La palestra e lo sport possono cambiare i lineamenti del volto?

MEDICINA ONLINE PESI PALESTRA MUSCOLI ALLENAMENTO STREET WORKOUT INTEGRATORE AMINOACIDI BCAA PROTEINE CREATINA GLUTAMINA FISICO SPORT ATTIVITA SPORTIVA BELLEZZA UOMO.jpgL’attività fisica può influire sui lineamenti del volto di una persona? Certamente si, per vari motivi. Per iniziare, una adeguata attività fisica, abbinata ad una dieta adeguata, farà certamente diminuire la percentuale di massa grassa (bodyfat %); questo, unito all’incremento di produzione testosteronica derivata soprattutto dall’allenamento in palestra, andrà ad intaccare non solo i depositi adiposi sottocutanei, ma pure il grasso “libero”, la cosiddetta bolla del Bichat situata in zona guance, responsabile del viso “paffutello”, a tal proposito, leggi anche: Ridurre il grasso sulle guance (bolla di Bichat) in modo naturale e con la chirurgia

Sotto il 15% di bodyfat si comincia quindi ad avere un viso “cesellato”, leggermente scavato sulle guance, con zigomi più in evidenza e con naso più sottile: il viso appare più affilato, in salute, bello. A tali percentuali di grasso, anche il “doppio mento” tende a sparire, e ciò contribuisce a delimitare bene la mandibola ed a farla apparire più grande e volitiva.

Una adeguata attività fisica tende anche a “smagrire” ed ingrossare il muscolo sternocleidomastoideo: ciò contribuisce alla bellezza del collo, ad incorniciare meglio il viso ed a sorreggere meglio la testa, fatto che contribuisce a dare al volto un aspetto più regale e fiero ed a slanciare verso l’alto l’intera figura del corpo, fatto utilissimo in caso di altezza non elevatissima. L’attività fisica migliora anche l’ossigenzazione della pelle, specie quella del viso, che apparirà sempre più luminosa, tesa e compatta. Tutto ciò contribuisce anche psicologicamente alla sensazione di maggior fiducia in noi stessi, fatto non indifferente che ci regala uno sguardo più “aggressivo” e più sicuro.

Diverso è il discorso se all’attività fisica si associa anche l’uso di farmaci illegali per aumentare le prestazioni: in questo caso i cambiamenti del volto si fanno molto più evidenti con percentuali di grasso estremamente basse e lineamenti più affilati, oltre alla comparsa frequente della “mandibola GH“, a tal proposito, leggi anche: Mandibola GH, ormone della crescita e doping nello sport

I migliori integratori per lo sport
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Costruisci una palestra a casa tua
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Prodotti per contrastare i dolori muscolari
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La menopausa rovina la tua pelle, ecco i consigli per mantenerla giovane

MEDICINA ONLINE DONNA ANZIANA MENOPAUSA ADULTA VAMPATE FITOESTROGENI SENO INGRANDIMENTO SOIA ORMONI ESTROGENI PIANTETutte noi temiamo i segni del tempo visibili sulla pelle; infatti, i segni dell’invecchiamento, frutto dei cambiamenti ormonali, sono particolarmente evidenti su quest’organo. In particolar modo è il viso, ovvero lo strumento che ci consente di proiettare la nostra immagine agli altri, oltre che darci la possibilità di avere una maggiore percezione fisica di noi stesse, a mostrare per primo i sintomi dell’età che avanza.

Dal momento in cui compaiono i primi sintomi della menopausa sino a quando termina la post menopausa, la riduzione graduale degli estrogeni e del collagene ha un impatto diretto sulla pelle, provocando il suo invecchiamento progressivo. L’azione di questi ormoni aumenta lo spessore della pelle, mantenendo alti i livelli di elasticità e umidità, mentre quando essi smettono di funzionare gli effetti negativi per la nostra pelle sono subito percepibili e ravvisabili. Sebbene la genetica giochi un ruolo importante per mantenersi giovani a lungo, le conseguenze sono inevitabili. Che succede alla pelle in questo periodo?

