Il diabetico può mangiare la pizza? Quale preferire?

MEDICINA ONLINE PIZZA PIADINA NAPOLETANA ROMANA ROSSA EMILIANA POMODORO FORMAGGIO MOZZARELLA RISTORANTE CIBO CALORIE MANGIARE OLIO PASTA PANE INGREDIENTI TAVOLA LIGHT DIETA DIMAGRIRE INGRASSARELa pizza è uno dei cibi che fa alzare maggiormente la glicemia e non dovrebbe essere mangiata spesso dal paziente diabetico (una pizza media di 300 gr ha 800 cal). Tuttavia questo divieto non è assoluto, specie se la pizza ha il condimento adeguato.

Il diabetico può dunque mangiare anche un alimento come la pizza, possibilmente relegandola al fine settimana. Ok per la pizza una volta a settimana, nella versione margherita o marinara (pomodoro, olio, origano), purché sia fatta “a regola d’arte” (vale a dire ben lievitata e realizzata con prodotti di prima qualità), purché la abbinate ad un bel piatto di insalata (le fibre aiutano ad abbassare il carico glicemico) e purché la vostra glicemia ve lo consenta.

Altra raccomandazione, preferire appunto varianti semplici ed evitare ad esempio le famose “pizze con patate fritte” o pizze con condimento di patate, anche bollite. In quel caso l’indice glicemico schizza in alto. No all’abbinamento con coca cola o birra, quest’ultima se ricordate ha gli indici glicemici tra i più elevati. Insomma, moderazione è la parola d’ordine, non “rinuncia” o “divieto”.

I migliori prodotti per diabetici
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, estremamente utili per aiutare il diabetico ed il pre-diabetico a mantenere i giusti livelli di glicemia, perdere peso e migliorare la propria salute. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Ecco perché il kiwi è un’ottima scelta per chi soffre di diabete

MEDICINA ONLINE KIWI FRUTTA PROPRIETA CALORIE ZUCCHERI GRASSO DIMAGRIRE DIABETE INSULINA SANGUE GLICEMIA.jpgUno scarso controllo della glicemia è collegato all’obesità e viene associato a patologie croniche come il diabete e le malattie cardiovascolari. Per questo è estremamente importante, per chi soffre di diabete, mantenere sempre sotto controllo il livello di glucosio ematico.

Tenere sotto controllo il glucosio ematico

Chi soffre di diabete sa bene che la quantità di carboidrati che si assume può avere un impatto notevole sulla glicemia (pertanto, è necessario fare attenzione a ciò che si mangia). L’indice glicemico (IG) classifica i cibi che contengono carboidrati in base a come questi influiscono sui livelli di glucosio ematico:

  • Gli alimenti a IG elevato (70 e oltre) sono digeriti e assorbiti rapidamente e determinano un forte aumento dei livelli di glucosio ematico. Questo tipo di alimenti, tra cui il pane bianco, le ciambelle, le bevande zuccherate, dovrebbe essere assunto con limitazione.
  • Gli alimenti a basso IG (55 o meno) sono digeriti, assorbiti e metabolizzati più lentamente, e causano un aumento del glucosio ematico molto più ridotto. Questo genere di alimenti, che include la frutta fresca, le verdure, i cereali integrali e i legumi (fagioli, piselli e lenticchie) è una fonte di carboidrati migliore.

In che modo il kiwi Zespri ti aiuta a regolare la glicemia

Ci si aspetterebbe che, dal momento che la maggior parte della frutta è dolce e contiene zuccheri semplici, essa faccia aumentare drasticamente il livello di glucosio nel sangue (assegnandole quindi un IG elevato). Tuttavia, così non è nel caso di frutti ad alto apporto di fibre, come i kiwi Zespri.

I kiwi Zespri possono aiutarti a regolare la glicemia in due modi:

  1. I kiwi Zespri hanno un basso IG 
    I kiwi Zespri Green hanno un IG di 39, mentre i kiwi Zespri SunGold hanno un IG di 49, cosa che fa rientrare entrambi nella categoria di alimenti a basso IG. Ciò è dovuto all’alto contenuto di fibre dei kiwi Zespri, che rallenta l’assorbimento degli zuccheri durante la digestione che, a sua volta, implica un più lento assorbimento del glucosio da parte dell’organismo e un rilascio controllato all’interno del flusso ematico.
  2. I kiwi Zespri possono abbassare il tasso di assorbimento del glucosio derivante da altri alimenti
    Un nuovo studio scientifico ha mostrato che mangiare del kiwi a colazione rallenta significativamente l’assorbimento degli zuccheri nel flusso ematico. Questo è dovuto al fatto che le fibre contenute nel kiwi hanno una grande capacità di trattenere l’acqua. Quando vengono ingerite, le fibre contenute nel kiwi trattengono l’acqua, gonfiandosi e ispessendosi, e acquisendo una consistenza gelatinosa. Quando la colazione viene digerita, gli alimenti vengono scissi in zuccheri più semplici, che si muovono più lentamente lungo la sostanza gelatinosa formatasi dalle fibre. In questo modo, gli zuccheri vengono assorbiti più lentamente nel sangue e l’energia è rilasciata più gradualmente.

