L’otite esterna acuta consiste in un‘infiammazione del condotto uditivo esterno che provoca un forte dolore, rigonfiamento del condotto che giunge a chiudersi completamente, la comparsa di secrezioni, a volte la tumefazione della regione intorno all’orecchio e, raramente febbre. Continua a leggere
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Orecchio esterno: anatomia e funzioni in sintesi
L’orecchio esterno è, sostanzialmente, la componente dell’orecchio visibile a occhio nudo ai lati della testa. Le principali parti che lo costituiscono sono: il padiglione auricolare, il condotto uditivo esterno (o meato acustico esterno) e la faccia esterna del timpano (o membrana timpanica).
- Padiglione auricolare. Ricoperto di cute, è una struttura prevalentemente cartilaginea, sulla quale gli anatomisti identificano varie zone caratteristiche, tra cui: due rime ricurve, una più esterna dell’altra, chiamate elice e antielice; due sporgenze, chiamate trago e antitrago, che tendono a coprire il meato acustico esterno; la conca, che è la regione concava in cui prende posto l’apertura del condotto uditivo esterno; infine, il lobo, costituito da tessuto adiposo e localizzato sul margine inferiore.
- Condotto uditivo esterno. Lungo tra i 2,5 e i 4 centimetri e ricoperto di pelle, è il canale che, con una caratteristica curva a S, va dal padiglione auricolare (precisamente dalla conca) al timpano.
Il tratto iniziale del condotto uditivo esterno è di natura cartilaginea, mentre il suo tratto finale è di natura ossea. La porzione ossea che costituisce il tratto finale appartiene all’osso temporale del cranio e prende il nome di bolla uditiva (o bolla timpanica).
La pelle che riveste il condotto uditivo esterno è ricca di ghiandole sebacee e ghiandole ceruminose. Il compito di tale ghiandole è secernere sostanze come il cerume, che servono a proteggere l’orecchio in generale da potenziali minacce. - Faccia esterna del timpano. È la faccia che guarda in direzione dell’apertura del condotto uditivo esterno.
Sull’orecchio esterno trovano posto diversi muscoli e legamenti.
Distinti in estrinseci e intrinseci, i muscoli dell’orecchio esterno umano sono strutture quasi del tutto irrilevanti dal punto di vista funzionale.
Al contrario, i legamenti hanno un ruolo di una certa rilevanza: quelli definiti estrinseci collegano la cartilagine all’osso temporale, mentre quelli definiti intrinseci mantengono in sede la cartilagine e danno forma al padiglione auricolare.
Innervazione dell’orecchio esterno
Aventi funzione sensitiva, i principali nervi che hanno rapporti con l’orecchio esterno sono:
- Il grande nervo auricolare. Innerva i 2/3 inferiori della superficie anteriore e posteriore dell’orecchio esterno.
- La branca auricolare del nervo vago (o nervo auricolare o nervo di Arnold). Innerva il pavimento del condotto uditivo esterno e la conca.
- Il nervo auricolotemporale. Innerva 1/3 della parte superiore anteriore dell’orecchio esterno.
- Il nervo piccolo occipitale. Innerva 1/3 della parte superiore posteriore dell’orecchio esterno.
Vascolarizzazione dell’orecchio esterno
Orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno possiedono, ciascuno, una propria rete di vasi arteriosi, la quale fornisce loro il sangue ossigenato necessario alla sopravvivenza dei diversi elementi anatomici costituenti.
Entrando nello specifico, l’afflusso di sangue ricco di ossigeno all’orecchio esterno spetta, principalmente, all’arteria auricolare posteriore e, secondariamente, all’arteria auricolare anteriore e all’arteria occipitale.
Funzione dell’orecchio esterno
L’orecchio esterno ha la funzione di convogliare le onde sonore in direzione del timpano; inoltre, grazie alla particolare conformazione del padiglione, è coinvolto nella capacità di individuare l’origine delle onde sonore (cioè di capire da che parte sta arrivando il suono).
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Differenza tra otite e tappo di cerume
Con il termine “otite” (in inglese “otitis”) si identifica una infiammazione a livello auricolare; a seconda della parte dell’orecchio colpita si distingue in: otite esterna, otite media ed otite interna. L’otite può essere inoltre acuta o cronica.
Il “tappo di cerume” è un’ostruzione dell’orecchio medio ed esterno dovuta all’accumulo di secrezione ceruminosa nel canale uditivo. In condizioni fisiologiche la sottile peluria presente nel canale uditivo favorisce lo scorrimento del cerume dall’interno verso l’esterno, impedendo che la sostanza ceruminosa ristagni nel condotto uditivo. Il tappo di cerume si forma quando la quantità di secreto ceruminoso prodotto risulta eccessivamente abbondante, oppure quando viene alterato il suo normale moto di scorrimento verso l’esterno.
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Qual è il rapporto tra tappo di cerume ed otite?
Il normale movimento di scorrimento del cerume può venire ostacolato da molte patologie e condizioni, tra cui anche l’otite esterna/media, che provoca stenosi infiammatoria del canale uditivo esterno. Il tappo di cerume può essere esso stesso fonte di infezione e quindi di otite. In poche parole l’otite può essere causa della formazione del tappo di cerume, ma anche il tappo di cerume può essere causa di otite. In alcuni casi si formano dei veri e propri circoli viziosi in cui otite e tappo di cerume si peggiorano a vicenda.
Come si curano?
Il tappo di cerume può essere rimosso con gocce formulate con glicerina oppure con olio minerale: le gocce vanno instillate direttamente nell’orecchio, 2 volte al giorno, per un periodo di tempo variabile dai 3 ai 6 giorni. Le stesse gocce possono essere istillate a finalità preventive: a tale scopo, si consiglia di instillare alcune gocce nell’orecchio predisposto all’accumulo di cerume, 1 volta a settimana. La cura dell’otite è impostata in base alle cause che l’hanno determinata, quasi sempre include farmaci antiinfiammatori per lenire il dolore ed antibiotici (se l’otite è causata da batteri). In rari casi rende necessario l’intervento chirurgico di timpanoplastica.
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Differenza tra otite esterna, media ed interna con diagnosi e cure
Con il termine “otite” (in inglese “otitis”) si identifica una infiammazione a livello auricolare, di tipo acuto o cronico. La cura è impostata in base alle cause che l’hanno determinata, quasi sempre include farmaci antiinfiammatori per lenire il dolore ed antibiotici (se l’otite è causata da batteri). In rari casi rende necessario l’intervento chirurgico di timpanoplastica.
A seconda della parte dell’orecchio colpita – dall’esterno all’interno dell’orecchio – si distingue in:
- Otite interna: l’infiammazione coinvolge l’orecchio interno.
- Otite media: probabilmente la variante più comune nei bambini in età pediatrica, è un’infiammazione a carico dell’orecchio medio.
- Otite esterna: oltre a coinvolgere il canale uditivo esterno, questa forma di otite tende a colpire anche il timpano. Ad ogni modo, non sempre il timpano ne risulta compromesso.
- Miringite: l’otite assume la connotazione precisa di miringite quando il processo infettivo-infiammatorio colpisce esclusivamente la membrana timpanica.
Indipendentemente dall’area auricolare colpita dall’infezione, tutte le varie forme di otite possono presentare un decorso acuto o cronico. Si parla di otite acuta quando l’infiammazione si conclude definitivamente nell’arco di un breve periodo, senza necessariamente aver bisogno di cure; diversamente, l’otite cronicizza quando il paziente, non riuscendo a debellare spontaneamente il patogeno in tempi brevi, richiede farmaci specifici per la guarigione completa.
Il sintomo che accomuna tutte le differenti forme di otite è il mal d’orecchio (otodinia): l’intensità del dolore e l’eventuale presenza di altri sintomi (es. perdita d’equilibrio, vertigini, nausea ecc.) dipende dall’area di orecchio interessata dall’infiammazione.
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Sintomi dell’otite interna
L’otite interna esordisce generalmente con vertigini, sempre violente ed acute. Il quadro clinico è completato da ansia, confusione, difficoltà a mantenere l’equilibrio, fischi alle orecchie (acufene), giramenti di testa, nausea, nistagmo, mal di stomaco, pallore e perdita dell’udito.
L’otite interna può dunque causare disagi considerevoli, tanto da sfociare talvolta in depressione ed attacchi di panico.
Sintomi dell’otite media
L’otite media è accompagnata da dolore ed infiammazione auricolare, associati ai sintomi caratteristici della malattia scatenante: mal di gola, febbre/febbricola, congestione nasale (naso chiuso), tosse.
In alcuni casi, l’otite media si manifesta nella variante purulenta: in simili frangenti, il dolore alle orecchie è accompagnato dall’emissione di materiale purulento (pus) dal canale auricolare. Quando l’otite media non viene accuratamente trattata, è possibile che il quadro clinico venga aggravato da perforazione del timpano, compromissione delle capacità uditive ed acufene grave.
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Sintomi dell’otite esterna
L’otite esterna tende ad esordire con una sensazione fastidiosa di prurito, che presto si trasforma in dolore più o meno intenso localizzato nelle strutture uditive esterne. Il dolore auricolare si accentua durante la masticazione o semplicemente toccando l’orecchio. L’otite esterna può essere accompagnata da eritema, iperemia (aumento del sangue nell’orecchio esterno), edema, alterazione della capacità uditiva oppure otorrea (secrezione purulenta/sierosa dal canale uditivo).
Diagnosi e cure
Le otiti possono essere diagnosticate e differenziate tramite:
- Visita con l’otoscopio.
- Timpanometria: valuta il movimento del timpano e la pressione all’interno dell’orecchio medio.
- Timpanogramma: valuta la presenza di liquido/muco nell’orecchio medio e la funzionalità della tuba di Eustachio.
- Esame audiometrico.
- TC.
La terapia dell’otite dipende ovviamente dalla causa scatenante: gli antibiotici sono indicati in caso di accertata infezione batterica, mentre gli antivirali – quando necessari – sono indicati per la cura delle infezioni da virus. Per il controllo del dolore, il paziente affetto da otite media può assumere sussidi terapeutici analgesici ed antinfiammatori, utili per velocizzare i tempi di guarigione: i più usati sono paracetamolo, ibuprofene ed idrocortisone (applicazione topica, direttamente nel canale auricolare).
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Differenza tra otite, otalgia ed otodinia

Otite
Con il termine “otite” (in inglese “otitis”) si identifica una infiammazione a livello auricolare; a seconda della parte dell’orecchio colpita si distingue in: otite esterna, otite media ed otite interna. L’otite può essere inoltre acuta o cronica. La cura è impostata in base alle cause che l’hanno determinata, quasi sempre include farmaci antiinfiammatori per lenire il dolore ed antibiotici (se l’otite è causata da batteri). In rari casi rende necessario l’intervento chirurgico di timpanoplastica. Leggi anche:
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Otalgia
Con il termine “otalgia” (in inglese “ear pain”) si identifica un sintomo: è un dolore causato da patologie che non colpiscono direttamente l’orecchio ma che finisce per irradiarsi anche all’orecchio, come ad esempio
- lesioni del cavo orale;
- danni alla laringe ed alla faringe;
- nevralgia del nervo trigemino;
- nevralgia del nervo glossofaringeo;
- patologie dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).
Per approfondire, leggi: Otalgia (dolore irradiato all’orecchio): cause, rimedi, cura, farmaci
Otodinia
Con il termine “otodinia” si identifica sempre un sintomo doloroso, ma provocato da patologie o condizioni che – al contrario dell’otalgia – interessano direttamente l’orecchio come:
- otite;
- presenza di acne o pus nel condotto uditivo esterno.
In caso di otite, il dolore auricolare deve essere descritto come otodinia e non come otalgia, anche se spesso, nell’uso comune, i due termini sono ormai usati come sinonimi. Per approfondire: Otodinia: significato, sintomi associati, quando andare dal medico
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Quali frequenze riesce ad udire l’orecchio umano?
L’orecchio umano può teoricamente udire suoni che hanno una frequenza compresa tra i 20 Hz ed i 20 kHz (20 mila Hz).
Al di sotto dei 20 Hz, si parla di infrasuoni; al di sopra dei 20 kHz, invece, si parla di ultrasuoni: infrasuoni ed ultrasuoni non sono udibili dall’assere umano.
Non tutti gli essere umani riescono per la verità ad ascoltare suoni dell’intero intervallo: specie invecchiando il range tende infatti a restringersi.
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Sordità improvvisa: quali possono essere le cause e le terapie?
Si tratta di una patologia relativamente frequente, consistente in un brusco abbassamento dell’udito in un orecchio, che sopraggiunge nel giro di qualche secondo ed è accompagnato da un senso di vertigine e di “orecchio anestetizzato”.
Dal punto di vista clinico distinguiamo:
- sordità improvvisa transitoria Si tratta di un evento con una durata che va da pochi minuti a qualche ora, relativamente frequente nella popolazione: dopo il brusco calo di udito, la situazione ritorna alla normalità in poco tempo, al massimo entro 24 ore.
- sordità improvvisa persistente Se la sordità dovesse invece persistere oltre le 24 ore ci troveremmo dinnanzi ad un’emergenza che può portare alla perdita totale e definitiva dell’udito, per cui è necessario contattare con urgenza lo specialista
Cause
Sulle cause esatte della sordità improvvisa non vi sono ancora certezze. Sappiamo che entrano in gioco due tipi di fattori:
- Un fattore circolatorio, per cui un disturbo del microcircolo dell’orecchio può causare una sorta di infarto nella zona nervosa, la chiocciola.
- Un fattore virale. L’imputato principale è l’Herpes Virus Zooster (quello che causa il “fuoco di Sant’Antonio”): in molti pazienti si trovano evidenti segni di infezione recente.
Dall’epidemiologia sappiamo che lo stress, direttamente o indirettamente, gioca un ruolo decisivo nell’insorgere della malattia. Nei primi anni in cui si iniziò a studiare la sordità improvvisa, ci si accorse che le persone colpite appartenevano ad un certo gruppo, e la malattia venne annoverata tra le “MANAGER’S DISEASES”. Oggi confermiamo il ruolo dello stress che, in effetti, modificando l’asse ipotalamo-ipofisario, altera sia i fattori che controllano la circolazione, sia quelli che influenzano l’immunità.
Essendo mutato lo stile di vita oggi la malattia colpisce trasversalmente le più disparate classi sociali, dalle giovani madri in carriera con figli, agli studenti prima degli esami. Motivo di sordità improvvisa possono essere anche la perforazione timpanica, il neurinoma dell’acustico e la presenza di un corpo estraneo nell’orecchio.
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Sintomi associati
I sintomi e segni a volta legati a perdita dell’udito, sono:
- pienezza auricolare (orecchie tappate);
- ronzii;
- acufeni;
- ipoacusia;
- udito ovattato;
- vertigini;
- mancanza di equilibrio;
- sensazione di corpo estraneo nell’orecchio;
- disfagia (difficoltà nella deglutizione);
- cambiamenti del tono di voce;
- otalgia (dolore irradiato all’orecchio);
- otodinia (dolore all’orecchio);
- otorrea;
- otorragia;
- nistagmo;
- perforazione del timpano;
- ecchimosi;
- nausea;
- vomito;
- malessere generale;
- astenia (mancanza di forze);
- mal di testa;
- ansia;
- sonnolenza.