Effetti negativi della menopausa sulla pelle

  • Pelle disidratata: la pelle perde elasticità, si mostra secca ed ha un aspetto rugoso.
  • Rughe più profonde e numerose: le fibre di elastina e collagene si degradano e la pelle cade, generando maggiore flaccidità e la comparsa di rughe.
  • Maggiore fragilità: la pelle si assottiglia e, con la perdita di elasticità, si lesiona più facilmente.
  • Tono irregolare: la pelle perde luminosità e freschezza e il tono smette di essere uniforme; ciò rende la pelle più trasparente.
  • Maggiori difficoltà a cicatrizzare.
  • Macchie scure pigmentate che si accentuano nelle zone esposte al sole.

Non possiamo evitare questi cambiamenti, ma possiamo minimizzarli e ritardare il processo di invecchiamento. Ti forniamo una serie di trucchi per far sì che la tua pelle si mantenga giovane più a lungo.

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Consigli per salvaguardare la pelle a partire dalla menopausa

  •  Idrata dall’esterno: è fondamentale usare creme per il viso e per il corpo che ci aiutino a ristabilire l’idratazione perduta. Molte marche hanno messo a punto formule studiate per le caratteristiche tipiche della pelle matura. Inseriscile nella tua routine quotidiana.
  • Bevi due litri di acqua al giorno. Idrata la pelle anche dall’interno.
  • Utilizza una crema solare ogni giorno: in questa fase della vita il sole è importante per il nostro corpo perché ci aiuta a sintetizzare la vitamina D e a fissare il calcio nelle ossa. Ma anche se il medico ti raccomanda di prendere almeno 15 minuti di sole al giorno, evitando le ore di maggiore esposizione ai raggi ultravioletti (dalle 12 alle 16), devi sempre utilizzare una protezione solare adeguata al tuo tipo di pelle. Anche se il tempo è nuvoloso, le radiazioni solari danneggiamo la pelle molto più di quanto sembri.
  • Dimenticati delle tossine: abitudini sbagliate come il fumo e l’alcol contribuiscono ad accelerare l’invecchiamento della pelle. Evitali.
  • Fai esercizio fisico: l’attività fisica mantiene il nostro corpo ossigenato, migliora la circolazione sanguigna e purifica i pori. Inoltre, ti aiuterà a contrastare gli effetti della temuta osteoporosi.
  • Mangia alimenti ricchi di vitamina A (antiossidante), C (sintetizza il collagene) ed E (combatte i radicali liberi). Queste vitamine sono presenti, tra gli altri, in frutta fresca, frutta secca e verdure.
  • Non andare a letto senza struccarti. Durante le ore di sonno la nostra pelle ne approfitta per rigenerarsi e ossigenarsi. Per questo è importante compiere queste tre azioni: pulizia, tonificazione e nutrizione.
  • Presta maggiore attenzione alla tua igiene personale: assicurati che i saponi che utilizzi abbiano un PH neutro per evitare allergie e secchezza. Soprattutto, presta la massima attenzione alle zone intime che sono particolarmente sensibili a causa dell’atrofia e della secchezza vaginale proprie di questa fase della vita, nella quale inoltre le infezioni sono più frequenti.
  • Evita le irritazioni se soffri di incontinenza urinaria: usa assorbenti specifici per le perdite urinarie.

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L’abbronzatura del viso va via prima?

MEDICINA ONLINE SOLE MARE ABBRONZATURA PELLE CUTE MELANINA SPIAGGIA MARE DONNA COSTUME SEA SAND GIRL BEACH SWIMMING WALLPAPER HI RES PICS PICTURE PHOTO BEAUTIFUL VETRO UVA UVB ULTRAVIOLEL’abbronzatura del viso va via prima? Certamente si, perché la durata della tintarella dipende dalle zone del corpo e dalla velocità del rinnovamento cellulare. Le cellule del viso si rinnovano ogni 3 giorni circa, per cui l’abbronzatura sparirà più in fretta una volta che si sospenda l’esposizione regolare al sole.

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Ho pelle e capelli scuri: ho bisogno della protezione solare?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo PRIMO MARE SOLE CONSIGLI PROTEGGERE PELLE Dieta Chirurgia Medicina Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Linfodrenante Dietologo Cellulite Peso Pancia Sessuologia Pene Laser Filler Rughe BotulinoCertamente si, specie nelle ore più calde della giornata, sia al mare che in montagna, perché anche la pelle di chi ha carnagione scura ha bisogno di schermi protettiva dall’azione nociva dei raggi UV provenienti dal sole. Essi non fanno differenze tra pelle chiara e scura: penetrano profondamente nella pelle, procurando danni ai tessuti e determinando invecchiamento precoce della pelle. Per lo stesso motivo è importante utilizzare un’adeguata protezione solare anche quando si è già abbronzati.

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Differenza tra ginecomastia vera, falsa, acquisita, congenita e puberale

MEDICINA ONLINE GINECOMASTIA VERA FALSA PSEUDOGINECOMASTIA ACQUISITA PUBERALE CONGENITA DIFFERENZA GRASSO TESSUTO ADIPOSO GHIANDOLA MAMMARIA COMPONENTE GHIANDOLARE ECOGRAFIA DIAGNOSI CURE CHIRURGIA BODY BUILDING STEROIDI.png

A destra la pseudoginecomastia

Con il termine “ginecomastia” si intende l’aumento del volume di una o entrambe le mammelle dell’uomo, che può essere di vari tipi:

  • ginecomastia vera;
  • ginecomastia falsa;
  • ginecomastia acquisita;
  • ginecomastia congenita.

Si definisce “ginecomastia vera” quando la causa dell’aumento di volume della mammella è legata ad un cambiamento, ad una proliferazione dei tessuti mammari, non tumorale. La “pseudoginecomastia” (o ginecomastia falsa) si ha invece quando l’aumento del volume del seno dell’uomo è dovuto ad altre cause, come accumulo di adipe (grasso sottocutaneo), ad una infiammazione o ad un tumore.

Ginecomastia vera

Una ginecomastia si dice “vera” in quanto ci si trova davanti ad un vero e proprio aumento della ghiandola mammaria, di solito provocato da un problema ormonale, ad uso di sostanze dopanti nel culturismo o a patologie, ad esempio cirrosi epatica, mentre invece la componente adiposa è normale.

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Ginecomastia vera

In caso di problematica di ginecomastia vera la pratica chirurgica più comune è data dalla rimozione della ghiandola attraverso una piccola incisione vicino al capezzolo.
A volte , ma non sempre si usa la tecnica della liposuzione anche per eliminare parte ghiandolare, sopratutto in quei casi dove ci si trova davanti a problematiche di ginecomastia vera e falsa assieme (quindi sia un aumento della ghiandola sia un eccesso di adipe). L’intervento è eseguito di solito in anestesia locale, dopodiché si verrà fasciati e verrà messo un indumento speciale che dovrete indossare per un periodo dopo l’intervento. La radiofrequenza monopolare può essere usata per rimettere in tensione la pelle dopo l’intervento.

Leggi anche: Ginecomastia, l’aumento della mammella nel bodybuilding: cause e rimedi

Ginecomastia falsa (pseudoginecomastia)

Si intende col termine “falsa” quella ginecomastia data dall’eccessiva presenza di adipe, mentre invece la componente della ghiandola mammaria è normale.

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Pseudoginecomastia

Questo tipo di ginecomastia viene trattato attraverso una vera e propria liposuzione. Il fine è quindi quello di aspirare l’adipe in eccesso (non tutto) per poter ridare le giuste dimensioni e forma alla mammella maschile.
Da detto che sarebbe importante in caso il paziente sia deciso ad intervenire chirurgicamente a non aspettare anni prima di farlo, questo perché i tessuti, in generale più si è giovani più possono “rientrare” al loro posto non rischiando quindi di lasciare pelle in eccesso dopo l’intervento. Anche questo intervento e di solito fatto in locale, dopo poche ore si può tornare alla vita di sempre; la radiofrequenza monopolare può essere usata per rimettere in tensione la pelle dopo l’intervento.

Ginecomastia acquisita

Questo tipo di ginecomastia non è presente alla nascita ma si verifica durante la vite del soggetto per una qualche causa, come ad esempio l’uso di farmaci ( estrogeni e purtroppo anabolizzanti.

