Differenza tra marmellata, mostarda e senape

MEDICINA ONLINE MARMELLATA GELATINA CONSERVA MOSTARDA SENAPE VERDURA FRUTTA OLIO CROSTATA CREPE NUTELLA CIOCCOLATO BARATTOLO BOTULINO DISINFEZIONE COTTURA BOLLITURA DOLCE PESCA KIWI CREMA NUTELLA LIMONI RICETTA CACAO FATTALa marmellata è un prodotto semisolido dolce, fatto di zucchero e agrumi (arancia, mandarino, limone, cedro, bergamotto, pompelmo) in cui la percentuale di frutta sia almeno il 20%. Le parti di agrumi utilizzabili sono polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza.

La mostarda è una confettura di frutta candita (con sciroppo di zucchero) e speziata (con senape). Il termine mostarda deriva dal latino mostum adens, che dunque definiva una preparazione alimentare decisamente piccante. E’ un prodotto tipico lombardo, in particolare della cucina mantovana. Alcune varietà, come la mostarda cremonese, spesso sono scambiate per canditi di grosse dimensioni, ma in realtà sono un alimento di gusto molto deciso da abbinarsi con piatti salati. Il termine è spesso fonte di equivoci, in quanto esso definisce sia la preparazione propriamente detta, sia, per rimando al francese moutarde, al condimento più noto in italiano come senape, che condivide la stessa base, essendo entrambi gli alimenti preparati con i semi della stessa pianta.

La senape è una salsa preparata con semi polverizzati di senape, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Brassicacee o Crocifere. I semi sono mescolati con acqua, aceto, succo di limone, vino, o altri liquidi, sale, e spesso altri aromi e spezie, per creare una pasta o salsa di colore variabile dal giallo brillante al marrone scuro e dal sapore che spazia dal dolce al piccante. Vi sono in commercio diversi tipi di senape, che cambiano di solito da paese a paese.

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Tipi di mostarda

  • mostarda dolce carpigiana, forse l’unica ad avere origini nobili invece che contadine, rientra nell’elenco dei prodotti tipici e tradizionali dell’Emilia Romagna. Le ricette sono varie e comprendono o meno le diverse varietà di frutta. Quasi tutte impiegano mosto fermentato di uva rossa, mele dolci, pere, mele cotogne e buccia d’arancia.
  • mostarda vicentina, a base di polpa di mela cotogna, che si ottiene dalla cottura della polpa con zucchero al 50% in peso. Una volta raffreddata la marmellata ottenuta, si aggiunge olio essenziale di senape. Si usa anche farla con le pere;
  • mostarda mantovana, con mele cotogne, eventualmente anche con pere ma con frutti interi, rispetto alla Vicentina; è usata come ingrediente nei tortelli di zucca nelle zone del mantovano;
  • mostarda cremonese, una miscela di frutta candita e sciroppo con una percentuale di zucchero del 50-60%, con l’aggiunta di olio essenziale di senape. Usualmente si utilizzano ciliegie, pere, mele cotogne, mandarini, fichi, albicocche, pesche;
  • mostarda di Voghera, miscela di frutta candita e sciroppo; il metodo era già diffuso tra i monaci prima del 1397 per conservare la frutta. In quell’anno infatti Gian Galeazzo Visconti scrisse una lettera al podestà di Voghera lodandone la bontà;
  • mostarda piemontese, o Cognà. È una marmellata a base di mosto d’uva (barbera, uva fragola) cui si aggiungono in cottura: mele cotogne, pere madernassa, nocciole tostate. Viene usata per accompagnare le robiole e i formaggi stagionati in genere;
  • mostarda veneta, confettura di frutta nella cui preparazione oltre alla senape vengono usati vino e canditi. Tradizionalmente viene consumata con il mascarpone durante le feste invernali;
  • mostarda bolognese, confettura dal sapore asprigno a base di prugne, mele cotogne e frutta mista, tipico ripieno delle raviole e della pinza;
  • mostarda forlivese o romagnola, dolce e leggermente piccante; alla frutta aggiunge tradizionalmente mele cotogne e prugne;
  • mostarda toscana, a base di uva, mele, pere, Vin santo e cedro candito, si accompagna a bolliti e arrosti;
  • mostarda d’uva nera, antica ricetta toscana che si preparava all’inizio della vendemmia, a base di uva nera (vitigno Canaiolo) e cedro candito ha gli stessi usi della mostarda toscana.

Tra le mostarde prodotte in Italia meridionale figurano:

  • mostarda calabrese, prodotta con mosto d’uva cotto, depurato con la cenere e impastato con farina e cioccolata;
  • mostarda siciliana, dolce a base di mosto cotto impastato con farina di grano duro e aromi.
  • mostarda pugliese, dolce a base di uva che viene cotta e successivamente passata al setaccio per rimuovere i semi per poi ultimare la cottura.

Tradizionalmente le mostarde vengono usate come accompagnamento al bollito misto, mentre in tempi più moderni si è diffuso l’abbinamento con i formaggi, in genere stagionati. In tempi più recenti si sono diffuse anche mostarde di verdure: zucca, peperoni, cipolline vengono canditi e senapati.

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Crepes alla Nutella o crema alla nocciola: ricetta di uno dei dolci più buoni

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Ingredienti

  • 3 uova;
  • 250 gr di farina;
  • 500 ml di latte;
  • 50 gr di zucchero;
  • un pizzico di sale;
  • Nutella a piacere, in alternativa puoi usare la crema alla nocciola fatta in casa;
  • zucchero a velo o cacao dolce in polvere.

Tempo di preparazione:
20 Minuti

Tempo di cottura:
2 Minuti

Dosi:
4 Persone

Difficolta:
Facile

Procedimento

  1. In una terrina sbattete le uova, aggiungete lo zucchero e il latte. Cominciate poi ad aggiungere la farina sbattendo sempre con una frusta il composto. All’ultimo aggiungete il pizzico di sale.
  2. Mettete a scaldare la padella e spalmateci sopra una noce di burro. Versate l’impasto in padella utilizzando un mestolo. Il fondo della padella deve essere totalmente ricoperto.
  3. Quando i bordi della crepe cominciano a staccarsi dalla padella giratela facendo attenzione a non romperla.
  4. Terminate la cottura dell’altro lato, quindi trasferite la crepe in un piatto.
  5. Spalmate metà superficie con la quantità desiderata di Nutella. Ripiegate la crepe a metà e spolverate con zucchero a velo o cacao dolce in polvere.
  6. Per rendere diversa la vostra crepes dopo aver splamato la Nutella potete spolverarci sopra del cocco grattuggiato o dei pinoli.

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Torrone al cioccolato e nocciole fatto in casa: ricetta facile e golosa

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  • Stampo da 20×10 per un’altezza di 4 cm circa

INGREDIENTI:

  • 250 gr di crema di nocciole (o Nutella)
  • 150 gr di cioccolato fondente al 52% circa
  • 100 gr di cioccolato al latte
  • 200 gr di nocciole intere senza pellicola
  • 100 gr di cioccolato fondente per la copertura

PREPARAZIONE:

  1. Fondete a bagnomaria o al microonde il cioccolato fondente per la copertura e spennellatelo in uno stampo da plum cake, meglio se di silicone,in mancanza di questo va benissimo un qualsiasi altro stampo purché rivestito di alluminio o di carta forno.
  2. Spennellate la base e i lati fino a metà altezza.
  3. Ponete in frigo per farlo solidificare.
  4. Nel frattempo fondete insieme entrambi i tipi di cioccolato rimasti e unite le nocciole intere, mischiate molto bene cercando di fare aderire il cioccolato alle pareti delle nocciole;aggiungete la crema di nocciole e mantecate bene.
  5. Prendete lo stampo in cui il cioccolato si sarà solidificato e versate il composto e con un cucchiaio cercate di fare in modo che si pressi tutto bene evitando che si creino bolle d’aria.
  6. Riponete in frigo per almeno 2 ore.
  7. Se desiderate che sia di forma perfetta, anche sotto, fondete ancora del cioccolato fondente e versatelo sulla parte superiore una volta estratto dal frigo, per poi riporlo a solidificare; io non l’ho fatto perché poi,una volta tolto dallo stampo la base irregolare sarebbe rimasta sotto e oltretutto è bello da vedere,con quelle nocciole che creano tante piccole montagnole golose!

Stupirete tutti con questo torrone,e nessuno crederà che lo avete fatto voi!
Dimenticavo: per una preparazione ancora più veloce e semplice potete evitare di spennellare lo stampo col cioccolato fondente,e avrete un torrone senza copertura e più irregolare, ma ugualmente buono.

Fonte originale: Giallo Zafferano

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Pandoro: ricetta con lievito di birra, facile e gustosa

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E’ curioso sapere che il pandoro è stato disegnato da Angelo Dall’Oca Bianca, un pittore impressionista; la forma, insieme alla ricetta dell’impasto, fu depositata all’ufficio brevetti il 14 ottobre del 1894 da Domenico Melegatti, titolare dell’omonima industria dolciaria.
Noi vi proponiamo la nostra versione realizzata con la biga, ovvero il pre-impasto da preparare la notte precedente alla realizzazione del pandoro e che vi garantirà un prodotto molto aromatico, maggiormente digeribile e più duraturo.
La preparazione del pandoro è piuttosto laboriosa e richiede molte ore di lavorazione, ma la soddisfazione di servire questo lievitato natalizio fatto in casa ripagherà ogni sforzo!

Ingredienti per la biga

  • Farina Manitoba 45 g
  • Acqua 30 g
  • Lievito di birra fresco 5 g

PER IL 1° IMPASTO (PER UNO STAMPO DA 750 G)

  • Biga (preparata e lasciata maturare tutta la notte) 80 g
  • Farina Manitoba 90 g
  • Zucchero 20 g
  • Uova 50 g
  • Lievito di birra fresco 7 g

2° IMPASTO

  • Farina Manitoba 210 g
  • Zucchero 90 g
  • Miele di acacia 10 g
  • Uova (2 medie) 100 g
  • Tuorli (circa 1) 20 g
  • Baccello di vaniglia 1
  • Scorza di limone ½
  • Burro ammorbidito 125 g

Per la biga

Pandoro

Per preparare il pandoro fatto in casa, iniziate dalla biga (il pre-impasto). Dovrete prepararla la sera prima in modo che maturi tutta la notte. In una ciotolina versate 45 g di farina manitoba, 5 g di lievito di birra fresco sbriciolato e 30 g di acqua (1). Mescolate gli ingredienti con le mani (2) per ottenere un impasto omogeneo (3). Coprite con pellicola e lasciate maturare per tutta la notte a temperatura ambiente.

Per il 1° impasto (per uno stampo da 750 g)

Pandoro

Per preparare il primo impasto del pandoro, riprendete la biga fatta maturare tutta la notte come indicato in precedenza (1), versatela in una planetaria dotata di gancio e aggiungete 90 g di farina manitoba, poi 20 g di zucchero semolato (2)  e 7 g di lievito di birra fresco sbriciolato (3).

Pandoro

Cominciate ad impastare con il gancio gli ingredienti facendo andare la planetaria a velocità media; quindi versate l’uovo (uno medio da 50 g) (4) e lavorate ancora fino a completo assorbimento e incordatura. Una volta incordato l’impasto attorno al gancio della planetaria, trasferitelo su un piano di lavoro leggermente infarinato aiutandovi con un tarocco (5); quindi realizzate delle pieghe all’impasto, riportando i lembi laterali verso l’interno (6)

Pandoro

e ripiegando poi l’impasto da sotto verso l’interno (7). Pirlate l’impasto sul banco di lavoro per creare una forma sferica le cui pieghe si dovranno trovare nella parte sotto della palla che formerete (8). Ponete la sfera di impasto con la parte delle pieghe a contatto con il fondo della ciotola e coprite con pellicola (9). Il primo impasto è pronto e dovrà lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore almeno (il forno spento con luce accesa garantirà una temperatura costante di 26-30° massimo); dovrà raddoppiare di volume.

Per il 2° impasto e la cottura

Pandoro

Il vostro primo impasto dopo 2 ore si presenterà come nella foto (1); versatelo nella tazza della planetaria dotata di gancio (2), unite 10 g di miele (3)

Pandoro

e i semi di una bacca di vaniglia (4); poi grattugiate la scorza di mezzo limone (5) prelevandone solo la parte gialla. Quindi versate 90 g di zucchero semolato (6)

Pandoro

e 210 g di farina manitoba (7); iniziate a lavorare l’impasto con il gancio, quindi unite le uova e i tuorli (100 g di uova intere corrispondono a 2 uova medie e un tuorlo a circa 20 g), ma una alla volta (8), attendendo l’assorbimento completo di una prima di procedere con la successiva. Una volta assorbite le uova, assicuratevi che l’impasto si incordi: risulterà elastico ma molto idratato. Potete provare a prenderne in mano una parte per verificarne la consistenza (9).

Pandoro

Quindi prendete 125 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente, ma ancora plastico, e un pezzetto alla volta inseritelo nell’impasto (10) sempre con la planetaria in funzione, attendendo l’assorbimento completo prima di passare al pezzetto successivo. Una volta che tutto il burro sarà assorbito e l’impasto incordato, arrestate la planetaria (11). Raccogliete l’impasto aiutandovi con un tarocco (12)

Pandoro

e rovesciatelo su un piano di lavoro; sempre con il tarocco aiutatevi per realizzare le pieghe di rinforzo. Prendete il lembo in alto e ripiegatelo verso di voi (13), poi nuovamente da sotto a sopra (14). Pirlate l’impasto sul piano di lavoro, ovvero ruotatelo tra le mani (se necessario potete ungervi leggermente le mani con del burro) in modo da realizzare una sfera liscia e ben tesa (15).

Pandoro

Versatela nello stampo da 750 g di pandoro precedentemente imburrato e infarinato assicurandovi che la chiusura delle pieghe realizzate sia verso l’alto (16); lasciatelo riposare per l’ultima lievitazione, sempre in forno spento con luce accesa per almeno 8-12 ore fino a quando non raggiungerà il bordo dello stampo (17). Ora potete togliere lo stampo dal forno, inserire una ciotola con acqua calda alla base del forno per creare la giusta umidità e portare il forno in modalità statica alla temperatura di 140-150° e cuocete il pandoro ponendolo nell’ultimo ripiano del forno per circa 55 minuti, sempre mantenendo la ciotola di acqua all’interno. Una volta cotto (18), sfornate il pandoro e lasciate raffreddare almeno per 30 minuti.

Pandoro

Ponete poi un piatto da portata sulla base del pandoro (19) e capovolgete lo stampo (20); quindi lasciate raffreddare completamente e poi delicatamente sfilate lo stampo (se dovesse far resistenza attendete ancora qualche minuto perché si raffreddi meglio) (20); infine spolverizzate il vosto pandoro con lo zucchero a velo (21) e gustatelo fetta dopo fetta!

Conservazione

Il pandoro fatto in casa si conserva per circa 7 giorni, ben sigillato in pellicola e in sacchetto per alimenti.

Si sconsiglia la congelazione.

Consiglio

Per ottenere un risultato ottimale è consigliabile aggiungere i liquidi poco alla volta per dare tempo alla farina di assorbirli per bene e incordarsi nel migliore dei modi. L’impasto alla fine deve risultare ben incordato e morbido.

Se preferite al secondo impasto potete aggiungere un pizzico di sale!

A cosa servono le pieghe?

Le pieghe servono a dare ariosità all’impasto e a favorire lo sviluppo di un’alveolatura omogenea e fitta. Questa è una fase molto importante per la riuscita ottimale dei lievitati come il pandoro, infatti una volta realizzate le pieghe e la pirlatura (ovvero aver dato una forma rotonda rigirando l’impasto tra le mani sul bancone) dovrete ottenere una sfera ben tesa, per tendere ancora meglio la maglia glutinica dell’impasto.

Perché si usa la biga?

La biga, ovvero il pre-impasto, è una preparazione a base di acqua, farina e lievito di birra o lievito madre che può avere diverse consistenze in base al tipo di risultato che si vuole ottenere. Questo pre-impasto, da far maturare tutta la notte e che renderà l’impasto del pandoro di più lenta realizzazione per le ripetute fasi di lavorazione e lievitazione, garantirà un risultato: fragrante, aromatico, più digeribile e meglio conservabile.

Fonte originale: Giallo Zafferano

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Tiramisù vegetariano extra light: la ricetta con poche calorie

MEDICINA ONLINE RICETTA TIRAMISU LIGHT CALORIE DOLCE MAGRO VEGETARIANO SALUTE ZUCCHERO DOLCIFICANTE DIETA.jpgIl tiramisù vegetariano extra light è un variante leggera del classico tiramisù in cui il mascarpone si sostituisce con la ricotta, un formaggio che contiene metà calorie e molti meno grassi, pur avendo una consistenza cremosa, adatta a dare la giusta struttura e sapore al dolce. Per la preparazione del tiramisù light occorre scegliere una ricotta non troppo granulosa e dal sapore delicato, di latte vaccino. Va inoltre setacciata, in modo da fargli perdere granulosità e farla diventare liscia e spumosa.

INGREDIENTI

  • 400 ml di caffè;
  • 4 uova di gallina;
  • 100 g di zucchero;
  • 1 cucchiaio di rum;
  • 400 g di ricotta;
  • 400 g di biscotti savoiardi;
  • cacao amaro in polvere.

INFORMAZIONI

  • per 10 persone;
  • 285 calorie a porzione;
  • difficoltà facile;
  • pronta in 45 minuti;
  • ricetta vegetariana;
  • ricetta extra light.

PREPARAZIONE

  1. Setacciare la ricotta spingendola con una spatola attraverso le maglie del setaccio.
  2. Preparare il caffè e metterlo a raffreddare in un piatto fondo.
  3. Separare i tuorli dagli albumi, conservando solo metà chiare.
  4. Lavorare, in una terrina, i tuorli con lo zucchero utilizzando la frusta elettrica fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
  5. Aggiungere il rum e lavorare fino ad incorporarlo completamente.
  6. Incorporare, poco per volta, la ricotta, mescolando delicatamente affinché non si formino grumi.
  7. Sciacquare accuratamente la frusta elettrica e montare gli albumi a neve.
  8. Incorporare gli albumi alla crema poco per volta, molto delicatamente, con un cucchiaio di legno.
  9. In una pirofila di misura per fare due strati di savoiardi sovrapposti, stendere uno strato di crema sul fondo, quindi disporvi il primo strato di savoiardi bagnati nel caffè.
  10. Terminato lo strato di biscotti, coprire con metà della crema rimasta.
  11. Fare un nuovo strato di biscotti e coprire con la crema restante livellandola.
  12. Spolverizzare con il cacao amaro setacciato.
  13. Porre ben coperto in frigorifero per almeno due ore prima di servire.

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Libri di cucina con ricette a base di sperma

MEDICINA ONLINE TORTE DI SPERMA BISCOTTI GRASSO UMANO LIPOSUZIONE LONDRA CORSO CUCINA DIETA CIBO LIQUIDO SEMINALE SEMETERAPIAMacrobiotica, fusion, etnica e ora anche a base di sperma. Se le declinazioni della cucinasono virtualmente infinite, le applicazioni non possono essere che singolari.

Circola da ormai da diverso tempo sui social network una news curiosa, quella della pubblicazione di ricettari per prelibatezze a base di liquido seminale umano. In molti han pensato si trattasse di uno scherzo, di qualche trovata per stimolare il chiacchiericcio in rete, eppure quella di questa singolare corrente culinaria è del tutto esistente, nonché già amata da molti.

L’idea è nata da Paul “Fotie” Photenhauer, chef ed esperto di cucina che da diversi anni esplora l’universo dei prodotti alimentari a base di sperma. Diversi i libri a tema già pubblicati, come conferma una ricerca su Amazon: spiccano “Natural Harvest”, un ricettario a base di liquido seminale, e “Semenology”, un compendio per il barman attirato dai cocktail a base di sperma. E poi naturalmente il sito Internet dedicato, a quanto pare gettonatissimo dagli appassionati.

Dal Slightly Saltier Caviar al Mexican Cumslide, passando per il Watermelon Gin Jizz, l’insolita iniziativa porta l’universo della cucina a un nuovo e quantomeno inesplorato livello. «Le persone mangiano le cose più strane» – spiega lo chef in un’intervista per SFWeekly del 2013 – «se non altro lo sperma è fresco e si conosce chi sia il produttore». Naturalmente, la promozione dei libri e il successivo interesse sui media ha generato sia reazioni entusiastiche che altre più critiche, se non disgustate. Queste a dir poco originali ricette non sarebbero adatte a tutti e, come viene più volte sottolineato, non devono comprendere una materia prima – se così la si può definire – da sconosciuti, anche per evitare spiacevoli conseguenze. Nonostante vengano decantate le doti nutrizionali dello sperma, un prodotto mediamente proteico, sembra che gli esperti si siano già espressi: il ricorso non è necessario, perché la normale dieta garantisce tutte le sostanze nutritive di cui l’uomo ha bisogno.

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Pasta alla Norma: ricetta originale siciliana gustosa, facile e veloce

MEDICINA ONLINE PASTA ALLA NORMA RICETTA ORIGINALE SICILIANA GUSTOSA FACILE VELOCE.jpgLa pasta alla Norma è un piatto di origine siciliana, in particolare è una specialità catanese creata come omaggio alla più bella opera del celebre compositore Vincenzo Bellini: la Norma.
Questo gustoso e classico primo piatto viene condito con sugosi pomodori pelati e fettine di melanzane fritte. Ma non sarebbe pasta alla Norma senza l’aggiunta di foglie di basilico fresco e una generosa grattugiata di ricotta salata aggiunta a fine cottura: tutti i profumi mediterranei riuniti in un solo piatto!
La pasta alla Norma è una pietanza dal gusto unico e avvolgente, preparata con ingredienti semplici e genuini: un vero tripudio di sapori assaggio dopo assaggio!

Ingredienti

  • Spaghetti N°5 320 g
  • Ricotta salata 200 g
  • Melanzane 500 g
  • Aglio 5 g
  • Basilico fresco 10 g
  • Sale grosso 50 g
  • Pomodori pelati 800 g
  • Olio extravergine d’oliva 30 g

PER FRIGGERE

Olio di semi di arachidi 700 g

Preparazione

Per preparare la pasta alla Norma cominciate dal condimento. Prendete le melanzane, lavatele, spuntatele e tagliatele a fettine di 0,5 cm di spessore con un coltello o una mandolina, che andrete a porre a strati in un colino appoggiato su di una ciotola; cospargete con sale ogni strato di melanzane che mettete nel colino. Coprite con un piatto o con un peso sistemato sopra per eliminare l’acqua in eccesso e per togliere il retrogusto amarognolo: lasciatele da parte per almeno 1-2 ore.

Prendete una padella antiaderente dai bordi alti, versate l’olio e fate rosolare due spicchi di aglio fino a farli dorare. Unite i pomodori pelati (se preferite potete anche schiacciarli prima con una forchetta) ed aggiustate di sale e pepe. Lasciate cuocere così per 15-20 minuti finché non raggiungono il bollore.

Passate i pelati al setaccio per eliminare tutti i semini e fate nuovamente cuocere per ulteriori 10 minuti. A cottura ultimata, spegnete il fuoco ed aggiungete qualche fogliolina di basilico per insaporire. Tenete il sugo da parte.

A questo punto, riprendete le melanzane, sciacquatele sotto abbondante acqua per togliere il sale e successivamente tamponatele con un panno pulito ben asciutto. Prendete un tegame dai bordi alti, riempite con l’olio di semi e portate alla temperatura di 170° (potete misurare con un termometro da cucina): versate poche fettine di melanzana alla volta in modo che la temperatura dell’olio rimanga tra i 170-180°.

Quando saranno dorate, scolatele con una schiumarola e lasciate asciugare l’olio in eccesso adagiandole su un vassoio coperto con carta assorbente. Poi tagliatele a listarelle, tenendo da parte alcune fettine intere per la decorazione finale.

Unite le melanzane al sugo di pomodoro preparato in precedenza (conservatene una parte che vi servirà per impiattare). Prendete quindi un tegame dai bordi alti, riempitelo d’acqua e portate a bollore. Salate e cuocete gli spaghetti al dente. Una volta cotti, scolateli e trasferiteli direttamente nella padella con il sugo di pomodoro e melanzane.

Fate saltare qualche minuto gli spaghetti per amalgamarli al sugo per insaporire. Grattugiate la ricotta salata a lamelle sottili; servite la pasta alla Norma, aggiungendo qualche cucchiaio di salsa che avete messo da parte, e terminate con una spolverizzata di ricotta, con qualche fettina di melanzana e qualche fogliolina di basilico.

Conservazione

Si consiglia di consumare la pasta alla Norma al momento. Potete conservarla in frigorifero in contenitore chiuso ermeticamente per al massimo 2 giorni. Si sconsiglia la congelazione.

Pomodoro fresco o pelato? Se potete, utilizzate quello fresco ma durante il resto dell’anno potete anche optare per i pomodori pelati!

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Risotto alla zucca vegano, ricetta facile e veloce

MEDICINA ONLINE ZUCCA CALORIE PROPRIETA USI BENEFICI SALUTE FRUTTA VERDURA CUCINA RICETTE RICETTA LIGHT DIETAIl risotto alla zucca è una classica ricetta autunnale molto semplice da preparare, ma gustosa e salutare. Un piatto che, tipica della cucina settentrionale, si è ormai diffuso in tutta Italia e preparato un po’ da tutti in diverse varianti.

Difficoltà: facile – Tempo: di cottura del riso (20′)

Ingredienti (4 Porzioni):

  • 500 gr di zucca arancione (ma potete anche abbondare)
  • prezzemolo
  • 1 cipolla
  • 1 cucchiaio d’olio extravergine
  • un pochino di noce moscata
  • 100 ml di vino bianco secco facoltativo
  • riso (1 tazzina colma da caffè a persona, se ne avanza è buono anche riscaldato)
  • sale quanto basta
  • un pochino di peperoncino
  • acqua bollente e salata a parte, oppure brodo vegetale, un pentolino
  • formaggio grattugiato, pecorino o grana da spolverizzare sopra (facoltativo)

Preparazione:

Tritare la cipolla, il pezzetto di peperoncino e il prezzemolo e far rosolare un po’. Dopo pochi minuti aggiungere la zucca tagliata a pezzi piccoli e successivamente il riso da far tostare, il tutto rimestando con un cucchiaio di legno per pochi istanti, in una padella antiaderente, meglio se di ceramica.

Aggiungere il vino bianco e far sfumare. Aggiungere a mano a mano che asciuga l’acqua bollente o il brodo e una spolverata di noce moscata mescolando. La cottura deve avvenire a fiamma un po’ allegra e rimestando spesso.

Se non siete vegani, mettete del formaggio e far riposare alcuni minuti prima di servire a tavola.

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