Alterazioni strutturali del sonno nei pazienti con epilessia

MEDICINA ONLINE DORMIRE SONNO LETTO NOTTE MATERASSO CUSCINO DONNA SLEEP APNEA OSTRUTTIVA RESPIRARE BITE DENTI RUMORE CERVELLO RIPOSO STRESS SVEGLIA OROLOGIO MELATONINA INTEGRATORE VALERIANANon sono numerosi gli studi sulle alterazioni della struttura del sonno nei pazienti epilettici e molte di queste indagini, inoltre, presentano evidenti limiti metodologici che impediscono di accoglierne pacificamente le conclusioni: si tratta per lo più di indagini che non si rifanno a precisi criteri di classificazione delle sindromi epilettiche, che includono diversi tipi di sindromi e diversi tipi di crisi e che non tengono sempre conto della distanza temporale dall’ultima crisi. Infine questi studi mancano sovente del confronto con gruppi di controllo e includono per lo più pazienti sotto trattamento con diverse associazioni di farmaci antiepilettici. Pur con tali evidenti limiti, sono possibili alcune conclusioni di carattere generale.

La crisi di tipo tonico-clonico (grande male)

Le crisi notturne crisi di tipo tonico-clonico o generalizzate di “grande male”, come una volta venivano chiamate, possono portare a una superficializzazione del sonno fino ad un eventuale risveglio. Esse provocano inoltre una riduzione assoluta e relativa del sonno REM, con abolizione del periodo REM successivo alla crisi o con aumento della latenza della fase REM, se la crisi si verifica all’inizio della notte. A tale diminuzione del sonno REM non fa riscontro, nella stessa notte o in quelle successive, il rebound di REM che si verifica dopo altre forme di deprivazione del sonno REM. Le crisi notturne di grande male portano inoltre ad una riduzione del tempo totale di sonno e ad un aumento della veglia intrasonno e del numero di risvegli e di cambiamenti di stadio. Le modificazioni a carico del sonno NREM sono di minore entità. Le crisi convulsive che si verificano per secondaria generalizzazione delle crisi parziali hanno sul sonno effetti molto simili a quelli delle crisi di tipo tonico-clonico.

Crisi parziali

Le crisi parziali a semeiologia complessa dell’epilessia temporale producono modificazioni molto meno importanti della struttura ipnica rispetto alle crisi generalizzate. Il loro sopravvenire può non produrre superficializzazioni del sonno. Quanto al sonno REM, esso può ridursi solo per crisi parziali che si ripetono molte volte nel corso della stessa notte, anche se la riduzione del REM non è strettamente proporzionale né al numero né alla durata delle crisi.

Altre epilessie

Al di fuori delle crisi, l’organizzazione del sonno non è particolarmente alterata. È stato riportato un aumento del tempo di veglia intrasonno e un aumento del numero dei risvegli e dei cambi di stadio. Tali variabili sembrano essere più alterate nelle epilessie del lobo temporale rispetto alle epilessie generalizzate. Non vengono riferite significative
variazioni degli altri parametri macrostrutturali. Gli studi microstrutturali hanno invece di recente dimostrato significative alterazioni (aumento del CAP rate), almeno nelle epilessie generalizzate idiopatiche. Per quanto riguarda le epilessie secondarie ad encefalopatie, esse possono modificare globalmente la struttura del sonno, fino a rendere irriconoscibili le diverse fasi del sonno, con riduzione e alterazione morfologica dei grafoelementi caratteristici del sonno.

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