Vuoi guadagnare 150 euro al mese senza fare nulla per il resto della tua vita? Ecco come fare

In periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, il titolo che avete letto qui sopra credo faccia parecchio effetto. Ora che ho attirato la vostra attenzione mi accingo a spiegarvi il sistema che vi permetterà di guadagnare circa 150 euro al mese (ma anche di più!), senza pagare neanche un centesimo di tasse e senza fare evasione fiscale. In tutto sono circa 1800 euro all’anno, davvero una bella cifra, soprattutto se pensate che potrete guadagnarla per tutto il resto della vostra vita, senza fare assolutamente nulla! Questo guadagno non comporta alcun investimento iniziale, alcun rischio ed in più determina sul medio/lungo periodo la certezza di una serie di fantastici “guadagni accessori” di cui vi parlerò dopo. I 150 euro al mese sono assicurati: prima di proporlo a voi l’ho effettuato io stesso con grande successo! Anche alcuni miei amici, seguendo questo mio piccolo trucco, stanno guadagnando una marea di soldi e prevedono di guadagnare, fino alla loro vecchiaia, circa 80 mila euro, senza fare assolutamente nulla.

Purtroppo però non tutti possono usufruire di questo meraviglioso trucco, mi dispiace. E’ riservato soltanto ad una certa categoria di persone. Ed è solo a loro a cui, da ora in poi, parlerò: i fumatori.

Tutti i non fumatori possono tranquillamente tornare a lavorare per guadagnare qualche soldo.

Dedicato ai fumatori che passano la giornata a dire “non ho i soldi per arrivare a fine mese”

Ogni giorno della vostra vita per compravi un pacchetto di sigarette  spendete circa 5 euro al giorno, che magari vi sembrano anche pochi o comunque ragionevoli. Ma la vita è fatta di calcoli e quindi rispolveriamo la tabellina del 5 e scopriamo che per le “bionde” voi tirate fuori dal portafoglio circa 35 euro a settimana, cioè ben 150 euro ogni mese (cioè circa 300 mila lire, se siete abbastanza grandi da ricordarvi il vecchio conio). Da qui in poi le cose si fanno serie: ogni anno spendete quasi 2000 euro in sigarette. Moltiplicate 2000 euro per tutti gli anni che vi rimangono da vivere (l’aspettativa di vita in Italia è 82 anni, anche se per essere precisi voi fumatori vivete mediamente 11 anni in meno) ed avrete la cifra che guadagnereste smettendo di fumare in questo preciso momento. Sono sicuro che la cifra che vi è uscita dal calcolo è impressionante. Se ad esempio avete 32 anni, significa che, da oggi in poi, nel resto della vostra vita brucerete circa 100 MILA EURO in sigarette (per i nostalgici: circa 200 MILIONI DI LIRE).

“Da quanto tempo fumi?”
“Da trent’anni”, risponde il fumatore.
“Trent’ anni! Ma lo sai quanti soldi hai buttato? Se tu non avessi fumato ora potresti comprati una Ferrari!”.
“Scusa, ma tu fumi?”
“No”
“Allora, dov’è la tua Ferrari?

Guadagnare o risparmiare sono cose diverse

Barzellette a parte, qualcuno potrebbe obiettare che non sono soldi “guadagnati“, ma “risparmiati” e ciò non è la stessa cosa. Ma ne siete davvero sicuri? Immaginate di mettere faticosamente da parte 60 mila euro per la vostra vecchiaia, poi tra 30 anni arriva un ladro e vi ruba tutti i soldi: sono sicuro che vorreste acchiappare quel ladro e prenderlo a bastonate. Ebbene la sigaretta che state fumando in questo momento è esattamente quel ladro, e sta rubando i vostri soldi letteralmente sotto il vostro naso. Lentamente ma inesorabilmente.  Volete prendere il ladro a bastonate? Basta smettere di fumare! Altra scena. Immaginatevi tra 20 anni con 40 mila euro IN PIU’ in tasca. Vi sembra poco? Cosa vi potreste comprare con quella cifra? Materializzateli nel vostro conto in banca: 40 MILA EURO. Li potrete avere se oggi smettete di fumare, altrimenti non li avrete. Siete ancora davvero sicuri che “guadagnare” e “risparmiare” siano cose davvero così diverse? In economia non spendere equivale a guadagnare quando il ricavato dallo spendere (cioè il fantomatico “vantaggio del fumare”) non solo non esiste, ma anzi è controproducente.