I sintomi e segni associati, aiutano il medico nella diagnosi differenziale.
Diagnosi
I problemi di udito sono un disturbo serio, che non deve essere sottovalutato; in caso di dubbi è quindi consigliabile rivolgersi immediatamente a un otorinolaringoiatra per una visita otorinolaringoiatrica. La diagnosi di perdita dell’udito e delle sue cause inizia con una dettagliata anamnesi ed un esame fisico: l’esame include un’ispezione dettagliata dell’orecchio con l’uso di strumenti speciali, come l’otoscopio o anche con otomicroscopio. È necessario eseguire un esame audiometrico e un esame impedenziometrico per determinare l’entità della perdita di udito. Possono essere effettuate TAC e risonanza magnetica del cervello per escludere la possibilità di fratture o tumori.
Cure
Sappiamo che la tempestività del trattamento è importante.
Pertanto è essenziale consultare uno specialista in caso di sordità improvvisa che superi le 24-48 h. Dopo la conferma della diagnosi, si eseguono una serie di esami audiometrici e si avvia la terapia. Lo standard terapeutico prevede un trattamento farmacologico endovena, eseguito in regime di Day Hospital con un cocktail di prodotti che contiene:
- vasodilatatori;
- cortisone;
- vitamine;
- mannitolo;
- glicerolo;
- farmaci antivirali.
Un’utile terapia di supporto sembra essere l’ossigeno-terapia IPERBARICA.
E’ inoltre essenziale che la persona colpita riduca la propria attività lavorativa, abbattendo i livelli di stress e conduca una vita sana anche dal punto di vista alimentare, controllando inoltre la pressione arteriosa, il colesterolo, un eventuale diabete, tutti fattori di rischio per la malattia.
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Prognosi
Per fortuna mediamente si registra una percentuale di guarigioni totali o parziali intorno all’80%. In una minoranza dei pazienti il danno persiste e, a volte, giunge ad un progressivo peggioramento, fino alla sordità totale monolaterale.
Per approfondire:
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Labirintite e vertigini: sintomi, cause e terapie
Il termine labirintite viene spesso usato a sproposito per indicare vertigini e conseguente nausea; in realtà la vera causa di questi disturbi è spesso diversa (molto più comune è per esempio la sindrome di Ménière). La vera labirintite è un disturbo infiammatorio dell’orecchio interno, o labirinto. Dal punto di vista clinico questa malattia provoca disturbi dell’equilibrio e può colpire una o entrambe le orecchie, oltre ai problemi di postura il paziente affetto può andare incontro a riduzione dell’udito e acufene.
Può verificarsi:
- come singolo episodio;
- come episodi ricorrenti che tendono a risolversi in 3-6 settimane.
Il sintomo caratteristico sono vertigini anche gravi, ma la nausea, il vomito, l’ansia e una sensazione di malessere generale sono frequenti, perché il cervello riceve dall’orecchio interno informazioni distorte per quanto riguarda l’equilibrio. La causa spesso non è chiara, potrebbe essere provocata da un’infezione (virale o batterica), ma anche da traumi o altri fattori scatenanti.
Orecchio ed equilibrio
L’apparato vestibolare, che si trova nell’orecchio interno, è un insieme di terminazioni nervose composto da tre canali semicircolari che si occupano di rilevare i movimenti rotatori dell’organismo, e dagli otoliti, che rilevano il movimento lineare. Il cervello combina le informazioni visive con quelle sensoriali date dall’apparato vestibolare, per effettuare le correzioni necessarie al mantenimento dell’equilibrio. Se funziona correttamente, l’apparato vestibolare fornisce al muscolo oculare anche le informazioni relative al movimento della testa: questo meccanismo, chiamato riflesso vestibolo-oculare, ci permette di mantenere sempre gli oggetti a fuoco, anche quando siamo in movimento.
