Una delle opzioni in caso di perdita del pollice è quella di impiantare al suo posto un alluce (o parte di un alluce) dello stesso paziente. L’alluce è il dito più grande del piede, equivalente al pollice della mano. Dell’intervento se ne occupa un ortopedico specializzato in chirurgia della mano, in alcuni casi con l’intervento anche di un chirurgo plastico. Il recupero funzionale è Continua a leggere
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Dito a scatto: cos’è, ecografia, tutore, intervento, guarisce da solo?
Le tenosinoviti sono frequenti infiammazioni che colpiscono le guaine sinoviali, i tessuti connettivi che hanno il compito di proteggere i tendini. Il “dito a scatto” è un tipo specifico di tenosinovite, infatti prende anche il nome di Continua a leggere
Brachidattilia a mano o piede: trasmissione ereditaria e cura
Con “brachidattilia” (anche chiamata “brachidactilia“) ci si riferisce ad una disostosi, cioè una malformazione scheletrica congenita, cioè già presente alla nascita, caratterizzata da una lunghezza delle dita di mani e/o piedi minore del normale, osservata spesso nei pazienti con Sindrome di Down. In caso di paziente con questo tipo di malformazione è probabile trovare Continua a leggere
Esplorazione rettale digitale della prostata: fa male? A che serve?
L’esplorazione rettale digitale (anche chiamata “esplorazione digitorettale” o “esplorazione digito-rettale” o “ispezione rettale digitale” o “ispezione digitorettale” o “ERD“; in inglese “DRE”, acronimo di “digital rectal examination“) è la procedura più semplice, economica, sicura e meno invasiva, per ispezionare varie strutture, tra cui lo sfintere anale, il canale rettale, la prostata (negli uomini) e la vagina e l’utero (nelle donne). Come intuibile dal suo nome, questa proceura consiste nell’inserimento, da parte del medico durante l’esame obiettivo, di un dito all’interno dell’ano del paziente, in modo che egli possa palpare l’ano, il retto, la ghiandola prostatica (nell’uomo) e le strutture vicine.
A che serve una esplorazione rettale digitale?
Questo esame può essere usato:
- per la diagnosi delle appendiciti (un dolore acuto al premere del medico di un certo punto può indicare appendiciti acute);
- per la diagnosi del tumore del retto;
- per valutare la tonicità dello sfintere anale;
- per individuare eventuali malformazioni delle strutture contigue all’ano ed al retto;
- nei maschi, per la diagnosi del tumore alla prostata, soprattutto dell’ipertrofia prostatica benigna e del carcinoma;
- per la diagnosi e/o rottura dei fecalomi.
Leggi anche: PSA totale e free alto: capire i risultati dell’esame e rischio di tumore alla prostata
Perché può essere utile l’esplorazione rettale digitale nella donna?
Molti pensano che una esplorazione rettale digitale sia utile solo nella diagnosi di una malattia che riguarda la prostata, quindi utile solo per i pazienti maschi, ma ciò non è vero. L’esplorazione digitorettale può essere utile anche nella diagnosi di malattie femminili. A tal proposito leggi:
- Esplorazione rettale digitale nella donna: quando si effettua?
- Una ragazza vergine può fare la visita ginecologica?
Esplorazione digitorettale e prostata
Uno dei più importanti scopi di questo esame è senza dubbio lo studio della ghiandola prostatica. Insieme al dosaggio ematico dell’antigene prostatico specifico (PSA), l’esplorazione rettale digitale della prostata rappresenta infatti un’indagine di primo livello per identificare i soggetti che presumibilmente, anche se non necessariamente, hanno sviluppato un carcinoma prostatico. Scopo della procedura è la percezione tattile di ingrandimenti, irregolarità, nodosità ed aumenti di consistenza (durezza) della ghiandola, che consentano di distinguere una prostata sana, da un’ipertrofia prostatica benigna e da un carcinoma della prostata. In tal senso – però – la conferma o la smentita diagnostica può arrivare soltanto dai risultati di ulteriori esame, l’ecografia transrettale e la biopsia prostatica, durante il quale vengono prelevati piccoli campioni di tessuto prostatico da esaminare in laboratorio.
Leggi anche: Ecografia prostatica transrettale: come si svolge, è dolorosa, a che serve?
L’esplorazione digitale rettale è dolorosa?
Se eseguita correttamente dal medico, l’esplorazione rettale digitale della prostata non è dolorosa. E’ sicuramente un’esperienza che molte persone giudicano fastidiosa e imbarazzante, ma non così gravosa, soprattutto se il medico che la esegue ha esperienza e se il paziente non oppone resistenza alla penetrazione. Si esegue in pochi minuti, è sicura ed aumenta concretamente le possibilità di scoprire un carcinoma alla prostata in fase precoce, quindi un lieve fastidio ed un po’ di imbarazo possono essere sopportati, visto che possono salvarvi la vita.
Leggi anche: Prostata ingrossata ed infiammata: ecco cosa fare per mantenerla in salute
E’ un test infallibile?
L’esplorazione rettale digitale non è un test infallibile: nonostante la buona specificità, a causa delle spesso contenute dimensioni tumorali o di una localizzazione non raggiungibile con l’esplorazione rettale digitale, la capacità di identificare i soggetti ammalati è ridotta; mediamente, infatti, su 100 cancri prostatici solo 20 sono riscontrabili alla palpazione. Rimane comunque in ogni caso un esame molto importante, specie per gli uomini di una certa età.
Leggi anche: Prostata: ogni quanto tempo fare il controllo del PSA?
Come viene effettuata?
Il paziente viene messo in una posizione in cui l’ano sia accessibile e rilassato, in decubito laterale sinistro (posizione di SIMS, o ginecologica o genupettorale). Il medico indossa un guanto, esegue un “appoggio di confidenza” per evitare la contrazione riflessa dello sfintere anale esterno e successivamente – quando lo sfintere sarà ben rilassato – inserisce il dito indice, ben lubrificato, attraverso l’ano. Valutando così la mucosa del canale anale e la competenza contrattile del muscolo sfintere interno e pubo-rettale in risposta a stimoli riflessi (colpo di tosse o stimolazione puntiforme della mucosa perianale) o a richiesta (ponzamento). Il ponzamento è una contrazione muscolare della parete addominale e del diaframma che porta un aumento di pressione nel cavo addominale e permette la defecazione o la minzione. In pratica è la “spinta” che si da per espellere le feci, quando andiamo di corpo.
Leggi anche: Visita andrologica completa di pene e testicoli [VIDEO]
Ispezione esterna
Prima dell’ispezione digitorettale vera e propria, il medico – dopo aver aperto l’orifizio anale – ad una prima ispezione potrà verificare l’eventuale presenza di:
- perdita di feci;
- ano beante;
- cicatrici/escoriazioni;
- ragadi;
- tramiti fistolosi esterni;
- spasmi riflessi dello sfintere;
- prolasso di base o sotto stimolo;
- emorroidi.
Leggi anche: Ecografia prostatica transrettale: come si svolge, è dolorosa, a che serve?
Palpazione interna
All’esplorazione digitale sarà possibile apprezzare:
- difetti dello sfintere (muscolatura circolare dell’apparato sfinteriale)
- stenosi anali
- patologia prostatica
- rettocele anteriore (cedimento della parete vaginale)
- sanguinamento
- forza di contrazione dello sfintere
Invitando inoltre il paziente ad effettuare una manovra di ponzamento (strain) è possibile verificare l’adeguato rilassamento del muscolo puborettale, l’eventuale prolasso e la sua entità.
Leggi anche: Esplorazione rettale digitale della prostata [VIDEO]
Quando si esegue l’esplorazione digitale rettale
Se hai più di 45/50 anni, specie in presenza di parenti stretti (figli, padri, fratelli) affetti da cancro alla prostata, rivolgiti al tuo medico per valutare l’opportunità di sottoporti annualmente a una visita urologica di esplorazione rettale digitale prostatica, abbinata a dosaggio sierico del PSA.
Non tutti i medici sono concordi nel ritenere utile questo approccio di screening (PSA + esplorazione digitale) nei soggetti asintomatici o privi di fattori di rischio importanti; infatti, tale procedura comporta alcuni rischi non trascurabili:
- il rischio di dover sottoporsi a un’indagine invasiva come la biopsia per un falso allarme (soggetti che in base ai valori di PSA o ai sospetti emersi dall’esplorazione rettale digitale della prostata sembrano essere ammalati, quando in realtà all’esame bioptico si rivelano sani);
- il dover sottoporsi, in caso di positività della biopsia, a un intervento terapeutico per una forma “latente” che sarebbe rimasta inerte per il resto della vita, con tutte le ripercussioni psicofisiche (rischio di disfunzione erettile e incontinenza) legate all’intervento.