La sigaretta in famiglia

Oltre voi, vostro marito/moglie/partner fuma? E vostro figlio? I famosi 40 mila euro gratis in più tra 20 anni potrebbero essere molti di più! Ma ci rendiamo tutti conto che in una famiglia in cui si fuma in 4 si spendono circa 80 MILA EURO ogni 10 anni solo in sigarette? Quella stessa famiglia che magari si lamenta del fatto che “non si riesce ad arrivare a fine mese”. E non si dica che fumare è una spesa necessaria perché è impossibile smettere: io ho fumato per 15 anni, fumavo più di un pacchetto al giorno, ho smesso e sono ancora vivo, più felice che mai. Ricorda:

Il fumo NON E’ MAI INDISPENSABILE, anzi, per vivere bene E’ INDISPENSABILE NON FUMARE!

I guadagni “accessori”

I guadagni “accessori” di cui parlavo all’inizio sono i migliori. Smettendo di fumare in questo momento non solo guadagnerete decine di migliaia di euro che altrimenti spendereste in infiniti pacchetti di sigarette, ma in più risparmierete anche migliaia di euro in farmaci, visite dallo pneumologo e – purtroppo – dall’oncologo ed infine dal chirurgo. E’ inutile che “tocchiate ferro o… altro“, non voglio certo portarvi sfortuna: il fatto è che inalare per anni sostanze radioattive e cancerogene (come il polonio 210 contenuto nella sigaretta che state fumando) statisticamente condurrà alcuni di voi nella nostra sala operatoria ed altri – ancora meno fortunati – a riposare per sempre 11 anni prima rispetto ai non fumatori. Non è un’opinione: è statistica, una materia che ci insegnano già al primo anno della facoltà di Medicina: chi fuma vive realmente 11 anni in meno rispetto ai non fumatori. Potete nascondere la verità a voi stessi, potete “fare corna“, potete trovare una scusa assurda sul tipo “tanto di qualcosa si dovrà pur morire“, potete pregare il dio della vostra religione, oppure potete affrontare il problema da persona intelligente e responsabile, smettere ORA e guadagnare una migliore qualità della vita e soprattutto la cosa più importante:

11 anni di vita in più da vivere coi vostri cari

Condividete questo articolo sulla bacheca di qualche vostro amico fumatore che volete che smetta di fumare, condividetelo con qualcuno a cui volete veramente bene.

NOTA BENE: ricordo che il sottoscritto ha fumato per 15 anni di vita, per poi smettere l’anno scorso e vivere benissimo da ex fumatore.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Sindrome da abbandono: cause, sintomi, a cosa può condurre e come si supera

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO BAMBINO TRISTE PIANGE DOLORE STRADA ABBANDONO DEPRESSIONEQuante volte da bambini abbiamo sofferto per la mancanza di qualcuno, magari di nostra madre uscita di casa per andare a lavorare? Una gran quantità di ricerche ha dimostrato che casi del genere possono avere ripercussioni anche da adulti andando a creare l’impalcatura di quella che prende il nome di sindrome da abbandono o sindrome dell’abbandono.

Cos’è la sindrome da abbandono?

