Volete figlie più intelligenti? Regalate loro più Lego e meno bambole

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINI FRATELLI FAMIGLIA GENITORI FAMIGLIA (3)Giocare con i Lego, ma non solo. Va bene anche il Piccolo Chimico e tutti i giochi manuali e logico-matematici. L’importante è che alle bambine non vengano proposte solo borsette, trucchi, pentolini e bambole da acconciare. E’ l’appello di un politico inglese, chiaramente donna, che parla ai brand che producono giochi chiamandoli in causa a proposito di differenze di genere nel settore matematico e scientifico. «Ho due bambine e ho regalato loro sia i Lego tradizionali che i Lego Friends (i cosiddetti Lego al femminile)»: la dichiarazione è di Elizabeth Truss, sottosegretario alla scuola britannico che ha voluto parlare pubblicamente della crisi tuttora esistente di vocazioni femminili nelle materie scientifiche.

Continua la lettura su https://www.corriere.it/scuola/14_gennaio_23/truss-sottosegretario-lego-bambole-giochi-gap-genere-figlie-matematica-b3465de8-843d-11e3-a32e-831830ba1aa5.shtml

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

E’ facile smettere di fumare se sai come farlo: il video tratto dal libro di Allen Carr

Ho smesso di fumare da più di un anno, ma ogni tanto questo video me lo rivedo con enorme piacere, giusto per ricordarmi di aver fatto la scelta migliore della mia vita! Spero lo troviate interessante e magari… illuminante! Buona visione!

PS. Purtroppo il video viene spesso rimosso da You Tube o da altri siti per motivi di copyright, quindi potrebbe non apparirvi alcun video: ciò non dipende dalla nostra volontà.

Leggi anche:

Lo Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Come imparare a leggere l’INCI di shampoo, trucchi e cosmetici e acquistare prodotti sicuri

MEDICINA ONLINE COSMETICI TRUCCHI MAKE UP TRUCCOLe donne, ma in questi ultimi anni anche gli uomini, difficilmente rinunciano ad un cosmetico che le faccia sentire più belle e che migliori la consistenza della loro pelle. Nonostante la crisi, i prodotti di bellezza non hanno subito cali di vendite ma di sicuro quello che i consumatori vogliono è un buon prodotto e magari senza dover spendere delle cifre esagerate, che – sia chiaro – non necessariamente sono sinonimo di alta qualità. Per scegliere un buon cosmetico – almeno dal punto di vista della qualità dei suoi componenti – è necessario fare una cosa: leggere l’INCI ovvero l’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. L’INCI indica tutti gli ingredienti o in lingua latina o in lingua inglese e tali ingredienti sono nominati in ordine di quantità presente nel prodotto, in parole povere i primi componenti elencati sono quelli presenti in più alte concentrazioni nel cosmetico. Un’altra buona regola è quella di scegliere prodotti dermocompatibili e ecocompatibili cioè che “fanno bene alla pelle ed allo stesso tempo non impattano negativamente sull’ambiente” come promuove l’Associazione Internazionale di Ecodermatologia Skineco e l’ideatore del Biodizionario, il chimico industriale consulente Ecolabel, Fabrizio Zago.

Come leggere l’INCI?

Ma andiamo nel dettaglio, come va letto l’INCI per determinare che un prodotto sia dermocompatibili e ecocompatibili?Allora per prima cosa leggiamo i primi 5-6 ingredienti, sono quelli presenti in maggior quantità e in questi non devono esserci i derivati del petrolio come petrolati, definiti nell’INCI come Paraffinum Liquidum, PEG e PPG, Mineral Oil, Petrolatum. Ma anche dobbiamo prestare attenzione ai tensioattivi derivati dalla raffinazione del petrolio come Sodium laureth sulfate, Sodium lauryl sulfate, Ammoniun lauryl sulfate, agli ingredienti allergizzanti come Triclosan, Imidazolidinyl urea, DMDM Hydantoin, Methylisothiazolinone e Methylchloroisothiazolinone senza poi dimenticare i siliconi come Poliquaternium-80, Dimethicone e Amodimethicone. Comunque per ogni dubbio, sul già citato Biodizionario di Fabrizio Zago potrete trovare quasi 5.000 ingredienti catalogati in ordine alfabetico con accanto un “semaforo” che indica se è un ingrediente che possiamo considerare buono o cattivo.

Vaseline e petrolati

Leggiamo ora quello che Skineco dice sulle vaseline e i petrolati:

“La Direttiva sostanze pericolose della CEE n.67/548/CEE e successive modifiche stabilisce una chiara catalogazione tra i derivati del petrolio, tra i cancerogeni e i non. La vaselina (paraffina molle) è classificata come cancerogena cat.2, a meno che non ci sia certezza che l’olio di base dalla cui raffinazione e lavorazione è derivata non lo sia perché non contiene alcuna impurità. I fornitori di paraffina e vaselina per uso cosmetico devono dare garanzia di non fornire vaselina di categoria 2 cancerogena per le impurità contenute, e ottemperando alla direttiva 2003/15/CE settima modifica, devono fare dichiarazioni certificate di produrre con olii base che non contengano più del 3% di impurità pericolose.”

Cancerogeni vietati

Per legge le sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, di categoria 1A, 1B e 2 sono vietate per la formulazione di cosmetici, una sostanza classificata nella categoria 2 può essere utilizzata nei cosmetici se è stata sottoposta alla valutazione del CSSC (Comitato Scientifico Sicurezza Consumatori) e dichiarata accettabile per l’utilizzo nei prodotti cosmetici. Sostanze cancerogene a parte, la vaselina ha il potere di ostruire i pori della pelle, non è biodegradabile e potrebbe alterare la pelle visto che non la fanno respirare, senza dare nessun reale nutrimento o idratazione. Quindi da evitare assolutamente. Anche i siliconi hanno la stessa funzione, rendere la pelle setosa ma è il silicone ad essere setoso, non la pelle, il silicone è un isolante, idrorepellente, cioè non lascia respirare la pelle, non la lascia idratarsi e a lungo andare la secca ancora di più.

Leggi anche:

Cristalli, allergie

Attenzione agli shampoo, ai balsami e ai cristalli di luce per i capelli, riempiono di siliconi i capelli che non vengono lavati via e che quindi a lungo andare creano una sorta di pellicola unta e pesante regalando ai capelli l’aspetto sporco e non curato, senza parlare del fatto che la cute non respira e si forma la forfora. Attenzione anche che il cosmetico sia stato testato da test clinici contro le allergie e che non contenga gli allergeni, qui potete scaricare il file in formato .pdf della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea con gli allergeni riconosciuti:

Allergeni riconosciuti

Latino o inglese

Un’altra cosa da sapere quando leggete l’INCI è la differenza tra i nomi in latino e i nomi in inglese. I nomi in latino si riferiscono ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea ad esempio “prunus amygdalus dulcis oil” sta per “olio di mandorle dolci“. Mentre quelli in inglese indicano componenti di sintesi chimica, identificati anche con codici numerici i quali identificano i coloranti artificiali, questi codici sono preceduti da un CI che indica la lista internazionale dei coloranti.

Pao

Infine controllate il PAO (period after opening), il simbolino che sta di solito in basso sulle confezioni ed indica una confezione aperta con un numero al suo interno. Quel numero indica il numero di mesi di conservazione ottimale del prodotto dopo la sua apertura. Più questo numero è alto, più conservanti sono contenuti al suo interno, un buon PAO è di 6-12 mesi, non di più.

Conclusioni

In conclusione cercate di acquistare prodotti che non abbiano petrolati, siliconi e allergizzanti, che abbiano un INCI il più possibile in latino e che abbiano una scadenza relativamente breve e ricordate che non è detto che una grande marca sia sinonimo di alta qualità, leggete anche quelle etichette!

Fonte: Eticamente, SkinecoBiodizionario

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il test che ti dice se hai paura di essere felice

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DONNA TRISTE DEPRESSIONE PIANTO PIANGERE TRISTEZZA BIANCO E NERAPer alcuni la felicità è qualcosa da temere e da evitare: come spiega Scientific American alcune persone proverebbero un senso di ansia nel sentirsi felici, perché questo stato li obbligherebbe ad abbassare la guardia in vista di eventuali eventi negativi. Una spirale negativa che, in certi casi, può sfociare nella depressione o nei disturbi emotivi. Scientific American propone una serie di domande per capire se, anche noi, potremmo essere tra quelli che hanno paura della felicità.

Le domande del test

1. «Sono spaventato/a all’idea di lasciarmi andare ed essere troppo felice»

2. «Faccio fatica a fidarmi dei miei stessi sentimenti positivi»

3. «Quando mi sento felice non dura mai troppo a lungo»

4. «Credo di non meritarmi la felicità»

5. «Sentirmi felice mi fa sentire a disagio»

6. «Quando raggiungo un obiettivo o un traguardo, mi impongo di non gioirne troppo»

7. «Quando sei felice, non puoi mai sapere se, all’improvviso, ti potrà capitare qualcosa di brutto»

8. «Mi preoccupo del fatto che se sono troppo felice potrà succedermi qualcosa di brutto»

9. «Quando ti senti felice, abbassi la guardia»

Per fare il test originale clicca qui

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Carne di delfino servita al ristorante: serie di sequestri

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MARE NATURA DELFINO NATURA ANIMALI PESCI MAMMIFERICarne di delfino servita al ristorante: stava per accadere ai tavoli di un noto locale del litorale laziale, e che è stato evitato dopo la denuncia di Marevivo e Lav e il conseguente sequestro. La carne del cetaceo essiccata, contenuta in alcune confezioni sottovuoto, era pronta per essere venduta e servita ai clienti. E non era la prima volta: alla base della denuncia c’è proprio “la consuetudine di un ristorante del litorale laziale di servire ad alcuni clienti selezionati carne di delfino, specie di cui è vietata la cattura”.

L’APPELLO A ORLANDO 

Le associazioni si sono rivolte a Orlando chiedendo “‘tolleranza zero su quanti lucrano sulla pelle di questi mammiferi marini, rigorosamente protetti dalle normative europee”; ma anche un Piano per tutta la filiera, “soprattutto in quelle Regioni le cui tradizioni culinarie annoveravano il delfino tra le prelibatezze locali”. Le regole stabiliscono infatti per i delfini “un regime di rigorosa tutela”, e in particolare è vietata “qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata nell’ambiente naturale”.

LA MATTANZA IN GIAPPONE 

Intanto proseguono le polemiche per quella che viene definita una vera e propria mattanza dei delfini ad opera del Giappone, nella baia di Taiji. L’ambasciatore italiano a Tokyo, Domenico Giorgi, si è rivolto al ministro nipponico per l’Agricoltura, Yoshimasa Hayashi, con l’auspicio che – anche per via delle reazioni della comunità internazionale – da parte giapponese si possa giungere a un’urgente riconsiderazione di tale pratica.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Insensibilità congenita al dolore: la strana malattia che non ti fa sentire nessun dolore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO NEONATO BAMBINO BIMBO FELICE ALLEGRO FELICITA ALLEGRIAImmaginate di soffrire il mal di denti ma di non provare alcun dolore. Oppure di ricevere un pugno sul naso e continuare senza problemi a fare quel che stavate facendo.
Quante volte, durante una malattia o dopo una caduta, ci siamo detti “quanto sarebbe bella una vita senza dolore”. Dopo aver letto questo articolo non la penserete allo stesso modo!

L’importanza del dolore

A parità di stimolo la percezione dell’intensità del dolore varia da persona a persona. La soglia del dolore è soggettiva, tuttavia il nostro comportamento di fronte ad un forte dolore è quasi sempre lo stesso: molte volte quando qualcosa “ci fa male” noi ricorriamo subito ai farmaci per alleviare il dolore, come ad esempio gli antinfiammatori. Tuttavia spesso ci dimentichiamo che il dolore è un sentimento necessario, un allarme che il nostro corpo ci invia per avvertirci che qualcosa nel nostro corpo funziona male o ha dei danni. Il dolore è il modo che ha il nostro corpo per spingerci a prendere delle contromisure al danno per evitarci ulteriori danni e curarci adeguatamente e tempestivamente.

Leggi anche: Perché si piange? Per quale motivo si piange di gioia, di dolore e dal ridere?

Il caso di Isaac Brown

Qualche tempo fa dal Regno Unito, era diventato famoso il piccolo Isaac Brown, 5 anni, affetto da insensibilità congenita al dolore. Il bambino, a causa di questa patologia, di fatto non è consapevole dei pericoli che affronta anche nei più semplici atti quotidiani. Può succedere ad esempio che il piccolo, pur avendo una frattura al piede, continui a giocare a calcio non curandosi del trauma: mentre un bambino sano smetterebbe di giocare e verrebbe curato adeguatamente, Isaac continuerebbe a giocare provocando danni molto più elevati! La frattura al piede è un caso “ottimistico”, pensate ad esempio ad un trauma che provochi una emorragia interna: il piccolo continuerebbe tranquillamente a giocare, per poi morire dissanguato pochi minuti dopo.
Per risolvere il problema la famiglia Brown educa il figlioletto a riconoscere i potenziali rischi per la propria incolumità, dato che il bambino non saprebbe riconoscere i rischi cui si sottopone, ancor più rispetto a qualsiasi bambino della stessa età.

Leggi anche: La morte per mancanza di sonno è davvero possibile? Per quanto tempo si può restare svegli?

Cos’è l’insensibilità congenita al dolore?

I problemi che scaturiscono dalla totale mancanza del dolore, si manifestano nella insensibilità congenita al dolore (anche detta CIPA che è l’acronimo di Congenital Insensitivity to Pain with Anhidrosis che in italiano significa “insensibilità congenita al dolore con anidrosi“). La CIPA è una malattia molto rara – forse causata da una mutazione genetica a carico del gene SCN9A – caratterizzata fondamentalmente da assenza tattile e anidrosi (assenza della sudorazione) e quindi impossibilità di avvertire il dolore, il calore e il freddo. La mancata sudorazione porta poi a frequenti episodi di ipertermia, pericolosa specie per i bambini. Dietro l’insensibilità congenita al dolore vi sarebbe la disfunzione del sistema nervoso periferico: le terminazioni nervose non sarebbero in grado di rispondere adeguatamente alle stimolazioni, specie quelle nocive recepite come dolore.

Leggi anche: Mark Sloan e il recupero fittizio: il mistero del cervello pochi attimi prima di morire

Epidemiologia

La CIPA è una patologia rarissima, che colpisce circa 1000 persone nel mondo. Attualmente vi sono 84 casi viventi documentati negli Stati Uniti e circa 300 in Giappone. Solo un caso è documentato in Nuova Zelanda, mentre due casi sono stati individuati in Marocco. Sessanta casi sono stati riportati a livello mondiale nel 1983, quando la CIPA è stata classificata come malattia.

Prognosi

La maggior parte dei bambini affetti da questo disturbo non vive oltre i 3 anni di età e raramente superano i 25 anni. La ragione di questa aspettativa di vita così ridotta è spesso legata all’incapacità del malato di sudare, e ciò porta a ipertermia, alla quale specie i bambini sono particolarmente sensibili.

Leggi anche: Mal di schiena: cibi consigliati, farmaci, rimedi naturali e prevenzione del dolore

Quali sono le cause dell’insensibilità congenita al dolore?

Come detto qualche riga prima, dietro questa patologia ci sarebbe una mutazione a carico del gene SCN9A. Il gene SCN9A codificherebbe per la costruzione di una parte della proteina detta subunità Nav 1.7. La proteina in questione è un canale per il passaggio dello ione Sodio (Na+), importante regolatore della propagazione dei segnali nervosi lungo le fibre nervose dirette al sistema nervoso centrale dalla periferia e viceversa. Detto in parole semplici la mutazione del gene in questione interferirebbe sulla struttura di una proteina presente nella membrana delle cellule nervose periferiche, che rappresentano le porte di accesso per le informazioni al cervello. L’impossibilità di tale accesso rende impossibile provare l’impulso doloroso. Nuovi studi sembrano confermare l’interessamento del gene che codifica il recettore tirosin chinasico neurotrofico (gene NTRK1). Tale recettore è specifico per il nerve growth factor (NGF o fattore di crescita nervosa) che induce la formazione di assoni e dendriti e promuove la sopravvivenza dei neuroni embrionali sensoriali e simpatici. La mutazione dell’NTRK1 non consente di legare NGF correttamente e può causare difetti nello sviluppo. La ricerca in tale direzione è agli inizi e solo l’informazione e la dedizione riescono a garantire una vita quasi “normale” alle persone affette da insensibilità congenita al dolore.

Come si cura l’insensibilità congenita al dolore?

Ad oggi non esiste una cura risolutiva per una patologia che rende le persone insensibili al dolore fisico e, di fatto, a rischio di non sapere riconoscere le fonti di pericolo. Oggi, nonostante la medicina non trovi ancora cure efficaci per la malattia rara, un aiuto giunge dai mondi della comunicazione e dei social network, dalla buona informazione. La famiglia di Isaac, ad esempio, ha trovato aiuto in vari forum sul web dove si incontrano pazienti e familiari di pazienti che vivono il dramma dell’insensibilità congenita al dolore: in questi gruppi possono trovare uno spazio per confronti e suggerimenti.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Sindrome di Cornelia de Lange: avere l’aspetto di un bambino per tutta la vita

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Certificato Cellulite Calorie Peso Dieta Sessuologia PSA Pene Laser Filler Rughe Botulino SINDROME DI CORNELIA DE LANGELa sindrome di Cornelia de Lange (CDLS) è una sindrome malformativa riconosciuta per la prima volta nel 1933 da una pediatra che diede ad essa il nome, la cui incidenza è stimata pari ad 1 nuovo caso ogni 10-20.000 nati (circa 50 nuovi nati all’anno in Italia). Una sindrome malformativa è una malattia congenita (cioè presente sin dalla nascita) caratterizzata dalla possibile presenza contemporanea di malformazioni maggiori (alterazione della struttura di cuore, reni, palato, sistema nervoso centrale, arti, genitali esterni ecc.), di problemi di crescita in peso e altezza (in eccesso o in difetto), di anomalo sviluppo psicomotorio e intellettivo e di tratti somatici spesso molto particolari.

