Ansia da prestazione sessuale femminile: perché viene e come si supera?

MEDICINA ONLINE SESSO ANSIA PRESTAZIONE SESSUALE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA CAMEL TOE LOVE FIRST TIME LOVER SEX GIRL MAN YOUNG WOMAN WA SQUIRTAnche se per la maggior parte delle persone è un problema solo maschile, l’ansia da prestazione riguarda anche le donne, ed è piuttosto diffusa.
Molte recenti ricerche e sondaggi sull’argomento, rilevano che una donna su cinque ne soffre e che potrebbe diventare uno dei nuovi nemici della coppia insieme allo stress e alla routine.
Una problematica questa che si è spesso associata solo all’uomo e che, invece, attanaglia anche l’universo femminile, mettendo sullo stesso piano maschi e femmine nell’espressione dell’ansia e sui suoi risvolti in ambito sessuale.
La donna quindi può vivere il sesso in maniera problematica al pari dell’uomo, ma nonostante questo dell’ansia da prestazione femminile si continua a parlare poco.
Per questioni culturali l’effetto negativo sull’identità sessuale è ancora maggior negli uomini che vivono la defaillance come un’impotenza più generalizzata alla propria identità di maschio. Il non appagamento femminile è considerato spesso più “normale”, accettabile, complice l’idea che le donne vivano il sesso con minor enfasi e bisogno.

Sono tante le donne che soffrono l’ansia da prestazione?
Nella pratica clinica gli esperti si confrontano continuamente con casi di ansia da prestazione femminile, in quanto è strettamente collegata a fattori di disagio e blocchi emotivi che inevitabilmente invadono la sfera sessuale. Pertanto, diviene una problematica comune e frequente che crea irrigidimento, tensione, impossibilità nel raggiungere l’orgasmo, portando a vivere via via l’intera esperienza sessuale in modo estraneo e sgradevole.

Cos’è
E’ un blocco emotivo della riposta sessuale che deriva dall’incapacità di lasciarsi andare e di perdere il controllo.
Il meccanismo, nell’uomo e nella donna è analogo; se nell’uomo però deriva dal timore di non farcela a raggiungere un’erezione, nella donna tutto parte dalla paura di non riuscire ad avere un orgasmo.
Differenti invece le “manifestazioni esterne”, che per l’uomo sono più evidenti e problematiche. La mancanza di erezione negli uomini crea più imbarazzo e l’ impossibilità a proseguire il rapporto, mentre nelle donne, pur con forte disagio, è possibile in genere portare a termine il rapporto.

Sentire il corpo con le sue sensazioni
Se la donna è troppo concentrata sul “risultato”, il rapporto è vissuto al pari di una competizione sportiva, come un atto puramente meccanico, uno strumento per ottenere il premio, ovvero l’orgasmo.
L’eccessiva focalizzazione sulla prestazione porta la donna a far prevalere la sua parte razionale su quella emotiva, impedendole di lasciarsi andare e di vivere il suo corpo e le sensazioni che le regala in quel momento.

La profezia che si avvera
Il timore di non riuscire a raggiungere l’orgasmo porta la donna a non averlo per davvero; il sesso è accompagnato da preoccupazione, ansia, e da un irrigidimento che ostacola l’eccitazione e tutte le reazioni corporee propedeutiche al piacere.
L’orgasmo così – complice anche una mancata o carente lubrificazione – nella maggior parte dei casi, non arriva.
L’esperienza sessuale diventa un teatrino sgradevole in cui non si è attori ma spettatori. Si parla infatti di “spectatoring”, intendendo con questo termine uno stato in cui si arriva ad osservare la propria prestazione dall’esterno, diventando spettatrici di se stesse. Anziché vivere le sensazioni di piacevolezza dell’amplesso, si controllano le emozioni e si analizza il proprio modo di fare l’amore con gli occhi freddi di un giudice, pronto a criticare ogni dettaglio.
Nel trattamento dell’ansia da prestazione va inoltre distinto se il problema è di tipo generalizzato (in tutte le situazioni) o situazionale (solo in alcuni momenti o con alcuni partner), primaria o secondaria, a seconda in che fase della vita sessuale si presenta.

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Può essere scatenata anche da eventi particolari o comparire in determinati momenti di vita?
La sessualità è sempre uno specchio di come stiamo e della qualità della nostra emotività, quindi sicuramente a seconda dei periodi e degli avvenimenti che si susseguono nella nostra vita, ci saranno ripercussioni nella nostra vita sessuale e nella capacità di lasciarsi andare e di godere appieno delle esperienze (anche sessuali) che facciamo.
L’importante è rimanere in contatto con con ciò che si sta provando per capirne il senso e trovare un modo per allentare il blocco emotivo.

Da cosa dipende?
Alcuni studi sottolineano quanto la manifestazione di questo problema sia sempre più legata alla “mascolinizzazione” dello stile di vita della donna di oggi, sempre più dedito al lavoro e soggetto ad abitudini nocive (stress, fumo, consumo di alcol, eccessi). In generale nasce da tutte quelle problematiche legate all’ansia e ad aspetti di sé suscettibili di conflitto emotivo come: una bassa autostima, l’inesperienza e inconsapevolezza sessuale, ma anche il non sentirsi desiderabili e all’altezza delle aspettative proprie e dell’altro. Può, inoltre, svilupparsi a causa di una problematica nella coppia, di fiducia nel proprio partner o più in generale dalla scarsa capacità di fidarsi ed affidarsi all’altro, o per un grande blocco nel lasciarsi andare e perdere il controllo.
Vediamo più nel dettaglio.

Per raggiungere il piacere bisogna piacersi
Prima e imprescindibile condizione per vivere la sessualità nel migliore dei modi, senza problemi né ansie, è l’autostima.
Se una donna non ha fiducia in se stessa tenderà ad essere critica e per questo a focalizzarsi con severità sulla sua prestazione innescando il meccanismo dello spectatoring.
Un altro rischio, se non ci si ama abbastanza, è quello di concentrarsi unicamente sulla soddisfazione del partner. Il pensiero “l’importante è il tuo piacere, non il mio” è sintomatico del mettersi in secondo piano rispetto al proprio compagno.

