Quale dosaggio di aminoacidi ramificati BCAA assumere?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CICLO PRESTAZIONI PALESTRA PERIODO MIGLIORE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneMediamente è sufficiente assumere 1 grammo di aminoacidi ramificati per ogni 10 kg di massa corporea. Quindi ad esempio una persona sana che pesi 70 kg deve assumere 7 grammi di aminoacidi ramificati, preferibilmente suddivisi prima, durante e dopo l’allenamento. Se lo scopo dell’assunzione di BCAA è il recupero, è preferibile assumerne maggiormente DOPO l’allenamento, a tale proposito leggi anche: Quale aminoacidi ramificati BCAA assumere: 2:1:1, 4:1:1 o 8:1:1?

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Dosaggio Eutirox: come scegliere quello corretto?

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICLa Levotiroxina è presente sul mercato in compresse da diverse dosi: 25, 50, 75, 100, 125, 150, 175, 200 mcg. La posologia efficace del farmaco deve essere stabilita dall’endocrinologo, in base all’analisi dello stato della patologia del paziente e alle sue caratteristiche fisiche e al quadro clinico. La terapia e il dosaggio possono variare durante l’arco della cura farmacologica, in base alle esigenze terapeutiche del paziente stabilite dal medico.

Importante: il paziente NON può e NON deve scegliere autonomamente qual è il suo dosaggio ideale e non può neanche cambiare dosaggio arbitrariamente, senza che sia stato il medico a deciderlo.

In linea di massima lo schema posologico è:

Gozzo
Adulti: 100-150 (200) microgrammi al giorno
Ragazzi (fino a 14 anni): 50-100 (150) microgrammi al giorno.

Profilassi di recidive dopo strumectomia: 100 microgrammi al giorno.

Ipofunzione tiroidea

  • Adulti: è richiesta particolare cautela quando viene iniziata una terapia con gli ormoni tiroidei nei pazienti anziani, nei pazienti con patologia coronarica e nei pazienti con ipotiroidismo grave o di lunga durata.
    50 microgrammi al giorno come dose iniziale (per circa due settimane);
    aumento della dose giornaliera di 50 microgrammi ad intervalli di 14-15 giorni circa, fino alla dose di mantenimento di 100-200 (300) microgrammi al giorno: in media 2-2,5 microgrammi/kg peso corporeo al giorno.
  • Bambini:
    0- 6 mesi: 10 microgrammi/kg peso corporeo al giorno
    6-12 mesi: 8 microgrammi/kg peso corporeo al giorno
    1- 5 anni: 6 microgrammi/kg peso corporeo al giorno
    5-10 anni: 4 microgrammi/kg peso corporeo al giorno
    Sciogliere le compresse in poca acqua in modo da ottenere una sospensione da assumere con un’ulteriore aggiunta di liquido. La sospensione deve essere preparata immediatamente prima di ogni somministrazione.

Flogosi tiroidea: 100-150 microgrammi al giorno.

In corso di terapia con antitiroidei, sarà sufficiente la somministrazione di 50-100 microgrammi al giorno.

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Eutirox in sovradosaggio: cosa fare, è pericoloso, quando chiamare il medico?

MEDICINA ONLINE FARMACO EUTIROX TIROIDE LEVOTIROXINA CAPSULE DOSAGGIO COMPRESSE SOVRADOSAGGIO EFFETTI COLLATERALI NOCIVI INDESIDERATI CONTROINDICAZIONI AI PASTI DOPO I PASTI VENDITA FARMACIA GENERICO EQUIVALENTELa levotiroxina sodica è il principio attivo presente nel celebre farmaco Eutirox. La levotiroxina sodica è un ormone perfettamente uguale a quello prodotto dalla ghiandola tiroidea (T4), ma è ottenuto in laboratorio per via sintetica. La T4 contenuta in Eutirox viene convertita nel nostro organismo nell’ormone triiodiotironina (T3), che regola numerose funzioni del metabolismo umano. Eutirox si usa per trattare stati di ipotiroidismo come: gozzo, ipofunzione tiroidea, flogosi della tiroide, terapia sostitutiva dopo tiroidectomia (rimozione chirurgica della tiroide).

