La mappa delle emozioni: così il corpo cambia temperatura quando ci emozioniamo

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Pressoterapia  Massaggio Linfodrenante Dietologo Roma Cellulite Amore Sessuologia Sesso Laser Filler HD PSA LDH Pelo Amore MAPPA EMOZIONI CORPO TEMPERATURAChiudete gli occhi e pensate alla prima volta che vi siete innamorati: ricordate le “farfalle” nello stomaco? Una squadra di scienziati in Finlandia ha cercato di fare una vera e propria mappa di quelle “farfalle”. I ricercatori finlandesi hanno chiesto a 700 volontari quali parti del corpo sentono coinvolte (zone “calde”) durante una data emozione e quali parti corporee sentono invece “neutre” o “fredde”: il risultato è l’immagine che vedete in alto, una sorta di mappa corporea dei sentimenti: i colori caldi indicano le aree fisiche stimolate, mentre i colori freddi indicano quelle disattivate.

Paura sul torace, amore ovunque

Il risultato è molto interessante: gli intervistati sono stati concordi nel riferire che la felicità e l’amore scatenano attività ovunque, mentre pericolo e paura innescano forti sensazioni nella zona del torace; il disgusto invece scatena “calore” nei pressi del cavo orale e dell’addome. Lo studio, pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato condotto dallo psicologo Lauri Nummenmaa della Aalto University: “Questo è il primo studio del genere”, ha dichiarato il ricercatore. ”Abbiamo raccolto sensazioni nette e ci siamo concentrati sulla forza statistica dei risultati”.

E voi, vi ritrovate in questa mappa emozionale?

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Scoperto il gene che ci fa innamorare

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO AMORE COPPIA SESSO SESSUALITA ABBRACCIO MATRIMONIO MASTURBAZIONE ORGASMO (9)Identificato il gene che ci rende fisionomisti: è l’elemento che codifica il recettore dell’ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, che riveste un ruolo cruciale nel legame tra madre e figlio e nel rapporto di coppia. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Pnas dell’Accademia americana delle scienze ed ha sottolineato l’importanza del gene Oxtr nella creazione della memoria sociale. La ricerca, coordinata dall’University College di Londra, ha infatti indagato 198 famiglie britanniche e finlandesi in cui era stato individuato un bambino autistico. Ogni componente di queste famiglie è stato sottoposto all’analisi del Dna e ad una serie di test per verificare la sua capacità di riconoscere le persone dalla faccia. Dall’elaborazione dei dati è emerso che una singola variazione nel gene Oxtr è in grado di influenzare  in maniera consistente la capacità di riconoscere i volti. Il recettore dell’ossitocina aveva già dimostrato in passato di essere fondamentale per la formazione della memoria sociale nei roditori, dove il riconoscimento dei simili avviene attraverso l’olfatto e non la vista: questo fa dunque pensare che il gene abbia conservato la sua funzione durante l’evoluzione.

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Meglio un cane o un uomo? Ecco cosa preferiscono le donne

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINA RAGAZZINA CANE ADOLESCENTE NATURA ANIMALILe donne preferiscono un uomo o un cane? Domanda molto particolare, alla quale corrisponde una risposta niente affatto scontata! Vediamo oggi il risultato di un sondaggio che, pur non essendo una ricerca scientifica, rappresenta comunque una prova interessante.

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Perché gli uomini non capiscono le donne? Il problema è tutto nel…

Uomini e donne sono davvero fatti per non capirsi? Quanto c’è di vero nell’incomunicabilità tra i sessi e quanto invece è una leggenda metropolitana?
Sembra essere tutto vero: lo confermerebbe uno studio, pubblicato sulla rivista PlosOne, e condotto dai ricercatori della LWL University Hospital di Bochum in Germania. Lo studio è emblematico già a partire dal titolo: “Perché gli uomini non capiscono le donne? Reti neurali alterate nella lettura del linguaggio degli occhi di uomini e donne“. L’ipotesi dei ricercatori è che gli uomini abbiano difficoltà a capire le donne perché non riescono a riconoscere gli stati d’animo che esprimono attraverso gli occhi, che sono una delle più importanti fonti di informazione per capire lo stato d’animo altrui.