L’autoerotismo : conoscere se stesse e il proprio corpo
A volte invece l’ansia da prestazione può essere correlata a una scarsa conoscenza della propria “mappa erotica” e della propria risposta sessuale.
Avere la consapevolezza del proprio corpo, dei punti più sensibili e di ciò che ci piace e non ci piace è importantissimo per “sentire” davvero il sesso e non avere l’ansia dell’orgasmo perché diventa più semplice raggiungerlo. Oltre che diviene fondamentale per poter comunicare e ”guidare” al meglio il partner verso il nostro piacere.

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Quanto c’entra il partner? O è sempre una questione individuale?
E’ un tipo di disagio che può nascere sia da proprie caratteristiche e quindi essere presente in tutti i rapporti che si hanno, o invece, nascere strettamente correlata alla qualità della specifica relazione che si vive. In tal caso va esplorata la dinamica disfunzionale con il partner per comprendere meglio cosa agita e blocca l’energia e la fluidità sessuale, come ad es. una scarsa comunicazione dei propri desideri, mancanza di complicità e intimità sessuale, forme di imbarazzo e pregiudizi sulla sessualità, incapacità nel “guidare” l’altro al proprio piacere, eccessiva adattabilità allo schema sessuale dell’altro, o mancanza di fiducia verso la relazione.
Se il problema però è situazionale – ovvero compare solo in alcuni contesti (una volta si e altre volte no) – allora è necessario prendere in esame tutte le variabili di quel determinato contesto per capire qual è la causa scatenante.

Scarsa comunicazione dei propri desideri
Un motivo può essere una scarsa (o addirittura assente) comunicazione sessuale. Non sono poche le coppie, infatti, che dialogano positivamente su tutto ma per le quali “l’ argomento sesso” è un tabù; non si dicono e soprattutto ignorano i rispettivi gusti, fantasie, ma anche le loro paure e imbarazzi.
Questo è ovviamente un freno per l’eccitazione e per il trasporto sessuale.
Imparare a comunicare è essenziale nella sessualità, per “vedersi”, capirsi e trovarsi.

Conoscenza superficiale del partner
E’ facile anche che il blocco avvenga con un partner appena conosciuto, con il quale si ha ancora una confidenza limitata (rapporti occasionali, o consumati troppo presto possono causare imbarazzo o addirittura vergogna, perché si ha paura di mostrarsi come si è). E’ importante quindi non forzarsi mai a vivere situazioni che non sono adatte al proprio modo di essere e/o anticipare i tempi di legami appena nati.

Pregiudizi
Anche i pregiudizi sulla sessualità e i vari tipi di condizionamenti e stereotipi possono influire.
Un’educazione famigliare troppo rigida o religiosa, piena di tabù, dove il sesso è visto come qualcosa di peccaminoso o limitato alla procreazione, o dove le donne disinibite sono etichettate come “poco di buono”, può provocare una forte chiusura e un’incapacità nel lasciarsi andare. Ma anche nei casi in cui è il partner a risultare poco aperto mentalmente o disponibile a sperimentare, si può innescare una forte ansia per la paura di essere giudicata.

Passività
Una donna passiva che subisce il partner, assecondando in toto i suoi desideri, difficilmente si potrà permettere serenamente l’espressione dei propri. In questo caso sarà indispensabile riappropriarsi della propria individualità sessuale, per mettere in atto ciò che la fa star bene. Attenzione anche alle situazioni in cui l’inesperienza di lui la “fa da padrone”, creando difficoltà nel chiarire con sincerità e senza imbarazzo quali sono i modi più adeguati per lei per raggiungere il piacere.

Poca complicità e scarsa fiducia nella relazione
Una relazione in cui non si crede fino in fondo, in cui non ci si fida del partner o dove si ha paura di essere lasciati può ostacolare l’abbandonarsi al piacere, perché c’è l’intenzione inconscia di mantenere il controllo per non essere ferite.

Disfunzione sessuale maschile
Se nella coppia il partner presenta un disturbo sessuale può succedere che l’ansia vissuta dalla donna per tale disfunzione non le consenta, nemmeno come tempi (per es. in caso di disfunzioni come eiaculazione precoce e perdita dell’erezione), di lasciarsi andare e concentrarsi sul proprio piacere.

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Quale è l’atteggiamento migliore che si può avere con la propria compagna per prevenire o contrastare questo problema?

Certamente la tensione e l’ansia sono i fattori dominanti in questa difficoltà, per cui tutti quei gesti, parole, comportamenti volti a far rilassare l’altra saranno sicuramente utili e funzionali:
E’ opportuno quindi creare un clima e un contesto piacevole per tutti i sensi (luci, profumi, etc.) in cui concedersi un tempo per “esplorarsi” reciprocamente;
lasciarsi andare al contatto fisico ed emotivo per costruire in modo fluido l’interazione, senza fretta e senza schemi precostituiti;
rinforzare l’autostima della partner facendola sentire desiderabile ed eccitati dalla sua sessualità.

L’ansia di lei può provocare l’ansia di lui?
L’uomo spesso fa più fatica a riconoscere le difficoltà sessuali della partner e a mettersi in discussione, tendendo ad attribuire alla partner la totale responsabilità del blocco sessuale, questo sicuramente perchè la donna non sempre esprime e comunica appieno e in modo chiaro le sue difficoltà. Certamente, però, avere una partner “bloccata”, alla lunga può “contagiare” la sessualità di lui facendo insorgere problematiche di frustrazione che possono anche facilmente strutturare una disfunzione sessuale.

Quando si può risolvere da sola e quando è bene rivolgersi a un esperto?
Come in tutte le problematiche psicologiche, già saper riconoscere di avere un problema è un gran passo avanti. Valutare, inoltre, l’efficacia delle tentate soluzioni messe in atto per risolverlo, può servire a comprendere se siamo in grado di andare da sole verso una risoluzione del problema o, se, invece, è più opportuno farsi guidare da un esperto, che possa portare verso strategie più mirate a comprendere e modificare lo schema comportamentale disfunzionale.

