Chemioterapia in gravidanza: può far male al bambino?

MEDICINA ONLINE GRAVIDANZA INCINTA DIARREA FECI LIQUIDE FETO PARTO CESAREO DIETA FIBRA GRASSI ZUCCHERI PROTEINE GONFIORE ADDOMINALE MANGIARE CIBO PRANZO DIMAGRIRE PANCIA PESO INTESTINOUna donna che debba sottoporsi a chemioterapia nel corso della gravidanza, dovrebbe preoccuparsi per la salute del suo bambino? No, almeno secondo una ricerca effettuata in Belgio, Paesi Bassi e Repubblica Ceca e recentemente pubblicata sotto la responsabilità del professor Federic Amant dell’università di Lovanio (Belgio): lo sviluppo cardiovascolare e dei processi mentali del bambino non sarebbero infatti influenzati dall’assunzione di farmaci chemioterapici.

Lo studio

Nel corso dello studio osservazionale, settanta bambini nati fra il 1991 ed il 2010 da donne in cura con la chemioterapia, sono stati monitorati per un periodo di due anni. Oltre alla salute, sono stati presi in considerazione parametri come il quoziente intellettivo, la capacità mnemonica verbale e non verbale, la capacità di concentrazione ed eventuali disturbi emotivi o comportamentali. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che le donne incinte malate di tumore non debbano ritardare le cure o interrompere la gravidanza, dato che hanno riscontrato con certezza che i benefici della chemioterapia per la madre superino di gran lunga i potenziali danni per il nascituro.
Si tratta comunque di un argomento molto controverso, sugli sviluppi del quale si discute da molto tempo.

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I rischi maggiori

Approssimativamente dal secondo trimestre di gravidanza in poi gli schemi chemioterapici standard non dovrebbero comportare problemi per lo sviluppo del feto, a meno che non esistano ulteriori fattori di rischio. La letteratura recente sembra suggerire che l’interruzione della gravidanza non sia necessaria, almeno nella maggior parte dei casi, e soprattutto che non è necessario sottoporre né la madre ai rischi legati da un ritardo nell’inizio dei trattamenti antineoplastici né il nascituro al rischio di un parto anticipato. Diverso è il discorso per i farmaci biologici (come trastuzumab e lapatinib) sui quali ci sono solo dei casi aneddotici e le terapie ormonali per le quali esistono evidenze di possibili danni al feto. Nel corso del primo trimestre di gestazione è invece necessario, contemperando i rischi, rimandare l’inizio delle terapie (che avrebbero certamente un’influenza più consistente sullo sviluppo del nascituro) o procedere all’interruzione della gravidanza. È comunque da considerare il fatto che ci sono ancora poche evidenze sugli effetti a lungo termine sulla salute del bambino e specialmente sulla possibilità che la chemioterapia somministrata alla gestante possa influire sulle probabilità del nascituro di sviluppare neoplasie in età adulta. Anche nel caso sia necessario arrestare la gestazione, le donne in età fertile hanno la possibilità di preservare il proprio tessuto ovarico, anche senza la stimolazione ormonale per poter avere figli senza problemi anche dopo la terapia.

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Minor rischio di depressione post partum con nascite in inverno e primavera

MEDICINA ONLINE PARTO DEPRESSIONE POST PARTUM BABY BLUE NEWBORN GRAVIDANZA INCINTA ACQUA LATTE MATERNO SENO MAMMA FIGLIO BAMBINO BIMBO NEONATO PERICOLOSO BAMBINA IN TERAPIA INTENSIVA BIRTH WATER PICTURE WALLPAPER PICS HD.jpgMese del parto, durata della gravidanza e anestesia influiscono sul rischio di avere la depressione post partum. Le probabilità di soffrirne sono minori infatti per le donne che partoriscono in inverno o primavera, che arrivano alla fine della durata prevista della gravidanza e se gli viene somministrata l’anestesia, come l’epidurale, durante il travaglio. Lo suggerisce uno studio del Brigham & Women’s Hospital di Boston presentato al Congresso in corso della Società americana di anestesiologia. In particolare, in inverno e primavera si attiverebbe nella madre un meccanismo protettivo per il piacere di fare attività dentro casa con il proprio piccolo. Quando invece non si riceve l’analgesia, spiegano i ricercatori, c’è il rischio di vivere un travaglio traumatico, oppure, ipotizzano, è possibile che chi rifiuta l’anestesia abbia delle caratteristiche personali che la rendono più vulnerabile a questo tipo di disturbo.