Leggi anche: Tumore maligno della prostata (carcinoma prostatico): cause, sintomi e terapie
Integratori alimentari per il benessere della prostata
Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di diminuire infiammazioni e bruciori e migliorare la salute della prostata:
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La valutazione del PSA può essere effettuata anche a casa, usando un test pratico ed affidabile come quello consigliato dal nostro Staff medico: https://amzn.to/44JmBFz
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Dita sporche di sperma toccano la vagina: c’è rischio di gravidanza?
Può una mano o un dito sporchi di sperma, penetrando in vagina o anche solo massaggiando la zona esterna degli organi genitali femminili, determinare l’avvio di una gravidanza?
Le possibilità di rimanere incinta sono molto più basse rispetto ad una eiaculazione avvenuta direttamente all’interno della vagina, tuttavia anche un dito sporco di sperma può tecnicamente veicolare il liquido seminale all’interno del canale vaginale e dare avvio alla gravidanza, anche se lo sperma è stato emesso ore prima, poiché grazie al plasma seminale in cui sono immersi, gli spermatozoi riescono a sopravvivere a lungo nell’ambiente dopo l’eiaculazione.
Per questo motivo – per evitare gravidanze indesiderate – dopo una eiaculazione, è bene sempre lavarsi bene le mani con detergenti adeguati.
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Dita ippocratiche congenite e secondarie: cause, sintomi e terapie
Le dita ippocratiche, anche denominate “a bacchetta di tamburo” (in inglese “nail clubbing” 0 “digital clubbing”) o “ippocratismo digitale”, sono dita caratterizzate dalla presenza di un ingrossamento dell’ultima falange. Ricordiamo che la mano è costituita da 5 dita composte dalle falangi, 2 per il pollice e tre per le altre dita. La patologia tende a manifestarsi, oltre che con l’ingrossamento delle falangi distali, con alterazioni dell’unghia (unghie a “vetrino d’orologio”) e dolore.
L’ippocratismo digitale può essere
- congenito: è presente fin dalla nascita;
- secondario: è causato da svariate patologie come il tumore polmonare, talassemia e ipertiroidismo (vedi capitoli successivi).
Alla base di tale deformazione ossea vi è una periostite (infiammazione a carico della membrana connettivale che avvolge le ossa), seguita da una neoformazione ossea con proliferazione del tessuto connettivo. Il nome deriva dal padre della medicina Ippocrate che per primo descrisse la patologia.
Descrizione
Si tratta di una deformazione ossea progressiva che si presenta in numerose malattie croniche. Si può anche osservare nei forti fumatori senza che sia necessariamente presente una malattia sottostante, anche se ovviamente questa nota anamnestica impone una indagine in questo senso. Può essere presente dolorabilità e versamento sinoviale a livello delle anche, dei polsi e delle ginocchia. Attualmente si pensa che possano essere coinvolte le piastrine che interagiscono con l’endotelio a livello delle estremità distali rilasciando una serie di sostanze capaci di determinare proliferazione del tessuto connettivo e del periostio.
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Sintomi
Le dita a bacchetta solitamente si presentano con la seguente sintomatologia:
- dolore alle falangi;
- deformazione delle dita a livello delle falangi distali;
- gonfiore delle dita;
- unghie dal colorito biancastro;
- perdita del letto dell’unghia;
- dolore a livello dell’unghia.
Eziologia
Raramente congenito, è più spesso secondaria a infezioni polmonari, cardiopatie congestizie, e soprattutto a neoplasie polmonari, nelle quali è presente nel 10% dei soggetti. Le anomalie ossee sono la periostite seguita da neoformazione ossea, e l’ispessimento della corticale ossea con proliferazione del tessuto connettivo vicino, che determina l’aspetto classico ungueale ed è responsabile dell’aspetto spugnoso delle unghie stesse. Le dita ippocratiche sono un segno che può essere associato a:
- malattie polmonari (carcinoma a grandi cellule, interstiziopatia polmonare, tubercolosi, malattie polmonari suppurative – ascesso polmonare, empiema, bronchiectasia, fibrosi cistica, mesotelioma, ecc.);
- malattia cardiache (shunt con ipossia cronica, cardiopatia congenita cianogena, endocardite batterica subacuta, mixoma atriale, ecc.);
- gastrointestinali ed epatobiliari (sindrome da malassorbimento, malattia di Crohn, rettocolite ulcerosa, cirrosi biliare primitiva, sindrome epatopolmonare, abuso di lassativi, poliposi, carcinoma esofageo, ecc.);
- ipertiroidismo;
forme familiari di clubbing e pseudoclubbing (spesso in soggetti di origine - africana);
- anomalie vascolari del braccio colpito (ad es. aneurisma dell’arteria ascellare);
timoma; - talassemia.
