Sempre più “tecnologici” ma meno inclini al movimento e alla vita all’aria aperta. È questo il profilo dei bambini di oggi, realizzato da Avg, azienda informatica specializzata in software di protezione, secondo cui i piccoli sono molto più bravi ad usare il pc e oggetti affini che ad andare in bicicletta. Il triste scenario emerge da un sondaggio svolto dalla società su 2200 mamme con bimbi di età compresa tra i 2 e i 5 anni, residenti in 10 Paesi diversi, Italia compresa. Confrontando le abitudini dei piccoli emerge che il 58% di essi, prevedibilmente, è in grado di utilizzare il computer per giocare. Tuttavia, è inferiore la percentuale di chi invece sa andare in bicicletta (52%). Inoltre, a conferma della tendenza, dei bambini tra i 2 e i 5 anni il 19% sa giocare con uno smartphone mentre solo il 9% sa allacciarsi le scarpe da solo. Allo stesso modo, il 25% sa aprire un browser e navigare ma solo il 20% sa nuotare.
Poche sono le differenze legate al sesso. Qualcosa cambia invece da stato a stato. Ad esempio, i bambini italiani sono più bravi col cellulare, mentre quelli inglesi con i videogiochi e i francesi col computer. Lo studio ha riguardato anche le mamme e ha registrato come le più giovani, rispetto alle over 35, sono meno propense a insegnare concrete abilità manuali ai loro figli, come scrivere il proprio nome. Meno pazienza o meno tempo? Il rischio è quello di invertire le tappe della crescita dei bambini. “Ci sono tre compiti fondamentali che un bambino deve svolgere nei primi 5-6 anni di vita: imparare a muoversi, socializzare e imparare a parlare – ha detto Anna Oliverio Ferraris, professore ordinario di psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma -. Se lo si avvicina troppo precocemente al mondo virtuale rischia di non avere completato questa crescita”.
Genitori avvertiti. Ok alla tecnologia, ma non dimentichiamo di portare i nostro pargoli a fare una bella passeggiata in bici.
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Lo staff di Medicina OnLine
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Otaku è un termine della lingua giapponese che dai primi anni ottanta in poi ha iniziato – in senso vagamente dispregiativo – ad indicare una subcultura giapponese di appassionati in modo ossessivo di manga, anime, ed altri prodotti ad essi correlati. In occidente il termine viene di solito usato per indicare genericamente gli appassionati di cartoni animati, di fumetti giapponesi e di tutto quello che proviene dal Giappone. In Occidente otaku è generalmente affine a geek, o è sinonimo di nerd. Il significato occidentale del termine è molto meno dispregiativo rispetto a quello giapponese.
Molti pensano erroneamente che siano soltanto gli uomini a guardare video pornografici online, mentre ovviamente anche le donne fruiscono di tali video. La cosa interessante è che negli ultimi anni sembra che il numero di donne che guardano i video pornografici su internet sia in costante aumento. Pornhub, uno dei maggiori portali a luci rosse, ha da poco stilato una classifica delle parole più cercate nel corso dell’anno appena conclusosi e, analizzando le 91.980.225.000 visualizzazioni ricevute, i risultati sono stati chiari: Lesbian, Step Mom, MILF, Teen, Step Sister, Mom, sono state in assoluto le chiavi di ricerca più gettonate. Molte di loro erano già in cima alla classifica lo scorso anno ma la cosa particolare di questo 2016 è che il 26% degli utenti appartiene al sesso femminile.
Matrix. Un film di Lana Wachowski, Andy Wachowski. Con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving, Gloria Foster. Fantascienza, durata 133 min. – USA 1999
La Cina è il primo stato al mondo per consumo di videogiochi e dilaga la dipendenza da internet e dai giochi online, un fenomeno preoccupante specie perché i videogiocatori (537 milioni) sono quasi un terzo della popolazione cinese ed un videogiocatore su quattro è minorenne. Ma il governo si è mosso, anche in maniera piuttosto drastica, perché sta per mettere sulla testa dei cinesi il divieto per legge di giocare online dopo la mezzanotte fino alle 8 del mattino.
I problemi di erezione dell’uomo sono sempre esistiti, fin dalla antichità. L’avanzare dell’età, il fumo di sigaretta, l’abuso di alcolici, la scarsa propensione all’attività fisica costante, ha portato i deficit erettivi tra i più diffusi in tutto il mondo. Negli ultimi anni ho però notato un incremento esponenziale rapidissimo tra i giovani di casi di disfunzione erettile, quasi sempre legato alla dipendenza comportamentale sessuale, in particolare alla visione di pornografia online ed alla masturbazione compulsiva. Questo incremento di disfunzione erettile da dipendenza dal sesso tra i più giovani è andato di pari passo con alcuni fattori che descrivo in questo articolo, che sono stati desunti dai racconti e dalle affermazioni dei miei pazienti maschi, sia di orientamento eterosessuale che omosessuale:
Internet sta cambiando il nostro cervello e i comportamenti: il cervello non è più usato come memoria per immagazzinare conoscenze per le quali ci si affida alla rete, inoltre si fa meno riferimento agli altri per informarsi di qualcosa e si ha la presunzione di sapere tante cose, solo perché quando ci serve un’informazione la cerchiamo in un click su Google o su Wikipedia. A spiegare questa metamorfosi attivata su di noi da internet è sul magazine Scientific American lo psicologo Adrian Ward della University of Colorado a Boulder, che delinea rischi e opportunità del trasferimento di memoria e conoscenza dalla mente umana a memorie digitali e virtuali.
Gli italiani sono più social degli statunitensi: secondo una ricerca di LiveXtension negli Stati Uniti i social network sono utilizzati dal 72% della popolazione internet, mentre nel nostro Paese il dato arriva al 75%, un risultato ancora più stupefacente se si considera la fascia di età dai 50 anni in su – nata prima di computer e smartphone – la differenza è ancora maggiore.