Smegma: i rischi dell’accumulo di sporco sul pene

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME OBIETTIVO SEMEIOTICA FONENDOSCOPIO ESAMEPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, ti consiglio di leggere questo articolo: Smegma: quando lo sporco si accumula sul pene, cause e cure

La presenza di ristagno di smegma nel solco balano-prepuziale, essendo esso un materiale umido e ricco di protene, rappresenta un ideale terreno di replicazione e crescita per molti microrganismi (batteri e funghi). In conseguenza di questa replicazione aumenta la frequenza di processi infettivi e infiammatori a carico di glande e prepuzio: le balaniti e balanopostiti.

Smegma maschile e rischi di coinvolgimento della partner

Lo smegma de i processi infiammatori a carico di glande e prepuzio potrebbero coinvolgere un’eventuale partner sessuale femminile inducendone vaginiti, cerviciti, infezioni della bocca o dell’ano in caso di rapporti orali o anali, e perfino determinare un aumento del rischio di carcinoma della cervice. I processi flogistici ripetuti a carico del pene possono determinare cronicamente un restringimento cicatriziale del prepuzio, processo è noto con il nome di fimosi.

Smegma e cancro del pene

Nei paesi anglosassoni, ed in particolare negli USA molti medici sono stati in passato accesi sostenitori della circoncisione. Alcuni studi scientifici mettevano in evidenza come la pratica della circoncisione facilitasse una buona igiene intima ed evitasse il permanere dello smegma a contatto della mucosa del glande. Si riteneva infatti che lo smegma potesse avere una azione di cancerogenesi sulle cellule epiteliali del glande. Recenti studi hanno però messo in evidenza come il cancro del pene abbia un’incidenza bassissima prima dei 65 anni, indipendentemente dal fatto che il paziente sia circonciso o meno. Lo sviluppo del cancro del pene sarebbe perciò correlato non tanto all’azione dello smegma, quanto all’infezione da HPV e al tabagismo. Tuttavia ancora oggi la American Cancer Society ritiene che gli uomini con abbondante smegma abbiano un rischio aumentato di cancro del pene. Gli uomini circoncisi avrebbero meno probabilità di rimanere infettati con il virus del papilloma umano (HPV), anche dopo aver considerato le differenze di comportamento sessuale. Sempre secondo questa fonte la maggior parte degli esperti oggi ritiene che lo smegma di per sé non provochi il cancro del pene, ma possa irritare e infiammare il pene, aumentando in modo indiretto il rischio di cancro.

Prodotti per contrastare la formazione dello smegma

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Smegma: quando lo sporco si accumula sul pene, cause e cure

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PENE SESSO UOMO SCROTO TESTICOLI DISFUNSIONE ERETTILE IMPOTENZALo smegma (dal greco σμῆγμα che significa “sapone”) è un prodotto di secrezione dei genitali maschili e femminili, cui si associano cellule epiteliali esfoliate provenienti dalle mucose, sebo, sporcizia, residui di sperma dopo una eventuale eiaculazione e materiali umidi, in genere di provenienza urinaria.

Dove si trova lo smegma?

Nei maschi lo smegma si viene a raccogliere principalmente sotto il prepuzio, nel solco balano-prepuziale.

Da cosa viene prodotto principalmente lo smegma?

Lo smegma maschile è prodotto dalle ghiandole del solco balano-prepuziale (ghiandole riscontrabili alla base del glande del pene). Originariamente si riteneva che lo smegma fosse prodotto dalle ghiandole sebacee situate vicino al frenulo, chiamate ghiandole di Tyson, tuttavia studi successivi non sono riusciti a dare una conferma a questa tesi. Secondo Wright lo smegma viene prodotto dalle cellule della mucosa del prepuzio, tali cellule si accrescono e tendono a migrare verso la superficie della mucosa, si distaccano e subiscono una degenerazione grassa, dando così luogo allo smegma. A parere di Parkash poiché si è visto che lo smegma contiene il 26,6% di grassi e il 13,3% di proteine, questo fatto indica con ragionevole certezza che si tratta di composti derivanti da detriti necrotici epiteliali di sfaldamento.

