Nevrosi: significato e trattamento in psicologia e psichiatria

Con “nevrosi” (anche chiamata “neurosi”; in inglese “neurosis”) in psicologia clinica indica un insieme di disturbi psicopatologici, in genere scaturiti da un conflitto inconscio, il cui sintomo trasversale di base è costituito dall’ansia e dell’angoscia cronica senza che vi sia però una perdita di contatto con la realtà. In maniera generale, può essere definita come una “scarsa capacità di adattamento al proprio ambiente, incapacità di cambiare i propri schemi di vita e incapacità di sviluppare una personalità più ricca, più complessa e più soddisfacente”. Il termine attualmente non è più comunemente utilizzato dalla comunità psichiatrica, essendo stato eliminato dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nel 1980 con la pubblicazione del DSM III. È ancora usato nell’ICD-10 Capitolo V F40–48.

Cenni storici

Il termine “nevrosi” fu coniato da William Cullen nel 1769 in riferimento a disordini psichici causati da un’affezione generale del sistema nervoso, che provocano a vari livelli disagio o sofferenza sull’individuo. Fu solo con Sigmund Freud e con le scuole psicoanalitiche del XX secolo che il termine nevrosi venne a indicare una patogenesi di tipo psicologico, derivante da una rimozione o repressione di istinti, pulsioni e desideri, il cui contenuto non si manifesta a livello cosciente, ma sotto forma di conflitto inconscio tra Super-Io ed Es, e la cui soddisfazione è comunque necessaria, pena il manifestarsi nel tempo e nella sfera della coscienza di disturbi psichici e del comportamento più o meno gravi.

Descrizione

La nevrosi si contraddistingue da altre forme di psicopatologia, come le psicosi, in quanto il paziente non perde il contatto con la realtà come avviene ad esempio attraverso deliri e allucinazioni. Le nevrosi possono portare, a seconda delle differenze strutturali e funzionali di ogni singolo paziente (a causa del vissuto personale), a diverse manifestazioni psicopatologiche: disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, disturbo del controllo degli impulsi, disturbo d’ansia, isteria e una grande varietà di fobie.

Secondo C. George Boeree, professore emerito all’Università di Shippensburg, i sintomi della nevrosi includono: ansia, tristezza o depressione, rabbia, irritabilità, confusione mentale, bassa autostima, sintomi comportamentali come evitamento fobico, vigilanza, atti impulsivi e compulsivi, letargia, problemi cognitivi o pensieri inquietanti, pensieri ossessivi, negatività e cinismo. Interpersonalmente, la nevrosi può comportare dipendenza, aggressività, perfezionismo, isolamento schizoide, comportamenti socioculturali inappropriati.

La neurosi non deve essere confusa col neuroticismo, che è uno dei cinque fondamentali tratti di personalità secondo la teoria omonima.

Interpretazione freudiana

Ogni nevrosi, secondo la teoria freudiana, avrebbe alla base un conflitto irrisolto riguardante la sfera sessuale. Secondo Freud, l’esperienza della sofferenza psicologica non è di per sé un problema ma lo diventa quando questa sofferenza:

  • Si origina durante l’infanzia;
  • È cronica;
  • Incide profondamente sul comportamento della persona;
  • Compromette le sue capacità di lavoro;
  • Compromette le sue relazioni affettive-sessuali;
  • Compromette alcune importanti funzioni fisiologiche e psicologiche.

Quando assume queste caratteristiche, la sofferenza diventa un problema psicologico, ossia segnala la presenza di una nevrosi.

Interpretazione jungiana

Pur riconoscendo il peso del momento erotico quale impulso generatore, per Carl Gustav Jung la nevrosi “non è nient’altro che un tentativo di soluzione individuale (non riuscito) d’un problema generale“, identificandola come il risultato finale di un confronto conflittuale tra le pulsioni intrinseche dell’individuo e l’ambiente e il tempo in cui vive.

Ho visto spesso persone diventare nevrotiche quando si accontentano di risposte inadeguate o sbagliate alle domande della vita. (Jung [1961] (1989) p. 140)

La maggior parte dei miei pazienti non era composta da credenti ma da coloro che avevano perso la fede. (Jung [1961] (1989) p. 140)

[L’uomo contemporaneo] è cieco al fatto che, con tutta la sua razionalità ed efficienza, è posseduto da “poteri” che sfuggono al suo controllo. I suoi dei e demoni non sono affatto scomparsi; hanno semplicemente nuovi nomi. Li dominano con l’irrequietezza, vaghe apprensioni, complicazioni psicologiche, un insaziabile bisogno di pillole, alcol, tabacco, cibo – e, soprattutto, una vasta gamma di nevrosi. (Jung (1964) p. 82)

Jung vide nevrosi collettive in politica: “Il nostro mondo è, per così dire, dissociato come un nevrotico”. (Jung (1964) p. 85)

Interpretazione secondo la psicologia evolutiva

Secondo la psicologia evolutiva, le persone sane sono dotate di multiple personalità, ovvero comportamenti che siamo portati ad assumere automaticamente ogni volta che una determinata situazione si ripresenta. “La nevrosi è caratterizzata dall’unicità della personalità, ripetitiva e coatta” che quindi non si adatta alle diverse situazioni, ma resta sempre uguale.

Trattamento

Il trattamento della nevrosi può risultare complesso per via della sua natura cronica e della riluttanza dell’individuo ad accettare il cambiamento richiesto dalla terapia. Il trattamento passa per due livelli: il primo necessariamente di tipo psicoterapeutico volto ad affrontare i conflitti inconsci alla base del disturbo; il secondo di tipo psicofarmacologico da attuarsi sempre in associazione a quello psicoterapeutico, qualora questo non abbia sortito i risultati consistenti. In particolare sono ritenuti particolarmente efficaci allo scopo sulpiride ed amisulpiride in bassi dosaggi che in Italia trovano apposita indicazione per psiconevrosi ansioso-depressiva con cenestopatia e somatizzazione.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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