Differenza omicidio di primo e secondo grado, manslaughter e murder

MEDICINA ONLINE GIUSTIZIA LEGGE CODICE PENALE CIVILE AVVOCATO LEGISLAZIONE ASSASSIONIO MURDER OMICIDIO PRIMO GRADO SECONDO MURDER MANSLAUGHTER VOLONTARIO PREMEDITATO COLPOSO DOLOSO MORTE GIUDICE.jpgNella legislazione degli Stati Uniti d’America, il reato di omicidio può essere di primo o di secondo grado: quali sono le differenze? Per prima cosa è importante distinguere tra due tipi di omicidio: manslaughter (meno grave) e murder (più grave).

Manslaughter

E’ un tipo di omicidio in cui esistono attenuanti. Esso costituisce un reato diverso dal murder, dal momento che il murder è molto più grave del manslaughter. Può essere volontario (doloso) oppure colposo.

  • Manslaughter volontario (doloso): è un omicidio commesso con l’intenzione di causare la morte di un uomo ma viene considerato di minor gravità in considerazione delle circostanze in cui viene commesso, ad esempio durante un attacco d’ira, in questo caso corrisponde all’omicidio volontario non premeditato della legislazione italiana.
  • Manslaughter colposo: la morte è conseguenza di una condotta imprudente o negligente del reo, in questo caso corrisponde all’omicidio colposo della legislazione italiana.

Leggi anche: Differenza tra omicidio volontario, colposo e preterintenzionale

Murder

E’ un tipo di omicidio in cui non esistono attenuanti, anzi compaiono aggravanti importanti come la premeditazione o la crudeltà. Il murder può essere di primo grado (più grave) o di secondo grado (meno grave). In alcuni stati è presente anche l’omicidio di terzo grado.

Leggi anche: Differenza tra arma da fuoco ed arma da sparo con esempi

Omicidio (murder) di primo grado

L’omicidio (murder) di primo grado è la forma più grave di omicidio, tanto che – se lo stato in cui viene commesso lo prevede o se il reato è federale – può comportare la condanna alla pena di morte. Perché un omicidio venga classificato di primo grado è necessario dimostrare che il reato sia il risultato di un disegno criminoso premeditato volto all’uccisione di un uomo. Si parla in proposito di malice aforethought, cioè di premeditazione del reato di omicidio. L’omicidio di primo grado è dunque un omicidio premeditato che non sia stato compiuto in uno stato d’ira o di concitazione, accostabile al reato di omicidio volontario premeditato della legislazione italiana.

Accanto all’omicidio premeditato si possono individuare altre due forme di omicidio di primo grado, definite in base alle circostanze oggettive in cui il delitto è stato commesso:

  • omicidio compiuto con particolare crudeltà o violenza: le modalità di esecuzione del reato determinano la sua qualificazione come reato di primo grado anche a prescindere dall’esistenza o meno di premeditazione;
  • felony-murder: è colpevole di omicidio di primo grado chiunque abbia partecipato alla commissione di un diverso grave crimine (felony), quando in conseguenza di tale reato si sia causata la morte di un uomo. Qualora ad esempio tre persone compiano una rapina in banca ed uno solo dei rapinatori spari ed uccida una persona nel corso del furto, tutti e tre i rapinatori potranno essere condannati per omicidio di primo grado, anche se la morte della vittima è imputabile esclusivamente a uno dei malviventi. In questo caso la sola partecipazione ad un diverso crimine, in conseguenza del quale si è verificata la morte di un uomo, fa sì che tutti gli autori del primo crimine possano rispondere di omicidio. Alcuni stati estendono ulteriormente la portata di questo principio e puniscono per omicidio di primo grado tutti gli autori di un diverso crimine, a causa del quale si è verificata la morte di un uomo, anche quando la morte non sia imputabile ad alcuno degli autori del primo reato, ma sia stata cagionata da altra persona o sia un evento accidentale.

Leggi anche: Rigor mortis (rigidità cadaverica): perché avviene e dopo quanto tempo dalla morte?

Omicidio (murder) di secondo grado

L’omicidio di secondo grado è una figura residuale, nel senso che viene considerato di secondo grado ogni omicidio che sia un murder e che non abbia i requisiti espressamente previsti per l’omicidio di primo grado. Sul piano generale, tutte le volte che un omicidio volontario non può essere qualificato di primo grado, perché privo di premeditazione oppure perché non caratterizzato da particolare crudeltà nell’esecuzione o perché non avvenuto in concomitanza con un altro grave reato (felony), si potrà affermare che si tratta di un omicidio di secondo grado, purché non lo si possa altrimenti qualificare come un manslaughter volontario. Nella legislazione italiana si accosta all’omicidio volontario non premeditato, senza aggravanti.

