Eiaculazione retrograda: cure e complicanze fisiche e psicologiche

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVL’eiaculazione retrograda (di cui abbiamo parlato in questo articolo: Eiaculazione retrograda: quando lo sperma non esce o è troppo poco) può risultare in un’evidente causa di sterilità; a tal proposito, è doveroso rivolgersi al medico quando si sospetta la patologia.
Il trattamento d’elezione è la terapia  farmacologica: l’imipramina (farmaco antidepressivo) e la pseudo-efedrina si sono rivelate notevolmente vantaggiose per risolvere l’eiaculazione retrograda: si stima che, in seguito a tale terapia farmacologica, la prognosi sia eccellente nel 40% dei casi.
Le sostanze farmacologiche utilizzate non si rivelano sempre utili, in tal caso si può ricorrere all’elettroeiaculazione, in cui l’emissione dello sperma è favorita dall’introduzione di una sonda nel retto, capace di stimolare le vescicole seminali. Riguardo ai problemi di fertilità, sarebbe sufficiente una inseminazione artificiale con sperma isolato per centrifugazione dall’urina.

Complicanze fisiche e psicologiche
Pur non essendo una patologia pericolosa per la salute, l’eiaculazione retrograda può compromettere le possibilità di mettere incinta la propria partner, inoltre i soggetti con eiaculazione retrograda in genere, soffrono molto per la mancata visione del getto di sperma durante l’orgasmo. Alcuni pazienti con eiaculazione retrograda lamentano anche anorgasmia psicologica, causata dalla mancata visione immediata dello sperma.

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Differenza tra eiaculazione retrograda e aneiaculazione

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLI SCROTO DIMENSIONI ANATOMIA FUN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PenePrima di iniziare la lettura, ti consiglio di leggere questo articolo: Eiaculazione retrograda: quando lo sperma non esce o è troppo poco

Eiaculazione retrograda e aneiaculazione sono due patologie che possono essere facilmente confuse in virtù del fatto che entrambe “culminano” nello stesso sintomo: la mancanza di emissione di sperma al momento dell’orgasmo maschile; tuttavia sono due patologie diverse per un importante particolare:

Mentre l’aneiaculazione è un disturbo caratterizzato dall’assenza completa di eiaculazione al momento dell’orgasmo, quindi NON C’E’ AFFATTO emissione di liquido seminale; invece nella eiaculazione retrograda l’emissione dello sperma è presente, ma anziché verificarsi verso l’esterno, si verifica verso l’interno.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Testicoli e scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLI SCROTO DIMENSIONI ANATOMIA FUN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl testicolo (anche chiamato didimo e testicle in inglese) fa parte dell’apparato genitale maschile, in numero di due, all’interno della sacca scrotale, è la gonade maschile. Piccoli nel feto e nel bambino, i testicoli crescono rapidamente di volume alle soglie della pubertà; nell’adulto raggiungono il peso di circa 10-20 grammi ciascuno.
Durante lo sviluppo fetale i testicoli si formano nella cavità addominale, accanto ai reni. Successivamente, si spostano verso il basso trascinandosi dotti, vasi e nervi, che formeranno il funicolo spermatico. Poco prima della nascita o subito dopo, i testicoli vanno a collocarsi nei sacchi scrotali. Quando ciò non avviene si parla di criptorchidismo.

Dimensioni dei testicoli

Pari di numero (testicolo di destra e di sinistra) e simmetrici, i testicoli presentano una forma ovoidale. Di consistenza duro-elastica, in età adulta presentano dimensioni medie pari a:

  • 3.5-4 cm di lunghezza
  • 2.5 cm di larghezza
  • 3 cm di diametro anteroposteriore

Funzioni del testicolo

I testicoli hanno due funzioni: la produzione degli spermatozoi dal momento della pubertà sino alla morte, e la produzione degli ormoni sessuali maschili chiamati androgeni, tra i quali il testosterone è il più importante. La produzione degli ormoni da parte dei testicoli è evidente fin dalla nascita, ma aumenta enormemente intorno alla pubertà e si mantiene ad alto livello per tutta l’età adulta fino a manifestare una diminuzione durante gli ultimi anni di vita.

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Scroto

I testicoli sono sospesi nello scroto, al cui interno giacciono in posizione obliqua, con il polo superiore inclinato in avanti e lateralmente, ed il polo inferiore situato medialmente e all’indietro.
All’interno della sacca scrotale i due testicoli sono parzialmente separati da un setto mediano di tessuto fibroso (il setto scrotale). La posizione esterna dello scroto, quindi la distanza dei testicoli dalla sinfisi pubica, è regolata dal muscolo dartos e dalla sua capacità di contrarsi e rilassarsi in funzione della temperatura. Infatti, se la temperatura dei testicoli sale, la sintesi degli spermatozoi (spermatogenesi) viene inibita; di conseguenza, quando fa freddo, la contrazione della muscolatura scrotale porta i testicoli in posizione più vicina al corpo, facendo apparire più raccolta e raggrinzita la borsa scrotale; viceversa, in ambiente caldo lo scroto si presenta allungato, liscio e flaccido. Anche il muscolo cremastere contribuisce a mantenere la temperatura testicolare, regolandone il funzionamento.
Il gubernaculum testis è un’appendice fibrosa, una lamina connettivale che fissa il polo inferiore del testicolo alla borsa scrotale. All’interno dello scroto i testicoli sono appesi all’estremità inferiore del corrispondente funicolo spermatico.
Oltre ai testicoli, lo scroto accoglie anche i relativi epididimi ed il tratto inferiore del funicolo spermatico. Per approfondire: Scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

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Anatomia umana

Schema del testicolo
1: Lobuli del didimo/setti
2: Tubuli seminiferi contorti
3: Lobuli del didimo/setti
4: Tubuli seminiferi rettilinei
5: Dotti efferenti
6: Rete testis

Nello schema non è presente l’epididimo, una rete contorta, che raccoglie le terminazioni dei dotti efferenti e sfocia in un dotto deferente, un tubulo rettilineo. I testicoli, o didimi, sono di forma ovale e misurano in media 5 centimetri di lunghezza, 3 centimetri circa di larghezza e 3 centimetri circa trasversalmente. Il peso dei testicoli di un adulto è di circa 18-22 grammi l’uno, compreso l’epididimo, che da solo può pesare 4 gr. Il testicolo sinistro è posizionato lievemente più in basso del destro, la ragione di questo fatto è dovuto all’anatomia delle vene genitali, in quanto la vena genitale sinistra si riversa nella vena renale, mentre la destra sfocia nella vena cava inferiore; in ragione della diversa lunghezza, l’elasticità dei condotti venosi permette al testicolo sinistro di discendere più in basso.

La produzione degli spermatozoi non comincia fino alla pubertà, anche se segue il modello della produzione di ormoni riducendosi in età avanzata. Gli spermatozoi vengono prodotti in ogni testicolo in speciali strutture chiamate tubuli seminiferi con l’ausilio e la protezione delle cellule del Sertoli. Questi tubicini sono al centro di ogni testicolo e sono collegati con una serie di condotti che convogliano lo sperma ad altri importanti organi e, alla fine, fuori dal pene, se ciò è richiesto.

In ogni testicolo, vicino ai tubuli seminiferi, ci sono numerose cellule chiamate cellule interstiziali o cellule di Leydig. Esse sono responsabili della produzione dell’ormone sessuale maschile (testosterone) che viene secreto direttamente nei vasi sanguigni circostanti. Al momento della pubertà, la maggior parte dei cambiamenti che avvengono nel ragazzo è prodotta dalla maggior quantità di testosterone che scorre nel suo corpo. Durante l’eccitazione sessuale i testicoli aumentano di grandezza. Il sangue riempie i vasi sanguigni che si trovano in essi causando il loro ingrandimento. Dopo l’eiaculazione essi tornano alle loro normali dimensioni. Subito prima dell’eiaculazione i testicoli vengono tratti molto vicini al corpo. Dopo l’eiaculazione essi ritornano alla loro posizione usuale nello scroto.

Il medesimo avvicinamento dei testicoli al corpo avviene nei momenti di intensa paura, collera o quando l’uomo ha freddo. In questo modo, naturalmente, il corpo protegge questo meccanismo delicato e vulnerabile. I testicoli pendono fuori dal corpo per potere stare alla temperatura leggermente più bassa che è richiesta per la produzione dello sperma. Quando la stagione è molto calda o durante un bagno tiepido essi pendono più in basso del normale, lontano dal corpo e dal suo calore; al contrario, nella stagione fredda, essi si avvicinano al tepore del corpo per mantenere una temperatura ottimale. Se vengono tenuti alla temperatura corporea, i testicoli non sono più in grado di produrre spermatozoi e l’uomo diventa sterile. Quando i muscoli dell’uomo si tendono, per esempio quando egli si prepara a una fuga o a un’aggressione oppure subito prima dell’eiaculazione, un insieme di muscoli posto nello scroto spinge automaticamente i testicoli verso l’alto, questi sono la fascia cremasterica, la fascia spermatica interna e la fascia spermatica esterna.

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Anatomia microscopica del testicolo

Il testicolo è costituito dalla tunica albuginea e dalle sue dipendenze, da un parenchima costituito dai tubuli seminiferi, e dallo stroma che circonda i tubuli seminiferi e contenente quest’ultimo le cellule di Leydig a funzione endocrina. La tonaca albuginea è la tonaca più intima del testicolo, costituita da tessuto connettivo fibroso denso con fasci di fibre di collagene ad andamento parallelo; è resistente e inestensibile, spessa tra lo 0,5 e 1 mm, e all’esterno continua con l’epiorchio. Negli strati più superficiali troviamo fibrocellule muscolari lisce mentre negli strati più profondi troviamo fibre elastiche. Dalla faccia profonda dell’albuginea, detta tonaca vascolosa perché riccamente vascolarizzata, si dipartono dei setti convergenti verso il mediastino testicolare (o corpo di Highmoro) che si approfondano all’interno del testicolo delimitando circa 300 logge. Ciascuna loggia ha forma piramidale, con la base volta verso la superficie del testicolo e l’apice in corrispondenza del mediastino testicolare (dà passaggio alla rete testis).

Il parenchima, di colorito roseo giallastro, riempie le logge, all’interno delle quali si organizza in lobuli. Ciascun lobulo contiene tubuli seminiferi contorti, le cui estremità si uniscono a formare i tubuli retti che sboccano nella rete testis, posta a livello del mediastino testicolare, una serie di tubuli riccamente anastomizzati. Dalla rete testis si dipartono circa 15-20 condottini efferenti che confluiscono a formare l’epididimo. I tubuli seminiferi contorti sono lunghi da 30 cm a 70 cm e occupano il poco spazio a loro disposizione grazie al loro andamento convoluto.

La parete dei tubuli seminiferi è costituita da epitelio pluriseriato detto epitelio germinativo che poggia su una lamina propria. L’epitelio germinativo comprende accanto alle cellule germinali in diverso stato differenziativo le cellule del Sertoli, che sono cellule di sostegno. Le cellule del Sertoli sono cellule di derivazione mesodermica non spermatogeniche che oltre a sostenere e a nutrire gli spermatozoi svolgono importanti funzioni endocrine. Si estendono per tutto lo spessore dell’epitelio con la base che poggia sulla membrana basale e l’apice verso il lume; l’apice presenta delle infossature entro cui sono contenute le teste degli spermatidi in via di sviluppo. Sono riconoscibili per il nucleo triangolare con nucleolo evidente e cromatina dispersa. Le cellule del Sertoli sono unite da complessi giunzionali, tight junctions, che suddividono l’epitelio germinativo in due compartimenti conosciuti come basale e come luminale. Le cellule del Sertoli mediano quindi gli scambi metabolici tra il compartimento luminale degli spermatidi quello sistemico costituendo una barriera ematotesticolare che isola gli spermatidi dal resto dell’organismo, proteggendoli dal sistema immunitario.

Il citoplasma è acidofilo, con gocciole lipidiche, scarso RER e abbondante REL. Sono talora visibili aggregati proteici noti come corpi di charcot bottcher. Troviamo anche lisosomi primari e secondari. Le cellule del Sertoli mediano la spermatogenesi e la spermiazione, riassorbono i corpi residui tramite fagocitosi. Svolgono anche funzione endocrina: producono ABP (Androgen Binding Protein), sotto lo stimolo dell’FSH ipofisario che concentra il testosterone favorendo la spermatogenesi; secernono inibina che agisce con feedback negativo a livello ipotalamo ipofisario.

Le cellule germinali sono cellule in vario stadio differenziativo. Quelle in stadio precoce di sviluppo si trovano perifericamente mentre quelle negli stadi tardivi prospettano verso il lume. Il processo attraverso il quale gli elementi cellulari passano dalla periferia al lume prende il nome di spermatogenesi. Dura 74 giorni circa e comprende la spermatogoniogenesi (proliferazione per mitosi delle cellule germinali primitive, da cui originano gli spermatociti primari), la spermatocitogenesi (divisione meiotica degli spermatociti primari a formare spermatociti secondari e da questi gli spermatidi) e la spermiogenesi (differenziazione degli spermatidi in spermatozoi maturi, non si hanno fenomeni moltiplicativi). Nello stroma vi sono le cellule di Leydig che producono sotto lo stimolo dell’ormone ipofisario LH o ICSH ormoni androgeni, dei quali il testosterone rappresenta il prototipo.

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Eiaculazione retrograda: quando lo sperma non esce o è troppo poco

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma EIACULAZIONE RETROGRADA QUANDO SPERMA NON ESCE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari.jpgL’eiaculazione retrograda (retrograde ejaculation in inglese) è una patologia in cui lo sperma, durante l’orgasmo maschile, viene eiaculato totalmente o in parte nella vescica urinaria anziché fuoriuscire dal meato uretrale (l’apertura all’apice del glande del pene) tramite l’uretra peniena. L’eiaculazione viene definita “retrograda” proprio perché l’emissione del liquido seminale avviene in direzione contraria a quella fisiologica, non verso l’esterno ma verso la vescica. L’eiaculazione “fisiologica”, invece, viene invece definita “anterograda”, appunto perché il liquido seminale viene espulso verso l’esterno.

Differenza tra eiaculazione retrograda e aneiaculazione

L’aneiaculazione è un disturbo diverso dall’eiaculazione retrograda, per approfondire le differenze tra le due patologie, segui questo link: Differenza tra eiaculazione retrograda e aneiaculazione

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Sintomi e segni

Il paziente prova un orgasmo con le tipiche contrazioni, non dissimile da un orgasmo di un paziente sano, con la differenza che lo sperma non viene emesso all’esterno, oppure fuoriesce dal pene in quantità ridotta rispetto alle quantità medie emesse da un maschio adulto sano (da 2 a 5 ml di sperma). L’eiaculazione retrograda non provoca alcun dolore al paziente.

Cosa accade allo sperma rimasto all’interno del corpo?

Lo sperma, rimasto intrappolato all’interno della vescica, viene espulso insieme all’urina durante le minzioni immediatamente successive alla mancata eiaculazione.

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Cause e fattori di rischio

In condizioni di normalità, durante l’emissione di sperma, una serie di meccanismi automatici impedisce al liquido seminale di raggiungere la vescica. L’eiaculazione retrograda è dovuta nella maggioranza dei casi all’impossibilità da parte dell’imbocco della vescica di chiudersi durante l’atto eiaculatorio, e ciò permette il flusso spermatico retrogrado.
La mancata chiusura dell’imbocco della vescica è causata, a sua volta, da traumi fisici a livello vescicale, da patologie o da deficit neurologici, congeniti od acquisiti.
L’eiaculazione retrograda rappresenta un problema che riguarda molti pazienti con diabete: la neuropatia diabetica sembra infatti la maggior responsabile del danneggiamento a carico della connessione nervosa alla vescica.
Tra gli altri fattori causali direttamente implicati nell’eiaculazione retrograda, spiccano anche l’assunzione di alcuni farmaci, le disfunzioni della prostata, deficit del sistema nervoso autonomo, complicanze chirurgiche che interessano prostata e collo vescicale, e l’intervento TURP (acronimo di resezione endoscopica trans uretrale prostatica, il più noto intervento volto al trattamento dell’ipertrofia prostatica).
L’eiaculazione retrograda è stata diagnosticata anche dopo interventi chirurgici mirati, quali elettroresezione endoscopica di adenomi prostatici di natura benigna, adenomiectomia prostatica, chirurgia spinale e degli organi pelvici, chirurgia del retro peritoneo. Le cause più comuni di eiaculazione retrograda sono sinteticamente:

  • diabete;
  • disfunzioni del sistema nervoso autonomo;
  • disfunzioni della prostata;
  • complicazioni di operazioni chirurgiche a carico della prostata compiute attraversando l’uretra o di una linfoadenectomia retroperitoneale;
  • farmaci, principalmente antipertensivi, antidepressivi e neurolettici, in particolare, i farmaci neurolettici ed antipertensivi aumentano la probabilità di generare questo disturbo.

Diagnosi

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi viene confermata se si riscontra un elevato numero di spermatozoi in un campione di urina dopo l’eiaculazione. L’eiaculazione retrograda è indistinguibile dall’aneiaculazione, specie nella sua variante orgasmica, senza un esame delle urine che constati la presenza di spermatozoi nell’urina. E’ importante però ricordare che, in un paziente affetto da azoospermia (nello sperma non sono presenti spermatozoi), l’assenza di spermatozoi nelle urine non esclude con certezza l’eiaculazione retrograda: in simili frangenti, è consigliata la ricerca del fruttosio nell’urina.
Tra le altre strategie diagnostiche, anche l’ecografia prostatica trans rettale potrebbe rappresentare un valido aiuto per l’indagine di eventuali anomalie morfologico-strutturali delle vescicole seminali.

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Trattamento e complicanze fisiche e psicologiche

L’eiaculazione retrograda, come facilmente intuibile, può risultare in un’evidente causa di sterilità, oltre a determinare danni psicologici non indifferenti nel paziente. Per approfondire continua la lettura con questo articolo: Eiaculazione retrograda: cure e complicanze fisiche e psicologiche

Integratori alimentari efficaci nel migliorare quantità di sperma, erezione e libido maschile e femminile

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Differenze tra orgasmo vaginale e clitorideo

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTUREQuando si parla di sessualità femminile, spesso di finisce a discutere sul fatto che esistano “orgasmo clitorideo” ed “orgasmo vaginale” nella donna, come due entità separate, piuttosto che come due facce della stessa medaglia. Esistono davvero due diversi tipi di orgasmo nella donna? Per la verità non tutti gli studi scientifici a riguardo vanno nella stessa direzione. Cerchiamo di analizzare la questione.

Tutto comincia con Freud

La terminologia di “orgasmo vaginale” è stata introdotta nei primi del ‘900 dal famoso neurologo e psicoanalista, fondatore della psicoanalisi, Sigmund Freud. Lo scienziato austriaco identificava l’orgasmo vaginale come una sorta di raggiungimento della piena maturità sessuale, in contrapposizione all’orgasmo clitorideo, che veniva considerato immaturo e tipico delle fasi precedenti alla maturità sessuale. Ricerche successive hanno portato alla scoperta addirittura di un terzo tipo di orgasmo: quello della cervice. Da allora questa classificazione è stata più volte messa in discussione da svariate ricerche, tuttavia questa distinzione a mio avviso esiste. La distinzione tra le aree che originano l’orgasmo vaginale e quello clitorideo è infatti supportata dalle osservazioni cliniche. È stato osservato, attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica durante l’autoerotismo, che le aree sensoriali attivate nel cervello femminile sono diverse a seconda che l’orgasmo sia clitorideo, vaginale o cervicale.

Leggi anche: Contrazioni vaginali durante l’orgasmo femminile [VIDEO] Attenzione: immagini sessualmente esplicite

Differenze tra orgasmo vaginale e clitorideo

Le donne quindi, secondo vari studi scientifici, possono avere un orgasmo generato dalla stimolazione del clitoride, della vagina o dalla combinazione dei due. E allora, quali sono le differenze tra questi due tipi di orgasmo?
L’orgasmo clitorideo è il più comunemente sperimentato ed il più raggiungibile da tutte le donne, anche in tenera età. Il clitoride è esposto all’esterno e ciò lo porta ad essere stimolato facilmente dal partner durante l’atto sessuale, specie nella posizione “del missionario” dove il clitoride viene ad essere ripetutamente e ritmicamente stimolato dal pube dell’uomo durante la penetrazione.
Il clitoride è il primo che viene stimolato dalla donna in giovane età, ancor prima della penetrazione maschile, essendo facilmente accessibile senza traumi, al contrario delle pareti vaginali che sono difficilmente accessibili quando la donna è vergine, a causa dell’imene integro, il setto di membrana mucosa che ricopre parzialmente l’esterno dell’apertura della vagina.
Una volta raggiunto l’orgasmo clitorideo, il corpo è pervaso da un senso di calore, elettricità e contrazioni che possono durare vari secondi. Alcune donne comunque hanno un clitoride più sensibile rispetto ad altre e la sua stimolazione eccessiva o con un eccesso di pressione può essere vissuta come irritante da alcune donne e causare disagio piuttosto che piacere.
Mentre l’orgasmo clitorideo è stato provato almeno una volta nella vita da tutte le donne adulte, la stessa cosa non si può dire di quello vaginale: l’orgasmo vaginale è molto meno frequente (20% degli orgasmi) ed è legato alla penetrazione durante il rapporto. Viene provocato dalla pressione e la frizione di pene, dita o sex toys nell’area della parete frontale della vagina, dove in alcune donne è presente il punto G. La stimolazione vaginale provoca un orgasmo più intenso, di durata variabile, caratterizzato da una sensazione di profonda pulsazione delle pareti vaginali, specie quella anteriore dove si trova il punto G.

La distinzione tra i due tipi di orgasmo non è ancora universalmente accettata dalla comunità scientifica. E’ importante ricordare infine che la distinzione tra orgasmo vaginale e clitorideo ha purtroppo provocato negli anni in alcune donne, una profonda sensazione di inadeguatezza dovuta alla presunta incapacità di raggiungere l’uno o l’altro orgasmo.

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La ragazza con due vagine [VIDEO]

In questo articolo: La ragazza con due vagine che ha dovuto perdere la verginità due volte, avevamo parlato di Hazel Jones, una 27enne inglese che ha la particolarità di possedere due organi genitali femminili. Oggi vi proponiamo una breve intervista in inglese dove la ragazza racconta la propria “malformazione” e di come la vive.

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La ragazza con due vagine che ha dovuto perdere la verginità due volte

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DONNA DUE VAGINE VERGINITA PER DUE VOLTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgHazel Jones, la ragazza che vedete in foto, sembrerebbe una normalissima ragazza come tante altre, eppure ha una particolarità che la rende unica: possiede due organi genitali femminili. La 27enne inglese ha raccontato la sua storia a This Morning, una seguitissima trasmissione del canale ITV1 del Regno Unito. La sua peculiare conformazione fisica è conosciuta come uterus didelphys, una malformazione molto rara: le tube del suo sistema riproduttivo non convergono in un utero solo ma si sono sviluppate in modo indipendente con il risultato che lei ora ha due uteri, due vagine e due cervici.

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Nessuno si è accorto di nulla

Per molti anni nessuno si è reso conto di questa situazione molto particolare, né lei né i genitori né i suoi medici. Solo a 18 anni i due organi genitali sono stati riconosciuti come tali, grazie al suo fidanzato che aveva notato delle stranezze nei genitali della ragazza. Fin dalla pubertà lei aveva pensato che qualcosa non andasse per il verso giusto, perché i primi cicli mestruali si erano rivelati ben più dolorosi di quelli delle sue coetanee. Solo grazie all’acuta osservazione del fidanzato, però, la strana conformazione è venuta alla luce in maniera definitiva.

Leggi anche: Andrew Wardle: “Sono nato senza pene ma sono stato con oltre cento donne”

Due volte vergine

Cosa ha provato la ragazza alla scoperta della sua particolare malformazione? “Appena l’ho scoperto, l’ho detto a tutti! Ho pensato subito che fosse una cosa straordinaria. Argomento ideale per rompere il ghiaccio alle feste. E se una ragazza vuole dare un’occhiata, non ho problemi a mostrarle le mie parti intime: non è una cosa che mi imbarazza”.
Un’altra cosa particolare legata alla presenza di una doppia vagina è che Hazel Jones ha dovuto perdere due volte la verginità perché provvista di due imeni. Nessun imbarazzo per lei, dunque, né voglia di cambiare con l’ausilio della chirurgia, anche se dal punto di vista medico questa situazione potrebbe diventare molto pericolosa in caso di gravidanza.

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Le 10 cose che non sai su vagina, clitoride ed orgasmo femminile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 10 COSE NON SAI VAGINA ORGASMO CLITORIDE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpg1) La vagina non è un organo passivo, ma una struttura altamente dinamica con un ruolo attivo nell’eccitazione sessuale e nel rapporto sessuale

2) I rapporti anatomici e le interazioni dinamiche tra il clitoride, l’ uretra, e la parete anteriore vaginale hanno portato al concetto  di clitoretrovaginale (CUV);  una zona complessa, morfofunzionale poliedrica che, se correttamente stimolata durante la penetrazione, potrebbero indurre reazioni orgasmiche.

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3) La vagina è autopulente. Di fatto, grazie ad un meccanismo fisiologico, la mucosa vaginale si mantiene sempre linda e in perfetta forma.

4) l’orgasmo viene raggiunto:

  • il 70% delle volte con la stimolazione clitoridea
  • il 20% con il bacio
  • il 10% con l’esercizio fisico
  • il 3% durante la nascita del bambino
  • il 53% con l’utilizzo del vibratore

5) Non tutte le donne possiedono il punto G.

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6) Nel cervello della donna, quattro sono le molecole principali relativi alla sfera amorosa:

  • ossitocina: l’ormone dell’innamoramento e dell’affettività, le cui scariche favoriscono le contrazioni, inebriano il corpo a ondate al momento dell’orgasmo.
  • prolattina: il pre-ormone che favorisce il desiderio, la gratificazione sessuale e il rilassamento.
  • dopamina: La feniletilamina stimola il rilascio di dopamina che a sua volta favorisce il desiderio sessuale. All’aumentare della prolattina diminuisce la dopamina.
  • endorfine: oppioidi endogeni che favoriscono  l’affettività.

7) Il clitoride è un piccolo pene. Esso è formato da tessuto erettile, che cresce di misura ed emerge quando la donna è eccitata.

8) La donna ha 8000 terminazioni nervose implicate nella sfera sessuale.

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9) L’orgasmo femminile è da medaglia d’oro. Il record mondiale raggiunto in un’ora è di ben 134 orgasmi.

10) Non sono solo le dimensioni del pene a fare la differenza. Anche la vagina è allungabile. Mediamente la sua estensione è di circa 9 cm, ma può arrivare fino al doppio della sua lunghezza. Doppia gioia per entrambi dunque.

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