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Il rischio di depressione post partum è inoltre più alto per chi ha un maggior indice di massa corporea, che può influire sull’aspetto e l’atteggiamento dopo il parto, mentre è minore per le donne di razza caucasica, forse per fattori socioeconomici. Infine, se il bimbo non nasce prematuro, la madre è meno stressata mentalmente al parto. “Volevamo vedere se c’erano alcuni fattori che possono influire sul rischio di sviluppare la depressione post partum e possono quindi essere prevenuti”, commenta Jie Zhou, coordinatore dello studio. Almeno il 10% delle donne soffre di ansia e problemi depressivi dopo il parto. I sintomi sono tristezza, irrequietezza, agitazione, minore concentrazione. Nello studio sono stati analizzati i dati medici di oltre 20mila donne che avevano partorito tra giugno 2015 e agosto 2017 nell’ospedale: di queste, 817, pari al 4,1%, avevano sofferto di depressione post partum.

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Giovane incinta morta per emorragia cerebrale, salva la figlia

MEDICINA ONLINE NEONATO BIMBO BAMBINO PANNOLINO INFERMIERA NEWBORN SCHIACCIA CADE MORTE TRAUMA CULLAUna 31enne è morta all’ospedale Maria Vittoria di Torino dove, sabato 30 settembre, è stata trasportata in gravi condizioni dopo essere stata colpita emorragia cerebrale. La donna era all’ottavo mese gravidanza. E’ stata una corsa contro il tempo combattuta da diverse équipes di medici continuamente al lavoro sul filo dell’emergenza. Si trattava di salvare la bimba che la mamma aveva in grembo, ma anche di donare gli organi con i quali accendere nuove speranze.

La donazione degli organi

Giorni difficili per la famiglia che ha vissuto il dramma e che però ha avuto la forza di disporre la donazione degli organi. Il personale sanitario ha lavorato intensamente nella notte tra lunedì e martedì per prelevare cuore, polmone, reni, cute, fegato e cornee che daranno una nuova possibilità di vita ad altre persone.

La piccola nata prematura

La bambina che la donna aveva in grembo è stata salvata dai medici. La piccola è nata con un parto al cesareo d’urgenza, ma oggi sta bene. È ricoverata nella terapia intensiva neonatale, ha 32 settimane e pesa 1,6 kg.

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Differenze latte 1 (di inizio) e 2 (di proseguimento): quando cambiare?

MEDICINA ONLINE NEONATO BAMBINO BIMBO FECI VOMITO BOCCA VOMITO FECALOIDE CAUSE COLORE VERDE GIALLO ROSSO MARRONE BILIARE CAFFEANO CIBO ALIMENTARE DIGESTIONE NAUSEA STOMACO MAL DI PANCIA ACQUA NON DIGERITO PEZZI COLITE COLONLe formule di inizio (latte 2)
Le formule di inizio del latte artificiale sono contrassegnate con il numero 1 (perciò vengono dette di “tipo 1” o starting formula) e sono state studiate proprio per nutrire i neonati da zero fino a quattro mesi di vita.
Ecco le caratteristiche principali di questo tipo di latte:

  • hanno un valore energetico tra 64 e 72 calorie circa per ogni 100 centimetri cubi;
  • il loro contenuto di zuccheri è costituito dal solo lattosio (lo zucchero presente nel latte) o anche da maltodestrine (zuccheri che, oltre a fornire un buon contenuto energetico, vengono assorbiti rapidamente da parte del-l’organismo);
  • contengono nelle giuste proporzioni gli acidi grassi essenziali Omega 6 e Omega 3, molto importanti in quanto l’organismo umano non è in grado di produrli da solo;
  • contengono 1,2-1,9 grammi di proteine ogni 100 millilitri: fino a qualche anno fa questa percentuale era quasi doppia, ma recenti studi hanno dimostrato che, per rispondere ai fabbisogni di un bambino di questa età, non è necessario sovraccaricare il lavoro dei reni.
Le formule di proseguimento (tipo 2)

Le formule di proseguimento del latte artificiale sono contrassegnate con il numero 2 (perciò vengono dette di “tipo 2”) e possono venire offerte ai bimbi a partire dai 4-5 mesi fino all’anno di vita. Intorno a questa età, infatti, il piccolo ha raggiunto una maggiore maturità dell’apparato digestivo e ha esigenze nutrizionali diverse rispetto a prima: comincia, infatti, anche lo svezzamento, cioè il passaggio graduale dal solo latte a un’alimentazione che comprende anche i primi cibi solidi.

No al latte di mucca

Le formule di proseguimento del latte artificiale rappresentano il miglior sostituto del latte di mucca, la cui introduzione è sconsigliata prima dell’anno, in quanto troppo povero di ferro o molto ricco di proteine. Rispetto al latte vaccino, queste formule hanno, infatti, un maggior contenuto di ferro, zuccheri, vitamine e acido linoleico (un acido grasso essenziale per l’organismo). Il contenuto di proteine è di poco superiore a quello delle formule di inizio, mentre la presenza di grassi è minore.

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In polvere o diluito

In commercio esistono formule in polvere, che vanno diluite prima del consumo, e latti invece già diluiti, quindi pronti per l’uso. I tipi più diffusi in Italia sono comunque quelli in polvere che hanno il vantaggio di durare a lungo e di avere un ingombro limitato. Quelli diluiti, invece, danno più problemi di “scorta”, ma hanno il vantaggio di non lasciare margini di errore durante la diluizione: non si rischia, cioè, di preparare un latte troppo denso o, al contrario, troppo leggero.

Latte per allergia o rigurgito

Esistono alcuni tipi di latte adatti ai bambini che hanno sviluppato un’allergia a questo alimento (che si manifesta con eruzioni cutanee, vomito e diarrea) o che presentano alcuni problemi della prima infanzia, come il rigurgito. In questo caso il pediatra potrà consigliare tipi speciali di latte (i delattosati, gli idrolisati, il latte di soia, gli antirigurgito).

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La vita è preziosa

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LA VITA E' PREZIOSA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpg

“La nostra prima figlia a cinque giorni: pesava solo 1,7 chili, ma era così contenta di essere viva! Ho guardato questa foto spesso per farmi forza, tra alti e bassi, nei giorni trascorsi in terapia intensiva. La vita è preziosa”.

E’ la lezione che Lauren Vinje, una mamma americana, ha voluto condividere con il web pubblicando su Facebook il sorriso contagioso rivoltole dalla sua prima figlia, nata prematura dopo appena qualche giorno di vita.

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Aborto spontaneo: quali sono le cause ed i sintomi precoci?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PERDITE BIANCHE GIALLE GRAVIDANZA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina AnoLa maternità è uno dei momenti più belli della vita di una donna. Spesso, però, capita che il sogno possa diventare un incubo a causa della perdita del bambino per un aborto spontaneo. Il rischio c’è in tutte le gravidanze, ma, nonostante tutto, quando avviene è sempre una doccia fredda e porta con sé tanto dolore e amarezza. Il periodo della gestazione in cui si presentano più aborti è concentrato nei primi tre mesi di gravidanza, cioè quando il feto è molto delicato e fragile.

Ma come avviene un aborto spontaneo? I dati sono abbastanza allarmanti: circa il 15% delle gravidanze termina con un aborto prima della tredicesima settimana. Esistono vari tipi di interruzione di gravidanza spontanea: c’è l’aborto incompleto o inevitabile, che si presenta con mal di pancia o mal di schiena che si accompagnano al sanguinamento. In questo caso avviene che il collo dell’utero appare aperto e, nell’aborto inevitabile, c’è una dilatazione o un accorciamento della cervice; ci troviamo di fronte ad un aborto completo quando l’embrione si è già impiantato nell’utero, il sanguinamento e i crampi sono di breve durata.