Per sindrome da abbandono si intendere un insieme di sensazioni di disagio – dal semplice fastidio fino all’angoscia e alla depressione – determinato da abbandono reale, tradimento degli affetti o da carenze affettive. Seguendo le idee del celebre psicologo e filosofo svizzero Jean Piaget, tutto potrebbe nascere dalla “permanenza dell’oggetto“. In età molto precoce il bambino si rende conto di non essere autosufficiente e di dipendere per ogni cosa dall’oggetto (adulto), il quale c’è e non c’è. In altri termini, quando il bambino può percepire la presenza della madre o di altra figura di riferimento, è rassicurato perché ha imparato che tale figura si occupa di lui; se però la madre “scompare”, cioè si sposta fuori della percezione del bambino, allora nasce la crisi, l’angoscia, ed il bambino piange, fin quando o non viene rassicurato dalla madre, o finché non realizza che la persona permane anche se lui non la vede/sente, cioè fin quando non supera una delle fasi precoci dell’infanzia, ed entra nella successiva. Questa grande paura rimane probabilmente nel ricordo, e le emozioni possono risvegliarsi anche da adulti, quando l’oggetto, verso il quale si è strutturata una dipendenza affettiva, “scompare”. E’ interessante ricordare che possono soffrire di tale sindrome anche gli anziani abbandonati a se stessi (e in questo momento di crisi economica e sociale stanno aumentando in maniera esponenziale) e le ragazze-madri abbandonate dalla famiglia di origine.

Leggi anche: Jean Piaget e la teoria dello sviluppo cognitivo: schema, assimilazione, accomodamento, equilibrazione

Quali sono le cause della sindrome da abbandono ?

Le cause determinanti sono eventi drammatici ad esempio la morte di uno dei genitori, violenti litigi familiari, mancanza di cure, freddezza della madre. Ma anche eventi in realtà normali (ma vissuti come fortemente traumatici dal soggetto) possono determinare i sintomi della sindrome, come ad esempio la nascita di un fratellino. Tali avvenimenti determinano nel soggetto due condizioni:

  • l’incompiuta costruzione della fiducia in sé stessi;
  • la convinzione più o meno consapevole che solo delegando le responsabilità e i problemi ad un altro si riesca ad andare avanti, ciò crea nel soggetto la percezione che è giusto e preferibile dipendere da altri per superare le avversità della vita.

Leggi anche: Liberarsi dalla dipendenza affettiva e dalla paura dell’abbandono

Quali sono i sintomi della sindrome da abbandono?

I bambini che soffrono di tale sindrome possono presentare ritardi psicomotori, facilità ad ammalarsi, abulia (incapacità di prendere decisioni e portare a termine le azioni), periodiche crisi di ansia, gelosia e aggressività. Più in generale tale sindrome si manifesta con emozioni e comportamenti che possono andare dal semplice disagio alla disperazione più nera, al sentirsi privi di una parte di sé, al perdere il piacere di vivere: senza una certa persona che lo ha abbandonato, il soggetto riferisce che la sua vita non ha più alcun senso.

Leggi anche: Gelosia patologica e delirio di infedeltà: la possessività esclusiva

Una esperienza che mi ha particolarmente colpito

Un mio paziente – che è anche un caro amico d’infanzia – colpito da questa sindrome, pur essendo normalmente una persona buona e calma, ha manifestato stati di aggressività accompagnati da collera, talora sino al delirio, soltanto parlando della sua ex ragazza che lo aveva lasciato. Un chiaro sintomo è l’ostinazione del ritorno della persona amata che lo aveva abbandonato, l’ossessione che noi suoi amici dovessimo convincere, quasi con la forza, la persona amata a tornare da lui. Il suo ragionamento era “lei DEVE tornare da me” e non ammetteva alcuna eccezione che prendesse in gioco il libero arbitrio della persona amata e la sua volontà di non voler tornare da lui. La frase “lei deve tornare da me” seguita da “voi dovete aiutarmi a farla tornare” non ammette contraddittorio logico e tutto ciò a ormai quasi due anni dalla rottura del fidanzamento (fidanzamento che era durato appena pochi mesi).

Leggi anche: Morte psicogena, l’apatia che può farti morire: come uscirne

A cosa può portare la sindrome da abbandono?

La sindrome dell’abbandono induce di solito a tre tipi di comportamento: costruttivi, di attesa, o – nel peggiore dei casi – distruttivi (auto e/o etero); dipende da come si manifesta. Nei casi più gravi la sindrome dell’abbandono può condurre alla depressione e questa, purtroppo può indurre a pensieri suicidari e al suicidio.

Come superare la sindrome da abbandono?

La sindrome da abbandono può essere curata con psicoterapia e terapia farmacologica, ma nei casi meno gravi anche dei semplici consigli possono migliorare di molto la situazione. Per approfondire, leggi questo articolo: sindrome da abbandono: terapie e consigli per affrontarla e guarire

Qui puoi trovare una lista di libri che hanno l’abbandono come tema comune: https://amzn.to/2UrnyEe

Se credi di soffrire di sindrome da abbandono ed hai bisogno di supporto, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò ad affrontare e superare questo momento difficile.

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Alcol: un milione di italiani ne è dipendente

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO ALCOL ALCOLICO BERE ALCOLISMO BIRRA VINO SUPERALCOLICO ALCOLICI SPUMANTE CHAMPAGNE COCKTAIL BICCHIERE BOTTIGLIA PUBBicchiere mezzo pieno? Sarebbe meglio di no. In Europa e in Italia le bevande alcoliche sono la terza causa di morte e disabilità nella popolazione adulta, la prima al di sotto dei 24 anni. Secondo i dati forniti dall’Istat e dall’Iss, in collaborazione con la Società italiana di alcologia, quest’anno nel nostro Paese sono stati stimati circa 36 milioni di consumatori di alcol, ovvero più di un italiano su due. Di questi, 13 milioni – escludendo coloro che sono riconosciuti come alcolisti – consumano alcol tutti i giorni, nel 70% dei casi vino. Circa tre milioni sono a medio-alto rischio di contrarre malattie internistiche da alcol e di evolvere verso la dipendenza, gli alcoldipendenti sono 1 milione.

Complessivamente spendiamo per i danni da alcol circa 22 miliardi di euro, pari al 1,6% del Pil. Il passaggio dal bicchiere di troppo all’alcoldipendenza è più facile di quanto si pensi, soprattutto se si inizia a bere in giovane età, e un forte incremento, secondo gli studiosi, si sta verificando anche in relazione alla profonda crisi economica. I rischi sono elevati: l’etanolo favorisce circa 60 malattie differenti e numerosi tumori. Il consumo moderato di alcol è causa di circa il 10% dei cancri nel nostro Paese. Il rischio di contrarre queste malattie inizia già da dosaggi molto bassi, smontando la tesi che bassi dosaggi fanno bene al cuore. A preoccupare maggiormente è la diffusione dell’alcoldipendenza tra le fasce d’età più basse: si inizia a bere già tra i 12 e i 16 anni, con un drammatico aumento tra i giovani professionisti alle prese con carriera e stress.

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Quanto tempo al giorno passiamo davanti allo smartphone?