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Sindrome di Otello, Gelosia ossessiva, Sindrome di Mairet: quando la gelosia diventa patologica

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO UOMO ARRABBIATO TRISTE DEPRESSO RABBIA URLO PAURA FOBIA DISPERAZIONE AIUTOChiariamolo subito: un certo grado di gelosia è assolutamente normale ed anzi può essere il simbolo di quanto teniamo ad una persona. La gelosia è un sentimento universale che abbiamo provato tutti noi, almeno una volta nella vita, specialmente nell’epoca che stiamo vivendo ora, dove basta leggere di sfuggita un messaggio ambiguo sullo smartphone del proprio o della propria partner per farsi venire in mente mille dubbi e paranoie. In alcuni casi può – però – assumere contorni patologici ed interferire con la nostra vita sociale, professionale e/o relazionale, diventando “gelosia patologica“. Cerchiamo oggi di capire in cosa consiste la gelosia patologica, partendo dall’inquadrare i soggetti più a rischio di esserne affetti.

Più esposto chi ha subito una perdita da piccolo

Quali sono i soggetti più a rischio di sviluppare Gelosia Patologica? In genere, è più esposto alla gelosia chi nella vita infantile ha vissuto momenti di abbandono da parte dei genitori (o di chi ne faceva le veci), divenendo iper-bisognoso di conferme. E non è necessario che la perdita sia avvenuta realmente: ci sono bambini molto sensibili, cui il normale livello di rassicurazioni non basta mai. Per costoro, l’idea del tradimento è terrorizzante, perché evoca dolori lontani, soverchianti. Al contrario, chi ha avuto un’infanzia più felice, ha gli strumenti psicologici per far fronte all’eventualità di un addio. Come avrà intuito il più acuto tra i lettori, spesso soffre di Gelosia Patologica chi – al contempo – è affetto da Sindrome da Abbandono.

Leggi anche: La Sindrome da abbandono: cos’è e come si supera

I due paradossi: “geloso infedele” ed “amore distrutto”

Il sentimento diventa patologico quando la spinta del dolore è così forte da indurre ad azioni che distruggono il rispetto di sé e dell’altro; quando per lungo tempo e in maniera immotivata turba la serenità, senza essere placata da rassicurazioni e conferme; quando fa perdere il contatto con la realtà, arrivando a far scambiare i sospetti per certezze. Il paradosso è che spesso i gelosi non sono affatto persone fedeli. È la gelosia proiettiva: vedo nell’altro il male che non voglio vedere in me, mi ossessiono pensando che il partner, in certe circostanze, si comporterebbe come me.
Il secondo paradosso è che la gelosia di questi soggetti, che vorrebbero tanto salvaguardare l’amore, invece lo distrugge. Fa a pezzi il dialogo, la fiducia, la spontaneità. Trasporta l’amore in un clima di diffidenza. Scatena nell’altro la tendenza alla fuga.

Soffrono più gli uomini o le donne?

Il dolore è ugualmente intenso, però vissuto in modo diverso: generalizzando, lei tende a star male in silenzio; lui decide di agire e di darsi da fare. Come l’Otello della famosa tragedia di Shakespeare.

Leggi anche: Differenza tra gelosia normale e patologica

Tre gruppi

La gelosia patologica può essere inquadrata in tre grandi gruppi distinti in base alle caratteristiche formali delle idee di gelosia. Sono, in ordine di gravità:

  1. la Gelosia ossessiva in cui le tematiche di gelosia hanno caratteristiche che possono rientrare in quelle che il DSM-IV ha indicato per il Disturbo Ossessivo Compulsivo;
  2. la Sindrome di Mairet in cui le tematiche di gelosia hanno le caratteristiche formali delle idee prevalenti;
  3. la Gelosia delirante o Disturbo delirante di tipo geloso, detta anche «Sindrome di Otello».

