Differenza tra ferita settica ed asettica

MEDICINA ONLINE Shark Attack PICS FERITA LESIONE ABRASIONE CONTUSIONE PIAGA ESCORAZIONE RIPARAZIONE INTENZIONE ASETTICA MORSO SQUALO PIEDE DOLORE SANGUE VIOLENTA BISTURIPartiamo dalle definizioni. Il termine “settico” indica sostanza, materiale o ambiente contaminato da microorganismi patogeni; al contrario l’alfa privativo greco usato come prefisso, indica che “asettico” si riferisce a sostanza, materiale o ambiente NON contaminato da microorganismi patogeni. Nell’uso medico il termine asettico può essere riferito a vari ambiti. Ad esempio un medicazione può essere denominata “asettica” se in essa vengono usati materiali asettici (o per meglio dire “il più possibile asettici) ed in grado di inibire la propagazione dei microorganismi. La stanza dove viene eseguita una operazione chirurgica è detta asettica, perché dotata di vari strumenti di filtrazione dell’aria che la rendono il più possibile asettica, il che evita il rischio di infezioni del campo operatorio.

Una ferita è quindi asettica quando in essa non sono penetrati microorganismi patogeni (batteri, virus…) ed è il tipico caso della ferita chirurgica, cioè quella praticata dal chirurgo nel corso di interventi di chirurgia “a cielo aperto” tramite un bisturi che è ovviamente asettico.

Una ferita tipica di un incidente domestico non potrà mai essere asettica, dal momento che qualsiasi ambiente in cui viviamo che non sia stato opportunamente trattato, come anche la nostra stessa pelle, è colmo di microorganismi che penetrano nella ferita appena essa si manifesta.

Classificazione in base al grado di contaminazione della ferita

Un sistema di classificazione importante delle ferite, è quello che si basa sul grado di contaminazione delle stesse. È opportuno tuttavia precisare che la presenza di germi patogeni nella ferita non determina necessariamente una infezione della stessa.

  • ferite pulite: sono definite tali le ferite di origine non traumatica e nel cui ambito non vi siano interruzioni di alcuni apparati: digestivo, respiratorio, uro-genitale;
  • ferite pulite-contaminate: sono le ferite in cui uno degli apparati è interrotto ma sotto controllo e non vi siano segni apparenti di contaminazione. A questo gruppo appartengono interventi molto frequenti quali la colecistectomia o l’appendicectomia;
  • ferite contaminate: gruppo nel quale vengono inserite le ferite traumatiche recenti e quelle aperte, le ferite con interruzione non controllata dell’apparato gastro-enterico, quelle in presenza di fenomeni infiammatori acuti ma non purulenti, le incisioni delle vie biliari e urinarie in presenza di bile e urine infette;
  • ferite sporche: sono le ferite traumatiche aperte non recenti o quelle dovute a fenomeni perforativi o in presenza di infiammazioni pregresse purulente.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie

Differenza tra abrasione ed escoriazione

MEDICINA ONLINE FERITA LESIONE ABRASIONE CONTUSIONE PIAGA ESCORAZIONE DIFFERENZA RIPARAZIONE INTENZIONE ASETTICA MORSO SQUALO PIEDE DOLORE SANGUE VIOLENTA BISTURICon ferita in medicina si intende un tipo particolare di lesione, caratterizzata dall’interruzione traumatica di uno o più tessuti esterni o interni del corpo, causata da agenti esterni di varia natura che agiscono con modalità diversa. In relazione al percorso e alla profondità le ferite possono essere distinte in ferite superficiali (quando interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo) o profondepenetranti ed interne. In base al grado di contaminazione della ferita, quest’ultima può essere “pulita” o “contaminata”. Infine in base al meccanismo che l’ha determinata, una ferita può essere da taglio, da punta o di altro tipo (da arma da fuoco, lacero-contuse…).

