Combatti o fuggi: ecco cosa accade nel nostro corpo quando siamo terrorizzati

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO LEONE NATURA ANIMALI SAVANAImmaginate di essere un uomo preistorico e di stare passeggiando tranquilli lungo il bosco alla ricerca di cibo. All’improvviso vi ritrovate davanti un leone di grossa taglia decisamente affamato, che vi viene incontro mostrando i denti con aria minacciosa. Cosa fate? Per sopravvivere avete probabilmente solo tre soluzioni possibili:

  1. Scappate nella direzione opposta, sperando che il leone abbia già pranzato e stabilendo il nuovo record mondiale dei 100 metri piani.
  2. Cercate di colpirlo in testa con l’enorme clava che tenete in mano, con la forza della disperazione.
  3. Restate immobili, impietriti dalla paura.

Se ci fate caso, solo due soluzioni possono offrirvi qualche possibilità di salvarvi: le prime due; mentre invece restare fermi probabilmente vi condurrà a diventare la cena del leone. Ovviamente lo scenario che vi abbiamo descritto è una semplificazione, anche perché in alcune condizioni “fingersi morti” potrebbe in effetti anche salvarvi, ma sono eccezioni: il nostro corpo ha imparato, in migliaia di anni di evoluzione, che ci sono solo due vere efficaci possibilità di reazione ad uno stimolo che ci terrorizza all’improvviso: combattere o fuggire.

Fight or flight

Tale reazione primitiva ad una situazione di pericolo è quella che in inglese viene definita “fight-or-flight“, interpretabile in italiano con “combatti o fuggi“. Di fronte al pericolo la fisiologia del nostro corpo ci prepara ad affrontare molto rapidamente la situazione nelle uniche due soluzioni possibili. L’amigdala agisce sull’ipotalamo che a sua volta stimola l’ipofisi innescando una serie di reazioni che portano il corpo a produrre gli ormoni che ci preparano per l’azione, come ad esempio le catecolamine adrenalina e noradrenalina ed il corticosteroide cortisolo, che – dopo esser stati prodotti rispettivamente dalla midollare e dalla corticale del surrene – vengono rilasciati nel flusso sanguigno e fanno aumentare il tono muscolare per preparare il corpo all’azione fisica, aumentano la frequenza cardiaca in modo che il sangue scorra più rapidamente in tutto i tessuti, agiscono sul ritmo di respirazione per aumentare la quantità di ossigeno disponibile, e ci aiutano a concentrarci per poter pianificare e pensare velocemente ad un modo per tirarsi fuori dai guai. Nei momenti di terrore il nostro corpo diventa una potentissima arma metabolica, pronta a reagire per difendere lo scopo più importante della nostra esistenza: sopravvivere a qualsiasi costo.

Forza fuori dal normale

I meccanismi appena accennati ci predispongono velocemente ad affrontare entrambe le soluzioni, visto che – sia che si combatta o che si fugga – nei momenti successivi al terrore, al nostro corpo è richiesta una impennata di forza, agilità, velocità, reattività. Nei momenti di paura il corpo tende ad avere un picco di attività metabolica talmente elevato, che il tempo sembra rallentare: istinto e valutazione analitica dello scenario da affrontare si mescolano e in poche frazioni di secondo ci ritroviamo a correre più velocemente di quanto mai avremmo pensato o a picchiare con una forza che non pensavamo di avere. Molto spesso, quando la situazione torna normale, ci accorgiamo di avere dolori muscolari e articolari, o ferite, che prima non “sentivamo”. Ciò accade perché durante il meccanismo “combatti o fuggi” il corpo si preoccupa di salvare la nostra vita senza risparmiare il nostro sistema locomotore o lasciando in secondo piano tutte le informazioni che non sono vitali in quel momento, tra cui i i nostri dolori.