L’aborto interno o ritenuto, è difficilmente individuabile infatti l’embrione non viene espulso naturalmente fuori dal corpo e lo si può capire tramite un’assenza dei sintomi della gravidanza e del battito fetale; si parla di aborto ricorrente quando la donna è vittima di tre o più aborti spontanei durante il primo trimestre di gravidanza; l’aborto da uovo bianco/cieco (o gravidanza anembrionica) avviene quando l’ovulo fecondato si impianta nelle pareti uterine ma non cresce il feto. Poi l’aborto può avvenire anche nel caso di gravidanza ectopica (o extrauterina), cioè quando l’ovocita fecondato non si attacca alle pareti dell’utero ma alle tube; l’intervento deve essere immediato anche per salvaguardare la vita della madre.

Ma anche la gravidanza molare porta all’aborto spontaneo, questo tipo di gravidanza avviene quando la fecondazione provoca la crescita di tessuti anomali nell’utero che possono far pensare ad una gravidanza ma spesso non si ha nemmeno lo sviluppo di un embrione.

LE CAUSE

Quali sono le cause dell’aborto spontaneo e quali i fattori di rischio? L’elenco delle cause di un aborto spontaneo sono tante: problemi ormonali, infezioni o malattie della madre; lo stile di vita non correttoche vede la madre fumare, assumere droghe, non mangiare correttamente; problemi nell’impianto dell’ovulo nell’utero; traumi vissuti dalla madre; l’età avanzata della madre e più avanti con l’età si decide di concepire più rischi ci sono di essere vittima di un aborto.

I SINTOMI

Per accorgersi se si è vittima di un aborto spontaneo seguite l’elenco dei sintomi caratteristici di questo stato per potere agire velocemente per cercare di salvare il bambino:

  • mal di schiena la cui intensità varia in base alla gravità della situazione,
  • rapido dimagrimento,
  • viene espulso un muco di colore bianco rosato,
  • si avvertono delle vere e proprie contrazioni,
  • ci sono perdite marroni o di colore rosso vivo simili a mestruazioni con sangue coagulato,
  • diminuzione dei segni della gravidanza.

Ovviamente, vista l’importanza della situazione, non affidatevi a rimedi fai da te ma rivolgetevi al vostro ginecologo che potrà consigliarvi su come evitare il rischio di incorrere in un aborto spontaneo, o nel caso di un aborto già avvenuto, saprà far sì che non ci siano conseguenze per una futura gravidanza.

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Le 12 cose che ogni genitore fa di nascosto dai propri figli

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Dieta Peso Dietologo Roma Cellulite Sessuologia Smettere di fumare Rapporto Fratello maggiore più intelligente QIDiciamo la verità: tutti noi genitori amiamo i nostri figli, eppure gli raccontiamo una miriade di bugie! Sono ovviamente bugie a fin di bene come babbo Natale o la fatina dei denti. Ecco oggi una lista di cose/bugie/comportamenti che sono capitati veramente a tutti noi almeno una volta!

1) Sostituire il pesciolino morto con uno nuovo
Un grande classico per risparmiare ai nostri figli uno dei primi grandi dispiaceri della vita. Se poi il pesciolino rosso o la tartarughina nuova sono un po’ diversi dai precedenti si parte col solito “hai vivo quanto è cresciuto durante la notte”, oppure “hai visto che ha cambiato colore mentre tu eri all’asilo?”.

2) Accorciare una favola per andare a letto prima
“Allora c’era una volta una bella bambina con un cappuccio rosso…” gira pagina “Un giorno andò a far visita alla nonnina …” gira pagina “Poi un lupo travestito da nonna se la mangiò in un boccone …” gira pagina “Ma un cacciatore la salvò! Fine, ora si va a dormire.”

3) Dire che il regalo glielo comprerete quando arriverà lo stipendio
Quando ero piccolo e volevo un gioco nuovo, i miei mi dicevano che in quel momento i soldi di papà erano finiti ma che dovevo stare tranquillo perché a fine mese arrivava lo stipendio e me lo avrebbero comprato. A fine mese spesso mi dimenticavo della cosa ed anche quando me ne ricordavo… almeno i miei genitori avevano guadagnato un po’ di tempo!

4) Fingere di aver fatto un dolce o una torta
Mentre invece l’avete comprata nel market sotto casa. “Hai visto mamma quanto è diventata brava a fare le crostate alla fragola”?

5) Mangiare sul divano
“Non si mangia sul divano!” Ma poi, appena i bimbi sono a letto, scatta la pizza margherita sul divano davanti alla tv con tuo marito/moglie.

6) Metterli di fronte alla tv
…pur di prendervi una piccola pausa da loro! Certe volte, quando siete stressati e i vostri figli non vogliono saperne di stare calmi, Peppa Pig è meglio di un ansiolitico!

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7) Fingere di aver perso uno dei suoi giocattoli
…mentre invece è finito dritto dritto nella spazzatura perché troppo vecchio e logoro, o perché lo avete rotto per sbaglio.

8) Metterli a letto dieci minuti prima del solito
…per avere un po’ di tempo per fare l’amore con tuo marito/moglie. Un classico!

9) Fingere una telefonata di lavoro per riuscire ad andare in bagno in pace
Dai su, questa non è nemmeno una bugia ma semplice spirito di sopravvivenza per evitare una stipsi clamorosa.

10) Sostituire il peluche preferito di tuo figlio
…perché l’altro lo avete perso. Per davvero stavolta.

11) Nascondere le verdure nelle polpette
Altrimenti non le mangiano!

12) Dire le parolacce
“Le parolacce non si dicono mai!” Ma poi, appena arriva a casa una multa per divieto di sosta, scatta subito qualche bella parolina. Quando i tuoi figli non la sentono, ovvio!

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Non riesco a rimanere incinta: e se la colpa fosse dell’uomo?

uomo-tristeIn passato quando una coppia non riusciva ad avere figli, si pensava subito che il problema dipendesse dalla donna e raramente il primo ad essere messo sul “banco degli imputati” era l’uomo. Ciò rappresenta un errore, dal momento che ben un terzo di tutte le infertilità dipendono dal partner maschile. Se si sospetta che l’infertilità dipenda dall’uomo si procederà con uno spermiogramma (analisi del liquido seminale), per analizzare la qualità degli spermatozoi, la mobilità e la forma. Inoltre si può anche effettuare un dosaggio ormonale del testosterone. Il liquido seminale consta di una parte cellulata (spermatozoi) e di una parte liquida; gli spermatozoi vengono prodotti a livello testicolare mentre la parte liquida deriva principalmente dall’attività della prostata e delle vescicole seminali. Il fattore determinante ai fini della fertilità è rappresentato dalle caratteristiche degli spermatozoi: questi ultimi devono essere in numero adeguato (più di 20 milioni per ml) e soprattutto devono essere dotati di corretta motilità; devono quindi avere una buona motilità rettilinea sia rapida che lenta.

Le soluzioni?
Se lo sperma dell’uomo si rivela “debole“ (non contiene molti spermatozoi oppure gli spermatozoi sono morfologicamente o funzionalmente alterati), la medicina può venirvi incontro. La qualità e la quantità degli spermatozoi possono essere influenzati da svariati fattori, alcuni dei quali possono essere risolti cambiando abitudini di vita errate, a tale proposito leggi anche:

In caso la qualità dello sperma non migliori, la coppia potrà ricorrere alla FIVET (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer): verrà prelevato uno degli ovuli della donna, che sarà poi fecondato in provetta da uno degli spermatozoi selezionati del tuo partner, spermatozoo che sarà comunque scelto accuratamente perché non deve presentare nessuna anomalia (questa tecnica è chiamata anche ICSI (Intracytoplasmatic Sperm Injection).

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