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE SOCIAL TECNOLOGIA TABLET CELLULARE TELEFONINO TELEFONO (4)Partiamo da un dato. Quante volte al giorno noi italiani controlliamo il nostro cellulare? 150 volte al giorno, una volta ogni 6 minuti più o meno (i dati sono dello studio di Kleiner Perkins Caufield & Byers). Non c’è da quindi stupirsi che la nuova malattia di questi anni sia la Nomofobia, ovvero la paura di rimanere senza collegamento mobile, fuori dalla cerchia dei social network, fuori dalla rete. Secondo un recente studio sono nomofobiche 4 donne su cinque (pare che questa fobia colpisca di più il mondo femminile). Ma una volta stabilito che lo smartphone è diventato parte integrante nelle nostre vite bisogna chiedersi cosa ci facciamo? Quanto tempo in realtà dedichiamo al cellulare?
Experian svela uno studio che afferma che in media le persone dedicano un’ora di tempo al giorno al proprio prezioso telefono portatile.
Il 26% del tempo che passiamo usando il cellulare è dedicate alle telefonato, il 20% ai messaggi, il 15% ai social network, il 14% alla navigazione web, il 9% alle email.
Utenti iOS e Android hanno comportamenti leggermente diversi: innanzitutto gli utenti Apple usano di più il proprio terminale: 16 minuti in più rispetto agli utenti Android. Gli utilizzatori di Android telefonano e navigano di più, quelli Apple “messaggiano” di più e fanno più foto, come potete vedere dai due successivi grafici.

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Gli smartphone mettono a rischio il cuore dei giovani

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE TELEFONO TELEFONINO TABLET CELLULARE TECNOLOGIA PSICOTECNOPATOLOGIA BAMBINI GIOVANIIl cuore dei prossimi adulti è a rischio: ed è tutta colpa dei cellulari. I quarantenni di domani potrebbero avere i vasi sanguigni dei settantenni di oggi, un invecchiamento precoce che secondo gli esperti è da attribuire all’uso dei cellulari di notte che sarebbe responsabile dell’aterosclerosi dilagante. Gli studiosi parlano di una preoccupante esplosione dei disturbi del sonno fra gli adolescenti che utilizzano le tecnologie di comunicazione mobile a tarda notte: con l’espansione dei telefoni mobili nei mercati emergenti il problema potrebbe presto interessare anche i Paesi in via di sviluppo. Le analisi sono contenute nel rapporto The Heart of the Matter, sviluppato dall’Intelligence Unit del settimanale britannico The Economist.

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Il video shock che ti farà passare definitivamente la voglia di fumare

Un semplice esperimento per mostrare l’effetto che fa un pacchetto di sigarette al giorno per 20 giorni. E il risultato è allucinante! Certamente non è stata scoperta l’acqua calda, ma è un modo per mostrare cosa respira un uomo quando fuma. Il video, prodotto dal Continua a leggere

I dieci fatti curiosi che non sai sulla marijuana

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO MARE RELAX DONNA LEGGE LIBRO CURIOSITA RIVISTA STORIASulla marijuana se ne sentono dire di tutti i colori: un giorno additata come uno dei peggiori mali dell’umanità, il giorno dopo, proclamata soluzione universale contro dolori e malattie. Non c’è che dire, il dibattito è aperto e non è certo moderato. Se volete partecipare, assicuratevi di aver letto questo post per conoscere un po’ di aneddoti di cui pochi sono a conoscenza.

1. La marijuana veniva usata come “pozione della verità” dall’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale.

2. L’attacco di fame che spesso si presenta dopo aver fumato marijuana ha una spiegazione scientifica. La leptina è l’ormone che controlla la sensazione di sazietà ed il THC intacca il suo buon funzionamento.

3. George Washington e Thomas jefferson furono dei grandi produttori di marijuana. La prima versione della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti fu scritta proprio su un foglio di canapa!

4. L’assunzione di marijuana era comunemente prescritta per affrontare i dolori del parto, e questo fino al 1942.

5. Il Paraguay sarebbe il maggiore produttore mondiale di marijuana.

6. Il latte materno contiene cannabinoidi. Secondo voi, da dove viene lo sguardo sognante dei bambini in età di allattamento?

7. Quasi tutti gli orologi del film Pulp Fiction sono regolati sulle 4 e 20.  E cosa c’entra, direte voi? Si tratta di una strizzata d’occhio degli sceneggiatori, visto che l’espressione 4 e 20 (four-twenty) in inglese è comunemente usata per indicare l’assunzione di marijuana.

8. L’olio di canapa è l’alimento più ricco in Omega 3 fino ad oggi conosciuto.

9. Mangiare un mango ben maturo 20 minuti prima di fumare una canna, ne aumenta considerevolmente gli effetti.

10. Bisognerebbe consumare circa 800 spinelli in 20 minuti per fare un overdose.

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Sei smartphone dipendente? Ecco i consigli per disintossicarti dal tuo cellulare

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO MEDICO SMARTPHONE SOCIAL TECNOLOGIA TABLET CELLULARE TELEFONINO TELEFONO bTi sei accorto di essere troppo attaccato al tuo cellulare? Vorresti finalmente disintossicarti dal tuo telefonino? Ecco qualche dritta per allontanarci dal nostro smartphone, senza troppi drammi!

Mai al mattino

Non utilizzare mai lo smartphone al mattino. Quando ci alziamo i primi gesti che compiamo possono determinare l’andamento della nostra giornata. Se hai una “leggera” dipendenza da telefonino, sicuramente la prima cosa che fai appena sveglio è proprio controllare il tuo smartphone e le notifiche che ti può fornire. Eliminiamo – se possibile – questa cosa e accendiamo il telefonino dopo un ora dal risveglio. Per esempio in pullman o in treno, accendiamolo quando siamo al lavoro, insomma cerchiamo di evitare di accenderlo dopo 5 minuti dal nostro risveglio mattutino.

Creiamo degli ostacoli

In questo caso, il mio suggerimento è quello di creare dei veri e propri ostacoli per compiere in totale tranquillità quelle azioni che ripeti ossessivamente con il tuo smartphone del tipo: Accendi spesso il telefonino per controllare le nuove notifiche di varie app o l’orario? Attiva il codice di sicurezza da inserire ogni volta. Cosi facendo dopo un po’ sarà una scocciatura inserire sempre il codice per lo sblocco. Controlli continuamente il tuo account di posta elettronica? Eliminalo dall’applicazione di default e controlla la tua posta solo sul browser del telefonino. Si, niente notifiche, ma tranquillo… sopravviverai! Non fai altro che accedere all’app mobile di Facebook? Benissimo cancelliamo l’applicazione! Ti piace girare sullo store per scaricare app e giochi all’ultimo grido? Ok. Evitiamo di entrare negli store visto che il telefono serve per telefonare e non giocare! Creando questi piccoli ostacoli si può ridurre i minuti o ore passate davanti al nostro smartphone.Ci vorrà soltanto voglia e determinazione.

Leggi anche: Ecco cosa ti succede quando ti separi dal tuo smartphone per troppo tempo

Passo dopo passo

Facciamo le cose passo per passo. Non riusciamo proprio a resistere al nostro profilo Facebook eh? Si deve per forza controllare la tua inbox beh, facciamolo ma non più di due volte al giorno!
Qua entrano in ballo delle strategie di produttività più efficaci che sono il batch processing. Per capirci meglio il batch processing consiste nel concentrare più attività, anche diverse tra loro, all’interno di un certo lasso di tempo. Per esempio su Facebook possiamo andare dalle 13.00 all 14.00, oppure ai giochi possiamo accedere soltanto dalle 20.00 alle 22.00 e così via.

Dal vivo è meglio

Impariamo a essere presenti fisicamente e non virtualmente. Una delle peggiori conseguenze della dipendenza da telefonino è la mancanza di attenzione e concentrazione. Scriviamo a nostro fratello o sorella che si trova al piano superiore di casa nostra? bene smettiamola. Alziamoci e andiamo a dire cosa dobbiamo dirgli senza utilizzare sms o chat.! Dobbiamo fare degli auguri di compleanno? Ok, andiamo a trovare il nostro amico e facciamoci una bevuta insieme. Se il vostro amico invece abita a 500 km da casa vostra, chiamiamolo al telefono così facciamo due parole. Gli auguri sono ben più apprezzati se sono fatti a voce.

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