Ginecomastia puberale

La maggioranza dei soggetti maschi attraversa una fase (generalmente compresa tra i 12 e i 17 anni di età) in cui si ha un notevole sviluppo mammario; si parla in questi casi di ginecomastia puberale. In circa un terzo degli adolescenti, la condizione di ginecomastia regredisce nel giro di 10-12 mesi, in altri la fase è più duratura, ma trascorsi tre anni la condizione di ginecomastia è completamente regredita nella stragrande maggioranza dei casi (90% circa). In un numero minore di casi, la condizione di ginecomastia persiste oltre il diciassettesimo anno di età e iniziano a ridursi le possibilità che il processo regredisca in modo spontaneo e si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di intervenire chirurgicamente.

Ginecomastia congenita

Nella ginecomastia congenita i fattori determinanti sono da ricercarsi o in uno squilibrio degli ormoni in circolo oppure in una superiore sensibilità del tessuto mammario alle stimolazioni di tipo ormonale. Nella ginecomastia congenita si ha una connotazione di tipo familiare (ereditarietà).

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Olio essenziale di eucalipto: usi e proprietà

MEDICINA ONLINE ESSENTIAL OIL OILS AROMATHERAPY AROMATERAPIE AROMATERAPIA OLIO ESSENZIALE OLII OLI VETTORE MASSAGGIO MASSAGE EUCALIPTO BERGAMOTTO COSMETICA MANDORLE ARGAN AVOCADO ROSMARINO LIMONE MENTA PIPERITA LAVANDA WALLL’olio essenziale di eucalipto è ricavato dalla specie Eucaliptus globulus, pianta della famiglia delle Mirtaceae. L’essenza di eucalipto è rinomata per le sue proprietà benefiche che esplica in caso di raffreddore, sinusite e altri disturbi alle vie respiratorie. Può essere un blando rimedio naturale contro il mal di testa e per lenire i fastidi della cistite. La produzione dell’olio essenziale di eucalipto avviene per distillazione in corrente di vapore di foglie e germogli.

L’essenza di eucalipto annovera proprietà balsamiche, anticatarrali, espettoranti, mucolitiche, antisettiche, analgesiche, calmanti, febbrifughe e rinfrescanti. In questa pagina vedremo come usare l’olio essenziale di eucalipto per trarne i migliori benefici.

Olio essenziale di eucalipto per profumare gli ambienti

Questa essenza è caratterizzata da un profumo fresco, balsamico e legnoso, quindi si presta perfettamente per deodorare l’ambiente domestico in modo naturale. Per profumare gli ambienti con l’olio essenziale di eucalipto se ne usa una singola goccia per ogni mq della stanza in cui s’intende diffondere l’aroma. Si può inserire negli umidificatori dei temosifoni o nei diffusori di oli essenziali, si sconsiglia l’uso di bruciatori.

Olio essenziale di eucalipto come decongestionante

I principi attivi dell’olio essenziale di eucalipto svolgono una potente azione mucolitica, espettorante e decongestionante, sono accompagnati dai monoterpeni, sostanze ad azione antispasmodica e balsamica. Grazie a queste proprietà l’olio essenziale di eucalipto è molto utile in caso di affezioni delle vie respiratorie come mal di gola e tosse, è utile inoltre a chi vuole smettere di russare in modo naturale. Sempre per lenire i sintomi del raffreddore e decongestionare le vie aeree, è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale di eucalipto come aerosol. Chi non dispone della macchinetta per fare l’aerosol non dovrà fare altro che aggiungere 6-7 gocce in un pentolino d’acqua calda e respirare il vapore prodotto avendo cura di coprire la testa con un asciugamano così da formare una piccola camera di inalazione.

Olio essenziale di eucalipto per lavande vaginali

In caso di cistite e prurito intimo è possibile sfruttare le proprietà rinfrescanti dell’essenza di eucalipto. Basterà aggiungere 10-15 gocce di olio essenziale di eucalipto in 300 ml di acqua calda.