La gelosia ossessiva

Nella gelosia ossessiva le immagini e le idee di infedeltà sono incoercibili e fortissimo nel paziente è radicato il dubbio sulla infedeltà del proprio partner, un dubbio lacerante che non si riesce a mettere a tacere con alcun ragionamento razionale. Chi ne soffre è continuamente alla ricerca di segnali che possano lenirlo, confermarlo o smentirlo. Il paziente si trasforma spesso in un detective a tempo pieno e passa moltissimo tempo nelle attività di ricerca della presunta infedeltà del partner; nei casi più gravi questa ossessiva ricerca costringe il soggetto addirittura a lasciare il proprio lavoro, per potersi dedicare alla attività “investigativa”. La spasmodica ricerca di informazioni, ai tempi di internet, trova naturale sfogo nei social network: il geloso ossessivo scandaglia ogni piccola componente del “profilo” del proprio partner, dando spesso significati eccessivi a particolarità apparentemente insignificanti della “bacheca” del presunto traditore. A volte basta un semplice “ciao” di uno/a sconosciuto/a per scatenare dubbi profondi e discussioni interminabili col partner. I gelosi ossessivi riconoscono l’infondatezza dei loro sospetti, arrivano anche a vergognarsene, ma sono, loro malgrado, trascinati e sommersi dalla tormentosità del dubbio. Così c’è chi sottopone tutti i giorni la moglie a martellanti interrogatori, chi controlla minuziosamente la castità del suo abbigliamento o la corrispondenza del partner e chi magari anche la biancheria intima alla ricerca di attività sessuali illecite. Queste persone riescono a rendersi conto delle loro esagerazioni, ma «non ce la fanno» a cambiare condotta, né a scacciare dalla propria mente certi pensieri pur sentiti come assurdi. I sentimenti di gelosia vengono vissuti permeati da un incoercibile dubbio. Sono tendenzialmente criticati ed il paziente vive con pena il fatto di provarli e ancora di più di «dover» accondiscendere alle conseguenti condotte comportamentali, fino a momenti di possibile grave egodistonia. Talvolta quello che stupisce è come il partner di questi pazienti accetti – anche per anni – tutto questo, suggerendo come nella scelta del partner e nello sviluppo di una tale sintomatologia (almeno quando questa si mantenga per anni) non si deve più parlare di un singolo malato, ma di una coppia in cui entrambi abbiano un qualche grado di patologia della mente.

Leggi anche: Gli uomini sono per natura poligami e sono attratti da donne giovani: le verità che nessuno ha il coraggio di ammettere

La Sindrome di Mairet

Nella Sindrome di Mairet il soggetto vive in un clima perennemente pervaso di vissuti di gelosia non solo di tipo amorosa. La condizione è indicata anche come «Iperestesia Gelosa» e delinea un quadro clinico di confine tra normalità e patologia in cui le idee di gelosia sono quantitativamente floride e tendono ad occupare tutto il campo esperenziale del paziente. Sono anche notevolmente persistenti tanto che spesso costituiscono un vero e proprio doloroso stile di vita. Diventano cioè compagne insostituibili di ogni relazione umana significativa (massimamente se sentimentale). Le tematiche di gelosia assumono in questa condizione la struttura formale di «idee prevalenti», hanno cioè una forte componente affettiva e mantengono un costante confronto con la realtà, pur occupando in modo stabile ed esclusivo il campo coscienziale del paziente. Inoltre spingono fortemente a comportamenti non infrequentemente sentiti, dal contesto socio-culturale, come abnormi e patologici. Nella Sindrome di Mairet la gelosia copre insomma tutte le attività umane, non solo il rapporto con il proprio partner, spingendo il soggetto a comportamenti patologici.

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La Sindrome di Otello

Nella Sindrome di Otello (o Gelosia Delirante o Delirio di Gelosia) il soggetto non ha alcun dubbio: è pienamente convinto dell’infedeltà del partner e ricerca e trova “conferme” del tradimento ovunque. Tenta in ogni modo di strappare la confessione al partner e attua rimedi contro la sua supposta infedeltà restringendone l’autonomia o assoldando investigatori. Il comportamento del paziente pertanto non è teso alla scoperta di qualcosa, che si pensa già di sapere, ma piuttosto a far ammettere all’altro la colpa. Da qui una continua richiesta di confessioni assillanti, portate avanti talvolta in modo reiteratamente subdolo, altre volte con l’arma del ricatto, talvolta infine ricorrendo alla coercizione e alla violenza fisica. L’ammissione del tradimento viene presentata, dal soggetto al proprio partner, sempre come «la medicina» che porrà fine ai tormenti e ai dubbi che ne conseguono. Talvolta il partner accusato, nella speranza di porre fine ad una situazione insostenibile, ammette un magari inesistente tradimento. Lungi dal placarsi il delirante, che ha finalmente avuto la conferma delle sue certezze, intensifica la sua aggressività e tenta di far ammettere ulteriori infedeltà. Questo tipo di gelosia può giungere ad atti violenti nei confronti del partner o del presunto amante e spesso è una complicanza dell’alcolismo cronico.

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Come faccio a capire se sono affetto da gelosia patologica?

Chi ha il dubbio di essere un geloso patologico (o che ha il dubbio che ne sia affetto un proprio caro), può parlarne con il proprio medico di famiglia che saprà indirizzare il soggetto ad uno specialista. In molti casi, bisogna dirlo, è però molto difficile – anche per un medico esperto – tracciare confini netti tra chi è patologico e chi non lo è. Certo è che quando notiamo che la nostra gelosia ci impedisce di vivere serenamente la nostra vita sociale, forse è il caso di non far finta di nulla e chiedere aiuto, patologia o no. Per una diagnosi precisa vanno considerate qualità, quantità e durata dei comportamenti.

Leggi anche: Gelosia: dieci consigli per controllarla e superarla

Come si cura la gelosia patologica?

Come abbiamo potuto vedere la gelosia patologica, nelle sue diverse forme, si riconosce dagli atteggiamenti ossessivi che assume il soggetto affetto, atteggiamenti che non lasciano spazio ad altro. Il diretto interessato può intuire di avere un comportamento sbagliato, anche se spesso non riesce a rendersene conto ma con un po’ di aiuto da parte di amici e familiari potrebbe forse prendere coscienza delle proprie azioni irrazionali. Rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta può essere utile ma nei casi più gravi può essere necessario l’uso di vari tipi di farmaci, in particolare ansiolitici ed antipsicotici (o neurolettici o tranquillanti maggiori). Quest’ultimi bloccano i recettori della dopamina, legata all’attività di eccitazione e alla gelosia “patologica”. L’azione dei neurolettici è immediata, si prendono per bocca, due o tre volte al giorno. L’iniezione è scelta quando si desidera un effetto rapido per calmare le manifestazioni di gelosia ossessiva e di gelosia delirante. Sono farmaci molto potenti che vanno presi necessariamente sotto controllo di un medico esperto in questo tipo di patologia.

Se credi di provare una gelosia eccessiva, che ti impedisce di vivere serenamente la tua vita e ti crea problemi con il tuo o la tua partner, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a gestirla ed a superare tutte le tue paure.

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La pillola anticoncezionale aumenta o diminuisce il desiderio sessuale femminile?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SESSO SESSUALITA RAPPORTO SESSUALE ATTRAZIONE DONNA UOMO ORGASMO ECCITAZIONE AMORE COPPIAVorrei darvi una risposta netta e definitiva, ed invece la risposta che vi darò è: forse l’aumenta, o forse la diminuisce, o forse non cambia nulla!

La questione è tuttora piuttosto controversa visto che, statistiche alla mano, circa l’ 80% delle donne che assumono regolarmente la pillola afferma di non notare alcun calo di desiderio, il 10% pensa di aver ottenuto un miglioramento della vita sessuale, mentre il rimanente 10% sostiene di aver perso interesse per il sesso. Gli specialisti ritengono che un eventuale calo del desiderio sessuale conseguente all’assunzione della pillola sia dovuto agli estrogeni che essa contiene, sia pure in minima quantità. Gli estrogeni hanno infatti la caratteristica di agire direttamente sulla libido attenuandola. D’altra parte, è un dato di fatto che il numero di estrogeni contenuto è talmente basso da risultare pressoché ininfluente.

Pare quindi che i problemi sessuali legati all’uso della pillola siano più che altro di natura psicologica: alcune donne infatti hanno così paura degli effetti di questo contraccettivo sulla sessualità da concretizzarli; altre invece, pur assumendo la pillola per propria scelta, paradossalmente non riescono più a provare piacere vivendo un rapporto sessuale non più a rischio di gravidanza. Si pensa infatti che , nella maggior parte dei casi, la pillola abbia un’influenza negativa sulla sessualità nel momento in cui nasce nella donna il conflitto tra la volontà, tradotta in pratica, di usare la pillola e il desiderio inconscio di concepire un bambino. Viceversa, per molte altre donne il fatto di non dover più preoccuparsi di una gravidanza indesiderata aumenta il desiderio e la risposta sessuale. A questo proposito pare anche che alcune donne siano riuscite a raggiungere l’orgasmo per la prima volta solo dopo aver iniziato a fare uso della pillola.

Leggi anche: Le dimensioni del pene contano o no? Le confessioni senza censura delle mie pazienti ed i loro consigli per avere un pene più bello

La pillola contraccettiva già qualche anno fa venne salutata come il primo contraccettivo orale che non faceva ingrassare, se non addirittura dimagrire. In occasione del congresso mondiale di ginecologia psicosomatica (Venezia, ottobre 2010) giornali, blog e siti web l’hanno ulteriormente celebrata come la pillola che “riaccende il desiderio” e stimola la libido femminile. Il segreto? Una molecola sintetica, il drospirenone, interessata dal travagliato brevetto di un colosso dell’industria farmaceutica. Ora, a smorzare gli entusiasmi, ci pensa una ricerca italiana pubblicata da The Journal of Sexual Medicine, che mette in discussione le proprietà “afrodisiache” della super-pillola.

Il drospirenone è pur sempre un anti-androgeno e, anche nella donna, gli ormoni androgeni sono associati alla regolazione del desiderio sessuale. I ricercatori hanno sottoposto le donne ad un questionario su comportamento e soddisfazione sessuale, e hanno analizzato per la prima volta gli effetti della pillola sulla morfologia e la funzionalità dei genitali femminili.
I risultati sono apparsi chiari. Dopo tre mesi di assunzione della pillola la frequenza dei rapporti sessuali si è ridotta del 42 per cento, la frequenza dell’orgasmo del 26 per cento, la comparsa di dolore durante i rapporti è aumentata di oltre il 50 per cento, mentre lo spessore delle piccole labbra della vulva e l’ampiezza dell’apertura vaginale, due aspetti legati, secondo gli studiosi, alla “risposta sessuale”, sono diminuiti rispettivamente del 13 e 22 per cento.

A cosa si deve quindi la fama di stimolante del desiderio sessuale della pillola al drospirenone? La risposta è un precedente studio dell’Università di Catania, che aveva prodotto risultati opposti a quelli di Bologna. La ricerca siciliana si era però limitata a sottoporre le donne ad un questionario, senza analizzare i cambiamenti ormonali, e quelli morfologici e funzionali a livello genitale. L’ultimo studio, d’altro canto, sebbene più approfondito, è stato completato su un minor numero di donne: 21, contro le 67 di Catania.
Nonostante i dubbi sulle virtù afrodisiache della nuova pillola, sembrano invece fuori discussione le proprietà contraccettive e i beneficî per la linea, di cui pure Battaglia si mostra persuaso. Pur con i suoi limiti la pillola contraccettiva al drospirenone resta una delle migliori opzioni per il controllo delle nascite tra le giovani donne.

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Tradiscono di più gli uomini o le donne?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO COPPIA AMORE SESSO RAPPORTO INNAMORATINella più classica filmografia italiana vi sono moltissime commedie incentrate sull’uomo farfallone che “fa fessa” la moglie ignara, mentre invece sono molto meno i film in cui è la donna a tradire. Eppure questa epoca sembra essere ormai finita! Secondo una nuova tendenza, le donne tradiscono di più rispetto agli uomini. E’ quanto rileva un sondaggio effettuato in Gran Bretagna dalla UK Survey su 4.000 casi di tradimento. Il risultato del sondaggio vede sorprendentemente le donne battere gli uomini con una media di 2,3 amanti a testa contro solo 1,8 degli uomini. Tutto ciò spiazza se si pensa che a tutt’oggi si tende ancora a credere che sia l’uomo quello più propenso al tradimento e che la donna vive ancora sotto l’insegna accesa della perfetta madre di famiglia e moglie fedele.

Le donne hanno più possibilità di tradire rispetto agli uomini

Dal sondaggio appare chiaro che una volta che hanno preso la decisione di compiere un tradimento, le donne hanno molte più opportunità di tradire il partner rispetto agli uomini e tendono ad avere un maggiore controllo della situazione. Dai dati raccolti emerge anche che le donne che tradiscono di più sono quelle più giovani (con un età media di 37 anni contro i 42 degli uomini).

Leggi anche: Perché un uomo sposato tradisce la moglie con un’altra donna o una prostituta?

La donna moderna ha più autonomia del passato

A quanto pare la donna moderna, che ha la possibilità di far carriera, viaggiare da sola, vivere in piena autonomia la propria vita senza dover necessariamente contare sull’appoggio di un marito (come accadeva fino a non troppi anni fa) si è presa anche la libertà di concedersi qualche scappatella ogni tanto, senza per questo smettere di essere una buona moglie o una madre eccellente. L’aumento dell’indipendenza economica ha contribuito a rendere più sicura la donna che vive il tradimento con maggiore disinvoltura rispetto al passato. In pratica la donna di alcuni anni fa evitava di tradire non tanto per fedeltà al partner, ma solo perché aveva paura, se scoperta, di essere abbandonata ad un destino di incertezza economica e sociale. Sia chiaro che ciò è una generalizzazione, non sto dicendo che tutte le donne del passato erano fedifraghe: sto solo dicendo che alcune di loro magari lo sarebbero state se solo avessero goduto dell’indipendenza di cui godono oggi!