Leggi anche: Neurotrasmettitori: cosa sono ed a che servono

La sinfonia metabolica “del terrore”

Il fegato estrae la fenilalanina (un amminoacido) dalle proteine che assumiamo come parte della dieta (da carni, uova ed altri alimenti proteici) e la trasforma in tirosina, prima di essere inviata alle ghiandole surrenali. Qui viene utilizzata per la formazione dell’ormone adrenalina. L’ormone viene poi immagazzinato per essere successivamente usato in situazioni di pericolo. Quando avvertiamo il pericolo, il nostro cervello stimola le ghiandole surrenali a rilasciare adrenalina nel circolo sanguigno 20 volte più velocemente del normale. Una volta in circolo, l’adrenalina va a legarsi ai recettori posti sulla superficie delle cellule degli organi target come polmoni, cuore, cervello e muscoli striati. In breve tempo provoca la reazione “combatti o fuggi” con i seguenti effetti principali:

  1.  più sangue arriverà al cervello, ciò rende i nostri pensieri più lucidi;
  2. le pupille si dilatano (midriasi) per rendere la vista acuta;
  3. il sangue coagula più rapidamente nella previsione di minimizzare eventuali perdite di sangue (nel caso di una caduta durante la fuga o ferite nella lotta);
  4. i vasi sanguigni che riforniscono il tratto gastrointestinale vengono ristretti: ciò porta ad un rallentamento della digestione (meccanismo inutile in un combatti o fuggi, anzi deleterio perché ruba risorse energetiche ai muscoli);
  5. il sangue è dirottato in quei distretti che necessitano maggiormente: cuore, cervello, polmoni e muscoli scheletrici;
  6. il sangue trasporta ancora più ossigeno e glucosio alle braccia, alle gambe, alla schiena ed al busto; ciò si traduce in “sforzi sovrumani” ed a volte ci permette di compiere azioni con una potenza che normalmente sarebbe fuori portata o addirittura deleteria per il nostro apparato locomotore;
  7. il cuore si contrae più efficacemente e velocemente, ciò aumenta la gittata cardiaca;
  8. le vie aeree nei polmoni si dilatano e ci permettono di assumere più ossigeno;
  9. la frequenza respiratoria aumenta.

L’effetto dell’adrenalina ha una durata di pochi minuti, durante i quali – se tutto va bene -il soggetto sarà riuscito a scappare o a mettere fuori combattimento l’avversario. Dopo questo surplus di energia, il corpo andrà incontro a un rilassamento compensatorio in cui ci si sentirà stanchi ed i muscoli potrebbero far fatica a tenerci in piedi, ad esempio potrebbero tremarci le gambe o addirittura perdere conoscenza. Dopo il combatti o fuggi si sentirà a volte il bisogno di urinare: la ragione di questo improvviso stimolo sta nel fatto che l’adrenalina viene ossidata e convertita in prodotti di scarto che sono eliminati dal corpo quando espelliamo l’acqua, oltre al fatto che l’improvviso rilassamento potrebbe influire sulla capacità di contrarre lo sfintere vescicale.

Per approfondire: Cos’è l’adrenalina ed a cosa serve?

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Un ingegnere italiano nella classifica dei 20 uomini con il quoziente intellettivo più alto al mondo

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Dieta Sessuologia Sex Filler Rughe Botulino INGEGNERE ITALIANO CLASSIFICA QUOZIENTE INTELLETTIVO MONDOEra il 1905 quando Alfred Binet, psicologo francese, mise a punto il primo test d’intelligenza dei tempi moderni. Sviluppata in collaborazione con Theodore Simon, la Scala Binet-Simon misurava le capacità mentali dei bambini all’età di sette anni, nell’intento di riconoscere per tempo i ragazzini con problemi d’apprendimento. Sette anni dopo fu un tedesco, William Stern, ad ideare la definizione di Quoziente d’Intelligenza, Q.I., per indicare il rapporto tra età mentale ed età cronologica.

Continua la lettura su https://www.linkiesta.it/2012/10/un-ingegnere-italiano-tra-i-20-uomini-con-il-qi-piu-alto-al-mondo/

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Come evitare di riprendere peso dopo aver fatto la dieta

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO DIMAGRIRE GRASSO DIETA DIETOLOGIA CALORIE IPOCALORICA OBESO OBESITA SOVRAPPESO KG BILANCIA JEANS PANTALONIIl momento peggiore di una dieta non è quando la si segue, ma quando la si interrompe o la si termina una volta raggiunto il peso ideale. Da lì in avanti comincia la fase del mantenimento che, specie nei primi tempi, è difficile quasi come quando ci si privava del cibo, tuttavia si deve tenere duro: dopo tutti gli sforzi fatti per perdere peso, sarebbe un peccato tornare punto e a capo! Ecco alcuni facili consigli per non riprendere chili e vanificare tutti gli sforzi fatti.

Non ritornare a mangiare come prima della dieta

Se alla fine di un periodo in cui si è perduto molti chili si ricomincia a mangiare come un tempo, il grasso tornerà a farci visita velocemente: si ingrassa sempre a causa di una alimentazione sbagliata per il proprio fisico ed è ovvio che si ricomincia a mangiare come un tempo. Chiaramente, specie per i regimi dietetici molto drastici, diventa difficile pensare di poter seguire vita natural durante le tabelle che ci hanno permesso di dimagrire, ma bisogna entrare nell’ordine di idee che il nostro rapporto con la tavola non tornerà più quello di un tempo e dovrà assomigliare a quello che abbiamo tenuto durante la dieta.

Reintegrare i cibi

Dopo una dieta, bisogna reintegrare nella propria alimentazione tutti i cibi. Ma attenzione, per essere sicura di non riprendere peso ti consiglio di procedere passo dopo passo, per aumentare progressivamente l’apporto energetico globale della tua giornata. Comincia con l’aggiungere un frutto la mattina per alcuni giorni; poi aumenta la quantità di farinacei a pranzo; alcuni giorni dopo integra un latticino (formaggio compreso). Dopo un po’ di tempo potrai finalmente concederti un quadretto di cioccolato a merenda. Un consiglio che do sempre ai miei pazienti è quello di tenere un diario alimentare: vi aiuterà a capire cosa e quanto state mangiando e a capire quali alimenti fanno ingrassare e quali no.

Leggi anche: Qual è la giusta percentuale di grasso che dobbiamo avere nel corpo?

La spesa

Meglio farla a stomaco pieno, in un supermercato non troppo grande (per ridurre le tentazioni). La cosa migliore: andare al mercato, dove non si può riempire il carrello fino all’orlo, ma dove è possibile comprare cibi in piccole quantità e di migliore qualità.

I pasti

Mangia seduta, in coppia, in famiglia o con gli amici, sarà più piacevole e il cibo non sarà la tua unica fonte di soddisfazione. Non fare nient’altro allo stesso tempo (spegni la tv). Serviti in piatti piccoli (avrai l’impressione di aver mangiato di più).

Gli spuntini

Abbi sempre a portata di mano dei cibi poco calorici, ma che ti piacciono, da sgranocchiare in caso di fame improvvisa: yogurt magro, prosciutto sgrassato, petto di pollo, surimi, pomodorini…

Quando inviti amici a cena

E’ la situazione più facile da gestire, perché controlli tu la preparazione dei piatti.

  • Aperitivo, presenta un pinzimonio di verdure e salsine light, oltre alle solite patatine, che tu non toccherai. Dal punto di vista delle bevande, privilegia champagne o succo di pomodoro.
  • Antipasto, opta per un’insalata mista, con frutti di mare, prosciutto o formaggio a dadini, salmone affumicato. – Piatto principale, servi del pollo o del tacchino, o del pesce con verdure e farinacei. Con condimento a parte.
  • Dolce (evita il formaggio), prepara un dolce a base di frutta.

Sei invitato a cena

E’ difficile rifiutare una portata, con il pretesto che è troppo dolce o troppo grassa! La tua strategia: assaggia tutto, ma in piccole quantità per i piatti più calorici.

  • Aperitivo, chiedi un succo di frutta o un bicchiere di vino. Evita le patatine. O tienine un po’ in mano per evitare di servirti di nuovo quando ti vengono fatte passare.
  • Antipasto e piatto principale, dimenticati il pane e le salse. Favorisci le proteine e le verdure per saziarti e far onore a chi ti ha invitato.
  • Dolce e formaggio, afferma di “non avere più fame” per evitare il formaggio. Per quanto riguarda il dolce, prendine una porzione piccola, “tanto per gradire”.

Consigli sempre utili

  • Non saltare i pasti: il tuo organismo creerebbe delle riserve caloriche al prossimo pasto.
  • Se hai in programma una cena copiosa, evita i farinacei e i cibi grassi a pranzo.
  • Se fai uno strappo alla regola a pranzo, alleggerisci la cena accontentandoti di zucchine, pomodori, pesce magro o crostacei. Evita frutta e grassi.
  • Se lo strappo alla regola è rilevante, i giorni successivi adotta dei menù a base di proteine magre e verdure, senza farinacei né grassi. Un apporto calorico limitato per 1 o 2 giorni compensa il sovrappiù energetico, e non si vedrà il cambiamento sulla bilancia.
  • Non sentirti in colpa: fare uno strappo alla regola ogni tanto non è grave.
  • Rimani ragionevole con le concessioni: alcuni quadretti di cioccolato (possibilmente fondente) vanno bene, ma non tutta la barretta! Evita anche che capiti troppo spesso, una volta alla settimana basta.
  • Se hai spesso voglia di mangiare, non dimenticare lo spuntino! E’ permesso e addirittura consigliato.

L’attività fisica dopo la dieta

Durante la dieta è stato sicuramente fatto dell’attività fisica, fosse solo una passeggiata di un’ora a giorni alterni: deve restare una buona abitudine. Infatti, nel corso delle settimane o dei mesi in cui si è perso grasso in eccesso, non solo lo sport ha velocizzato il raggiungimento degli obiettivi, ma l’organismo ha memorizzato che parte delle riserve energetiche sarebbero servite per compiere degli sforzi fisici: se si interrompe tutto drasticamente, l’organismo immagazzinerà quell’energia sotto forma di grasso. Non solo: una corretta attività fisica tiene in buona salute l’apparato cardiocircolatorio e quello muscolo-scheletrico. Gli sport aerobici per eccellenza, ciclismo, corsa e nuoto, sono abitudini che andrebbero prese durante un periodo di regime alimentare controllato: non perdetele.

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Per tenersi in forma

  • Camminare: almeno 30 minuti al giorno, per andare al lavoro, dare la spesa, portare fuori il cane.
  • Un’attività cardiovascolare (marcia veloce, footing, nuoto, bicicletta…): almeno 45 minuti una volta alla settimana o due (meglio). Indispensabile per bruciare le calorie e anche per consumare le riserve di grasso dell’organismo (glutei, cosce, pancia).
  • Esercizi di ginnastica, 10 minuti tutte le mattine variando i gruppi muscolari da esercitare (cosce/addominali/glutei). Più muscolosa sei, più calorie bruci a riposo.
  • Non stupirti se aumenti di peso: i muscoli pesano di più del grasso, ma , in compenso, occupano meno spazio. L’ideale sarebbe comprare una bilancia che misuri la massa grassa e la massa magra.

La bilancia è la tua migliore alleata

Sebbene l’abbiate odiata, la bilancia non vi è nemica, ma al contrario è la vostra migliore alleata. Continuate ad usarla: senza pesarvi tutti i giorni, ma scegliendo un giorno fisso in cui controllare il peso; per esempio pesatevi ogni venerdì mattina, nelle stesse condizioni ogni volta e annotate il risultato: se è stabile, significa che quello che avete fatto durante la settimana precedente è stato corretto; se ci sono variazioni di peso, in più o in meno, significa che bisogna cambiare qualcosina. Oscillazioni di peso di un chilo ogni sei/sette giorni, sono normalissime, ma se vedete che, rispetto alle due o tre settimane precedenti c’è un aumento di peso, bisogna intervenire, magari recuperando la dieta fatta un tempo o aumentando l’attività fisica fin quando, pesandovi i successivi venerdì, non sarete rientrati nel peso forma. Importante infine il calcolo delle masse magre e grasse con la bioimpedenziometria, dal momento che il peso corporeo – da solo – non ci può dire con esattezza se la nostra alimentazione ci sta facendo ingrassare o dimagrire.