Dosaggio di Eutirox

Eutirox è presente sul mercato in compresse da diverse dosi, per adattarsi alle diverse situazioni cliniche:

  • 25 mcg
  • 50 mcg
  • 75 mcg
  • 88 mcg
  • 100 mcg
  • 112 mcg
  • 125 mcg
  • 137 mcg
  • 150 mcg
  • 175 mcg
  • 200 mcg.

La posologia efficace del farmaco deve essere stabilita dall’endocrinologo e può variare in baso ad un miglioramento od un peggioramento dell’ipotiroidismo. Nel caso in cui si siano assunte dosi elevate del farmaco si possono riscontrare alcuni effetti collaterali. Eutirox, preso in quantitativo eccessivo, provoca infatti una concentrazione dell’ormone tiroideo troppo elevata, dannosa per la salute. In particolare si possono riscontrare fenomeni collegati ad una brusca accelerazione del metabolismo.

Sintomi e segni di sovradosaggio di Eutirox

In caso di sovradosaggio (avvenuto per aver assunto per errore troppo farmaco o per una errava valutazione terapeutica) possono manifestarsi sintomi cardiaci (ad es. dolore anginoso, aritmie cardiache, palpitazioni) e crampi della muscolatura scheletrica. In generale i sintomi più diffusi da sovradosaggio di Eutirox sono:

  • nervosismo,
  • iperattività,
  • alterazioni della frequenza cardiaca, specie tachicardia,
  • insonnia,
  • alterazioni del ciclo mestruale,
  • aumento del numero di defecazioni giornaliere,
  • diarrea,
  • eccitabilità,
  • ansia,
  • astenia (stanchezza generale) anche in assenza di grandi sforzi,
  • crampi muscolari,
  • cefalea,
  • senso di malessere generale,
  • vampate di calore,
  • dolore al petto,
  • sudorazione,
  • debolezza muscolare,
  • aumento della fame,
  • calo ponderale.

In questi casi è consigliabile, su indicazione medica, la riduzione della posologia quotidiana o la sospensione del trattamento per alcuni giorni. Se i sintomi di sovradosaggio persistono, è consigliato consultare immediatamente il proprio medico; è importante recarsi subito dal medico anche se i sintomi sono particolarmente intensi, ad esempio in caso di severa e persistente tachicardia e/o di dolore toracico, soprattutto in caso di paziente cardiopatico.

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Tachipirina, paracetamolo, Efferalgan: posologia, controindicazioni ed effetti collaterali

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICA EFFETTI COLLATERALI CONTROTachipirina 1000 ed Efferalgan 1000 sono due farmaci che contengono 1000 mg di paracetamolo, quindi i due farmaci (e le versioni “equivalenti” una volta chiamate “generiche”) hanno esattamente lo stesso foglietto illustrativo. Per praticità da ora in poi ci si riferirà a questi farmaci con il solo nome “Tachipirina” che è la forma commerciale più diffusa.

La Tachipirina è un farmaco utilizzato prevalentemente per favorire un abbassamento della temperatura (anche nei bambini, ma naturalmente in dosaggi notevolmente inferiori), è apprezzato per la sua efficacia e per la buona capacità di tollerarlo da parte del nostro organismo: non essendo a base di salicilati (come invece accade nell’ipotesi di tanti altri farmaci), la Tachipirina è dunque ben sopportata a livello gastrico. La Tachipirina si può reperirla nelle farmacie in vari formati e dosaggi:

  • sotto forma di supposte;
  • sotto forma di compresse nei dosaggi (Tachipirina 500 milligrammi e 1000 milligrammi, rispettivamente farmaco da banco e con ricetta medica)
  • sotto forma di sciroppo;
  • sotto forma di gocce (solamente per i bimbi più piccoli, perché la dose prevista è di tre/quattro gtt per Kg. di peso);
  • sotto forma di compresse disperdibili (formato flashtab);
  • sotto forma di compresse effervescenti (esiste la sola confezione con dosaggio da 1000 milligrammi che necessita di prescrizione medica).