Gli studi hanno dimostrato che combinare il kiwi Zespri con i cereali per la colazione migliora la risposta glicemica

Inoltre, le fibre presenti nei kiwi Zespri Green e Zespri SunGold sono un aiuto naturale alla digestione, e alcuni studi condotti sugli anziani hanno mostrato che il consumo regolare di kiwi contribuisce a prevenire la stitichezza. Un’altra buona ragione per mangiare ogni giorno un kiwi Zespri a colazione!

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Il diabetico può bere vino?

MEDICINA ONLINE BERE COCKTAIL ALCOLICO ALCOL INGRASSARE DIMAGRIRE VINO ROSSO BIANCO BOTTIGLIA LINEA CALORIE DRINKING WINE AMICI AMICIZIA GRUPPO TAVOLA MANGIARE RISTORANTE SERATA PUB BIRRLe persone affette dal diabete devono evitare l’assunzione di zuccheri puri e controllare molto attentamente la dieta. Quando tali misure non sono sufficienti a tenere sotto controllo la glicemia, si devono assumere particolari farmaci a seconda del tipo di diabete.

Diverse ricerche scientifiche ci hanno fornito una chiara spiegazione dell’effetto di protezione esercitato dall’alcol contro il rischio di insorgenza del diabete. L’azione dell’alcol nella fase più precoce della produzione di insulina giustifica la riduzione dell’iperglicemia (cioè la diminuzione dell’eccessiva presenza di glucosio nel sangue) notata dopo i pasti nei soggetti diabetici, moderati bevitori di vino. In sostanza, l’alcol aumenta l’azione ipoglicemizzante esercitata sia dall’insulina che dai farmaci ipoglicemizzanti, consentendo talora un utilizzo di farmaci antidiabetici in misura minore per raggiungere un buon controllo glicemico nei pazienti diabetici. Però è importante tenere presente come l’alcol riduca il rilascio nel sangue del glucosio epatico, per cui si possono facilmente verificare episodi di ipoglicemia. E’ fondamentale pertanto assumere il vino assieme al cibo.

L’ALCOL PUÒ IN PARTE SOSTITUIRE DAL PUNTO DI VISTA CALORICO GLI ZUCCHERI DELLA DIETA CHE IL DIABETICO DEVE EVITARE

Nel 1989 il nostro ministero della Sanità ha concesso l’autorizzazione alla vendita di vino dietetico in farmacia. Si tratta di un vino prodotto nel novarese che risulta assolutamente privo di zuccheri ed è addizionato con vitamine del gruppo b.

Sul metabolismo degli zuccheri è bene evidenziare ancora come da un lato l’alcol abbassi il tenore di zuccheri nel sangue, dall’altro i vini dolci contengono solo o soprattutto fruttosio, che è uno zucchero non dannoso per i diabetici.

Quanto infatti il lievito attacca lo zucchero del mosto per fermentarlo e trasformalo in vino , attacca inizialmente il glucosio e successivamente il fruttosio: quindi nel vino dolce rimane soltanto il fruttosio. Si può quindi affermare che diverse evidenze scientifiche dimostrano come anche i pazienti diabetici possono, con moderazione, bere vino.

Perché il paziente diabetico non può bere fuori pasto?
È buona regola, per i pazienti diabetici non bere fuori pasto perché l’alcool bevuto a digiuno inibisce temporaneamente la capacità del fegato di produrre glucosio, questo può portare a episodi anche gravi di ipoglicemia soprattutto nei pazienti che praticano insulina; nella fase post-prandiale invece l’alcool può dare valori più elevati di glicemia se non viene calcolato nel computo delle calorie totali.
È inoltre importante sapere che il paziente diabetico che ha ecceduto nel bere può non riconoscere i sintomi dell’imminente ipoglicemia e, quindi, non correggerli.
Il rischio di ipoglicemia si può estendere al giorno seguente, pertanto un buon suggerimento per i pazienti diabetici è quello di essere preparati all’eventualità di un’ipoglicemia nella tarda mattinata che segue la serata in cui si è ecceduto nel bere.

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La mortadella fa ingrassare o dimagrire? Quante calorie e colesterolo ha?

MEDICINA ONLINE PROSCIUTTO MORTADELLA PANINO CALORIE COLESTEROLO AFFETTATO CRUDO COTTO BRESAOLA SALE CALORIE DIETA DIMAGRIRE INGRASSARE MAGRO GRASSI.jpgNelle prossime righe sfateremo una credenza diffusa: la Mortadella fa ingrassare. Ebbene, non è così. Come dovrebbe insegnare il buonsenso, tutto sta nella moderazione. Se la tua dieta è ipercalorica, con poche vitamine e povera di calcio e sali minerali, anche la Mortadella potrebbe far male alla tua salute.

Per esempio, lo sai che un etto di Mortadella Bologna IGP contiene solo 288 calorie, meno di un piatto di pasta e le stesse di una mozzarella fior di latte o di un formaggio da spalmare? Non è tutto, però, perché la Mortadella ha 70 milligrammi di colesterolo per 100 grammi di prodotto, come la carne bianca, da molti ritenuta più dietetica – a torto, evidentemente.