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A cosa serve lo smegma?

Le sue funzioni non sono ancora state del tutto chiarite, si pensa che lo smegma abbia funzione principalmente lubrificante.

Cosa contiene lo smegma?

Lo smegma è ricco di squalene e secrezioni prostatiche e seminali, nonché di cellule epiteliali e di mucina probabilmente originata dalle ghiandole uretrali di Littre, oltre che a sporco ed eventualmente spermatozoi e residui di plasma seminale. Alcuni autori affermano che lo smegma contiene enzimi con attività antibatterica, come il lisozima e ormoni come l’androsterone, sebbene altri autori non concordino con queste indicazioni.

Vedi anche: foto di pene con smegma

Lo smegma nelle fasi di crescita

L’incidenza di smegma aumenta dell’1% tra i 6-7 anni e dell’8% tra i 16-17 anni (con un’incidenza complessiva del 5%). La quantità di smegma prodotta durante l’infanzia è molto limitata, anche se nel prepuzio è già possibile riscontrare la presenza di alcune ghiandole sebacee. La produzione di smegma successivamente aumenta dall’adolescenza fino alla maturità sessuale, quando la funzione lubrificatoria dello smegma assume il suo pieno valore. A partire dalla mezza età la produzione di smegma si riduce fino a scomparire completamente nella vecchiaia.

Rischi legati alla presenza di smegma

I rischi legati ad un accumulo cronico di smegma sul pene sono molti, come le infezioni, l’eventuale rischio di coinvolgere la partner, fino ad un aumentato rischio di cancro del pene. Per approfondire leggi: Smegma: i rischi dell’accumulo di sporco sul pene

Curiosità sullo smegma

Lo smegma non viene prodotto soltanto dagli uomini, bensi anche dalle donne: mentre nei maschi lo smegma è raccoglie sotto il prepuzio, nelle femmine lo smegma si accumula intorno al clitoride e nelle pieghe delle piccole labbra.
Lo smegma nelle donne viene prodotto dalle ghiandole apocrine del clitoride e da particolari ghiandole sebacee rintracciabili a livello delle piccole labbra. Nella piena maturità sessuale queste ghiandole secernono appunto una sostanza bianca, simile allo smegma prepuziale. Come già accennato al materiale di provenienza ghiandolare si aggiungono cellule epiteliali di sfaldamento delle mucose, oltre a sporcizia e materiali umidi, in genere componenti dell’urina.

Cure che impediscano la formazione dello smegma

Non esistono cure che impediscano la formazione dello smegma, tuttavia – senza arrivare alla circoncisione – è sufficiente una buona igiene quotidiana (specie dopo una eiaculazione) del pene per neutralizzare i possibili rischi legati ad una sua lunga permanenza sotto il prepuzio, nel solco balano-prepuziale.

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Differenza tra vagina e vulva

MEDICINA ONLINE VAGINA VULVA APPARATO GENITALE FEMMINILE SCHEMA ANATOMIA UTERO TUBE FALLOPPIO OVAIOSebbene nel linguaggio comune i due termini vengano spesso utilizzati come sinonimi, la vagina non deve essere confusa con la vulva: i due termini non sono sinonimi.

La vulva rappresenta infatti l’insieme dei genitali esterni femminili, mentre invece la vagina rappresenta una parte dei genitali interni femminili (insieme ad utero, tube di Falloppio ed ovaio).

La vulva è sporgente nella parte anteriore perineale, al davanti della sinfisi pubica ma risulta in parte nascosta dall’accostamento delle cosce: quando richiesto, l’esame generale dei genitali esterni femminili deve infatti necessariamente essere eseguito a cosce divaricate. La vagina è invece un canale fibromuscolare molto elastico che collega l’utero con la vulva.