Segni e sintomi in generali

Le caratteristiche principali di un soggetto affetto sono costituite da basso peso alla nascita (inferiore a due chili e mezzo), scarsa crescita postnatale in peso e altezza, ridotte dimensioni della testa (microcefalia), eccessiva peluria sul corpo (avambraccio e regione lombare in particolare), mani e piedi piccoli o gravi alterazioni malformative a carico delle mani stesse. I pazienti si assomigliano molto tra di loro: le ciglia sono lunghe, il naso è piccolo con narici all’insù, le labbra sono sottili con angoli rivolti in basso. Le sopracciglia sono sottili, arcuate e unite frequentemente sulla linea mediana e danno l’impressione di essere state disegnate con la matita. L’acquisizione delle comuni tappe di sviluppo di ogni bambino (stare seduto, gattonare, camminare, dire le prime parole) è ritardata, così come ritardato in modo variabile è lo sviluppo intellettivo. Per quanto riguarda infine l’area della comunicazione verbale (linguaggio), si tratta della sfera più compromessa ed è ormai chiaro che le capacità di comprensione dei soggetti affetti superano notevolmente le loro possibilità di espressione verbale.

Leggi anche: Cos’è un cromosoma ed a che serve?

Crescita e alimentazione

Altezza, peso e circonferenza cranica durante l’infanzia di solito sono al di sotto del terzo percentile. Individui con la forma lieve della sindrome hanno un ritardo di crescita meno severo.  Lo scatto di crescita puberale si ha in tempi normali (una media di 15 anni per i maschi e di 13 anni per le femmine), ma l’ampiezza dello scatto di crescita e inferiore a quella della popolazione generale.  L’altezza media, da adulti, e di 155.78 cm per i maschi e di 131.13 per le femmine.  Fin dalla nascita, la capacita di nutrirsi e scarsa, e non di rado i bambini affetti necessitano di alimentazione per via nasogastrica. In qualche e necessaria l’inserzione un tubo per gastrostomia.  E comune il reflusso gastroesofageo, che contribuisce alle difficolta di alimentazione e alla scarsa crescita.  La prognosi per una crescita normale e buona se il sottostante reflusso gastroesofageo e diagnosticato e trattato precocemente.

Sviluppo e comportamento

Numerosi studi e case report hanno documentato il QI dei soggetti affetti, e i risultati variavano da 30 a 60 per gli individui con la forma classica, fino a 102 in quelli con la forma lieve.  Barney et al. Nel 1999, condussero uno studio dettagliato sul comportamento di 49 individui con i fenotipi classico e lieve.  L’età dei pazienti dello studio variava della prima infanzia all’età adulta. Essi evidenziarono una grande varietà di sintomi, che includevano l’iperattività (40%), l’autolesionismo (44%), aggressioni quotidiane (49%) e disturbi del sonno (55%). I disturbi del comportamento correlavano strettamente con la presenza di una sindrome simil-autistica e con il grado di ritardo mentale. Questi autori descrissero come questi disturbi del comportamento continuassero anche in età adulta.  Kline e colleghi misero a punto una valutazione dello sviluppo in 122 individui con sindrome di Cornelia de Lange, usando una varietà di metodi, e furono in grado di costruire tavole con le tappe di sviluppo, prendendo in considerazione la motricità grossolana, la motricità fine, le abilita sociali e lo sviluppo del linguaggio.  Vi sono molte descrizioni, in letteratura, di assenza di linguaggio negli individui con la sindrome di Cornelia de Lange. All’altro estremo dello spettro, vi e la descrizione di una ragazza con la forma lieve della sindrome che a 14 anni era in grado di parlare con frasi articolate.  In uno studio sugli indicatori prognostici per lo sviluppo del linguaggio, i fattori che predicevano una prognosi scarsa erano: un peso alla nascita al di sotto 2.270 kg, deficit uditivo da moderato a grave, malformazioni a carico degli arti superiori, scarse interazioni sociali e un grave ritardo motorio.  Molti lavori hanno descritto un pianto simile ad un ringhio sommesso come caratteristico della sindrome in infanzia.  Non e stato possibile valutare gli effetti della sordità combinata sensitiva e conduttiva, che si osserva nella sindrome, sul deficit di linguaggio, perché nessuno degli studi sulla sindrome ha incluso una valutazione dell’udito. Poiché adesso gli individui affetti dalla sindrome di Cornelia de Lange sono trattati con dispositivi di ausilio all’udito e con l’inserzione di tube di ventilazione, sembra che lo sviluppo del linguaggio andrà via via migliorando negli anni avvenire.  Praticamente tutti i bambini con la sindrome alla fine impareranno a camminare. Quelli con il fenotipo lieve staranno seduti intorno all’anno e cammineranno intorno ai due anni, mentre la maggior parte dei pazienti con fenotipo classico staranno seduti prima dei due anni e cammineranno prima dei tre anni. Una minoranza dei bambini con la forma classica pronuncerà qualche parola, mentre la maggioranza di quelli con la forma lieve sarà in grado di parlare a frasi.  I disturbi del comportamento sono comuni nella sindrome di Cornelia de Lange e sono più frequenti nei pazienti con grave ritardo mentale. E importante il ruolo delle cause mediche, come il reflusso gastroesofageo, quando si ha un peggioramento del comportamento: drammatici miglioramenti del comportamento non sono rari dopo terapia antireflusso.  La prognosi, per quanto riguarda la gestione dei problemi di comportamento, e buona se viene individuato e trattato un problema clinico sottostante o se il problema di base era una difficolta di comunicazione che viene risolta con l’aiuto del linguaggio dei segni. In assenza di problemi di questo tipo, il comportamento rimane comunque un aspetto di difficile gestione da parte dei familiari e dei terapeuti.

Orecchie e udito

Un certo grado di deficit dell’udito e presente nel 90% degli individui con la sindrome di Cornelia de Lange. Ora si e visto che e di origine neurosensoriale e che di solito e bilaterale. Otiti medie e malattie croniche dell’orecchio medio (‘glue ear’) che si sovrappongono sono comuni e possono essere difficili da diagnosticare perché il canale uditivo esterno, in questa sindrome, tende ad essere molto stretto.  Gli ausili auricolari vengono meglio tollerati quando sono impiantati precocemente.

Anomalie degli arti

Le anomalie degli arti che si possono vedere nella sindrome di Cornelia de Lange variano dalla presenza di mani piccole con dita corte a riduzioni bilaterali con assenza di mani e avambracci. Anomalie minori della mani includono impianto prossimale dei pollici, solco palmare singolo e clinodattilia del quinto dito. Più di rado, si possono vedere fusione di due dita o polidattilia e vi e una descrizione di un dito con due unghie.  A livello dell’arto superiore, omero, ulna e radio sono di lunghezza ridotta, e occasionalmente il radio o l’ulna sono aplastici. E comune la brevità dei metacarpi, in particolare del primo. Sono comuni contratture in flessione dei gomiti, secondarie alla deformazione della metafisi prossimale del radio, che solitamente e sublussato.

Leggi anche: Cos’è un gene ed a che serve?

Problemi gastrointestinali

Il reflusso gastroesofageo rappresenta il più comune problema gastrointestinale, nella sindrome di Cornelia de Lange, e colpisce sia la forma classica sia quella lieve. Se non trattato, il reflusso può condurre a morbilità e mortalità significative. E comune che si sviluppi esofago di Barrett e stenosi esofagea, e si può sviluppare anche adenocarcinoma dell’esofago.  La condizione si può presentare in individui con deficit di crescita, ridotta velocita di accrescimento, anemia, polmoniti ricorrenti, apnea o disturbi del comportamento. Poiché l’associazione tra reflusso e sindrome di Cornelia de Lange e emersa solo in tempi relativamente recenti, spesso al momento della diagnosi il danno esofageo e già grave.  Malformazioni del tratto gastrointestinale che si presentino subito dopo la nascita includono stenosi pilorica in circa l’1% dei pazienti effetti o, molto raramente, un pancreas anulare che si manifesta con ostruzione duodenale.

Problemi cardiovascolari

Nel 20-25% dei pazienti con la forma classica della sindrome di Cornelia de Lange sono presenti difetti cardiaci congeniti, che sono invece rari nella forma lieve.  L’anomalia più comune e la stenosi della valvola polmonare, sia isolata, sia in combinazione con un difetto del setto interventricolare. Una grande varietà di altri difetti e stata descritta in questa sindrome, compresa la tetralogia di Fallot, la coartazione aortica, il difetto del setto interatriale, il cuore sinistro ipoplasico, il ventricolo unico e il difetto del canale atrioventricolare. Nel 2% dei pazienti con la forma lieve si può osservare una modesta stenosi del ramo polmonare, che raramente richiede trattamento.  I difetti cardiaci più gravi spesso si vedono nei pazienti con ernia diaframmatica e grave accorciamento degli arti. I bambini con difetti cardiaci più complessi di solito stentano a crescere e muoiono prima o durante l’intervento di chirurgia correttiva. Quelli con difetti più semplice, invece, hanno una buona prognosi.

Anomalie craniofacciali

Gli individui con la sindrome di Cornelia de Lange di frequente hanno il palato arcuato e alto. L’incidenza della palatoschisi varia tra il 18 e il 59% a seconda delle descrizioni. Al contrario di tante altre anomalie, la palatoschisi si può osservare anche nei pazienti con la forma lieve della sindrome.  La palatoschisi non e mai associata a labioschisi. La prognosi di solito e buona, anche se i bambini con la forma lieve della sindrome di Cornelia de Lange e palatoschisi hanno meno probabilità di imparare a parlare rispetto a quelli senza.

Problemi oculistici

La ptosi della palpebra superiore e un reperto frequente specialmente nella forma classica, in cui può variare da un semplice problema estetico ad una interruzione dell’asse visivo.  Anche la miopia e molto comune, ed e stata descritta nel 60% dei pazienti con la forma classica della sindrome di Cornelia de Lange. Sono molto comuni anche sintomi suggestivi di ostruzione del canale nasolacrimale, come gli occhi bagnati e le congiuntiviti ricorrenti. Questi sintomi, comunque, si risolvono quasi sempre spontaneamente col tempo, e sono rari dopo i sei anni.

Problemi al tratto genitourinario

La più frequente anomalia del tratto renale, in questa sindrome, e il rene a ferro di cavallo. Nei maschi, reperto estremamente comune e il criptorchidismo, che puo presentarsi in associazione con ipospadia e scroto ipoplasico.  Nelle femmine, l’anomalia piu comune e l’utero bicorne.

Problemi neurologici

Sono state descritte molte anomalie del sistema nervoso centrale, ma nella maggior parte dei casi si tratta di pubblicazioni di singoli casi.  Le convulsioni sono infrequenti, e si controllano bene con i farmaci.

CAUSE DELLA SINDROME DI CORNELIA DE LANGE

La sindrome di Cornelia de Lange è una malattia genetica, causata cioè da un’alterazione molto piccola nel patrimonio genetico della persona affetta. Nel maggio del 2004 è stato dimostrato che un’anomalia di una singola informazione genetica (gene NIPBL) è responsabile di tutte le manifestazioni cliniche nel 50% circa dei soggetti con questa condizione. La ricerca è ora impegnata a capire quale sia il difetto genetico di base nella restante parte delle persone con CDLS. L’alterazione genetica che causa la sindrome insorge solitamente in modo casuale nel patrimonio genetico del soggetto affetto; questo fa sì, quindi, che il rischio di ripetizione della malattia in altri figli dopo la nascita di un figlio affetto sia, di regola, molto basso. Esistono però rarissimi casi (una decina circa al mondo) in cui si è verificata una ripetizione della malattia; è per altro importante che ogni coppia che ha avuto un bambino affetto esegua un’appropriata consulenza genetica.

DIAGNOSI DELLA SINDROME DI CORNELIA DE LANGE

La diagnosi di CDLS è ancora prevalentemente basata sul riconoscimento delle caratteristiche cliniche da parte di un medico esperto (pediatra, genetista, ecc). Essa può essere fatta già alla nascita o nei mesi o negli anni successivi. Le recenti scoperte fanno sì che entro breve sarà possibile confermare la diagnosi clinica con l’esecuzione di un esame di laboratorio specifico (test genetico). Recentemente si è dimostrato anche che esistono pazienti con un quadro clinico meno marcato (forme mild = lievi) per i quali la diagnosi frequentemente è fatta più tardi e la prognosi è migliore.

Diagnosi prenatale e prevenzione

Poiché non vi sono test diagnostici per la sindrome, le gravidanze successive alla nascita di un bambino affetto vanno seguite con ecografie accurate, cercando anomalie strutturali come un igroma cistico, difetti a carico degli arti nel senso di una riduzione, un’ernia diaframmatica, anomalie cardiache o il caratteristico profilo della faccia. Il profilo del volto presenta una grave micrognatia con filtro lungo e sporgente, e naso piccolo. Il ritardo di crescita intrauterino, presente alla nascita nella maggior parte dei casi, raramente si vede prima del terzo trimestre.  Nel 1983, Westergaard e colleghi descrissero la completa assenza della proteina-A plasmatica associata alla gravidanza (PAPP-A) in una serie di campioni di siero di donne gravide che che successivamente ebbero un bambino con la sindrome di Cornelia de Lange. In uno studio recente questo autore trovo che la PAPP-A era presente nei 19 campioni di siero materni analizzati, al secondo trimestre di gravidanza, ma che i suoi livelli erano significativamente ridotti.  Sebbene non sia un test diagnostico, la PAPP-A può dimostrarsi un prezioso marcatore aggiuntivo per le gravidanze a rischio di ricorrenza o per quelle in cui siano state riscontrate delle anomalie compatibili con la sindrome di Cornelia de Lange.

Sospetti e conferme

La diagnosi prenatale della sindrome di Cornelia de Lange può essere sospettata dopo il precoce riscontro di un ritardo di crescita simmetrico, che diventa particolarmente evidente dopo la 25 settimana di gravidanza. La diagnosi può essere ulteriormente confermata quando si ricerchino segni ecografici aggiuntivi, come la facies tipica, difetti agli arti superiori, che di solito sono unilaterali, e varie anomalie viscerali tra cui l’ernia diaframmatica, la stenosi pilorica, il reflusso ureterale e lesioni cardiache di vario tipo (difetti del setto interatriale e interventricolare, stenosi dell’arteria polmonare o aortica, tetralogia di Fallot, finestra aorto-polmonare, canale atrioventricolare e ventricolo unico).
Il cariotipo fetale rappresenta il primo passo nella diagnosi differenziale in epoca prenatale, per escludere la trisomia 18 e la tetrasomia 12p, ed e essenziale, vista la somiglianza della sindrome di Cornelia de Lange con la duplicazione 3q. Nella maggior parte dei casi, la sindrome di Cornelia de Lange mostra un grave ritardo di crescita, oligodattilia, pollici in posizione prossimale e un filtro sporgente, mentre la duplicazione 3q e più spesso associata a craniosinostosi, palatoschisi e anomalie del tratto urinario.

PROBLEMI DEI PAZIENTI CON SINDROME DI CORNELIA DE LANGE

I problemi principali per i pazienti affetti da sindrome di Cornelia de Lange riguardano la scarsa crescita (esistono in proposito curve di crescita specifiche) e il ritardo psicomotorio e intellettivo. A questo proposito è importante che vengano intrapresi programmi di stimolazione precoci soprattutto per quanto riguarda l’area della comunicazione. Tra i problemi pediatrici più frequentemente associati vi sono il reflusso gastroesofageo e le sue complicanze (70-80% dei casi), le convulsioni (20% circa dei casi), difficoltà d’udito, otiti e sinusiti frequenti, blefariti e miopia. Possono poi insorgere problemi comportamentali (irritabilità, iperattività ecc.), a volte legati al mancato riconoscimento e trattamento di problemi medici in grado di causare dolore. La sopravvivenza di una persona affetta, che non presenti malformazioni maggiori gravi, non è particolarmente ridotta: oggi, infatti, sono ampiamente noti soggetti che hanno raggiunto l’età adulta.

TERAPIA NEI PAZIENTI CON SINDROME DI CORNELIA DE LANGE

Crescita e alimentazione

Se il bambino non è in grado di succhiare dal biberon, un introito calorico adeguato dovrebbe essere garantito per mezzo di nutrizione per via nasogastrica.  Nei casi con grave reflusso gastroesofageo e difficolta di alimentazione, può essere necessario il posizionamento di un tubo per gastrostomia nel momento della funduplicatio.

Sviluppo e comportamento

Nei pazienti con la forma lieve della sindrome dovrebbe essere intrapresa terapia del linguaggio. Come aiuto alla comunicazione, dovrebbero essere introdotti il linguaggio dei segni o altre tecniche.  Le patologie dell’orecchio medio dovrebbero essere trattate con antibiotici e, se necessario, con cannule di ventilazione. Ogni problema medico sottostante che deteriori il comportamento dovrebbe essere trattato.  I problemi comportamentali di lunga data sono difficili da modificare, ma si possono migliorare con la modificazione comportamentale, guidata da uno psicologo del comportamento o da un pediatra dello sviluppo.

Anomalie degli arti

Non vi sono pubblicazioni che documentino che un approccio chirurgico alle anomalie degli arti possa dare dei benefici; anche i pazienti con grave ritardo mentale spesso hanno un controllo della motricità fine straordinariamente buono.

Problemi gastrointestinali

Nella pratica, sono molto pochi i pazienti che rispondono ad un trattamento conservativo del reflusso gastroesofageo, e la maggior parte necessita di un approccio chirurgico.  Il trattamento iniziale del reflusso dovrebbe consistere nel suggerimento di assumere pasti piccoli e solidi e di rimanere in posizione eretta il più possibile. Va tentata la terapia con antiacidi, anti-H2 e inibitori della pompa protonica. Di solito si rende necessaria la funduplicatio, talvolta con inserzione di un tubo da gastrostomia.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Il segreto per avere successo nella vita? Essere originali

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Dieta Pancia Sessuologia S Pene Laser Filler SEGRETO SUCCESSO NELLA VITA DISTINGUERSI DALLA MASSA

Si merita senza dubbio la vittoria!

Ho trovato questa illustrazione grazie ad una persona a me molto cara e ho deciso di condividerla con voi lettori del mio blog. Oltre ad essere molto simpatica ed allegra, trovo anche che trasmetta un messaggio interessante: se vuoi avere successo, devi essere diverso dagli altri. Mai omologarsi, nella vita!

Due strade divergevano in un bosco, ed io presi quella meno battuta E questo ha fatto tutta la differenza 

Robert Frost, The Road Not Taken, 1916

Un augurio di buona serata a tutti!

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!