Quanta usarne?
Negli adulti e nei ragazzi di età anagrafica superiore ai 15 anni, la Tachipirina 1000 può essere utilizzata una o due volte al giorno a seconda delle indicazioni del medico. Lo stesso medico potrebbe comunque consigliare di incrementare l’assunzione fino a un massimo di 3 volte al giorno, nella sola ipotesi in cui si debbano affrontare casi più “gravi” e, comunque, per un limitato periodo di tempo. È comunque necessario che tra una somministrazione della compressa da 1000 mg di Paracetamolo e l’altra, siano trascorse almeno 4 ore.

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Posologia nei bambini
Il discorso cambia nell’ipotesi in cui a beneficiare della Tachipirina siano dei bambini di età compresa tra i 6 e i 15 anni. In questo caso, infatti, pur rimanendo consigliabile allontanare l’assunzione delle varie compresse di almeno 4 ore, il dosaggio dovrà essere notevolmente inferiore rispetto al Paracetamolo 1000 mg (generalmente, 250 mg o, al massimo, 500 mg).

Controindicazioni
Evitare la sua somministrazione in tutti quei soggetti che in passato hanno avuto modo di accertare dell’ipersensibilità nei confronti del farmaco. La Tachipirina 1000 viene inoltre generalmente sconsigliata in tutti quei pazienti che soffrono di insufficienza epatica. Si tenga altresì conto che la Tachipirina 1000 contiene del Sorbitolo, ed è pertanto sconsigliato il suo utilizzo da parte di tutte quelle persone che soffrono di intolleranza al fruttosio.

L’efficacia della Tachipirina
La Tachipirina, contrariamente ad altri prodotti farmacologici della categoria degli analgesici quali l’ibuprofene (ricordiamo il Buscofen, il Brufen ed il Moment), non viene considerata un prodotto farmacologico con proprietà antifiammatorie non steroideo (FANS). In relazione alla sua efficacia “comparata”, gli studi hanno prodotto risultati piuttosto contrastanti confrontandola con i FANS. Una ricerca, ad esempio, relativa ai dolori cronici per un’osteoartrite in soggetti adulti ha dimostrato che sia l’ibuprofene che il paracetamolo apportano un beneficio più o meno comparabile, invece una ricerca relativa ai dolori muscolo scheletrici acuti nel bambino ha dimostrato che, nei suoi dosaggi standard, l’ibuprofene ha arrecato maggiori benefici se rapportato al paracetamolo somministrato anch’esso nei suoi dosaggi standard.

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Effetti collaterali
Se si osserva il dosaggio consigliato si può affermare senz’altro che la Tachipirina non produce irritazione alle pareti gastriche interne, ha un’influenza sui processi coagulativi del tutto identica a quella degli altri FANS e non ha alcuna influenza negativa sulle funzioni dei reni. Talune ricerche hanno evidenziato che i sovradosaggi (assunzioni oltre i duemila milligrammi nelle ventiquattro ore) possono influire negativamente sui rischi di complicanze a carico dell’apparato gastrointestinale nella sua parte superiore. Ad esempio potrebbero verificarsi sanguinamenti gastrici. In alcuni laboratori di ricerca si è evidenziato che utilizzi massicci e prolungati di paracetamolo (o anche di salicilati come quello contenuto nell’Aspirina), ad esempio nella misura di trecento grammi in un anno, cioè quasi un grammo ogni giorno ed in media, sono collegati ad una patologia chiamata Sick, caratterizzata da una diminuizione della massa totale dei due reni e dalla presenza di calcificazioni nei tessuti renali. La Tachipirina può essere utilizzata anche durante una gravidanza, anche se se ne consiglia, ovviamente, l’ utilizzo DOPO una consultazione con il proprio ginecologo. Inoltre essa non influirebbe sulla chiusura dei dotti arteriosi biliari come invece accade con i FANS. Contrariamente a quanto viene consigliato circa l’Aspirina, la Tachipirina può venir utilizzata anche in età pediatriche poiché pare che l’assumerla non sia correlato ai rischi di incorrere nella sindrome di Reye in bimbi che soffrano di patologie di origine virale. Diversamente dai prodotti farmacologici della categoria degli antinfiammatori e da qualsiasi altro antidolorifico, il paracetamolo non influisce in nessun modo con l’umore di chi lo assuma, e non sarebbe quindi responsabile di stati euforici o depressivi.