Leggi anche: Perché la donna tradisce l’uomo? Nove donne raccontano senza censure il loro tradimento

I motivi del tradimento sono diversi tra donna e uomo

Alcune cause di tradimento valgono sia per l’uomo che per la donna. Si tradisce perché aumenta la voglia di trasgredire alle regole, perché non si ama più, per la stanchezza di un lungo rapporto, per i tanti problemi di coppia rimasti irrisolti. Tuttavia ci sono delle cause di tradimento che sono statisticamento legate all’uno o l’altro sesso.

I motivi per cui tradiscono gli uomini

Il movente per gli uomini è quasi sempre una forte attrazione sessuale nei confronti di una donna diversa dalla propria, la noia che provano all’interno del proprio matrimonio o la voglia di alimentare la grandezza del proprio ego.

Leggi anche: Consigli per smascherare un tradimento

I motivi per cui tradiscono le donne

Le donne, invece, sono costantemente alla ricerca di stimoli emozionanti, relazioni sentimentali, voglia di alzare il livello della propria autostima e di ricevere delle conferme. Una donna inoltre tradisce molto di più per vendetta. Il tradimento di una donna infatti è spesso una risposta all’infedeltà del compagno. È un modo molto diretto per punirlo, per far capire quanto si soffra alla scoperta di un’infedeltà. Questo perché le donne quando sono tradite sconvolgono tutte le regole del rapporto. Una donna tradisce anche per solitudine: quando in un rapporto manca la complicità ed il confronto, la donna tende a trovare queste affinità in un altro uomo che magari può essere il suo migliore amico o confidente. Il tradimento di una donna è causato anche dall’arrivo improvviso di un ex molto importante. Il ricordo un periodo felice di vita, di vecchie emozioni porta di conseguenza a vivere un rapporto extraconiugale per tentare di rivivere ciò che in passato era stato bello.

Ipocrisia

Ultimo dato interessante: dal sondaggio emerge una certa ipocrisia dilagante tra coloro che tradiscono: il 41% delle donne e il 29% degli uomini ha, infatti, dichiarato che chiederebbe il divorzio se scoprisse il tradimento del partner.

Se sei stato tradito o tradita dalla tua partner o dal tuo partner ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, riuscirai a superare questo brutto momento.
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Gli ormoni “controllano” la tua storia d’amore: le tre fasi ormonali di un rapporto

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO COPPIA AMORE SESSO RAPPORTO INNAMORATIGli ormoni regolano quasi tutto nella nostra vita: fame, sonno, metabolismo, crescita, mestruazioni… La lista è infinita ed oggi, dopo studi approfonditi, ormai possiamo affermare che “gestiscono” non solo la nostra attività sessuale, ma addirittura dirigono le tre fasi delle nostre storie d’amore. La reazione amorosa può essere infatti divisa in tre fasi: quella iniziale del desiderio, che potremmo dire dell’amore lussurioso, quella seguente della costruzione di un legame profondo di attrazione, che potremmo definire dell’amore romantico, e una finale in cui sono presenti calore e attaccamento, che potremmo definire dell’amore maturo.

L’ormone giusto nella fase giusta

Ognuna delle fasi che ho prima citato è caratterizzata dall’attività prevalente di un diverso ormone:

  • Per la prima fase, quella dell’amore lussurioso, dobbiamo ringraziare il grande attivatore sessuale detto testosterone insieme agli estrogeni. L’orgasmo ed il sesso sono dominati dalla dopamina. La dopamina attiva il sistema di ricompensa del cervello rendendo l’amore simile ad una droga, e caratterizza questa fase con la presenza di forte desiderio della persona amata e permette di focalizzare l’attenzione su di una unica persona.
  • L’approfondimento del legame amoroso è invece mediato da livelli crescenti di serotonina, dopamina e norepinefrina che ci permettono di sentirci calmi e riducono l’ansia.
  • Infine nella fase di profondo attaccamento dell’amore maturo troviamo la presenza di ossitocina, l’ormone dell’affetto, e di vasopressina i quali sembrano avere un ruolo importante nell’aumento dei livelli di fiducia e di legame che si hanno con un partner di lunga data.

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