Esistono dei cibi che è meglio evitare ed altri che è meglio prediligere quando si ha la cistite o comunque quando se ne soffre spesso e si vuole prevenirla.
Cistite: alimenti da evitare
Alcuni cibi possono rendere l’urina più acida del normale ed è quindi preferibile evitarli in caso di cistite; alcuni di questi sono: le cipolle, i formaggi stagionati, la cioccolata, le fave, i pomodori e la soia, quindi sono anche sconsigliati tutti gli alimenti derivati dalla soia come il tofu e la salsa di soia. Da evitare – o almeno diminuire – anche caffè, tè, bevande alcoliche e/o gassate, mele, albicocche, melone, agrumi, pesche, ananas, fragole e i succhi derivati da questi frutti.
I cibi per combattere la cistite
Il mio primo consiglio è di bere molta acqua che aiuta a diluire le urine e a rendendole meno acide, favorendo l’eliminazione dei batteri. Utile anche mangiare mirtilli che contegono tannini, preziosi alleati contro i batteri, è una buona idea: si possono consumare sia in frutto che sottoforma di succo concentrato. Lo yogurt è un altro alimento benefico che è consigliato consumare, perchè diminuisce l’acidità delle urine, specie nel caso in cui questa compaia abbinata alla candida.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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La cistite è un’infiammazione della vescica dovuta nella maggioranza dei casi ad un’infezione urinaria spesso causata da microbi presenti naturalmente nel tratto digestivo: gli enterobatteri. Nell’80% dei casi, si tratta di un batterio denominato Escherichia coli. Rapporti sessuali “energici”, frequenti ed occasionali, uniti ad una scarsa igiene intima, aumentano il rischio di soffrire di una infiammazione della vescica, soprattutto se – durante il rapporto sessuale – il pene viene inserito prima nell’ano e successivamente nella vagina senza essere pulito, con il rischio di infezione che in questo caso si estende anche alla vagina. La cistite è circa 30 volte più frequente nelle donne che negli uomini: per quali motivi ciò accade? Almeno due: la vicinanza del meato uretrale rispetto all’ano e la lunghezza dell’uretra.
Durante il primo rapporto sessuale completo solitamente, avviene la deflorazione, cioè la rottura dell’imene, la membrana mucosa che sovrasta o ricopre parzialmente l’esterno dell’apertura della vagina (canale vaginale). Tale evento può determinare una perdita di sangue variabile, da qualche goccia a quantità più elevate. In alcuni casi la perdita di sangue è assente. Alcune donne testimoniano di non aver subito nessuna perdita ematica o che essa si è verificata solo diverse ore dopo l’atto sessuale: da ciò si intuisce quanto può essere variabile tale evento.
La paura di essere giudicati dagli altri – amici, parenti o anche semplicemente sconosciuti incontrati alla fermata dell’autobus – deriva da un bisogno ovvero quello di sentirci appagati da un giudizio positivo espresso dai nostri simili. Quante volte entrando in contatto con una persona sentiamo che da questa vorremmo essere stimati, considerati positivamente e il nostro desiderio ci fa sembrare artificiosi, poco spontanei, diamo più importanza a sembrare ciò che non siamo piuttosto che a costruire un sé autentico. Ciò accade perché già dall’infanzia scopriamo che il giudizio positivo di chi ci sta intorno allontana dolore e frustrazione, ci dà un senso di soddisfazione che ci appaga e ci fa credere di più in noi stessi. Sviluppiamo quindi il bisogno di avere questo giudizio positivo sia in famiglia (dai genitori), sia in altri ambienti (scuola e lavoro).
“L’eiaculazione precoce è un sintomo di disfunzione erettile” è una affermazione che può essere sia vera che falsa. Nella maggior parte dei casi l’eiaculazione precoce è una disfunzione che non si associa a deficit di erezione. Tuttavia, in una minoranza di casi in cui l’eiaculazione precoce insorge con il passare degli anni, essa può effettivamente rappresentare il sintomo di una difficoltà a mantenere l’erezione.
Numerosi farmaci interferiscono con il desiderio, l’erezione e l’eiaculazione. Alcuni utilizzati per la cura della depressione come gli antidepressivi triciclici, a fronte di una elevata efficacia rispetto ai sintomi depressivi , determinano deficit erettile, riduzione della libido e dell’eiaculazione.
No, il varicocele – operato o non operato – non altera la sessualità dei pazienti; essendo una patologia che interessa la vascolarizzazione dei testicoli può invece provocare disturbi della fertilità (infertilità e sterilità) ma ciò non modifica né la libido, né la risposta o la prestazione sessuale (erezioni incluse). E’ molto importante che il paziente, se avverte un senso di peso nella zona scrotale, venga visitato da un andrologo ed esegua una ecografia dei genitali oltre ad una valutazione del liquido seminale. Dopo l’eventuale operazione chirurgica, il paziente dovrà comunque aspettare alcuni giorni prima di riprendere la normale attività sessuale, che sarà – ripeto – assolutamente normale.
L’uso costante di mezzi e tecniche per l’allungamento del pene (massaggio jelqing, estensori, pompe a vuoto o ad acqua), può portare a vari danni – anche gravi e permanenti – alle strutture del pene, come ad esempio: