Sarcoma di Kaposi: sopravvivenza, mortalità, contagio, cura, prognosi

MEDICINA ONLINE SARCOMA DI CAPOSI KAPOSI SOPRAVVIVENZA MORTALITA CONTAGIO CURA PROGOSI MORTE MORTALITA AIDS HIV VIRUS HERPES VIRUS CONTAGIO  Kaposi's Sarcoma.jpgIl sarcoma di Kaposi è un raro  tumore che prende origine dalle cellule che ricoprono l’interno dei vasi sanguigni o linfatici (cellule endoteliali) e può manifestarsi a livello di cute, mucose e organi interni. La crescita incontrollata delle cellule endoteliali genera la comparsa di macchie rosso-violacee Continua a leggere

Primi sintomi di HIV in uomini e donne

MEDICINA ONLINE MEDICO PAZIENTE CONSULTO DIAGNOSI MEDICO DI BASE FAMIGLIA ANAMNESI OPZIONI TERAPIE STUDIO OSPEDALE AMBULATORIO CONSIGLIO PARERE IDEA RICHIESTA ESAME LABORATORIO ISTOLOGICO TUMORE CANCROMolti pazienti che hanno avuto un episodio a rischio di trasmissione del virus HIV (tipicamente un rapporto sessuale non protetto con una persona sconosciuta o l’uso di aghi usati in caso di tossicodipendenza), si chiedono quali siano i segnali precoci di una eventuale, temuta, infezione da HIV.

Periodo di incubazione dell’HIV

Purtroppo il periodo di incubazione dell’HIV è totalmente asintomatico e dura da due a quattro settimane dal momento del contagio, questo significa che, dal momento del contagio, può passare fino ad un mese senza avere alcun segno precoce o sintomo della presenza del virus nel nostro corpo.

Infezione acuta da HIV

Successivamente si entra nella fase della infezione acuta, che ha durata variabile (circa quattro settimane, dopo le quali i sintomi tendono a scomparire) dove però i sintomi sono molto poco specifici, essendo simili a quelli di una comune influenza. Non esistono grosse differenze tra tali sintomi negli uomini e nelle donne. Ecco i sintomi tipici dell’infezione acuta da HIV:

  1. Dolore alle articolazioni e ai muscoli. E’ un sintomo comune: è una di quelle manifestazioni sintomatiche che rende simile questa malattia al manifestarsi di un’influenza.
  2. Febbre. Uno dei primi segnali del contagio da virus HIV è una febbre di varia entità, generalmente lieve, che in certi casi può raggiungere anche i 38 °C. La febbre è accompagnata spesso da stanchezza e tutti gli altri sintomi tipicamente influenzali.
  3. Mal di gola. Di entità molto variabile, da lieve a severa.
  4. Eruzioni cutanee possono apparire soprattutto sulle braccia e sul tronco. Si tratta in genere di eruzioni non facilmente rapportabili ad altre cause e difficilmente curabili.
  5. Ingrossamento delle ghiandole linfatiche. I linfonodi, infatti, fanno parte del sistema immunitario e tendono ad infiammarsi in presenza di un’infezione. Alcuni di questi linfonodi si trovano sotto l’ascella, nell’inguine e sul collo. Il tutto può portare anche al manifestarsi del mal di gola.
  6. Malessere e di stanchezza. La reazione infiammatoria prodotta dal sistema immunitario può determinare una sensazione generale di spossatezza e malessere.
  7. Piaghe orali. In chi è affetto dal virus dell’Hiv si possono manifestare delle piaghe in bocca o nell’esofago, solitamente dovute all’herpes labiale. Quest’ultima si origina con più facilità, perché la malattia indebolisce il sistema immunitario.
  8. Nausea e diarrea. Presenti molto spesso nelle fasi iniziali dell’Hiv, di solito sono sintomi dovuti al manifestarsi di un’infezione opportunistica.
  9. Vomito. Tende a presentarsi abbastanza di frequente e può portare a problemi dentali e soprattutto disidratazione (specie se abbinato a diarrea).
  10. Perdita di peso. Nella fase acuta dell’infezione da HIV si tende a perdere peso apparentemente senza alcun motivo, ciò è dovuto sia all’inappetenza legata alla sensazione di malessere generale, sia alle forme particolarmente gravi di vomito/diarrea ripetute nel tempo.

Al termine della fase acuta, la malattia potrebbe non dare alcun segno di sé per una durata estremamente variabile, anche mesi e anni.

Se siete soggetti a rischio, possedete uno o più dei sintomi della fase acuta qui elencati e sospettate un possibile contagio da HIV, contattate subito il vostro medico, inoltre potrebbe esservi utile questo articolo: HIV e AIDS: come, dove e quando si eseguono i test per la diagnosi?

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Numero Verde gratuito per informazioni su HIV, AIDS e malattie sessualmente trasmesse

MEDICINA ONLINE MEDICO ESAME OBIETTIVO ANAMNESI PATOLOGICA FISIOLOGICA FAMIGLIARE VISITA MEDICA GENERALE AUSCULTAZIONE ISPEZIONE PERCUSSIONE PALPAZIONE DIFFERENZA FONENDOSCOPIO STETOSCOPIO TORACE ADDOME SUONI SEMEIOTICAPer avere informazioni scientifiche mediche aggiornate sull’infezione da virus HIV, sull’Aids e sulle malattie trasmesse per via sessuale, si può telefonare da qualsiasi parte d’Italia al Numero Verde dell’Istituto Superiore di Sanità:

800-861061

Il servizio è anonimo e gratuito e dispone di 6 linee telefoniche, attive dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle 18.00. Gli esperti rispondono oltre che in lingua italiana anche in lingua inglese, francese e portoghese. Il servizio si avvale della competente consulenza di un legale esperto nell’area della tutela dei diritti delle persone con Hiv e delle loro famiglie. Il legale è presente presso il servizio due volte a settimana e risponde in lingua italiana e in lingua inglese.

Istituito nel 1987, il Telefono Verde è nato per fornire informazioni scientifiche e aggiornate sull’Aids. Dal 2010 ha cambiato il suo nome da Telefono verde Aids a “Telefono verde Aids e Infezioni sessualmente trasmissibili (TVA/IST)”. Co-finanziato dal Ministero della salute, svolge attività di counselling telefonico in modo gratuito e anonimo per le persone direttamente o indirettamente coinvolte nelle problematiche.

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Si muore di AIDS? Qual è l’aspettativa di vita?

MEDICINA ONLINE SISTEMA IMMUNITARIO IMMUNITA INNATA ASPECIFICA SPECIFICA ADATTATIVA PRIMARIA SECONDARIA DIFFERENZA LABORATORIO ANTICORPO AUTO ANTIGENE EPITOPO CARRIER APTENE LINFOCITI BL’AIDS, cioè Acquired Immune Deficiency Syndrome la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, è una malattia del sistema immunitario umano causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV). L’HIV danneggia il sistema immunitario delle persone che lo hanno contratto, rendendole vulnerabili a degli agenti patogeni normalmente innocui, che si trovano nell’ambiente o che, addirittura, sono ospiti abituali dell’organismo umano, cioè microrganismi generalmente inoffensivi che però diventano pericolosi nel paziente con sistema immunitario compromesso.

AIDS come causa indiretta di morte

Le persone che hanno contratto l’HIV possono rimanere senza sintomi per lungo tempo, anche per diversi anni, e accorgersi dell’avvenuta trasmissione solamente quando i danni al sistema immunitario sono di tale entità da far comparire le infezioni opportunistiche, quando cioè si ha già l’AIDS. Riguardo ai tempi di insorgenza dei primi sintomi, leggi: HIV: sintomi iniziali in donne e uomini
Anche se né il virus HIV, né l’AIDS, sono direttamente cause di morte, l’AIDS determina – come prima accennato – un grave danno al sistema immunitario del soggetto, rendendolo vulnerabile a degli agenti patogeni normalmente innocui che portano a varie patologie che purtroppo possono potenzialmente condurre a morte.

Quali malattie si possono contrarre?

L’elenco di tutte le malattie che possono sopraggiungere a causa dell’AIDS è molto lungo, alcuni esempi delle più diffuse sono: le patologie polmonari (polmonite, tubercolosi), le patologie del tratto gastro-intestinale e quelle neurologiche. Ci sono poi una serie di malattie neoplastiche come il sarcoma di Kaposi, i linfomi e il carcinoma invasivo della cervice uterina, che sono più ricorrenti nelle perone sieropositive perché l’HIV ne costituisce l’elemento patogenetico iniziale.

Sopravvivenza del paziente HIV positivo

In assenza di trattamento, la sopravvivenza media dopo l’infezione da HIV è stimata da 9 a 11 anni, a seconda del sottotipo HIV. Dopo la diagnosi di AIDS, se il trattamento non è disponibile, la sopravvivenza varia tra i 6 e 19 mesi. La disponibilità di farmaci antiretrovirali e l’adeguata prevenzione dalle infezioni opportunistiche riduce il tasso di mortalità dell’80% e aumenta la speranza di vita a 20-50 anni. Questo valore è di circa i due terzi della popolazione generale.Se il trattamento viene iniziato in ritardo, la prognosi può non essere così buona, per esempio, se il trattamento inizia in seguito alla diagnosi di AIDS l’aspettativa di vita sarà tra i 10 e i 40 anni. La metà dei bambini nati con l’HIV muore prima dei due anni di età, se non riceve un trattamento.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Quando la malattia deperisce l’organismo: la cachessia

MEDICINA ONLINE CERVELLO TELENCEFALO MEMORIA EMOZIONI CARATTERE ORMONI EPILESSIA STRESS RABBIA PAURA FOBIA SONNAMBULO ATTACCHI PANICO ANSIA VERTIGINE LIPOTIMIA IPOCONDRIA PSICOLOGIA DEPRESSIONE TRISTE STANCHEZZALa cachessia (pronunciato con l’accento sulla i) o sindrome da deperimento è una perdita di peso, atrofia muscolare, stanchezza, debolezza e significativa perdita di appetito in un individuo che non sta attivamente cercando di perdere peso. La definizione formale della cachessia è una perdita di massa corporea che non può essere invertita con il nutrimento: anche se l’individuo che ne soffre assumesse più calorie, la massa corporea magra verrebbe comunque persa, il che sta ad indicare la presenza di una patologia primaria.

In quali pazienti si verifica la cachessia?

La cachessia si verifica nei pazienti con tumore, AIDS, malattia di Alzheimer (stadio avanzato), broncopneumopatia cronica ostruttiva, sclerosi multipla, insufficienza cardiaca, tubercolosi, polineuropatia amiloide familiare, avvelenamento da gadolinio, avvelenamento da mercurio (acrodinia) e carenza ormonale.

Il deperimento dell’organismo si accompagna quindi a edemi (per ipoproteinemia ed altre alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico) astenia, dispnea, anoressia, febbre, alterazioni del sensorio e agitazione psicomotoria.

Si tratta di una condizione grave e coloro che la sperimentano vedono aumentare drammaticamente la propria probabilità di morte per la malattia di base. La cachessia può essere un segno di varie patologie sottostanti; quando un paziente si presenta con questa condizione, un medico generalmente prende in considerazione la possibilità della presenza di un tumore, di una acidosi metabolica (diminuzione della sintesi proteica e aumento del catabolismo proteico), di alcune malattie infettive (ad esempio, la tubercolosi e l’AIDS), la pancreatite cronica e alcune malattie autoimmuni o una dipendenza da anfetamine. La cachessia indebolisce fisicamente i pazienti ad uno stato di immobilità derivante dalla perdita di appetito, dall’astenia e dall’anemia e la risposta al trattamento standard è generalmente deludente. La cachessia include la sarcopenia come parte della condizione.

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Cause

La cachessia si riscontra spesso nei pazienti oncologici in fase terminale e in questo contesto prende il nome di cachessia neoplastica. I pazienti con insufficienza cardiaca congestizia possono accusare una sindrome cachettica. Inoltre, una comorbilità di cachessia può essere vista nei pazienti che presentano una delle malattie classificate tra le malattie polmonari croniche ostruttive. La cachessia è anche associata con le fasi avanzate della insufficienza renale cronica, con la fibrosi cistica, la sclerosi multipla, la malattia del motoneurone, la sindrome di Parkinson, la demenza, l’AIDS e altre malattie progressive e degenerative.