Ci sono effetti indesiderati?
Di norma la Tachipirina 1000 non determina alcun effetto indesiderato nell’organismo del soggetto che assume la compressa di Paracetamolo. Tuttavia, sono stati segnalati dei casi di reazioni cutanee di vario tipo e di diversa entità. Gli altri effetti indesiderati sorgono esclusivamente nell’ipotesi in cui il soggetto mostri dell’ipersensibilità nei confronti del farmaco. Per quanto intuibile, nell’ipotesi in cui vi siano delle reazioni di qualsiasi tipo, è suggeribile sospendere immediatamente il trattamento medico con la Tachiprina 1000, e contattare con il proprio medico di riferimento. Si rende altresì necessario, al fine di evitare dei sovradosaggi, controllare che altri eventuali farmaci contemporaneamente assunti non contengano lo stesso principio attivo: dosi elevate di Paracetamolo possono creare delle reazioni negative su reni e sangue. Proprio per i motivi di cui sopra viene sconsigliato un utilizzo prolungato di Tachipirina, e in ogni caso l’impiego per oltre 10 giorni senza che venga consultato il proprio medico. Il contatto con il proprio medico di famiglia è inoltre suggerito anche nelle ipotesi preventive (ovvero, prima di assumere la compressa).

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E se si è assunta troppa Tachipirina?
Nell’ipotesi in cui ci si renda conto di aver accidentalmente assunto troppo Paracetamolo, è possibile andare incontro a un rischio di intossicazione, che di norma si manifesta con nausea, vomito, pallore, dolore addominale, malessere complessivo. I sintomi compaiono abbastanza presto (intorno alle prime 24 ore dall’assunzione del farmaco). Nel caso in cui ci si renda conto di aver assunto troppa Tachipirina, è bene recarsi presso una struttura di riferimento per poter procedere alla valutazione dello svuotamento gastrico precoce.

Quanto costa la Tachipirina 1000
La Tachipirina 1000 viene resa disponibile in compresse e in bustine di granulato da Angelini. Il prezzo indicativo per una confezione da 16 bustine è indicativamente di 7,30 euro.

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Proteine whey: quando, quante e perché assumerle?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelLe proteine whey sono proteine del siero del latte definite anche “proteine rapide” poiché il nostro organismo è in grado di assimilarle in circa 10/20 minuti. Un tempo assai ridotto se confrontato con quello di circa 8 ore necessario all’assimilazione delle “proteine lente” come quelle della caseina. Grazie al rapido assorbimento, le proteine whey determinano un aumento di aminoacidi nel sangue ed una conseguente velocizzazione della sintesi proteica. Per questo le proteine rapide sono ideali per contrastare la degradazione muscolare, favorire l’aumento della massa e ottimizzare i tempi di recupero. In commercio ne sono disponibili tre varianti, distinte in base alla percentuale proteica: concentrate (con percentuali comprese tra il 70 e l’85% di proteine, particolarmente indicate per potenziare l’ipertrofia muscolare), isolate (con il 90% di proteine pure, con contenuto minimo di carboidrati e grassi derivati dal lattosio e con un’assimilazione rapida anche per chi ha problemi di intolleranza al lattosio) e idrolizzate (il trattamento di idrolisi enzimatica, a cui vengono sottoposte durante la composizione, genera la rottura in peptidi più piccoli e aminoacidi singoli, rendendo più semplice l’assorbimento da parte dell’organismo). Per approfondire, leggi anche: Differenze proteine whey concentrate, isolate e idrolizzate: quale scegliere?