Olio essenziale di eucalipto per la cura dei capelli

Le proprietà dell’olio essenziale di eucalipto sono molteplici e tornano utili anche quando si parla del benessere di pelle e capelli. Basterà aggiungere 10 gocce di olio essenziale a uno shampoo neutro per favorire la pulizia della cute e eliminare la forfora.

Olio essenziale di eucalipto per lenire i dolori muscolari

Combinato all’olio di mandorle dolci può dare vita a un unguento lenitivo per massaggi atti a distendere le tensioni muscolari. Per contrastare i dolori muscolari fate sciogliere 3 gocce di olio essenziale per ogni cucchiaio di olio di mandorle.

Dove comprare l’olio essenziale di eucalipto

E’ possibile comprare l’olio essenziale di eucalipto presso botteghe specializzate nella vendita di prodotti naturali e nelle erboristerie più fornite. Il prezzo dell’olio essenziale di eucalipto varia in base al produttore, al rivenditore ma soprattutto in base alla materia prima: gli oli essenziali più costosi sono quelli che usano piante coltivate con il metodo dell’agricoltura biologica, quindi privi di pesticidi chimici e fertilizzanti artificiali. Nei negozi, il prezzo per un flacone da 10 ml è di circa 4-7 euro, online al medesimo prezzo è possibile acquistare flaconi da 30 ml.

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Acne tardiva (senile): cause, sintomi e cure dell’acne negli adulti

MEDICINA ONLINE ACNE SENILE TARDIVA ADULTO ANZIANO DONNA UOMO VISO FURUNCOLO COMEDONE PUNTO NERO BRUFOLO CAUSE FARMACI CREMA POMATA RIMEDI PELLE CUTE ROSSORE DOLORE PUS.jpgL’acne tardiva è un problema cutaneo di natura ormonale che colpisce le donne, in prevalenza, e che consiste nella comparsa di foruncoli e comedoni arrossati in diverse aree del viso, ma anche del décolleté e della schiena, che si irritano e infiammano proprio come la tipica acne adolescenziale. Non c’è nulla di più fastidioso che ritrovarsi a soffrire improvvisamente di acne a 40 anni, magari senza aver mai avuto un solo brufolo in precedenza. Nonostante non si tratti di un problema diffuso (e tutto sommato anche considerato “normale”) come l’omologa giovanile, l’acne tardiva colpisce donne in età comprese tra i 30-35 e i 40-45 anni, e le cause possono essere svariate, anche se in linea generale c’entra sempre l’azione degli ormoni androgeni, come il testosterone, che provocano una stimolazione eccessiva delle ghiandole sebacee. Vediamo, intanto, come si manifesta l’acne tardiva.

Sintomi
Foruncoli arrossati, pustole e microcisti sono le sgradevoli e antiestetiche manifestazioni dell’acne tardiva, che compaiono soprattutto su mento e guance ma anche sul tronco o sulla schiena. Una forma di acne tardiva particolare è detta “a collare”, per via della disposizione dei brufoli e delle pustole. Esse compaiono intorno alle orecchie, sulla mandibola, sul mento e sulla gola, soprattutto in concomitanza con la fase premestruale. Esattamente come per l’acne dei teenagers, anche in questo caso l’ansia peggiora in modo notevole il sintomo, e non a caso si parla di acne tardiva da stress. Tuttavia, questo problema cutaneo non è solo di natura psicosomatica.

Cause
Spesso l’acne tardiva è dovuta ad una ipersensibilità delle ghiandole sebacee all’azione degli ormoni androgeni (che ne regolano la funzionalità), nel 50% dei casi è di origine ereditaria, e le cause sono sconosciute. Poiché, però, parliamo di un problema dermatologico, lo stress negativo, il nervosismo, uno stile di vita poco salutare e un sonno di cattiva qualità possono incidere in modo determinante nell’aggravarsi del fenomeno. Anche un ovaio policistico può naturalmente esserne la causa, ma più facilmente un’acne tardiva riguarderà donne che per anni abbiano seguito cure di tipo ormonale, come l’assunzione di pillole anticoncezionali ad alto dosaggio, poi interrotte. Quale terapia è la migliore per l’acne tardiva? Vediamo come curarla.