Cancro

Circa il 50% di tutti i pazienti affetti da cancro soffre di cachessia. Coloro che hanno una forma tumorale del tratto gastrointestinale superiore o del pancreas hanno la più alta frequenza di sviluppare un sintomo cachessico. Questa percentuale sale all’80% nei pazienti oncologici terminali. Oltre ad aumentare la morbilità e la mortalità, ad aggravare gli effetti collaterali della chemioterapia e a ridurre la qualità della vita, la cachessia è considerata la causa immediata della morte per una stima che varia dal 22% al 40% dei pazienti oncologici.

La cachessia nel tumore è un processo dovuto all’infiltrazione neoplastica nell’organismo, all’emesi, alla chemioterapia o alla radioterapia, a forti dolori o a forte depressione e all’azione depauperante della risposta al tumore da parte dell’organismo tramite il continuativo rilascio di citochine quali TNF, IFN, IL-1, IL-6. Esse causano il riassorbimento di proteine, lipidi, glucidi, purine a partire dal tessuto muscolare e adiposo, determinando la perdita di peso.

I sintomi della cachessia neoplastica includono una perdita di peso progressiva e l’esaurimento delle riserve di tessuto adiposo e muscolare. La condizione ovrebbe essere sospettata se si riscontra una involontaria perdita di peso superiore al 5% del peso prima della malattia, in un periodo di sei mesi. Approcci terapeutici tradizionali, come stimolanti dell’appetito, 5-HT3 antagonisti, supplementazione dei nutrienti e inibitori selettivi della COX-2, non sono riusciti a dimostrare il successo nell’invertire le anomalie metaboliche visibili nella cachessia neoplastica.

Fisiopatologia

Il meccanismo esatto con cui queste malattie causano la cachessia è poco conosciuto, ma vi è probabilmente un ruolo per le citochine infiammatorie, come il fattore di necrosi tumorale-alfa (che è anche soprannominato ‘cachessina’), per l’interferone gamma e l’interleuchina 6, così come i fattori proteolitici secreti dal tumore. Sindromi correlate includono kwashiorkor e marasma, anche se queste non sempre hanno una malattia causale sottostante e sono più spesso sintomi di una grave malnutrizione. Coloro che soffrono di disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa, sembrano avere livelli plasmatici elevati di grelina. Livelli di grelina sono riscontrabili anche nei pazienti con cachessi indotta da un tumore.

Trattamento

Il trattamento o la gestione della cachessia dipende dalle cause, dalla prognosi generale e da altri fattori legati al paziente. Se possibile, ed accettabile, le cause reversibili e le patologie che l’hanno causata, vengono trattate. Le terapie non farmacologiche che hanno dimostrato di essere efficaci nella cachessia indotta da un tumore includono una consulenza nutrizionale, interventi psicoterapeutici e l’allenamento fisico. In Europa, il trattamento raccomandato è il risultato di una combinazione di nutrizione, terapia farmacologica e non farmacologica. L’assunzione di steroidi può essere utile nella cachessia neoplastica, ma il loro utilizzo è raccomandato per una durata massima di 2 settimane al fine di evitare effetti collaterali. I progestinici come l’acetato di megestrolo sono un’opzione per la gestione della cachessia refrattaria che si presenta con l’anoressia come sintomo importante. Altri farmaci che sono stati utilizzati o sono oggetto di indagine nella terapia per la cachessia, ma per cui mancano prove conclusive che ne stabiliscono efficacia o la sicurezza, e quindi non sono generalmente consigliati, comprendono:

  • Talidomide e antagonisti delle citochine
  • I cannabinoidi
  • Gli acidi grassi omega-3, tra cui l’acido eicosapentaenoico (EPA)
  • Farmaci non steroidei anti-infiammatori
  • Procinetici
  • La grelina e del recettore della ghrelina agonisti
  • Modulatori selettivi del recettore degli androgeni
  • Ciproeptadina
  • Idrazina

In alcuni paesi è stato consentito l’uso della cannabis medica. Non vi sono prove sufficienti per sostenere l’uso di olio di pesce per il trattamento della cachessia associata ad un tumore in uno stadio avanzato.

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Patologie del sistema immunitario: immunodeficienze, autoimmunità ed ipersensibilità

MEDICINA ONLINE SISTEMA IMMUNITARIO IMMUNITA INNATA ASPECIFICA SPECIFICA ADATTATIVA PRIMARIA SECONDARIA  DIFFERENZA LABORATORIO ANTICORPO AUTO ANTIGENE EPITOPO CARRIER APTENE LINFOCITI B T HELPER KILLER MACROFAGI MEMORIAIl sistema immunitario è un insieme di processi notevolmente efficace che incorpora specificità, inducibilità e adattamento. Tuttavia possono verificarsi dei malfunzionamenti ed essi si possono dividere in tre grandi categorie: immunodeficienze, malattie autoimmuni e ipersensibilità.

Immunodeficienze

L’immunodeficienza si verifica quando uno o più componenti del sistema immunitario risultano inattivi. Sia nella popolazione pediatrica che in quella geriatrica, la capacità di rispondere agli agenti patogeni è minore rispetto al normale. Nei paesi sviluppati, l’obesità, l’alcolismo e l’uso di droga sono le cause più comuni di una scarsa funzione immunitaria, tuttavia, nei paesi in via di sviluppo la malnutrizione è la causa più comune di immunodeficienza. Le diete prive di un sufficiente apporto di proteine, sono correlate con un’alterata immunità cellulo-mediata, con una diminuzione dell’attività del complemento, della funzione dei fagociti, della concentrazioni di anticorpi IgA e della produzione di citochine. Inoltre, la perdita del timo, in giovane età, per via di mutazioni genetiche o come risultato di una resezione chirurgica, comporta una grave immunodeficienza e una elevata suscettibilità alle infezioni.

Le immunodeficienze possono essere ereditate o “acquisite”. La malattia granulomatosa cronica, dove i fagociti hanno una ridotta capacità di distruggere i patogeni, è un esempio di un malattia ereditaria o congenita. L’AIDS e alcuni tipi di tumore sono causa dell’immunodeficienza acquisita.

Autoimmunità

Nella risposta autoimmune, una cellula normale può presentare un complesso proteico, prodotto dai geni MHC, e contenere una piccola sequenza aminoacidica, (8-11 aminoacidi) di natura estranea al genoma originario ereditato dai propri genitori. La sequenza aminoacidica estranea può derivare dalla sintesi proteica trascritta da geni virali integrati nel genoma stesso, o da plasmidi o da oncogeni. Questa sequenza estranea, non self, viene rilevata e segnalata alle cellule Natural Killer. I linfociti NK si attivano per la distruzione dell’intera cellula che contenendo dei geni estranei è diventata essa stessa alterata e non più self. Le cellule normali del corpo sono riconosciute e non vengono mai attaccate da macrofagi o da cellule LNK, poiché esse esprimono frammenti proteici, col MHC, sani e intatti. Ossia esprimono solo frammenti di proteine “figlie” del DNA trasmesso dai genitori. Il sistema immunitario distingue correttamente tra self e non self. In caso di presenza di proteine anomale il sistema di difesa distrugge qualunque cellula “alterata”, in qualunque organo. Distrugge le cellule “infette” cercando di ottenere un così detto male minore per l’intero organismo.

Nessun anticorpo può penetrare all’interno di una cellula intatta. Solo dopo la rottura della membrana cellulare, operata dai LNK, gli anticorpi (autoanticorpi) legano ogni componente cellulare per una mera operazione di pulizia. Per esempio, il sistema immunitario può eliminare parzialmente o totalmente la tiroide dando luogo a noduli degenerativi solidi o colliquativi, può distruggere le articolazioni (artrite reumatoide), può distruggere la cute (psoriasi), può distruggere le pareti arteriosecon formazione di placche aterosclerotiche (che potranno evolvere in infarti cardiaci, ictus cerebrale…), può distruggere gli epiteli intestinali (come nella malattia di Crohn, la malattia celiaca, la colite ulcerosa)…

Sono note circa 70 malattie autoimmuni. Se l’organismo non riuscisse a distruggere le proprie cellule “non più self” potrebbe dover accettare un male maggiore: il rischio di sviluppare un cancro. Infatti i geni estranei, oltre alla capacità di trascrivere per sintetizzare proteine, hanno la possibilità di usare il loro macchinario replicativo attivando la topoisomerasi e a seguire l’elicasi e i propri primer per duplicare l’intero genoma cellulare e di conseguenza l’intera cellula, questo dopo aver paralizzato gli ‘oncosopressori’ interni, in primis i geni p53, BRCA1 e BRCA2, Rb,…

Un trattamento solo sintomatico nelle malattie autoimmuni si avvale di farmaci immunosoppressivi e cortisonici, mentre alcuni farmaci antivirali potrebbero costituire una terapia causale.

Ipersensibilità

Le reazioni di ipersensibilità sono una risposta immunitaria che danneggia i tessuti del corpo. Esse sono suddivise in quattro classi (dal tipo I al tipo IV) basate sui meccanismi coinvolti e dal loro decorso. L’ipersensibilità di tipo I è una reazione immediata o anafilattica, spesso associata con l’allergia. I sintomi possono variare da un leggero fastidio fino al decesso. L’ipersensibilità di tipo I è mediata dgli IgE, che innescano la degranulazione dei mastociti e dei basofili, quando sono legate ad un antigene. L’ipersensibilità di tipo II si verifica quando gli anticorpi si legano agli antigeni sulle cellule del paziente, contrassegnandoli per la distruzione. Questa viene chiamata anche ipersensibilità anticorpo-dipendente (o citotossica), ed è mediata dagli anticorpi IgG e IgM. I complessi immuni (aggregazioni di antigeni, proteine del complemento e anticorpi IgG e IgM) depositati nei vari tessuti innescano reazioni di ipersensibilità di tipo III. L’ipersensibilità di tipo IV (nota anche come cellulo-mediata o ipersensibilità di tipo ritardato) di solito impiega tra due e tre giorni di tempo per svilupparsi. Le reazioni di tipo IV sono coinvolte in molte malattie autoimmuni e infettive, ma può anche comportare una dermatite da contatto. Queste reazioni sono mediate dai linfociti T, dai monociti e dai macrofagi.

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Se un profilattico sporco di sperma penetra in vagina si rimane incinta?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE PRESERVATIVO PROFILATTICO IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE CPuò un profilattico sporco di sperma, penetrando in vagina o anche solo massaggiando la zona esterna degli organi genitali femminili, determinare l’avvio di una gravidanza? Certamente si, ovviamente solo se lo sperma è presente nella superficie esterna (quella a contatto con la vagina) mentre non c’è rischio se lo sperma rimane confinato nella superficie interna (quella a contatto con il pene), a patto che il preservativo sia perfettamente integro.

Se il profilattico è sporco esternamente di liquido seminale, il rischio di gravidanza esiste anche se lo sperma è stato emesso ore prima, poiché grazie al plasma seminale in cui sono immersi, gli spermatozoi riescono a sopravvivere a lungo nell’ambiente dopo l’eiaculazione.

Per questo motivo – per evitare gravidanze indesiderate – dopo una eiaculazione, è bene sempre estrarre il pene dalla vagina, sfilarsi il profilattico e gettarlo via: è importantissimo usare un profilattico nuovo ad ogni nuova eiaculazione.

E le dita e le mani sporche, possono far rimanere incinta? A tal proposito leggi: Dita sporche di sperma toccano la vagina: c’è rischio di gravidanza?

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Quante persone uccide ogni anno il virus HIV che causa l’AIDS?

MEDICINA ONLINE CELL CELLULA LABORATORIO MEMBRANA ORGANULI MORTE APOPTOSI BLOOD TEST INFIAMMAZIONE GRANULOMA SANGUE ANALISI GLOBULI ROSSI BIANCHI PIATRINE VALORI ERITROCITI ANEMIA TUMOREAnche se il numero di decessi annuali relativi al virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è diminuito negli ultimi anni, si stima che oltre un milione e mezzo di persone muoiano ogni anno a causa del virus HIV e della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) che esso causa. La maggioranza di queste morti riguarda l’Africa sub-Sahariana. Il virus HIV attacca le cellule del sistema immunitario di una persona indebolendolo nel corso del tempo, il che rende molto difficile per l’individuo infetto combattere altre malattie, anche un smplice raffreddore.
Oggi, le persone con HIV vivono più a lungo rispetto al passato, una tendenza che coincide con una maggiore disponibilità della terapia antiretrovirale, così come con il calo delle nuove infezioni dal picco dell’epidemia di AIDS nel 1997, tuttavia, non esiste nessuna cura per l’HIV.

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