Cause
La labirintite è in genere causata da un’infezione del labirinto, la parte più interna dell’orecchio. Le cause scatenanti non sono ancora state comprese appieno ed esistono poche prove dirette che ci inducano a pensare che la labirintite abbia una causa virale, ma l’esperienza dimostra che molti virus sono davvero in grado di causare l’infiammazione del labirinto, per esempio è un dato di fatto che nella maggior parte dei casi la patologia segue un raffreddore, un’influenza o un’altra malattia da raffreddamento virale; l’infezione può propagarsi dal petto, dal naso, dalla bocca o dalle vie aeree fino all’orecchio. Meno comunemente causano l’infezione del labirinto infezioni sistemiche, come morbillo, parotite o la mononucleosi. Più raramente la causa scatenante è batterica, che tuttavia sembra interessare maggiormente la popolazione pediatrica e peraltro in forma piuttosto grave, per esempio a seguito di danni. Può infine manifestarsi in soggetti con malattie autoimmuni.
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Possibili cause virali:
- cytomegalovirus;
- virus della parotite;
- virus della varicella;
- virus del morbillo;
- virus dell’influenza;
- virus della parainfluenza;
- virus della rosolia;
- virus dell’herpes simplex;
- adenovirus;
- coxsackievirus;
- virus sinciziale respiratorio (pneumovirus).
I batteri che provocano la labirintite sono gli stessi responsabili anche della meningite e dell’otite:
- Streptococcus pneumoniae;
- Haemophilus influenzae;
- Moraxella catarrhalis;
- Neisseria meningitidis;
- Batteri della specie streptococco;
- Batteri della specie stafilococco;
- Batteri della specie proteus;
- Batteri della specie batteroide;
- Escherichia coli;
- Mycobacterium tuberculosis.
Fattori di rischio
La labirintite virale di solito si verifica negli adulti dai 30 ai 60 anni di età e solo raramente viene diagnosticata nei bambini.
La labirintite purulenta, collegata alla meningite, di solito viene diagnosticata nei bambini di età inferiore ai 2 anni che appartengono alla fascia età maggiormente a rischio per quanto riguarda la meningite. La labirintite purulenta si può verificare a qualsiasi età se si è in presenza di colesteatoma e di otite media acuta non adeguatamente curata.
La labirintite sierosa è più frequente nella fascia di età pediatrica, in cui si verifica anche la stragrande maggioranza dei casi di otite media, sia acuta sia cronica.
Sono poi fattori di rischio più o meno certi:
- abuso di alcolici,
- affaticamento,
- allergie,
- recenti affezioni virali,
- fumo,
- stress.
Sintomi
I sintomi caratteristici della labirintite, sono:
- vertigine;
- stordimento;
- perdita dell’udito;
- nausea;
- vomito;
- acufene;
- sudorazione;
- scialorrea (saliva che cola per difficoltà di deglutizione);
- malessere generalizzato;
- ipercapnia (aumento di anidride carbonica nel sangue);
- nistagmo (movimento involontario dell’occhio).
Quando l’apparato vestibolare è colpito dalla labirintite spesso si crea un movimento rapido e indesiderato dell’occhio (il nistagmo), perché i movimenti rotatori non vengono rilevati con precisione. Gli stessi disturbi possono anche essere provocati dai cambiamenti di pressione, ad esempio quando si va in aereo o si fanno delle immersioni subacquee. I sintomi vertiginosi della labirintite in genere tendono a risolversi in un periodo compreso tra qualche giorno e qualche settimana, mentre è prevedibile l’eventuale recupero della diminuzione d’udito. Oltre alle vertigini (anomala sensazione di movimento), l’ansia cronica è un effetto collaterale frequente della labirintite, che può provocare anche:
- attacchi di panico;
- derealizzazione;
- depressione.
Spesso l’attacco di panico è uno dei primi sintomi che accompagna l’insorgenza della labirintite. Le vertigini potrebbero anche essere provocate da uno stato di grave ansia, mentre la labirintite, da sola, può facilitare la comparsa e la ricorrenza degli attacchi di panico.