Sia una escoriazione che una abrasione sono un tipo specifico di ferita caratterizzata da lesione superficiale della pelle o della mucosa, causata da un trauma di varia natura che colpisce di striscio la superficie del corpo con la differenza che:

  • l’escoriazione determina fuoriuscita di sangue;
  • l’abrasione NON determina fuoriuscita di sangue.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie

Differenza tra cancro e leucemia

MEDICINA ONLINE CURA CHEMIOTERAPIA SISTEMICA REGIONALE LOCALE RADIOTERAPIA CHIRURGIA FARMACO FA MALE AIUTO INFERMIERA AMORE CURA FA MORIRE TUMORE CANCRO SENO EFFETTI COLLATERALI CALVI CAPELLI PASTIGLIA DURATA COME FUNZIONAPer capire bene i concetti di “cancro” e di “leucemia” è di fondamentale importanza comprendere il significato del termine “tumore”. Un tumore (anche chiamato “neoplasia“) è una massa di tessuto anormale che origina da una singola cellula mutata nel suo DNA e che cresce in eccesso ed in modo incontrollato rispetto ai tessuti normali. Un tumore, al contrario dei tessuti sani, ha potenzialmente la caratteristica di invadere i tessuti e gli organi circostanti, per continuità o tramite il sistema circolatorio o quello linfatico, grazie alle metastasi.

E’ importante anche capire che un tumore può essere fondamentalmente di benigno o maligno (in quest’ultimo caso prende il nome di “cancro”). Quindi quando diciamo “cancro” ci stiamo riferendo ad un tumore maligno (e non ad un tumore benigno). Tale distinzione è estremamente importante perché mentre i tumori benigni hanno gravità minore, i tumori maligni hanno invece delle caratteristiche che li rendono più pericolosi ed aggressivi. Una di queste caratteristiche è appunto quella di dare avvio a metastasi a distanza, cosa che invece i tumori benigni NON sono in grado di fare.

Ogni tumore specifico prende avvio dalla proliferazione incontrollata di un tipo specifico di cellula: in caso di leucemia la proliferazione incontrollata prende avvio da particolari cellule che prendono il nome di “cellule staminali ematopoietiche” o “emocitoblasti“. Tali cellule si trovano nel midollo osseo, cioè in quella parte di tessuto spugnoso contenuto all’interno delle ossa, e danno origine alle cellule del sangue, come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Lo sviluppo incontrollato di queste cellule staminali ematopoietiche interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule del sangue e determina la comparsa della leucemia. Per approfondire, leggi anche:

Da quanto detto appare quindi chiara la differenza tra “cancro” e “leucemia”: semplicemente la leucemia è un tipo specifico di tumore maligno che origina dalle cellule staminali ematopoietiche.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

 

 

Differenza tra ematuria iniziale, terminale e totale ed ipotesi diagnostiche

MEDICINA ONLINE LABORATORIO MICROSCOPIO ANATOMO PATOLOGO AGO ASPIRATO BIOPSIA CHIRURGICA CITOLOGIA ISTOLOGIA ESAME ISTOLOGICO LINFONODO LAB CHIMICA FISICA SANGUE ANALISI FECI URINA GLICEMIA AZOTEMIA DENSITA CHEMISTRYCon “ematuria” in medicina si intende la presenza di sangue nelle urine. A seconda della quantità di sangue si distinguono due tipi principali di ematuria:

  • macroematuria (o ematuria macroscopica): quando il quantitativo di sangue eliminato è così elevato da modificare macroscopicamente il colore delle urine, le quali tendono ad assumere un aspetto francamente rosso scuro/marrone, “a lavatura di carne”, “color coca-cola” o “color tè carico” a seconda della quantità di sangue presente. Sono sufficienti 2 millilitri si sangue in un litro di urina per causare un cambiamento visibile del colore.
  • microematuria (o ematuria microscopica): quando il quantitativo di sangue eliminato è modesto e non modifica il colore delle urine, che rimangono del loro classico colore giallastro.

L’ematuria può essere distinta in base al momento di comparsa durante la minzione:

  • ematuria iniziale: il sangue è presente solo nella fase iniziale della minzione (poi l’urina torna normale), il che suggerisce un’origine prostatica o uretrale del sanguinamento;
  • ematuria terminale: il sangue è presente solo nella fase terminale della minzione (l’urina era inizialmente normale);
  • ematuria totale (od omogenea): il sangue è presente in modo omogeneo durante tutta la minzione.

Se il sangue durante la minzione è presente solo all’inizio (ematuria iniziale) o alla fine (ematuria terminale) è probabile che il sanguinamento abbia un’origine bassa: dall’uretra, dalla prostata o dal collo vescicale.

Quando invece il sangue è presente in modo omogeneo durante la minzione (ematuria “totale”) abbiamo verosimilmente a che fare con un problema con sede più alta: reni, ureteri o vescica.

Ovviamente il momento di comparsa del sangue durante la minzione, pur essendo un importante dato diagnostico, non è sufficiente da solo a fare diagnosi certa della causa di sanguinamento, per tale motivo è importante per il medico far eseguire al paziente una serie di altri esami, sia di laboratorio (analisi delle urine) che di diagnostica per immagini (ecografia, cistoscopia, TAC…).

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Ematuria da sforzo e da esercizio fisico: cause e terapia

MEDICINA ONLINE PALESTRA DA GIOVANE BLOCCA CRESCITA TEEN FITNESS HEIGHT STOP GROWING TREADMILL RUNNER CARDIO CORRERE CORRIDORE CORSA APERTO TAPIS DIETA DIMAGRIRE AEROBICA GRASSO CALORIE SALITA PESI CITTA SMOG PALESTRA SPORTCon “ematuria” in medicina si intende la presenza di sangue nelle urine. A seconda della quantità di sangue si distinguono due tipi principali di ematuria:

  • macroematuria (o ematuria macroscopica): quando il quantitativo di sangue eliminato è così elevato da modificare macroscopicamente il colore delle urine, le quali tendono ad assumere un aspetto francamente rosso scuro/marrone, “a lavatura di carne”, “color coca-cola” o “color tè carico” a seconda della quantità di sangue presente.
  • microematuria (o ematuria microscopica): quando il quantitativo di sangue eliminato è modesto e non modifica il colore delle urine, che rimangono del loro classico colore giallastro.

La maggioranza delle ematurie da sforzo sono di tipo microscopico. Dal momento che la microematuria non porta a tracce di sangue visibili ad occhio nudo, viene diagnosticata solo con un esame delle urine, effettuabile con le strisce reattive o con l’esame microscopico del sedimento urinario dopo centrifugazione. In quest’ultimo caso per parlare di microematuria è necessaria la presenza di almeno 5 globuli rossi per campo microscopico all’ingrandimento di 40X.

Ematuria microscopica nello sportivo

La presenza di microematuria dopo esercizio fisico è frequente e quasi sempre benigna, anche se in molti casi l’ematuria microscopica rimane “idiopatica“, cioè dipende da cause che non sono del tutto note. In altri casi l’eziologia va da ricercarsi nel tipo di esercizio fisico svolto: ad esempio quando essa si manifesta dopo la corsa o bicicletta, può essere dovuta ai ripetuti traumi sul rene (ematuria traumatica) o sulla vescica. Ma essa può manifestarsi anche dopo esercizi non traumatici, come dopo il nuoto. All’esame delle urine i globuli rossi appaiono ben conservati. La condizione recede spontaneamente dopo un periodo variabile da pochi giorni ad una settimana.

Ematuria macroscopica nello sportivo

Se il colore delle urine cambia radicalmente, l’ematuria è di tipo macroscopica e può essere determinata da moltissime cause a livello dell’intero tratto delle vie urinarie (come calcoli, traumi e tumori a livello di rene, uretere, vescica,uretra). In caso di macroematuria vanno escluse altre cause di ematuria e, soprattutto, è preliminarmente importante che si confermi con un esame urine che il colore rosso delle urine sia dovuto ai globuli rossi escludendo con questo le emoglobinurie dovute a lesioni muscolari o a deficit di enzimi muscolari, e le cosiddette emoglobinurie da marcia. In alcuni casi l’ematuria può essere causata da sforzi molto intensi (specie in soggetti meno allenati) che hanno determinato una impennata della pressione arteriosa con rottura di piccoli vasi sanguigni. Pur non essendo necessariamente un segnale di malattia grave, la presenza di elevate quantità di sangue nelle urine non va mai sottovalutata.

Diagnosi e terapia

È sempre necessario rivolgersi ad un medico che accerterà che si tratta di ematuria (con un esame delle urine) e potrà programmare gli esami successivi. L’età ed il sesso del paziente orientano verso particolari diagnosi, tuttavia come per ogni malattia il primo elemento è l’anamnesi, seguita dall’esame obiettivo e da eventuali analisi di laboratorio e di diagnostica per immagini (ad esempio ecografia o cistoscopia). In base alla diagnosi, verrà impostata la giusta terapia specifica che risolverà a monte il problema della presenza di sangue nelle urine.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Sangue nelle urine (ematuria): iniziale, terminale, microscopica e macroscopica asintomatica

MEDICINA ONLINE URINA SCURA CHIARA COLORE MALATTIE RENI SALUTECon “ematuria” in medicina si intende la presenza di sangue nelle urine. A seconda della quantità di sangue si distinguono due tipi principali di ematuria:

Macroematuria (o ematuria macroscopica)

L’ ematuria è macroscopica quando il quantitativo di sangue eliminato è così elevato da modificare macroscopicamente il colore delle urine, le quali tendono ad assumere un aspetto da francamente rosso a marrone, a seconda della quantità di sangue presente.

  • Un’ematuria franca (color rosso) indica un considerevole sanguinamento in atto,
  • l’ematuria “a lavatura di carne” indica un lieve sanguinamento,
  • l’ematuria color “marsala” o “coca-cola” può indicare un sanguinamento pregresso oltre che alla emoglobinuria.

Sono sufficienti 2 millilitri si sangue in un litro di urina per causare un cambiamento visibile del colore.

Microematuria (o ematuria microscopica)

L’ematuria è microscopica quando il quantitativo di sangue eliminato è modesto e non modifica il colore delle urine, che rimangono del loro classico colore giallastro. Dal momento che la microematuria non porta a tracce di sangue visibili ad occhio nudo, viene diagnosticata solo con un esame delle urine, effettuabile con le strisce reattive o con l’esame microscopico del sedimento urinario dopo centrifugazione. In quest’ultimo caso per parlare di microematuria è necessaria la presenza di almeno 5 globuli rossi per campo microscopico all’ingrandimento di 40X.

L’ematuria può inoltre essere:

  • sintomatica: quando determina sintomi nel paziente.
  • asintomatica: quando non determina sintomi nel paziente.

Se la microematuria è asintomatica (cioè il paziente non prova alcun sintomo, ad esempio il dolore) accade spesso che la microematuria venga diagnosticata per puro caso, durante una analisi delle urine effettuata per altri motivi. L’ematuria microscopica può essere accompagnata dai sintomi irritativi urinari (frequenza, urgenza, nicturia, ovvero quelli della cistite), nel qual caso suggerisce un’origine infiammatoria, oppure essere l’unico sintomo, per cui viene detta ematuria “a ciel sereno”.

In base alla frequenza di ematuria (distanza tra diversi episodi di ematuria), si distinguono:

  • ematurie continue: l’ematuria si verifica ad ogni emissione di urina;
  • ematurie periodiche: a comparsa in parte prevedibile;
  • ematurie intermittenti: a comparsa imprevedibile.

Infine l’ematuria può essere distinta in base al momento di comparsa durante la minzione:

  • ematuria iniziale: il sangue è presente solo nella fase iniziale della minzione (poi l’urina torna normale), il che suggerisce un’origine prostatica o uretrale del sanguinamento;
  • ematuria terminale: il sangue è presente solo nella fase terminale della minzione (l’urina era inizialmente normale);
  • ematuria totale (od omogenea): il sangue è presente in modo omogeneo durante tutta la minzione.

Se il sangue durante la minzione è presente solo all’inizio (ematuria iniziale) o alla fine (ematuria terminale) è probabile che il sanguinamento abbia un’origine bassa: dall’uretra, dalla prostata o dal collo vescicale. Quando invece il sangue è presente in modo omogeneo durante la minzione (ematuria “totale”) abbiamo verosimilmente a che fare con un problema con sede più alta: reni, ureteri o vescica.

