La politelia (dal greco poli che significa tanti e thélé, capezzoli) è il tipo più comune di malformazione che riguarda il seno. Come il nome stesso suggerisce, consiste nella presenza di capezzoli in più, i cosiddetti capezzoli soprannumerari, anche detti capezzoli accessori.
Mammelle in sovrannumero
Una condizione correlata è la polimastia, ossia la presenza di uno o più seni sovrannumerari, a tal proposito leggi anche: Polimastia: quando la donna ha troppi seni
Quali sono le cause della politelia?
Ancora non sono del tutto chiare, tuttavia è una malformazione presente fin dalla nascita (in circa sei donne su cento) e l’origine sembrerebbe ereditaria. Secondo le teorie evoluzionistiche, nel DNA umano è scritto che l’uomo deriva da altri mammiferi e per questo può potenzialmente sviluppare più capezzoli. La linea mammaria si sviluppa nell’embrione tra la quarta e la quinta settimana di vita, quando si inizia a vedere bilateralmente un ispessimento sul torace. Durante il secondo e terzo mese, gli elementi ghiandolari delle mammelle si formano a livello di quarta e quinta costa, con regressione del resto dell’ispessimento. Se la regressione non è completa, possono residuare alcuni foci che danno origine appunto alla politelia.
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Come sono fatti i capezzoli in soprannumero, dove si trovano ?
I capezzoli accessori si presentano di solito come una macula di colore, forma, bordi e struttura variabile. Tale macula nel 75% dei casi, ha un diametro che può raggiungere al massimo il 30% del diametro dei capezzoli principali quindi il capezzolo accessorio è quasi sempre molto più piccolo rispetto a quelli fisiologici del soggetto. I capezzoli in soprannumero quasi sempre sono singoli e di frequente si presentano lungo la linea mammaria, l’area che decorre dell’ascella fino all’inguine, avvicinandosi gradatamente all’ombelico (guardate la figura 1 presente qui sopra per avere una idea più chiara della linea mammaria). Molto raramente si trovano su schiena, spalle o collo ed ancora più raramente vanno a situarsi in posti ancora diversi rispetto a quelli fin qui citati. Di solito sono asintomatici, ma talvolta possono cambiare colore, diventare tumefatti o addirittura secernere latte in alcuni momenti della vita, come adolescenza, ciclo mestruale, gravidanza. Piccola curiosità: contrariamente a quanti molti pensano, la politelia non colpisce esclusivamente le donne: non di rado l’ho riscontrata anche in alcuni miei pazienti maschi.
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Come si risolve il problema della politelia?
Se il capezzolo in più è asintomatico, nascosto alla vista e non crea particolare disagio al soggetto, si può anche lasciare dove si trova. Altrimenti si può rimuovere, ovviamente attraverso un trattamento chirurgico. L’intervento è relativamente semplice e paragonabile a quello per l’asportazione di un neo: in sostanza, il chirurgo «ritaglia» con il bisturi l’area intorno al capezzolo con una forma a losanga e poi sutura i due lembi di pelle. Di solito si usano i punti riassorbibili. La cicatrice, la cui lunghezza dipende dal diametro della lesione, è in genere poco visibile. L’intervento dura 20-30 minuti e si esegue in anestesia locale. A volte capita che il capezzolo sia scoperto dal medico di famiglia che, constatata l’anomalia, prescriverà una visita dal chirurgo di sua fiducia. Sarà poi quest’ultimo a decidere e a programmare l’intervento, che è ambulatoriale e permette di tornare subito a lavoro ovviamente facendo attenzione a non procurare tensione nella zona dell’intervento.
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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Le ragadi al capezzolo (a volte chiamate “ragadi al seno”) sono piccoli taglietti a bordo netto, più o meno profondi, che interessano il capezzolo e l’areola che lo circonda, causate comunemente da inadeguata igiene del seno e/o sbagliato attaccamento del bambino durante l’allattamento. Assai comuni durante le prime settimane di allattamento, specie nelle primipare, le ragadi al seno si presentano come screpolature piuttosto dolorose, soprattutto durante la suzione. Questi piccoli taglietti diventano un problema importante quando provocano un dolore di intensità tale da scoraggiare l’attaccamento del bimbo al seno, privandolo così dell’alimento più raccomandabile per la sua crescita. Inoltre, le ragadi del capezzolo possono rappresentare una via di ingresso per i batteri, con possibile infezione delle ghiandole mammarie (mastite), specie in caso di mancato allattamento o ingorghi.
Il portamento scorretto dovuto ad una vita sedentaria, alle troppe ore sedute in ufficio in modo sbagliato, rappresenta una delle cause principali della modificazione della forma del seno. Spesso si vedono donne giovani con un seno piuttosto pendente, con le spalle in avanti e la schiena piegata. Se le spalle sono curve è impossibile che il seno, per quanto giovane e bello sia, stia al posto giusto: infatti risulterà come intrappolato tra le braccia e pendente. Quando si assume questa posizione sbagliata succede che il peso del seno è affidato totalmente alla pelle, che essendo in questa zona particolarmente delicata, cede lentamente, mentre se si tengono le spalle dritte il seno appoggia meglio sul muscolo grande pettorale e rimane posizionato più in alto.
Per la prima volta nel Lazio, le Asl offriranno un programma di prevenzione gratuito a tutte le donne dai 25 ai 64 anni d’età per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e dai 50 ai 69 anni per quello al seno. La campagna è iniziata ad ottobre e durerà per tutto il mese e prende il nome di “Ottobre Rosa”.
Una mia paziente mi ha inviato questa mail:
La prolattina (PRL) è un ormone, normalmente prodotto dall’ipofisi, che ha la funzione di stimolare la produzione di latte nelle donne
Da alcuni anni gira su internet un messaggio di tale dottoressa Gabriela Casanova Larrosa Dell’Universita’ dell’Uruguay che lega l’uso di antitraspiranti contenenti “chloridrato di alluminio” al cancro al seno. Ma sarà vero? In questo momento non esiste alcuna conferma scientifica seria dell’affermazione che deodoranti o antitraspiranti causino il cancro al seno o che addirittura l’utilizzo di tali prodotti sia “la causa principale del cancro al seno” come dice l’appello.