Terapia
Quando si soffre della patologia delle dita ippocratiche è necessario indagare sulla causa scatenante, infatti, individuandola è possibile intervenire con una cura mirata che può apportare dei miglioramenti anche a livello delle falangi. È importante anche il ricorso alla terapia del dolore, quando non sia possibile curare la patologia a monte e quando la sintomatologia dolorosa si severa.
Ecco una serie di immagini di dita ippocratiche:
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- Immunità specifica (acquisita): memoria passiva, attiva ed immunizzazione
- Immunità specifica (acquisita) umorale e cellulare
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Ti piace scrocchiare le dita? Ecco cosa succede alle tue ossa e i danni che rischi
Una squadra di ricercatori dell’Università dell’Alberta (Canada) ha svelato il segreto delle dita che “scrocchiano”, un mistero che durava da 77 anni. All’origine del tipico”croc” ci sono delle bolle che si formano all’interno delle nocche. C’è infatti una cavità tra la giuntura della nocca e l’articolazione formata da muscoli e tendini, nella quale ristagna il liquido sinoviale che ricopre e lubrifica l’articolazione e dove si vengono a formare delle bolle di idrogeno e ossigeno. Quando ci scrocchiamo le dita attiviamo la formazione delle bolle e si produce il caratteristico rumore.
Salute delle articolazioni
Lo studio è stato pubblicato su Plos One e potete trovarlo a questo link. Per arrivare alla loro conclusione, i ricercatori hanno `fotografato´ con una risonanza magnetica l’intero fenomeno grazie a un tiraggio artificiale del dito posto all’interno della macchina. «La capacità di far scrocchiare le nocche potrebbe essere correlata alla salute delle articolazioni», sottolinea Greg Kawchuk, autore principale dello studio e docente della Facoltà di Medicina riabilitativa. Secondo lo scienziato, questa ricerca potrebbe avere implicazioni per altri studi sulle articolazioni del corpo tra cui la colonna vertebrale e aiutare a spiegare perché le articolazioni diventano, ad esempio, artritiche. «Può darsi – conclude Kawchuk – che potremo utilizzare questa nuova scoperta per analizzare quando iniziano i problemi articolari molto prima della comparsa dei sintomi. Questo darebbe ai pazienti e ai medici la possibilità di affrontare in anticipo problemi molto gravi».
Scrocchiare le dita fa male alle articolazioni?
L’abitudine di far crocchiare le dita può portare a dei problemi di artrite? Gli studi a riguardo non sono molti, per la verità. Nel 1990 su Annals of Rheumatic Diseases è comparso uno studio che spiegava come, più che l’osteoartrite, scrocchiare le dita può provocare cronicamente rigonfiamento delle mani e una lieve diminuzione generale della forza nella presa manuale. Ma a parte questi – non indifferenti – effetti collaterali, scrocchiare le dita non produrrebbe danni “gravissimi” alle articolazioni delle mani.
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Tendinite da joystick, pollice da smartphone, dipendenza da internet: le tecnopatologie
I “net-slaves”, gli schiavi informatici, vale a dire coloro che sono dipendenti da uno schermo digitale, sono un esercito in crescente aumento, indipendentemente dal sesso e dall’età. Migliaia di persone trascorrono ogni giorno fino a 10 ore davanti alla televisione, oppure 8 ore al computer o 4 ore al cellulare. Si tratta di un’ipnosi potente, pericolosa che rende dipendenti tutti, dai più giovani divisi tra tv, Playstation e videogiochi, agli anziani, che da un recente sondaggio risultano essere ‘teledipendenti’ mediamente per 6 ore al giorno, agli adulti che tra Internet, e-mail e cellulari alternano ore di lavoro a divertimento.
Una stima precisa delle persone che soffrono di “teledipendenza da videoschermi” non è ancora mai stata fatta, ma studi, ricerche e statistiche ci dicono che la situazione è davvero critica: già si segnalano patologie e disturbi di tipo fisico e psicologico. I nuovi disturbi fisici causati dal troppo uso di strumenti informatici possono essere:
- La sindrome del tunnel carpale da tastiera e mouse: questa malattia, finora definita “professionale” e riscontrata in chi suona strumenti a corda, è causata dai movimenti veloci e ripetitivi delle dita sulla tastiera e della mano nel muovere il mouse. Si manifesta in genere con un iniziale formicolio e gonfiore della mano; successivamente compare il dolore e, nei casi più gravi, si può arrivare alla perdita della sensibilità.
- La tendinite acuta da sms o da joystick della Playstation: è un’infiammazione del rivestimento del tendine del polso, causata dal rapido movimento del pollice sulla tastiera del cellulare e dai movimenti per manovrare il joystick.
- L’infertilità maschile: può essere causata dal posizionamento abituale del portatile sulle gambe; il calore del computer alza la temperatura dell’organo genitale e, se la posizione diventa abituale può causare la morte degli spermatozoi, sensibili appunto alla temperatura.
- La trombosi, legata all’eccessivo uso del computer è causata da un’embolia polmonare dovuta all’ostruzione venosa alle gambe per le troppe ore passate seduti senza muoversi, davanti allo schermo del pc.
- L’epilessia è un episodio assai frequente per chi passa molte ore davanti al pc; negli Stati Uniti, ma anche in Europa, sono stati imputati proprio al prolungato uso di video giochi, parecchi attacchi di epilessia riscontrati sia tra gli adolescenti che tra gli adulti.
Alterazione della naturale elettricità del cervello: gli ultimi studi sugli effetti del cellulare sul cervello, hanno dimostrato che una telefonata di due minuti con un cellulare altera la naturale elettricità del cervello nei bambini e negli adolescenti, causando problemi comportamentali e psichici.
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Internet addiction disorder
Non è da meno il cosiddetto ‘Internet addiction disorder’, vale a dire la dipendenza da Internet. La virtualità eccessiva può aumentare il senso di solitudine o di isolamento ed essere una delle cause di svariati problemi psicologici; quali disturbi della personalità e riduzione della capacità di relazione, soprattutto fra i più giovani. La dipendenza da Internet è in realtà un termine piuttosto vasto che copre un’ampia varietà di comportamenti, ai quali sottostanno da un punto di vista psicologico problemi nel controllo degli impulsi e difficoltà nel regolare gli stati emotivi dolorosi. Inoltre la dipendenza da Internet e la dipendenza dal computer sono ormai inscindibilmente legate e a volte si usano i termini dipendenza online o dipendenza tecnologica per indicare il fenomeno nel suo complesso. Sono stati riconosciuti 5 tipi specifici di dipendenza online:
- Dipendenza cibersessuale (o dal sesso virtuale): gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all’utilizzo e al commercio di materiale pornografico online, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti. La stessa può accompagnarsi a masturbazione compulsiva, e può essere legata ad un quadro generale di dipendenza sessuale.
- Dipendenza ciber-relazionale (o dalle relazioni virtuali): gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online o possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici online diventano rapidamente più importanti per l’individuo, spesso a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici reali. In molti casi questo conduce all’instabilità coniugale o della famiglia.
- Net Gaming: la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogame, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsivo. In particolare, gli individui utilizzeranno i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d’asta o le scommesse su Internet, soltanto per perdere importi eccessivi di denaro, arrivando perfino ad interrompere altri doveri relativi all’impiego o rapporti significativi.
- Sovraccarico cognitivo: la ricchezza dei dati disponibili sul World Wide Web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto riguarda la navigazione e l’utilizzo dei database sul Web. Gli individui trascorreranno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione di dati dal Web. A questo comportamento sono tipicamente associate le tendenze compulsive-ossessive ed una riduzione del rendimento lavorativo.
- Gioco al computer: negli anni ottanta giochi quali il Solitario e il campo minato furono programmati nei calcolatori ed i ricercatori scoprirono che il gioco ossessivo sul computer era diventato un problema nelle strutture organizzate, dato che gli impiegati trascorrevano la maggior parte del giorno a giocare piuttosto che a lavorare. Questi giochi non prevedono l’interazione di più giocatori e non sono giocati in rete.
Sindrome transdissociativa da videoterminale
La “sindrome transdissociativa da videoterminale” è entrata nella classificazione dei disturbi degli adolescenti (ma non solo, infatti gli adulti non sono immuni da queste nuove ‘malattie’) che fanno uso prolungato di videogiochi, e si manifesta con un forte stato confusionale, al quale si associano disturbi del sonno, ansia e aggressività.