Proteine whey e sport

Sono numerosi gli sportivi che impiegano le proteine per la palestra, ma in quali sport è maggiormente consigliato l’uso di proteine rapide come le whey? Le proteine whey sono ideali soprattutto per chi pratica sport di resistenza e/o di forza e per chi pratica sport in cui il rischio di traumi di muscolari è maggiore. Ecco perché: durante gli esercizi e gli allenamenti di forza e resistenza, la sintesi proteica muscolare aumenta considerevolmente, specie nelle 4 ore successive allo sforzo fisico. È in questo lasso di tempo, definito finestra metabolica, che l’organismo è maggiormente esposto al rischio di microtraumi a livello muscolare e l’assunzione di proteine rapide come le whey può essere di grande aiuto. Infatti, le proteine whey hanno un duplice ruolo: quello di fornire gli aminoacidi indispensabili alla riparazione dei tessuti nel post allenamento e quello di supportare l’organismo (grazie all’assimilazione rapida) durante le fasi di recupero.

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Proteine per la palestra: tutti i benefici delle whey

Le proteine del siero del latte, con il loro elevato contenuto di aminoacidi essenziali e a catena ramificata, possiedono una composizione amminoacidica molto simile a quella del muscolo umano ed è per questo che sono un sostegno fondamentale tanto per la crescita quanto per il recupero muscolare. Ma questo non è tutto. Le proteine whey impiegate negli allenamenti di resistenza hanno dimostrato di apportare notevoli vantaggi sull’ipertrofia con conseguente incremento della forza muscolare. La loro funzione antiossidante, inoltre, supporta l’organismo nella corretta manutenzione del sistema immunitario. L’integrazione con proteine del siero del latte abbinata ad una corretta alimentazione, influisce positivamente sui livelli pressori ematici e la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Altro vantaggio, infine, è quello relativo al colesterolo. Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition, le proteine whey favorirebbero la riduzione dei livelli di colesterolo LDL (quello “cattivo”) con conseguenti vantaggi per tutto l’organismo.

Quando assumerle?

Possono essere assunte in qualsiasi momento della giornata, ma, se il vostro scopo è l’ipertrofia muscolare, è preferibile assumere le proteine whey subito o mezz’ora dopo la fine del vostro allenamento.

Quante proteine whey assumere al giorno?

Tipicamente i nutrizionisti calcolano il fabbisogno proteico giornaliero minimo moltiplicando il peso corporeo espresso in chili per 0.8. Il risultato che si ottiene si riferisce alla quantità di proteine minima (espressa in grammi) di cui il soggetto ha bisogno quotidianamente (fabbisogno proteico giornaliero). Ad esempio se il peso corporeo corrisponde a 55 kg, si devono consumare un minimo di 44 grammi di proteine al giorno. Coloro che praticano allenamenti di forza, se non soffrono di particolari patologie come insufficienza renale grave, dovrebbero consumare 1.6 g – 2 g/kg di peso corporeo (ad esempio 88 – 110 g di proteine al giorno se il soggetto pesa 55 kg). Ovviamente parte di queste proteine sono assunte con la dieta, la restante dovrà essere assunta tramite l’integrazione con whey quindi se assumete molte proteine con i cibi, necessiterete di minore integrazione, se invece assumete poche proteine con i cibi, dovrete aumentare l’integrazione.

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Integratore di acido alfa lipoico: a che serve e qual è il dosaggio?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelL’acido alfa-lipoico (spesso abbreviato in ALA), è un acido grasso con una potente azione antiossidante che aiuta a combattere lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi (responsabili dell’invecchiamento e dei danni cellulari) sia all’esterno che all’interno della cellula nervosa. Rappresenta quindi una molecola preziosa per la persona diabetica, in quanto favorisce la protezione del sistema nervoso e aiuta a contrastare la neuropatia diabetica.

Dove viene prodotto l’acido alfa-lipoico?
L’acido alfa-lipoico è un acido grasso contenente zolfo, che viene naturalmente prodotto dal fegato e da altri tessuti del nostro organismo. Viene inoltre assorbito intatto da alcuni alimenti introdotti con la dieta e si accumula in alcuni tessuti (fegato, cuore, muscolo, cervello e nervi e altri).

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Dove agisce l’acido alfa-lipoico?
L’ALA combatte i radicali liberi in ogni parte del neurone (ma anche delle altre cellule) ed è l’unico antiossidante a riuscire a farlo. Tra le peculiarità uniche dell’acido alfa-lipoico, c’è, infatti, quella di poter agire sia all’interno della cellula, in un ambiente acquoso (idrofilo) come il citoplasma delle cellule (dove agiscono anche altri antiossidanti come la vitamina C, sia in un ambiente oleoso ovvero ricco di lipidi (lipofilo) com’è la membrana dei neuroni e delle cellule, la cui integrità è fondamentale per la trasmissione degli impulsi nervosi; in definitiva, l’ALA può raggiungere tutti i compartimenti di una cellula proteggendola dentro e fuori dall’attacco incessante dei radicali liberi.

Come agisce l’ALA?
Sia l’acido alfa-lipoico che la sua forma ridotta DHLA (cioè che ha già esercitato la sua azione antiossidante e perciò ha acquistato un elettrone) funzionano come una coppia di potenti antiossidanti, esercitando una cosiddetta azione “scavenger” (spazzino) tra le più potenti sui radicali liberi dell’ossigeno (ROS o Reactive oxygen species, specie reattive dell’ossigeno). Ma c’è di più. Esso, infatti, interviene e promuove importanti cicli metabolici come la produzione di energia e anche questo è un aspetto molto importante, in quanto i radicali liberi attaccano, danneggiandole, anche le membrane dei mitocondri, piccoli organuli presenti all’interno delle cellule, che sono sede delle risorse energetiche e di autoriparazione del nervo. L’acido alfa-lipoico, inoltre, può riciclare e rigenerare i naturali antiossidanti idrosolubili (come la vitamina C e il glutatione) e anche quelli liposolubili (come la vitamina E e il coenzima Q), amplificandone gli effetti. Così facendo protegge nervi e vasi sanguigni (che portano i fattori nutritivi) dai pericolosi attacchi dei ROS, favorendo il benessere delle fibre nervose e svolgendo una generale azione anti-aging. L’ALA, in definitiva, ne protegge l’integrità e le mantiene più giovani a lungo e quindi più in grado di trasmettere in modo efficiente gli impulsi nervosi, indispensabili per la conduzione neuro-muscolare.
Alcuni studi hanno documentato che, somministrato per via orale o endovenosa a dosi si 600-1200 mg/die, l’ALA favorisce la riduzione dei sintomi della neuropatia diabetica (formicolio e intorpidimento alle gambe, dolori brucianti, senso di stordimento) nell’arco di 3-5 settimane di integrazione.

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Ci sono altri effetti dell’ALA utili alle persone diabetiche?
L’acido alfa-lipoico ha anche altri effetti benefici che lo rendono interessante per le persone con diabete di tipo 2 quando somministrato ad alti dosaggi. Alcuni studi hanno documentato che aumenta la sensibilità all’insulina (anche nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico) favorendo l’assorbimento del glucosio e un miglior controllo della glicemia. Favorisce anche una riduzione dei trigliceridi nel sangue. Gli studi hanno documentato che anche ad alti dosaggi l’ALA è sicuro e ben tollerato, in ogni caso per scegliere un’eventuale integrazione è sempre bene chiedere al proprio medico o al farmacista di fiducia.

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È vero che gli antiossidanti lavorano meglio in squadra?
In effetti è così; tra gli antiossidanti, l’unione fa la forza per proteggere il nervo e questo vale anche per l’ALA. A livello della cellula nervosa (neurone), alcuni studi hanno documentato che l’acido alfa-lipoico agisce in sinergia con altri antiossidanti e sostanze cosiddette neutrofiche grazie alla spiccata azione neuroprotettiva che svolgono, in grado di accelerare la riparazione e la rigenerazione del nervo migliorandone la velocità di conduzione nervosa.
Tra gli altri antiossidanti, con cui agisce l’ALA, vanno citati soprattutto la superossidodismutasi o SOD, un potentissimo antiradicalico, tra i più studiati, che agisce all’origine dello stress ossidativo e che ha dimostrato un’ azione antinfiammatoria e neuroprotettiva sinergica con l’ALA; la vitamina E e il selenio che contribuiscono alla naturale protezione delle cellule nervose dallo stress ossidativo provocato dai radicali liberi.
Tra neurotrofici più noti e benefici c’è l’acido gamma-linolenico (GLA), un acido grasso polinsaturo essenziale (Essential Fatty Acids o EFA), che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare da solo e che deve essere assunto attraverso una dieta giornaliera appropriata.
Il GLA è un componente della membrana delle cellule nervose dove svolge un’attività riparativa ed è indispensabile per mantenere un’ottimale fluidità di membrana, elemento particolarmente rilevante per la funzionalità delle membrane nervose e della guaina mielinica (la mielina è il rivestimento di ogni cellula nervosa che consente una conduzione più veloce degli impulsi nervosi).

Quali altre attività svolge l’acido alfa-lipoico?
L’acido alfa-lipoico protegge anche dall’ossidazione del colesterolo-LDL (il colesterolo “cattivo”) agendo – quindi – come un fattore di prevenzione del rischio di malattie cardiovascolari. Alcuni studi hanno, inoltre, documentato la capacità dell’ALA di chelare metalli ovvero di catturare e requisire soprattutto rame e ferro che in alcune cellule porterebbero alla formazione di sostanze fortemente ossidanti.
Altri studi hanno evidenziato la capacità dell’acido alfa-lipoico di migliorare la “tolleranza al glucosio”, quindi di favorire un miglior funzionamento del metabolismo degli zuccheri nelle persone diabetiche e/o obese (nelle quali svolge quindi un’azione protettiva sulla neuropatia diabetica grazie alla sua potente azione antiossidante). Questa sua attività, lo rende utile anche nel miglioramento della performance sportiva (ottimizzando l’utilizzo dell’energia) area in cui è anche importante come “scavenger” dei radicali liberi prodotti nel corso dell’attività muscolare di elevata intensità. Ma non è ancora finita: ulteriori studi hanno evidenziato un’azione ipotensiva ed antinfiammatoria che si sta ancora studiando.
L’acido alfa-lipoico viene considerato un memory-enhancer, ovvero una sostanza in grado di migliorare la memoria in età avanzata e contrastare l’invecchiamento del cervello sempre grazie alla sua potente azione antiossidante.

Quali sono le fonti più ricche di acido alfa-lipoico?
In natura, le fonti più ricche di acido alfa-lipoico sono i tessuti animali ad alta attività metabolica (carne rossa, cuore, fegato, rene) che non si consumano spesso. Tra le fonti vegetali ci sono, in via decrescente: spinaci, broccoli, pomodori, piselli, cavolini di Bruxelles, riso.
L’acido alfa-lipoico può essere ricavato anche dall’assunzione giornaliera di un integratore alimentare che assicura un dosaggio fisso giornaliero dell’acido grasso. Per un consiglio adeguato alle proprie necessità è utile chiedere al proprio medico o al farmacista di fiducia.

Dosaggio di acido alfa-lipoico
Il dosaggio consigliato è di assumere almeno 100 mg di acido alfa-lipoico al giorno.

