Come superare la paura dell’acqua ed imparare a nuotare

MEDICINA ONLINE SOLE MARE PAURA DELL ACQUA FEAR OF SWIMMING SPIAGGIA PISCINA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLETTI RADIAZIONE NEO.jpgTra gli elementi della natura l’acqua, insieme al fuoco, è uno dei più potenti. Alcune persone hanno paura dell’acqua da sempre e non hanno mai imparato a nuotare. Per altri la paura dell’acqua potrebbe essere arrivata a seguito di un trauma. Con molta calma si può provare a superare la paura dell’acqua e ad imparare a nuotare in modo graduale.

Circa il 60% del nostro corpo è formato da acqua e quando eravamo nel pancione l’acqua era il nostro elemento naturale. Pensiamo, ad esempio, alla possibilità per le mamme di scegliere il parto in acqua per la nascita di un nuovo bambino. Con il tempo però in alcune persone scatta un meccanismo di difesa e preferiscono non avvicinarsi troppo all’acqua e fare il bagno il mare o in piscina soltanto fino al punto in cui possono toccare il fondo con i piedi.

La paura dell’acqua si chiama idrofobia in psichiatria. Il termine idrofobia riguarda sia la paura dell’acqua che la paura del nuoto. La più comune è una forma moderata di idrofobia che consiste nella paura delle acque profonde in generale e in particolare dell’annegamento. Se avete paura dell’acqua, forse imparare a nuotare gradualmente vi potrebbe aiutare a superarla dato che saper nuotare dovrebbe ridurre il timore dell’annegamento.

La paura dell’acqua è una delle fobie più comuni, dunque non sentitevi soli. Se volete potete imparare a farvi coraggio e a superarla imparando a nuotare. Alcuni bambini nuotano naturalmente sin da piccoli e non hanno nessuna paura, probabilmente per via di un avvicinamento graduale all’acqua del mare grazie ai genitori e all’acqua della piscina con gli istruttori di nuoto giusti.

Innanzitutto cercate di capire da dove proviene la vostra paura dell’acqua. Potreste parlarne con molta calma con una persona di fiducia per capirne davvero l’orgine e per comprendere meglio le cause. Molte persone si sono avvicinate all’acqua e hanno provato a nuotare per la prima volta insieme a genitori che in un certo senso possono avere trasmesso loro la paura o possono averli traumatizzati in qualche modo senza volerlo. Avvicinatevi all’acqua in modo naturale, scegliendo una piscina piccola e dalle acque basse o un tratto di mare molto calmo e non affollato. In questo modo imparare almeno a galleggiare sarà più semplice e sicuro.

Camminare nell’acqua

Se avete paura di inoltrarvi verso il mare che diventa più profondo rispetto alla riva provate a farlo molto gradualmente, magari in compagnia di una persona amica che rispetti la vostra paura. Iniziate a fare delle lunghe camminate con l’acqua all’altezza prima delle caviglie e poi del ginocchio e mano a mano provate ad inoltrarvi più in là. Scegliete una giornata in cui il mare è calmo e magari preferite le prime ore di sole quando le spiagge non sono ancora affollate.

Imparare a galleggiare

Via via provate a lasciarvi andare nell’acqua e ricordate che il vostro corpo è capace di galleggiare senza problemi se non opponete troppa resistenza. Il modo migliore per imparare a galleggiare è quello di lasciarsi andare sulla schiena aprendo le braccia all’altezza delle spalle e seguendo il movimento di piccole onde. Se decidete di andare in piscina potrete trovare degli strumenti per imparare a galleggiare, tra tubi di spugna e tavolette.

Seguire un corso di nuoto

Seguire un corso di nuoto in piscina può essere il modo migliore per superare la paura dell’acqua dato che vista la presenza dell’istruttore accanto a voi non dovrete temere nulla e potrete regolare lo svolgimento delle lezioni di nuoto in base alle vostre esigenze.

Così via via potrete imparare a galleggiare, a immergervi con la testa sott’acqua e piano piano a nuotare nell’ambiente protetto della piscina per poi mettervi alla prova con coraggio in occasione della prima vacanza al mare.

Conoscere le basi del nuoto è importante per la propria sicurezza e per aiutare gli altri in caso di necessità. Saper nuotare può salvare una vita, non solo la vostra. Potreste partire proprio da questo punto di vista per superare la paura dell’acqua e nello stesso tempo indagare le ragioni più profonde della vostra situazione. Una volta scoperti i motivi della paura dell’acqua potrete superarla più facilmente e magari vi sentirete anche delle persone più libere e coraggiose.

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Le nostre piscine sono piene di urina

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma NOSTRE PISCINE SONO PIENE DI URINA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgComplice il fluire dell’acqua ed i movimenti che facciamo mentre nuotiamo, in piscina lo stimolo di urinare è sempre dietro l’angolo. Ma quanti escono per andare alla toilette e quanti invece la fanno direttamente in piscina? Tantissimi, almeno a giudicare dai risultati di uno studio canadese che ha estrapolato la quantità di urina disciolta negli impianti analizzando la concentrazione in acqua di un dolcificante.

La ricerca
L’acesulfame potassico, o acesulfame K (noto anche come E950, un additivo alimentare sostitutivo dello zucchero), è contenuto in gran parte dei cibi industriali e transita nel nostro corpo finendo, inalterato, nei prodotti di scarto. Lindsay Blackstock, ricercatrice dell’università di Alberta, ha misurato la quantità di E950 in due piscine pubbliche canadesi per un periodo di tre settimane, scoprendo negli 830 mila litri di capienza di una piscina grande un terzo di quelle olimpioniche, ci sono 75 litri di urina. In una seconda piscina, grande la metà, i litri di urina sono risultati 30. Anche se non è noto il numero di persone che hanno “contribuito”, dati i sistemi di pulizia dell’acqua si pensa che l’apporto sia stato costante durante il giorno.

Idromassaggio
L’analisi di 8 vasche a idromassaggio ha rivelato livelli di urina ancora più alti. Nella Jacuzzi di un hotel le concentrazioni di dolcificante sono risultate tre volte maggiori che nella peggiore piscina. In tutto, tra idromassaggi, impianti pubblici e privati, i ricercatori hanno analizzato 31 vasche, e tracce di urina sono state trovate nel 100% dei casi.
Non esistono indicatori istantanei che rivelino se qualcuno si sta “liberando” in vasca – la storia della nuvola fluorescente che vi hanno raccontato da bambini è una bufala – tuttavia le componenti dell’urina, reagendo con i disinfettanti disciolti in piscina, possono creare sottoprodotti irritanti per occhi e vie respiratorie.

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Differenza tra mare ed oceano

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA OMBRELLONE COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLETTI RADIAZIONE CANCRO NEONonostante vi siano differenze tra mare e oceano, spesso questi termini vengono usati indistintamente per indicare vaste distese d’acqua salata, ma mare e oceano non sono sinonimi tra loro e presentano peculiarità differenti che ne determinano l’utilizzo; vediamo cosa li contraddistingue. Il Mare è una distesa d’acqua salata che lambisce le coste di isole e continenti (quindi ben delimitata), ed è idrograficamente connesso ad un oceano attraverso dei canali. Lo Stretto di Gibilterra, ad esempio, separa Marocco e Penisola Iberica, collega Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico.

Talvolta ‘mare’ può essere utilizzato anche per indicare laghi, molto vasti o salati, che non presentano sbocchi sull’oceano, è il caso del Mar Caspio, Mar Morto o Mar di Galilea. Nella sua accezione generica, il termine viene utilizzato per indicare mari tropicali o acqua marina quando il riferimento è a quella oceanica. L’Oceano, a differenza del mare, è una distesa d’acqua salata dalle dimensioni maggiori non confinata, che può contenere al suo interno mari, con caratteristiche geologiche dei fondali differenti: se il mare è un bacino stabile, l’oceano presenta invece dorsali in continua espansione.

Certo queste due definizioni appaiono molto chiare: grande distesa d’acqua senza confini uguale oceano, mentre una discreta distesa d’acqua ben delimitata e connessa con l’oceano è un mare. Eppure bisogna tener di conto anche delle differenti caratteristiche geologiche, che ci portano ad esaminare lo strano caso del Mar Mediterraneo. Il mare, come detto precedentemente, presenta un bacino stabile non più in espansione, l’esempio immediato è l’Adriatico, mentre il Tirreno geologicamente è un oceano.

Entrambi fanno parte del Mediterraneo, portando quest’ultimo a essere un ibrido tra i due (anche se, secondo la prima definizione data, è inequivocabilmente un mare). Ovviamente il Mediterraneo non è l’unico caso borderline; anche il mar Rosso, mare secondo la classificazione canonica, geologicamente parlando è un oceano in espansione. Sulla carta possiamo analizzare le differenze tra mare e oceano e fare ogni distinzione possibile e canonica, ma esaminando i singoli casi ci si trova davanti a situazioni che non sono facilmente indentificabili in una o nell’altra categoria.

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E’ più difficile e pesante nuotare a mare o in piscina?

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E’ più faticoso nuotare a mare o in piscina? Dipende. Il primo fattore da considerare è il galleggiamento, ed in questo l’acqua salata del mare parte decisamente in vantaggio.

Perché nell’acqua salata si galleggia meglio?

Il fenomeno è legato al principio di Archimede, secondo cui “un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto equivalente al peso del volume del fluido spostato”. In pratica, quando ci immergiamo spostiamo un volume di acqua equivalente al nostro volume corporeo. Il peso della massa d’acqua spostata dipende dalla quantità di materiali in essa disciolti, e quindi dalla sua densità. L’acqua salata, essendo più densa di quella dolce, a parità di volume pesa di più. In base al principio di Archimede, dunque, la spinta verso l’alto conferita dall’acqua salata è maggiore rispetto a quella conferita dall’acqua dolce e permette di galleggiare meglio.

Non tutti i mari fanno galleggiare allo stesso modo

Nel Mar Morto, il lago salato situato fra Israele e Giordania, la salinità dell’acqua (e quindi la sua densità ed il suo peso specifico) è talmente elevata che per galleggiare non serve neppure nuotare. In un litro di acqua del Mar Morto ci sono 365 grammi di sale, contro i 35 presenti mediamente nell’acqua degli oceani. Questo per farvi capire che il galleggiamento è facilitato in modo diverso in base al mare in cui state nuotando.

“Spessore” dell’acqua

Quindi è più facile nuotare al mare che in piscina? Non esattamente. Fin qui abbiamo parlato di galleggiamento, ma il muoversi in acqua è un po’ diverso. Il mare, grazie alla sua spinta dal basso verso l’alto, facilita certamente lo stare a galla, ma nuotando il nostro corpo andrà a scontrarsi con una resistenza maggiore in mare in virtù della sua maggiore densità. Questa resistenza è più bassa in piscina: ciò aiuta gli spostamenti rapidi.

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Condizioni del mare

Le condizioni del mare incidono? Certamente. Col mare mosso nuotare non solo è pericoloso, ma può essere molto faticoso perché non si riesce a prendere bene il ritmo ed i movimenti diventano più complessi, anche se si è molto abili. Si aumenta anche il rischio di infortunio, soprattutto alle spalle, che possono subire torsioni eccessive a causa delle onde impreviste e della forte corrente. Il mare è in genere calmo al mattino e peggiora verso sera. Se ci sono le barriere frangiflutti il mare è spesso sufficientemente calmo per nuotare, anche se al di là è abbastanza mosso. Anche l’eventuale presenza di sporcizia/immondizia nel mare può rendere più faticoso nuotarci: in piscina non c’è questo problema.

Temperature

Anche la temperatura può influire sulla fatica: nuotare in piscina è facilitato da temperature miti, mentre il nuoto al mare può risultare più faticoso in presenza di temperature basse.

