Ci si abbronza con il fondotinta?

MEDICINA ONLINE MARE SPIAGGIA SOLE ESTATE PISCINA MARE ACQUA NUOTO NUOTARE ABBRONZATURA FITNESS ESERCIZI DONNA COSTUME SENO SEXY SEA BEACH SUN POOL SWIMMING GIRL WOMAN SUMMER WALLPAPER SSe ci esponiamo al sole con il fondotinta, o qualsiasi trucco correttore “coprente”, il nostro viso si abbronza? No, non si abbronzerà o comunque tenderà ad abbronzarsi in maniera non omogenea. Esistono tuttavia in commercio dei fondotinta con filtro solare che permettono comunque l’esposizione al sole. Si tratta di fondotinta compatti ideati appositamente per la bella stagione, quando il rialzo delle temperature fa durare pochissimo gli altri prodotti. Unendo gli evidenti effetti cosmetici ad un’effettiva ed efficace protezione solare dai raggi UV (definibile in base al tipo di pelle: protezione bassa, media o alta) e grazie alla sua composizione di sostanze come vitamine e sali minerali, questo tipo di fondotinta minimizza le imperfezioni donando un effetto abbronzato.

Il nostro consiglio è comunque quello di evitare il fondotinta: la pelle infatti, almeno al mare, merita finalmente di respirare, senza dimenticare che l’uso di fondotinta e correttore, oltre a causare una abbronzatura non omogenea, potrebbero anche creare un orrendo effetto “maschera” che con il passare delle ore tenderà a lucidarsi o colare. Ricordatevi poi che dopo poche esposizioni, l’abbronzatura tenderà a coprire molti di quelli che consideriamo difetti della pelle del viso.

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Prendere il sole in gravidanza fa male al bambino?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA ATTESA MATERNITA ESTATE SOLE CALDO MARE PISCINA ABBRONZATURA PELLE MAMMA FIGLIO INCINTA FETO BIMBO BAMBINO SOLE AMNIOTICO MALE DOLORE UMIDITA FASTIDIO GINECOLOGIA.jpgUna domanda tipica di chi è in dolce attesa durante i mesi estivi è: “posso prendere il sole col… pancione?”. Cerchiamo di fare chiarezza.

Il sole aiuta a sintetizzare meglio la vitamina D, fondamentale perché favorisce la crescita e lo sviluppo del feto, diminuisce il rischio di asma e, secondo gli ultimi studi, riduce le possibilità che il nascituro possa soffrire in età scolare di disturbi del linguaggio. Ecco perché, durante la gravidanza, negarsi all’esposizione solare sarebbe controproducente. È necessario, però, seguire alcune semplici regole e prendere alcune semplici precauzioni che – se sono importanti per chi non è in gravidanza – lo sono ancora di più per chi lo è:

  • utilizzare sempre una crema solare ad alto fattore di protezione per evitare scottature e prevenire il cloasma gravidico;
  • evitare periodi di esposizioni prolungati: soprattutto le prime volte è preferibile non esporsi oltre 30 minuti (anche meno durante le ore più calde della giornata);
  • preferire l’esposizione tra le 9 e le 11 del mattino, oppure dalle 17 in poi;
  • evitare di esporsi ai raggi solari nelle ore più calde della giornate, dalle 12.00 alle 16.00;
  • proteggere la testa con un cappello di paglia o bagnandola frequentemente;
  • per quanto possibile, evitare l’esposizione diretta della pancia al sole coprendola con un telo bianco o comunque chiaro, abbastanza spesso e leggermente umido. In alternativa indossare un costume intero, possibilmente bianco o di colore chiaro.

