Integratore di Omega 3: a cosa serve, benefici, controindicazioni

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medicina Chirurgia Estetica Benessere Dietologia Sessuologia Ecografie Tabagismo Smettere di fumare integratori alimentari che ringiovaniscono la nostra pelleGli omega 3 sono acidi grassi polinsaturi essenziali, molto utili per prevenire e curare le malattie cardiovascolari e alcune malattie infiammatorie. Sono noti soprattutto per la loro presenza nelle membrane delle cellule umane e per il mantenimento della loro integrità. Il meccanismo d’azione degli acidi grassi essenziali si fonda sulla loro capacità di trasformarsi in Eicosanoidi (Leucotrieni, Prostaglandine, Prostaciclina e Trombossani) sostanze biologicamente attive ad azione antinfiammatoria.

I tre omega 3

I principali acidi grassi omega 3 sono l’acido α-linolenico, di origine vegetale, importante per la crescita cellulare, e gli acidi grassieicosapentaenoico (EPA), che possiede proprietà anticoagulanti, e docosaenoico (DHA), che influenza positivamente il funzionamento del cervello, della retina e delle gonadi. Questi grassi acidi insaturi sono definiti “essenziali” in quanto non sono sintetizzabili dall’organismo e come tali devono essere introdotti necessariamente mediante l’alimentazione. A livello delle mucose intestinali sono molto importanti per la protezione locale e generale del corpo per l’opera di assorbimento delle sostanze tossiche. Molto rilevante la loro azione nei meccanismi immunitari e di modulazione nella reazione infiammatoria come i mediatori chimici (aspirina e FANS).

Cibi ricchi di omega 3

Tra i cibi che contengono le più alte concentrazioni di omega 3 vi sono: i pesci grassi come acciughe, merluzzo, salmone atlantico, tonno, sgombro ed altri tipi di pesce azzurro e di piccola taglia, negli oli di pesce poi anche in semi di lino, di chia, di canapa, nell’olio di lino, nelle noci, alghe ed in altri legumi e vegetali a foglia verde.  Va però ricordato che la cottura dei prodotti ittici modifica notevolmente il contenuto degli acidi grassi a sfavore degli omega-3, questo è il caso soprattutto della frittura.

Integratore di omega 3

Nel caso frequente in cui la vostra alimentazione non sia sufficientemente ricca degli alimenti appena elencati, un ottima idea è quella di ricorrere ad un integratore alimentare specifico, molto utile dal momento che la carenza di acidi grassi essenziali può comportare la comparsa di disturbi come: arresto della crescita, ansia, maggior rischio di stati infiammatori, depressione ed aumento del rischio delle malattie cardiovascolari (ictus ed infarto). Il miglior integratore alimentare di Omega 3, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: http://amzn.to/2AdJXtx

Omega 3: tutti i benefici

Omega 3 benefici: cuore

Una delle qualità più famose e di maggior dominio pubblico riguardo gli omega 3 sono le sue qualità di protezione cardiovascolare:

  • riducono i trigliceridi;
  • riducono la possibilità di coaguli;
  • regolano la pressione;
  • abbassano il rischio di infarto o ictus.

Gli omega 3, inoltre, abbassano nettamente l’accumulo di colesterolo nel sangue, spesso molto problematico per moltissime persone: gli omega 3 stimolano il corpo alla produzione della leptina, che da una parte reprime un po’ di appetito e dall’altra ha un’azione benefica sul metabolismo che, stimolato, favorisce la digestione ed evita l’accumularsi del colesterolo, uno dei peggiori nemici di cuore e cervello.

Omega 3 benefici per il cervello: concentrazione e memoria

Molti studi hanno dimostrato che vi sono legami tra omega 3 e benefici al cervello, in particolare sul miglioramento di memoria. Alcune ricerche hanno anche dimostrato che gli alti livelli di omega 3 rallentano molto il restringimento del cervello, solitamente associato all’invecchiamento. Inoltre, altri studi hanno evidenziato come gli omega 3 possano diminuire il rischio di Alzheimer dato che contribuiscono a preservare la funzione cognitiva del cervello. Infine, secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Uppsala, omega 3 e omega 6 sono da considerarsi tra le sostanze chiave che hanno portato allo sviluppo dell’intelligenza umana.

