Il sonno come mezzo diagnostico: le disfunzioni neurovegetative

MEDICINA ONLINE COMA STATO COMATOSO MINIMA COSCIENZA VEGETATIVO PERSISTENTE PERMANENTE SOPOROSO SONNO CERVELLO ICTUS CEREBRALE RIABILITAZIONE DIFFERENZE CURA FAMIGLIA RIPRESA RISVEGLIO SPERANZA LETTO MORTE MORIREEsistono molte patologie, in cui, nell’ambito di un vasto complesso sintomatologico, possono essere  presenti anche disturbi del sonno o disfunzioni sonno-correlate, che contribuiscono a determinarne la gravità e l’evoluzione. In questi casi la medicina del sonno – con i sui strumenti – può contribuire ad una migliore conoscenza di queste malattie. Le indagini relative alla medicina del sonno possono fornire infatti un enorme aiuto diagnostico e prognostico a molti specialisti solo apparentemente distanti dalla medicina del sonno, tra cui: pneumologi, internisti, cardiologi, neurologi, psichiatri, psicoterapeuti, sessuologi e andrologi.

Sonno e disfunzioni neurovegetative

Particolare attenzione è stata rivolta dagli studiosi del sonno alle funzioni controllate dal sistema neurovegetativo a causa dei limiti riconosciuti ai metodi tradizionalmente applicati durante la veglia per la loro esplorazione funzionale. Infatti, poiché non esistono metodi neurofisiologici per l’esplorazione diretta del sistema neurovegetativo che siano applicabili nella pratica clinica, vengono abitualmente utilizzati svariati test che valutano le diverse funzioni vegetative, per lo più dopo stimoli standardizzati. I test più usati esplorano dei riflessi cardiovascolari e non sono invasivi. La maggior parte di questi test hanno però alcuni limiti: possono essere modificati dallo stato emotivo; necessitano della collaborazione del paziente; alcuni di essi possono essere pericolosi in presenza di determinate patologie. La manovra di Valsalva risulta così controindicata in pazienti con retinopatia diabetica e l’handgrip test in pazienti con disturbi cerebrovascolari o cardiaci. Durante il sonno esistono modificazioni naturali e ripetitive delle attività neurovegetative, che non vengono modificate dallo stato emotivo. Poiché tutti dormono, queste modificazioni possono essere rilevate in tutti i pazienti, qualsiasi malattia abbiano e qualsiasi sia il loro grado di collaborazione.
Durante il sonno la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa presentano diminuzioni toniche, corre late all’approfondimento del sonno, e aumenti fasici durante i periodi REM e in occasione dei movimenti corporei spontanei in tutti gli stadi del sonno. Le variazioni toniche sono sostenute dal parasimpatico, mentre quelle fasiche dipendono dall’attivazione ortosimpatica. Durante il sonno avvengono inoltre prolungate erezioni peniene prevalentemente correlate ai periodi REM. Così il sonno fornisce condizioni favorevoli per la valutazione di alcune funzioni controllate dal sistema neurovegetativo.

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Lo Staff di Medicina OnLine

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