E poi ci sono le vitamine, come la vitamina B1, utile per trasformare il glucosio in energia, e la vitamina B2, o Riboflavina, indispensabile per attivare diverse funzioni del nostro metabolismo. Vogliamo parlare della Niacina. Anche questa vitamina è presente nella Mortadella. La Niacina, o vitamina PP, utile per la trasformazione degli zuccheri, degli acidi grassi e degli aminoacidi.

E le proteine? Sì, nella Mortadella ci sono anche loro. Ma solo proteine “nobili” – in un etto di Mortadella ci sono 16 grammi di proteine. La Mortadella è ricca di sodio, potassio e fosforo, ferro e zinco.

La vera Mortadella Bologna IGP è senza polifosfati. I suoi ingredienti? Carne di puro suino italiano, spezie e aromi naturali.

Quindi, ti abbiamo convinto? Una bella michetta milanese, croccante fuori e morbida dentro, e qualche fetta di Mortadella è una merenda sana e buona. L’hai mai servita come antipasto? Tagliala a cubetti, non più di due centimetri per lato, e abbinala a uno spumante classico della Franciacorta, se prediligi i bianchi, o a un Lambrusco di Sorbara o di Castelvetro, se preferisci i rossi.

Un accostamento originale? Prova la Mortadella con le pere, sia intere che ridotte a mousse, con un’insalata di patate o con la glassa di Aceto Balsamico: basta tagliare delle fette di salume, alte un centimetro circa, farle dorare sulla griglia, o in una padella antiaderente per pochi minuti, e cospargerle di glassa. L’effetto tipo hamburger piacerà anche ai tuoi bambini.

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Come faccio a sapere se sono in prediabete senza saperlo?

MEDICINA ONLINE DIABETE MELLITO TIPO 1 2 PREDIABETE PRE-DIABETE SANGUE VALORI GLICEMIA EMOGLOBINA GLICATA ZUCCHERI DIETA CARBOIDRATI PASTA PANE INSULINA RESISTENTE DIPENDENTE CIBO MANGIAIl termine prediabete viene riservato a due condizioni di iniziale alterazione del metabolismo glucidico (metabolismo degli zuccheri) – in cui i sintomi del diabete conclamato sono ancora assenti – e precisamente:

  1. ALTERATA GLICEMIA A DIGIUNO: si configura per valori di glicemia tra 100-125 mg/dl e si evidenzia con il semplice prelievo di sangue a digiuno;
  2. RIDOTTA TOLLERANZA AL GLUCOSIO: si valuta tramite curva da carico di glucosio e si evidenzia in caso di glicemia a 120 minuti compresa tra 140-199 mg/dl.
  3. EMOGLOBINA GLICATA ELEVATA: si parla di prediabete anche nel caso di riscontro di emoglobina glicata (Hb glicata) compresa tra 42-48 mmol/mol.

Come si può intuire, le prime due condizioni segnalano rispettivamente un’alterazione della glicemia a digiuno e della risposta glicemica dopo stimolo (in questo caso, per l’esame si utilizza il glucosio) e pertanto possono comparire isolatamente o essere co-presenti. La valutazione di queste iniziali alterazioni del metabolismo glucidico prevede pertanto il dosaggio periodico della glicemia plasmatica a digiuno e/o della Hb glicata e nei soggetti risultati positivi per ‘prediabete’ si completa con l’esecuzione della curva da carico di glucosio allo scopo di escludere la presenza di diabete fino ad allora misconosciuto, in particolare in presenza di altri fattori di rischio di diabete (obesità, familiarità per diabete, etc).

Perché è molto importante scoprire se si è prediabetici?

È stato ampiamente dimostrato che se si iniziano a controllare i valori di iperglicemia sin dalla fase iniziale di prediabete, si può ritardare o addirittura prevenire l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. Inoltre, nella fase di prediabete si possono già prevenire la possibili complicanze del diabete, che sono il vero problema di questa malattia. I danni a lungo termine, soprattutto al cuore e al sistema circolatorio, si avviano già in questa fase, in modo subdolo e silenzioso.

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Differenza tra prediabete, intolleranza glucidica e diabete

MEDICINA ONLINE DIABETE MELLITO TIPO 1 2 PREDIABETE PRE-DIABETE SANGUE VALORI GLICEMIA EMOGLOBINA GLICATA ZUCCHERI DIETA CARBOIDRATI PASTA PANE INSULINA RESISTENTE DIPENDENTE CIBO MANGIARE VERDURA FRUTTA.jpgIl diabete mellito di tipo 2 (chiamato anche diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM o diabete dell’adulto) è una malattia metabolica, caratterizzata da glicemia alta in un contesto di insulino-resistenza e insulino-deficienza relativa. Si differenzia dal diabete mellito di tipo 1, in cui vi è una carenza assoluta di insulina a causa della distruzione delle Isole di Langerhans del pancreas, inoltre il diabete mellito di tipo 2 è di gran lunga più diffuso rispetto al tipo 1, rappresentando 80/90% dei casi di diabete mellito.

In molti casi, la diagnosi di diabete mellito di tipo 2 è preceduta da una fase comunemente chiamata “prediabete” o “intolleranza glucidica” (sono sinonimi) del tutto asintomatica, caratterizzata da livelli di glucosio nel sangue lievemente superiori alla norma, ma non così elevati da determinare un diabete conclamato e da livelli superiori di insulina nel sangue provocata da precoce insulino-resistenza. In tutto il mondo moltissime persone presentano anche per anni una condizione pre-diabetica senza esserne consapevoli. Durante questi anni, l’iperglicemia esercita effetti deleteri a livello dei tessuti bersaglio, così che alla diagnosi clinica sono spesso già presenti le complicanze della malattia. E’ verosimile, quindi, che una diagnosi tempestiva del diabete consenta di ridurre il rischio di complicanze.

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Contenitori in plastica per il cibo e rischio diabete: studio su mamme e bimbi

MEDICINA ONLINE DIABETE INSULINA CONTENITORI IN PLASTICA CIBO RISCHIO INTERFERENTI ENDOCRINI ORMONI.jpgSi chiamano interferenti endocrini, agiscono come ormoni ‘assunti’ dall’esterno e potrebbero nascondersi un po’ ovunque: innanzitutto nella plastica, ma anche in detersivi, detergenti e cosmetici, in alcuni giocattoli e lattine, addirittura in qualche formulazione farmaceutica e nella carta termica degli scontrini o dei biglietti di treno e metropolitana. Perfino nei soldi, dentro le banconote. Ftalati e bisfenolo A sono da tempo sotto la lente della scienza per i loro possibili effetti sulla salute: dalla pubertà precoce all’obesità nei bimbi, dal diabete di tipo 2 alle malattie cardiovascolari negli adulti.

Se ne parla anche al 26esimo Congresso della Società italiana di diabetologia (Sid) in corso a Rimini, mentre si attendono per fine 2017 i primi risultati nazionali sull’esposizione ambientale a queste sostanze lungo lo Stivale, al centro dello studio ‘Life-Persuaded’ su oltre 2 mila mamme e bambini condotto sotto l’egida dell’Istituto superiore di sanità. Partner della ricerca l’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa, l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e l’Associazione culturale pediatri (Acp).

Il tema degli interferenti endocrini è protagonista al meeting romagnolo perché il timore è che ftalati e bisfenolo A possano accendere la ‘miccia’ del diabete. Come? “Innanzitutto – spiega all’AdnKronos Salute Amalia Gastaldelli, responsabile del Laboratorio sul rischio cardiometabolico dell’Ifc-Cnr – si legano ai recettori Ppar-gamma che promuovono l’adipogenesi e si associano a un’infiammazione del tessuto adiposo, fattori di rischio per malattie metaboliche come obesità e diabete. Inoltre, a livello epatico possono promuovere l’accumulo di trigliceridi determinando una condizione di fegato grasso, altro fattore di rischio per il diabete che a sua volta lo è per la steatosi epatica. Infine c’è l’azione sul pancreas, dove gli interferenti endocrini possono stimolare la produzione di insulina causando iperinsulinemia, e quindi una situazione di insulino-resistenza” ‘anticamera’ del diabete. (segue)

Ftalati e bisfenolo A eventualmente ‘assorbiti’ dall’ambiente attraverso gli oggetti che ci circondano e utilizziamo ogni giorno possono avere “azioni differenti a seconda della sostanza analizzata, e diverse nei vari tessuti del corpo – precisa Gastaldelli – In linea generale, però, gli interferenti endocrini sono sostanze che si mimetizzano da ormoni”, e così ‘travestite’ si legano ai recettori ormonali presenti sulle cellule. A volte agiscono da agonisti”, cioè stimolano i meccanismi regolati dal recettore che ‘agganciano’, “altre volte da antagonisti” che inibiscono questi stessi meccanismi.

“Fra i bersagli preferiti degli interferenti endocrini ci sono i recettori degli estrogeni – sottolinea l’esperta – ed è la ragione per cui queste sostanze vengono spesso correlate a possibili effetti sullo sviluppo sessuale”. Osservati speciali per cercare di spiegare ad esempio i casi precoci di menarca (inizio delle mestruazioni) o telarca (crescita del seno), sempre più frequenti.

Gli esperti ritengono importante promuovere stili di vita consapevoli fra i cittadini, ma invitano anche alla cautela: “Viviamo nella plastica, che è diventata indispensabile e non va demonizzata – puntualizza la ricercatrice – La plastica è comoda, pesa poco, conserva bene i cibi e altri prodotti di uso comune, e il dato positivo è che il mondo dell’industria è ormai sensibilizzato sulle possibili insidie di certe sostanze per l’organismo. Tuttavia è giusto sapere che esistono plastiche ‘buone’ e plastiche ‘cattive’, plastiche con il ‘bollino verde’ o con quello rosso. La domanda ora è: siamo effettivamente esposti a questo rischio? E se sì, quando e come?”.

Lo studio Life-Persuaded, eletto Progetto del mese di febbraio 2016 dal ministero dell’Ambiente, punta a far luce sull’effettivo impatto degli interferenti endocrini nella realtà italiana. “La ricerca – ricorda Gastaldelli – è stata avviata nel 2014 e coinvolgerà 2.160 coppie madre-bambino al Nord, Centro e Sud Italia, sia nelle aree urbane sia in quelle rurali del Paese. I bimbi sono maschi e femmine, di età compresa fra 4 e 14 anni”.

“L’arruolamento – continua l’esperta – avviene attraverso pediatri opportunamente formati sull’argomento, che propongono alle mamme la partecipazione allo studio. L’adesione comporta l’analisi di un singolo campione spot di urina di madre e figlio, sul quale cercare i metaboliti di ftalati e bisfenolo A misurandone le concentrazioni, oltre alla compilazione di un questionario approfondito” sugli stili di vita, le abitudini familiari, l’uso di determinati prodotti, il consumo di certi alimenti e così via. “In questo momento siamo a metà del reclutamento – riferisce Gastaldelli – ossia disponiamo di campioni di urina e dosaggi di circa 1.200 partecipanti. La conclusione è prevista per fine 2017, quando avremo dati relativi a quasi 5 mila campioni”.

Tre gli obiettivi: misurare i livelli di Dehp (di-2-etilesilftalato) e Bpa (bisfenolo A) nella popolazione infantile italiana, evidenziando eventuali differenze in base all’area di residenza, agli stili di vita e alle abitudini alimentari; valutare la relazione tra l’esposizione a Dehp e Bpa e patologie infantili, quali telarca prematuro idiopatico, pubertà precoce centrale idiopatica e obesità infantile idiopatica; studiare il rapporto causa-effetto dovuto all’esposizione a concentrazioni reali di Dehp e Bpa, in condizioni sperimentali.

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Omeprazen (omeprazolo): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO]

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Roma Medicina Chirurgia Estetica Rughe Filler Cavitazione Peso Dimagrire Pancia Grasso Dietologo Cellulite Senologo Pene H Grasso Pancia Sex Sessuologo Auguri Buon Natale 2013 CURA FARMACI ANTICOLESTEROLOOMEPRAZEN è un farmaco che contiene il principio attivo omeprazolo. Appartiene ad un gruppo di farmaci denominati ‘inibitori di pompa protonica’, i quali agiscono riducendo la quantità di acido prodotta dallo stomaco.

Disponibilità in commercio:

  • OMEPRAZEN 10 mg capsule;
  • OMEPRAZEN 20 mg capsule;
  • OMEPRAZEN 40 mg capsule.

Confezioni:

  • 10 mg: Blister contenenti 14, 28 e 35capsule;
  • 20 mg: Blister contenente 14 capsule;
  • 40mg: Flacone in HDPE contenente 14 capsule.

OMEPRAZEN viene usato per il trattamento delle seguenti patologie:

Negli adulti:

  • ‘Malattia da reflusso gastro-esofageo’ (GERD). Questa malattia si verificaquando l’acido fuoriesce dallo stomaco e passa nell’esofago (il tubo che collega la gola allo stomaco) causando dolore, infiammazione e bruciore di stomaco.
  • Ulcere nella parte superiore dell’intestino (ulcera duodenale) o dello stomaco (ulcera gastrica).
  • Ulcere infettate da un batterio chiamato ‘Helicobacter pylori’. Se soffre di questa malattia, il medico può prescriverle anche degli antibiotici per trattare l’infezione e permettere la cicatrizzazione dell’ulcera.
  • Ulcere causate da medicinali chiamati FANS (Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei). OMEPRAZEN può essere utilizzato anche per prevenire la formazione di ulcere se sta assumendo FANS.
  • Eccessiva presenza di acido nello stomaco causata da un accrescimento di tessuto nel pancreas (sindrome di Zollinger-Ellison).

Nei bambini di età superiore a 1 anno e con peso corporeo superiore o uguale a 10 kg:

  • ‘Malattia da reflusso gastro-esofageo’ (GERD). Questa malattia si verifica quando l’acido fuoriesce dallo stomaco e passa nell’esofago (il tubo che collega la gola allo stomaco) causando dolore, infiammazione e bruciore di stomaco.Nei bambini, i sintomi di questa malattia comprendono anche il ritorno nella bocca del contenuto dello stomaco (rigurgito), malessere (vomito) e scarso aumento di peso.

Nei bambini di età superiore a 4 anni e adolescenti:

  • Ulcere infettate da un batterio chiamato ‘Helicobacter pylori’. Se il bambino soffre di questa malattia, il medico può prescrivere anche degli antibiotici per trattare l’infezione e permettere la cicatrizzazione dell’ulcera.

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Controindicazioni, non prenda OMEPRAZEN:

  • Se è allergico (ipersensibile) ad omeprazolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti di OMEPRAZEN.
  • Se è allergico a medicinali contenenti altri inibitori di pompa protonica (ad es. pantoprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, esomeprazolo).
  • Se sta assumendo un medicinale contenente nelfinavir (utilizzato per le infezioni da HIV).

Se ha dei dubbi, si rivolga al medico o al farmacista prima di prendere OMEPRAZEN.

Precauzioni
OMEPRAZEN può nascondere i sintomi di altre malattie. Pertanto, se dovesse manifestare i sintomi sotto descritti prima di prendere OMEPRAZEN o mentre lo sta assumendo, contatti il medico immediatamente:

  • Perdita di peso immotivata e problemi di deglutizione.
  • Dolore di stomaco o indigestione.
  • Vomito di cibo o sangue.
  • Colorazione scura delle feci (presenza di sangue nelle feci).
  • Diarrea grave o persistente, perché omeprazolo è stato associato ad un lieveaumento di diarrea contagiosa.
  • Gravi problemi di fegato.

Se assume OMEPRAZEN da lungo tempo (più di 1 anno) il medico le prescriverà dei controlli regolari. Informi il medico se nota la comparsa di sintomi nuovi e particolari. Se assume un inibitore di pompa protonica come OMEPRAZEN, specialmente per un periodo superiore ad un anno, si potrebbe verificare un lieve aumento del rischio di fratture dell’anca, del polso o della colonna vertebrale. Se soffre di osteoporosi o sta assumendo corticosteroidi (che possono aumentare il rischio di osteoporosi) consulti il suo medico.

Interazioni
Informi il medico o il farmacista se sta assumendo o ha recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, compresi quelli senza prescrizione medica. Questo è importante perché OMEPRAZEN può influenzare il modo in cui agiscono alcuni medicinali e a loro volta alcuni medicinali possono avere effetti sull’azione di OMEPRAZEN.

Informi il medico o il farmacista se sta assumendo uno o più dei seguenti medicinali:

  • medicinali contenente nelfinavir (utilizzato per il trattamento delle infezioni da HIV)
  • Ketoconazolo, itraconazolo o voriconazolo (usati per trattare le infezionicausate da funghi)
  • Digossina (usato per il trattamento dei problemi cardiaci)
  • Diazepam (usato per il trattamento dell’ansia, per rilassare la muscolatura oper l’epilessia)
  • Fenitoina (usata per l’epilessia). Se sta assumendo fenitoina, il medico la terràsotto controllo all’inizio e alla fine del trattamento con OMEPRAZEN
  • Medicinali usati per fluidificare il sangue, come warfarin o altri bloccanti della vitamina K. Il medico la terrà sotto controllo all’inizio e alla fine deltrattamento con OMEPRAZEN
  • Rifampicina (usata per il trattamento della tubercolosi)
  • Atazanavir (usato per il trattamento dell’infezione da HIV)
  • Tacrolimus (utilizzato nei trapianti di organo)
  • Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) (usata per il trattamento delladepressione lieve)
  • Cilostazolo (usato per il trattamento della claudicazione intermittente)
  • Saquinavir (usato per il trattamento dell’infezione da HIV)
  • Clopidogrel (usato per prevenire coaguli del sangue (trombi))
  • Erlotinib (usato per il trattamento del cancro)
  • Metotrexato (un medicinale chemioterapico utilizzato in dosi elevate per iltrattamento delcancro) – se sta assumendo metotrexato in dosi elevate, il medico può farle interromperetemporaneamente il trattamento con Omeprazen.

Se il medico le ha prescritto gli antibiotici amoxicillina e claritromicina insieme a OMEPRAZEN per il trattamento delle ulcere causate da infezioni da Helicobacter pylori, è molto importante che riferisca se sta prendendo qualsiasi altro medicinale.

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Assunzione di OMEPRAZEN con cibi e bevande
Le capsule possono essere assunte insieme al cibo o a stomaco vuoto.

Gravidanza e allattamento
Prima di prendere OMEPRAZEN informi il medico se è in stato di gravidanza o se desidera iniziare una gravidanza. Il medico deciderà se potrà prendere OMEPRAZEN durante questo periodo. Il medico deciderà se potrà prendere OMEPRAZEN durante l’allattamento.

Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
È improbabile che OMEPRAZEN possa influenzare la capacità di guidare veicoli o di usare strumenti o macchinari. Possono verificarsi reazioni avverse al farmaco come capogiri e disturbi visivi (vedere paragrafo 4). Se ne soffre, non deve guidare veicoli o utilizzare macchinari.

Informazioni importanti su alcuni eccipienti di OMEPRAZEN
OMEPRAZEN capsule contiene lattosio. Se il medico le ha diagnosticato una intolleranza ad alcuni zuccheri, lo contatti prima di prendere questo medicinale.

Posologia
Prenda sempre OMEPRAZEN seguendo esattamente le istruzioni del medico. Se ha dubbi consulti il medico o il farmacista. Il medico le dirà quante capsule prendere e per quanto tempo. Questo dipenderà dalle sue condizioni e dall’età. Le dosi abituali sono qui di seguito riportate.

Adulti:

  • Trattamento dei sintomi della GERD, come bruciore di stomaco e rigurgito acido. Se il medico le ha riferito che il suo esofago è leggermente danneggiato, la dose abituale è di 20 mg una volta al giorno per 4-8 settimane. Il medico potrebbe aumentare la dose a 40 mg per altre 8 settimane nel caso l’esofago non sia ancora completamente cicatrizzato.
    La dose abituale una volta che l’esofago si è cicatrizzato è 10 mg una volta al giorno.
    Se l’esofago non risulta danneggiato, la dose abituale è 10 mg una volta al giorno.
  • Trattamento delle ulcere nella parte superiore dell’intestino (ulcera duodenale). La dose abituale è 20 mg una volta al giorno per 2 settimane. Il medico puòprolungare l’assunzione di questa dose per altre 2 settimane, se l’ulcera nonsi è ancora cicatrizzata. Se l’ulcera non risulta completamente cicatrizzata, la dose può essereaumentata a 40 mg una volta al giorno per 4 settimane.
  • Trattamento delle ulcere dello stomaco (ulcera gastrica). La dose abituale è 20 mg una volta al giorno per 4 settimane. Il medico può prolungare l’assunzione di questa dose per altre 4 settimane, se l’ulcera nonsi è ancora cicatrizzata. Se l’ulcera non risulta completamente cicatrizzata, la dose può essereaumentata a 40 mg una volta al giorno per 8 settimane.
  • Prevenire la ricomparsa di ulcere duodenali e gastriche. La dose abituale è 10 mg o 20 mg una volta al giorno. Il medico puòaumentare la dose a 40 mg una volta al giorno.
  • Trattamento delle ulcere duodenali e gastriche causate dall’assunzione di FANS (Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei). La dose abituale è 20 mg una volta al giorno per 4-8 settimane.
  • Prevenire la formazione di ulcere duodenali e gastriche se sta utilizzando FANS. La dose abituale è 20 mg una volta al giorno.
  • Trattamento delle ulcere causate da infezione da Helicobacter pylori e prevenzione della loro ricomparsa. La dose abituale è 20 mg di OMEPRAZEN due volte al giorno per unasettimana. Il medico le dirà di assumere anche due antibiotici tra amoxicillina,claritromicina e metronidazolo.
  • Trattamento dell’eccessiva quantità di acido nello stomaco causata da un accrescimento di tessuto nel pancreas (sindrome di Zollinger-Ellison). La dose abituale è 60 mg al giorno. Il medico adatterà la dose in base alle sue necessità e deciderà anche per quanto tempo dovrà assumere il medicinale.

Bambini:

  • Per il trattamento dei sintomi della GERD, come bruciore di stomaco e rigurgito acido: OMEPRAZEN può essere assunto dai bambini di età superiore a 1 anno e conpeso corporeo superiore a 10 kg. La dose per i bambini è basata sul peso del bambino stesso e la dose esatta verrà decisa dal medico.
  • Per il trattamento e la prevenzione della ricomparsa delle ulcere causate da infezione da Helicobacter pylori: OMEPRAZEN può essere assunto dai bambini di età superiore ai 4 anni. Ladose per i bambini è basata sul peso del bambino stesso e la dose esattaverrà decisa dal medico. Il medico prescriverà al suo bambino anche due antibiotici chiamatiamoxicillina e claritromicina.

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Assunzione di questo medicinale

  • Si raccomanda di prendere le capsule al mattino.
  • Le capsule possono essere assunte con il cibo o a stomaco vuoto.
  • Le capsule vanno ingerite intere con mezzo bicchiere di acqua. Le capsule nondevono essere masticate o frantumate, poiché contengono granuli rivestiti in modo tale da impedire che il medicinale venga decomposto dall’acido presente nello stomaco. È importante non danneggiare i granuli.

Se lei o il bambino ha problemi a deglutire le capsule:
Apra le capsule e ingerisca il contenuto direttamente con mezzobicchiere di acqua oppure versi il contenuto in un bicchiere di acqua (non frizzante), in un succo di frutta acido (per esempio mela, arancia o ananas) o purea di mele.
Agiti sempre il contenuto prima di berlo (la miscela non risulterà limpida), quindi beva la preparazione immediatamente o entro 30 minuti.
Per essere certi di aver assunto tutto il medicinale, risciacqui molto bene il bicchiere con mezzo bicchiere di acqua e beva il contenuto. Le particelle solide contengono il medicinale – non le mastichi o non le frantumi.
SovradosaggioCosa fare se avete preso una dose eccessiva di Omeprazen

Se prende più OMEPRAZEN di quanto deve
Se prende una quantità di OMEPRAZEN superiore a quella prescritta dal medico, si rivolga immediatamente al medico o al farmacista.

Se dimentica di prendere OMEPRAZEN
Se dimentica di prendere una dose, la prenda non appena se ne ricorda. Tuttavia, se è già quasi ora di prendere la dose successiva, salti la dose dimenticata. Non prenda una dose doppia per compensare la dimenticanza dell’altra dose.

Effetti collaterali Omeprazen
Come tutti i medicinali, OMEPRAZEN può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Se nota uno dei seguenti effetti indesiderati rari ma gravi, interrompa l’assunzione di OMEPRAZEN e contatti immediatamente il medico:

  • Improvviso ansimare,
  • gonfiore delle labbra, della lingua e della gola o del corpo,
  • eruzione cutanea,
  • svenimento o difficoltà nel deglutire (reazione allergica grave).
  • arrossamento della pelle con comparsa di bolle o desquamazione. Può apparire anche una grave formazione di vesciche con sanguinamento delle labbra, degli occhi, della bocca, del naso e dei genitali. Potrebbe trattarsi della “sindrome di Stevens-Johnson” o “necrolisi epidermica tossica”.
  • ingiallimento della pelle,
  • colorazione scura delle urine e stanchezza potrebbero essere sintomi di problemi al fegato.

Effetti indesiderati comuni

  • Mal di testa.
  • Effetti sullo stomaco o sull’intestino: diarrea, mal di stomaco, stitichezza,emissione di aria (flatulenza).
  • Sensazione di malessere (nausea) o stato di malessere (vomito).

Effetti indesiderati non comuni e rari

  • Gonfiore dei piedi e delle caviglie.
  • Sonno disturbato (insonnia).
  • Capogiri, formicolio, senso di sonnolenza.
  • Sensazione di giramento (vertigini).
  • Alterazioni degli esami del sangue relativi alla funzionalità del fegato.
  • Eruzione cutanea, eruzione cutanea con rigonfiamento della pelle (orticaria) e prurito sulla pelle.
  • Sensazione generale di malessere e mancanza di energia.
  • Alterazioni della composizione del sangue, come riduzione del numero dei globuli bianchi o delle piastrine. Ciò può causare debolezza e facile comparsa di lividi, o può rendere più probabile la comparsa di infezioni.
  • Reazioni allergiche, talvolta molto gravi, compreso gonfiore delle labbra, della lingua e della gola, febbre, respiro ansimante.
  • Bassi livelli di sodio nel sangue. Ciò può causare debolezza, malessere (vomito) e crampi.
  • Senso di agitazione, confusione o depressione.
  • Alterazioni del gusto.
  • Problemi alla vista, come visione offuscata.
  • Improvviso ansimare o affanno (broncospasmo).
  • Secchezza della bocca.
  • Infiammazione all’interno della bocca.
  • Infezione chiamata “candidosi” che può colpire l’intestino ed è causata da unfungo.
  • Problemi al fegato, compreso ittero, che può causare ingiallimento della pelle, colorazione scura delle urine e stanchezza.
  • Perdita dei capelli (alopecia).
  • Eruzione cutanea durante l’esposizione al sole.
  • Dolori articolari (artralgia) o dolori muscolari (mialgia).
  • Gravi problemi renali (nefrite interstiziale).
  • Aumento della sudorazione.
  • Alterazioni del conteggio delle cellule ematiche, compresa agranulocitosi (mancanza di globuli bianchi)
  • Aggressività.
  • Visione, sensazione o ascolto di eventi non reali (allucinazioni).
  • Gravi problemi di fegato fino all’insufficienza epatica ed infiammazione delcervello.
  • Improvvisa comparsa di eruzione cutanea grave o di vesciche edesquamazione della pelle. Questi effetti possono essere associati a febbre alta e dolori articolari (eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica)
  • Debolezza muscolare.
  • Ingrossamento del petto negli uomini.
  • Infiammazione dell’intestino (con conseguente diarrea)

Se assume un inibitore di pompa protonica come OMEPRAZEN, specialmenteper un periodo superiore ad un anno, si potrebbe verificare un lieve aumento del rischio di fratture dell’anca, del polso o della colonna vertebrale. Se soffre di osteoporosi o sta assumendo corticosteroidi (che possono aumentare il rischio di osteoporosi) consulti il suo medico.
Se assume OMEPRAZEN per più di tre mesi, è possibile che i livelli ematici di magnesio diminuiscano. Bassi livelli di magnesio possono manifestarsi con affaticamento, contrazioni muscolari involontarie, disorientamento, convulsioni, vertigini, aumento della frequenza cardiaca. Se ha qualcuno di questi sintomi consulti immediatamente il suo medico. Bassi livelli di magnesio possono anche comportare una riduzione dei livelli ematici di potassio o calcio. Il medico dovrebbe decidere se controllare periodicamente i livelli di magnesio nel sangue.

Scadenza e Conservazione
Tenere OMEPRAZEN fuori dalla portata e dalla vista dei bambini. Non usi OMEPRAZEN dopo la data di scadenza che è riportata sulla confezionedopo Scad. La data di scadenza si riferisce all’ultimo giorno del mese. Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Conservare il blister nella confezione originale o tenere il flacone ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidità. I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

Eccipienti
Gli eccipienti sono sodio fosfato dibasico diidrato, idrossipropilcellulosa, ipromellosa, lattosio anidro, magnesio stearato, mannitolo, acido metacrilico – etil acrilato copolimero (1:1) dispersione 30%, cellulosa microcristallina, macrogol (polietilen glicole 400), sodio laurilsolfato, ferro ossido E172, titanio diossido E171, gelatina, inchiostro da stampa (contiene gommalacca, ammoniaca, potassio idrossido e ferro ossido nero E172), silice colloidale anidra e paraffina liquida.

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