I componenti principali della vulva sono:

  • il Monte di Venere;
  • le labbra, consistenti in piccole labbra o ninfe e grandi labbra o valve;
  • la porzione esterna della clitoride e il prepuzio clitorideo;
  • il vestibolo vulvare;
  • l’apertura del meato urinario;
  • l’imene.

La vulva ospita inoltre  l’orifizio vaginale, cioè l’apertura inferiore tramite la quale la vagina comunica all’esterno. Tale orifizio si colloca nel vestibolo del perineo, in posizione immediatamente posteriore al meato uretrale (apertura esterna dell’uretra).

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Sindrome da spogliatoio o dismorfofobia peniena: il pene sembra deforme o più piccolo o più grande di quanto sia

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO UOMO DOCCIA TRISTE PENE PICCOLO ACQUA LAVA SAPONE DEPRESSIONE STANCO SESSO BARBA CAPELLI FACCIA PELLE CORPOUna delle paure più grandi di ogni uomo è quella di avere un pene diverso da quello degli altri uomini, paura – spesso totalmente immotivata – che porta ansia da prestazione e difficoltà ad approcciarsi con l’altro sesso per paura di mostrare al partner un pene che si ritiene essere deforme o troppo piccolo. Quando questa paura diventa un chiodo fisso, diventa la base su cui si instaura la dismorfofobia peniena, anche chiamata “sindrome da spogliatoio” in quanto chi ne soffre tende a evitare di fare la doccia insieme ad altri uomini in palestra o dopo l’attività sportiva nel timore di essere sottoposti a giudizio per via delle dimensioni o della forma dei propri genitali. A volte queste preoccupazioni non sono motivate dalla presenza di reali anomalie, ma ciò non impedisce ad alcuni uomini di diventare preda di idee ossessive e di comportamenti compulsivi, come il guardarsi continuamente allo specchio nel tentativo di confermare le proprie valutazioni o ricorrere a frequenti controlli medici per potere correggere il (presunto) problema.

Leggi anche: Mappa mondiale della lunghezza del pene: gli italiani quale posizione occupano?

Pene troppo grande per il rapporto

Uno dei lati più scientificamente interessanti della dismorfofobia peniena, in costante aumento tra gli uomini, è che questa patologia non porta necessariamente a vedere il proprio pene come deforme o più piccolo di come realmente sia: chi ne soffre può vedere il proprio pene più grande della realtà e può arrivare a pensare che queste sue dimensioni “esageratamente generose” potrebbero far male alla partner durante il rapporto.

Leggi anche: Differenza tra pene circonciso e normale: vantaggi e svantaggi

Le dimensioni di un pene normale ed il confronto con gli attori pornografici

E’ impressionante sapere che circa l’80% dei pazienti che si sottopongono a interventi di allungamento del pene non ne avrebbero alcun bisogno, avendo un organo genitale di dimensioni normali. Ciò rimanda ad una dismorfofobia peniena, che difficilmente si sarebbe risolta con l’ausilio di tecniche di allungamento chirurgiche e/o fisioterapiche: nessuna misura appare abbastanza normale a chi soffre di questa patologia. Ma quali sono queste dimensioni normali? I diversi studi effettuati sulla misurazione del pene, considerando la difficoltà a procedere in un’indagine valutata come invasiva e le varie tecniche di misurazione utilizzate, hanno evidenziato alcune dimensioni standard, ovvero relative alla media della popolazione (normalità statistica). La concordanza dei dati evidenzia una dimensione a riposo pari a 8-10 cm in lunghezza (dalla radice dorsale del pene alla punta). Allo stato di erezione, invece, la lunghezza media varia tra i 12-16 cm con una circonferenza pari a 11- 12 mm.
Lo stato di flaccidità del pene ha una dimensione del tutto variabile e questo dipende essenzialmente da alcuni fattori:

  • la struttura anatomica costituzionale dell’individuo;
  • agenti ambientali come temperature troppo elevate (il pene si distende); oppure troppo fredde (il pene si restringe);
  • condizioni di “salute” dello stesso individuo.

Inoltre, è importante sottolineare quanto la percezione che un uomo può avere del proprio organo genitale sia visivamente distorta rispetto al possibile confronto con un altro simile posizionato di fronte. Probabilmente l’uomo che rimane legato al concetto di potenza-virilità non verrà comunque rassicurato dai dati numerici prima accennati, bensì continuerà a confrontarli con le dimensioni degli organi genitali di uomini più dotati, iniziando un confronto anche con gli attori pornografici superdotati che lo vedrà, per ovvi motivi, quasi sempre sconfitto: tutto questo può rimandare costantemente ad una visione distorta della realtà dei fatti.

Il micropene e la capacità di adattamento della vagina

Gli specialisti concordano nel ritenere che è opportuno parlare di micropene quando la sua lunghezza, in stato di erezione, è inferiore ai 7 centimetri. Condizione davvero molto rara. Questo è stato definito in base all’impossibilità di un pene al di sotto di tale dimensione in erezione, di riuscire a penetrare la cavità vaginale. Infatti, le dimensioni del canale vaginale a riposo sono di circa 7,5 cm. E’ importante però ricordare che la vagina ha una particolarità essendo una cavità a dimensioni variabili: a riposo le sue pareti sono normalmente unite, durante il coito si allargano per accogliere il pene adattandosi alle sue dimensioni. La vagina possiede una grande elasticità e si conforma a dimensioni diverse, non perdendo mai il contatto con il pene che la penetra dal momento che la natura ha previsto che una perdita di opposizione non determinerebbe la stimolazione ritmica della prostata dell’uomo e quindi eiaculazione e concepimento.

Leggi anche: “Dottore, il mio pene si sta accorciando”: la sindrome della retrazione genitale

Troppa lubrificazione vaginale e poca sensazione di penetrazione

Alla luce di quanto appena detto si può quindi dire che la maggior parte dei peni, siano perfetti per la maggior parte delle vagine, tuttavia alcuni uomini durante la penetrazione hanno la convinzione che il loro pene non sia adatto per quella vagina. Questo viene riportato essenzialmente in alcune sensazioni dove è presente un’abbondante lubrificazione vaginale e dove la donna, non essendo più giovanissima, ha perso “tono vaginale”. Sarebbe necessario ricordarsi che, se la vagina è particolarmente lubrificata, è perché la donna sta vivendo un costante e piacevole stato di eccitazione e dovreste godere di ciò, invece, di farvi problemi sull’abbondanza del liquido vaginale e sulle dimensioni del pene. Anzi, dovreste preoccuparvi se la vostra partner fosse poco o per niente lubrificata! Sembra incredibile ma la lubrificazione vaginale rimane una delle prime causa di sindrome da spogliatoio. Il mio consiglio può essere quello di interrompere temporaneamente il rapporto ed asciugare il pene dall’eccesso di liquido lubrificante femminile, per tornare ad avvertire una sensazione di maggiore penetrazione.

Leggi anche: Il pene si accorcia o no con l’età? Come le misure cambiano negli anni

Diagnosi e cure

La diagnosi è relativamente facile, il soggetto – nonostante le sue dimensioni siano normali – tende generalmente a:

  • rivolgersi insistentemente al medico per avere rassicurazioni (di cui mai si sentirà realmente soddisfatto);
  • evitare i rapporti con l’altro sesso;
  • avere pensieri ricorrenti ed ossessivi riguardo alle dimensioni del pene;
  • avere ansia da prestazione;
  • guardarsi ripetutamente allo specchio i genitali alla ricerca di un difetto che non esiste;
  • guardare di nascosto gli altri peni (nei bagni, sotto le docce della palestra…) per confrontarsi con gli altri, sentendosi sempre il “perdente” del confronto (in ogni caso, anche quando in realtà il pene degli altri è più piccolo del proprio).

