passo per passo, come preparare una maschera nutriente per capelli all’olio di cocco:

OCCORRENTE

  • Olio di cocco
  • Olio di jojoba
  • Miele

PROCEDIMENTO

  1. Versate in una ciotola due cucchiai di olio di cocco e 4 gocce di olio di jojoba e mescolate il tutto: queste sono le quantità ideali in caso di capelli lunghi. Se, invece, i vostri capelli sono corti, utilizzate invece solo una piccola quantità di composto altrimenti potrebbe essere difficile eliminarlo del tutto.
  2. L’impacco ottenuto deve essere spalmato su tutta la lunghezza dei capelli. Applicatelo sui capelli umidi e lasciate la maschera in posa per circa 10 minuti e poi lavate i capelli con lo shampoo, meglio ancora se formulato con ingredienti naturali.
  3. Il miele è invece un ingrediente in più da adoperare solo se i vostri capelli sono particolarmente secchi e sfibrati. In questo caso, aggiungete un paio di cucchiaini di miele al composto indicato.

Un consiglio: utilizzate la maschera anche durante i mesi invernali per contrastare gli effetti dell’inquinamento presente in città che potrebbe danneggiare i vostri capelli.

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Come pulire efficacemente la lingua in modo semplice e sicuro

MEDICINA ONLINE LINGUA TONGUE PIERCING DISINFETTARE LAVARE PULIRE IGIENE ORALE BOCCA DENTI COLLUTORI RIMEDI ALITO CATTIVO SALIVA SPAZZOLINO DENTIFRICIOLa lingua è la parte del cavo orale con il maggior numero di batteri. Nonostante questo, molte persone non si preoccupano di pulirla, sbagliando. Se non procedi a un’igiene accurata, potresti avere alcuni effetti negativi. Per evitare di avere l’alito cattivo, un maggior numero di carie e una lingua dal brutto aspetto, prenditi del tempo per lavarla correttamente. Di seguito riporto una serie di consigli per mantenere elevata l’igiene della tua lingua.

1) Controlla la lingua osservandone le diverse parti

La tua lingua non ha una superficie liscia e tutti quei piccoli rigonfiamenti e fessure sono l’ambiente ideale per la proliferazione batterica. La metà dei batteri che vivono nel cavo orale umano si trova sulla lingua. Questi formano una sorta di pellicola e contribuiscono a una serie di problemi di salute. La lingua dovrebbe essere rosa, ma se noti una grave alterazione del colore dovresti prendere delle iniziative per porvi rimedio. Sottoponiti alle cure di un dentista se mostri questi sintomi:

  • Sei fortemente preoccupato per i cambiamenti dell’aspetto della lingua;
  • La pellicola sulla lingua persiste per più di due settimane;
  • Provi un continuo dolore alla lingua.

Leggi anche: Igiene orale: consigli e prodotti per pulire lingua, denti e bocca

2) Sappi che potresti trovare beneficio da una pulizia della lingua

Quando usi un raschietto specifico, fai molto più che combattere l’alito cattivo: rompi il tessuto superficiale dell’organo impedendo lo sviluppo della lingua villosa. Inoltre, ti sbarazzi dei batteri che promuovono la carie. Una cattiva igiene orale è correlata anche a una varietà di disturbi di salute e una buona igiene della bocca prevede anche la pulizia della lingua.

  • Pulendo la lingua tieni sotto controllo i batteri nocivi che contribuiscono alla carie dentale;
  • Combatti l’alito cattivo;
  • Migliori il senso del gusto.

Un ottimo pulisci lingua in rame è questo: http://amzn.to/2AuCu5r

3) Parlane con l’igienista dentale o il dentista

Se pensi che possano esserci motivi seri a determinare alito cattivo, difficoltà a muovere la lingua, dolore, sanguinamento o altra condizione che riguarda la bocca, è il caso di parlarne con un professionista della salute. Igienista dentale e/o dentista saranno in grado di rispondere in maniera esaustiva alle tue domande. Durante gli appuntamenti non limitarti a sederti passivamente sulla poltroncina, ma poni delle domande quando ne hai l’occasione. Non c’è alcuna fonte di informazione che possa sostituire l’esperienza di questi professionisti, che sono in grado anche di darti consigli in merito a dubbi specifici sulla tua salute.

Leggi anche: Come educare i bambini ad una corretta igiene orale?

4) Scegli uno strumento per la pulizia della lingua

Scegli il tipo di strumento migliore per te e per le tue abitudini. Esistono diversi attrezzi che permettono di pulire la lingua. I raschietti sono i più comuni, ma anche gli spazzolini, sebbene siano più recenti, hanno una diffusione relativamente ampia. I “nettalingua” sono degli strumenti ampiamente disponibili e presentano delle morbide increspature che vanno strofinate sulla lingua. Ricorda che:

  • Lo spazzolino e il raschietto sono parimenti efficaci per ridurre la placca.
  • Esistono dei modelli che combinano lo spazzolino con il raschietto e permettono una doppia azione simultanea.
  • Gli spazzolini da denti dotati di un lato dedicato alla pulizia della lingua (in genere un raschietto) si sono dimostrati efficaci quanto gli strumenti singoli.Scegli il materiale.
  • Gli strumenti per la pulizia della lingua possono essere costruiti con diversi materiali: i più comuni sono plastica, metallo e silicone. Potresti accorgerti di preferirne uno rispetto agli altri; fai alcune prove.
  • I due metalli che vengono maggiormente impiegati sono il rame e l’acciaio inox. I raschietti di questo tipo possono essere messi senza rischi in acqua bollente per essere disinfettati.
  • Gli accessori in plastica sono meno costosi, ma non sono tanto resistenti e vanno sostituiti con regolarità.
  • I bordi in silicone hanno un’azione abrasiva più delicata sulla lingua.

Leggi anche: Collutori naturali e fatti in casa per disinfettare la lingua

5) Allunga la lingua fuori dalla bocca

Quando pulisci la tua lingua, allungala bene al di fuori della cavità orale: in questo modo hai accesso a tutta la sua lunghezza. Devi pulire la maggiore superficie possibile. Estendendola all’esterno limiti anche i conati di vomito.

6) Raschia o spazzola la lingua dalla parte posteriore verso quella anteriore

Ripeti questo movimento più volte, quando ti pulisci la lingua. Si dovrebbe procedere a questa pulizia ogni mattina, prima di mangiare o bere. Si raccomanda inoltre di pulirla due volte al giorno, approfittando del momento in cui ci si lava i denti.

  • Lo strumento si riempirà di residui: risciacqualo e continua la pulizia finché non avrai trattato tutta la superficie della lingua;
  • Sii delicato per non ferire i tessuti;
  • Prenditi tutto il tempo necessario.

Leggi anche: Come e quando iniziare a lavare i denti ai bambini?

7) Risciacqua la bocca

dopo aver pulito la lingua, usa un collutorio e risciacqua accuratamente il cavo orale per eliminare ogni residuo e rinfrescare l’alito. Cerca di muovere il liquido in tutta la bocca per essere sicuro che la lingua venga lavata completamente.

  • I collutori con alcol possono seccare le mucose della bocca;
  • Per i casi davvero gravi, usa un collutorio con acqua ossigenata;

Attieniti al programma. Ora che hai acquistato un raschietto e sai come usarlo, pulisci accuratamente la lingua ogni giorno. Si tratta di una pratica di igiene importante, fai in modo che diventi un’abitudine.

Consigli

Ulteriori consigli per la salute della lingua, sono:

  • Un cucchiaino è un eccellente ed efficace raschietto per la lingua.
  • Potresti anche usare uno spazzolino, se volessi. Tuttavia, fai attenzione e spazzola solo verso l’esterno della bocca per evitare di applicare nuovamente la sporcizia sulla lingua. Procedi con lo stesso metodo descritto nell’articolo, ma in tal caso dovresti usare uno spazzolino con setole morbide per non danneggiare i tessuti delicati. Gli spazzolini però non sono in grado di pulire bene la lingua, perché le setole sono pensate per strofinare lo smalto duro dei denti e non i tessuti muscolari morbidi.
  • Fai attenzione al collutorio che usi. Sebbene la maggior parte di questi sia efficace, alcuni però possono apportare più danni che benefici bruciando, infiammando e irritando la lingua e le papille gustative. Acquista un collutorio delicato.
  • Non usare collutori a base di alcol perché in alcune persone irritano la parte interna della lingua.
  • Non raschiare la lingua con troppo vigore fino al punto di danneggiarla. Se dovesse accadere, il tessuto avrà bisogno di un paio di giorni per guarire.

I migliori prodotti per l’igiene orale

Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per la cura ed il benessere della bocca e del viso, in grado di migliorare l’igiene orale, combattere l’alito cattivo, pulire la lingua dalla patina ed idratare le labbra:

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Isoflavoni di soia: proprietà e controindicazioni (tiroide e metabolismo)

MEDICINA ONLINE DONNA ANZIANA MENOPAUSA ADULTA VAMPATE FITOESTROGENI SENO INGRANDIMENTO SOIA ORMONI ESTROGENI PIANTEGli isoflavoni sono composti chimici, una sottoclasse di composti fenolici, di origine vegetale. Gli isoflavoni di soia quindi non sono altro che dei fitoestrogeni: sostanze di origine vegetale, dotati di azione estrogenica, con una struttura molto simile all’estradiolo prodotto dalle ovaie. La particolarità degli isoflavoni di soia da cui derivano molti dei loro effetti benefici per la salute, è che questi hanno una azione, o meglio una doppia azione, simile a quella degli ormoni femminili. Infatti le molecole dei fitoestrogeni si attaccano ai recettori degli estrogeni e formano un complesso alternativo che può avere proprietà ambivalenti – funzionare quindi come estrogeno o anti-estrogeno – a seconda del contesto in cui agisce.

Se il complesso fitoestrogenico agisce in casi di carenza ormonale, sostituisce l’estrogeno e colma le carenze, anche se possiede una capacità estrogenica mediocre rispetto all’estradiolo; se, invece, questo complesso agisce in contesto di elevata incidenza estrogenica, si comporta come un estrogeno debole con funzione anti – estrogeno, attaccandosi ai recettori ormonali e impedendo, dunque, agli estrogeni forti di agire e di attaccarsi ai recettori. Viste queste loro proprietà gli isoflavoni sono molto utilizzati in omeopatia come cura contro gli squilibri ormonali.

Gli isoflavoni di soia hanno una capacità estrogenica di circa 1000 – 10000 volte inferiore rispetto all’estradiolo: sono composti di genicisteina (70%), daidzeina (25%) e gliciteina (5%). I composti degli isoflavoni, molto spesso, si trovano liberi, ma, ancor più spesso, possono presentarsi in forma glicosilata, cioè uniti a zuccheri: per scindere lo zucchero da questi componenti, il nostro organismo necessita di un’enzima che agisce nel nostro intestino, al momento della digestione, sulla flora batterica. Gli isoflavoni di soia sono incolori ed inodori.

Proprietà benefiche degli isoflavoni di soia.

Gli isoflavoni sembrerebbero avere un azione positiva su molti aspetti legati alla salute ed al benessere sia per le donne che per gli uomini.

  • Proprietà Antitumorali: gli isoflavoni di soia sono ottimi inibitori degli enzimi cancerogeni, antiossidanti e dei fortissimi immunostimolatori. Ricerche recenti hanno dimostrato che, agendo come anti-estrogeni, equilibrano le carenze ormonali e bloccano l’assorbimento di estrogeni chimici che possono essere potenzialmente dannosi, in questo modo gli isoflavoni prevengono l’insorgenza del cancro alla mammella o all’utero nella donna e alla prostata nell’uomo.In particolare la genicisteina, il più importante componente degli isoflavoni di soia, inibisce la crescita dei vasi sanguigni tumorali.
  • Benefici sul sistema cardio-circolatorio: strettamente legate all’azione di abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue è anche l’azione protettiva che la soia svolge quindi per la circolazione sanguigna, infatti ostacolando l’ossidazione delle molecole di LDL gli isoflavoni impediscono che le arterie si ostruiscano. Di quest’ azione di beneficia l’intero apparato, cuore e cervello compresi, sembra infatti che gli isoflavoni contribuiscano anche a ritardare aterosclerosi.
  • Isoflavoni di soia e capelli: Dal momento che esiste un rapporto molto stretto anche tra lo stato di salute dei capelli e la produzione di ormoni sia per le donne che per gli uomini gli isoflavoni vista la loro carica estrogenica sono utili anche contro la caduta dei capelli. Secondo alcuni studi infatti gli isoflavoni sarebbero in grado di stimolare la produzione di sostanze determinanti per lo sviluppo dei peli, capelli compresi, rappresentando un valido supporto nella cura della calvizia maschile. Ancora più importante diventa l’azione di questi fitoestrogeni per i seppur rari episodi di calvizia femminile e soprattutto per quei fenomeni di indebolimento ed assottigliamento dei capelli che si verificano nelle donne in periodi particolari come dopo una gravidanza e prima della menopausa.
  • Isoflavoni di soia e seno: parlando di questi fitoestrogeni non si può fare a meno di menzionare il fatto che spesso questi vengono utilizzati in integratori e prodotti che dovrebbero far aumentare il volume del seno in modo naturale, a tale proposito va detto che sebbene siano più o meno certi gli effetti positivi degli isoflavoni per la salute del seno in particolare per la prevenzione dai tumori alla mammella non si può dire lo stesso sugli effetti di crescita pubblicizzati in molti prodotti. Secondo la maggior parte degli esperti infatti per ottenere dei risultati concreti e visibili si dovrebbero assumere quantità troppo ingenti di isoflavoni, motivo per cui sebbene non siano dannosi questi prodotti sono per lo più inefficaci.

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Benefici per la salute delle donne.

Esiste un legame molto stretto tra le ricerche e gli studi che sono stati condotti in questi ultimi anni su questi fitoestrogeni per dimostrarne le proprietà salutari e l’universo femminile. L’idea di approfondire le caratteristiche ed i potenziali benefici di queste sostanze infatti è nata da uno studio che ha rilevato che le donne giapponesi avevano molti meno disaggi nel periodo della menopausa rispetto alle occidentali. Da qui l’intuizione che le differenze fossero legate ad abitudini alimentari, l’individuazione della soia come principale alimento da indagare, e la scoperta che gli isoflavoni contenuti in questa proteina vegetale sono dotati di forte carica ormonale cosa che, secondo alcuni, li rende importantissimi soprattutto in fasi particolari della vita della donna come la menopausa in cui la caduta degli estrogeni, nell’organismo femminile, raggiunge il picco massimo. Prima di parlare dei potenziali effetti benefici che il consumo di soia e l’utilizzo di integratori possono avere per le donne va detto però che esiste anche una corrente di pensiero che non ritiene sufficienti gli studi condotti fin’ora e quindi non riconosce agli isoflavoni di soia tutte queste proprietà. Altri ancora sostengono che i risultati avuti sui campioni di donne giapponesi siano da collegare ad un consumo di soia costante durante tutto l’arco della vita, per cui le proprietà benefiche degli isoflavoni dipenderebbero da un assunzione regolare di questi nutrienti. Secondo questa teoria quindi non servirebbe a nulla incrementare l’apporto di isoflavoni, sia in modo naturale attraverso gli alimenti che attraverso integratori, esclusivamente nel periodo della menopausa.

Vediamo ora quali sono le proprietà attribuite agli isoflavoni di soia per l’organismo femminile durante le diversi fasi di vita:

  • Regolarizzazione dei livelli ormonali: L’azione benefica degli isoflavoni non si limita al periodo critico della menopausa, vista la loro doppia azione in età fertile, gli isoflavoni agiscono come antiestrogeni, contribuendo a regolare i livelli ormonali, effetto particolarmente utile per donne che hanno cicli mestruali irregolari o soffrono di squilibri ormonali, per prevenirli infatti ogni donna dovrebbe inserire nella propria dieta alimenti che contengano soia. Non sono dimostrate interazioni con l’assunzione della pillola anticoncezionale.
  • In gravidanza: Il consumo di soia andrebbe invece controllato durante la gravidanza e l’allattamento, dal momento che sembra che questi fitoestrogeni attraverso il liquido amniotico possano interferire con lo sviluppo endocrino del bambino.
  • In menopausa : Con il raggiungimento dell’età matura al contrario la soia assumerebbe un ruolo molto importante in quando gli isoflavoni in essa contenuti si sostituiscono agli estrogeni che vengono meno con il sopraggiungere della menopausa e quindi sono in grado di attenuare alcuni sintomi, riducendo al massimo le vampate di calore, gli sbalzi di umore e i tremori, tipici di questa fase.
  • Contro il colesterolo: Sembra che intervenendo sul processo di ossidazione delle LDL, riducendo in modo significativo la stratificazione di queste sostanze nelle arterie gli isoflavoni contribuiscano anche a prevenire malattie cardiovascolari.
  • Per prevenire l’osteoporosi: gli effetti degli isoflavoni sull’indobolimento delle ossa sarebbero da collegarsi da un lato al loro diretto intervento sull’attività delle cellule che durante questo periodo iniziano a danneggiare le ossa limitandone gli effetti e dall’altro stimolando invece le cellule preposte a rigenerare le ossa. Un effetto secondario riguardo l’osteoporosi è legato al fatto che gli isoflavoni contribuirebbero a migliorare l’assorbimento del calcio nutriente molto importante per la salute delle ossa.

Controindicazioni ed effetti collaterali.

Sebbene da tutti gli sudi condotti non sembrano emergere particolari effetti collaterali nell’assunzione degli isoflavoni di soia vi sono però dei casi in cui la somministrazione di queste sostanze va fatta sotto stretto controllo del medico o dell’omeopata, ed altri in cui sarebbe meglio evitare di seguire terapie a base di questi fitoestrogeni.