Il miglior integratore di acido alfa-lipoico
Il miglior integratore alimentare di acido alfa-lipoico, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: http://amzn.to/2mOkz3W

Altri integratori molto utili per il tuo benessere psico-fisico, sono i seguenti:

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Creatina e sport: quando, quanta e perché assumerla?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelLa creatina è probabilmente l’integratore alimentare per sportivi più famoso in assoluto, e tale fama è giustificata: essa migliora davvero la resistenza e la forza muscolare, soprattutto negli sforzi intensi e di breve durata. Si tratta di un derivato aminoacididico naturalmente presente nel nostro organismo in una quantità media di circa 30 mg per ogni kg di peso corporeo e si attiva ogni volta che uno sforzo muscolare intenso richiede un incremento di energie. La creatina è sintetizzata dal fegato (1 g/die) a partire da arginina, S-adenosil metionina e glicina e, dopo essere stato prodotto, si muove direttamente verso il cervello, il cuore e, per ben il 95%, verso i muscoli. Questa funzionalità rende particolarmente prezioso il contributo della creatina nello sport, assegnandole un ruolo di supporto fondamentale per l’allenamento in palestra e negli sport all’aperto.

Creatina per lo sport: più forza per i muscoli
La quantità di creatina, che si accumula nelle fibre muscolari, determina il tempo di resistenza allo sforzo fisico, consentendo di sostenere un allenamento più intenso per più tempo e incrementando di conseguenza le possibilità di aumento della massa muscolare. La creatina nello sport esprime il suo massimo potenziale quando viene impiegata a supporto di attività che richiedono scatti e sforzi brevi ma intensi (della durata tra i 2 e i 30 secondi), come fitness e bodybuilding, mentre i suoi effetti si riducono su sport di lunga durata, come il triathlon o la maratona. In 100 g di prodotto contenuto negli integratori di creatina monoidrato, ben l’88% è costituito da creatina pura.

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Creatina, sport ed alimentazione
Per raggiungere il fabbisogno giornaliero ideale di creatina di 2 g, metà dei quali di produzione endogena, bisogna orientare la propria dieta prediligendo piatti a base di carne e pesce, che, tuttavia, perdono gran parte della loro percentuale attiva nella cottura. Al fine di assicurarsi un apporto adeguato, ogni giorno è possibile completare la dieta con integratori a base di diversi tipi di creatina. Il momento ideale per assumerla è lontano dai pasti, al fine di valorizzarne l’assorbimento.

Quando assumerla per un allenamento ottimale in palestra?
La scelta del momento più utile all’integrazione di creatina rispetto al work out raccoglie opinioni diverse e soggettive:

  • nella mezz’ora precedente all’allenamento, il consumo di creatina si presta alla creazione di una riserva immediatamente spendibile e quindi questo determina un aumento di forza durante l’allenamento;
  • nella mezz’ora successiva al lavoro in palestra, l’assunzione di creatina riesce a potenziare il suo aiuto nel reintegro delle energie e nell’aumento del volume della massa muscolare.

Per una valutazione scientifica, tuttavia, possiamo riferirci ad uno studio americano del 2013 che, osservando le prestazioni di un gruppo di culturisti amatoriali, ha registrato un impatto più significativo nei livelli di sviluppo della massa muscolare e della resistenza fisica in coloro che avevano assunto creatina dopo l’attività fisica. Questa rilevazione è avvalorata dalla generale considerazione secondo la quale nella fase post work out la captazione di elementi nutritivi da parte dei muscoli è superiore rispetto ad altri momenti.

Il nostro parere: quando e quanta creatina
Secondo la nostra esperienza, l’uso migliore che si può fare della creatina è per aumentare la forza e quindi il nostro consiglio è quello di assumerla 20/30 minuti prima dell’allenamento, con un dosaggio tra i 3 ed i 5 grammi, con l’aggiunta di alcuni grammi di fruttosio e circa 1 grammo di bicarbonato di sodio, in modo da tamponarla ed avere maggiore efficienza.

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