Differenze tra ileo meccanico ed ileo paralitico: cause, sintomi e trattamenti

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE ILEO MECCANICO PARALITICO INT Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgCosa significa “ileo”?

Con ileo (in inglese “ileus”) in medicina si intende una condizione patologica caratterizzata dall’arresto parziale o totale della progressione del contenuto intestinale, sia esso liquido, solido o gassoso. Molti usano il termine “ileo” come sinonimo di “occlusione intestinale”, ma ciò è un errore, poiché l’occlusione intestinale è solo un tipo di ileo (l’ileo meccanico).

Etimologia di ileo

Il termine “ileo” deriva dal greco εἰλεός (leggi eileos), che significa attorcigliato, serrato, strizzato.

Che differenza c’è tra un ileo meccanico ed un ileo paralitico?

Quello che differenzia principalmente un ileo meccanico da un ileo paralitico, è l’eziologia, cioè la causa che ha portato all’arresto della progressione del materiale intestinale. In base alla causa si possono infatti distinguere:

  • un ileo detto meccanico (od occlusione intestinale od ostruzione intestinale o blocco intestinale), che si verifica quando l’occlusione è dovuta a un ostacolo vero e proprio che blocca fisicamente il passaggio del materiale in transito in direzione dell’ano;
  • un ileo detto paralitico (o ileo adinamico o ileo dinamico o paresi intestinale o ileo funzionale) che si verifica quando non ci sono blocchi fisici nell’intestino ma il transito è comunque impedito da una paralisi della muscolatura propria dell’intestino con conseguente blocco della peristalsi, cioè di quella contrazione coordinata della muscolatura liscia presente nelle vie digerenti che permette al cibo di procedere in direzione dell’ano.

Viene definita invece subocclusione intestinale una condizione particolare di ileo meccanico, in cui l’ostruzione sia solo parziale, manifestandosi con episodi subacuti e/o ricorrenti. In ogni caso l’occlusione può essere incompleta, caratterizzata da episodi sfumati subocclusivi cronici che culminano nella fase di occlusione critica, o completa, che esordisce con un quadro clinico acuto e pericoloso. E’ importante anche ricordare che un ileo meccanico può riconoscere tre tipi di ostruzione:

  • intraluminale: l’ostacolo è presente fisicamente all’interno del canale e chiude il lume (ad esempio ammassi di parassiti e fecalomi);
  • intramurale: l’ostacolo è rappresentato dall’ingrandimento della parete del canale (ad esempio un tumore ad anello);
  • extraintestinale: l’ostacolo è rappresentato da una massa esterna al canale, che si è espansa a tal punto da comprimere il lume (ad esempio tumore di organo vicino).

Una importante differenza tra ileo meccanico e paralitico è che:

  • l’ileo meccanico riconosce una causa “locale” (con una sofferenza che generalmente interessa un segmento circoscritto dell’intestino mentre il resto del viscere viene coinvolto solo in un secondo momento): i segmenti a monte dell’ostruzione appariranno via via sempre più dilatati, mentre quelli a valle risulteranno normali, permettendo l’espulsione del materiale in essi contenuto e dando inizialmente una illusione di canalizzazione normale. Una occlusione severa e non trattata può avere esiti tragici, portando in alcuni casi a perforazione e copiosa emorragia, con uno shock ipovolemico anche rapidamente mortale;
  • nell’ileo paralitico la sofferenza interessa l’intero intestino, ossia la paralisi interessa non un particolare segmento, ma tutto il viscere. Il quadro anatomo-patologico inizialmente evidenzia una modesta dilatazione dei primi tratti intestinali (che possono essere adeguatamente decompressi con l’introduzione di un sondino naso-gastrico) e qualche volta di quelli distali (per i quali, allo stesso scopo è utilizzata una sonda rettale). Raramente l’occlusione paralitica raggiunge livelli preoccupanti, in quanto la paralisi abitualmente regredisce nell’arco di poche ore; quindi questa forma presenta un decorso clinico meno grave rispetto a quella meccanica (tipico esempio è l’ileo paralitico post-operatorio).

Leggi anche: Peristalsi intestinale ed antiperistalsi: caratteristiche e funzioni

Il doppio significato di “ileo”

In medicina il termine “ileo” si usa non solo per indicare l’arresto della progressione del contenuto intestinale, ma anche – in anatomia umana – per indicare la parte finale dell’intestino tenue che viene dopo duodeno e digiuno (le porzioni iniziali dell’intestino tenue) e che precede il cieco (la porzione iniziale dell’intestino crasso). L’ileo (in inglese “ileum”) è evidenziato in verde nella figura in basso. Per approfondire, leggi anche: Differenza tra intestino, duodeno, digiuno, ileo, tenue, crasso, retto, ano

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Cause di ileo meccanico

Le principali cause di ileo meccanico, sono:

  • Ostruzione. Molto frequente è legata alla presenza nel lume del piccolo intestino di un ostacolo di varia natura. Si può trattare di:
    • corpi estranei ingeriti;
    • boli alimentari particolarmente voluminosi;
    • ammassi di peli o sostanze vegetali quali i trico- o fito-bezoari;
    • calcoli biliari (ileo biliare);
    • ammasso di parassiti (vermi intestinali);
    • aderenze.
  • Stenosi del viscere. Quando patologie tumorali o infiammatorie o malformative riducono il lume del viscere. Un restringimento del lume può essere anche la conseguenza di un’anastomosi intestinale, di un ematoma nella parete intestinale o l’esito cicatriziale di una o più ulcere duodenali. In genere queste forme sono ingravescenti e quindi la occlusione vera e propria viene preceduta da episodi sub-occlusivi spesso misconosciuti.
  • Compressione. È la situazione in cui una massa estrinseca preme sull’intestino occludendolo. Il più delle volte è dovuta a patologia neoplastica.
  • Angolatura. È un meccanismo dovuto in genere a pregressi interventi (specie a cielo aperto) o patologie endoaddominali che hanno portato alla formazione di briglie aderenziali uniche o multiple. Tali aderenze fissano le anse intestinali tra loro o ad altri organi o alla parete, angolandole e di conseguenza occludendole.
  • Strangolamento. Il termine indica situazioni diverse contraddistinte da un elemento comune: una grave sofferenza dell’ansa dovuta a compressione del suo peduncolo vascolare. Lo strangolamento interviene nel:
  • Volvolo: quando l’intera ansa intestinale e quindi il peduncolo vascolare contenuto nel suo mesentere ruota attorno al proprio asse, attorcigliandosi.
  • Invaginazione: quando un’ansa intestinale entra in una ansa contigua (come un segmento di cannocchiale) trascinandosi appresso il peduncolo vascolare e comprimendolo.
  • Strozzamento da cingolo: quando un’ansa intestinale penetra in un anello o in un forame anatomico rimanendovi incarcerata insieme al proprio peduncolo.

Ileo meccanico determinato da danno al colon

Una possibile causa di ileo meccanico è una ostruzione che ostacola la progressione delle feci nel colon che determina a sua volta una stasi a monte nel tenue. Una ostruzione del colon può essere causata e/o favorita da uno o più fattori, tra cui:

  • tumori;
  • polipi intestinali;
  • stenosi infiammatoria (aderenza);
  • ammasso di parassiti (vermi intestinali);
  • corpi estranei introdotti per via anale;
  • fecalomi.

Cause di ileo paralitico

Le principali cause di ileo paralitico, sono:

  • apertura del peritoneo o/e manipolazione dei visceri endoaddominali (da intervento chirurgico): questa è la situazione più diffusa;
  • presenza di corpi estranei o sostanze biologiche (sangue, bile, urine);
  • irritazione peritoneale (ascessi peritoneali, perforazione di visceri, sofferenza vascolare dell’intestino, traumi addominali aperti o chiusi) e patologie dei visceri addominali (appendicite, colecistite);
  • pancreatite acuta, patologia retroperitoneale (aneurismi), traumi del rachide, gravi quadri dolorosi (colica renale), torsione di cisti ovarica;
  • patologie d’organo (infarto, polmonite, ictus);
  • generali (alterazioni idro-elettrolitiche, dismetabolismi, farmaci che bloccano la trasmissione nervosa (ganglioplegici), o antagonisti della acetilcolina (anticolinergici), o antistaminici, o anestetici generali (narcotici).

Sintomi e segni di ileo paralitico

Nel caso di ileo paralitico il soggetto presenta un quadro spesso poco specifico e sfumato, con:

  • nausea;
  • vomita;
  • distensione addominale;
  • dolore in genere poco intenso e mal localizzabile.

In generale l’entità poco rilevante dei sintomi servono al medico per differenziare un ileo paralitico da quello meccanico, che determina segni e sintomi in genere più gravi.

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Il volvolo è una causa di ileo meccanico

Sintomi e segni di ileo paralitico

Nel caso di occlusione meccanica i sintomi e segni sono generalmente più severi e specifici rispetto all’ileo paralitico. Sintomi e segni di ileo meccanico sono:

  • Chiusura dell’alvo a feci e gas (assenza di canalizzazione). È un sintomo patognomonico anche se si presenta con tempi e modalità variabili. Nel caso di una occlusione alta, a livello esofageo o gastrico, l’alvo rimarrà comunque aperto per qualche tempo essendo l’intestino a valle della ostruzione integro e quindi funzionante. Nel caso di una occlusione bassa, a livello del retto, la chiusura dell’alvo sarà viceversa immediata. Nelle occlusioni basse ed incomplete potrà essere presente una diarrea, pseudo diarrea, caratteristicamente alternata a periodi di stipsi.
  • Vomito (fecaloide o alimentare o biliare). L’entità e l’epoca di comparsa del vomito dipendono anch’esse dal livello e dal tipo di occlusione. Sarà precoce nelle forme alte e la presenza di bile (che viene secreta a livello della II porzione duodenale) contribuirà a distinguere le forme intestinali da quelle esofagee e gastriche ove invece sarà assente. Nelle occlusioni basse il vomito interverrà più tardivamente assumendo spesso connotati fecaloidi per diventare più raro o mancare nelle ostruzioni a livello rettale.
  • Dolore. Il dolore è un sintomo importante legato in particolare all’incremento della peristalsi. Nelle forme alte esso può essere intenso e di tipo intermittente. Nelle forme ileali è invece, crampiforme, parossistico, intervallato da periodi di tregua. Nelle forme basse assume un carattere sordo, gravativo.
  • Il subentrare improvviso di un dolore lancinante e costante quando si accompagna ad altri sintomi peritonitici indica complicanze gravi quali lo strangolamento, la perforazione e l’emorragia. La scomparsa improvvisa del dolore può significare la risoluzione spontanea dello stato occlusivo ma il più delle volte invece indica un aggravamento della stessa con la trasformazione di un ileo meccanico in un ileo paralitico.
  • Distensione addominale. Assente nelle forme alte è molto evidente nelle ostruzioni a livello del colon discendente o ancora più basse. La distensione della parete addominale è la conseguenza diretta e visibile di quella dell’intestino a sua volta legata all’accumulo di liquidi ed aria.
  • Ipovolemia. È la sottrazione di liquidi alla massa idrica totale, dal lume intestinale dei segmenti a monte della ostruzione. Questa ipovolemia è aggravata dalle perdite che avvengono con il vomito e porta alla concentrazione ematica e allo shock ipovolemico.
  • Perdita di elettroliti e ioni. Il vomito, a seconda del livello della ostruzione, comporta perdite significative di ioni ed elettroliti diversi. Ne derivano squilibri elettrolitici, particolarmente nelle occlusioni basse, e squilibri acido-base in quelle più alte con alcalosi o acidosi metaboliche.
  • Altri segni: febbre, tachicardia, calo della pressione sanguigna, presenza di peristalsi evidente attraverso la parete addominale, rumori metallici alla auscultazione possono essere presenti in vario grado.

Differente trattamento tra ileo meccanico e paralitico

Anche il trattamento è differente: mentre nell’ileo paralitico si curerà la patologia a monte che l’ha determinato (ad esempio peritonite o insufficienza vascolare mesenterica, trattamento medico), nel caso di ileo meccanico il trattamento sarà prevalentemente chirurgico (con chirurgia a cielo aperto o con uso di colonscopia), atto ad eliminare fisicamente la causa del blocco. E’ importante infine ricordare che l’ileo paralitico può spesso rappresentare la fase avanzata di un ileo inizialmente meccanico, mentre un ileo meccanico può più raramente rappresentare la fase avanzata di un ileo inizialmente paralitico.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Differenza tra disfagia ostruttiva ed occlusione intestinale

MEDICINA ONLINE INTESTINO COLON TENUE CRASSO APPENDICE TRASVERSO ASCENDENTE DISCENDENTE RETTO ANO COLECISTI STOMACO DUODENO ILEO PARALITICO ADINAMICO MECCANICO OSTRUZIONE OCCLUSIONE SUBOCon il termine “disfagia” (in inglese “dysphagia“) si intende la difficoltà del corretto transito del cibo nelle vie digestive superiori subito dopo averlo ingerito, quindi anche le difficoltà a deglutire rientrano nel campo delle disfagie.

La disfagia può essere di tipo ostruttivo o di tipo motorio (discinesie) in base alla sua eziologia, cioè la causa che l’ha determinata. La disfagia è ostruttiva quando il lume delle vie digestive superiori – specie l’esofago – si riduce per compressione o per ostruzione, come nel caso di presenza di corpi estranei, stenosi, tumori che comprimono dall’esterno o che occludono dall’interno, diverticoli, infiammazioni, ingrossamento della tiroide e spondilite cervicale.
Una disfagia ostruttiva può essere classificata anche in base alla sede dove si verifica l’ostruzione che determina difficoltà nel passaggio di cibo:

  • Disfagia orofaringea: quando la difficoltà di transito riguarda deglutizione e passaggio del cibo dall’orofaringe all’esofago (l’orofaringe è la porzione della faringe che mette in comunicazione cavità orale, laringe ed esofago);
  • Disfagia esofagea: quando la difficoltà di transito riguarda il passaggio attraverso l’esofago in direzione dello stomaco.

Questa lunga introduzione serve a farvi capire come una disfagia ostruttiva sia determinata da ostruzione (interna o da compressione esterna) che provoca difficoltà nel transito del cibo a livello delle alte vie digestive (orofaringe ed esofago). Nel caso di una occlusione intestinale meccanica (anche chiamata “ileo meccanico”) si verifica parimenti una ostruzione, ma questa volta alle basse vie digerenti, che provoca l’arresto della progressione del contenuto dell’intestino, liquido, solido o gassoso.

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Quanto è lungo l’intestino in adulto e neonato (tenue e crasso)

MEDICINA ONLINE INTESTINO COLON TENUE CRASSO APPENDICE TRASVERSO ASCENDENTE DISCENDENTE RETTO ANO COLECISTI STOMACO DUODENO ILEO PARALITICO ADINAMICO MECCANICO OSTRUZIONE OCCLUSIONE SUBOL’intestino di un essere umano adulto è lungo in tutto circa 7 metri, anche se questo dato è molto variabile da soggetto a soggetto. Si divide in intestino tenue ed intestino crasso.

  • L’intestino tenue è il tratto iniziale più lungo, misura infatti 6,5 metri circa. Il duodeno è lungo circa 25 cm (10 pollici); il digiuno è lungo circa 2,5 m (8 piedi) e l’ileo è lungo circa 3,6 m. (12 piedi).
  • L’intestino crasso costituisce l’ultima parte dell’apparato digestivo e misura mediamente 170 cm, con una superficie che varia da 640 a 1615 cm2 e un calibro che è di circa 7 cm a livello del cieco, 4,5 cm a livello del colon, aumenta in prossimità del retto per poi diminuire fino ai 2 cm dell’ano

L’intestino crasso è collegato a quello tenue dall’ileo (ultima parte dell’intestino tenue) e dal cieco (prima parte dell’intestino crasso) e, in esso, avviene l’ultima fase del processo digestivo che dura in tutto 32 ore.

Le dimensioni variano molto in base al sesso ed alle caratteristiche individuali: la normale lunghezza dell’intestino tenue varia da circa 3 a 7,2 m nella donna e da 4,8 a 7,8 m nell’uomo.

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Neonato

Nel neonato l’intestino tenue misura circa 2 metri, mentre il crasso circa 64 cm

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Riconoscere i differenti tipi di vomito a seconda del colore

MEDICINA ONLINE NAUSEA EMATEMESI ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO SCOPIA APPARATO DIGERENTE CIBO DIGESTIONE TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI VOMITO SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI EPATICA FEGATOAlmeno una volta nella nostra vita tutti noi ci siamo confrontati con questo problema. Vediamo di capire e comprendere quali siano i colori del vomito e quale sia il loro significato spiegato in modo semplice e dettagliato. Questa guida è ovviamente esemplificativa: in caso di vomito contattate il vostro medico di fiducia evitando pericolose auto-diagnosi.

Vomito di colore verde

Il vomito di colore verde è definito “vomito biliare” e si presenta con emissione di bile che ha un caratteristico colore giallastro-verde scuro. Il colore della bile presente nel vomito può variare dal giallo al verde scuro a seconda dei tempi di ristagno della bile nello stomaco. Se il vomito è di tipo biliare, può essere causato da: sbornia, avvelenamento da cibo o blocco dell’intestino. Il colore verde può essere in alcuni casi causato anche dal cibo che si è recentemente ingerito. Per approfondire:

Vomito di colore giallo

Il vomito di colore giallo, come già detto, è spesso causato dall’emissione di bile. In molti causi può essere causato da una condizione denominata “stenosi” che consistente nel restringimento di un orifizio, di un dotto, di un vaso sanguigno o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio di alcune sostanze.

Vomito di colore marrone con odore fecaloide

Se il vomito è di colore marrone/marrone scuro ed ha anche un cattivo odore simile alle feci, la causa potrebbe risiedere in un “blocco intestinale“ cioè nell’arresto dell’emissione delle feci a causa di stitichezza cronica, calcoli biliari nell’intestino, poliposi, grossi tumori del colon, strozzamento per ernie, paralisi della parete colica o altri motivi ostruttivi. In caso di blocco intestinale, il materiale fecale più o meno formato, non riuscendo a trovare strada verso l’ano, risale in direzione opposta: in questo caso il vomito prende il nome di “vomito fecaloide“. In genere più il vomito fecaloide è “liquido” e marrone chiaro, più l’ostruzione è presente ad un livello “alto” dell’apparato digerente, mentre più è marrone scuro e “duro”, più l’ostruzione è presente ad un livello “basso” (più vicino all’ano). Per approfondire, leggi: Feci dalla bocca: il vomito fecaloide

Vomito di colore “caffeano”

Se il colore marrone è simile a quello di un fondo di caffè, prende il nome di “vomito caffeano” e potrebbe essere causato da una emorragia interna con il sangue che ha avuto il tempo di coagularsi o “essere digerito”. In questo caso, al contrario del vomito fecaloide, è assente l’odore simile alle feci. Il vomito con sangue digerito/coagulato è tipico delle emorrargie interne che avvengono in un tratto “basso” dell’apparato digerente. E’anche facile osservarlo quando esce il sangue dal naso e ci si stende: il sangue verrà digerito e questo, provocherà insistenti conati di vomito. Per approfondire:

Vomito di colore rosso vivo

Il vomito con sangue di colore rosso vivo (detto “ematemesi”) solitamente è causato dalla presenza di una emorragia interna con il sangue che non ha avuto il tempo di coagularsi o “essere digerito”. Ciò è possibile ad esempio in caso di un ulcera aperta a livello di stomaco o esofago. L’ematemesi spesso avviene in caso di rottura di “varici esofagee”, una grave condizione patologica caratterizzata dalla formazione e rottura di varici a carico delle vene del plesso sotto-mucoso dell’esofago, correlata ad uno stato di ipertensione portale cronica a sua volta determinata da patologie croniche del fegato, come la cirrosi epatica, di cui rappresenta una temibile complicazione. L’emorragia del tratto iniziale dell’apparato digerente determina spesso, oltre all’ematemesi, anche melena (emissione di feci di colore nero-piceo). Per approfonire, leggi:

Vomito di colore bianco

Il vomito di colore bianco è causato dall’acido dei succhi gastrici. Spesso è accompagnato anche da muco viscoso o mucoso. Quando è di tipo “mucoso” solitamente non è acido. Quando si tratta perlopiù di succhi gastrici, può essere acido. Il vomito bianco può verificarsi anche quando si è recentemente mangiato qualcosa di bianco, come ad esempio il latte.

Vomito di tanti colori diversi

Questo tipo di vomito in genere è un vomito di tipo “gastrico” che contiene cibo o pezzetti di cibo non digeriti, che non hanno avuto il tempo di superare lo stomaco.

Diagnosi differenziale

Oltre al colore, in questo articolo abbiamo quindi intuito che anche il tipo di vomito può essere utile al medico per capire qual è la causa della sua comparsa:

  • vomito alimentare: se vengono rigettati alimenti anche a distanza dai pasti;
  • vomito acquoso: se è acido, con poca mucina, e sono presenti succhi gastrici;
  • vomito mucoso: se è anacido, ricco di mucina, e sono presenti succhi gastrici;
  • vomito biliare: se si presenta emissione di bile ed ha un caratteristico colore verde scuro;
  • vomito fecaloide nel caso abbia un colore marrone scuro ed un tipico odore di feci, dovuti a stasi prolungata nell’intestino (nel caso, ad esempio, di occlusione intestinale), per cui la flora batterica prolifera indefinitamente;
  • vomito emorragico o ematemesi: se è presente sangue rosso vivo;
  • vomito caffeano, se è presente sangue digerito con un tipico colore nerastro (“a posa o fondo di caffè”).

Per aiutarsi nella diagnosi, il medico può servirsi di vari strumenti, tra cui:

Per approfondire:

Leggi anche:

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