Trucchi e stratagemmi pratici per evitarla
La regola dovrebbe sempre essere quella di sentire e seguire le proprie sensazioni ed emozioni in modo da liberare l’energia sessuale anzichè trattenerla e irrigidirla.
Anche lo stress è un elemento “diabolico” per la vita sessuale, così come la routine quotidiana che boicotta il desiderio e la curiosità. Quindi via libera a tutto ciò che possa creare un nuovo gioco relazionale ed erotico, che possa avere un effetto sorpresa e mettere un po’ di pepe nell’incontro a patto di non esagerare con performance stereotipate che invece di allentare aumentino l’ansia da prestazione.
Il miglior modo per affrontare la difficoltà, dopo aver capito da cosa dipende, è attuare strategie di rilassamento e “preparazione” all’atto:
Un bagno rilassante, un massaggio, cospargersi il corpo di olio profumato, indossare qualcosa che faccia sentire a proprio agio ma speciali e desiderabili, favorisce il relax e l’eccitazione.
Dare spazio ai preliminari, che sono sempre un ottimo modo per “scaldare” l’atmosfera, per sciogliere le tensioni e per costruire una migliore confidenza e intimità.
Arrivare all’incontro sessuale disponibile a fare un passo alla volta, concedersi tempo, cercando di comunicare con il proprio partner ed esplicitare le proprie sensazioni.
Vivere il sesso con un atteggiamento il più possibile di curiosità, esplorazione e condivisione ma, soprattutto, via libera al gioco relazionale ed erotico in tutte le sue forme.

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Mi sento così sola, perché non riesco a trovare l’amore?

MEDICINA ONLINE DOG SAD ALONE IN THE RAIN STREET DEPRESSIONE XANAX VOGLIO MORIRE MORTE PADRE DOLORE SOTTO LA PIOGGIA DEPRESSIONE SOLITUDINE SINDROME DA ABBANDONO COME SI CURA CONSIGLI AA volte, nonostante pensiamo di volere l’amore, facciamo di tutto per impedirci di trovarlo. Come invertire la rotta? Ragazze, buttate via tutta quella carrellata di stupidaggini entro cui vi siete rinchiuse: non siete brutte (“la bellezza sta negli occhi di chi guarda”), non siete inutili, non siete destinate a un triste fato solitario e senza speranze.

Se quello che volete è trovare un amore, da vivere e da assaporare, da gustare e da godere fino in fondo, allora liberate la vostra mente: perché spesso, a non volere l’amore, siamo proprio noi stesse, anche se la parte conscia del nostro cervello ci direbbe il contrario. Il fatto curioso è che sempre la coscienza poi, ci mette i bastoni fra le ruote, creando un circolo vizioso di barriere che non ci permettono di aprirci all’amore e anche alla vita. Un bel paradosso, non trovate?

Due desideri opposti, stesso cervello: eppure noi esseri umani siamo così, contraddizioni in continuo divenire. In ogni caso, un modo per far ragionare il cervello su un unico binario, potrebbe esserci e i consigli da seguire sono così semplici da sembrare banali e inefficaci: ma spesso la mente, altro paradosso, pur essendo così complicata, necessita di “esercizi” facilissimi per cambiare rotta ai suoi meccanismi. Se quindi siete in cerca dell’amore, ma non riuscite a trovarlo, dando colpa al destino crudele, ecco cinque consigli per aprirvi al mondo e riuscire quindi a scorgere dove si nasconde il principe azzurro.

1. Sognate. E non abbiate paura di farlo. Sedetevi alla vostra scrivania, prendete un foglio bianco e fate una lista, una lista dei desideri che avete nei riguardi dell’amore: come dovrebbe essere il vostro partner ideale? Come dovrebbe essere il vostro rapporto? Ma non usate il condizionale: il tempo presente, semplicemente, aiuta a concretizzare il vostro sogno e a renderlo quanto meno plausibile e non pura utopia;

2 Rileggete la lista dei desideri e soffermatevi sulle cose negative che avete scritto, ad esempio: “il mio ragazzo non mi tradisce”, “Non dubitiamo l’uno dell’altra”. Perché sono comparse queste frasi, provengono da esperienze passate o da paure? Ripulite dunque la lista di partenza, perché state cercando la strada per una relazione nuova e positiva. Mettete in un foglio a parte le frasi negative trovate. Adesso scrivete a parte perché secondo voi non potrete mai avere il ragazzo e il rapporto appena descritti, senza risparmiarvi in scuse e verità: perché dunque secondo voi non potreste avere diritto all’amore, a QUELL’AMORE?

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3. Indagate e riflettete: quali delle cose negative che avete scritto corrispondono a delusioni per storie passate e finite? Come sono state queste relazioni? Come eravate voi in queste relazioni?

4. A questo punto il quadro della situazione dovrebbe essere chiaro: quante volte, nelle vostre esperienze passate, avete cercato di raggiungere e realizzare il vostro sogno, quello scritto all’inizio? Quante volte invece avete cercato, anche inconsciamente, di avvalorare le vostre teorie negative, quelle scritte subito dopo?

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5. Dovremmo essere alla fine del percorso: abbiamo capito che cosa vorremmo veramente e che cosa invece è frutto delle nostre barriere inconsce. Scriviamo qualcosa di nuovo, qualcosa che non ha niente a che fare con il passato. Rimarremo sicuramente stupite delle persone nuove che guarderemo con altri occhi, rispetto a quando rimanevamo incollate soltanto a un presunto ideale immutabile. A volte, le nostre convinzioni sono solo dei limiti e non fanno altro che riportarci sempre al punto di partenza: scrolliamoci di dosso i presunti ideali, cerchiamo laddove non avremmo mai guardato prima; potrebbero attenderci delle bellissime sorprese, che ci faranno guardare la vita e anche l’amore da un altro punto di vista. Ogni persona è diversa, ogni storia è differente e ogni volta le emozioni cambiano: non pretendiamo di provare sempre le stesse sensazioni, è impossibile e controproducente. La vita si evolve intorno a noi, non rimaniamo ferme!

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Ansia da prestazione sessuale: come sconfiggerla per sempre?

MEDICINA ONLINE SESSO ANALE ANO RETTO LUBRIFICANTE FECI PAURA CLISTERE COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA JEALOUS LOVE COUPLE FL’ansia da prestazione ha un forte collegamento con diverse problematiche di natura sessuale estremamente diffuse. Infatti, moltissimi uomini presentano un qualche genere di problema di erezione a causa del timore di fallire legato al proprio stato mentale di ansia da prestazione. Oltretutto, tali problematiche non risultano essere un disagio riscontrabile solo tra gli uomini della terza età (come superficialmente si può essere portati a credere), ma anche e soprattutto tra ragazzi molto più giovani e in ottima salute fisica.

Tuttavia, c’è anche da dire che sul rapporto tra i problemi di erezione e l’ansia da prestazione maschile vi è molta confusione e disinformazione tra gli uomini, soprattutto quando si imbattono in un’inaspettata disfunzione erettile proprio durante il rapporto sessuale con l’amata o con la partner occasionale.

Infatti, non a tutti gli uomini è chiaro cosa sia esattamente l’ansia da prestazione sessuale, né tantomeno perché quest’ultima provochi impotenza o problemi di erezione vari solo in determinate circostanze e non in altre. Fatte queste necessarie premesse, qui di seguito si cercherà di dare una chiara risposta alle seguenti domande:

  • Cosa è esattamente l’ansia da prestazione sessuale maschile?
  • Cosa non è?
  • Perché e in che modo moltissime problematiche erettive si verificano a causa dell’ansia da prestazione?
  • Cosa fare per non rischiare di peggiorare la situazione e i problemi erettivi?
  • Cosa è possibile fare per combattere l’ansia da prestazione e per migliorare l’erezione?

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Cos’è l’ansia da prestazione?

L’ansia da prestazione sessuale è una condizione mentale e psicologica di tensione, agitazione e “blocco” che scaturisce a causa di incertezza, insicurezza e preoccupazione nei confronti del rapporto sessuale con la partner. Le sue cause possono essere varie e, se di alcune possiamo esserne pienamente consapevoli, di altre ne siamo spesso del tutto inconsapevoli. Tra esse possiamo avere:

  • timore di deludere sessualmente le donne (di non essere sessualmente abbastanza bravi o desiderabili)
  • timore di essere sessualmente inferiore nelle discussioni e nei confronti sociali fra coetanei, amici o colleghi (o prendendo la pornografia come sistema di paragone)
  • convinzioni errate sul sesso e sulle esigenze sessuali femminili
  • bassa autostima sessuale e mancanza di fiducia in sé stessi
  • paure legate alle dimensioni del pene (nel caso di chi si ritiene poco dotato)
  • auto-monitorizzazione del pene e dell’erezione durante il rapporto sessuale
  • uso o abuso di alcool e droghe (anche i cannabinoidi come la marijuana)
  • interazione con alcuni farmaci (per esempio: ansiolitici, antidepressivi, psicofarmaci)
  • convinzioni auto-limitanti (quasi sempre inconsce e molto sottovalutate)
  • auto-sabotaggi inconsci (programmazione inconscia e inconsapevole al proprio fallimento sessuale).

La causa singola, o l’insieme di cause, provocano per l’appunto un senso di incertezza e insicurezza che, molto spesso, porta a vedere nel rapporto sessuale con la partner una sorta di test o banco di prova per dimostrare virilità e/o per ricevere approvazione e sentirsi sessualmente “normali”, eccezionali o desiderati e accettati. Questo, tuttavia, crea agitazione mentale e una tensione comunemente chiamata ansia da prestazione sessuale, la quale blocca il meccanismo psicologico e fisiologico dell’erezione (per il motivo che vedremo tra poco) provocando, durante il rapporto sessuale, problemi come:

  • la mancanza totale di erezione (spesso definita impropriamente impotenza maschile)
  • la perdita di erezione durante la penetrazione o durante altri momenti del rapporto sessuale
  • problematiche come l’erezione parziale o poco intensa.

Prima di spiegare in che modo queste problematiche possono essere causate dal timore di fallire a letto, è importante precisare e chiarire, a chi si trova a che fare con questo imbarazzante e spesso affliggente problema, che l’ansia da prestazione sessuale non è una malattia. Soprattutto, è importante comprendere che avere problemi di erezione, per via della propria insicurezza, non è una cosa di cui doversi vergognare e non rappresenta in alcun modo una mancanza di virilità o di mascolinità.

È importante fare queste precisazioni in quanto molti uomini pensano erroneamente che il sentirsi dire dal proprio medico che “fisicamente è tutto normale, si tratta solo di un problema mentale”, sia sinonimo di gravi e vergognosi disturbi psicologici e che ciò rappresenti una mancanza di virilità. Questo modo di pensare è del tutto irrazionale e illogico perché problemi di erezione e ansia da prestazione sono disagi diffusissimi a qualunque età e sono normalissimi disturbi che sorgono per cause precise e relazionate a problematiche della società moderna, problematiche umane e ordinarie e non problemi rari di cui doversi vergognare.

Molti uomini arrivano al punto di pensare cose come: “Io non soffro di ansia da prestazione, però ho paura di deludere la mia donna perché lei è bellissima e molto esperta, mentre io ne sono innamorato e ho poca esperienza/sono poco dotato/non sono bello/non sono sicuro di soddisfarla ecc.”. In sostanza, non vogliono ammettere a sé stessi di avere un’ansia prestazionale perché pensano, erroneamente, che si tratti di una malattia psicologica o qualcosa di cui vergognarsi. Inoltre, non riescono a comprendere per quale motivo si presenti una scarsa erezione soltanto a letto con lei, mentre invece ciò non accade da soli o con la partner precedente.

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Come l’ansia da prestazione crea problemi?

L’erezione del pene, e il mantenimento della stessa durante il rapporto sessuale, nasce grazie a una serie di fenomeni a catena, in cui il primo provoca il successivo e così via. Il punto di partenza di tutto il meccanismo psico-fisico è l’eccitazione mentale e psicologica, in seguito a stimoli sensoriali di carattere erotico (vista, udito, tatto, olfatto, immaginazione).

L’eccitazione sessuale psicologica provoca il rilascio di ormoni, impulsi chimici, neurali e bioelettrici che, dirigendosi verso la zona genitale, determinano il rilascio della muscolatura liscia del pene e l’afflusso di sangue nei corpi cavernosi. In questo modo, quest’ultimi si possono gonfiarsi di sangue come se fossero una spugna o un palloncino e portare il pene dallo stato di riposo allo stato eretto. Questo è ciò che accade quando l’eccitazione mentale è “pura” e priva di blocchi. Ma ecco che qui può entrare in gioco l’ansia da prestazione a giocare brutti scherzi, creando grossi problemi o limiti alla normale capacità erettiva.