Psicologi e psichiatri hanno dato, in merito, alcune indicazioni: per avere un corretto rapporto con la realtà il numero di ore consecutive davanti allo schermo non deve essere superiore alle 2 per i ragazzi, mentre gli adulti possono alternare le due ore a intervalli (almeno di 15/20 minuti) nei quali si fa dell’altro, ci si muove, si cammina, ci si relaziona con gli altri. Insomma, vivere di troppo schermo fa male! E fa male anche lo schermo del cellulare dal quale i giovani e i giovanissimi sono dipendenti: la mania degli sms ha riflessi negativi non solo sulle relazioni sociali; può provocare infatti anche problemi di linguaggio, oltre che l’indubbio ed evidente, impoverimento del lessico, sempre più sintetico e sostituito da simboli. Basti pensare che in Danimarca, ad esempio, è già nata una clinica per curare questa nuova dipendenza!
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Collo da messaggio
Si chiama “text neck” (collo “da messaggi”), cioè il dolore al collo legato all’uso delle nuove tecnologie. Ad identificarla sono stati i chiropratici inglesi, che lanciano l’allarme: sempre più pazienti soffrono di dolore al collo a causa di quella brutta abitudine a stare curvi per mandare un email o un sms e tutte le applicazioni “extra” dei pc e dei cellulari, dilatando il tempo in cui restiamo incollati allo schermo, non fanno che aumentare il problema.
Il peso del collo è di circa quattro chili e mezzo e secondo gli specialisti piegarlo da un lato come spesso facciamo per vedere meglio rende più difficile sostenerlo, aumentando le possibilità di dolore e di rigidità, che si irradiano lungo spalle, braccia e polsi. Tutto ciò può portare a sviluppare a lungo andare anche l’artrite.
Rachael Lancaster, chiropratica, spiega: “Immaginatevi seduti sulla vostra caviglia lateralmente per 10 minuti. La sentireste rigida e dolorante una volta tornata nella sua posizione naturale. Questo è ciò che fanno le persone con il proprio collo”. Nicola Hunter, fisioterapista aggiunge: “La testa e il collo che si spostano in avanti alla fine portano ad una inversione della curva naturale del collo: i cambiamenti posturali che si verificano come conseguenza possono portare a seri problemi”. Il problema, spiegano gli specialisti, è che i muscoli sono progettati per flettersi e ritrarsi e farli rimanere a lungo in una posizione fissa li mette sotto stress. A rischio sono soprattutto le donne con un collo esile e chi fa una visita sedentaria e non è quindi abituato a muovere neanche gli altri muscoli.
Pollice da smartphone
Gli smartphone sono sempre più diffusi e, con essi, l’abitudine di controllare la posta elettronica direttamente dal telefono cellulare, senza dover ricorrere al computer. E sempre più diffusa è l’abitudine di rispondere alle email proprio dal telefonino. Ma gli smartphone, con le loro tastiere su schermo dalle misure ridotte (nonostante alcuni modelli abbiamo ormai uno schermo superiore ai 5 pollici) per ovvi motivi di design e portabilità, inducono gli utenti a usare principalmente il pollice per digitare i testi delle email, con il risultato che il pollice può andare incontro a un eccessivo uso. Il “pollice da smartphone” o “dito a scatto”, come viene comunemente chiamato il disturbo, può interessare anche chi, pur non possedendo gli smartphone, utilizzi molto la funzione sms (short message sistem) dei telefoni cellulari.
Il pollice da smartphone è un’infiammazione causata da sollecitazioni ripetute sull’articolazione del pollice, in particolare tra il metacarpo e l’articolazione della prima falange. Un over-uso del dito provoca un ingrossamento del tendine del muscolo flessore del pollice, che a causa dell’eccessivo lavoro si infiamma e si ingrossa. Rigonfio, il tendine fatica a scorrere sotto al legamento che lo mantiene adiacente al piano osseo. Non scorrendo facilmente, il tendine provoca quello che è comunemente detto “dito a scatto”, provocato proprio dalla difficoltà di passaggio sotto al legamento del tendine gonfio”.
Per curarlo, è necessario ridurre l’ingrossamento del tendine con gli antinfiammatori, oppure con la terapia fisica, con il laser o con gli ultrasuoni. Ma se la situazione è più grave, per risolverla bisogna intervenire chirurgicamente, procurando una piccola incisione sul legamento affinché il tendine riesca a passare anche se ingrossato dall’infiammazione.
Per prevenire il pollice da smartphone c’è una sola strada: diminuire il numero di email scritte al giorno, consentendo all’articolazione interessata di riposare.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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