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Ustione solare: cosa fare/non fare e tempi di guarigione

MEDICINA ONLINE SOLE MARE COPPIA AMORE UOMO DONNA USTIONE SOLARE RADIAZIONE ABBRONZATURA PISCINA ACQUA NUOTO NUOTARE SPIAGGIA.jpgCon il termine di ustione solare si identifica un danno alla pelle causato da un’errata esposizione ai raggi solari (radiazioni UV). Le ustioni avvengono solitamente quando ci si espone al sole senza un’adeguata protezione, oppure quando si sta troppo al sole nonostante la protezione. Esse sono molto frequenti nel periodo estivo, ma talvolta possono verificarsi anche in inverno, quando ad esempio si va sulla neve in montagna in un giorno di sole e non ci si scherma adeguatamente. Le scottature da radiazioni UV possono avvenire anche sottoponendosi a lampade abbronzanti. Sono più frequenti in soggetti con pelle chiara, occhi chiari e capelli biondi o rossi in quanto queste persone presentano un minore contenuto di melanina (il pigmento che “difende” naturalmente la pelle dai raggi UV) nelle cellule cutanee, a differenza delle persone con carnagione scura, le quali però possono comunque scottarsi.

Leggi anche: Cos’è la radiazione solare? Cosa sono i raggi ultravioletti? Che danni possono provocare alla nostra pelle?

Gradi e sintomi associati

Le ustioni solari possono avere diversi stadi di gravità in base a quanto sono profonde ed estese. Ogni grado di gravità presenta sintomi ben distinti, che compaiono solitamente dopo 2 – 12 ore dall’esposizione ai raggi del sole (in media dopo 2 – 6 ore). Distinguiamo ustioni solari:

  • Di primo grado. Rappresentano le ustioni più comuni e sono limitate allo strato superiore della pelle. Si manifestano con un rossore marcato della cute che è stata a contatto con i raggi solari. Talvolta, in base al tempo di esposizione ai raggi solari ed all’estensione dell’ustione, possono accompagnarsi con brividi di freddo ed una leggera febbre (che non supera solitamente quasi mai i 37,5°C) ed un dolore che si manifesta al tatto.
  • Di secondo grado. E’ un’ustione un po’ più grave della precedente, ma comunque non seria, che interessa il primo e il secondo strato della pelle. Si manifesta con forte arrossamento, eritema con prurito, edema cutaneo (cioè gonfiore) e formazione di piccole bollicine simili a vescicole. Anche in questo caso può essere presente una leggera febbricola accompagnata da brividi di freddo.
  • Di terzo grado. Sono ustioni che molto raramente vengono causate dal sole, ma che possono comunque insorgere quando il tempo di esposizione al sole è veramente eccessivo; in questo caso tutti gli strati delle pelle vengono danneggiati. Si manifestano con rossore cutaneo, formazione di bolle e vescicole che scoppiano e si aprono, lasciando delle ulcerazioni cutanee da cui possono passare batteri ed altri agenti patogeni. Tra gli altri sintomi si possono avere febbre alta, dolori muscolari ed un forte stato di disidratazione tanto da portare il soggetto al pronto soccorso per un tempestivo intervento medico.

Le ustioni di primo grado hanno una durata di massimo 7 giorni, quelle di secondo fino anche a 3 mesi (in base all’estensione ed alla gravità dell’ustione), mentre per quelle di terzo grado la durata arriva anche a vari mesi e dipende da diversi fattori tra cui la velocità con cui si interviene sul paziente, l’estensione dell’ustione, lo stato di salute generale del paziente e la sua età.

Leggi anche: Nei sospetti: riconoscere quelli normali ed i tumori

Rimedi naturali contro le scottature solari

Per il trattamento delle ustioni solari vi sono varie terapie, tra cui fitoterapia e farmaci.

Fitoterapia

Una prima modalità di trattamento delle ustioni solari è rappresentata dalla fitoterapia, che si avvale di piante dall’azione lenitiva, rigenerante ed antinfiammatoria, come ad esempio:

  • Aloe vera: è una pianta ad azione lenitiva, rigenerante e antinfiammatoria, grazie ai suoi principi attivi quali antrachinoni catartici, glucomannani e steroidi. Si applica direttamente sulla zona da trattare sottoforma di gel. Per migliorare l’effetto lenitivo e rinfrescante si consiglia di applicare il gel dopo averlo tenuto in frigorifero.
  • Camomilla: i suoi principi attivi quali bisabololo e azulene le conferiscono proprietà calmanti e lenitive. La si utilizza sottoforma di infuso da realizzarsi ponendo in infusione in acqua bollente un paio di cucchiai di fiori di camomilla e lasciando in infusione per dieci minuti. Successivamente applicare, dopo aver fatto raffreddare l’infuso, mediante una garza di cotone direttamente sulla zona da trattare. Può essere utilizzata anche sottoforma di crema contenente i principi attivi.
  • Calendula: contiene fitosteroli, mucillagini, oli essenziali, triterpeni, acido salicilico e sostanze amare ed ha azione lenitiva ed antinfiammatoria. La si può utilizzare sottoforma di infuso, da realizzarsi ponendo in infusione per dieci minuti in acqua bollente un cucchiaio di erba essiccata, successivamente filtrare ed applicare, dopo averlo fatto raffreddare, sulle ustioni con una garza in cotone. Oppure può essere utilizzata sottoforma di crema contenente i principi attivi.
  • Oli essenziali balsamici di menta ed eucalipto: grazie ai principi attivi balsamici quali mentolo per l’olio essenziale di menta, ed eucaliptolo per l’olio essenziale di eucalipto, questi oli essenziali hanno proprietà rinfrescanti e lenitive. Possono essere utilizzati aggiunti all’acqua della vasca da bagno (bastano 4 – 5 gocce) oppure per dei massaggi da realizzare ponendo su un batuffolo di cotone o una garza un paio di gocce di olio essenziale.
  • Olio essenziale di iperico: contiene principi attivi quali flavonoidi (come iperoside, quercetina e ipericina) che gli conferiscono attività lenitiva, cicatrizzante e rinfrescante. Si applica direttamente sulla zona da trattare mediante garze in cotone, con un leggero massaggio e può essere utilizzato, sempre sotto controllo medico, su ustioni solari di primo, secondo e terzo grado.

Leggi anche: Posso usare la crema solare rimasta dall’estate scorsa?

Rimedi “della nonna”

Un altro possibile rimedio naturale per il trattamento delle ustioni solari è rappresentato dai rimedi casalinghi o “consigliati dalla nonna”. Tra quelli maggiormente indicati possiamo citare:

  • Bagno tiepido con bicarbonato e farina di avena, da realizzarsi ponendo nella vasca da bagno un paio di cucchiai di bicarbonato e un paio di cucchiai di farina di avena. Il bicarbonato e la farina di avena hanno azione lenitiva, calmano il bruciore e riducono l’arrossamento cutaneo.
  • Pomata di bicarbonato di sodio, da farsi miscelando un paio di cucchiai di bicarbonato di sodio con un po’ di acqua tiepida fino ad ottenere una consistenza pastosa. Applicare direttamente sulle scottature per sfruttarne l’azione lenitiva.
  • Impacco allo yogurt, che ha azione lenitiva e rinfrescante. Basta applicare mediante una garza di cotone un po’ di yogurt bianco direttamente sulla parte da trattare.
  • Spugnature con latte e ghiaccio, che sfruttano l’azione calmante e lenitiva del latte con l’azione rinfrescante ed antinfiammatoria del ghiaccio. Si prepara una ciotola con 4 – 5 cubetti di ghiaccio e del latte, si lascia per 5 minuti e si applica direttamente sulla zona da trattare con garze in cotone.
  • Cetriolo e patata, entrambi hanno azione rinfrescante e lenitiva. Basta tagliarli a fettine sottili ed applicarli direttamente sulla zona da trattare.
  • Olio di oliva, che ha azione emolliente, lenitiva e rigenerante. Si applica direttamente sulla parte da trattare massaggiando delicatamente fino a completo assorbimento.
  • Miele, una sostanza dall’azione lenitiva, rigenerante ed emolliente che aiuta a rigenerare la pelle scottata. Va applicato direttamente sulla zona da trattare, coprendo poi con una garza in cotone e mantenendo in posa per circa 10 – 15 minuti.
  • Spugnature con succo di limone, che sfruttano le proprietà disinfettanti e rinfrescanti del limone. Si prepara una ciotola con il succo di due limoni e due tazze di acqua, si miscela il tutto e si applica poi mediante una garza in cotone sulla zona da trattare.

Leggi anche: Come “funziona” l’abbronzatura e quali danni provoca il sole?

Terapie mediche e farmacologiche

Oltre ai rimedi naturali è possibile trattare le ustioni da sole con terapie mediche farmacologiche, come ad esempio:

  • Applicare una pasta o una crema a base di ossido di zinco, che ha proprietà antinfiammatorie, cicatrizzanti e lenitive nei confronti della pelle arrossata.
  • Applicare una pomata specifica per le ustioni quali la Foille, una crema a base di sostanze che riducono la sensazione di dolore e bruciore e l’arrossamento cutaneo.
  • Applicare una pomata a base di sostanze che aiutano la rigenerazione cellulare e la cicatrizzazione cutanea. Tra queste pomate le più note sono la Fitostimoline e la Connettivina.

Non sono invece consigliati farmaci a base di cortisone o farmaci antistaminici, in quanto troppo forti per trattare una semplice ustione solare. In alcuni casi il medico può decidere di prescrivere anche queste tipologie di farmaci (solitamente sottoforma di crema) in base alla gravità dell’ustione ed all’intensità dei sintomi.

Leggi anche: Prendere il sole: immersi in acqua ci si abbronza?

Cosa fare se ci si ustiona durante un’esposizione al sole?

Si consiglia di:

  • Idratare la pelle con creme idratanti o lozioni o con specifici prodotti per il trattamento delle ustioni solari.
  • Applicare delle pezze imbevute di acqua fredda o fare una doccia con acqua fresca per lenire il bruciore.
  • Bere molta acqua ed in generale molti liquidi per evitare la disidratazione. Per lo stesso motivo si deve evitare di bere troppi caffè e sostanze alcoliche (favoriscono la disidratazione).
  • Mangiare molta frutta e molta verdura sia per il contenuto di vitamine e di sali minerali che velocizzano il processo di guarigione della pelle, che per il contenuto di acqua.
  • Evitare di esporsi al sole fin quando la pelle non è completamente guarita.
  • Evitare di rompere le eventuali bollicine che si sono formate o di staccare la pelle morta. Si potrebbe andare incontro ad infezioni cutanee.
  • Evitare di utilizzare spugne e panni ruvidi sulla pelle ed evitare gli scrub ed i peeling, per non aggravare l’irritazione.

Leggi anche: E’ normale arrossarsi e spellarsi dopo aver preso il primo sole?

Come prevenire le scottature?

È molto importante prevenire le scottature solari ed in generale esporsi al sole senza adeguate protezioni, per evitare problemi molto seri quali lo sviluppo di tumori cutanei, ad esempio il melanoma. Per prevenire le scottature si consiglia di:

  • Non esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, cioè dalle 12 alle 16.
  • Esporsi al sole applicando sulla cute un’adeguata protezione solare variabile in base alla propria pelle. Se si ha la pelle chiara si sceglieranno protezioni solari alte, con fattore di protezione sopra i 30, se invece la pelle è scura basterà una protezione solare bassa, con fattore di protezione 10 – 15.
  • Bagnarsi frequentemente la testa ed il corpo per evitare il surriscaldamento.
  • Evitare di sottoporsi troppo di frequente a lampade abbronzanti.
  • Mangiare frutta e verdura contenenti carotenoidi (ad esempio carote e pomodori) in quanto queste sostanze aiutano a migliorare la risposta della pelle ai raggi solari.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Troppo sole in gravidanza “surriscalda” il liquido amniotico?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA ATTESA MATERNITA ESTATE SOLE CALDO MARE PISCINA ABBRONZATURA PELLE MAMMA FIGLIO INCINTA FETO BIMBO BAMBINO SOLE AMNIOTICO MALE DOLORE UMIDITA FASTIDIO GINECOLOGIALa temperatura del liquido amniotico, che tra le varie funzioni riveste anche quella di mantenere il feto a una temperatura costante, non dipende da fattori esterni. Il caldo eccessivo e i raggi solari diretti sulla pancia, però, andrebbero comunque evitati per evitare un surriscaldamento eccessivo della zona, in particolare nei primi tre mesi quando l’embrione è in fase di formazione. La pancia andrebbe sempre protetta con una crema ad alto fattore protettivo e tenuta fresca con un telo umido o lunghe nuotate in acqua.

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E’ normale arrossarsi e spellarsi dopo aver preso il primo sole?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE PAURA DELL ACQUA FEAR OF SWIMMING SPIAGGIA PISCINA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLETTI RADIAZIONE NEOÈ normale arrossarsi? No , non è normale: se la pelle si arrossa molto, si è irritata e non abbronzata. Se vi arrossate non avete nulla di cui gioire perché la vostra abbronzatura è destinata a sparire in fretta, visto che la pelle eliminerà rapidamente per reazione le cellule morte superficiali portandosi via quel po’ di colore che vi siete illusi di aver preso. Ovviamente un lieve rossore dopo il primo sole è normale.

È normale spellarsi? No: se la pelle si esfolia in maniera molto visibile significa che l’avete sottoposta ad un’esposizione scorretta. L’esfoliazione naturale infatti non dovrebbe essere visibile a occhio nudo. Arginate il problema mantenendo la pelle ben idratata ed evitando esposizioni esagerate, specie nelle ore più calde della giornata.

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Cos’è un anno luce ed a quanti km corrisponde?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSE ANNO LUCE QUANTI KM CORRISPONDE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene HD.jpgL’anno luce o light year (ly o al) non è, contrariamente a quello che farebbe pensare il suo nome, una unità di misura del tempo: è invece un’unità di misura della lunghezza.

Anno luce: definizione
L’anno luce è definito come la distanza percorsa da un fotone (dalla luce, cioè una radiazione elettromagnetica) nel vuoto in assenza di campo gravitazionale o magnetico, nell’intervallo temporaneo di un anno giuliano (equivalente a 365,25 giorni, mediamente di 86 400 secondi ciascuno, in totale corrispondenti a 31 557 600 secondi).

Anno luce: a quanti km equivale?
Poiché la velocità della luce nel vuoto è pari a 299 792,458 chilometri al secondo (km/s), un anno luce corrisponde a…

299\,792\,,458\ {\mathrm  {km/s}}\cdot 365{{,}}25\ {\mathrm  {d}}\cdot 86\,400\ {\mathrm  {s/d}}\approx 9{{,}}461\cdot 10^{{12}}\ {\mathrm  {km}}

vale a dire 9 460 730 472 581 chilometri, che corrispondono a ben 63 241 volte la distanza fra la Terra e il Sole (nota come “unità astronomica”). La luce è quindi decisamente… veloce, riuscendo a percorrere nel vuoto quasi 9500 miliardi e mezzo di km in un anno.

Per cosa viene usato l’anno luce?
Essendo un valore così grande, l’anno luce non trova applicazione nell’uso quotidiano di tutti noi, è invece estremamente utile in astronomia per esprimere le distanze con (e tra) oggetti celesti posti al di fuori dal Sistema Solare, cioè per distanze su scala galattica.

Altre misure usate in astronomia
Un’altra unità dello stesso ordine di grandezza spesso utilizzata dagli astronomi è il parsec, che corrisponde a circa 3,26 anni luce. Altre unità di misura delle lunghezze accomunate con l’anno luce sono il minuto luce (pari a 17 987 547 480 metri), il secondo luce (pari a 299 792 458 metri), e così via; esse sono ottenute considerando la distanza percorsa dalla luce in una certa unità di tempo.

Leggi anche: Le distanze dell’universo, ovvero: bagliori di luce da una stella ormai scomparsa

Alcuni esempi e curiosità

  • La luce impiega circa 1,28 s per coprire la distanza che separa la Terra dalla Luna.
  • In una scala in cui la Terra avesse un diametro di 1 cm, un anno luce corrisponderebbe a una distanza di 7 423,80 chilometri.
  • La luce impiega circa 8,33 minuti per viaggiare dal Sole alla Terra.
  • Un’ora luce corrisponde a circa 1,08 miliardi di chilometri (circa la distanza tra il Sole e Saturno).
  • Plutone è a circa 39 UA dalla Terra, il che significa che è a circa 5,4 ore (5 h 24 min) luce dalla Terra.
  • La stella più vicina alla Terra (escluso il Sole), Proxima Centauri, dista 4,23 anni luce dalla Terra.
  • Il disco della nostra galassia, la Via Lattea, ha un diametro di circa 100 000 anni luce.
  • La più vicina galassia di grandi dimensioni, la galassia Andromeda, si trova a una distanza di 2,5 milioni di anni luce.
  • Il Gruppo Locale ha un diametro di circa 10 milioni di anni luce.
  • Il quasar più vicino alla Terra (3C 273) si trova a circa 3 miliardi di anni luce.
  • Alla velocità attuale di circa 61 000 km/h la sonda Voyager I lanciata nel 1977, percorrerà la distanza di 1 anno luce in circa 17 700 anni.
  • Poiché si calcola che il Big Bang sia avvenuto circa 13 820 000 000 di anni fa, l’Universo osservabile, supposto sferico, ha un raggio di circa 13 820 000 000 anni luce.

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Bimba abbandonata in auto al sole: poliziotto rompe il finestrino per salvarla e fa una scoperta incredibile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BIMBA AUTO SOLE MORTA Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Pressoterapia Linfodrenaggio PanciaUn agente di polizia si è recato nel parcheggio all’aperto di un centro commerciale per salvare la vita di una bimba rimasta chiusa dentro un’auto, sotto il sole rovente. L’agente, chiamato Jason Short, vive e lavora nella cittadina di Keene, nel New Hampshire. Aveva raggiunto la vettura ed aveva notato la bambina avvolta in una coperta con una bottiglietta d’acqua accanto: ha rotto il vetro ed ha tentato di rianimare la bimba.

All’improvviso, però, l’agente ha fatto una scoperta incredibile: la bambina era in realtà una bambola molto realistica. La sua proprietaria si è poi scoperto essere Carolynne Seiffert, una donna che utilizza quella bambola dal 2005, quando suo figlio morì per un male incurabile. Questo tipo di bambole ultrarealistiche, chiamate “bambole reborn“, viene usato da alcuni pazienti che perdono il proprio figlio, per essere aiutati a superare il momento difficile legato al trauma della perdita. Anche molti neonati che appaiono in film e serie tv, sono molto spesso bambole reborn ultrarealistiche. Le reborn vengono anche usate nei corsi preparto per preparare i futuri genitori ad accudire i neonati.

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Buone vacanze e buon ferragosto a tutti!

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma BUON FERRAGOSTO VACANZE Medicina Estetica Riabilitazione Nutrizionista Dieta Grasso Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Luce Pulsata  Macchie Cutanee Pene Pressoterapia Massaggio Seno.jpgUn augurio di buone vacanze e buon ferragosto a tutti i lettori del blog!

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