Infatti, la paura di non essere all’altezza crea agitazione interiore, tensione mentale e quindi un blocco o un freno allo stato psicologico di eccitazione. Venendo meno l’eccitazione mentale, si vanno a interrompere o a limitare tutti i processi fisiologici successivi del meccanismo erettile e il pene riceve meno sangue dando così luogo ai problemi di erezione o limitando la sua potenzialità erettiva. Inoltre, lo stato ansiogeno induce la produzione di ormoni dello stress come l’adrenalina e la noradrenalina e un processo di vasocostrizione (restringimento dei vasi sanguigni), rendendo ancora più problematica e difficoltosa l’erezione del pene e il suo mantenimento in tale stato.

Leggi anche: Ansia da prestazione sessuale: vincila con un sano egoismo

Come evitare di alimentare l’ansia da prestazione?

Di fronte ai disagi generati dall’ansia da prestazione sessuale, molti uomini tendono a preoccuparsi eccessivamente e a temere di avere problemi organici alla sfera genitale, oppure a deprimersi facilmente pensando che sia una cosa grave, rara e poco virile. Ma in questo modo non fanno altro che alimentare la preoccupazione (in modo irrazionale) e quindi, senza rendersene pienamente conto, finiscono per aumentare ulteriormente anche il loro stato ansiogeno peggiorando così la loro situazione. Molti cercano nei rimedi farmacologici (o a volte in quelli naturali o in preparazioni erboristiche) una speranza di salvezza per sentirsi più sicuri, illudendosi che in questo modo avranno un’erezione certa al 100%. Tuttavia non è così per due motivi:

  1. I farmaci per la disfunzione erettile non provocano un’erezione automatica, perché per provocarla occorre, in ogni caso, una pura e sana eccitazione mentale senza blocchi psicologici. Pertanto, se vi è insicurezza verso l’esito del rapporto sessuale (o verso il soddisfacimento della partner), allora molto probabilmente si presenteranno problemi erettivi, anche se si assumono preparazioni farmacologiche poiché l’ansia da prestazione non è stata eliminata alla radice.
  2. Riponendo fiducia e speranza nei farmaci si instaura un meccanismo psicologico di dipendenza mentale dai farmaci stessi. Infatti, questi ultimi andrebbero assunti per sempre prima di ogni rapporto sessuale e, in questo modo e senza esserne consapevoli, si diventa psicologicamente dipendenti dal farmaco e si sminuisce ulteriormente la propria autostima sessuale, alimentando la credenza interiore di non poter fare a meno di un “aiuto” esterno…

Cosa fare per liberarsene?

Se hai compreso correttamente le dinamiche che portano ai problemi di erezione attraverso l’ansia da prestazione, dovresti anche aver compreso che la causa di quest’ultima va combattuta ed eliminata alla radice: ovvero nei processi mentali auto-limitanti più o meno inconsci. Elevare la propria autostima sessuale è la prima cosa da fare per vivere la sessualità con la propria partner in uno stato di serenità e fiducia interiore.

Diventare consapevoli dei propri meccanismi inconsci di auto-sabotaggio è altrettanto importante, così come lo è il ricevere una corretta informazione sul funzionamento di certe dinamiche sessuali di coppia che invece, troppo spesso, vengono storpiate a causa della dilagante disinformazione sessuale che circola sul web o su riviste e TV.

Evitare di auto-programmarsi all’insuccesso è fondamentale per evitare di ricadere nel circolo senza fine dell’ansia da prestazione e dei problemi di erezione. E tutto questo lo si può raggiungere soltanto lavorando su sé stessi con opportune tecniche mentali per elevare la propria autostima sessuale e migliorare l’eccitabilità mentale quando si è a letto con la partner.

Se a queste tecniche mentali vengono anche aggiunte tecniche fisiche ed esercizi per potenziare i fattori fisiologici del meccanismo erettile, in breve tempo si può migliorare anche la capacità erettile per ritrovare piena fiducia in sé e un’erezione sicura durante il rapporto sessuale. In questo modo, molto probabilmente, si potrà dire addio in modo definitivo all’ansia da prestazione, senza dipendere da nulla e vivendo finalmente i rapporti sessuali soddisfacendo sia sé stessi che la propria partner.

Se credi di avere un problema di disfunzione erettile da cause psicologiche, prenota la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a risolvere definitivamente il tuo problema.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Perché un uomo sposato tradisce la moglie con un’altra donna o una prostituta?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PERCHE UOMO TRADISCE DONNA Tradimento Riabilitazione Nutrizionista Dieta Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Seno Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Vagina HDSapere perché un uomo sposato tradisce, è utile alla donna, per non sentirsi minacciata da una probabile infedeltà del consorte. Che venga chiamato “tradimento” o “scappatella” poco importa, quello che conta è riconoscere le cause per rimediare al più presto nella maniera meno dolorosa per entrambi i coniugi. A volte si tratta di una follia di una notte o semplicemente di una sbandata. Perché un uomo sposato tradisce la propria moglie? Per molti la ragione va ricercata in famiglia e nella compagna. Una volta scoperto che il partner tradisce, bisogna poi capire le cause.

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Rapporti insoddisfacenti

In genere alla base di un adulterio c’è la mancanza di rapporti intimi soddisfacenti. Gli uomini tradiscono perché sono disinteressati dal sesso che esercitano con la partner. Ci sono dei segnali che lasciano intendere che lui abbia un’altra, e il perché un uomo sposato tradisce, va ricercato nella necessità di creare contesti da brivido fuori dall’ordinario. Quando l’uomo non è particolarmente soddisfatto della sua vita di coppia sente la necessità di trovare nuovi stimoli verso qualcuno che lo desideri di più.
Sentirsi frustrati, emotivamente feriti e magari non adeguatamente desiderati dalla compagna, sono soltanto alcuni campanelli di allarme che potrebbero spingere un uomo tra le braccia di una sconosciuta. Iniziare una storia d’amore clandestina con un’altra donna, gli permette di acquistare fiducia in se stesso e di mantenere alto il suo alter-ego. Esistono delle tipologie di matrimonio destinate a naufragare. L’uomo purtroppo non sempre sa comunicare e invece di affrontare la situazione a viso aperto, preferisce cercare conforto altrove.

Leggi anche: Come affrontare e superare un tradimento

Perché con una prostituta?

L’uomo ricorre alle prostitute o escort perché con una sconosciuta è più facile esternare le proprie fantasie erotiche, senza provarne vergogna. A lei fa richieste sessuali che a volte nemmeno tenta di chiedere alla moglie, solo per un senso di pudore e di disagio, oppure a volte è lei stessa a rifiutare, perché non predilige le novità o non sente la necessità di provare nuovi cambiamenti nella coppia. L’atteggiamento puritano della moglie, porta il marito a ricercare differenti piaceri tra le braccia di chi tanti scrupoli e remore morali nemmeno se li pone. Poi c’è il caso eclatante di uomini sposati che tradiscono perché non riescono a dipendere da una sola persona, oppure semplicemente perché la propria moglie o compagna non è più bella come un tempo e l’amante è invece molto più giovane ed attraente. Continua la lettura con: Perché l’uomo tradisce la donna? Dieci uomini raccontano senza censure il loro tradimento

Se sei stata tradita dal tuo ragazzo, dal tuo compagno o da tuo marito e non riesci a gestire da sola questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Incontro tra spermatozoi e cellula uovo al microscopio [VIDEO]

Durante il rapporto sessuale con l’orgasmo l’uomo libera in vagina sui 400 milioni di spermatozoi (40-600 milioni in media) che dovranno poi raggiungere l’ovulo per poterlo fecondare.

Lo spermatozoo e l’ovulo si incontrano a livello dell’ampolla tubarica, vicino alle ovaia. Nella punta della testa dello spermatozoo c’è l’acrosoma, una specie di sacchettino che contiene una serie di enzimi che hanno la capacità di fondere la membrana cellulare dello spermatozoo con quella dell’ovulo. Questa fusione, chiamata reazione acrosomiale, può avvenire solo in presenza della zona pellucida, uno strato protettivo dell’ovulo ricco di proteine, e in particolare a livello di una glicoproteina chiamata ZP3, che oltre a innescare la reazione di fusione agisce anche da àncora per lo spermatozoo.

Quando il primo spermatozoo si lega a una parte della glicoproteina ZP3, scatta la fusione tra le membrane cellulari. Quando i due gameti si fondono l’ovulo si attiva. Prima di tutto secerne delle sostanze che modificano la zona pellucida e le proteine ZP3 vengono inattivate per evitare che altri spermatozoi entrino dentro l’ovulo. Quindi l’ovulo completa la sua maturazione per poter poi fondere il suo DNA con quello maschile. Una volta che i due DNA si sono uniti si forma la prima cellula del bambino che prende il nome di zigote.

In questo video possiamo vedere l’incontro tra gli spermatozoi e l’oocita.

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Ecco come cucinare e preparare i cocktail con lo sperma

MEDICINA ONLINE BEVANDA BERE DRINK ENERGY CAFFEINA BERE DISCO DISCOTECA DROGA DIPENDENZA BICCHIERE ALCOL COCKTAIL DIABETE ZUCCHEROSi, avete letto bene, cucinare con lo sperma! Non solo il vostro uomo potrebbe sorprendervi in cucina ma anche dietro il banco di un bar, il barman potrebbe prepararvi dei nuovi cocktail contenenti appunto dello sperma. Su questo nuovo modo di bere e mangiare sono addirittura stati pubblicati due libri ed è stato aperto un blog chiamato cookingwithcum.com.

“Questo è il manuale definitivo per barman alla ricerca di ingredienti che vanno al di là di succhi di frutta esotica e liquori rari. Spinto dall’impegno e dalla passione per l’ingrediente appena raccolto, Semenology spinge i limiti del classico bartending. Lo sperma è spesso disponibile dietro la maggior parte dei banchi bar e aggiunge un tocco personale a qualsiasi cocktail. L’intenditore apprezzerà e imparerà a mescolare alcolici selezionati per esaltare i sapori delicati dello sperma. Il libro fornisce suggerimenti utili che forniscono ogni dettaglio della Semenology, dalla miscelazione alla presentazione“.

Ecco per esempio due cocktail con la relativa ricetta.

Il cocktail Galliano Cum Shot

1oz di Galliano

1 oz di caffè appena fatto

1-2 cucchiaini di sperma

1-2 cucchiaini di panna montata

Istruzioni: mescolare le la panna con lo sperma e creare una creama. Versare il Galliano con un cucchiaio facendo attenzione che lo strato di caffè caldo resti sulla parte superiore. Aggiungere la crema di sperma e bere quando è ancora caldo.

Il Macho Mojito

1 oz dirum speziato

Foglie di menta

1 cucchiaio di zucchero

1 cucchiaino di zucchero a velo

1/2 oz di succo di lime

2 oz soda

Sperma

Spicchi di Lime

Istruzioni: mescolare bene il succo di lime e lo zucchero. Aggiungere le foglie di menta e schiacciarle delicatamente. Quindi aggiungere il rum e mescolate per far salire le foglie di menta dal fondo del bicchiere. Aggiungere cubetti di ghiaccio interi e soda fino a riempire il bicchiere. Utilizzando un cappuccinatore (quello che si usa per far la schiuma nel cappuccino n d r), inserite gradualmente piccole quantità di zucchero a velo nello sperma fino a raggiungere una consistenza cremosa. Assaggiate frequentemente per raggiungere l’equilibrio dolce e salato perfetto. Attentamente con un cucchiaio fate scendere la schiuma dolce nel lato del vetro in modo che si distribuisca con grazia sul vetro del bicchiere. Guarnire con spicchi di lime.

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“Lo sperma non è solo nutriente, ma ha anche una struttura meravigliosa e proprietà di cottura sorprendenti. Come il buon vino e i formaggi, il sapore del seme è complesso e dinamico. Lo sperma è economico da produrre ed è facilmente disponibile in molte, se non nella maggior parte, di case e ristoranti. Nonostante tutte queste qualità positive, lo sperma è un alimento trascurato. Questo libro spera di cambiare la situazione. Una volta superata ogni esitazione iniziale, sarete sorpresi di apprendere quanto sia meraviglioso lo sperma in cucina. Lo sperma è un ingrediente entusiasmante che può dare ad ogni piatto che si prepara una svolta interessante. Se sei un cuoco appassionato e non hai paura di sperimentare nuovi ingredienti – amerai questo libro di cucina!”. Questo il testo a corredo dei due libri che, se li vorrete acquistare, troverete qua.

Paul Photenhauer, l’autore, non è un pervertito che beve sperma tutto il giorno – dice che si riserva la cottura dello sperma per speciali, incontri intimi con la sua compagna. In una intervista ha raccontato: “Per me, è più che altro un divertimento da aggiungere al cibo, o ad una bevanda. Si aggiunge un tocco personale. I cocktail allo sperma potrebbero non risultare sexy per la maggior parte di voi, i libri di cucina non hanno mai pubblicato questo tipo di ricette perché la questione della deglutizione dello sperma è un tabù sociale al di fuori della camera da letto“, continua a spiegare l’autore. “Se volete che la vostra partner lo deglutisca, dovreste essere disposti a farlo anche voi con il vostro.Voglio dire, è il tuo seme. La gente mangia tutti i tipi di schifezze. Le uova sono le mestruazioni delle galline. Il latte è l’escrezione mammaria dalle mucche. Il seme almeno è fresco e si sa chi è il produttore“. Ovviamente oltre che sul blog, è possibile twittare con l’autore all’hastang #Fotiecookingwithcum.

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Masturbazione maschile: 10 cose che le donne non sanno

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MASTURBAZIONE COMPULSIVA TOSSICODIPENDENZA Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene1. La masturbazione non è un sostituto del sesso

Nelle commedie americane l’uomo fa sogni erotici, si sveglia arrapato, esce di casa guardando il fondoschiena della vicina, ci prova con le donne per strada, va in ufficio con una vistosa erezione, parla coi colleghi di calcio e porno, si masturba durante la pausa pranzo, ci prova con colleghe, torna a casa, tromba la moglie, si masturba di nuovo e con la scusa di andare a comprare le sigarette va a prostitute. Ecco, un uomo del genere non esiste. E se esiste, è in un istituto psichiatrico. Sesso e masturbazione sono due cose diverse. Paragonarli è come chiedersi se è più alto il campanile di San Marco o è più buona la Nutella. Persino il nostro corpo si accorge della differenza. Il dottor Tobias S. Köhler, medico e professore all’università di medicina dell’Illinois, ha scoperto che la percentuale di spermatozoi prodotta durante un rapporto sessuale è molto più alta che non durante la masturbazione. Non so e non voglio sapere come hanno ottenuto questi dati, ma ti assicuro che il tizio nelle mutande percepisce un falso allarme e risparmia energie. Un uomo a volte ha voglia di masturbarsi e basta. Vale per ogni maschio del pianeta.

2. Come funziona esattamente

Si inizia con la fase dell’eccitamento, che può arrivare in tempi e modi variabili. Si va in bagno (è il nostro posto preferito), si lubrifica il sacro mattarello con la saliva (i più raffinati usano il lubrificante), poi il principio base è muovere la mano su e giù, prima delicatamente, poi sempre più convinto. L’impugnatura, la stretta e i tempi sono così soggettivi che fare una media è impossibile. Alcuni adorano stuzzicarsi il frenulo (l’attaccatura del glande in basso) altri se ne fregano. I tempi variano in base all’eccitazione, alla condizione fisica e al tempo a disposizione. Può bastare meno di un minuto o andiamo avanti per dieci. Arrivati all’orgasmo c’è il problema dello sperma e anche qui ci si divide in categorie. I lungimiranti hanno predisposto fazzoletti. Per gli hardcore va dove va e poi puliscono. I multitasking preferiscono farlo sotto la doccia, tra vapore, getti d’acqua calda, relax. E già che ci siamo, diamo una giratina al pistone, visto che poi non serve pulire. Dipende dal tipo di persona.

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3. Se vuoi una cosa fatta bene, falla da solo

Un rapporto sessuale ha i suoi momenti alti e bassi. La stimolazione è fatta da qualcuno che non ha la minima idea di cosa l’altro stia provando. Ha esperienza, ascolta e presta attenzione, ma è capitato a tutti di arrivare a pochi millimetri dall’orgasmo e poi perderlo per strada perché la compagna di letto ha sbagliato qualcosa. È anche per quello che il sesso dura di più. Nella masturbazione ogni impulso dato è perfetto, ogni mossa calcolata. Come si suol dire, dal produttore al consumatore. Nemmeno la migliore scopatrice dell’universo può sostituirsi alla nostra mano che è in contatto diretto con le terminazioni nervose.

4. È un diversivo salvatradimento

Avere una sola donna per tutta la vita è noioso. Ci sono coppie più aperte che ovviano questo problema. Altre no, e la masturbazione è un ottimo aiuto. Non tradisci nessuno: è divertente, pratico, indolore e soprattutto rilassante. Una massaggiata al collo del pollo ti fa passare il nervoso, ti calma i bollenti spiriti, dà un senso di pace e fa passare tutte quelle idee di tradimento. Una doccia fredda non è la stessa cosa, sarebbe come prendere un affamato e invece di dargli un pacchetto di crackers piantargli un pugno nello stomaco. Entrambe le cose fanno passare l’appetito, ma l’approccio è notevolmente diverso.

5. Siamo abitudinari. Ma a volte no

Tutti gli uomini si masturbano. Tutti. Dal più scafato playboy al più grande sfigato del pianeta, tutti quanti frustano il cobra. Si inizia all’età di 9-10 anni e si continua finché funziona. A volte anche dopo. Il momento preferito da molti è la sera, in bagno, prima di andare a letto. Alcuni preferiscono la doccia. Acqua calda, silenzio, i muscoli che si rilassano e tu che ti sturi il piffero. Una volta finito tocchi il cuscino e ti addormenti rilassato e felice. So che le donne preferiscono bere una tisana, ma noi siamo fatti così. Questa è quella che si definisce routine, ossia l’appuntamento fisso. A volte abbiamo una donna sottomano e non serve. Altre ancora ci sono le cosiddette pippe transitorie, che possono persino accadere controvoglia. Stiamo facendo qualcosa d’importante e per motivi incomprensibili ci viene in mente qualcosa di hard, il tizio nelle mutande si dichiara entusiasta e pronto all’uso. Se noi non siamo d’accordo non importa, lui resta lì e ci rende difficile restare seduti. A volte tocca farlo a malincuore e no, non è una battuta.