Omega 3 benefici: salute sessuale

Secondo Brian Clement, dell’Hippocrates Health Institute di West Palm Beach e co-autore, del libro “7 Keys to Lifelong Sexual Vitality”, i cibi ricchi di omega 3 contribuiscono a migliorare le funzioni sessuali sia maschili che femminili: negli uomini garantiscono una migliore funzione erettile, nelle donne un maggior afflusso di sangue all’apparato genitale.

Omega 3 benefici: colite e Morbo di Chron

Uno studio condotto dall’Issfal ha evidenziato i benefici dell’omega 3 sia in disturbi molto comuni di tipo gastrointestinale come la colite e sia contro malattie più rare come il Morbo di Crohn, malattia autoimmune e infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano, provocando spiacevoli sintomi.

Omega 3 benefici per gli sportivi

Gli Omega 3 aiutano il nostro corpo ad affrontare molto meglio lo sforzo fisico da sport: essi forniscono più energia, miglior resistenza e la capacità di ottenere performance notevolmente migliori, in particolare in sport atletici come il ciclismo e il bodybuilding, sia attraverso la dieta a base di pesce che con l’integrazione. Grazie alle caratteristiche antinfiammatorie degli Omega 3, gli atleti beneficiano positivamente, infatti, della cosiddetta riduzione del DOMS ovvero quel dolore muscolare che si presenta post esercizio,  e che conoscono sia chi pratica sport a livello non professionale che agonistico. Inoltre, con i suoi nutrienti, gli Omega 3 aiutano gli stessi nella riparazione dei tessuti, che si sfaldano a causa dello sforzo fisico durante i vari allenamenti.

Obesità e dimagrimento

Gli Omega 3 sono anche altamente benefici nel supportare chi sta affrontando un dimagrimento perchè affetto da obesità: questi acidi grassi, infatti, sono in grado di liberare l’ormone colecistochinina, che ci conferisce il senso di sazietà dopo il pasto. Il DHA, in particolare, risulta utile nel trattamento dell’obesità e di tutto ciò che è collegato alla malattia. Inoltre, oltre a regolare l’appetito provocando un maggior senso di sazietà, gli Omega 3 possono contenere l’aumento delle cellule adipose favorendo, invece, l’ossidazione degli acidi grassi e, così, il loro consumo.

Omega 3 benefici: occhi e vista, la degenerazione maculare

L’avanzare dell’età, tra i tanti danni che provoca, riduce sensibilmente anche la nostra vista, che cala con il tempo. In particolare, gli Omega 3 incidono positivamente sulla degenerazione maculare, una patologia che riduce la visione centrale. Studi hanno evidenziato come l’assunzione dell’olio di pesce abbia aiutato i pazienti a ridurre del 42% le possibilità d’incorrere nella degenerazione maculare. Questo è possibile perché, tra le altre cose, gli Omega 3 sono in grado di conservare la fluidità delle membrane delle cellule apportando elasticità alle pareti arteriose.

Omega 3 benefici: articolazioni

Dato che l’infiammazione è tipica in casi di problemi alle articolazioni, gli omega 3, che sono anti-infiammatori, possono essere un’ottima risposta. Numerose ricerche hanno dimostrato che gli omega 3 hanno la capacità diprevenire o rallentare la progressione dell’osteoartrosi Il tutto perché questi acidi grassi hanno la capacità di ridurre la degradazione del collagene nelle cartilagini , segno lampante di una precoce osteoartrite.

Omega 3 benefici: pelle ed acne

Omega 3 ed omega 6 risiedono nelle membrane cellulari dell’epidermide rendendole meno rigide, quindi fanno sì che gli scambi metabolici avvengano più velocemente. Tutto ciò permette che la pelle rimanga più giovane e sana e ne prevengono la secchezzaGli eschimesi, il popolo che probabilmente consuma più omega 3 di chiunque altro al mondo mantengono una pelle sana e forte nonostante convivano con il freddo polare e temperature rigidissime, e questo solamente perché mangiano tanto pesce grasso! Inoltre, gli omega 3 sono un sollievo anche per l’acne , infiammazione della pelle in grande aumento negli ultimi anni, e non più solo su adolescenti.

Omega 3 benefici: capelli e unghie

Gli omega 3 sono anche un ottimo rimedio la secchezza della cute e, quindi, del cuoio capelluto: essi idratano a fondo l’area e aiutano a prevenire la caduta dei capelliGli acidi grassi Omega 3 contribuiscono, infatti, al nutrimento del capello arricchendo i cheratinociti che sono i responsabili della struttura di capelli e unghie.

Il miglior integratore di omega 3

Il miglior integratore alimentare di Omega 3, scelto e consigliato dal nostro Staff di esperti, è questo: http://amzn.to/2AdJXtx

Altri integratori utili per il vostro benessere psico-fisico, sono i seguenti:

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Differenza tra uovo di gallina, anatra, oca e tacchina: quale scegliere?

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA GALLO POLLO GALLINA CHIOCCIA CAPPONE PULCINO MANDIBOLA CARATTERISTICHE NASO DENTI ANIMALE DIVERSITA SFONDO HDLe uova sono un alimento consumato in ogni angolo del globo, specie quelle di gallina che sono quelle talmente più consumate che, nel linguaggio comune, con “uovo” si intende proprio l’uovo di gallina e non di altro animale. E’ però importante ricordare che in commercio è possibile reperire uova di diversi animali e di diverse misure. Gli animali ovipari sfruttati in Italia sono: gallina, quaglia, oca, anatra, faraona e tacchina. La differenza sostanziale tra i diversi tipi di uova sta nell’apporto energetico ed in quello lipidico, come si apprezza dalla seguente tabella:

MEDICINA ONLINE UOVO TUORLO ALBUME PROTEINE QUANTE UOVA MANGIARE SETTIMANA FRESCHE GALLEGGIA AFFONDA MIGLIORE SODO DIGESTIONE COMPRARE COME SCEGLIERE UOVA MIGLIORI SCADUTE

Quale uovo preferire?

Un individuo sano adulto, che non soffra di particolari patologie, può assumere senza alcun problema tutti i tipi di uovo, facendo ovviamente attenzione alle quantità settimanali, che devono essere di 4 uova nel caso di quelle di gallina. Diverso è il discorso nel caso di soggetto con patologie caratterizzate da alterazioni del quadro lipidico ematico, come dislipidemie ed ipercolesterolemia: in questa eventualità in linea di massima è preferibile prediligere le uova di gallina e quelle di tacchina a quelle di oca o di anatra, salvo diverso parere del medico curante.

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Quante uova mangiare a settimana ed al giorno? Come mangiarle?

MEDICINA ONLINE MANGIARE YOGURT UOVA LEGUMI MAGRA DIABETE CALORIE SEMI GLICEMIA GASSATA OLIGOMINARALE RICETTA INGRASSARE DIMAGRIRE INSULINA GLICATA COCA COLA ARANCIATA THE BERE ALCOL DIEUn uovo di gallina intero pesa mediamente tra i 50 ed i 70 grammi, dei quali mediamente circa 50 – 55 grammi costituiti da albume e tuorlo che forniscono circa

  • 64 – 70 kcal;
  • 6 – 6,5 grammi di proteine;
  • 4,5 – 5 grammi di grassi.

L’apporto nutrizionale dell’uovo è caratterizzato da una porzione lipidica del colesterolo che ammonta a circa 200 mg per uovo, tenendo anche in considerazione che gli acidi grassi sono per lo più di tipo saturo. Detto questo, è possibile stabilire che l’apporto medio di uova nella dieta di un individuo sano ed adulto è di 4 uova a settimana, divise in due assunzioni di due uova massimo in un solo giorno. Attenzione alle uova occultate negli alimenti, ad esempio in alcuni dolci e pasta all’uovo, alle quali è comunque possibile risalire mediante le etichette poste sulle confezioni). In individui particolari, come sportivi ed atleti professionisti, questa quota può essere anche più elevata in base al diverso metabolismo basale e fabbisogno calorico giornaliero.

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Quante uova può consumare chi soffre di colesterolo alto?

Il mio consiglio è quello di non superare le 2-3 uova a settimana facendo attenzione non solo al consumo delle uova in sé ma anche a tutti quegli alimenti che possono contenerle, come dolci, paste fresche, alcune salse a base di uova, e come componenti di alcune ricette, visto che spesso sono usate perché fanno da legante tra i vari ingredienti.

Come mangiare le uova? Meglio sode o alla coque?

Meglio le uova alla coque piuttosto che sode: sono sufficienti 3 minuti di bollitura, rispetto ai circa 7 che servono per farle sode, per godere dei benefici delle uova e digerirle più facilmente e rapidamente. E’ preferibile evitare invece l’uovo “all’occhio di bue” fritto.

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Il colesterolo mette a rischio la salute del tuo cuore: l’importanza della prevenzione

MEDICINA ONLINE CUORE ELETTROCARDIOGRAMMA SINUSALE DEFIBRILLATORE CARDIOVERSIONE ELETTRICA CON SHOCK FARMACOLOGICA FARMACI URGENZA EMERGENZA MASSAGGIO CARDIACO ARRESTO RESPIRAZIONE BOCCA RIANIMAZIONE ECG FIBRILLATOREProteggere il cuore con l’arma della prevenzione, con particolare attenzione ad uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare: il colesterolo. È fondamentale, in un Paese come l’Italia dove le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, tenere a bada i ‘nemici del cuore’ a cominciare proprio dal colesterolo LDL, il famigerato “colesterolo cattivo”. Lo ricordano ancora una volta gli oltre 2000 medici riuniti al 78° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic) che tiene in questi giorni a Roma e che proseguirà fino al prossimo 18 dicembre.

Il colesterolo come potente fattore di rischio cardiovascolare

Tra i temi caldi della seconda giornata, spicca proprio il dibattito attorno alla prevenzione e ai fattori di rischio. Come illustrato dal professor Peter Libby dell’Harvard Medical School di Boston, il colesterolo ossidato è la causa che determina la risposta infiammatoria della parete arteriosa. Quindi se anche vi sono altri fattori di rischio come il fumo, il diabete, l’ipertensione e l’obesità; il colesterolo è il ‘critical player’ cioè quello che determina – tramite il suo accumulo – la risposta della parete delle arterie coronariche che porta alla formazione di una placca arteriosclerotica ostruente, causa delle manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica come l’angina, l’infarto o la morte improvvisa coronarica.

I valori di colesterolo da rispettare

Le linee guida della Società Europea di Cardiologia (Esc) e l’American College of Cardiology indicano un range che va da 70 a 90 milligrammi per decilitro di colesterolo Ldl, dove 70 è indicato per i pazienti ad alto rischio, cioè che presentano anche altri fattori di rischio; e 90 per tutti gli altri. Con i farmaci attualmente a disposizione per la cura delle dislipidemie – le statine, ezetimibe e gli anticorpi monoclonali anti PCSK9 – si riesce a portare il colesterolo Ldl anche a valori molto bassi (fino a 25-30 mg/dl).

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Avocado e dieta: quanti trigliceridi e colesterolo contiene?

MEDICINA ONLINE AVOCADO FRUTTO DIETA COME SI MANGIA QUANTITA' GIORNALIERA CONTROINDICAZIONI QUANTO MANGIARNE SAPORE PROTEINE RICETTE VITAMINE CALORIE FA INGRASSARE DIMAGRIRE DIETA CIBO MANGIAREL’avocado è un frutto che appartiene alla famiglia delle Lauracee originario dell’America centro-meridionale (Messico, Colombia, Perù), in Italia coltivato soprattutto in Sicilia e Sardegna. Un frutto generalmente pesa intorno ai 200 grammi ed è ricco di vitamine e sali minerali, che lo rendono un ottimo alimento “anticancro“.

Per ogni 100 grammi (mezzo frutto) l’avocado fornisce circa 160 calorie, 15 grammi di grassi (di cui 2,1 g di acidi grassi saturi; 1,8  g di polinsaturi; 10 g di monoinsaturi). L’avocado NON contiene colesterolo ed ha un indice glicemico pari a 10 (un valore particolarmente basso). I carboidrati sono circa 9 g (zuccheri 0,7 g).

In uno studio su soggetti affetti da dislipidemia, il consumo regolare di avocado per una settimana ha ridotto del 17% il colesterolo totale, del 22% l’LDL ed i trigliceridi ed incrementato dell’11% il valore di HDL (il colesterolo “buono”). L’avocado è – in definitiva – un cibo sano dal punto di vista nutrizionale ed inseribile tranquillamente in una dieta ipocalorica, a patto – come qualsiasi cibo esistente – di non abusarne: mezzo frutto di avocado al giorno – lontano dai pasti principali – è più che sufficiente per godere dei vantaggi offerti dai suoi antiossidanti, senza rischiare di eccedere dal punto di vista calorico. In caso di dubbio chiedete al vostro medico nutrizionista.

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire

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Abbassare colesterolo LDL e trigliceridi in modo naturale

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COME VIENE TRASPORTATO COLESTEROLO SANGUE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari PeneUna dieta corretta, da sola, può non bastare ad abbassare i valori di colesterolo “cattivo” nel sangue, e diventa allora necessario affiancare a quella alimentare altre strategie, partendo da un’integrazione mirata e da un aumento dell’attività fisica. State molto attenti a quello che mangiate, limitando i grassi e privilegiando i cibi più sani, come frutta, verdura e cereali, ma nonostante tutto avete il colesterolo alto? Non si tratta di un’evenienza rara, perché in effetti il colesterolo in eccesso nel sangue deriva solo in minima parte (circa 20%) dall’alimentazione e dal relativo assorbimento intestinale, mentre il resto viene sintetizzato autonomamente dall’organismo, principalmente dal fegato.
Insieme a sintesi e assorbimento, un terzo fattore di grande importanza nelle alterazioni lipidiche è poi rappresentato dall’ossidazione del colesterolo cattivo LDL, il vero “killer” delle nostre arterie.
In realtà parlare di colesterolo buono o cattivo è una semplificazione, perché quello che cambia non è il colesterolo in sé, ma le molecole che lo trasportano in circolo, chiamate lipoproteine. Le LDL (lipoproteine a bassa densità) sono appunto le più insidiose, e i loro valori superiori alla norma sono quelli da tenere sotto controllo. Al contrario le HDL elevate (lipoproteine ad alta densità, o colesterolo buono) sono un fattore positivo, perché in grado di raccogliere il colesterolo in eccesso e riportarlo al fegato, per la sua eliminazione. L’azione ossidante dei radicali liberi sulle LDL rappresenta un rischio perché favorisce l’infiltrazione del colesterolo nelle pareti arteriose e la formazione di cellule dette schiumose, alla base dello sviluppo della placca aterosclerotica.

Come abbassare il colesterolo LDL
La strategia di intervento per abbassare il colesterolo cattivo LDL, a vantaggio di quello buono HDL dovrà essere focalizzata su più fronti: quello alimentare resta in ogni caso importante (limitare l’assunzione di grassi saturi e idrogenati) ma deve essere sempre affiancato da uno stile di vita più attivo (la sedentarietà è spesso causa di ipercolesterolemia) e quando opportuna da una corretta integrazione. Per quanto riguarda la dieta, è noto che diversi alimenti contribuiscono ad abbassare il colesterolo LDL grazie al loro contenuto di grassi insaturi e antiossidanti: noci e olio d’oliva, ma anche avocado, cioccolato e vino rosso. Naturalmente non bisogna sopravvalutare l’azione di questi “superfood”, perché le quantità assunte spesso sono troppo limitate per determinare effetti realmente positivi. Meglio semmai puntare su una integrazione alimentare specifica, come indicato anche dalle Linee Guida Europee (ESC-EAS), che agisca allo stesso tempo sui tre meccanismi ricordati sopra (sintesi, assorbimento e ossidazione).

No al fumo, sì allo sport
Colesterolo cattivo e sedentarietà sono ottimi “amici”: indipendentemente dall’alimentazione, infatti, l’attività sportiva regolare da sola favorisce l’aumento del colesterolo buono grazie all’attivazione del processo energetico aerobico, senza contare che l’esercizio fisico è buon modo di controllare l’obesità, problema oggi in aumento e correlato a profili lipidici alterati. Pare infatti che una perdita di peso di 10 kg determini un abbassamento dei valori di colesterolo LDL pari al 15%.
Aumentare i livelli di colesterolo buono potrebbe infine essere un’ulteriore valida ragione per smettere di fumare (o non cominciare!); i composti tossici sprigionati dalla sigaretta sarebbero infatti responsabili dell’abbassamento dei livelli di HDL fino a 2,4 mg/dl.

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Differenza tra calcoli biliari e renali

MEDICINA ONLINE BILE DOTTO EPATICO COMUNE CISTICO COLEDOCO CISTIFELLEA COLECISTI FEGATO DIGESTIONE ANATOMIA SCHEMA SISTEMA BILIARE SINTESI IMMAGINEPrima di trattare l’argomento dobbiamo capire che cosa si intenda in medicina con il termine “calcoli”.

Cos’è un “calcolo”?

In ambito medico il calcolo è una concrezione (cioè un aggregato) di sali minerali associati o meno a sostanze organiche che si forma nell’organismo, specialmente dentro condotti ghiandolari ed in alcuni organi cavi per precipitazione e successiva aggregazione di sostanze prima disciolte nei relativi secreti. Pur potendo esistere molti tipi di calcoli, in genere in medicina si fa riferimento a due tipologie specifiche di calcoli clinicamente rilevanti:

  • calcoli renali: quelli che si formano nelle vie urinarie e determinano calcolosi renale;
  • calcoli biliari: che si formano nella cistifellea e nei dotti biliari e determinano colelitiasi (calcolosi delle colecisti).

Calcoli renali

I calcoli renali possono variare da pochi millimetri ad alcuni centimetri. A seconda della loro composizione abbiamo quattro tipi di calcoli renali: ossalato e fosfato di calcio (80%), acido urico (15%), magnesio-ammonio-fosfato – detto anche struvite – (5%) e cistina (molto raramente). I calcoli renali si formano a causa di ipersaturazione delle urine da parte delle stesse sostanze che compongono i calcoli, che a loro volta precipitano dando luogo alla formazione di cristalli che pian piano si accumulano stratificandosi e dando luogo al calcolo.

  • per esempio l’iperuricemia (dando luogo poi alla gotta),
  • oppure problemi endocrini (l’iperparatiroidismo),
  • la dieta errata (ricca in proteine ed ossalati),
  • problematiche di tipo infettivo (infezioni urinarie da parte di germi gram-negativi che alcalinizzano le urine),
  • oppure ancora in anomalie ereditarie (calcolosi cistinica).

Per approfondire, continua la lettura con i seguenti articoli:

Calcoli biliari

Anche in questo caso i calcoli possono presentare una dimensione che va da pochi millimetri a qualche centimetro. Si presentano come formazioni dure simili a sassi. Colpisce circa il 10 – 15% della popolazione e sembra avere una preferenza per il sesso femminile (soprattutto dovuto a gravidanze multiple, obesità o dimagrimenti rapidi). I calcoli biliari sono essenzialmente di due tipi: i calcoli di colesterolo e i calcoli pigmentati, a loro volta distinti in bruni e neri. Le cause di formazione di questi calcoli sono differenti a seconda del tipo di calcolo.
I calcoli di colesterolo rappresentano il 70% circa dei calcoli nei paesi occidentali. In questi casi il fegato produce una bile satura in colesterolo (a causa del mancato equilibrio, per esempio, con i sali biliari e i fosfolipidi). Questo mancato equilibrio porterà ad un’emissione di bile satura in colesterolo che favorirà la formazione di calcoli.
Nei calcoli pigmentati troveremo invece della bilirubina non coniugata che si combinerà e precipiterà col calcio, in modo da formare bilirubinati di calcio. I calcoli pigmentati bruni si associano normalmente ad infezioni (si riscontrano più che altro in Asia), mentre quelli neri sono normalmente concomitanti a malattie del sangue o si riscontrano in pazienti cirrotici:  si riscontrano solo nella colecisti.

Per approfondire, continua la lettura con i seguenti articoli:

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Il pandoro fa bene o fa male al colesterolo? Fa ingrassare?

MEDICINA ONLINE NATALE DOLCI NATALIZI PANDORO PANETTONE TORRONE NOCCIOLE CIOCCOLATO BIANCO SFOGLIATA LIEVITAZIONE OFFELLA INGREDIENTI ZUCCHERO VENEZIANA A VELO CALORIE RICETTE DIFFERENZE DIETA CIBO DOLCE COLOMBA PASQUAIl pandoro contiene mediamente 410 calorie per 100 grammi; per quanto riguarda i carboidrati tutte tre le versioni del dolce si aggirano intorno ai 45-50 grammi, mentre i grassi corrispondono a circa 19-20 grammi.

In virtù del suo elevato contenuto calorico e di grassi, il pandoro è un alimento decisamente sconsigliato in un regime dietetico equilibrato, specie in caso di ipercolesterolemia, tuttavia può essere saltuariamente assunto anche dal paziente con colesterolo alto, in dosi moderate, preferibilmente lontano dai pasti principali e dopo parere positivo del medico. Sarebbe comunque preferibile sostituirlo con altri dolci meno calorici e con meno carboidrati.

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Il problema vero del pandoro è che spesso viene servito in tavola alla fine dei pasti natalizi che già da soli sono ipercalorici e ricchi di carboidrati e grassi e vanno così ad aggiungersi a un menu già fin troppo abbondante. Per evitare un eccessivo apporto calorico e di carboidrati, un trucco potrebbe essere quello di ridurre le calorie durante la cena, diminuendo le porzioni ad esempio di pasta. Altro trucco è – se prevedete una cena abbondante – quello di limitare le calorie a pranzo o, comunque, nei giorni precedenti e successivi al periodo natalizio. Altro trucco è, ovviamente, quello di limitare le porzioni e di aumentare l’attività fisica prima, durante e dopo le feste.

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