Se vi ritrovate in questo quadro, potreste aver bisogno dell’aiuto di un medico (terapia farmacologica) ed un psicoterapeuta che miri a lavorare sul disturbo d’ansia e sul vissuto problematico del soggetto, consentendogli di riappropriarsi della propria autostima e di imparare ad accettare il proprio corpo perché possa essere accettato anche dagli altri. Il problema va affrontato alla radice: la scarsa autostimaGli uomini che si convincono del fatto che i propri organi genitali siano differenti rispetto agli standard medi provano infatti scarsa stima per se stessi. Le loro ansie diventano di frequente motivo di disagio non soltanto nelle relazioni sessuali ma pure nei rapporti sociali e professionali, nei casi più gravi spingendo i soggetti con dismorfofobia all’isolamento.

Ed anche: Come misurare correttamente la lunghezza del pene

Intervento chirurgico o no?

L’intervento chirurgico è generalmente sconsigliato e va considerato solo se esiste realmente una qualche anomalia nella forma o nelle dimensioni del proprio pene che solo il medico può valutare: la chirurgia può rappresentare una soluzione capace di sollevare il paziente dalle sue preoccupazioni, restituendogli una normale vita di relazione, in tutti gli altri casi (pene normale) l’intervento chirurgico è da evitare essendo quasi sicuramente non risolutivo.

Se pensi di soffrire della sindrome da spogliatoio, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere il tuo problema.

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Diphallia: l’uomo nato con due peni [FOTO]

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO PENE SESSO UOMO SCROTO TESTICOLI DISFUNSIONE ERETTILE IMPOTENZALo pseudonimo che usa sul web è DoubleD*ckDude (DDD), che – tradotto dall’inglese all’italiano – significa più o meno “ragazzo con due peni” ed ha scatenato la curiosità di migliaia di utenti, dopo aver aperto una sessione di “Ask Me Anything” su Reddit.com, durante la quale si è offerto di rispondere a domande di qualsiasi tipo nel periodo prefissato di sei ore.

Se volete vedere le foto della malformazione cliccate sui prossimi link (attenzione, immagini esplicite):

FOTO 1

FOTO 2

Diphallia

La sua peculiarità dipende da una rara condizione medica, la Diphallia, che porta allo sviluppo di due peni. Tale condizione, anche chiamata “Difallia” o “Duplicazione del pene”, è veramente rara, ed il caso in questione è ancora più raro visto che, a quanto riferisce l’uomo, entrambi i peni sono funzionanti: nelle forme più comuni di difallia solo uno dei due organi è formato e funzionale mentre l’altro non è del tutto formato e ha scarsa – o nulla – funzionalità. La causa della malformazione sarebbe da imputare ad una mancata fusione di tessuti nel mesoderma, uno dei tre strati primari dell’embrione umano.

Una malformazione rarissima

Esistono solo circa 100 casi documentati di difallia nel mondo. Ho fatto un breve sondaggio tra i miei colleghi – anche quelli più anziani – e nessuno di loro ha mai avuto a che fare con questa patologia, talmente rara che i casi divenuti di pubblico dominio, diventano molto famosi. Nel 2006 ad esempio fece scalpore il caso di un famoso uomo d’affari indiano – originario dello stato dell’Uttar Pradesh, nel nord del Paese – nato appunto con due peni che decise di rimuovere chirurgicamente uno di questi per potersi sposare e per condurre una vita sessuale normale. Almeno ciò è quanto scrisse all’epoca il quotidiano Times of India che per privacy non rivelò il nome del protagonista di questa vicenda.

DoubleD*ckDude  decide di non rimuovere il pene in soprannumero

Il ragazzo col doppio pene ha invece raccontato  di aver scelto di lasciare le cose come stanno dato che ha sempre vissuto serenamente tale condizione particolare, dopo aver a lungo preso in esame l’ipotesi di rimuovere chirurgicamente uno dei due organi durante l’adolescenza. E’ talmente sereno che ha deciso di postare le foto dei suoi organi, una delle quali è quella che vedete in alto a destra.

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Norrie May Welby è la prima persona al mondo dichiarata ufficialmente né uomo né donna: non ha sesso

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Norrie May Welby è la prima persona al mondo dichiarata ufficialmente né uomo né donna. Norrie è nato uomo 48 anni fa a Paisley in Gran Bretagna e ha cambiato sesso, diventando donna nel 1990 a 28 anni. Ora è stato dichiarato ufficialmente una persona “senza sesso specifico”: dopo l’esame di vari medici, nessuno è stato in grado di classificare il sesso di Norrie. Così il certificato di nascita originario, stilato in Gran Bretagna, è stato modificato, ed alla voce “sesso” c’è scritto “neutro”.

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Laser Rughe Pelle pulsato Macchie Lifting Ossigenoterapia Antiaging Norrie May Welby 02 Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Laser Rughe Pelle pulsato Macchie Lifting Ossigenoterapia Antiaging Norrie May Welby 03 Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dieta Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Laser Rughe Pelle pulsato Macchie Lifting Ossigenoterapia Antiaging Norrie May Welby 04

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Il perizoma fa male alla salute?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SEDERE TANGA PERIZOMA INTIMO GLUTEI CULO CELLULITE ESTETICAParticolarmente amato dalle donne per le ridotte dimensioni che lo rendono un valido aiuto soprattutto in caso di indumenti attillati, apprezzato anche dagli uomini che lo vedono come un capo molto sexy, i pareri degli esperti in merito al perizoma sono discordanti. La domanda di fondo è: Il perizoma fa male alla salute? Intanto se si è soggette a infezioni è meglio evitarlo: il perizoma è in certi casi così striminzito che le parti intime restano a contatto con il tessuto dei pantaloni senza essere adeguatamente protette. Alcuni studi hanno evidenziato che questo capo intimo, soprattutto se non realizzato con filati naturali, possa portare ad una maggiore incidenza di patologie infiammatorie e, in qualche caso, di infezioni in zona anale, perianale e pubica, rispetto agli slip normali. Inoltre, la sottile striscia che unisce parte posteriore e anteriore tende a muoversi, facendo da ponte per i batteri che migrano da una zona all’altra delle parti basse, soprattutto dall’ano alla vagina, trasportando in particolare l’Escherichia coli, batterio che determina fastidiose cistouretriti.

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Herpes genitale: saperlo riconoscere, come si trasmette e come si cura

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO OSPEDALE ANAMNESI ESAME FONENDOSCOPIOL’herpes genitale è una malattia sessualmente trasmissibile provocata da un virus, l’herpes simplex virus. Le crisi di recidive possono essere all’origine di dolori e di disagio che alterano la qualità della vita.

Saper riconoscere l’herpes genitale

I sintomi dell’herpes sono presenti solo nel 10% dei casi. Sono molto dolorosi nella zona d’infezione (sesso, natiche, cosce) e possono essere accompagnati da febbre, mal di testa e dolori al ventre. Nella donna: all’inizio si manifesta con pruriti, bruciori, pizzicori. Si possono avvertire dolori anche urinando. Nella zona della vulva compare del rossore a cui fanno seguito piccoli gruppi di vescichette (o piccole pustole). Queste vesciche piene di virus, poi, si rompono provocando piaghe vive, a volte molto dolorose. La cicatrizzazione avviene solo dopo 2 o 3 settimane e la crosta formatasi cade. I sintomi possono essere accompagnati da perdite vaginali. In alcune donne, l’herpes può localizzarsi all’interno della vagina e persino sul collo dell’utero, il che rende molto difficile la diagnosi, dato che i segni non sono visibili a occhio nudo. Nell’uomo: i sintomi sono spesso meno dolorosi e la guarigione è più rapida (una decina di giorni). Le zone colpite sono in genere quelle del pene e del prepuzio (piega di pelle che ricopre il glande). L’herpes può situarsi anche sulla piccola zona che si trova tra i due. Quando le lesioni colpiscono i testicoli è particolarmente fastidioso e la cicatrizzazione è lunga.

La diagnosi

Solo il medico può stabilire una diagnosi sicura. L’herpes infatti può essere confuso con altre malattie relative agli organi sessuali (micosi, infezione urinaria, altre MST…), in quanto i sintomi sono simili. Per sapere se si è portatori del virus, esistono due metodi: tramite prelievo con tampone (una sorta di cotton fioc) strisciato sulle lesioni e poi messo in coltura, e/o tramite un prelievo di sangue. È importante consultare il medico sin dalla comparsa dei primi sintomi o in presenza di una lesione dolorosa, un’irritazione o un semplice fastidio nelle parti intime, perché un ritardo nella consultazione può rendere la diagnosi più difficile.

Leggi anche: Il liquido pre-eiaculatorio può indurre gravidanza e trasmettere l’HIV?

Le modalità di trasmissione

Il primo contatto dell’organismo con il virus dell’herpes si verifica durante un rapporto sessuale, con o senza penetrazione, con una persona con lesioni erpetiche sul sesso, sulle natiche o sulle cosce, oppure con una persona semplicemente portatrice del virus che però non presenta sintomi. In caso di herpes labiale, un rapporto in cui bocca e organi sessuali entrano in contatto può causare la trasmissione del virus presente sulle labbra alle parti intime del partner. Succede dall’1 al 30% dei casi di herpes genitale. Può verificarsi anche il contrario.

Una malattia recidiva

Una volta contratto il virus, esso resto nell’organismo per tutta la vita, nascosto in un ganglio nervoso nella parte bassa della schiena. È lì che elegge il suo domicilio a vita. Si ripresenta più o meno regolarmente, riprende lo stesso tragitto nervoso dell’andata e ricompare laddove è stato contratto: sono le recrudescenze dell’herpes, dette anche “recidive” o “crisi” la cui frequenza e intensità variano da una persona a un’altra.

Leggi anche: Smegma: i rischi dell’accumulo di sporco sul pene

Complicazioni della malattia erpetica

Le complicazioni della malattia erpetica a volte possono essere gravi, soprattutto se vengono contagiati gli occhi, oppure in gravidanza, se il feto subisce il contagio al momento del parto, con serie conseguenze per il neonato.

Cure per l’herpes genitale

L’herpes genitale non è una malattia di cui vergognarsi. È falsamente rassicurante dirsi che si conosce bene il proprio partner e che non si rischia niente: il tuo partner può benissimo trasmetterti il virus senza neanche sospettare di esserne portatore. Se, nonostante tutto, il senso di colpa diventa troppo grande, o se le recidive sono troppo fastidiose, è consigliabile parlarne con il proprio medico di fiducia. La visita è confidenziale. Un ritardo nella consultazione può rendere la diagnosi più difficile. È molto importante dunque consultare il medico sin dalla comparsa dei primi sintomi. Esistono trattamenti efficaci per limitare il dolore, la frequenza delle crisi e per ridurre il rischio di contagio. Prima vengono messi in atto, più sono efficaci. Pertanto è necessario recarsi subito dal proprio medico, anche nel caso in cui vi sia solo il dubbio di un eventuale contagio. Nel nostro Paese l’herpes genitale non è incluso tra le malattie infettive sottoposte a denuncia obbligatoria, quindi non esistono dati nazionali certi sull’incidenza di questa malattia. Gli unici dati disponibili provengono dal Sistema di Sorveglianza delle Malattie Sessualmente Trasmesse (MST).

Pulizia dei genitali

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