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Amnesia post sesso: è possibile dimenticarsi di un rapporto sessuale?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA ABBRACCIO MATRIMONIO MASTURBAZIONE ORGASMO (7)Vi è mai capitato di dimenticare una notte di passione con un vostro partner? Molti penseranno che se la notte a letto è stata alquanto deludente forse sarà stato meglio dimenticarla. Ma altri penseranno di poter rimediare subito e di ripetere l’esperienza sperando in una risoluzione più appagante. Ma curioso è ciò che è accaduto non poco tempo fa a proposito di un caso di amnesia evidenziato dopo un rapporto sessuale. Si tratta di una donna di Washington, prontamente ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale di Georgetown.

Continua la lettura su https://www.iovalgo.com/amnesia-post-sesso-10853.html

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Chirurgo va in sciopero durante l’operazione e abbandona il paziente con l’addome aperto

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO OSPEDALE CHIRURGIA SALA OPERATORIA OPERAZIONE CHIRURGICAIl contratto collettivo della sanità non gli stava bene e il chirurgo ha abbandonato il paziente sul letto operatorio, in piena operazione. È successo a Zagabria dove un chirurgo ha deciso di protestare nel modo e nel momento meno opportuno. «Alle tre del pomeriggio ho iniziato un difficile intervento all’addome. Ho operato fino alle otto, l’operazione non era finita, ma il mio turno sì. Dato che non mi pagano più straordinari sono uscito dalla sala operatoria e ho consegnato il paziente a un collega, appena arrivato al lavoro, che ha finito l’intervento dopo altre tre ore». Queste sono state le parole del chirurgo croato a un giornale locale. Il nuovo contratto di lavoro consente un massimo di 180 ore di straordinario retribuite, ma in questo modo molti medici si sono visti drasticamente diminuire i loro salari, così per molti è scattata la protesta. Secondo alcuni esperti, però, questo tipo di protesta non è etico e potrebbe mettere a repentaglio la vita o la salute dei pazienti.

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La donna deve dormire più dell’uomo: il cervello di lei lavora più di quello di lui

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SBADIGLIO NOIA DORMIRE LETTO SONNOMi dispiace per i colleghi maschi, ma sembra ormai provato dalla scienza che il cervello della donna lavori più di quello maschile ed è questo il motivo per cui, secondo il dott. Michael Breusun e il suo gruppo di ricercatori della Duke university nella Carolina del Nord, le donne hanno bisogno di più riposo per recuperare le energie che quotidianamente spendono nella loro abilità nel fare molte cose contemporaneamente. I risultati di tale studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science World Report.

Multitasking

Le donne sono nate per il multitasking. Che significa questo termine? In informatica, un sistema operativo con supporto per il multitasking permette di eseguire più programmi contemporaneamente, lo stesso termine, applicato ad una persona indica la capacità di svolgere più lavori in contemporanea, cosa in cui la donna è molto più brava di noi maschietti. Per i più convinti maschilisti si deve ricordare che anche qui la scienza (Gijsbert Stoet, ricercatore dell’università di Glasgow e Keith Laws dell’università di Hertfordshire) ha prodotto risultati abbastanza chiari: “gli uomini sono più lenti e meno organizzati delle donne quando devono passare rapidamente da un’attività a un’altra, almeno in certi casi”. Casi che, puntualizzano gli esperti, potrebbero includere anche tipiche attività da ufficio: inviare e-mail, rispondere a telefonate e incarichi assegnati, entrare e uscire dalle riunioni, il tutto contemporaneamente o quasi.

Leggi anche: Il cervello di un uomo? Fa bene solo una cosa alla volta

Sotto pressione

Ma c’è dell’altro: le donne sono più brillanti soprattutto quando si trovano sotto pressione, per esempio quando devono cercare velocemente qualcosa. “Sono più riflessive e organizzate, mentre gli uomini sono più impulsivi e alla fine si perdono”. Forse un retaggio dell’evoluzione, ipotizzano gli psicologi, dall’epoca in cui mentre il maschio era impegnato in “compiti lineari” come quello di uccidere una preda la donna già si destreggiava tra la cucina, la cura della casa e dei figli. “Se la donna non fosse stata multitasking fin dai tempi degli antenati cacciatori-raccoglitori, forse oggi non saremmo qui“, commentano gli scienziati.

Leggi anche: Sono più intelligenti gli uomini o le donne? Nuovi studi hanno decretato il vincitore

La donna senza sonno: maggiore rischio di depressione

Tornando al sonno, meccanismo naturale che consente a qualsiasi individuo, rallentandone i ritmi biologici, di recuperare le energie spese durante la giornata da corpo e cervello, per la donna la sua mancanza diventa particolarmente dannosa: per la parte psichica, può essere all’origine di depressioni e sbalzi d’umore, come ha riferito il dott. Michael Breusun in un intervista al The Australian. Ricordiamo inoltre che tutti gli studi del settore confermano che dormire meno ore di sonno del normale è un fattore di rischio per malattie cardiache, ictus, e riduzione delle difese immunitarie. Jim Horne, direttore del Sleep Research Centre della Loughborough University, sostiene che “il compito del sonno è di permettere al cervello di recuperare e autoripararsi“. Dunque, più viene utilizzato il cervello più è richiesto un certo numero di ore di sonno. Sicuramente sarà difficile per noi uomini accettare di lasciar riposare un po’ di più la propria compagna, dato che a tutti piace dormire tanto, ma se lo merita!

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
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Ecco perché la vostra storia d’amore finirà male

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Titolo provocatorio? Sicuramente si, ma leggete il motivo. Secondo alcune stime, si calcola che nel mondo ogni giorno ci siano tre milioni di primi appuntamenti, quindi tre milioni di trovare la persona giusta per passare il resto della vita (o per il resto della serata) o di trovare quella sbagliata. Purtroppo statisticamente è più facile che uno di questi appuntamenti culmini in una storia sbagliata, piuttosto che in una lunga storia d’amore o un matrimoni.

Ad illustrarlo molto bene ci pensa questa infografica, creata da David McCandless e Lee Byron (riportata qui in alto in questo articolo), che hanno integrato dati e statistiche di vario genere relativamente al numero di fidanzamento e di matrimoni: il risultato è deludente, visto che si nota subito come dal numero molto alto di incontri, si procede scemando a causa di incompatibilità sessuale, mancanza di feeling, personalità incompatibili, fino ad un numero davvero ridotto di matrimoni (i quali spesso conducono anche al divorzio). Quindi si: non conosco chi sei né il tuo partner, ma – basandomi su questa statistica, posso dirti che è più probabile che la tua storia d’amore finirà male e non bene…

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I nove consigli per superare lo stress del lunedì mattina

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO ARRABBIATO TRISTE DEPRESSO RABBIA URLO PAURA FOBIA DISPERAZIONE AIUTOIn molti saranno d’accordo con me quando dico che il lunedì è il giorno della settimana “peggiore”: si torna a scuola o al lavoro dopo il week end e la maggior parte di noi lo odia.  Poi quando capita  che la sveglia non suoni perché le batterie si sono scaricate durante la notte o se capita una discussione con un collega/compagno di classe appena arrivati in ufficio/scuola, l’umore di tutto il resto della giornata (e della settimana!) ne può risentire. Tuttavia ci sono alcuni consigli che possono, se non farci amare il lunedì, almeno riuscire a farcelo sopportare. Il bello di questi consigli è che possono essere usati non soltanto per il primo giorno della settimana, ma anche per tutti gli altri giorni lavorativi!

1) Fai una bella doccia calda la sera prima. Andrai a letto più pulito e rilassato, ciò ti farà dormire meglio ed il giorno dopo ti sveglierai riposato. Dopo la doccia ricorda di spalmarti quella crema idratante che ha quell’odore che ti piace tanto, e possibilmente indossa un bel pigiama pulito.

Leggi anche: Indossi sempre lo stesso pigiama? Ecco quali sono i rischi per la tua salute

2) Organizza le cose che devi fare la sera prima. E’ buona abitudine scrivere domenica sera una lista delle azioni da fare il giorno seguente, evidenziando le prime tre in ordine gerarchico ed organizzando la posizione delle restanti a proprio piacere. Organizzare per tempo il proprio lunedì, lo fa sembrare un giorno meno… complicato!

