Lesioni del sistema nervoso, disturbi del sonno e quadro polisonnografico

MEDICINA ONLINE MORTE CLINICA BIOLOGICA MORTE CEREBRALE END LIFE OSPEDALE LETTO VENTILATORE MECCANICO STACCARE LA SPINA BRAIN DEATH ELETTROENCEFALOGRAMMA PIATTO FLAT EEG SNC CERVELLO TERMINALE MALATO COMA STATO VEGETATIVOQualsiasi affezione, sia essa di tipo vascolare che di tipo degenerativo, infiammatorio o neoplastico che interessi gli emisferi cerebrali o le strutture del tronco encefalico, può determinare una destrutturazione del sonno: in parole semplici qualsiasi alterazione o danno di tipo nervoso è potenzialmente capace di determinare un qualche tipo di disturbo del sonno. In questo senso, ai sintomi ed ai segni propri della patologia che ha prodotto la lesione (ad esempio paralisi, difficoltà motorie, difficoltà sensitive, difficoltà a parlare, amnesie…), si aggiunge una alterazione più o meno profonda del sonno che può essere correlata direttamente al danno nervoso o può essere comunque connessa in modo indiretto alla patologia (ad esempio un paziente con paralisi può andare incontro a depressione che a sua volta può favorire una insonnia).

Quadro cinico e polisonnografico

Nelle lesioni emisferiche, se l’emisfero interessato è quello sinistro, si assiste ad una lieve diminuzione del sonno REM e ad una riduzione importante del sonno profondo. Se invece viene interessato l’emisfero destro, si ha un’elevata percentuale di fase I NREM e un notevole aumento del tempo totale di sonno, malgrado si riduca fortemente la percentuale di sonno REM. Nelle lesioni che interessano il tronco dell’encefalo, soprattutto nella sua parte posteriore, si ha spesso una forte riduzione della componente
fasica nella fase REM e l’assenza della normale ipotonia muscolare che compare normalmente in questa fase (Zucconi). Se la sede della lesione è il bulbo, le fasi di sonno profondo possono essere completamente assenti, mentre il sonno REM anche se disorganizzato è di solito conservato; se oltre al bulbo è interessato anche il tegmento pontino, come ad esempio nella locked-in syndrome, anche se la ciclicità del ritmo sonno-veglia permane, sia il sonno REM che quello NREM sono notevolmente diminuiti.
Esistono sindromi neurologiche di tipo degenerativo in cui vi sono caratteristiche alterazioni del sonno: la paralisi sopranucleare progressiva e la degenerazione olivo-ponto-cerebellare ne sono esempi; il reperto polisonnografico caratteristico e comune di queste malattie è la diminuzione della percentuale di sonno REM e del sonno lento, così
come è frequente ritrovare uno stadio di sonno con alcune caratteristiche peculiari della fase REM, ma senza l’ipotonia muscolare caratteristica di questa fase, associato alla presenza di movimenti e comportamenti involontari aggressivi che mimano spesso il contenuto di un sogno (Gross e coll.).
Le lesioni del sistema nervoso centrale possono infine determinare anomalie ventilatorie per cui anche apnee centrali del sonno. Per apnea si intende la sospensione del flusso d’aria attraverso il naso e la bocca per almeno 10 secondi. Nel caso delle apnee periferiche od ostruttive, si ha la persistenza dei movimenti respiratori toracici e addominali durante la cessazione del flusso d’aria, mentre nelle apnee centrali la cessazione del flusso di aria coincide con la cessazione dell’attività dei muscoli respiratori. Danni del tronco tendono primariamente a distruggere i centri respiratori; infatti il tronco cerebrale è la sede in cui viene generato il pattern respiratorio primario e in cui vengono integrati gli impulsi afferenti provenienti dai chemiocettori e dai recettori intrapolmonari; se la sede della lesione è il bulbo, regione in cui sono maggiormente addensati i neuroni devoluti al controllo respiratorio, insorgono frequentemente disturbi della ventilazione che possono verificarsi anche durante la veglia, ma che spesso però insorgono durante il sonno poiché è in tale stato che la respirazione è fortemente influenzata dal sistema di controllo metabolico. Ciò appare particolarmente frequente nella poliomielite con interessamento bulbare, in cui nei primi stadi può esserci una ventilazione normale durante la veglia ma possono insorgere già in tale stadio brevi apnee centrali durante il sonno. Questi episodi apnoici si allungherebbero e diverrebbero via via più frequenti con l’evolvere della malattia fino al loro verificarsi anche durante la veglia, tanto da richiedere supporti ventilatori.
Il bulbo può essere danneggiato, oltre che da malattie infiammatorie come la poliomielite, anche da altre affezioni che ledano il sistema di controllo metabolico del respiro a qualsiasi livello, non necessariamente troncale, ma compromettente anche le vie motorie del sistema di controllo metabolico del respiro a livello del midollo spinale.

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