Differenza tra insonnia, dissonnia, ipersonnia, parasonnia

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Con “insonnia” (in inglese “insomnia”) in medicina si indica un gruppo di disturbi del sonno caratterizzati dall’incapacità di addormentarsi facilmente nonostante l’organismo ne abbia il reale bisogno fisiologico. L’insonne ha grande difficoltà ad addormentarsi, quindi tende a dormire un numero di ore insufficienti la notte con conseguente scarsa igiene del sonno e sonnolenza e calo della vigilanza diurna. Per alcuni versi, l’opposto dell’insonnia è l’ipersonnia. Le insonnie possono essere di vario tipo ed essere determinate da varie cause. Per approfondire, leggi i nostri articoli sulle varie tipologie di insonnia:

Dissonnie

Con “dissonnia” (in inglese “dyssomnia”) in medicina si intende un ampio gruppo di disturbi del sonno che impediscono all’individuo di prendere sonno o di dormire in modo normale oppure determinano un risveglio precoce. Le dissonie sono caratterizzate da qualità, quantità od orari disfunzionali del sonno. Le persone che ne soffrono lamentano difficoltà ad addormentarsi, rimanere addormentati, veglia notturna, o combinazioni di questi sintomi. Fattori scatenanti comuni, a volte di disturbi transitori, possono essere lo stress, l’assunzione di sostanze stupefacenti, l’abitudine del riposo diurno e cause neurologiche come tumori e traumi cerebrali. A volte tali disturbi del sonno si associano ad altri disturbi psichiatrici, come la depressione, o ne rappresentano la causa scatenante. Esempi di dissonie sono le ipersonnie (ad esempio l’ipersonnia idiopatica) ed i disordini del ritmo circadiano (ad esempio la sindrome della fase di sonno ritardata).

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Ipersonnia

Con “ipersonnia” (in inglese “hypersomnia”) in medicina si intende un gruppo di numerosi disturbi neurologici del sonno caratterizzati da eccessiva sonnolenza diurna che porta il paziente ipersonniaco a non mantenere un adeguato livello di vigilanza per tutto l’arco della giornata e ad andare incontro a situazioni di sonno improvviso ed incontrollabile che lo costringono ad addormentarsi in momenti inconsueti, ad esempio durante una conversazione, durante un pasto, mentre sta lavorando o addirittura mentre sta guidando. Il paziente con ipersonnia potrebbe inoltre avere molta difficoltà a svegliarsi al mattino. Tali caratteristiche accomunano tutte le ipersonnie, ma ogni sottotipo ha le proprie peculiarità. Le ipersonnie possono essere suddivise in primarie e secondarie. Le ipersonnie primarie sono quelle che compaiono “primariamente”, cioè che non sono determinate da altre patologie o condizioni. Le ipersonnie primarie, sono principalmente la narcolessia, l’ipersonnia idiopatica e l’ipersonnia ricorrente primaria o sindrome di Kleine-Levin. Le ipersonnie secondarie sono ipersonnie che sono causate dalla presenza di altra patologia o condizione, tra cui: assunzione di alcuni farmaci che hanno ipersonnia come effetto collaterale diretto o indiretto; sindrome delle apnee nel sonno; abuso di sostanze stupefacenti; alcolismo; sindrome delle gambe senza riposo; sindrome premestruale; depressione maggiore; traumi o tumori cerebrali.

Per approfondire: Ipersonnie: tipi, classificazione, cause, sintomi, diagnosi, terapie

Parasonnie

Con “parasonnia” (in inglese “parasomnia”) in medicina del sonno si indica un gruppo di disturbi del sonno caratterizzati da comportamenti anomali durante il sonno, più frequenti tra i bambini. Esempi di parasonnie sono: risvegli confusionali; sonnambulismo; pavor nocturnus (terrore notturno); movimenti ritmici in sonno; sussulti ipnici; sonniloquio; crampi notturni; paralisi ipnagogica ; erezioni dolorose durante il sonno; bruxismo; enuresi notturna; sexsomnia (sleep sex). I sintomi e segni sono specifici per ogni forma di parasonnia. Come esempi, ricordiamo che:

  • nel sonnambulismo il soggetti cammina o svolge altri comportamenti complessi durante il sonno, di solito con gli occhi aperti ma senza la capacità di riconoscimento. Il paziente può biascicare o parlare, e alcuni si feriscono a causa degli ostacoli o delle scale. Al mattino il soggetto non ricorda nulla dell’accaduto;
  • nel disturbo del comportamento del sonno REM il soggetto parla nel sonno (a volte con insulti) e svolge movimenti, talvolta aggressivi (ad esempio sbracciarsi, colpire, scalciare) durante il sonno REM. I pazienti sono consapevoli di avere sogni vividi quando si risvegliano dopo questi episodi;
  • nel bruxismo notturno il soggetto digrigna i denti facendoli stridere;
  • nella sexsomnia il soggetto può avere veri e propri rapporti sessuali o praticare la masturbazione mentre è sonnambulo, quindi durante il sonno. Generalmente il mattino dopo, al risveglio, il soggetto non ricorda nulla di quanto successo o ha ricordi vaghi dell’accaduto;
  • nel risveglio confusionale si verifica uno stato confusionale di durata variabile da alcuni minuti a diverse ore in seguito a risveglio dal sonno, più tipicamente quello profondo ad onde lente della prima parte della notte. I soggetti sono in grado, pur in preda ad uno stato confusionale, di compiere attività motorie di tipo complesso, tuttavia il loro comportamento appare inadeguato e, qualora vengano contenuti, addirittura, aggressivo. Il disorientamento è di tipo spazio-temporale con rallentamento della loquela e dell’ideazione e scarsa reattività all’esterno. È presente deficit della memoria globale. Gli episodi possono essere precipitati dal risveglio forzato in corso di sonno profondo.

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