La presenza o l’assenza di coaguli (ovvero di grumi di sangue) può aiutare nella diagnosi differenziale: . Non sono mai presenti nelle ematurie renali di pertinenza nefrologica e quando hanno una forma filiforme posso indicare un’origine alta del sanguinamento.

Leggi anche:

Cause di ematuria

Dal momento che il sanguinamento che determina l’ematuria può avvenire virtualmente in qualsiasi parte del vasto apparato urinario, le cause di ematuria sono pertanto molteplici e le manifestazioni possono essere diverse a seconda del tessuto interessato. In caso di causa urologica, i tratti del sistema renale potenzialmente interessati sono:

  • rene;
  • pelvi/ureteri (cioè i collegamenti tra rene e vescica);
  • vescica;
  • prostata;
  • uretra.

Esistono anche delle cause non urologiche di ematuria:

  • Terapie con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti.
  • Malattie sistemiche (patologie emorragiche, anemia falciforme, policitemia vera e poliglobulie in genere, emopatie a decorso acuto).
  • Cause extraurogenitali: per presenza di neoplasie intestinali o ginecologiche con infiltrazione delle vie urinarie; molto raramente durante forme infiammatorie intestinali (appendicite, diverticolite, morbo di Crohn, colite ulcerosa).
  • Ematuria da esercizio fisico: tipica dei giovani.
  • Ematuria idiopatica: è un sanguinamento in cui semplicemente non è possibile identificare la causa.

Sanguinamento renale

I globuli rossi possono provenire dai glomeruli renali. In questo caso essi subiscono delle modificazioni durante il passaggio nei tubuli renali e all’esame microscopico del sedimento urinario essi risulteranno essere globuli rossi mal conservati. In tal caso si parla di ematuria glomerulare ed essa è di norma conseguenza di un danno glomerulare o di una glomerulonefrite. I globuli rossi provenienti dal rene possono aggregarsi e formare dei cilindri ematici patognomonici (cioè caratteristici) di ematuria glomerulare e quindi di glomerulonefrite. La diagnosi si pone in base all’anamnesi che rileva le caratteristiche del sanguinamento, alla ecografia renale, che esclude altre cause, alle caratteristiche dei globuli rossi all’esame microscopico del sedimento urinario. Una diagnosi più approfondita richiede la biopsia renale. La presenza di macroematuria glomerulare è un sintomo da considerare accuratamente in quanto può essere segno di attivazione di una glomerulonefrite che può sfociare in insufficienza renale acuta ed altri sintomi gravi. Più raramente il sanguinamento renale è causato dalla rottura di una cisti. Ciò accade specie nei soggetti affetti da rene policistico e, seppur raramente, il sanguinamento in tal casi può essere molto abbondante. Il sanguinamento renale può anche essere dovuto a un tumore renale. In questo caso l’ematuria è spesso microscopica. Una rara causa di sanguinamento renale è la necrosi papillare, cioè la necrosi di una delle papille renali. Le cause più frequenti di necrosi papilare sono l’abuso di farmaci analgesici e l’anemia drepanocitica, detta anche drepanocitosi o anemia a cellule falciformi. Nei casi di rottura di cisti, tumore renale e necrosi papillare, i globuli rossi non subiscono modificazioni durante il passaggio attraverso i tubuli renali e pertanto saranno di norma visibili al microscopio come globuli rossi ben conservati. Esistono altre cause rare di ematuria di provenienza renale. Fra questa la sindrome dello schiaccianoci (nutcracker syndrome). In questa condizione, malformativa e frequentemente benigna, la vena renale sinistra viene “schiacciata” fra l’aorta addominale e la arteria mesentericasuperiore. L’aspetto dei vasi alla arteriografia, con un po’ di fantasia, può ricordare uno schiaccianoci. La diagnosi si sospetta con l’ecografia renale e si conferma con la venografia o con la Angio-Risonanza Magnetica Nucleare (angio RMN) addominale. Solo in rari casi questa sindrome si associa ad ematurie frequenti, dolori lombari e, a volte, proteinuria: in tali casi la terapia è chirurgica