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Quando contattare il medico
Contattare sempre il medico curante in caso di episodi di vertigine o difficoltà di equilibrio. Nel caso di sintomi gravi e debilitanti farsi accompagnare in Pronto Soccorso a maggior ragione nel caso in cui comparissero:
- confusione;
- difficoltà di parola;
- visione doppia;
- debolezza o intorpidimento di una parte del corpo;
- cambiamento nel modo di camminare.
Pericoli
I sintomi acuti, cioè le vertigini, la nausea e il vomito, guariscono dopo diversi giorni o settimane in tutti i tipi di labirintite, invece il recupero della riduzione dell’udito varia maggiormente da persona a persona. In caso di episodi vertiginosi è possibile cadere e andare incontro a traumi di varia entità; quando sia presente un vomito particolarmente severo il rischio principale è invece la disidratazione. Sia la labirintite di origine batterica sia quella di origine virale possono causare sordità permanente, ma per fortuna si tratta di un’eventualità rara; il rischio è maggiore in caso di forme batteriche, soprattutto nei bambini che l’abbiano sviluppata come complicazione della meningite. Non è stato riportato alcun decesso associato alla labirintite, tranne nel caso di meningite o di sepsi gravissima (malattia sistemica dovuta all’attivazione del sistema immunitario in seguito alla presenza di batteri o loro tossine nel sangue).
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Durata
La malattia è in genere autolimitante e il processo di guarigione dalla labirintite acuta di solito dura da una a sei settimane, però accade sovente che alcuni sintomi (mancanza di equilibrio e/o vertigini) continuino per diversi mesi o più; nelle ultime settimane di guarigione i sintomi tendono a sfumare gradualmente.
Cura e rimedi
Spesso determinante è l’approccio allo stile di vita, che permette di diminuire sensibilmente l’impatto del disturbo, il trattamento parte in effetti proprio dai seguenti punti:
- abbondante idratazione (bere molto),
- riposo nelle fasi di vertigine acuta,
- evitare il consumo di alcolici,
- ridurre le fonti di stress esterne, come rumori e luci molto intense,
- farmaci per dare sollievo ai sintomi.
In alcuni casi l’otorino può insegnare al paziente specifici esercizi e movimenti per trovare sollievo dalle vertigini, attraverso una sorta di ricalibrazione del sistema vestibolare.
Farmaci
Tra i farmaci, uno dei più usati è la proclorperazina (Stemetil®) che contribuisce ad alleviare i sintomi delle vertigini e della nausea, così come la cinnarizina e simili. Si ricorre spesso alle benzodiazepine, molecole con azione ansiolitica, che in questo caso manifestano anche un’azione diretta sul sistema nervoso centrale a livello della gestione dei segnali dell’equilibrio (provenienti dal sistema vestibolare); non è consigliabile fare un uso protratto di questi farmaci, perché le benzodiazepine generano facilmente dipendenza. Si ricorre talvolta alla prescrizione di cortisonici, che tuttavia non sembrano modificare significativamente la prognosi. Poiché i disturbi dell’umore possono interferire direttamente con il sistema vestibolare, sede dell’infiammazione tipica della labirintite, in alcuni pazienti si prescrivono con successo farmaci appartenenti alla categoria degli SSRI o degli SNRI, principi attivi comunemente usati per il trattamento di ansia e depressione. In caso specifici si può eventualmente ricorrere ad antivirali e antibiotici, ma solo quando si è sicuri di poter agire in modo estremamente mirato. Purtroppo nel caso della labirintite non esistono manovre effettuabili dall’otorino che possano guarire dal disturbo (a differenza per esempio della vertigine posizionale benigna).
Prevenzione
Purtroppo attualmente non si conosce alcun modo di prevenire la labirintite, se non quello generico di avere uno stile di vita sano.
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Lo Staff di Medicina OnLine
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