3) Sistema la borsa (o lo zaino se sei uno studente) la sera prima. Così facendo innanzitutto andando a letto siamo inconsciamente più sereni e la mattina risparmiamo tempo ed energia, evitando di correre per casa a cercare quello che non troviamo (col rischio di non trovarlo o di arrivare tardi, in ogni caso lo stress aumenta).

Leggi anche: Dormire senza struccarsi invecchia la pelle di dieci anni

4) Prepara il pranzo in anticipo. E’ utile preparare il pranzo (o la merenda per la scuola) la sera prima e riporlo in frigo o in una borsa termica, l’importante è ricordare di portarlo via il giorno dopo (eventualmente lascialo scritto su un post-it); anche se è un abitudine comune a pochi, non bisogna trascurarne l’utilità, sia dal punto di vista di tempo che di soldi risparmiati.

5) Prenditi una pausa. Il lunedì mattina a lavoro non passa mai, se possibile prenditi una pausa e leggi qualche pagina del tuo libro preferito. Se il lavoro te lo consente “sgranchisciti” le gambe, accenna ad un po’ di stretching, fai una passeggiata o fai due chiacchiere con amici o colleghi. Se sei davanti ad un pc, fai riposare un po’ gli occhi. Lavorare troppe ore senza mai fermarsi si ripercuote sull’attenzione, impedendo di svolgere le attività quotidiane al meglio.

6) Non trascurare mai il potere del sonno. Dormire male la notte influisce negativamente sull’umore a partire dal risveglio, cerca quindi di non andare a letto tardi e di dormire secondo le tue esigenze; rigenerare l’organismo è la prima regola per avere abbastanza energie per affrontare la giornata. Se hai problemi a dormire prendi una o due compresse di melatonina da 1 mg un’ora prima di andare a dormire (la trovi anche in parafarmacia).

Leggi anche: La donna deve dormire più dell’uomo: il cervello di lei lavora più di quello di lui

7) Sveglia presto e colazione sana. Alzarsi presto e fare una buona colazione è un ottimo anti-stress: sono due abitudini da non trascurare. Se ti senti troppo nervoso evita troppo caffè, se invece vuoi avere più energia prova il caffè al ginseng. La colazione deve essere leggera ma nutriente: cerca di mangiare adesso quello di cui hai bisogno e di non esagerare a pranzo, inoltre mentre fai colazione evita di svolgere altre attività e goditi il momento. Se la mattina pensi di avere troppo poco tempo per fare una colazione tranquilla ed appagante, prova a svegliarti dieci minuti prima e ti accorgerai di quanto un primo pasto della giornata appagante ti faccia stare bene per tutto il giorno! Dieci minuti di sonno in meno ma tanta soddisfazione in più durante il giorno! Ah, mentre vai al lavoro, ricordati di ascoltare un po’ di musica rilassante e – se non guidi – di leggere qualche pagina del tuo libro preferito.

Leggi anche: Salti la colazione? Hai un maggior rischio di infarto del miocardio

8) Evita il disordine. Tenere ogni cosa al suo posto in casa corrisponde a ridurre anche il disordine mentale e ci permette di non perdere tempo la mattina a cercare quello di cui abbiamo bisogno il lunedì mattina prima di andare a lavoro. Inoltre, tenere in ordine la propria casa, specie camera da letto, bagno e cucina, ci farà andare a dormire più tranquilli.

9) Respira lentamente e teletrasportati in un paesaggio piacevole. Quando il lunedì è pieno di impegni lavorativi e la testa sembra stia per scoppiare, è il momento di rallentare: fermatevi in una posizione rilassante, svuotate la testa il più possibile e fate respiri lunghi e profondi. Durante l’espirazione – che deve essere protratta il più possibile – ascoltate il battito del vostro cuore che rallenta. Pensate ad un posto piacevole come un paesaggio fiorito di montagna a primavera, o una spiaggia esotica. Massaggiatevi delicatamente le tempie ed i bulbi oculari tenendo gli occhi chiusi. Pochi secondi di questa pratica  permette di diminuire lievemente frequenza cardiaca e pressione arteriosa e di aumentare l’ossigenazione di mente e cervello.

Integrazione

Per combattere lo stress ed aumentare le energie, sono molto utili i seguenti integratori alimentari consigliati dal nostro Staff di esperti:

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