  • Interazioni con i farmaci: Secondo recenti studi gli isoflavoni potrebbero alterare l’assorbimento di alcuni farmaci in quanto la genesteina e la daidzeina in essi contenute modificherebbero la normale produzione di trasportati come la glicoproteina p. Inoltre genesteina e daidzeina eserciterebbero effetti anche su alcune citoforme e su alcuni citocromi per cui i pazienti che seguono terapie a base di farmaci che vengono assorbiti da queste particolari tipologie di enzimi dovrebbero prestare molta attenzione nel l’assumere isoflavoni di soia. Vista la carica estrogenica degli isoflavoni anche pazienti che seguono terapie a base di estrogeni o proteoestrogeni dovrebbero valutare con attenzione la possibilità di interazioni.
  • Effetti sulla tiroide: Esistono opinioni diverse anche sugli effetti che gli isoflavoni di soia avrebbero sulla tiroide, per anni infatti si è sostenuto che questi fitoestrogeni interferissero con la produzione degli ormoni tiroidei rallentandone il funzionamento, motivo per cui da un lato veniva altamente sconsigliata l’assunzione di grandi quantità o integratori di soia a soggetti ipotiroidei o che seguivano terapie farmacologiche legate agli ormoni tiroidei, e dall’altro si è diffusa la credenza che questi ormoni facciano ingrassare. Secondo recenti scoperte effettuate da un gruppo di studiosi italiani la soia ed i suoi isoflavoni sembrerebbero essere del tutto estranei al funzionamento della tiroide, e quindi non fanno assolutamente ingrassare. Non esistendo un opinione condivisa è consigliabile per i soggetti che soffrono di ipotiroidismo chiedere un parare al proprio medico di fiducia prima di intraprendere una terapia a base di estratti di soia o di incrementare in modo considerevole le quantità di alimenti a basa di soia assunti quotidianamente.
  • Interazioni con i nutrienti: secondo alcuni gli isoflavoni avrebbero degli effetti anche sul corretto assorbimento da parte dell’organismo di alcuni nutrienti in particolare minerali, come ferro calcio e zinco, per questo quando si seguono terapie a base di questi fitoestrogeni sarebbe meglio assumere gli integratori lontano dai pasti in modo da non interferire con il metabolismo dei nutrienti.
  • Gravidanza ed allattamento: come già ricordato l’assunzione soprattutto di integratori di isoflavoni andrebbe del tutto evitata durante il periodo della gravidanza e dell’ allattamento in quanto potrebbero avere effetti tossici sul feto ed interferire sul corretto assorbimento di alcuni nutrienti

Alimenti ed isoflavoni di soia.

Come è facilmente deducibile questi fitoestrogeni si trovano in tutti gli alimenti a base di soia, bisogna però fare una distinzione tra

  • quelli che ne contengono una percentuale maggiore come i semi, le proteine, il tofu (formaggio a base di soia) il latte di soia, la farina di soia il tempeh (alimento ricavato dai semi e noto anche come carne di soia) ed il miso (condimento a base di soia ed altri cereali),
  • quelli che invece ne contengono percentuali minori come l’olio di soia le hamburger ed i gelati a base di soia.

Dosaggio e tempi di somministrazione.

Visto che gli effetti degli isoflavoni sono evidenti soprattutto nel periodo della menopausa i consigli sul dosaggio si riferiscono a terapie adatte a donne che si avvicinano a questa fase critica della vita. L’ideale sarebbe assumere quotidianamente circa 50 – 70 grammi di proteine di soia il che vuol dire bere un bicchiere di latte di soia o mangiare una porzione di tofu o di tempeh nell’arco della giornata.

In alternativa si può ricorrere all’utilizzo di integratori alimentari che contengano isoflavoni molti dei quali sono acquistabili in farmacia senza bisogno di alcuna prescrizione medica.

In linea generale sono sufficienti 3 mesi per avere i primi benefici, ad ogni modo visto anche le critiche mosse da molti detrattori degli effetti benefici degli isoflavoni in menopausa sarebbe meglio per le donne iniziare la terapia preventivamente abituandosi a consumare normalmente la soia nell’arco della vita per incrementarne poi le quantità con l’avvicinarsi della menopausa.

Integratori di isoflavoni.

Il mercato di integratori di isoflavoni di soia è davvero molto vasto. Visto il loro largo utilizzo questi integratori vengono prodotti in diverse tipologie, dalle bustine da sciogliere in acqua alle capsule. Molti di questi integratori contengono oltre agli isoflavoni di soia anche altri minerali o vitamine utili nel periodo della menopausa come calcio, magnesio e vitamina D3. Il prezzo va dai 10€ ai 20€ a seconda della complessità del prodotto e delle dimensioni della confezione.

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