Conflitto neuro vascolare, VIII nervo cranico e fischi nell’orecchio

MEDICINA ONLINE ORECCHIO OTORINO CONDOTTO COCLEA CELLULE CILIATE TIMPANO OSSICINI MARTELLO INCUDINE STAFFA LABIRINTITE OTOLITI ACUFENE FISCHIO UDIRE SENSO ESTERNO MEDIO INTERNOIl conflitto neuro-vascolare è il contatto tra un nervo cranico ed una struttura vascolare (arteriosa o venosa). Questo contatto può essere causa di vari disturbi quali emi-spasmo facciale, nevralgia trigeminale, disfagia e disfonia, acufene o tinnitus.

Il tinnitus o tinnito, è la sensazione fastidiosa di ronzio alle orecchie recepito come rumore talvolta pulsante, fischio, tintinnio, fruscio.È dovuto a una stimolazione anomala dei recettori sensoriali uditivi e può comparire assieme a disturbi del condotto uditivo (cerume, otite), otosclerosi, oppure con malattie dell’orecchio interno, del nervo uditivo, dei centri uditivi oppure associata a ipotensione o ipertensione.

Solitamente ad essere coinvolto è il circolo vertebro-basilare per la sua posizione di contiguità con il tronco dell’encefalo, struttura dalla quale emergono tutti i nervi cranici.
In caso di conflitto neuro-vascolare, il vaso coinvolto presenta progressive alterazioni della mielina che riveste il nervo, così che a livello delle fibre nervose si crea un contatto diretto e quindi patologico, con il vaso suddetto. Ciò comporta un’alterazione della conduzione dello stimolo nervoso che si manifesta con uno o più dei sintomi sopra rammentati.

Nel caso specifico di acufene o tinnitus da conflitto neuro-vascolare, il nervo cranico interessato è l’VIII o stato-acustico. Solitamente con una indagine di risonanza magnetica ad elevato campo (almeno 1.5 Tesla) e sequenze dedicate a strato sottile nella regione di interesse è possibile documentare la presenza di una dolico-ectasia dell’arteria basilare che contatta la superficie anteriore del ponte di Varolio, ovvero la presenza di “loop” delle arterie cerebellari che giungono in contatto diretto con il nervo stato-acustico a livello della cisterna liquorale cerebello-pontina.
In caso di interessamento dell’VIII nervo cranico, oltre all’acufene è possibile in alcuni casi evidenziare una ipo-acusia o iper-acusia e vertigini.

Trattamento:

Nel caso oggetto dell’argomento trattato ovvero il tinnitus da conflitto neuro-vascolare, le opzioni terapeutiche vanno valutate nello specifico caso e da paziente a paziente. Esistono possibilità di trattamento farmacologico (di competenza neurologica), tecniche di mascheramento ovvero di stimolazione sonora (di competenza otorino/audiologica), e nei casi più gravi e refrattari è possibile ricorrere alla opzione microchirurgica (di competenza neurochirurgica).

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Vertigine e perdita di equilibrio: tipi, cause, diagnosi e cure

MEDICINA ONLINE CERVELLO TELENCEFALO MEMORIA EMOZIONI CARATTERE ORMONI EPILESSIA STRESS RABBIA PAURA FOBIA SONNAMBULO ATTACCHI PANICO ANSIA VERTIGINE LIPOTIMIA IPOCONDRIA PSICOLOGIA DEPRLa vertigine è una distorsione della percezione sensoriale dell’individuo. Tale distorsione influisce sul movimento della persona dandogli un’errata percezione dello stesso, caratterizzato da perdita di equilibrio; frequentemente essa è di tipo rotatorio.

Tipologie

Esiste una classificazione a seconda della durata e dalle cause scatenanti:

Spesso le persone utilizzano il termine “vertigini” per descrivere una molteplice varietà di sensazioni provate, che vanno dal giramento di testa, allo stordimento, alla debolezza ed anche alla vera vertigine.

La vertigine può essere accompagnata da nausea, sincope, mal di testa e più raramente disturbi alla vista e vomito.

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Cause

A seconda della durata della vertigine si può comprendere quale sia la causa scatenante

  • Secondi: vertigine posizionale parossistica benigna;
  • Minuti/ore: Sindrome di Ménière, sifilide otica, Malattia di Cogan, labirintite;
  • Giorni: neuronite vestibolare, neurinoma dell’acustico;
  • Periodi più lunghi: disturbi della sfera psicologica.

Nella maggior parte dei casi, la malattia che induce la vertigine è localizzata nell’orecchio, dato che quest’ultimo è un organo anche impiegato al mantenimento dell’equilibrio. Il labirinto, infatti, è un organo sensoriale che, contemporaneamente da entrambi i lati, invia informazioni al cervello in risposta ad ogni movimento, e solo grazie a questi dati trasmessi l’essere umano è capace di capire in quale posizione si trovi. Quindi è sufficiente aver subito danni ad uno dei due labirinti per avere disturbi di equilibrio.

Posizionale parossistica benigna (cupolitiasi) 

È molto diffusa ed è causata da una alterazione labirintica, indotta da traumi alla testa (colpo di frusta, trauma cranico, ecc.), da malattie vascolari (diabete, ecc.), ipertensionee senilità. È caratterizzata da crisi di breve durata, non molto intense e solitamente non è associata a disturbi uditivi.

Neurite vestibolare

È piuttosto rara, è facilmente diagnosticabile da un medico specialista e procura episodi gravi di vertigine. Si tratta di un’infiammazione del nervo o dei nuclei nervosi, talvolta di natura virale.

Otite media cronica

Oltre all’otite e alle sue varianti, bisogna includere tutte quelle malattie dell’orecchio medio che possono danneggiare il labirinto. La colesteatomatosa erode e può danneggiare l’osso temporale che contiene il labirinto.

Sindrome di Ménière

È caratterizzata da vertigini, diminuzione dell’udito e ronzio auricolare (acufeni). Le crisi di vertigini sono molto intense ed è possibile arrivare alla perdita totale dell’udito, mentre allo stadio iniziale il calo uditivo si ha solo in corrispondenza delle crisi.

Neuronite vestibolare

A causa di questa malattia, il nervo vestibolare subisce allungamenti o compressioni. Le crisi di vertigine non sono molto gravi anche se persistono nel tempo e sono associabili a ronzii e a una diminuzione dell’udito.

Pseudovertigine (“vertigine psicogena”)

È una forma di vertigine di origine psicosomatica, di lunga durata, quasi totalmente soggettiva, che può accompagnare il paziente anche per periodi lunghissimi, nell’ordine di mesi o anni. È di pertinenza neuropsichiatrica in quanto difficilmente risponde alle cure tradizionali.

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Esami per la diagnosi

Oltre ai normali test dell’apparato uditivo interno (p.e. il Test di Fukuda e il Test di Romberg), altri esami coinvolgono la Risonanza magnetica nucleare e la tomografia computerizzata.

Terapia

Il trattamento, oltre che al riposo forzato a letto per i casi acuti, consiste nella somministrazione di farmaci soppressori vestibolari, fra cui:

Antistaminici con i principi attivi:

  • Meclizina
  • Dimenidrinato

Benzodiazepine con i principi attivi:

  • Diazepam
  • Clonazepam

Fenotiazine fra cui la procloperazina, 25 mg in supposta, oppure la prometazina o il trimetobenzamide. Se invece la vertigine risulta ricorrente nella persona è utile l’uso della scopolamina, antiemetici se vi sono sintomi di nausea. Anche con la fisioterapia e l’esercizio fisico si possono mostrare miglioramenti. In alcuni casi si ricorre alla microchirurgia otologica che tende a far scomparire la malattia e a migliorare la componente uditiva.

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Perdita della coordinazione muscolare: l’atassia

MEDICINA ONLINE CERVELLETTO ANATOMIA INTERNA ESTERNA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneCon “atassia” (in inglese “ataxia”) in medicina si indica un disturbo caratterizzato nella progressiva perdita della coordinazione muscolare che rende Continua a leggere

Stappare le orecchie da acqua, cerume, catarro e pressione con rimedi casalinghi

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Le orecchie devono essere pulite regolarmente per evitare infezioni o diminuzioni dell’udito causate da un eccessivo accumulo di cerume, il cosiddetto tappo. Il cerume non è l’unico elemento che può infastidire il nostro padiglione uditivo: acqua, catarro, altitudini e cambiamenti repentini di pressione possono otturare le orecchie. Nella presente guida spiegheremo come stappare le orecchie dal cerume, dall’acqua, dal catarro e dagli altri elementi di fastidio; inoltre vedremo come mantenere una corretta igiene del padiglione uditivo.

Come pulire l’interno delle orecchie

C’è un vecchio detto medico che suggerisce di non infilare niente nel foro delle orecchie. Questo è vero solo a metà perché con un po’ di cautela o con appositi prodotti, è possibile pulire sia in profondità che intorno all’orecchio. Inserire nell’orecchio oggetti non adeguati significa irritare il canale uditivo, causare infezione o addirittura perforare il timpano. Pulire correttamente le orecchie può essere una procedura che se rientra nella vostra routine, non genererà alcun fastidio e soprattutto non vi costringerà a dover stappare le orecchie.

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Come stappare le orecchie dal cerume

Una cattiva igiene protratta nel tempo causa la formazione del cosiddetto tappo di cerume. Per stappare le orecchie da quel fastidioso cerume, in farmacia sono disponibili appositi prodotti; solitamente si tratta di confezioni spray o siringhe. Vi sono anche dei liquidi che vanno mescolati all’acqua ossigenata.

Se acquistate uno spray, vi basterà avvicinarlo al foro dell’orecchio e applicare pressione sull’apposito pulsante, idem per le siringhe pronte all’uso. Le siringhe anti cerume sono molto pratiche da usare: si caricano con soluzioni di acqua e acqua ossigenata o soluzioni saline. Tranquilli si tratta di siringhe prive di ago e munite di un beccuccio particolare adatto a entrare nella cavità dell’orecchio. Questi prodotti si possono comprare in farmacia.

Per stappare le orecchie in modo del tutto autonomo, senza ricorrere all’utilizzo di appositi prodotti, è possibile utilizzare della semplice acqua ossigenata concentrata al 3 o 4%. L’acqua ossigenata non manca in nessuna casa. In alternativa potete usare una semplice soluzione salina (per esempio, una soluzione salina fisiologica concentrata allo 0,9%). Per immettere la soluzione nell’orecchio, anche in questo caso potete farvi aiutare da una siringa priva di ago o dal classico pulitore a pressione. Riempite la siringa con il liquido, inclinate il capo all’indietro e di lato rivolgendo l’orecchio verso l’alto. Inserite con cautela l’estremità della siringa nell’orecchio e spruzzare qualche goccia. A questo punto, poggiate un batuffolo di cotone sull’orecchio in modo da consentire al liquido di defluire. Non spingete il batuffolo nell’orecchio.

Per una formazione eccessiva di cerume, potrebbe essere necessario ripetere la procedura anche due volte al giorno per quattro o cinque giorni, fino a rimuovere l’intero tappo. Notare bene, se non vi è alcun tappo di cerume, la tecnica con il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), non deve essere utilizzata più di due volte a settimana perché l’acqua ossigenata potrebbe seccare il canale uditivo. Il perossido di idrogeno non va usato se si ha un timpano perforato. Per mantenere una corretta igiene delle orecchie, molti otorinolaringoiatri, sconsigliano l’utilizzo di cotton fioc. Piuttosto promuovono l’utilizzo dell’estremità di un panno umido per l’avare la parte più esterna della cavità dell’orecchio. In ogni caso, spesso basta sciacquare le orecchie durante la doccia.

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Come stappare le orecchie dall’acqua

L’acqua nelle orecchie può essere molto fastidiosa ma ci sono alcuni rimedi che possiamo attuare per sbarazzarcene. La prima ovvietà da provare è inclinare il capo da un lato e lasciare agire la forza di gravità che dovrebbe far fluire via l’acqua. Inclinate il capo da un lato e, assicurandovi che l’orecchio sia parallelo al pavimento, esercitate pressione con la mano, per qualche secondo, sul dotto uditivo. Rilasciate e consentite all’acqua di uscire. Sbadigliare e masticare sono due rimedi utili sia all’acqua nelle orecchie sia se percepite le “orecchie otturate dalla pressione“. Quando masticate e quando sbadigliate muovete mascella e mandibola che vanno ad agire direttamente sull’orecchio medio consentendone la decongestione. Altro rimedio casalingo per stappare le orecchie dall’acqua consiste nello stendersi sul fianco per una decina di minuti. Per stappare le orecchie dall’acqua vedi l’esercizio del paragrafo successivo dedicato alle variazioni di pressione.

Come stappare le orecchie otturate dalla pressione

Dopo un tuffo in mare possiamo percepire la sensazione delle orecchie otturate. Per risolvere questo fastidio, un sub vi consiglierebbe di “compensare la variazione di pressione”, in che modo? Dovreste otturarvi il naso con le dita e spingere l’aria come se volesse farla uscire dalle orecchie. Se il fastidio non si toglie, vuol dire che all’interno del dotto uditivo è penetrata dell’acqua. In tal caso vi consigliamo il seguente esercizio.
L’esercizio andrà fatto con il braccio presente sullo stesso lato dell’orecchio otturato: contraete il braccio e fate dei movimenti di contrazione tendendo il braccio all’infuori.

Come stappare le orecchie dal catarro

In questo caso, per liberare le orecchie bisognerà curare il raffreddore. Curando l’influenza tutti i sintomi a essa connessi scompariranno. Per favorire il benessere delle orecchie e far regredire il sintomo potete seguire questi accorgimenti:

  • Bevete molti liquidi caldi (latte caldo, tè caldo, camomilla, brodo…)
  • Fate il pieno di vitamina C e ferro.
  • Evitate gli sbalzi termici che possono far aumentare la produzione di muco.
  • Decongestionate il naso con soluzione saline o con rimedi naturali (acqua, sale diluito allo 0,9% e olio essenziale di eucalipto).
  • Olio essenziale di eucalipto per stappare le orecchie.

L’olio essenziale di eucalipto ha proprietà decongestionanti: è perfetto da aggiungere alle soluzioni acquose o saline impiegate nelle siringhe o negli applicatori a pressione. I principi attivi dell’olio essenziale di eucalipto svolgono una potente azione mucolitica, espettorante e decongestionante, sono accompagnati dai monoterpeni, sostanze ad azione antispasmodica e balsamica. Grazie a queste proprietà l’olio essenziale di eucalipto è molto utile in caso di affezioni delle vie respiratorie, di naso congestionato o orecchie otturate. Per maggiori informazioni su questo rimedio naturale vi rimandiamo alla pagina dedicata alle proprietà dell’Olio essenziale di eucalipto. Se nessuno di questi rimedi per stappare le orecchie funziona, non esistate a rivolgervi a un otorino.

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Problemi all’orecchio e perdita dell’udito: cause, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE ORECCHIO OTORINO CONDOTTO COCLEA CELLULE CILIATE TIMPANO OSSICINI MARTELLO INCUDINE STAFFA LABIRINTITE OTOLITI ACUFENE FISCHIO UDIRE SENSO ESTERNO MEDIO INTERNOÈ frustrante perdere la capacità di sentire abbastanza bene per godere di una serata in compagnia di amici o familiari, ma purtroppo i disturbi o addirittura la perdita dell’udito sono problemi che diventano sempre più frequenti. Le cause più comuni di perdita parziale o totale di udito, sono:

  • disturbi ereditari,
  • malattie infettive come otiti e meningiti,
  • traumi,
  • farmaci,
  • l’esposizione prolungata a suoni e rumori molto forti,
  • l’età.

Distinguiamo due casi principali di perdita dell’udito:

  • danni all’orecchio interno o al nervo uditivo, che si tratta in genere di condizioni permanenti,
  • impedimenti fisici per le onde sonore, che non riescono più a raggiungere l’orecchio interno (accumulo di cerume, fluidi o altro).

Se non trattati i problemi di udito possono peggiorare ed è quindi importante non sottovalutarli e rivolgersi con fiducia al medico (o all’otorinolaringoiatra, lo specialista che se ne occupa). I possibili trattamenti includono apparecchi acustici, impianti cocleari, alcuni medicinali e la chirurgia.

Anatomia e percezione dei suoni

Le nostre orecchie sono organi molto specializzati che ci permettono ti sentire e di mantenere l’equilibrio.

Ogni orecchio ha tre sezioni:

  • L’orecchio esterno, che include il padiglione ed il canale auricolare. Il canale auricolare porta dentro l’orecchio verso il timpano, o la membrana timpanica.
  • L’orecchio medio è formato da tre piccole ossa conosciute come ossicini.
  • L’orecchio interno.

La cartilagine, ricoperta da pelle, forma il padiglione auricolare. A differenza delle ossa la cartilagine dell’orecchio può continuare a crescere durante la vita, il che spiega perché le persone più anziane di solito hanno orecchie più grandi rispetto ai giovani. Il padiglione auricolare funziona come una parabola satellitare che raccoglie le onde sonore (suoni), che sono vibrazioni nell’aria.

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Come facciamo a sentire suoni e rumori?

L’udito dipende da una serie di eventi che trasformano le onde sonore presenti nell’aria in segnali elettrici, dopodiché il nervo uditivo si occupa di trasportare questi segnali fino al cervello attraverso un’ulteriore serie complessa di passaggi:

  1. Le onde sonore entrano nell’orecchio esterno e attraversano un passaggio stretto chiamato canale uditivo, che porta al timpano.
  2. Il timpano vibra a seguito della stimolazione delle onde sonore in arrivo e invia queste vibrazioni a tre minuscoli ossicini presenti nell’orecchio medio. Queste piccole ossa sono chiamate martello (malleus), incudine (incus) e staffa (stapes) e fungono – semplificando – da trasformatori delle onde sonore in vibrazioni del fluido presente della coclea, una sorta di camera a forma di guscio di chiocciola piena di liquido.
  3. Grazie all’azione di leva degli ossicini i movimenti vengono amplificati e trasmessi all’orecchio interno in tutta la sofisticata ricchezza dei suoni, da quelli singoli a quelli di un’intera orchestra.
  4. Le vibrazioni del fluido vengono captate da cellule ciliate, che attraverso un complesso meccanismo generano segnali nervosi (elettrici).
  5. I segnali elettrici vengono trasmessi dal nervo acustico fino al cervello.
  6. Il cervello è infine in grado di trasformare il segnale elettrico in un suono che riconosciamo e comprendiamo.

La presenza di due orecchie, in cui ovviamente il procedimento visto si ripete, e la particolare conformazione del padiglione esterno, permettono di distinguere l’origine del suono, in base alla differenza del segnale ricevuto in termini di tempo e intensità.

Un’altra parte dell’orecchio interno è responsabile dell’equilibrio. L’ottavo nervo ha anche la funzione di portare le informazioni alla parte del cervello che è responsabile dell’equilibrio. Questo spiega perché a volte i problemi all’udito e i problemi di equilibrio spesso si verificano assieme.

Cause

Perdita dell’udito a causa dell’età

La perdita dell’udito legata all’età si verifica gradualmente nella maggior parte delle persone con l’invecchiamento ed è di fatto una delle condizioni più comuni che colpiscono adulti anziani e anziani. Statistiche americane stimano una qualche perdita in un soggetto su tre nella fascia di età 65-74 e oltre la metà dopo i 75 anni; questo è di fatto un problema più serio di quanto possa sembrare, perché in grado di influire su ogni aspetto del quotidiano, dal capire e seguire un consiglio medico, al sentire telefoni, campanelli e allarmi antincendio. La perdita di udito può anche rendere difficile divertirsi, parlare con famiglia e amici, causando quindi sentimenti di isolamento. Il disturbo si verifica nella maggior parte dei casi in modo uguale su entrambe le orecchie e, poiché la perdita è graduale, spesso non ci si rende conto della progressiva perdita di udito. La maggior parte delle persone anziane che vanno incontro a diminuzione dell’udito hanno una combinazione di fattori legati all’età e all’esposizione al rumore.

Le cause organiche sono numerose, ma tra tutte ricordiamo:

  • cambiamenti nell’orecchio interno dovuti all’invecchiamento,
  • cambiamenti nell’orecchio medio,
  • cambiamenti lungo i percorsi nervosi dall’orecchio al cervello.

In alcun casi anche altre patologie concomitanti e farmaci possono purtroppo influire; per esempio la pressione alta o il diabete possono contribuire alla perdita dell’udito, così come alcuni chemioterapici.

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Perdita dell’udito a causa del rumore

Può essere difficile distinguere la perdita uditiva legata all’età dalla perdita dell’udito che può verificarsi per altri motivi, come l’esposizione a lungo termine al rumore; danni legati all’esposizione a rumori troppo forti possono verificarsi sia per esposizioni brevi che più prolungate, a causa di alterazioni che si verificano a livello delle delicate strutture sensoriali dell’orecchio. Può essere immediata o comparire nel tempo, può essere permanente o temporanea, può colpire entrambe le orecchie o solo una. Si tratta un rischio cui sono esposti soggetti di tutte le età e, purtroppo, è sempre più comune riscontrare difetti uditivi in bambini e adolescenti a causa dell’uso sconsiderato di auricolari per l’ascolto di musica ad altissimo volume. Suoni inferiori ai 75 decibel, anche dopo una lunga esposizione, non sono associati al rischio di perdite uditive, mentre un’esposizione lunga o ripetuta a suoni al di sopra degli 85 decibel può causare la perdita dell’udito. Più forte è il suono, minore è il tempo necessario perchè questo accada.

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Sintomi

Il sintomo più comune di perdita dell’udito è ovviamente quando un paziente affetto non può sentire cosa viene detto. Il suono può essere attutito, ovattato ed il paziente può non essere in grado di sentire la differenza tra i suoni. Poiché sia il danno causato dall’esposizione al rumore che la perdita dovuta all’età avvengono in modo generalmente graduale, spesso il paziente non si accorge della progressiva perdita finchè l’entità non è particolarmente severa. L’ipoacusia viene notata prima nei luoghi rumorosi e quando il paziente non può vedere le labbra della persona che sta provando ad ascoltare, per esempio parlando al telefono. Nel tempo i suoni possono diventare distorti o alterati e potrebbe risultare difficile capire altre persone quando parlano, oppure si rende necessario alzare significativamente il volume del televisore. Nel caso di perdita causata da rumori estremamente forti, come spari o esplosioni, che possono provocare la rottura del timpano o delle ossa nell’orecchio medio, la comparsa del segno è immediata e permanente. Un’esposizione eccessiva (per entità e/o durata) può anche causare la comparsa di acufene, ossia un suono, un ronzio o un fischio percepito solo dal paziente. Perdita di udito e acufene possono verificarsi in una o entrambe le orecchie.

A volte un’esposizione a rumori molto forti, come durante un concerto, possono provocare una perdita uditiva temporanea che scompare da 16 a 48 ore più tardi; recenti studi suggeriscono, tuttavia, che anche se la perdita dell’udito sembra scomparire, potrebbe esserci comunque un danno residuo a lungo termine. L’ipoacusia può anche essere accompagnata da vertigini, specialmente in caso di sindrome di Ménière. Questa malattia coinvolge l’orecchio interno e causando una varietà di sintomi come forti capogiri, rumore nelle orecchie, ipoacusia fluttuante e sensazione di pressione o dolore all’orecchio.

Diagnosi

I problemi di udito sono un disturbo serio, che non deve essere sottovalutato; in caso di dubbi è quindi consigliabile rivolgersi immediatamente a un otorinolaringoiatra per una verifica. La diagnosi di perdita dell’udito e delle sue cause inizia con una dettagliata anamnesi ed un esame fisico: l’esame può includere un’ispezione dettagliata dell’orecchio con l’uso di strumenti speciali, come l’otoscopio o anche con microscopi speciali. È indicato eseguire dei test auditivi per determinare l’entità della perdita di udito. Possono essere effettuate TAC e risonanza magnetica del cervello per escludere la possibilità di fratture o tumori.

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Cura e terapia

L’approccio terapeutico dipende dalla causa e dalla gravità dei sintomi:

  • le infezioni possono essere trattate con antibiotici,
  • le membrane timpaniche perforate e la rigidità degli ossicini possono essere riparati con la chirurgia,
  • i condotti uditivi otturati possono essere riaperti o puliti ambulatorialmente.

Nel caso di riduzione dell’udito da esposizione al rumore o da età si ricorre in genere all’utilizzo di apparecchi acustici, che possono servire a rendere i suoni più alti e a isolare i rumori di sottofondo. Alcuni dispositivi sono così piccoli da poter essere inseriti nel canale uditivo esterno e risultare così invisibili. Infine ricordiamo che riuscire a leggere le labbra può aiutare significativamente a migliorare la comprensione del parlato.

Prevenzione

La perdita dell’udito da esposizione al rumore è l’unico disturbo dell’udito che possa essere efficacemente prevenuto, evitando l’esposizione o indossando apposite protezioni (come tappi per le orecchie o cuffie isolanti.

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Tappo di cerume: perché si forma e come si elimina

MEDICINA ONLINE ORECCHIO UDITO TIMPANO OSSICINI ANATOMIA ESTERNO MEDIO INTERNO COCLEA NERVO CRANICO 8 VIII VESTIBOLARE COCLEARE UDITIVO ESAME AUDIOMETRICO IPOACUSIA SORDITA CORPO TAPPO CERUME LAVAGGIO.jpgIl tappo di cerume è una frequente patologia conseguente alla formazione di un tappo che chiude il condotto uditivo. In realtà il Continua a leggere

Cos’è il labirinto dell’orecchio ed a che serve?

MEDICINA ONLINE ORECCHIO OTORINO CONDOTTO COCLEA CELLULE CILIATE TIMPANO OSSICINI MARTELLO INCUDINE STAFFA LABIRINTITE OTOLITI ACUFENE FISCHIO UDIRE SENSO ESTERNO MEDIO INTERNOIl labirinto auricolare è una struttura anatomico situata nell‘orecchio interno, cioè quella zona interna dell’orecchio dotata di organi per l’ascolto di suoni e di organi per il mantenimento dell’equilibrio. Nel labirinto è riempito dall’endolinfa, un fluido che permette di rilevare i movimenti della testa stimolando il nervo.

Il corretto funzionamento del labirinto dell’orecchio è necessario per il mantenimento dell’equilibrio: disturbi del labirinto possono quindi portare a conseguenze negative riguardanti le sue funzioni come il peggioramento dell’equilibrio e la perdita dell’udito e possono insorgere a seguito di attacchi batterici o virali.

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Orecchio: a che serve e come funziona?

MEDICINA ONLINE ORECCHIO OTORINO CONDOTTO COCLEA CELLULE CILIATE TIMPANO OSSICINI MARTELLO INCUDINE STAFFA LABIRINTITE OTOLITI ACUFENE FISCHIO UDIRE SENSO ESTERNO MEDIO INTERNOL’orecchio è l’organo che permette la percezione dei suoni (il cosiddetto senso dell’udito) e che garantisce l’equilibrio statico e dinamico del corpo. L’orecchio è un organo pari, che risiede a livello della testa. Comprende porzioni di natura cartilaginea, ossa, muscoli, nervi, vasi arteriosi, vasi venosi, ghiandole sebacee e ghiandole ceruminose.
E’ suddivisibile in tre compartimenti:

  • orecchio esterno;
  • orecchio medio;
  • orecchio interno.

Nell’orecchio esterno, gli elementi principali sono: il padiglione auricolare, il condotto uditivo esterno e la superficie laterale del timpano; nell’orecchio medio, gli elementi più importanti sono: il timpano, i tre ossicini, la tromba di Eustachio, la finestra ovale e la finestra rotonda; infine, nell’orecchio interno, gli elementi più rilevanti sono: la coclea e l’apparato vestibolare.

L’orecchio dell’essere umano può udire suoni che hanno una frequenza compresa tra i 20 Hz e i 20 kHz. Al di sotto dei 20 Hz, si parla di infrasuoni; al di sopra dei 20 kHz, invece, si parla di ultrasuoni.

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Funzioni

1) PERCEZIONE UDITIVA

La percezione dei suoni presenti nell’ambiente coinvolge tutte e tre le componenti dell’orecchio ed è il risultato di una serie di diverse fasi:

  1. Grazie alla loro particolare anatomia, le strutture che formano l’orecchio esterno hanno il compito di convogliare le onde sonore verso l’orecchio medio: il padiglione auricolare accoglie le onde sonore e fa sì che queste imbocchino il condotto uditivo esterno.
  2. Le onde sonore penetrano nell’orecchio esterno, attraversano tutto l’orecchio medio e infine concludono il loro percorso in corrispondenza dell’orecchio interno.
  3. I suoni raggiungono il timpano e questo comincia a vibrare.
  4. Vibrando il timpano innesca la catena dei tre ossicini: il primo ossicino ad attivarsi è il martello, il secondo è l’incudine e l’ultimo è la staffa.
  5. Dalla staffa, le vibrazioni passano alla finestra ovale e alla finestra rotonda, le quali funzionano in modo simile alla membrana timpanica. Da questo momento in avanti, l’orecchio medio ha portato a termine i suoi compiti ed entra in scena l’orecchio interno.
  6. Le vibrazioni della finestra ovale e della finestra rotonda mettono in moto l’endolinfa presente nella coclea.
  7. I movimenti dell’endolinfa cocleare rappresentano il segnale che muove ed innesca le cellule dell’organo del Corti.
  8. Le cellule dell’organo del Corti stimolate, si occupano dell’importante processo di conversione del movimento dell’endolinfa in impulsi nervosi.
  9. Il nervo cocleare raccoglie gli impulsi nervosi neogenerati e li invia al lobo temporale del cervello.
  10. Nel lobo temporale del cervello, ha luogo la rielaborazione degli impulsi nervosi e la generazione della percezione dell’udito.

La presenza di due orecchie, in cui ovviamente il procedimento visto si ripete, e la particolare conformazione del padiglione esterno, permettono di distinguere l’origine del suono, in base alla differenza del segnale ricevuto in termini di tempo e intensità.

Un’altra parte dell’orecchio interno è responsabile dell’equilibrio. L’ottavo nervo ha anche la funzione di portare le informazioni alla parte del cervello che è responsabile dell’equilibrio. Questo spiega perché a volte i problemi all’udito e i problemi di equilibrio spesso si verificano assieme.

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2) EQUILIBRIO

Il senso dell’equilibrio è sotto il controllo di una precisa porzione dell’orecchio: l’apparato vestibolare dell’orecchio interno.
Nella fattispecie, utricolo e sacculo controllano il cosiddetto equilibrio statico – ossia l’equilibrio per i momenti in cui il corpo è immobile o si muove in linea retta – mentre i tre canali semicircolari regolano il cosiddetto equilibrio dinamico – cioè l’equilibrio per i momenti in cui il corpo compie movimenti di rotazione.
Come anticipato, a giocare un ruolo fondamentale nel meccanismo di regolazione dell’equilibrio sono gli otoliti e le cellule ciliate, presenti, assieme all’endolinfa, all’interno dell’apparato vestibolare. Infatti, il movimento degli otoliti e delle cellule ciliate, successivo agli spostamenti del corpo, produce un segnale nervoso, che informa l’encefalo dei suddetti spostamenti.
Una volta che l’encefalo conosce gli spostamenti del corpo, produce una risposta su misura, che garantisce stabilità e senso della posizione nello spazio, al soggetto in movimento.
I mezzi che permettono all’apparato vestibolare di comunicare con l’encefalo sono i nervi vestibolari.

Malattie più diffuse

L’orecchio può essere oggetto di numerose condizioni morbose.
Tra le malattie che riguardano l’orecchio, meritano sicuramente una citazione: la sindrome di Ménière, l’otite media, la vertigine parossistica posizionale benigna, la labirintite, la neuronite vestibolare, l’otosclerosi, il neurinoma acustico, il colesteatoma e la perforazione del timpano.

SINTOMI PIÙ COMUNI DELLE MALATTIE DELL’ORECCHIO

Tra i sintomi più comuni delle malattie dell’orecchio, rientrano: le vertigini, l’ipoacusia, la sordità, gli acufeni (o tinnito), il senso di orecchio tappato e la perdita di equilibrio.

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Lo Staff di Medicina OnLine

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