In alcuni stati si configura il reato di omicidio di secondo grado quando una persona procura ad un’altra delle lesioni gravi e quest’ultima muore. L’autore delle lesioni risponderà di omicidio di secondo grado anche se la morte non era stata da lui voluta né prevista come conseguenza delle lesioni causate alla vittima. In altri casi è chiamato a rispondere di omicidio di secondo grado colui che, sottraendosi all’arresto, causa la morte di un uomo oppure determina col suo gesto le circostanze che portano all’uccisione del seguente.

Leggi anche: Differenza tra arma bianca, da fuoco e da taglio

Omicidio (murder) di terzo grado

Negli stati dove sono previsti tre diversi gradi di omicidio, viene considerato omicidio di terzo grado qualunque omicidio volontario che non abbia i requisiti espressamente previsti né per il primo né per il secondo grado.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Impennata della Sindrome di astinenza da oppioidi nei neonati

MEDICINA ONLINE FARMACO MEDICINALE PRINCIPIO ATTIVO FARMACIA PILLOLA PASTIGLIA DINITROFENOLO DNP DIMAGRIRE DIETA FARMACI ANORESSIZANTI MORTE EFFETTI COLLATERALI FOGLIO FOGLIETTO ILLUSTRANuovi dati drammatici sull’incidenza della Sindrome di astinenza da oppioidi nei neonati – NAS in sigla – con cui un numero crescente di bimbi viene alla luce negli Stati Uniti. Causata in particolare dai farmaci oppioidi presi dalle madri, ma anche da altre sostanze stupefacenti, la sindrome colpisce ben più dei 6 neonati ogni 1.000 registrati di recente dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, i Cdc.

Ad esserne convinti sono gli stessi esperti governativi, in quanto non tutte le contee e Stati Usa riportano questi dati. Gravissima specialmente la situazione in Tennessee, dove le madri nelle aree più rurali risultano tra le più colpite da dipendenza da oppioidi. Nello Stato, i neonati venuti alla luce con ‘NAS’ sono addirittura più di 50 ogni 1.000 nascite.

Ben 8 procuratori generali statali di altrettante contee del Tennessee hanno intentato causa a nome dei bimbi venuti alla luce con ‘NAS’ contro le aziende produttrici di oppioidi, ossia le case farmaceutiche. A livello nazionale, in America,negli ultimi 15 anni, il numero di bimbi nati con NAS è quadruplicato.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

USA: in arrivo la prima legge contro la masturbazione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MASTURBAZIONE FA BENE O FA MALE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiEra stato presentato come una provocazione. Ma ora la proposta di sanzionare la masturbazione maschile rischia di diventare legge, in Texas. Gli uomini “colpevoli” di masturbarsi al di fuori di strutture mediche approvate possono rischiare una multa di 100 dollari.
Il disegno di legge ha infatti superato la prima lettura nella Camera dei Rappresentanti dello stato.
Presentata dalla deputata democratica Jessica Farrar, la legge era una risposta al dibattito sulla salute riproduttiva delle donne che sta attraversando tutti gli States e che, con l’amministrazione Trump, vede protagonisti uomini che decidono della sessualità e della salute delle donne.

SE GLI UOMINI DECIDONO DEL CORPO DELLE DONNE

L’idea era quella di rispondere satiricamente all’affermarsi del principio per cui uomini decidono cosa le donne possono fare dei loro corpi, com’è accaduto, ad esempio col taglio di fondi alle organizzazioni che si occupano di interruzione di gravidanza. Capovolgendo la prospettiva, una donna si è fatta promotrice di una proposta di restrizione della libertà sessuale degli uomini.
Il testo di Farrar prevede che “ogni emissione masturbatoria non regolata fuori dalla vagina di una donna o al di fuori di una struttura medica o sanitaria, sarà sanzionata con 100 dollari ciascuna e sarà considerato un atto contro un bambino non nato e contro la sacralità della vita”.

LE PIÙ RESTRITTIVE LEGGI SULL’ABORTO

L’unica masturbazione ammessa, secondo la legge presentata dalla deputata, può essere in una struttura sanitaria che raccolga lo sperma e lo destini alla procreazione.
Tra i 50 stati della federazione, il Texas è quello che ha le leggi più restrittive in tema di aborto e Farrar ha dichiarato di non avere superato il limite quando è incappata in una legge che impone alle donne di seppellire o cremare i feti abortiti.
Il Parlamento texano, prevalenza repubblicana, potrebbe quindi approvare la legge nata come una provocazione.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Michael Jordan: biografia della più grande leggenda del basket

medicina-online-dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-roma-michael-jordan-nella-mia-vita-ho-riabilitazione-nutrizionista-dieta-medicina-estetica-cavitazione-radiofrequenza-ecografia-seno-pulsatMichael ‘Air’ Jordan, leggenda del basket americano, nasce il 17 febbraio 1963 a New York, nel quartiere di Brooklin, dove i genitori James e Delores si erano appena trasferiti. Il suo nome completo è Michael Jeffrey Jordan. La famiglia è di umili origini: il padre lavora come meccanico alla centrale elettrica mentre la madre ha un modesto impiego in banca.

Il ragazzo è molto timido, al punto che frequenta per tre anni un corso di economia domestica, dove impara a cucire, spaventato dal fatto che, crescendo, non avrebbe mai trovato una donna con cui sposarsi. Fortunatamente l’interesse per lo sport serve a incanalare tutte le sue energie: in compagnia del fratello Larry e della sorella Rasalyn pratica diverse attività sportive.

Studente medio, ma già atleta eccezionale, brilla nel basket, ma anche nel football americano (come quarterback) e nel baseball (come lanciatore). Tutto questo però sembra insufficiente per l’allenatore di basket che decide di non sceglierlo per la squadra di quella che in America equivale alla scuola media. Eppure le sue doti emergono: nelle poche partite che gli è consentito giocare conquista in breve la fama di “dunker”, a causa delle bellissime schiacciate che è in grado di effettuare. Dopo un anno di duro lavoro viene inserito in prima squadra e diventa subito famoso in tutto lo stato tra i migliori giocatori del campionato scolastico.

A fine stagione la squadra di Wilmington è campione e per Micheal Jordan arriva anche la convocazione per la partita degli all-stars delle High School.
Alla North Carolina university, al suo primo anno (1981) segna il tiro decisivo nella finale della NCAA, la famosa lega universitaria americana di basket. Terribilmente assorbito dall’impegno e dalla passione sportiva, abbandona prematuramente l’università. Partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles, vince l’oro e approda all’NBA.

Viene scelto come terzo giocatore dai Chicago Bulls. La squadra è considerata di bassa classifica, ma al suo arrivo tutto cambia. La gara d’esordio è contro Washington: i Chicago escono vincitori, con Michael che riesce a segnare 16 punti. Al termine della prima stagione viene eletto “Rookie of the year” (matricola dell’anno) e dopo pochi mesi viene votato per partecipare all’Allstar Game, che gli permette di essere messo sotto gli occhi del grande pubblico.

Leggi anche:

La seconda stagione però non inizia nemmeno: la causa è un infortunio, il 25 Ottobre 1985, in una partita di allenamento contro i Golden State Warriors. Il risultato sono cinque mesi di stop per una frattura da stress. Il rientro avviene il 14 marzo 1986 quando mancano ancora 18 partite di stagione regolare. La voglia di rivincita è tanta e soprattutto c’è il desiderio di dimostrare che le sue capacità non sono scomparse. Il risultato di questa spinta interiore è eccezionale: nei playoff segna 63 punti contro i Boston Celtics di Larry Bird, la sua miglior prestazione di sempre.

Nell’estate 1986 inizia a prendere forma attorno a Micheal Jordan la squadra che diventerà la dominatrice degli anni ’90. Il terzo campionato NBA è per Jordan quello della conferma e della continuità, vince infatti per la prima volta la classifica marcatori con 37.1 punti a partita, una media da fantascienza del basket che forse nessuno riuscirà mai ad avvicinare.

Negli 82 incontri di regular season Mike è il miglior realizzatore dei Bulls in 77 partite, segna due volte 61 punti, arriva a 50 in otto partite, ne mette 40 o più per addirittura 37 volte. Supera la barriera dei tremila punti e con 3041 segna il 35% dei punti totali realizzati da Chicago. Tutto ciò non lo distoglie dall’applicazione in difesa: è il primo giocatore della storia a concludere un campionato con 200 palle recuperate accoppiate a 100 stoppate.

Dopo le edizioni “Slam Dunk Contest” del 1987 e del 1988 Michael viene consacrato “Air”, per la sua grandiosa capacità di volare a canestro. Grazie a questi risultati e all’immenso seguito di cui gode negli Stati Uniti, il suo nome e la sua immagine diventano, com’è facilmente immaginabile, una macchina per fare soldi. Tutto quello che tocca diventa oro: a Chicago apre addirittura un ristorante dove può mangiare senza essere assediato dai fan. Anche il valore complessivo dei Bulls ha avuto una crescita inimmaginabile: passa da 16 a 120 milioni di dollari.

Alle olimpiadi di Barcellona 1992, insieme a Larry Bird e Magic Johnson, Mike è una delle stelle del favoloso “Dream Team”: vince il suo secondo oro olimpico.

La crisi però è dietro l’angolo. Dopo aver ottenuto tutto ciò che era umanamente possibile ottenere come atleta, Michael Jordan annuncia a sorpresa il suo ritiro.

Il 6 ottobre 1993 in una conferenza straripante di giornalisti al fianco di Jerry Reinsdorf, proprietario dei Chicago Bulls, e David Stern, commissioner NBA, comunica al mondo la sofferta decione. Lui stesso ammette in una dichiarazione: “Ho perso ogni motivazione. Nel gioco del basket non ho più nulla da dimostrare: è il momento migliore per me per smettere. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Tornare? Forse, ma ora penso alla famiglia”.

A parte queste dichiarazioni “esistenziali”, a incidere sulla sua decisione sono soprattutto due fattori. Il primo è legato alla vicenda del gioco d’azzardo e alle scommesse, il secondo è la tragica morte di suo padre James, ucciso con un colpo di pistola calibro 38 ai bordi di un’autostrada del North Carolina a scopo di rapina.

Quasi un anno dopo il ritiro, il 9 settembre 1994, torna a giocare al “Chicago Stadium” in una partita di beneficenza tra giocatori NBA organizzata dal suo ex compagno Pippen. La cerimonia avviene dentro ad uno United Center stracolmo, le lacrime si sprecano quando viene alzata sul soffitto la tela della sua maglia: la storia del fantastico ‘Air’ Jordan sembra davvero finita.

“Voglio dimostrare di poter primeggiare anche in un’altra disciplina”, sono le prime parole del nuovo Jordan. Ecco allora che il 7 febbraio 1994 firma un contratto con la i Chicago White Sox, squadra della major league di baseball. Un sogno coltivato sin da quando era ragazzino, che però si infrange solo dopo 45 giorni quando si dovrà accontentare della molto meno prestigiosa maglia dei Birmingham Barons in una lega di seconda divisione. “E’ stato un sogno per me, 16 dollari al giorno per mangiare attraversando le piccole città dell’America in pullman, un’esperienza che mi ha arricchito. Mi ha dato più voglia di tornare a giocare a basket”.

Ben presto dunque torna a casa, dichiarando che la sua esperienza con il baseball è conclusa. I suoi tifosi iniziano a sperare quando si allena per due giorni di fila con i Bulls. La rete televisiva ESPN interrompe i programmi per dare la notizia di un suo possibile ritorno. La Nike invia 40 paia di scarpe ai Bulls, quelle di Jordan. Il 18 marzo alle 11:40 del mattino i Bulls emanano un breve comunicato: “Michael Jordan ha informato i Bulls di aver interrotto il suo volontario ritiro di 17 mesi. Esordirà domenica a Indianapolis contro i Pacers”. Michael Jordan, accompagnato da alcune guardie del corpo, si presenta a una conferenza stampa superaffollata balbettando solo poche parole: “I’m back!” (Sono tornato!).

Non ancora appagato dei trionfi ottenuti, decide di continuare per un’ulteriore, forse ultima, stagione. La marcia dei “tori” durante la regular season 97-98, anche se non emozionante come le precedenti, è comunque convincente. L’esito è sempre lo stesso: i Bulls giungono nuovamente alla finalissima, dove incontrano i Jazz per il secondo anno consecutivo, uscenti da un’agevole finale di Conference vinta per 4-0 contro i giovani Lakers. I Bulls arrivano così al sesto titolo, forse l’ultimo, come detto, per Michael Jordan, che intravede all’orizzonte sempre più da vicino il momento del ritiro definitivo.

Si ritirerà ripensandoci per ben due volte, fino al ritiro definitivo che arriva nel 2003. Michael Air Jordan lascia i parquet con un interminabile numero di record alle spalle.

Di lui hanno detto:

“È Dio travestito da Michael Jordan”. (Larry Bird, dopo il record di 63 punti segnati da M. Jordan contro i Boston Celtics nei Playoff).

“È il numero uno, credetemi” (Magic Johnson)

“La sera prima di gara 5 della finale, Michael Jordan mangiò una pizza e si beccò una intossicazione alimentare. Volle scendere ugualmente in campo e segnò 40 punti. È questo il doping del campione vero: la voglia di giocare” (Spike Lee)

 

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra FBI, CIA, NSA, DEA, SWAT e Polizia di Stato negli USA

MEDICINA ONLINE CIA FBI NSA DEA STATE POLICE SHERIFF DIFFERENCE SPECIAL FORCE USA PICS PICTURES WALLPAPER WEAPONS WAR BAD DIFFERENZA FORZE SPECIALI TESTE DI QUOIO NAS POLIZIA DI STATO AGENZIA STATI UNITI AMERICA BIG BROTHERCIA

La CIA (Central Intelligence Agency) è l’agenzia di spionaggio degli USA. Si occupa di raccogliere informazioni segrete su Stati, società, persone. Uno dei suoi compiti è anche quello di assicurarsi che tali informazioni arrivino al governo statunitense. La CIA dispone di un corpo militare segreto, entrato in azione anche nella guerra fredda. L’agenzia venne fondata dal presidente Harry Truman sui resti dell’OSS, una vecchia organizzazione con scopi simili a quelli della CIA. Pochi anni dopo la sua fondazione, il governo non ha controllato più le attività della CIA lasciandola libera di operare. In seguito, sotto il comando di Allen Dulles, l’organizzazione spionistica si poté sviluppare velocemente. Cadde rovinosamente in basso quando si verificò lo scandalo Watergate, cioè lo spionaggio di politici democratici da parte del presidente Nixon in prossimità delle elezioni. Si venne poi a scoprire che la CIA aveva condotto operazioni losche in Sud America e a Cuba. Inoltre Nixon aveva utilizzato l’agenzia per fermare alcune indagini. Ma ciò che più fece ritorcere contro la CIA l’opinione pubblica statunitense fu lo spionaggio interno. I servizi segreti possedevano circa 7.500  dati su individui appartenenti a gruppi pacifisti (CHAOS). Quando il Central Intelligence Agency Act (chiamato anche “Public Law 110”) venne fondato, fece sì che gli agenti potessero usare il fisco segreto, cioè una serie di somme frutto anche di traffici illegali e pertanto non registrate ufficialmente dallo Stato, e di essere esenti dalla maggior parte delle limitazioni sugli usi del fondo federale. Oggi si pensa che istituzioni come la CIA siano controllate dal governo (Obama ha nominato i direttori di queste agenzie), ma di solito organizzazioni del genere agiscono abbastanza liberamente. Come già citato, la CIA ha condotto numerose operazioni in Sud America e Cuba, ma ne ha attuata qualcuna anche in Europa. In quest’ultima zona, in piena guerra fredda, favorì gruppi e partiti anti-comunisti in Italia e in Francia e cercò di far scoppiare rivoluzioni in Bielorussia e in Ucraina. In centro e  in Sud America appoggiò molti colpi di stato e commissionò assassinii ai danni dei presidenti di queste zone. Nella lista delle persone da uccidere figuravano Raul Castro, Fidel Castro, Che Guevara, che vide la sua fine in Bolivia proprio a causa dello spionaggio della CIA, Salvador Allende (Cile) che fu rovesciato da un colpo di stato finanziato da agenti segreti statunitensi, Charles De Gaulle (Francia), Abdul Karim Kassem (Iraq), l’Ayatollah Ruhollah Khomeini (Iran), Muammar Gheddafi (Libia), Gamal Abdel Nasser (Egitto), Kim Gu, Kim II Sung (Corea del Nord), Ngo Dhin Diem (Vietnam del Sud), che dopo aver goduto del favore degli Stati Uniti cadde in disgrazia.

Leggi anche:

FBI

L’FBI (Federal Bureau Investigation) è il principale corpo della polizia federale statunitense. Anch’esso come la CIA nasce sulle ceneri di una vecchia organizzazione, la BOI. Possiede il suo nome attuale grazie a John Edgard Hoover, direttore del BOI che battezzò e diresse l’FBI per ben 48 anni. I suoi obiettivi sono:

  1. Proteggere gli Stati Uniti dal terrorismo;
  2. Proteggere gli Stati Uniti dallo spionaggio di agenzie straniere;
  3. Proteggere gli Stati Uniti dagli attacchi cibernetici e dal crimine informatico;
  4. Combattere la corruzione in campo politico;
  5. Proteggere i diritti civili;
  6. Combattere la criminalità organizzata a livello nazionale ed internazionale;
  7. Combattere la criminalità dei colletti bianchi;
  8. Combattere i maggiori crimini violenti;
  9. Collaborare con le altre agenzie federali, statali, locali ed internazionali;
  10. Migliorare la tecnologia per il successo delle operazioni dell’FBI.

Sono scritti in ordine di importanza. Il governo ha cercato di agevolare l’investigazione del Bureau, approvando leggi come la Patriot Act (che permette di controllare le attività su internet di alcuni individui, gestire gli archivi di biblioteche, etc…) e favorendo lo sneak and peek (azione di infiltrazione senza avviso in proprietà private). Per quanto riguarda il crimine informatico, c’è da dire che i suoi poteri prevedono anche il divieto di diffusione di filmati pedo-pornografici e la lotta agli hacker che immettono virus o altro. Prima di intervenire l’FBI deve mostrare le indagini al segretario di Stato o a qualche organo competente. Nella sua storia l’FBI ha dovuto fronteggiare organizzazioni come il KuKluxKlan e ha anche arrestato numerosi criminali come John Dillinger, Lester Joseph Gillis e tanti altri ancora… Negli anni della guerra fredda la priorità era quella di scovare le spie sovietiche presenti sul territorio statunitense. Furono condotte azioni anche contro il partito comunista statunitense e contro alcuni gruppi di ideologia vagamente comunista: era il periodo della paura rossa. Uno degli obiettivi dichiarati è la difesa dei diritti civili. Ci sono molti dubbi sull’operato dell’FBI negli anni della segregazione proprio in questo ambito. Infatti si pensa che Hoover non abbia indagato a fondo sulla morte di Kennedy e che andasse contro le azioni di Martin Luther King. Negli anni ’80 e ’90 si incrementarono le azioni anti-terrorismo a discapito di quelle anti-spionaggio (anche a causa della fine della guerra fredda). L’FBI riuscì a sventare un attentato al World Trade Center di New York nel 1993. Ma non riuscì a evitare l’attentato dell’11 settembre. Si dice che non abbia fatto molto per evitarlo e che per lo scarso coordinamento tra le varie organizzazioni per la sicurezza l’attentato sia riuscito. L’FBI possiede un proprio laboratorio scientifico e informatico, una SWAT (una squadra specializzata contro il terrorismo) e altro ancora.

Leggi anche:

NSA

La National Security Agency (NSA, Agenzia per la Sicurezza Nazionale), è l’organismo governativo degli Stati Uniti d’America che, insieme alla CIA e all’FBI, si occupa della sicurezza nazionale. In particolare è l’ente incaricato della sicurezza in ambito interno-nazionale, così come la Central Intelligence Agency – CIA, è incaricata della sicurezza all’estero. L’NSA, infatti, ha la funzione di monitorare tutto il territorio nazionale statunitense per tutelarne l’integrità da attacchi di qualunque tipo, nonché proteggere i dati e i messaggi che giornalmente transitano attraverso uffici governativi, Casa Bianca, Pentagono, ambasciate ecc.

DEA

La DEA (Drugs Enforcement Administration) è l’agenzia anti-droga statunitense. Nasce nel 1973 e collabora con l’FBI. Il suo compito è quello di bloccare i traffici internazionali. Il capo della DEA è nominato dal presidente degli Stati Uniti e confermato dal Senato. Talvolta la DEA con il pretesto di combattere il traffico di droga apre spazi di manovra per gli agenti statunitensi i territorio straniero come è successo in Bolivia e in Colombia.

SWAT

Con “SWAT” (Special Weapons And Tactics) si intendono le unità di forze speciali destinate a operazioni anti-terrorismo, salvataggio di ostaggi e antisommossa, presenti in molti dipartimenti di polizia, sia statali che federali (come L’Hostage Rescue Team dell’FBI), degli Stati Uniti d’America. In senso generico il termine SWAT viene inoltre usato per indicare le unità di polizia destinate a compiti ad alto rischio, comprendenti dipartimenti di polizia sia statali che federali. Come prima accennato le unità SWAT vengono impiegate per compiere operazioni ad alto rischio, come ad esempio:

  • arresti di importanti criminali;
  • prevenzione di attacchi terroristici;
  • scontri a fuoco con criminali.

Nella maggior parte dei casi, però, il salvataggio degli ostaggi è un compito che spetta all’Hostage Rescue Team (HRT) dell’FBI, in quanto il sequestro di persona negli Stati Uniti d’America è un reato federale e l’HRT conta su personale più qualificato ed addestrato per tali situazioni. Ciò considerato, è necessario specificare che le unità SWAT operanti negli Stati Uniti d’America sono distribuite in modo eterogeneo sul territorio, quindi addestrate in modo tale da poter rispondere alle urgenze rilevate nell’area del proprio dipartimento, come avviene per le SWAT assegnate nelle contee.

Leggi anche:

Polizia di stato

Con “Polizia di Stato” (State police) negli USA si intendono i corpi di polizia dei 50 stati federati degli Stati Uniti d’America, avendo in quel Paese le singole autorità statali propria autonomia per condurre attività di contrasto alla criminalità e di indagine penale. Attualmente sono ventitré gli Stati che usano il termine “State police”, altri usano il termine Highway patrol o State patrol. In generale, questi corpi svolgono funzioni al di fuori della giurisdizione della contea di giurisdizione dello sceriffo (con eccezione del Vermont), come far rispettare le leggi sul traffico su strade statali e autostrade interstatali, sovrintendere alla sicurezza del governo statale, proteggendo il governatore, la formazione di nuovi agenti per la polizia locale per i comuni troppo piccoli per avere una propria accademia di polizia. Fornisce servizi di supporto tecnologico e scientifico, e di coordinamento.

Sceriffo

Negli Stati Uniti d’America lo sceriffo è un funzionario di polizia responsabile dell’applicazione della legge in una contea. La carica è solitamente attribuita per elezione da parte dei cittadini, secondo una tradizione tipicamente statunitense. I funzionari che lavorano nell’ufficio dallo sceriffo, alle sue dipendenze, hanno il titolo di vice sceriffo (deputy sheriff). Essi sono nominati direttamente dallo sceriffo ed espletano le sue stesse funzioni; possono essere suddivisi in general deputies e special deputies. La relazione tra sceriffo e altre forze di polizia varia a seconda dello stato e, all’interno di alcuni stati, anche da contea a contea. In alcune contee lo sceriffo può essere la figura più importante, in altre invece fa poco più che amministrare la prigione della contea, provvedere al trasporto dei prigionieri ed assicurare il servizio di sicurezza per il tribunale della contea. Molte città ed alcune contee hanno un capo (o commissario o sovrintendente) della polizia, che è il funzionario posto a capo del dipartimento di polizia. A differenza dello sceriffo, il capo della polizia non è eletto, ma solitamente è nominato dall’autorità esecutiva della municipalità o contea. Poi a livello di Stato federato vi è la State police che dipende dal governatore. In molte giurisdizioni statunitensi, lo sceriffo provvede anche alla notifica degli atti giudiziari e ai mandati di comparizione emanati dai tribunali dello stato. Spesso lo sceriffo inoltre conduce le vendite all’asta dei terreni in preclusione, ed ha sovente il potere di eseguire la confisca dei beni personali che vengono requisiti in esecuzione di una sentenza. In altre giurisdizioni questi compiti relativi ai processi civili sono eseguiti da altri funzionari, come i marshal o i connestabili. Il Connecticut ha abolito gli sceriffi con un referendum popolare nel 2002. Le Hawaii hanno lo “Sceriffo delle Hawaii”, che fa parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza delle Hawaii.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Ti regalo un fiore

 

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TI REGALO UN FIORE PACE GUERRA VIETNAM Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgUna donna manifesta di fronte alla polizia militare di guardia al Pentagono durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam.

Ti regalo un fiore

Arlington, Virginia, Stati Uniti d’America, 21 ottobre 1967, foto scattata dal sergente Albert R. Simpson

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Grassi idrogenati vietati negli USA, ecco perché

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO HAMBURGER PATATINE FRITTE PATATE PANINO FAST FOOD JUNK FOOD FRITTI DIETA DIMAGRIRE GRASSI (10)I grassi idrogenati sono grassi che hanno subito un processo di idrogenazione, ovvero un processo chimico che, cambianodone la struttura, trasforma un grasso oleoso in grasso solido. Questo processo nel campo dell’industria alimentare comporta diversi vantaggi:

  • costi ridotti: molti produttori alimentari li utilizzano per risparmiare sui costi;
  • minore deperibilità: i grassi idrogenati deperiscono con difficoltà e danno la possibilità ai produttori di commerciare alimenti con una data di scadenza prolungata;
  • consistenza: conferiscono ai prodotti industriali una consistenza pastosa.

Rischiosi per la salute 

I grassi idrogenati però sono rischiosi per la salute. Dopo il processo di idrogenazione i grassi risultano composti da un’alta percentuale di grassi trans, causa comprovata di problemi cardiovascolari, dell’innalzamento del colesterolo cattivo e dell’abbassamento di quello buono.
L’OMS in una risoluzione del 2004, consiglia l’eliminazione dei grassi trans, che vengono segnalati tra i fattori di rischio per l’insorgere di malattie cardiovascolari (una delle più diffuse tra le malattie non trasmissibili).

Nelle merendine e nei biscotti

Si trovano soprattutto nei cibi confezionati di produzione industriale: merendine, biscotti, torte, pop-corn, tutti quelli che contengono in etichetta la scritta “oli vegetali idrogenati” o “grassi idrogenati”. La margarina è il prodotto che ne è più ricco per definizione (anche se oggi ne esistono in commercio alcune non prodotte per idrogenazione).  I “trans” sono usati da decenni nell’industria alimentare, in particolare nei prodotti da forno, perché sono pratici da usare e a basso costo. In più hanno il vantaggio di migliorare il sapore dei prodotti e la loro friabilità, e di allungarne la durata sugli scaffali. Negli Stati Uniti stanno per metterli definitivamente al bando.

Le accuse

Già da diversi anni sono ritenuti dannosi per la salute, accusati di far alzare i livelli di colesterolo cattivo, provocare danni alle arterie, e di conseguenza malattie cardiovascolari. Nel tempo, si sono accumulate le prove della loro pericolosità. Secondo uno studio del 2006 sul New England Journal of Medicine, solo negli Stati Uniti sono all’origine ogni anni di un numero di infarti compreso tra 72 mila e 228 mila. La demonizzazione dei grassi trans è andata di pari passo con la riabilitazione dei grassi saturi di origine animale, contenuti nel burro, nei formaggi, nella carne rossa. Ovviamente non si può abusarne (anche dato il loro contenuto calorico) ma, come ha sottolineato anche un recente articolo sul British Medical Journal, in base agli studi più recenti possono considerarsi scagionati dall’accusa di essere i principali responsabili dell’intasamento di vene e arterie. Addirittura, questi grassi risulterebbero protettivi per il cuore, in particolare se assunti attraverso i latticini. Per i grassi trans, invece, le accuse sembrano ormai provate al di là di ogni dubbio. Quando si pensava che “facessero bene”

La cattiva fama dei grassi trans è recente 

Fino agli anni ’80, erano considerati addirittura benefici. La margarina, come molti ricorderanno, veniva raccomandata come un sostituto del burro più leggero e salutare. La storia dei grassi trans inizia nel 1902, quando lo scienziato Wilhelm Normann scoprì che aggiungendo idrogeno agli oli vegetali, questi si solidificavano, creando nel processo grassi “trans”. Quando iniziò l’allarme contro il burro e gli altri grassi saturi di origine animale, la margarina e i grassi trans parvero l’alternativa migliore. Solo a partire dagli anni ’90 le ricerche hanno evidenziato che i trans sono responsabili di aumentare il colesterolo cattivo e di provocare danni alle arterie, infarti e ictus.

La messa al bando

Il loro uso negli ultimi anni è già fortemente diminuito. Dal 2006, negli Stati Uniti è obbligatoria la dichiarazione del contenuto di grassi trans presenti. Lo stato di New York ne ha bandito alcuni anni fa l’uso nei ristoranti. E molte industrie alimentari e catene di fast-food si sono adeguate riducendo o eliminandoli dai loro prodotti. Il bando imminente deriva dalla decisione della Food and Drug Administration, l’ente regolatorio in materia negli Usa, di toglierli dalla lista degli additivi considerati “sicuri”. La conseguenza pratica è che sarebbero le industrie a dover dimostrare che non sono dannosi, prima di usarli nei loro prodotti, che equivale a bandirli. In Europa è per ora obbligatorio solo dichiarare la loro presenza (indicata dalla dicitura “grassi idrogenati” o “parzialmente idrogenati” in etichetta), ma non la loro quantità. Solo la Danimarca ha messo per legge una soglia tollerabile del 2 per cento, che non può essere superata. Le analisi e gli studi sui prodotti mostrano che negli ultimi anni, anche in Europa, c’è stata una diminuzione costante nell’uso dei grassi trans, anche se i prodotti che li contengono non sono certo spariti dagli scaffali dei supermercati. Molte aziende, anche in Italia, semmai specificano sull’etichetta “non contiene grassi idrogenati” quando sicuramente sono assenti. Chissà se con la mossa americana cambieranno le cose anche da noi.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il DNA umano può essere brevettato?

DOTT. EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MEDICINA ONLINE LABORATORIO RICERCA OSPEDALE SCIENZA SCIENZIATO MICROSCOPIO FARMACI CHIMICA TESTIl DNA umano non può essere brevettato. E’ questa la posizione definitiva della Corte Suprema degli Stati Uniti il relazione al caso Myriad Genetics, azienda che detiene i diritti degli esami genetici ai quali si è sottoposta recentemente Angelina Jolie per individuare eventuali mutazioni dei due geni Brca1 e Brca2 che fanno aumentare di decine di volte il rischio di ammalarsi di cancro del seno e delle ovaie.

Mentre l’Europa si è da sempre dimostrata molto ferma sulla questione, gli USA hanno impiegato più tempo per emettere la sentenza che, tra l’altro, risulta essere una vittoria per medici e pazienti per i quali la possibilità di brevettare il Dna umano interferisce con la ricerca scientifica e medica, sarà lecito, invece, farlo con quelli “sintetici”.

L’assenza di brevetti all’inizio degli anni ’50, per farvi capire l’importanza della notizia, ha permesso alla ricerca sui tumori di avere un impulso senza precedenti grazie alle ”cellule immortali” di Henrietta, la donna americana malata di tumore che ha donato alla ricerca le sue cellule, dalle quali sono state derivate le prime linee cellulari al servizio della ricerca sul cancro.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!