Vuoi bruciare più calorie? Fai esplodere il tuo metabolismo!

MEDICINA ONLINE PALESTRA ALLENAMENTO UOMO MUSCOLI PESI BELLEZZA GINNASTICA PESISTICAIl metabolismo è l’insieme delle reazioni chimico-fisiche alimentate dalle calorie introdotte con l’alimentazione, è fortemente collegato alla massa magra del corpo ed all’azione della tiroide e dei suoi ormoni. E’ il motore dell’organismo grazie al quale si bruciano le calorie e i grassi. Tale motore è però diverso da persona a persona, ed è per questo motivo che in alcuni individui mangiare tanto non implica per forza un grande aumento di peso. Tuttavia ognuno di noi ha la possibilità di aumentare il proprio, seguendo queste semplici regole!

Cosa mangiare?

1) Cereali integrali (col loro basso indice glicemico danno energia di lunga durata e rimandano la fame)
2) Verdure (ricche di vitamine, acqua e minerali e poche calorie rispetto alla frutta. Regalano un senso di sazietà)
3) Crostacei e pesce (sono ricchi di iodio che stimola la tiroide)
4) Formaggi (contengono tiramina, una sostanza che viene trasformata in adrenalina)
5) Caffè (la caffeina svolge un’azione brucia grassi, stimola la produzione di adrenalina). E’ bene non esagerare
6) Tenete sempre a mente l’indice glicemico

Come mangiare?

1) Mangiare cinque volte al giorno. Colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena: quando si mangia si mette in moto la macchina metabolica e si bruciano calorie: più pasti favoriscono il calo di peso e permettono di non arrivare affamati al pasto successivo.
2) Fare una colazione abbondante. Chi salta la colazione o resta a digiuno per ore, sollecita l’organismo a rallentare le sue funzioni metaboliche per risparmiare energia e immagazzinare tutte le calorie possibili sotto forma di scorte di grasso.
3) Meno carboidrati e più proteine. Digerire richiede energia. Rispetto ai carboidrati, gli alimenti proteici richiedono un lavoro maggiore di metabolizzazione. Importantissimo conoscere il concetto di “termogenesi indotta dalla dieta“. Il pane e la pasta non vanno eliminati (non si dovrebbe scendere sotto i 100.120 grammi di zuccheri al giorno) mentre la quantità giusta di proteine è un grammo per ogni chilo di peso. Tra grassi e condimenti, bisognerebbe rispettare la quota di 60 grammi
4) Consumare piatti leggeri a cena. La sera si bruciano meno calorie rispetto al giorno. Si consiglia di assumere la maggior parte di calorie nella prima parte della giornata
5) Bere molta acqua durante i pasti. Non ha calorie e non gonfia ma contribuisce al senso di sazietà
6) Evitare diete drastiche. Producono un rallentamento del metabolismo e predispongono l’organismo a riprendere i chili persi appena si interrompe la dieta (effetto yoyo)

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Tutto qui? certamente no!

1) Dormire almeno sette ore. L’insonnia o le alterazioni del sonno provocano alterazioni metaboliche e innescano la fame. Leggete come dormire bene.
2) Fare costante esercizio fisico. Nuoto, palestra, bici ma anche una semplice camminata di venti minuti al giorno permette di bruciare più grassi e meno glicogeno muscolare. Anche piccole azioni contribuiscono a stimolare il metabolismo (fare le scale, scendere dal bus ad una fermata prima, portare a spasso il cane, ecc). Per chi preferisce camminare si consiglia di non fare meno di 10 mila passi al giorno prima dei 25 anni, e non meno di 5 mila dopo i 25 anni. Ricordate poi che è sempre meglio praticare sport a giorni alterni. Dopo lo sport, infatti, il metabolismo resta accelerato per diverse ore e si brucia più in fretta. Alternare i giorni permette di mantenere un consumo energetico sempre più alto del normale.
3) Allenare i muscoli. La massa magra ha un’attività metabolica superiore alla massa grassa. Se aumentano i muscoli si innalza il metabolismo anche a riposo.
4) Non tenere i riscaldamenti al massimo. Anche se siamo a primavera le temperature sono ancora pittosto basse e tendiamo ad alzare il riscaldamento, grosso errore: temperature alte determinano un metabolismo più basso mentre le temperature più basse costringono il metabolismo a lavorare di più per far fronte alla differenza termica tra l’esterno e il corpo.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Vuoi dimagrire? Usa… l’erba!

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In questo articolo ci occupiamo delle più efficaci erbe per dimagrire: aiuti naturali generalmente sicuri da affiancarsi ad interventi dietetico-comportamentali adeguati (diete ed ovviamente tecniche di medicina e chirurgia estetica).

Le categorie di “erbe” (e corrispettivi integratori alimentari che trovate in parafarmacia) utili per dimagrire sono essenzialmente quattro: quella delle droghe diuretiche, quella delle droghe stimolanti, quella delle droghe ricche di fibre e mucillagini, e quella delle droghe acceleranti il metabolismo. Altri prodotti naturali potenzialmente utili per dimagrire, ma non elencati in questo articolo, sono il chitosano (riduce l’assorbimento dei grassi), la garcinia cambogia (pericarpo del frutto – riduce la sintesi di acidi grassi ed aumenta il senso di sazietà), la banaba e la gymnema (foglie – proprietà ipoglicemizzanti).

Continua la lettura con: https://www.my-personaltrainer.it/integratori/erbe-dimagrire.html

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Non mangio eppure ingrasso, e se fosse ipotiroidismo?

MEDICINA ONLINE TIROIDE NODULO IPOTIROIDISMO IBSA EUTIROX ORMONI TIROIDEI METABOLISMO BASALE COLLO GOZZO SINTOMI PARATIROIDI TIROIDECTOMIA TOTALE PARZIALE CHIRURGIA OBESITA INGRASSARE PECon “ipotiroidismo” si intende un’insufficiente presenza, nel sangue, di ormoni tiroidei, ovvero secreti dalla tiroide, una ghiandola endocrina a forma di farfallina situata nella gola che sovrintende a numerose funzioni fisiologiche, tra cui il metabolismo. Questa condizione può manifestarsi in qualunque momento della vita per svariate cause, ma può anche essere congenita, in questo caso determinata da un insufficiente sviluppo della tiroide al momento della nascita, o anche totale assenza della ghiandola. E’ bene però effettuare una netta distinzione tra le persone affette da ipotiroidismo congenito e persone che ad un certo momento della loro vita si accorgono che la loro tiroide è ipo-funzionante (in questo caso si parla di ipotiroidismo acquisito) , perché i rimedi e le cure, ma anche i sintomi, sono molto diversi. Cominciamo con l’elencare le cause che possono portare una persona sana a soffrire di ipotiroidismo.

Leggi anche: Il sale iodato è importante per prevenire le malattie della tiroide: in quali alimenti trovarlo?

Ipotiroidismo acquisito: cause principali

Le cause principali che possono portare la tiroide a produrre meno ormoni di quanto necessario per il corretto funzionamento dell’organismo umano, sono:

  • Malattie autoimmuni come la tiroidite autoimmune;
  • Tiroidite (infiammazione della tiroide) di origine virale;
  • Cancro alla tiroide;
  • Cure chemioterapiche e radiologiche per il tumore alla tiroide;
  • Rimozione chirurgica della tiroide (tiroidectomia);
  • Ipotiroidismo da gravidanza;
  • Assunzione di farmaci che interferiscono con il funzionamento della tiroide, come i sali di litio;
  • Problemi alle ghiandole ipofisi ed ipotalamo, che a loro volta regolano a monte l’attività tiroidea;
  • Insufficiente apporto di iodio, soprattutto tipico di chi vive lontano dal mare.

Leggi anche: Tiroide: anatomia, funzioni e patologie in sintesi

Ipotiroidismo acquisito: sintomi e segni

Poiché l’insufficiente presenza degli ormoni tiroidei nel sangue produce un rallentamento di tutte le funzioni fisiologiche, i principali sintomi e segni dell’ipotiroidismo acquisito, sono:

  • Sensibilità maggiore al freddo;
  • Metabolismo rallentato e tendenza ad aumento ponderale non legato alla dieta (tendenza ad ingrassare facilmente);
  • Stanchezza e debolezza;
  • Stitichezza;
  • Pelle secca a aspetto sciupato, unghie fragili;
  • Sindrome depressiva, malinconia, pessimismo;
  • Vuoti di memoria;
  • Calo del desiderio sessuale;
  • Perdita dei capelli e alopecia;
  • Sudorazione diminuita o assente;
  • Gozzo;
  • Amenorrea (alterazione del ciclo mestruale fino alla sua completa mancanza).

Leggi anche: Gozzo tiroideo: semplice, tossico, endemico, rimedi, intervento, immagini

Diagnosi di ipotiroidismo

In molti casi si tratta di sintomi lievi, in ogni modo solo con le analisi del sangue è possibile scoprire di essere affetti da ipotiroidismo. La conferma di ipotiroidismo avviene generalmente attraverso un semplice esame del sangue, tramite il quale si andranno a valutare vari parametri tra cui i livelli ormonali del paziente. È importante distinguere l’ipotiroidismo secondario da quello primitivo; anche se l’ipotiroidismo secondario non è frequente, spesso coinvolge altri organi endocrini sotto il controllo dell’asse ipotalamo-ipofisario. L’ecografia tiroidea è utile per andare ad individuare eventuali alterazioni nel tessuto tiroideo e la presenza di eventuali noduli.

Per approfondire i vari strumenti usati nella diagnosi, leggi anche:

Ipotiroidismo acquisito: cure e rimedi naturali

L’ipotiroidismo, anche quello acquisito, non è curabile, ma si può ovviare alla carenza ormonale e quindi far sì che tutti i sintomi regrediscano. Nello specifico, si devono tenere sotto controllo e riportare a livelli accettabili i due ormoni T4 e THS prodotti a livello tiroideo con una somministrazione ormonale sostitutiva accuratamente dosata. Il medico prescriverà i farmaci a base di tiroxina (Eutirox) che permetteranno di colmare le carenze ormonali, anche per tutta la vita. Se si effettuano costantemente i controlli, e le cura farmacologica viene ritoccata a seconda delle fluttuazioni del dosaggio ormonale, si può convivere con l’ipotiroidismo senza grossi problemi. Inoltre, un aiuto a chi soffre di ipotiroidismo viene dalla dieta, aumentando il consumo di pesce o alghe e altri alimenti che contengono iodio, ma sempre sotto stretta indicazione medica, così come dalla fitoterapia. Erbe amare in tintura, mirra e alga bruna sono efficaci stimolanti della tiroide, ma evitate sempre e comunque il fai da te ed evitando di pensare che i rimedi naturali possano sostituirsi del tutto alla terapia farmacologica prescritta dal medico.

Leggi anche: Dosaggio Eutirox: come scegliere quello corretto?

Ipotiroidismo congenito

L’ipotiroidismo può anche essere una affezione endocrina congenita, dovuta alla mancanza o alla ridotta dimensione della tiroide. Dato che gli ormoni tiroidei sono indispensabili per un normale accrescimento e sviluppo dell’organismo, i bambini che soffrono di ipotiroidismo neonatale vanno incontro ad un notevole deficit dell’accrescimento corporeo e dello sviluppo del sistema nervoso, con grave ritardo mentale. Per questa ragione, attualmente in tutti i neonati, anche apparentemente sani, si effettua lo screening dell’ipotiroidismo, e cioè il dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH nei primi giorni di vita, per poter identificare subito i casi di ipotiroidismo e non perdere del tempo prezioso. La diagnosi viene poi confermata da altri esami ormonali e da indagini radiologiche, come lo studio dell’età delle ossa e la scintigrafia tiroidea, che permette di accertare la presenza o l’assenza della tiroide, la sua forma, le sue dimensioni e la sua sede, spesso anomala.

Leggi anche: Tiroidite di Hashimoto: esami, cura, conseguenze, dieta, guarire

Ipotiroidismo congenito: i sintomi e le cure

I sintomi dell’ipotiroidismo congenito sono legati ad uno sviluppo corporeo disarmonico: testa grossa, tronco lungo, arti corti e tozzi. Statura ridotta (nanismo), lineamenti grossolani; cute e labbra spesse; naso lungo, torpore, bassa temperatura corporea, scarso accrescimento; ritardo dello sviluppo mentale; ritardo della dentizione. L’aplasia o l’ipoplasia della tiroide può essere corretta, ovviamente, soltanto con un trattamento ormonale sostitutivo, che dovrà essere continuato per tutta la vita, con dosi progressivamente maggiori e proporzionate al peso del bambino. I farmaci attualmente disponibili in commercio consentono di attuare una terapia molto precisa e adeguata alle esigenze del bambino; tuttavia, almeno nei primi sei mesi di trattamento, sono indispensabili frequenti e accurati controlli dei livelli ormonali che raggiungono nel sangue, per evitare sia una concentrazione insufficiente di ormoni, sia un iperdosaggio. Questo può provocare infatti la comparsa di disturbi come tremori, agitazione, dimagrimento, aumento della frequenza della pulsazioni cardiache e una febbricola.

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Come dimagrire facendo… sesso!

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE FECI PAURA CLISTERE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FSiamo ancora lontani dalla moda che si sta diffondendo negli Usa con il personal trainer che segue i suoi clienti anche durante le performance sessuali, ma una cosa è certa: il sesso è anch’esso un’attività fisica. Non a caso aumenta il consumo energetico che è legato proprio al metabolismo basale (quantità di calorie consumate durante le ora a riposo), alla termogenesi indotta dalla dieta, ma anche all’attività fisica.

UNA VALIDA INTEGRAZIONE 

Attenzione, però: l’attività sessuale non può sostituire un impegno nello sport. Casomai può integrarlo, rivelandosi così un buon modo per contribuire alla forma fisica. Accanto ai benefici per la linea l’attività sessuale, oltre a influire positivamente sull’umore, incide pure a livello vascolare, aiutando la circolazione periferica e il ritorno venoso (circolazione del sangue attraverso il sistema venoso in direzione ortodromica dalla periferia verso il cuore).

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POSE DA CONSUMO CALORICO

Non è facile,tuttavia, senza una strumentazione ad hoc, calcolare il consumo calorico legato all’attività sessuale: su 20 minuti o mezz’ora di rapporto possiamo ipotizzare in media circa 300 calorie per l’uomo e 200 per la donna. Molto dipende anche dalla posizione sessuale scelta.
Tra le canoniche, se per la donna quella in piedi e dell’amazzone contribuiscono maggiormente a mantenere la linea, per l’uomo i maggiori risultati in termini di dispendio energetico (aumentando la massa muscolare attiva e, quindi, la frequenza cardiaca) derivano dalla posizione del cosiddetta del missionario.
Non è possibile, comunque, stabilire delle regole universali, per un motivo molto semplice: sono l’intensità e il carico di lavoro, come in ogni attività fisica, a fare la differenza.

Rapporto in piedi

Gambe tese e busto in avanti, nella posizione in piedi soprattutto nella donna mettono all’opera più muscoli. Si attivano, infatti, quelli della catena cinetica posteriore e, quindi, i paravertebrali, gli ischiocrurali (la coscia posteriore) e, naturalmente, i glutei. Anche se pure l’uomo in questa posizione fa lavorare tutte le masse. La conclusione? Come in ogni sport, è normale che bruci più calorie chi si muove di più.

Posizione del missionario

Nella posizione del missionario (con la donna sdraiata di schiena, a gambe aperte e l’uomo sul corpo della donna) è senza dubbio l’uomo a bruciare più calorie e a far lavorare il maggior numero di muscoli. I gomiti protesi in avanti, infatti, per prima cosa comportano l’attività dei tricipiti. Questa posizione, inoltre, attiva i pettorali, i glutei e soprattutto i core muscle (che muovono il tronco) e cioè gli addominali e i muscoli della schiena.
È evidente, insomma, che in questa posizione a faticare di meno è la donna che, invece, consuma di più quando si pone sopra l’uomo sdraiato.

Posizione dell’amazzone

Con la posizione dell’amazzone ( la partner a cavalcioni sul bacino dell’uomo con busto eretto e ginocchia piegate all’indietro), infatti, anche se non c’è una grande attività dei muscoli superiori femminili, gambe e glutei lavorano molto.

Posizione da dietro

Nel caso della posizione da dietro, per entrambi i partner non si registra un grosso dispendio energetico a parte un tendenziale maggiore movimento di antiversione e retroversione del bacino nell’uomo. Per il resto i pesi sono più distribuiti e ci si stanca di meno.

ARTICOLO TRATTO DA LETTERA43

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