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6. I porno c’entrano una volta su due

Quando giunge il momento ogni uomo ha gusti e fantasie molto differenti. Tutti associano la masturbazione ai porno, ma non è affatto così. Ci sono uomini che prediligono i video. Altri, inorriditi dalle capacità recitative e dall’improbabilità delle situazioni, preferiscono le immagini su cui costruiscono una storia. Altri si ricordano di una tizia, una collega, un’amica e pensano a lei. Altri cercano porno con una ragazza simile a qualcuno che conoscono. Altri si creano una storia, una situazione e un contesto nella mente senza bisogno di stimoli esterni. Sono gusti, e fantasie, che vogliono restare tali. Con te, nel mondo reale saremo fedeli, affidabili e onesti. In bagno saremo traditori seriali e faremo le cose più abiette e disgustose. Come diceva De Sade, sognare corruzione è un ottimo modo per mantenersi integri nella realtà.

7. Potresti essere la protagonista (ma non lo saprai mai)

Ogni essere vivente ha delle perversioni. Se uno ti dice di non averle, sta mentendo. Spesso le sue perversioni non sono “politicamente corrette”. Se qualcuno ti dice che ha la fantasia sessuale di farlo con due donne è socialmente accettabile (ed è per questo che nei sondaggi è la preferita). Il problema è che ce ne sono altre assolutamente sconvenienti. C’è chi sogna di tradire la propria partner con la sua migliore amica. Chi sogna di fare un triangolo con la propria moglie e uno sconosciuto. Chi immagina di andare con la moglie di un altro, chi sogna sesso di gruppo, sadomasochismo, fino alle cose più impensabili o ridicole (per chi non le condivide). C’è gente che si veste da lupo e chi adora farsi calpestare i testicoli da una tizia vestita di lattice, per dire. Tra queste sappi che tu rivesti un ruolo importante. Non “forse”. Di sicuro. Potrebbe volerti spettatrice, partecipante, esterna, complice. Solo lui lo sa.

8. Anche il Lego può farci godere, cosa c’è di strano?

Se da una parte non abbiamo idea di come riparare il tubo della doccia, dall’altra inventeremo i più incredibili modi di masturbarci. Qualsiasi uomo arrapato ha sperimentato le conseguenze di idee stupide in questo ambito. Del resto la pubblicità del Lego, quand’eravamo piccoli, diceva che stimolava la creatività. Era vero. Solo che non specificava in quale ambito l’avremmo usata. Ti ricordi American Pie, la scena della torta di mele? Ecco, ha mille varianti. Ci sono uomini che hanno avuto rapporti sessuali con oggetti di ogni tipo, dal termosifone all’anguria passando per il comodino, l’asciugamano o l’aspirapolvere. A leggere su internet le esperienze di alcuni uomini, posso assicurarti che la loro fantasia e creatività non conosce limite. E poi ricordati il punto 3. Anche la mano annoia.

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9. Non puoi imparare a fare meglio di noi

Entrare in competizione con la nostra mano è come cercare di far capire a un uomo cosa sono i dolori mestruali. Lascia perdere. È una cosa maschile che non puoi capire finché non hai il pene, e fartelo prestare non conta. Se vuoi soddisfare un uomo, la Natura ti ha dotata di mille altri modi tanto e più divertenti. Pensa a quando eri piccola. Il ciuccio, il chupa chupa, il ghiacciolo, il gelato… È una vita che ti stai addestrando.

10. Fattene una ragione, i sentimenti non c’entrano

La masturbazione fa parte della vita di tutti i giorni e non ha niente a che fare con la fedeltà o con i sentimenti. Stephen King ha scritto e immaginato orrori spaventosi, ma questo non lo rende uno psicopatico. Allo stesso modo, masturbarsi sognando di fare sesso duro con la propria capa nel suo ufficio non significa che lo faremo. Al contrario, vuol dire che abbiamo sotto controllo le nostre pulsioni primitive: sappiamo riconoscerle, domarle e incanalarle. Quindi, se il tuo ragazzo shakera il joystick rosa vivitela bene: è sinonimo di salute. Non credo preferiresti beccarlo a letto con una tua amica!

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Ghiandole di Cowper e liquido di Cowper: anatomia e funzioni

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma Ecografia Spalla Ginocchio Traumatologia Gambe Sangue Articolare POSIZIONE FRATTURA PENE Medicina Estetica Luce Pulsata Depilazione Macchie Capillari Rughe Dietologo Radiofrequenza Cavitazione GrassoLe ghiandole bulbouretrali (o ghiandole di Cowper) sono piccole ghiandole esocrine, da 3 a 5 mm di diametro, situate alla radice del pene all’altezza dell’uretra membranosa.

La loro capsula fibroelastica è composta, oltre che da fibroblasti e cellule muscolari lisce, dalle fibre muscolari scheletriche provenienti dai muscoli del diaframma urogenitale. Dalla capsula provengono dei setti che dividono ogni ghiandola in lobuli (cisterne). L’epitelio (tessuto) di queste ghiandole tubuloalveolari composte, varia da cubico semplice a colonnare semplice.

La funzione delle ghiandole è la produzione di un secreto denso e viscoso, trasparente, il liquido di Cowper (chiamato anche liquido pre-eiaculatorio, liquido preorgasmico, liquido prespermatico, liquido preseminale), che durante la fase di eccitazione sessuale maschile, emerge come piccole quantità di fluido che procede dall’uretra alla cima del pene; inoltre è un liquido alcalino, ossia neutralizza l’ambiente acido dell’uretra.

Sembrerebbe che il liquido di Cowper non contenga al suo interno spermatozoi, tranne che durante la fase di eiaculazione, tuttavia potrebbe raccogliere spermatozoi depositati nell’uretra da eiaculazioni precedenti.

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