Sale e sole

In piscina non ci sono problemi di sale e – se è al chiuso – di sole. L’acqua di mare, a causa del sale, è estremamente abrasiva. Chi nuota abitualmente per più di 30 minuti a sessione, dovrebbe spalmarsi della vaselina sotto le ascelle, per evitare fastidiosi arrossamenti, che alla lunga compaiono sempre. I nuotatori più bravi (a causa della tecnica di nuotata evoluta) tendono a presentare abrasioni anche sul collo e dovranno spalmare vaselina anche in questa zona, e sui muscoli trapezi. Consiglio l’uso di vaselina in tubetto, quella densa dunque, non quella liquida, più difficile da gestire.
Mentre si nuota si prende il sole, soprattutto nella parte posteriore del corpo e sul viso: bisogna proteggere soprattutto le spalle e la schiena, e il viso, cioè le parti più sensibili alle scottature, con creme solari dotate di fattore di protezione adatto alla propria pelle.

Per approfondire, leggi anche: Differenze tra nuotare al mare ed in piscina

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Sì al bagno dopo mangiato, ecco le vere 8 cause più frequenti di morte in acqua

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO MARE SPIAGGIA ESTATE CALDO NUOTARE COSTUME DA BAGNO PISCINA (10)Come ogni anno impazza il ritornello “Non fare il bagno dopo mangiato“. Si, sto parlando di quella canonica attesa di due ore (per alcuni addirittura tre ore) sotto i raggi infuocati ad aspettare che la digestione faccia il suo corso, spada di Damocle che ci portiamo dietro fin da bambini e che ha sconvolto le nostre estati! Supplizio non risparmiato praticamente a nessuno di noi, letteralmente sequestrati sotto l’ombrellone. Una tortura, però, che sembrerebbe essere del tutto inutile, come spiega a Tgcom24 il pediatra Alberto Ferrando, che è anche istruttore di rianimazione cardiopolmonare.

Si tratta di una bufala?
“Sì, peraltro molto italiana, visto che negli altri Paesi non è consueto. In realtà non esiste un’esigenza scientifica che prescriva di aspettare prima di fare il bagno”.

Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere?
“Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche. La cosa più importante è che l’immersione in acqua sia graduale. Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope”.

Quali possono essere le conseguenze di un’immersione troppo rapida?
“Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua, che può effettivamente portare a morte”.

Quali sono le otto più diffuse cause di morte in acqua? 
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.
2. Non aver imparato a nuotare.
3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina.
4. La mancanza di supervisione costante sui bambini nei luoghi a rischio.
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti come ad esempio fare il bagno in condizioni climatiche avverse o con l’acqua agitata, andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando.
6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni.
7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza.
8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.

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Chi vuole passare il week end al mare nell’Oceano Pacifico?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo WEEK END MARE Molokini Maui Hawaii Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Peso Sessuologia Pene Laser Filler Rughe Botulino 01Qui a Roma oggi fa parecchio caldo, se continua non passerà molto che le spiagge di Ostia verranno prese d’assalto dai romani! Oggi però vi voglio far conoscere un posto un po’ più esotico rispetto al litorale laziale, un vero e proprio paradiso nascosto nel cuore dell’Oceano Pacifico: l’isolotto di Molokini, famoso per la sua particolarissima forma a mezzaluna. Questa splendida lingua di terra – bagnata da acque talmente azzurre e chiare che farebbero impallidire perfino quelle cantate da Lucio Battisti – è sotto la giurisdizione della contea di Maui (Hawaii) ed ha un’estensione di 23 ettari e la sua forma permette di essere indicata come una delle isole più adatte per immersioni subacquee.

Clicca qui per vedere dove si trova l’isola di Molokini

Recenti studi hanno dimostrato che Molokini era un vulcano attivo e l’esplosione, che ha fatto collassare un’intera parete permettendo così l’inondamento del mare per tutto il suo cratere, è avvenuta 230.000 anni fa. Oggi è area di conservazione marina e ogni sbarco non autorizzato è illecito. La forma a mezza luna protegge i sommozzatori dalle onde e la loro scarsa presenza permette una visibilità eccellente anche in profondità. La baia ospita una delle più spettacolari barriere coralline comprendendo quasi 40 specie di corallo e 100 specie di alghe.

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