Le aziende vendono di più se i prodotti sono più appetitosi: troppo sale negli alimenti confezionati

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SUPERMERCATO MARKET CIBO SPESA CIBO CARRELLO COMPRARE ETICHETTA ALIMENTI DIETA (3)I cibi pronti in vendita nei supermercati contengono troppo sale. È questa la conclusione di un’indagine condotta in Francia dalla rivista Process Alimentaire su 341 prodotti presenti sugli scaffali della grande distribuzione e discount. Gli alimenti sono stati suddivisi in 12 grandi gruppi, dai cereali per la colazione ai latticini, dalle zuppe di verdura ai preparati di carne, come le crocchette di pollo. I più salati sono risultati la pizza surgelata (in media 1,76 grammi di sale per porzione che lievitano a 1,82 grammi per quella fresca) e i ravioli in scatola: 3,42 grammi per una porzione da 400 grammi (a dire il vero piuttosto consistente). Dall’indagine è emersa una certa variabilità per ogni categoria in stretta relazione con gli ingredienti utilizzati (salse per i condimenti e di farcitura).

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I 10 cibi che ti aiutano a combattere lo stress del periodo natalizio

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO CHIRURGO DOLCE NATALE PANETTONEMeglio si mangia, meno si è stressati. E, nonostante tutto sembri suggerire il contrario, il periodo natalizio può diventare una fonte di stress e ansia: la corsa ai regali, il traffico nei centri commerciali, l’incontro con suoceri e cognati che per tutto l’anno si è cercato di evitare… Ma, come spiega Health.com ci sono alcuni alimenti che in questo periodo possono darci una forte mano: perché non organizzare un gustosissimo cenone anti-stress?

1. ARANCE ROSSE

Sono ricche di vitamina C, il che non solo aiuta le difese immunitarie dell’organismo, ma aiuta anche il cervello ad essere più reattivo e a reggere meglio lo stress.

2. AVENA

È facilmente digeribile, ma regala il giusto apporto di carboidrati. Poiché non contiene zuccheri raffinati, non stimola una sovra-produzione di insulina, ma aiuta il cervello a liberare la serotonina.

3. CAMOMILLA

Un classico! Aiuta a ridurre lo stress, aiutando il corpo a rilassarsi e permettendo di addormentarsi con più facilità.

4. TACCHINO 

Contiene triptofano, un amminoacido che stimola la produzione di serotonina che, a sua volta, induce uno stato di calma (a patto che sia accompagnato da una moderata dose di carboidrati).

5. MANDORLE  

Contengono le vitamine B ed E, che aiutano il sistema immunitario e regolano l’umore, aggiungendo anche una buona dose di magnesio, in grado di combattere l’emicrania.

6. CARNE DI MANZO  

Purché proveniente da animali allevati allo stato semi-brado, la carne di manzo contiene omega3, omega6 e creatinina, che aiuta a risollevare l’umore, specialmente nelle donne.

7. PATATE DOLCI  

Sono ricche di licopene, un antiossidante, che toglie l’infiammazione.

8. SALMONE  

Gli omega3 fanno bene all’organismo, e il salmone ne è ricco. Aiuta anche a tenere sotto controllo i livelli di cortisolo e adrenalina.

9. LENTICCHIE

Oltre che a portare fortuna sono ricche di acido folico, un anti-depressivo naturale.

10. OSTRICHE 

Contengono più zinco di qualsiasi altro alimento, e lo zinco è un toccasana per l’ansia.

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Gli energy drink modificano l’attività del cuore

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALCOL ALCOLICO BERE ALCOLISMO BIRRA VINO SUPERALCOLICO ALCOLICI SPUMANTE CHAMPAGNE COCKTAIL BICCHIERE BOTTIGLIA PUBUn’analisi tedesca su 18 persone sane dimostra che gli energy drink hanno un effetto diretto sull’attività del cuore. Iniziano a comparire gli studi non epidemiologici sugli effetti cardiaci degli energy drink, finora dedotti soltanto dai casi segnalati in tutto il mondo in seguito a ricoveri e anche a qualche decesso. Nei giorni scorsi è stata presentata all’ultimo meeting annuale della Radiological society of North America, una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bonn, in Germania, che documenta, senza possibilità di equivoco, l’esistenza di questi effetti.

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Le malattie cardiache si stanno globalizzando

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MONDO SPAZIO TERRA PIANETA ASTRONAUTALa “globalizzazione” delle malattie cardiovascolari è una realtà: si stanno diffondendo sempre più nei Paesi in via di sviluppo a causa dell’aumento dei fumatori e dell’effetto imitativo rispetto a errati stili di vita dei popoli ricchi, in particolare a livello di alimentazione. Secondo il Global adult tobacco survey, più del 40% degli uomini fa regolarmente uso di tabacco in 8 dei 14 Paesi a reddito medio-basso analizzati. I livelli medi di pressione sanguigna misurati in Africa sono fra i più alti al mondo e, al contrario dei Paesi sviluppati, si registra un costante aumento sia tra gli uomini sia tra le donne sin dagli anni Novanta. E poi in Africa del Nord e in Medio Oriente la misura del giro vita è fra le più grandi al mondo e l’aumento nell’assunzione di grassi e di cibi “spazzatura” occidentali sta causando un aumento del rischio. Inoltre in alcuni Paesi, il rapido sviluppo economico sta causando un ingente degrado ambientale, oltre all’inquinamento dell’aria e acustico.

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Combattere l’ipertensione quando i farmaci non funzionano più: la tecnica della denervazione renale

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare Combattere l’ipertensione farmaci non funzionano tecnica della denervazione renaleUna particolare tecnologia, la denervazione renale, sembra offrire una possibilità terapeutica per i pazienti ipertesi i cui valori pressori non possono essere controllati dalle terapie farmacologiche attualmente disponibili. «Sono un miliardo nel mondo i pazienti ipertesi e, nonostante i progressi nel campo delle terapie, il 22% di loro non ha un buon controllo pressorio – ricorda Silvio Bertoli, direttore della U.O. Nefrologia e Dialisi, IRCCS Multimedica, Sesto San Giovanni (MI) -. In questo gruppo bisogna considerare coloro che non assumono correttamente le terapie, ma esiste un numero di pazienti la cui ipertensione è resistente nonostante una terapia adeguata». Sono questi i potenziali candidati alla procedura.

Continua la lettura su https://www.corriere.it/salute/cardiologia/13_luglio_14/denervazione-renale_b89f2aa6-8b21-11e2-b7df-bc394f2fb2ae.shtml

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Cosa si intende per ipertensione arteriosa e come fare a combatterla

Cosa si intende per ipertensione arteriosa e come fare a combatterlaL’ipertensione arteriosa è la malattia più diffusa a livello mondiale, soprattutto nei paesi più industrializzati, e rappresenta il principale fattore di rischio di una malattia cardiovascolare. In Italia circa il 15 – 20% della popolazione soffre di questa malattia.

Ma, che cos’è l’ipertensione arteriosa?

L’ipertensione arteriosa è l’aumento patologico e costante della pressione del sangue nelle arterie.
Nel nostro sistema circolatorio la pressione sanguigna dipende dal flusso di sangue che il cuore riesce a pompare e dalla resistenza che gli viene opposta dalle arterie.
La pressione varierà perciò a seconda che il cuore sia in fase di contrazione – sistole – o in fase di dilatazione – diastole –, fase in cui il flusso sanguigno è mantenuto dall’elasticità delle arterie.
Nella definizione della patologia è più importante la pressione minima (sistolica), perchè anche lievi aumenti possono avere conseguenze rilevanti, specialmente se abbinati ad altri fattori di rischio come il peso, l’ età, il sesso, la menopausa, l’indice vita/ fianchi, una predisposizione genetica, il diabete, l’attività fisica, ecc.
Un individuo è riconosciuto iperteso quando presenta valori di pressione arteriosa fra valori minimi e massimi compresi tra 96 – 110 mmHg e 160 – 180 mmHg.

I sintomi più comuni della ipertensione sono: pesantezza del capo, malessere generale, vertigini, stordimento, crampi, disturbi cardiovascolari (emorragie, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, ecc) , ma l’ 80% degli ipertesi non presentano sintomi, situazione che aumenta il rischio di morte. Per questo molte volte l’ipertensione viene riconosciuta come “nemico silenzioso” ed è importante sottoporsi a frequenti misurazioni della pressione, specialmente per le persone a rischio, con precedenti familiari di ipertensione o per coloro che sospettano di soffrire di questo problema.
L’ipertensione provoca danni alle arterie, al cuore, ai reni, alla retina e al cervello, per questo è importante prevenire e curare questa alterazione.

Nel trattamento dell’ipertensione sono fondamentali tre aspetti: la dieta, l’attività fisica e la terapia. È importante sottolineare che la terapia medica da sola non può diminuire i livelli di pressione arteriosa se non viene accompagnata ad una dieta iposodica (controllata in sodio / sale) e da una corretta attività fisica. Solo i pazienti che adottano un cambio di vita hanno successo nel controllo della pressione.

Raccomandazioni per chi soffre d’Ipertensione

1) La prima cosa che si raccomanda per diminuire la pressione arteriosa è la riduzione dell’ apporto di sodio nell’alimentazione di ogni giorno.
La principale fonte di sodio è il cloruro di sodio, ovvero il sale di cucina, che utilizziamo tutti i giorni per dare sapore ai nostri cibi.
Ma molti altri alimenti, in un modo o nell’altro, apportano del sodio.
Perchè si limita l’apporto di sodio? Perchè il sodio aumenta il volume del sangue circolante, con conseguente aumento della pressione arteriosa e alterazione dell’equilibrio idrosalino.
La raccomandazione di sodio per un soggetto normale non iperteso è di 5 – 6 grammi di sale al giorno, mentre per l’iperteso va da 1 a 3 grammi, secondo i livelli di pressione arteriosa.

2) Il secondo passo è ridurre il peso, se il soggetto presenta obesità o sovrappeso, perchè per ogni chilo di sovrappeso che la persona ipertesa presenta, i livelli di pressione arteriosa aumentano del 8%.

3) Il terzo aspetto da considerare è l’attività fisica. Si è dimostrato che per gli ipertesi il miglior esercizio è la camminata in superficie piana per 1 ora al giorno, divisibile anche in due sezioni da 30 minuti. La frequenza deve essere di 3 volte alla settimana.

4) E al quarto posto si trova la terapia farmacologia, quando il caso è grave e nel caso in cui la dieta e l’attività fisica non siano sufficienti per mantenere stabili i livelli di pressione.

Altri fattori di rischio modificabili che devono essere controllati a fine di migliorare i livelli di pressione arteriosa sono:

Lo stress: se vivi una vita veloce, con molte responsabilità e poco tempo da dedicare al benessere e al relax, devi riflettere e cominciare a gestire meglio lo stress, cercando più tempo da dedicare a te stesso, perchè lo stress aumenta i livelli di pressione arteriosa. Bisogna acquisire un buon autocontrollo in alcune situazioni, per non soffrire inutilmente di stress. Esistono inoltre alcune tecniche di rilassamento molto efficaci come il yoga, corsi di rilassamento, ecc.
Riguardo all’alimentazione, una carenza di magnesio può provocare un aumento dei livelli di stress.

Come deve comportarsi una persona a cui sia stata diagnosticata una Ipertensione Arteriosa?

1) Ridurre il peso corporeo se ci si trova in sovrapeso o obesità.
2) Abolire il fumo.
3) Aumentare l’attività fisica.
4) Ridurre l’apporto di sale ed alcol.
5) Mantenere attraverso la dieta un adeguato apporto di potassio, calcio e magnesio.
6) Ridurre lo stress.

Raccomandazioni Dietetiche per l’iperteso
1) Aumentare il consumo di frutta e vegetali.
2) Consumare carne rossa (vitello) non più di tre (3) volte a settimana.
3) Non aggiungere sale alle pietanze, si può dare sapore al cibo con altri condimenti (prezzemolo, origano, aglio, pepe, ecc)
4) Consumare alcool con moderazione: non più di 2 bicchieri di vino al giorno per l’uomo e 1 per la donna.
5) Aumentare il consumo di pesce in quanto ricco di Omega – 3 ,specialmente il salmone ed il tonno.
6) Auntocontrollarsi con il consumo di dolci e bevande zuccherate.
7) Sostituire i formaggi salati con quelli non salati.
8) Eliminare il consumo di alimenti conservati in sale, lattine , insaccati, scatolame e affumicati.
9) Preferire il pane e la pasta ridotti in sale.

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Omega 3 e gli acidi grassi essenziali per la salute e la bellezza

MEDICINA ONLINE VEGAN GIRL VEGETARIAN EAT WOMAN DINNER CRUDISTI FRUTTARIANI VEGETARIANI VEGETARIANI DIFFERENZE VERDURA CARNE CIBO PROTEINE WALLPAPER HD PHOTO PICTURE HI RES EATING MANGIARE DIETA RICETTA CIBO CAROTA VEGETALI KCALGli acidi grassi essenziali EFA (acronimo dell’inglese Essential Fatty Acids) offrono elementi fondamentali per il benessere del nostro corpo e sono quindi particolarmente importanti nella nostra alimentazione. Tra le molte qualità benefiche degli acidi grassi troviamo la capacità di abbassare la pressione sanguigna, regolare la temperatura corporea, proteggere da varie patologie infiammatorie, regolarizzare la produzione ormonale, sensibilizzare le fibre nervose, combattere i segni del tempo.
Possiamo suddividere gli acidi grassi essenziali in Omega-3, Omega-6, Omega-9:

  • OMEGA-3 sono un utile aiuto per proteggersi contro il cancro, per prevenire l’artrite reumatoide e per diverse malattie infiammatorie.
  • OMEGA-6 sono di gran importanza ed aiutano nella lotta contro l’artrite, il diabete, la sclerosi multipla e le affezioni della pelle.
  • OMEGA-9, sebbene non considerati essenziali, risultano molto efficaci per combattere i segni del tempo sulla pelle e per combatterne l’invecchiamento.

Per poter assicurare al nostro organismo il corretto apporto di Acidi grassi si possono seguire due strade:
utilizzare integratori alimentari (generalmente sotto forma di pillole o capsule);
scegliere opportunamente i cibi da consumare giornalmente tra quelli più ricchi di questi acidi grassi essenziali (soluzione nutraceutica).

La scelta tra le due possibilità dipende naturalmente dalle abitudini alimentari di ognuno, partendo sempre dall’opportunità di introdurre naturalmente (tramite l’alimentazione) il nostro fabbisogno quotidiano di Omega-3, Omega-6, Omega-9, e optando per l’utilizzo di integratori in caso non si utilizzassero cibi ricchi di tali elementi. Nella valutazione è utile considerare anche che l’utilizzo regolare di integratori di acidi grassi essenziali Omega-3, Omega-6, Omega-9 risulta una scelta più costosa dal punto di vista economico, rispetto all’assunzione tramite l’alimentazione.

Ma vediamo in specifico quali alimenti si trovano gli acidi grassi:

  • Omega-3: pesce ed olii di pesce, linosa, soia e noci, così come uova di gallina alimentate con linosa o farina di pesce;
  • Omega-6: olii di girasole e mais;
  • Omega-9: nelle olive, le mandorle, nocciole, arachidi, pere e avocado.

Nota importante: una peculiarità degli acidi grassi è che sono molto sensibili alla cottura e per questo è opportuno consumare gli alimenti che li contengono evitando cotture troppo lunghe ed evitando totalmente la frittura.

FONTE

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