Cure farmacologiche
Per eliminare o attenuare l’acne tardiva non servono cure a base di dosaggi ormonali, neppure nel caso di un ovaio policistico. Una volta che il dermatologo, dopo una visita accurata, abbia stabilito che l’antiestetico fiorire di pustole e brufoletti sul viso sia proprio un’acne tardiva, potrà prescrivere prodotti adeguati, soprattutto ad uso topico. Pomate e gel farmacologici a base di retinoidi e microbici (per combattere l’infiammazione batterica) sono utili nei casi più lievi, mentre antibiotici da assumersi per via orale sono consigliati nei casi più seri. In particolare, quando la formazione di microcisti infiammate appare alquanto difficile da trattare, il dermatologo può prescrivere isotretinoina, un farmaco sintetizzato dalla vitamina A, da assumersi sotto stretto controllo e per brevi periodi, e mai in gravidanza.

Rimedi naturali
Per curare l’acne tardiva l’omeopatia è una alternativa ai farmaci tradizionali da prendere in considerazione, soprattutto perché del tutto priva di effetti collaterali. Per le pustole da acne sono indicati Calcarea Sulphurica 7 CH, 5 granuli due volte al dì, mentre per combattere le microcisti è più adatto il Selenium 9CH 5 granuli due volte al dì. Anche i gel a base di aloe vera sono un toccasana per la pelle impura e infiammata. Per quanto riguarda la fitoterapia, ecco un ottimo impacco consigliatissimo per alleviare l’acne tardiva.

Impacco di borragine:

  • 80 g di foglie di borragine (la trovate in erboristeria):
  • 1 litro di acqua.

Bollite per 12 minuti le foglie di borragine nell’acqua, lasciate intiepidire e filtrate accuratamente.

Usate il decotto come tonico disinfettante per applicazioni esterne, imbevendo delle garze da applicare sulle zone colpite. L’azione antisettica della borragine aiuterà a depurare la cute e soprattutto a spegnere l’infiammazione della pustole.

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Prendere il sole: immersi in acqua ci si abbronza?

MEDICINA ONLINE ABBRONZATURA CLORO CHIMICA SOLE MARE MONTAGNA MELANINA PELLE CUTE SOLE MARE PISCINA RADIAZIONE SOLARE NUVOLE ALTITUDINE UVA UVB INFRAROSSIIl sole abbronza la nostra pelle anche quando siamo in acqua (in piscina o al mare)? Se nuotiamo rischiamo lo stesso di ustionarci?
Gli ultravioletti sono una delle componenti della luce solare e – pur non essendo visibili ad occhio nudo – sono estremamente potenti e responsabili non solo delle nostre abbronzature, ma anche di numerosi danni alla pelle. Essere immersi in acqua, non deve darci la falsa sicurezza di essere protetti: l’acqua assorbe infatti le radiazioni infrarosse (quelle calde), ma ha un minore effetto sulle radiazioni ultraviolette. Mediamente l’acqua blocca meno della metà delle radiazioni ultraviolette, il restante di esse può penetrare attraverso lo strato di acqua e giungere alla nostra pelle. Addirittura il riflesso dei raggi sulla superficie può aumentare l’esposizione alle radiazioni stesse, motivo per cui prendere il sole sul bagnasciuga, in prossimità dell’acqua, permette di abbronzarsi di più rispetto al prendere il sole lontani dalla riva.

Percezione errata
I rischi dell’esporsi al sole in acqua sono essenzialmente legati al fatto che, essendo i raggi infrarossi bloccati in gran parte dall’acqua ed essendo la temperatura dell’acqua di solito più bassa, abbiamo una minore sensazione di calore sulla pelle e questo alimenta in noi la falsa percezione di non rischiare i danni dell’esposizione al sole diretto: in queste condizioni si tende ad esporsi per troppo tempo a raggi ultravioletti. Le ustioni sono tipiche, anche se passiamo tutto il giorno in acqua, specie durante i  mesi estivi e nelle ore comprese tra le 11 e le 14. Ovviamente la forza degli ultravioletti è massima in prossimità della superficie dell’acqua e diminuisce a mano che ci si sposta in profondità.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine