Tubercolosi in Italia: si sta diffondendo non solo tra gli stranieri

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TUBERCOLOSI ITALIA DIFFONDENDO STRANIERI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIn molti pensavano che la tubercolosi fosse una malattia infettiva ormai “superata”, ed invece la TBC non è affatto scomparsa, anzi. La tubercolosi (anche chiamata tisi o poriformalicosi) è molto più diffusa di quanto si pensi e solo in Italia fa registrare 10 nuovi casi al giorno. La malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis (chiamato anche Bacillo di Koch) rappresenta nuovamente una emergenza globale, come indicato dal nuovo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dal titolo emblematico: “Azioni globali e investimenti cadono molto al di sotto di quel che serve per far finire l’epidemia globale di Tbc”.

La situazione globale

L’epidemia di tubercolosi ha raggiunto praticamente ovunque livelli superiori alla soglia auspicata. “Nel mondo il tasso di declino dell’incidenza della tubercolosi rimane a solo 1,5% tra il 2014 e il 2015. Bisogna accelerare questa diminuzione al 4-5% su base annua per  raggiungere la tappa del 2020” si legge nel rapporto dell’Oms. Nel 2015 i nuovi casi stimati sono stati 10,4 milioni: 5,9 milioni tra gli uomini, 3,5 milioni tra le donne e 1 milione tra i bambini. Il 60% di tutti i casi di tubercolosi in un anno si concentra in sei stati: India, Indonesia, Cina, Nigeria, Pakistan e Sud Africa.

In Italia non solo gli stranieri

Per quanto riguarda l’Italia, secondo gli ultimi dati forniti al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie di Stoccolma, ogni giorno si registrano 10 nuovi casi di tubercolosi, per un totale di 3.769 casi notificati. Di questi 120 sono di tubercolosi multiresistente, la più difficile da curare. Il 50% dei pazienti è italiano, in gran parte anziani, e il 50% straniero. Ancora troppi i morti: oltre 350 all’anno, circa uno al giorno. Ma è possibile che l’emergenza sia più diffusa. “Il problema della sorveglianza e dei dati con i casi notificati è assolutamente prioritario. Serve, per tutti i Paesi, un migliore sistema digitalizzato, essenziale per un accesso alla diagnostica, una pronta identificazione della malattia e l’utilizzo di cure adeguate” ha dichiarato Ginevra Mario Raviglione, direttore del Global Tb Program.

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Sindrome di Asperger in bambini ed adulti: primi sintomi, terapie

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma SINDROME DI ASPERGER BAMBINI ADULTI SINTOMI CURE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie CapillariLa sindrome di Asperger (dal nome di uno psichiatra pediatra austriaco stimato dalla psichiatra che ha diagnosticato per prima questa malattia, Lorna Wing) è una malattia classificata fra i disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), ovvero quando sono presenti compromissioni nelle tre aree di sviluppo del bambino, quali interazione sociale, comunicazione verbale e non, repertorio di attività e interessi. La sindrome di Asperger è una forma lieve di questo tipo di disturbi, poiché non manifesta né difficoltà comunicative e né nello sviluppo cognitivo.

Epidemiologia della sindrome di Asperger
Ne soffrono tre persone su 10mila e il 90% di questi sono di sesso maschile.

Cause della sindrome di Asperger
Le cause della sindrome di Asperger non sono state ancora del tutto chiarite, anche se la causa sembrerebbe essere di origine genetica. L’ipotesi è che la sindrome sia influenzata dall’azione sinergica di più geni in qualche modo alterati. Secondo lo psicologo clinico Tony Attwood, studioso della sindrome da numerosi anni, potrebbe favorire il disturbo l’età avanzata della madre o/e del padre.Si tratta comunque di un’ipotesi non dimostrata scientificamente, almeno per ora. Altri studi hanno permesso di osservare che a giocare un suo peso potrebbe essere l’età elevata soprattutto del padre.

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Primi sintomi della sindrome di Asperger nei bambini
La sindrome di Asperger prevede la compromissione dell’interazione sociale, ovvero la tendenza all’isolamento del bambino affetto a 360°, anche per le forme di contatto più banali. Un bambino con la sindrome di Asperger, prova dei sentimenti di affetto, ma ha difficoltà di interazione con gli altri bambini, di goffaggine, anche se non in maniera acuta come nei casi di autismo. La maturità emotiva dei bambini con sindrome di Asperger è di solito inferiore di tre anni rispetto ai coetanei. I sintomi non sono visibili generalmente entro i primi tre anni di vita, solo dai 30 mesi di un bambino si possono cogliere le manifestazioni della sindrome di Asperger, ed è con la scuola che questa malattia risulta del tutto evidente: difficoltà nelle interazioni sociali, problemi di comunicazione, comportamenti ripetitivi e stereotipati, attività e interessi limitati, iperattività e disattenzione, ansia emergono palesemente fra i banchi di scuola quando il bambino si trova fra i compagni. La diagnosi può essere fatta con una buona accuratezza nei bambini dopo i 5 anni, mentre la diagnosi in bambini più piccoli non è sufficientemente attendibile.

Sintomi della sindrome di Asperger negli adulti
L’individuo malato, nei casi in cui non abbiamo a che fare con un mutismo selettivo, riesce ad avere una comunicazione con un’altra persona, ma risulterà sicuramente prolisso e ripetitivo su argomenti di suo interesse. L’adulto con questa sindrome ha poi la caratteristica di non comprendere le reazioni altrui di voler cambiare argomento o di interruzione della comunicazione per noia del discorso. Il tono di un malato di sindrome di Asperger sarà meno monotono che in un autistico, ma comunque di una prosodia povera. Il linguaggio sarà “strano”, forbito per certe età, ma che trasmetterà un chiaro senso di incoerenza. Ironia e sarcasmo non sono quasi per nulla compresi da chi ha questa sindrome; così come la gestualità e tutto quello che riguarda la comunicazione non verbale, è escluso da questi soggetti.

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Differenze sostanziali tra la sindrome di Asperger e l’autismo.
Il bambino con Asperger può sviluppare attaccamento per i famigliari (cosa che non avviene in caso di autismo); è consapevole della presenza degli altri intorno a sé, nonostante i suoi atteggiamenti e la sua comunicazione siano anomali; è loquace e prolisso, anche se il suo approccio verbale avviene sempre a sproposito o inopportunamente (invece i bimbi con autismo parlano pochissimo o per niente). Inoltre, il bambino con Asperger si rende pienamente conto della sua condizione di diversità rispetto a chi non ha il problema.

Caratteristiche della sensibilità sensoriale nei soggetti con sindrome di Asperger:

  • Alcuni adulti con sindrome di Asperger ritengono che nella vita di tutti i giorni la loro sensibilità sensoriale ha un impatto maggiore rispetto alle problematiche che riguardano lo stringere amicizie, gestire le emozioni e trovare un impiego adatto.
  • La sensibilità più comune è quella verso suoni specifici, ma ci possono essere anche sensibilità tattili, sensibilità riguardanti l´intensità della luce, il gusto e la consistenza di alcuni cibi, nonché la sensibilità verso certi odori.
  • Ci può essere una reazione spropositata o al contrario sottotono rispetto ad un dolore fisico, al disagio e all’equilibrio, la percezione del movimento e l´orientamento corporeo possono risultare insoliti.
  • In ambienti sensorialmente stimolanti, come ad esempio la classe, il bambino con una grande sensibilità sensoriale diventa iper vigilante, teso e distraibile, non sapendo quando arriverà la successiva dolorosa esperienza sensoriale.
  • Sappiamo che questi segni sono presenti in maniera maggiore nell´infanzia e diminuiscono gradualmente durante l´adolescenza, ma rimangono caratteristiche permanenti per alcuni adulti con sindrome di Asperger.

Gli “interessi speciali”: caratteristiche
La sindrome di Asperger è caratterizzata anche da rigidità del pensiero e comportamenti bizzarri e inusuali, di cui fa parte la scarsità di interessi, paradossalmente parallela a curiosità solo per un determinato argomento (per esempio la geografia) o una attività, denominati “interessi speciali”. L´interesse può essere fonte di divertimento, apprendimento, identità, autostima e può essere utilizzato in maniera costruttiva dai genitori, insegnanti e terapeuti, inoltre quando si considerano gli aspetti positivi dell’interesse speciale è importante considerare non solo i benefici per la persona con Asperger ma anche gli eventuali benefici per la società che possono scaturire da questi interessi. Ecco una lista di caratteristiche tipiche degli interessi speciali:

  • L’interesse speciale può durare periodi molto lunghi (anche due o tre anni), per poi esaurirsi.
  • Una delle caratteristiche che differenzia un hobby da un interesse speciale di rilevanza clinica è il focus verso l´interesse o la peculiarità dell’argomento
  • Interessi speciali o insoliti possono svilupparsi già dal secondo o terzo anno di età e possono iniziare a manifestarsi attraverso l´interesse per parti di un oggetto come le ruote di una macchinina o gli interruttori elettrici
  • La fase successiva può riguardare la fissazione verso qualcosa che non sia né un gioco né una persona o riguardo una particolare categoria di oggetti e la collezione di un gran numero di questi
  • Successivamente è possibile che inizi la raccolta di fatti e dati riguardo uno specifico argomento
  • La maggior parte della conoscenza che riguarda l´interesse speciale è appresa in maniera autodidatta e rivolta verso se stesso
  • Durante l´eta pre-adolescenziale ed adolescenziale l´interesse può riguardare l´elettronica ed i computer, la letteratura di finzione, la fantascienza e a volte può essere diretto verso una particolare persona.
  • Sembrano esserci due particolari categorie di interesse: la collezione e l´acquisizione della conoscenza di un argomento o concetto specifico
  • Alcune ragazze Asperger possono sviluppare un interesse speciale verso la narrativa piuttosto che verso i fatti
  • A volte l´interesse speciale può riguardare gli animali ma con un livello tale di intensità che il bambino si comporterà come l´animale di suo interesse.

Come comportarsi con un bambino con sindrome di Asperger?
Visti i sintomi, risulta evidente la conseguente necessità di un affiancamento di sostegno nella formazione e nell’educazione del bambino da parte di personale competente, non tanto per un deficit intellettuale (il quoziente intellettivo nella maggior parte dei casi è nella norma, se non talvolta addirittura superiore), quanto per le difficoltà sociali e comportamentali e anche perché è ricorrente in questa sindrome la tendenza alla depressione ed ai disturbi d’ansia.

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Sindrome di Asperger, abilità cognitive e scuola:

  • Alcuni bambini Asperger iniziano ad andare a scuola avendo delle abilità scolastiche maggiori rispetto ai loro coetanei.
  • Ci sono più bambini Asperger di quanti ci si aspetti verso gli estremi delle abilità cognitive (alto potenziale e/o problemi di apprendimento).
  • A scuola gli insegnanti capiscono presto che il bambino ha uno stile di apprendimento che lo distingue dagli altri e che presenta abilità nel comprendere il mondo logico e della fisica, notando dettagli, ricordando e sistematizzando i fatti in maniera sistematica.
  • I bambini Asperger possono essere facilmente distraibili, specialmente in classe. Quando si dedicano alla risoluzione di un problema, sembrano avere la mente a binario unico e hanno paura di sbagliare.
  • Progredendo nel percorso scolastico, gli insegnanti notano difficoltà nelle abilità organizzative specialmente riguardo i compiti per casa e gli esami.
  • Se un bambino Asperger non ha successo sociale a scuola, il risultato scolastico diventa la motivazione primaria per andare a scuola e determina lo sviluppo dell’autostima.

Sindrome di Asperger, abilità motorie:

  • Si nota una certa goffaggine motoria in almeno il 60% dei bambini con Asperger, ma molti studi che utilizzano procedure specializzate mostrano che specifiche problematiche nel movimento riguardano quasi tutti i bambini con sindrome di Asperger.
  • Quando camminano o corrono la coordinazione può risultare immatura e gli adulti con sindrome di Asperger possono avere un´andatura strana, a volte idiosincratica che manca di fluidità ed efficacia.
  • Alcuni bambini con sindrome di Asperger possono avere uno sviluppo immaturo nell’abilità del prendere, lanciare e calciare la palla.
  • Una descrizione più accurata del semplice essere goffi può essere una carente pianificazione di movimento e tempi lenti di preparazione mentale (una lenta programmazione mentale?).
  • Le insegnanti possono mostrare preoccupazione riguardo le difficoltà nella scrittura a mano.
  • La goffaggine motoria sembra non interessare le attività sportive come il nuoto, l’utilizzo del trampolino, giocare a golf e l´equitazione.

Come comportarsi con un adulto con sindrome di Asperger?
I soggetti alla sindrome di Asperger inoltre vanno seguiti anche nella fase adulta, specie se hanno in contemporanea altre patologie, cosa non affatto rara: nel 25% dei casi si tratta di epilessia, vi sono poi disturbi psichiatrici, deficit visivi e uditivi, altre anomalie genetiche e disturbi del sonno.

Adulti con sindrome di Asperger e mondo del lavoro
Gli “Aspie”, il modo in cui si autodefiniscono le persone con l’Asperger, in Italia trovano purtroppo grande difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Sicuramente manca negli operatori del settore un’adeguata conoscenza scientifica della sindrome e questo vanifica la possibilità di poter usufruire delle capacità uniche di persone in grado di produrre lavori di elevata qualità. Ma è anche assai arduo per un Aspie poter accedere alle liste di collocamento come prevede la legge 68/99 in materia di assunzione da parte delle imprese pubbliche e private di persone disabili o portatrici di handicap.

Cure per la sindrome di Asperger
Non vi sono cure specifiche e risolutive per la sindrome di Asperger, tuttavia vi sono delle terapie e farmaci efficaci, volti a moderare sintomi come le ossessioni maniacali, la depressione, l’ansia, l’iperattività e a migliorare l’interazione sociale e la comunicazione con gli altri. L’ambiente famigliare e sociale che sta intorno ad una persona affetta da sindrome di Asperger è fondamentale, per questo è importante che le persone siano consapevoli di questo stato: pazienza, calma e comprensione sono elementi fondamentali, mentre il contrario potrebbe peggiorare la malattia.

“Allenamento” per i genitori di bambini con sindrome di Asperger
Tutti gli interventi educativi o di tipo psico-comportamentale indirizzati al bambino non riescono quasi mai a garantire risultati soddisfacenti. Da qui nascono nei genitori sensazioni di frustrazione e fallimento che possono peggiorare ulteriormente la situazione famigliare. Una buona soluzione è rappresentata dagli interventi di “parent-training” (allenamento dei genitori), mirati a insegnare ai genitori quali comportamenti e quali strategie possono migliorare il rapporto con il bambino e la relazione tra il bambino e il mondo esterno.

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Essere bravi genitori: cinque consigli per crescere fratelli uniti

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINI FRATELLI FAMIGLIA GENITORI FAMIGLIA (4)Essere bravi genitori è la cosa più difficile al mondo, specie quando il figlio non è più uno solo ed il secondogenito va ad alterare degli equilibri che si erano creati in casa: si verifica la classica gelosia tra i figli (maschi o femmine) che nasconde quasi sempre la difficoltà del primogenito di accettare che il rapporto con mamma e papà non possa essere unico ed esclusivo. Tutto nasce da un desiderio di possesso: ogni figlio non vorrebbe ‘dividere’ i genitori con il fratello o la sorella ma non può prendersela con loro, quindi ‘sfoga’ le sue emozioni verso l’altro/a. La tipica competizione nel quotidiano scatta proprio per questa ragione più profonda ed è bene tenerlo a mente. In altre parole, i litigi sono fisiologici e non sono un segnale di scarso affetto tra fratelli: anche quando si punzecchiano (quasi) in continuazione, di fatto si vogliono bene. Tuttavia, mamma e papà devono il più possibile favorire lo sviluppo di una buona relazione tra fratelli e sorelle, e farli crescere uniti, evitando alcuni comportamenti che invece possono allontanarli. Ecco cinque consigli per evitare gli errori più comuni.

1 Non intervenire quando i bambini litigano
E’ molto importante lasciare che fratelli e sorelle risolvano da soli i loro conflitti, entro ovviamente certi limiti. “I bambini trovano le loro misure e l’intervento a favore di uno o dell’altro contribuisce invece ad aumentare la gelosia. Ma anche punire tutti nello stesso modo non è una buona strategia perché è percepito come ingiusto.  Un errore molto comune tra i genitori è poi quello di agire da giudici imbastendo una sorta di processo, che va avanti all’infinito, per stabilire chi ha iniziato la lite. Un atteggiamento del genere è controproducente e non porta a nulla. Dal punto di vista dell’esperta, l’approccio migliore è invece invitare i figli a cavarsela da soli cercando un accordo e riferendolo, poi, all’adulto.

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2 Quando un bambino picchia il fratello o la sorella, cercate di calmarlo con tono tranquillo e senza mai urlare
Se un figlio usa spesso le mani contro l’altro/a significa che è davvero molto arrabbiato e si sfoga contro il più debole, che di solito è il più piccolo. Attenzione, però, non significa che non voglia bene al fratello o alla sorella, in realtà il vero obiettivo della sua rabbia potrebbero essere mamma e papà. Al momento, di fronte all’episodio concreto, è opportuno invitare il bimbo che dà le botte al fratello a sospendere quello che sta facendo e calmarlo parlando in tono tranquillo. Non serve dirgli ‘non devi fare così’ ma è molto importante mostrare comprensione e contenerlo con modi pacati. Non si risponde mai alla rabbia urlando. Quando la situazione si ripete spesso il genitore dovrebbe interrogarsi e mettersi in discussione poiché l’azione violenta è sintomo di paura e angoscia di abbandono. Il bambino violento è spaventato a morte dall’idea di ‘non essere visto’ e dà la colpa a qualcuno, al fratello o alla sorella. Questo può capitare perché non è stato aiutato a sufficienza nella sua evoluzione e ha bisogno di stare più tempo insieme ai genitori. E’ fondamentale rassicurarlo e aiutarlo a superare la paura che i genitori spariscano. Un buon modo per farlo è chiacchierare con lui, andare a prenderlo a scuola una volta in più e condividere tempo e giochi. Fino alla fine della primaria, il gioco e le fiabe, da leggere insieme ad alta voce la sera, sono strumenti efficaci e preziosi per stemperare queste emozioni di ogni bambino.

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3 Evita una sorta di ‘spartizione’ tra mamma e papà nell’accudimento dei figli che non crea solidarietà
“Tu ti occupi del piccolo e io del grande!”. Certo, è possibile fare a turni, ma mamma e papà devono condividere insieme ogni aspetto dell’educazione e della vita dei figli.

4 Fare le stesse cose del fratello o della sorella per un periodo è positivo: aiuta a sviluppare l’empatia
A volte sono proprio le osservazioni e gli interventi inopportuni dei genitori a dividere i figli. Se il maggiore, per esempio, che magari frequenta già le medie, si mette a giocare con il fratellino (o sorellina), non è bene dire una cosa tipo: “Ma tu sei ormai troppo grande per questo gioco!”. In modo analogo, se il bambino chiede ancora biberon e ciuccio – ormai abbandonati da tempo – o di dormire accanto alla mamma perché vede farlo il fratellino o la sorellina, non deve essere un problema. In genere, atteggiamenti simili, in cui il bimbo sembra tornare più piccolo, indicano che quei progressi gli sono costati molta fatica. Questi episodi di regressione sono una grande occasione di ri-sperimentare una situazione ma non significa perdere le competenze già acquisite. Tornare indietro, semplicemente, rinfranca un po’ il bambino, ed è una sorta di terapia, quindi è bene lasciarlo fare. Dopo un po’, per aiutarlo (senza ansia) a riconquistare le sue abitudini, è sufficiente sostenerlo con un atteggiamento sereno e positivo. “Riccardo, mi sa che il gelato, in fondo, ti piace di più del latte nel biberon, eh… perché tu sei grande!”. In ogni caso, è un segnale positivo immedesimarsi nel piccolo è un modo per capirlo. Di fatto, mettersi al posto dell’altro vuol dire provare empatia ed un bimbo di tre-quattro anni lo fa concretamente. Anche nel caso contrario quando è il bambino più giovane a voler imitare il grande, non è corretto bloccarlo subito perché è ‘piccolo’: è invece appropriato incoraggiare questi momenti. “Bene, mi piace che giocate insieme, ecco qui delle penne per te anche se non sai ancora scrivere!”.

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5 Asseconda la complicità dei tuoi figli e non osteggiarli quando fanno ‘banda’
Nella relazioni tra fratelli o sorelle, arriva un momento in cui i figli si ‘coalizzano’ contro i genitori, nonostante, magari, la differenza di età. E’ tipico il caso di nascondere le marachelle: “Prendiamo insieme un altro pezzetto di cioccolato!”, “Diciamo alla mamma che il vaso l’ha rotto il gatto”. Fare fronte comune diventa una sorta di colla, e getta le basi di quella solidarietà che dura tutta la vita ; è fondamentale non osteggiare questi comportamenti, al contrario, i genitori dovrebbero leggere la creatività dietro a tutto ciò, in base all’età dei bambini”. Se a metà della scuola primaria, per esempio, i figli preparano dei cartelli perché desiderano un computer, si tratta di una ‘sommossa’ positiva. Anche in seguito, quando sono più grandi, fratelli e sorelle possono mettersi insieme per ottenere un permesso speciale o una particolare concessione. Questo senso di complicità dovrebbe essere assecondato perché è parte positiva della relazione tra figli.

Articolo di Marzia Rubega pubblicato su: https://www.nostrofiglio.it/bambino/psicologia/come-crescere-fratelli-uniti-4-principi-guida-ai-genitori

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Febbre alta: quando rivolgersi al medico

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO RAFFREDDORE RINITE INFLUENZA FEBBRE TOSSE MAL DI GOLA SINUSITE FREDDO NASO CHE COLA BAMBINI BIMBI (4)La febbre è un meccanismo di difesa importantissimo per il nostro corpo (a tale proposito leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei) e di solito non desta particolare preoccupazione essendo molto comune, tuttavia ci sono dei casi in cui è necessario l’intervento del medico, per evitare situazioni pericolose che possono mettere a repentaglio la vita, specie se riguarda bambini ed anziani. È importante allora che il paziente sappia descrivere nel dettaglio l’andamento della febbre e gli altri sintomi che l’accompagnano, in modo che il medico possa individuarne la causa e prendere così i provvedimenti necessari (la terapia da seguire).

Leggi anche: Come e quando abbassare la febbre? Farmaci e rimedi casalinghi

Chiedete l’intervento del medico se:

  • la febbre supera i 40°C: è un fatto raro, spesso sintomo di avvelenamento, infezioni gravi o di un colpo di calore;
  • la febbre è accompagnata da vomito continuo;
  • la febbre si verifica assieme a forte dispnea improvvisa (cioè fame d’aria, senso di respirazione difficoltosa);
  • la febbre si manifesta dopo una giornata trascorsa al sole o in luogo molto caldo;
  • la temperatura non si abbassa dopo 48 ore o la febbre, anche se modesta, continua per diversi giorni;
  • sono presenti disturbi urinari, forti dolori addominali o al torace;
  • la febbre supera certi limiti (superiore ai 39°C) in alcune categorie di pazienti particolari, ad esempio donne incinte, bambini sotto i 12 anni, o chi soffre di patologie cardiache;
  • la febbre (qualsiasi temperatura) colpisce i bambini di età sotto i 6 mesi oppure gli anziani.

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Famosa marca di pennarelli provoca allergie: non usateli!

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO PENNARELLI COLORI COLORATI PENNE DISEGNOPennarelli dolcemente profumati, una ottima idea per attrarre specialmente i bambini. Ma forse un po’ troppo profumati e così qualcuno ha pensato che forse era meglio controllare bene questo prodotto, per evitare che i bambini potessero avere problemi di salute.

I pennarelli Giotto Turbo Scent sono stati ritirati in Francia proprio per le loro fragranze, in grado di scatenare allergie nei bambini che li usano. L’allarme nasce da un test di Que Choisir che aveva richiamato le famiglie a fare attenzione a cosa mettere nello zaino scolastico dei  bambini: l’associazione dei consumatori francesi aveva infatti pubblicato i risultati di un test di laboratorio sulle sostanze indesiderate contenute in vari tipi di materiale scolastico.

Sulla base di questa constatazione, aveva chiesto il richiamo proprio dei pennarelli Giotto Turbo Scent (venduti anche in Italia), e una migliore regolamentazione di questi prodotti a livello nazionale o europeo. Ora, in attesa di capire se la Giotto ritirerà i suoi prodotti anche da noi, ai genitori non resta che guardare attentamente negli zaini dei propri figli per scoprire se nei loro astucci ci sono questi pennarelli ed evitare di farli usare ai piccoli.

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A che età iniziare scherma? Quali differenze tra spada, fioretto e sciabola?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma A CHE ETA INIZIARE SCHERMA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Ano GluteiLa scherma in Italia non è sicuramente uno sport così popolare tra i più piccini come il calcio, il tennis, la pallavolo o il nuoto, tuttavia è uno sport che appassiona molti bambini e bambine e l’Italia ha una ottima tradizione nelle varie discipline della scherma: la Federazione Italiana Scherma è la federazione sportiva italiana mediamente più premiata nelle principali manifestazioni sportive mondiali come olimpiadi e campionati mondiali/europei.

Differenze tra spada, fioretto e sciabola
Con il termine scherma si fa riferimento a tre diverse discipline: spada, fioretto e sciabola; tutte e tre sono discipline olimpiche ma hanno caratteristiche diverse:
1) La spada è il fioretto sono armi di punta, mentre la sciabola è un’arma di punta, taglio e controtaglio.
2) Fioretto e sciabola sono armi “convenzionali”; infatti, il punteggio che regola queste due discipline si basa sulla convenzione che per avere il punto è necessario attaccare e toccare, mentre se si viene attaccati è necessario parare e rispondere; la spada è un’arma “non convenzionale”; di fatto ottiene il punto lo schermidore che tocca per primo l’altro.
3) Il bersaglio valido nella spada è tutto il corpo, nel fioretto è invece il tronco, mentre nella sciabola è il corpo dalla cintola in su (ivi comprese braccia e testa).

Bambini e scherma: quando iniziare?
La scherma è uno sport che un bambino può iniziare a praticare fin da quando è giovanissimo; alcuni bambini iniziano addirittura a 4 anni di età, ma si tratta di eccezioni che gli esperti non incentivano. La maggior parte degli addetti ai lavori indicano i 7 anni come età ideale per iniziare con la scherma; nei bambini di età inferiore, infatti, la coordinazione neuromotoria, aspetto fondamentale nella scherma, è ancora troppo poco sviluppata. L’attività “agonistica” inizia dai 10 anni in su, anche se la FIS organizza i primi tornei, i cosiddetti “prime lame” a partire dai 6 anni di età. Di norma, chi inizia a tirare di scherma lo fa utilizzando il fioretto che delle tre armi è quella più leggera (quando i bambini sono molto piccoli tirano di scherma con un fioretto in plastica); ai bambini che si avvicinano più tardi alla scherma molti consigliano di dedicarsi alla spada.

Scherma: quali sono i vantaggi per i bambini?
La scherma è uno sport per il quale sono fondamentali velocità e notevole coordinazione motoria; entrambe queste caratteristiche, peraltro, vengono decisamente migliorate dalla pratica continuativa di questa attività sportiva. Tutte e tre le diverse discipline, spada, fioretto e sciabola, richiedono autocontrollo, concentrazione, disciplina, senso della misura e una certa dose di sicurezza. È uno sport di destrezza ed essenzialmente anaerobico, le prestazioni sono intense e molto limitate nel tempo (un incontro di scherma ha una durata di nove minuti; è infatti suddiviso in tre frazioni da tre minuti ciascuna).

Scherma: quali gli svantaggi per i bambini?
Per quanto riguarda gli aspetti negativi di questo sport, viene fatto notare che si tratta di una disciplina sostanzialmente asimmetrica (la stessa critica che viene rivolta al tennis) e, in quanto tale, potrebbe essere causa di squilibri scheletro-muscolari. È quindi necessario che i bambini che si dedicano alla scherma pratichino anche un’attività fisica compensatoria che solleciti i distretti corporei che non sono chiamati in causa o lo sono molto marginalmente.
L’ultima considerazione è di tipo economico; rispetto a molte altre discipline sportive amate dai bambini e dai ragazzi, la scherma è uno sport piuttosto costoso, sia per quanto riguarda le iscrizioni ai corsi sia per quanto concerne l’attrezzatura necessaria; non è insomma un’attività sportiva alla portata di tutte le famiglie.

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Quali sport sono “migliori” per i bambini? Meglio uno sport singolo o di squadra?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO CALCIPO BAMBINO SPORTUna attività sportiva equilibrata, associata ad una buona alimentazione e svolta fin dalla giovane età, forgerà degli adulti più sani ed in forma, per questo al più presto il bimbo dovrà essere indirizzato, dai propri genitori, verso una attività sportiva idonea al suo carattere ed i suoi gusti.
In questo articolo avevamo già affrontato un argomento molto importante: Fare palestra da giovani blocca la crescita? Oggi voglio continuare a trattare di “piccoli atleti” cercando di capire quali sport sono i più adatti per i bambini.

A che età i bambini possono iniziare sport?

I miei pazienti mi chiedono spesso a quale età il bimbo può iniziare a fare una attività sportiva. Ovviamente dipende molto dal bambino e da sue eventuali patologie, tuttavia una indicazione di massima può essere un limite di tre anni di età, anche se per alcuni bimbi il limite può essere esteso ai cinque anni di età. Importante il parere del vostro pediatra di fiducia che conosce lo stato di salute e vi saprà indirizzare nella giusta età di inizio. Certamente questo limite non impedisce al bimbo inferiore all’età limite, di fare movimento, anzi: qualsiasi bambino deve essere spinto ad attività ricreative – specie all’aperto – che lo tengano da subito in forma. Purtroppo i bimbi italiani non sono troppo sani in questo senso, senza contare che un bambino obeso tende ad essere deriso dai compagni ed isolato con relativi problemi a livello psicologico.

Leggi anche: I bambini italiani sono i più obesi al mondo

Quali sport sono “migliori” tra 3/5 anni ed 8 anni?

Equitazione (con pony), calcio (dai 6/7 anni come tutti gli sport di squadra), danza, ciclismo, judo/karate (dai 7/8 anni), pattinaggio su ghiaccio, ginnastica artistica. Il mio preferito in assoluto è il nuoto. Quest’ultimo meraviglioso sport può essere “praticato” addirittura da bimbi di nove mesi: non potete neanche immaginare quanto i bimbi così piccoli si sentano a loro agio nell’acqua!

Il mio sport preferito per bambini (ed adulti)

Il nuoto merita un approfondimento particolare. E’ importantissimo per migliorare i riflessi, la coordinazione e la sicurezza del bimbo. E’ uno sport “simmetrico” quindi rappresenta anche un ottimo sport “secondario” per integrare sport asimmetrici come tennis o scherma. ll nuoto è anche un’attività che non dà carichi sull’apparato locomotore, perché l’acqua toglie l’effetto peso e comporta bassi rischi di traumi. Ultimo, ma non per importanza, il nuoto è utile anche ai fini della sicurezza: secondo i dati della Federazione Italiana Nuoto, negli ultimi 20 anni gli incidenti mortali in acque libere sono scesi del 70% proprio grazie alle attività della scuola nuoto.

Il ciclismo

Può essere iniziato intorno ai 4/5 anni. Aiuta a migliorare l’autostima, la fiducia in se stessi, l’equilibrio, la capacità di risolvere situazioni nuove e affrontare problemi. Si tratta di uno sport asimmetrico che ovviamente predilige gli arti inferiori, però insegna ad usare tutto il corpo per stare in equilibrio e coordinare i movimenti. Il ciclismo aiuta il bimbo ad imparare a rispettare la strada e le sue regole della strada. Attenzione alla postura ottimale della schiena e all’uso di una bici adatta al bimbo.

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Karate e judo

Soprattutto il karate, richiede una coordinazione neuromotoria che al di sotto di una certa età è poco sviluppata. La pratica delle arti marziali (in particolare del judo), inoltre, necessita di una certa forza, che comincia a svilupparsi solo verso i 7/8 anni, per poi completarsi negli anni successivi. Sono sport utili sia ai bambini più timidi e insicuri perché infondono fiducia nelle proprie capacità, sia a quelli più vivaci perché insegnano a controllare la propria aggressività. L’attività agonistica è indicata per il karate da 11 anni, per il judo da 14 anni.

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Quali sport sono “migliori” tra 8 e 12 anni?

Oltre a quelli già visti nel precedente paragrafo, si aggiungono i seguenti sport: canottaggio, sci, basket, tennis, nuoto sincronizzato, ping pong, atletica leggera, pallamano, pallanuoto, pallavolo, scherma.

Tennis e scherma

Sono sport che richiedono certe capacità “tattiche” che il bambino piccolo non possiede ancora. Inoltre, sono sport asimmetrici, perché fanno lavorare solo alcune parti del corpo, in particolare uno degli arti superiori. I corsi possono iniziare a 8 anni ma in questo caso più che mai è fondamentale che si faccia prima della preparazione generica in modo da riequilibrare la simmetria dell’allenamento e poi si apprenda la tecnica. Si tratta poi di due sport che divertono e appassionano, ma sviluppano molto concentrazione e disciplina. L’attività agonistica per il tennis è consigliata da 10 anni, per la scherma da 8 anni.

Meglio sport singolo o di squadra?

Questo ovviamente dipende dal carattere del bambino. Se il giovane atleta è molto competitivo potrebbe trovare più interessanti quegli sport dove “combatte” da solo contro gli altri, come ad esempio il nuoto o il tennis (dove comunque c’è la possibilità di giocare in team con staffette e doppi); invece se il bambino è molto socievole, troverà più divertenti i giochi di squadra come il calcio o la pallavolo (dove ha comunque la possibilità di primeggiare come singolo). E’ preferibile iniziare una attività di squadra dai 6/7 anni in poi.

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Sport e bambini “particolari”

Lo sport ha anche la capacità di aiutare bambini con problemi di socializzazione: ad un bambino solitario, timido, che tende ad isolarsi, potrebbe giovare moltissimo uno sport di squadra, possibilmente all’aria aperta. Ad un bambino con deficit di attenzione proporrei uno sport dove è importante la disciplina mentale oltre che fisica, come il judo o il karate. In caso di bambino con ritardo mentale trovo ottimo uno sport come l’equitazione.

Cosa NON deve fare mai un genitore con un bambino che fa sport?

La prima cosa è non forzare mai un bambino ad uno sport solo perché piace a voi genitori: dopo averlo iscritto ad un corso, chiedetegli sempre se quello sport lo diverte davvero o se ci va solo perché è costretto da voi genitori: in quest’ultimo caso non dovete costringerlo. Importantissimo poi evitare di spingere il bambino ad atteggiamenti troppo competitivi, trasferendo su di lui aspettative di successo che sono proprie dei genitori: può darsi che lui preferisca diventare un bravo chitarrista all’essere un campione di calcio!

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