Loin pain-hematuria syndrome

La Loin pain-hematuria syndrome è una sindrome caratterizzata da microematuria o a volte macroematuria con globuli rossi mal conservati e dolori al fianco (di norma all’angolo costo-vertebrale). Essa è tipica delle donne giovani e le cause sono ignote. La diagnosi è per lo più per esclusione di altre patologie. L’ipercalciuria (cioè l’eccessiva eliminazione di calcio con le urine) e l’iperuricosuria (cioè l’eccessiva eliminazione di acido urico con le urine) possono causare una micorematuria di provenienza renale, ma con globuli rossi ben conservati. La diagnosi si pone con il dosaggio del calcio o dell’acido urico nelle urine emesse nelle 24 ore, dopo aver escluso altre patologie con appropriate indagini.

Sanguinamento pelvico e ureterale

Il più delle volte esso è dovuto a un calcolo. Se il calcolo è nella pelvi renale può non dare alcun sintomo, anche se di grandi dimensioni, ma il suo attrito con la parete pelvica spesso determina piccole perdite di sangue evidenziabili come microematuria, o più raramente, con episodi di macroematuria senza dolori colici. Se invece il calcolo si impegna nell’uretere di norma compare il dolore tipico della colica renale e questo può associarsi a micro o macroematura dovuta alla lesione della parete ureterale da parte del calcolo. Se il calcolo ostruisce l’uretere in maniera completa il dolore e l’ematuria possono cessare in quanto l’urina non defluisce dal rene “ostruito” dal calcolo. Questa condizione, a volte insidiosa, può essere evidenziata con una ecografia renale, di norma è necessario completare le indagini con una urografia o una uroTAC. Ematuria pelvica od ureterale può essere dovuta a tumori della pelvi o dell’uretere, che tuttavia sono relativamente rari.

Sanguinamento vescicale

La maggior parte delle ematurie originano dalla vescica, specie nelle donne e nelle persone anziane. Poiché le ematurie vescicali possono comportare la formazione di coaguli eliminati durante la minzione, una ematuria con coaguli orienta la diagnosi verso un sanguinamento vescicale. Fra le cause di sanguinamento vescicale la più frequente è la cistite, di solito dovuta a infezione batterica (soprattutto nel sesso femminile e nelle donne giovani). Esistono tuttavia altre cause di cistite e fra tutte la più importante è la sindrome della cistite interstiziale. Seguono le cistiti da farmaci e da radiazioni. Nella cistite all’ematuria possono associarsi stranguria (minzione dolorosa), disuria (minzione lenta e difficile), pollachiuria (necessità di urinare frequentemente anche piccoli volumi di urina) e a volte minzione imperiosa e incontinenza vescicale. La diagnosi si pone con l’esame delle urine e l’urinocoltura che consente una terapia antibiotica mirata. Segue come frequenza la presenza di neoformazioni vescicali, benigne polipo o papilloma o maligne. La loro frequenza aumenta con l’età ed è maggiore nel sesso maschile. La diagnosi si pone con l’ecografia vescicale cui segue di norma la cistoscopia finalizzata anche al prelievo bioptico che consente una più definita diagnosi del tipo di lesione. L’esame citologico delle urine può orientare la diagnosi. Più rara la calcolosi vescicale, più frequente nei pazienti che non svuotano correttamente la vescica per ipertrofia prostatica o per danni neurologici. Il calcolo presente in vescica può accrescersi notevolmente e determinare sanguinamento per lesioni alle pareti. Anche in questo caso la diagnosi si effettua con l’ecografia vescicale. Successivamente una cistoscopia consente la rimozione del calcolo.

Sanguinamento prostatico

Il sanguinamento prostatico può essere dovuto a prostatiti, ipertrofia prostatica benigna e neoplasie della prostata. Nel primo caso si associa a dolore o senso di peso pelvico. La diagnosi si pone con l’esplorazione rettale e l’ecografia, che oltre che con la tradizionale tecnica transaddominale, per un maggiore approfondimento diagnostico può essere eseguita con particolari sonde rettali.

Sanguinamento uretrale

È dovuto ad uretriti o a stenosi dell’uretra ed è pressoché esclusivo del sesso maschile. Molto rari i tumori dell’uretra. La diagnosi si pone con una uretrografia (radiografia dell’uretra con mezzo di contrasto preventivamente iniettato in vescica).

Diagnosi e terapia

È sempre necessario rivolgersi ad un medico che accerterà che si tratta di ematuria (con un esame delle urine) e potrà programmare gli esami successivi. L’età ed il sesso del paziente orientano verso particolari diagnosi, tuttavia come per ogni malattia il primo elemento è l’anamnesi in cui si indagheranno eventuali malattie associate, eventuali terapie assunte (con particolare riferimento a farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti), recenti traumi, sforzi intensi, manovre o interventi urologici. All’anamnesi segue l’esame obiettivo (cioè la visita vera e propria) e da eventuali analisi di laboratorio e di diagnostica per immagini (ad esempio ecografia o cistoscopia). In base alla diagnosi, verrà impostata la giusta terapia specifica che risolverà a monte il problema della presenza di sangue nelle urine.

Le analisi maggiormente usate dal medico per indagare dal medico, sono:

  • Emocromo con piastrine e assetto coagulativo.
  • Esame urine completo con valutazione del sedimento: è importante per confermare e quantificare la presenza di sangue nelle urine. Esistono infatti delle situazioni in cui le urine possono assumere un colore che può essere interpretato come ematuria ma in realtà non c’è sangue: questo può succedere dopo l’assunzione di particolari alimenti, farmaci o in presenza di determinate condizioni patologiche (emoglobinuria, mioglobinuria e porfiria). L’esame urine può fornire altre indicazioni importanti nel tentativo di individuare la causa del sanguinamento: la presenza di globuli bianchi o batteri può suggerire una causa infiammatoria, la presenza di proteine o cilindri può suggerire un problema renale.
  • Urinocoltura e antibiogramma: per escludere la presenza di un’infezione.
  • Esame citologico urinario: permette di valutare al microscopio che tipo di cellule sono presenti nelle urine oltre ai globuli rossi. E’ un esame che può essere utile per riconoscere la presenza di neoformazioni di tipo uroteliale e andrebbe sempre eseguito su 3 campioni diversi. In presenza di ematuria associata a severa sintomatologia irritativa (ovvero quando si ipotizza una causa infiammatoria o infettiva del sanguinamento) è meglio differire questo esame ed eseguirlo solo dopo adeguata terapia anti-infiammatoria o antibiotica.
  • Ecografia dell’apparato urinario a vescica piena: è l’unico esame strumentale che andrebbe sempre fatto in tutti i pazienti con ematuria (data la sua non invasività e la facile accessibilità). Consente di individuare o escludere una buona parte delle condizioni più spesso responsabili del sanguinamento come la calcolosi urinaria, l’ingrandimento della prostata (IPB), i tumori della vescica e del rene.

Una volta completata questa prima parte del percorso diagnostico, sulla base degli esiti di questi esami, si deciderà di caso in caso se approfondire la situazione con esami di secondo livello come:

  • Tecniche di immagine avanzate: la TAC senza e con mezzo di contrasto (uro-TC) e / o la risonanza magnetica.
  • Procedure endoscopiche con eventuali biopsie (uretroscopia, cistoscopia, ureteroscopia).

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Il colesterolo mette a rischio la salute del tuo cuore: l’importanza della prevenzione

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE DEFIBRILLATORE CARDIOVERSIONE ELETTRICA CON SHOCK FARMACOLOGICA FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATOREProteggere il cuore con l’arma della prevenzione, con particolare attenzione ad uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare: il colesterolo. È fondamentale, in un Paese come l’Italia dove le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, tenere a bada i ‘nemici del cuore’ a cominciare proprio dal colesterolo LDL, il famigerato “colesterolo cattivo”. Lo ricordano ancora una volta gli oltre 2000 medici riuniti al 78° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic) che tiene in questi giorni a Roma e che proseguirà fino al prossimo 18 dicembre.

Il colesterolo come potente fattore di rischio cardiovascolare

Tra i temi caldi della seconda giornata, spicca proprio il dibattito attorno alla prevenzione e ai fattori di rischio. Come illustrato dal professor Peter Libby dell’Harvard Medical School di Boston, il colesterolo ossidato è la causa che determina la risposta infiammatoria della parete arteriosa. Quindi se anche vi sono altri fattori di rischio come il fumo, il diabete, l’ipertensione e l’obesità; il colesterolo è il ‘critical player’ cioè quello che determina – tramite il suo accumulo – la risposta della parete delle arterie coronariche che porta alla formazione di una placca arteriosclerotica ostruente, causa delle manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica come l’angina, l’infarto o la morte improvvisa coronarica.

I valori di colesterolo da rispettare

Le linee guida della Società Europea di Cardiologia (Esc) e l’American College of Cardiology indicano un range che va da 70 a 90 milligrammi per decilitro di colesterolo Ldl, dove 70 è indicato per i pazienti ad alto rischio, cioè che presentano anche altri fattori di rischio; e 90 per tutti gli altri. Con i farmaci attualmente a disposizione per la cura delle dislipidemie – le statine, ezetimibe e gli anticorpi monoclonali anti PCSK9 – si riesce a portare il colesterolo Ldl anche a valori molto bassi (fino a 25-30 mg/dl).

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Perdita di capelli inarrestabile? Ci pensa la medicina rigenerativa

MEDICINA ONLINE VOLTO TRISTE FIDUCIA SE DONNA CAPELLI SPAZZOLA SGUARDO RAGAZZA BELLEZZA PETTINE MORA PELLE SKIN OCCHI TERAPIA TRATTAMENTO EYES BELLEZZA VISO RIMEDI SEXY SEX HAIR LOSS ESTETICAAlopecia e perdita di capelli sono un problema per molti uomini e donne di tutte le età, ma negli ultimi anni i progressi della medicina rigenerativa ci forniscono una potente arma per combatterli. L’alopecia androgenetica, è una forma di calvizie causata da una ipersensibilità dei follicoli capillari all’azione combinata del Diidrotestosterone (DHT) e della Prostaglandina D2 (PGD2): il primo ostacolo il naturale equilibrio di produzione di sebo del cuoio capelluto, l’altra fa in modo che quest’ultimo sia sempre infiammato, fino ad arrivare a una alterazione della funzionalità quando compaiono i primi segni di un sistema “scalpo-capelli” che comincia a perdere il proprio equilibrio fisiologico: seborrea, tricodinia, forfora, iniziale caduta moderata di capelli. Questo è il campanello d’allarme che deve spingerci ad intervenire subito, senza perdere tempo con palliativi, o cure poco efficaci: se il follicolo resta soggetto a turbative, allora la miniaturizzazione progressiva che lo colpisce, lo porterà allo status di “atrofia”. A quel punto la sua situazione non è più reversibile mentre invece, agendo per tempo con tecniche come la PRP, la perdita di capelli può essere arginata.

Plasma ricco di piastrine (PRP)

La tecnica PRP usa una piccola quantità di sangue (10-15 cc) che il medico preleva al paziente. Il sangue viene introdotto in apposite provette che vengono centrifugate, fino ad ottenere il plasma, che contiene in alta concentrazione le piastrine che, una volta attivate, produrranno i fattori di crescita. Il composto risultante da questa “scrematura” può essere iniettato sottopelle sia con tecnica mesoterapica, sia con la classica infiltrazione diretta nelle rughe o nelle pieghe cutanee. I fattori di crescita iniettati, stimolano la rigenerazione dei tessuti e la neoangiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni). Proprio quest’ultima è una delle proprietà più importanti del PRP per le applicazioni in chirurgia e in medicina estetica, dove il corretto apporto di nutrimento ai tessuti è alla base dei loro processi rigenerativi. A differenza di qualsiasi filler di sintesi, il PRP è prodotto a partire da componenti provenienti dal paziente stesso, a garanzia della massima biocompatibilità e naturalità del trattamento, e senza rischi di intolleranza, allergia o altra reazione immunitaria.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!