Cosa fare e cosa NON fare al secondo appuntamento

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo VORREI AVERE AMNESIA Gioia Innamorarmi Di Te Dieta Chirurgia Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Massaggio Linfodrenante Dietologo Cellulite Calorie Amore Sessuologia Pene Filler Rughe BotulinoAvere un secondo appuntamento dalla persona che vi interessa rappresenta, di per sé, già un piccolo successo. Evidentemente se l’altra/o ha accettato di uscire e di stare di nuovo con voi significa che un piccolo interesse ce l’ha. Ricordate che il secondo appuntamento è spesso addirittura più delicato ed importante del primo e ci piace ricordare agli uomini che non è bene accelerare troppo le cose perché lei potrebbe scappare. Il problema, infatti, è riuscire a non rovinare tutto e cercare di portare avanti la vostra “strategia” seduttiva in maniera appropriata. Ma cosa proporre o cosa fare per un secondo appuntamento? Le idee possono essere diverse e dipendono sia da voi, sia dalle preferenze dell’altra persona, ammesso che le conosciate. Possiamo comunque fare qualche ipotesi:

Drink: scegliete il locale giusto, cercate di parlare serenamente senza pressare troppo e godetevi il momento con il dovuto relax.
Pranzo al ristorante: un pranzo è meno impegnativo di una cena. Si tratta di un’occasione di stare insieme e di studiarsi un po’. E’ importante per prendere confidenza e per iniziare a fidarvi l’uno dell’altra.
Cena a casa: una soluzione che denota già una certa sicurezza di sé. Va benissimo se uno dei due sa cucinare: preparare qualcosa per l’altra/o è un atto di estrema attenzione che non potrà non essere gradito. Va bene creare un’atmosfera piacevole e rilassata ma non pretendete automaticamente qualcosa in cambio.
Sport: se siete entrambi sportivi e dinamici, il secondo appuntamento potrebbe essere rappresentanto da un’attività sportiva da realizzare insieme: andare in palestra, andare in piscina, assistere ad una gara e via dicendo.
Teatro o cinema: molto dipende dai gusti che avete. Condividere un interesse, però, rappresenta senza dubbio una delle occasioni di avvicinamento più rilevanti per poter passare ad una fase successiva.

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Cancro del testicolo: prevenzione, diagnosi, stadiazione, cure

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma CANCRO TESTICOLO TUMORE STADIAZIONE CURE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgPrima di iniziare la lettura dell’articolo, vi consiglio di leggere: Testicoli e scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

I testicoli sono gli organi maschili preposti alla produzione degli spermatozoi e di alcuni ormoni. Il tumore maligno del testicolo è una neoplasia relativamente rara, tuttavia è purtroppo una delle più frequenti nei giovani. Il cancro si sviluppa in seguito a un’alterazione nelle cellule del testicolo, che provoca una crescita incontrollata delle stesse di determinando la formazione di una massa. La maggior parte dei tumori del testicolo originano dalle cellule germinali, che danno origine agli spermatozoi.

Quanto è diffuso

I tumori del testicolo  colpiscono soprattutto la popolazione giovane (in genere tra i 20 e i 40 anni). Nella fascia di età fino a 50 anni costituiscono il tipo di tumore principale (12% di tutte le diagnosi nel genere maschile). Dopo i 50 anni l’incidenza si riduce del 90%. Fino alla metà degli anni Settanta, nove uomini su 10 con tumore del testicolo morivano nel giro di un anno. Oggi i tumori del testicolo guariscono nel 95 per cento dei casi. Nel 2015 in Italia si sono registrati circa 2.000 casi.

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Sintomi

Di solito il tumore esordisce con un nodulo, un aumento di volume, un gonfiore o un senso di pesantezza del testicolo . Per questo è importante che gli uomini imparino a fare l’autoesame del testicolo (così come le donne fanno l’autoesame del seno) palpando l’organo di tanto in tanto per scoprire in tempo eventuali anomalie. Anche la brusca comparsa di un dolore acuto al testicolo è tipico di questo tumore, assieme a un rapido aumento del volume che può essere provocato da una emorragia all’interno del tumore. Viceversa, anche il rimpicciolimento del testicolo può essere un segnale di esordio della malattia. Infine, è importante che i genitori facciano controllare i bambini dal pediatra di fiducia, poiché una correzione dell’eventuale discesa incompleta del testicolo entro il primo anno di vita riduce il rischio di cancro e facilita la diagnosi precoce del tumore.

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio di questo tumore sono:

  • il criptorchidismo, cioè la mancata discesa nello scroto del testicolo, che resta nell’addome o nell’inguine; il rischio rimane anche se il difetto è stato ridotto chirurgicamente
  • lo sviluppo anormale del testicolo causato da malattie quali la sindrome di Klinefelter
  • la familiarità, ossia la presenza di casi in famiglia di tumore al testicolo
  • l’età: questa patologia colpisce soprattutto i giovani, in particolare tra i 15 e i 34 anni.

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Diagnosi

Per la diagnosi del tumore del testicolo si possono utilizzare:

  • Esame obiettivo: lo specialista identifica eventuali alterazioni morfologiche del testicolo e richiede i necessari approfondimenti diagnostici.
  • Ecocolordoppler e/o ecografia testicolare: è lo strumento più adatto per la diagnosi della lesione testicolare e per la valutazione della sua estensione locale. E’ una metodica non invasiva, senza alcuna controindicazione.
  • Esami del sangue: l’innalzamento dei valori di alcune sostanze circolanti nel sangue (marcatori tumorali) può indicare la presenza di tumore del testicolo.
  • Orchiectomia radicale inguinale: consiste nell’asportazione chirurgica di un testicolo (il tumore raramente colpisce entrambi i testicoli). E’ una procedura comunemente eseguita in tutti i casi di sospetto cancro del testicolo. Il tessuto asportato viene poi analizzato da un anatomopatologo allo scopo di accertare la presenza del tumore e le sue caratteristiche.
  • TAC: è una metodica utile per definire l’esatta stadiazione della malattia (linfonodi retroperiotoneali e/o localizzazioni in altri organi o distretti corporei).
  • PET (Tomografia a Emissione di Positroni): è una moderna tecnica diagnostica di ausilio nella ristadiazione dell’estensione della malattia.

La diagnosi differenziale è posta rispetto ad altre patologie benigne dello scroto (epididimite, cisti dell’epididimo ecc.).

Stadiazione del tumore del testicolo

Dopo gli esami diagnostici e la conferma della diagnosi di cancro del testicolo, la stadiazione del tumore ai testicoli avviene attraverso il dosaggio ematico di marcatori tumorali specifici (alfa-fetoproteina, beta-HCG e latticodeidrogenasi), l’orchiectomia radicale inguinale (che ha anche valenza terapeutica, poiché permette la rimozione del tumore primitivo e la valutazione istologica) e l’esecuzione di una TAC, per identificare la presenza di eventuali localizzazioni metastatiche.

Trattamenti

A seconda del tipo di neoplasia e della sua estensione, sono possibili diverse strategie terapeutiche, tra cui vigile osservazione, chirurgia, chemioterapia, radioterapia.
Il paziente affetto da tumore del testicolo può avere problemi di fertilità.

  • Chirurgia
    Se il tumore è diagnosticato in una fase precoce, l’intervento chirurgico di rimozione di un testicolo (orchiectomia radicale inguinale) può essere l’unico trattamento necessario, seguito da stretta osservazione. L’esame anatomopatologico per la determinazione del tipo istologico (seminoma, carcinoma embrionario, choriocarcinoma, tumore del sacco vitellino) del tumore riveste un’importanza cruciale per la definizione della terapia più adeguata.
    L’asportazione di un testicolo desta spesso preoccupazione negli uomini. Oltre a produrre gli spermatozoi, il testicolo produce anche gli ormoni maschili: la funzione ormonale torna solitamente alla normalità dopo l’asportazione di un testicolo. Se necessario, il paziente può assumere ormoni allo scopo di ristabilire i livelli normali. L’asportazione di un testicolo non dovrebbe influire sulla funzione sessuale. In caso di preoccupazione per l’aspetto esteriore, gli urologi possono discutere con il paziente l’impianto di una protesi testicolare nello scroto.
    In caso di diffusione del tumore oltre i testicoli, possono rendersi necessari un secondo intervento chirurgico, la chemioterapia o la radioterapia oppure una combinazione di queste terapie.
    Qualora il cancro si sia diffuso ai linfonodi può essere necessario un intervento di dissezione dei linfonodi addominali (chirurgia retroperitoneale). L’asportazione dei linfonodi non influisce sulla capacità del paziente di avere un’erezione o un orgasmo. Tuttavia questo intervento chirurgico può diminuire la fertilità in quanto interferisce con l’eiaculazione.
  • Chemioterapia
    Solitamente, il cancro del testicolo risponde molto bene alla chemioterapia. La necessità della chemioterapia dipende dal tipo, dallo stadio e dalle dimensioni del tumore. In seguito, può essere necessaria la chirurgia allo scopo di garantire la rimozione totale dell’eventuale residuo tumorale.
    Alcuni farmaci antitumorali interferiscono con la produzione di spermatozoi: anche se molti uomini riacquistano la fertilità, talvolta l’effetto è permanente. Come precauzione prima del trattamento, è possibile ricorrere alla conservazione dello sperma ad uso futuro.
  • Radioterapia
    La radioterapia è particolarmente efficace contro un tipo di cancro del testicolo detto seminoma. In genere, la radioterapia non influisce sulle capacità sessuali del paziente. Può tuttavia interferire con la produzione di spermatozoi: questo effetto è solitamente temporaneo e la maggioranza degli uomini riacquista la fertilità nell’arco di pochi mesi. Il paziente può comunque valutare l’ipotesi di ricorrere alla crioconservazione dello sperma prima di sottoporsi al trattamento.

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Prevenzione

Per questo tipo di tumore non esiste un programma di prevenzione specifico e l’autopalpazione regolare dei testicoli rimane ancora oggi il metodo più efficace ed economico per intercettare una neoplasia testicolare in fase precoce.
Tuttavia pazienti con difficoltà riproduttiva associata a:

  • ridotta conta spermatica
  • testicoli con volume inferiore a 12 ml
  • FSH elevato
  • una storia clinica criptorchidismo

rappresentano una fascia di popolazione con un rischio più elevato di sviluppare un tumore del testicolo. L’ecografia testicolare rappresenta un valido strumento diagnostico per restringere ulteriormente la selezione dei pazienti sub-fertili con un rischio di tumore particolarmente elevato. Nei pazienti con alterazioni del tessuto testicolare (microlitiasi-calcificazioni) è indicata, oltre alla autopalpazione, una ecografia testicolare con cadenza annuale.

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Sesso durante il ciclo: come farlo?

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Infatti è accertato che il periodo fertile femminile può estendersi oltre la fase dell’ovulazione. In caso di alterazioni del ciclo, la fecondazione può quindi avvenire anche se le mestruazioni non sono ancora terminate. Ed è altrettanto accertato che la sopravvivenza dello spermatozoo nell’utero può durare anche 3 o 4 giorni, oltrepassando la fase della infertilità della donna. In questo caso la fecondazione potrebbe avvenire  in un momento successivo al giorno in cui è avvenuto il rapporto sessuale .

Sesso durante il ciclo: piacere o dovere?
Ma il dilemma  sulla praticabilità del rapporto sessuale durante il ciclo mestruale forse è un altro e riguarda non il fattore tecnico ma la sfera psicologica ed emozionale che si realizza tra l’uomo e la donna in quei giorni lì. Quando si entra nella sfera psicologico-emozionale la prospettiva cambia radicalmente e subentrano fattori personali che riguardano 2 aspetti: la cultura ricevuta e la risposta dell’organismo.
Sul primo aspetto non tutti gli uomini e le donne amano avere rapporti durante il ciclo. E il motivo è da ricondurre per le donne sia ai dolori e malesseri  connessi  che al retaggio culturale  di chi esclude  il rapporto mentre fluisce il sangue perché farlo suscita sensibilità centrate non sulle suggestioni del “piacere” del rapporto sessuale, ma sul “dovere” della corretta funzionalità dell’apparato genitale femminile  finalizzata alla procreazione.
Alcune donne riferiscono di sentirsi “ sporche” , durante il ciclo, associando il sangue che fluisce naturalmente (e guai se non fluisse in età fertile) con  ciò che generalmente occorre fare in quella circostanza, cioè proteggersi, indossare assorbenti igienici, lavarsi, eliminare il cattivo odore che promana dal ciclo mestruale.
Alcuni uomini poi appaiono a disagio; non amano confondere sangue e sperma perché nel loro immaginario tali fluidi evocano situazioni differenti. In sostanza, per questa categoria di  persone, che secondo una ricerca recente assomma a circa l’80 % delle donne ed al 70% degli uomini,  il ciclo spoetizza il rapporto sessuale.

Quando durante il ciclo aumenta  il desiderio di fare sesso
Al contrario ci sono altri uomini ed altre donne che durante il ciclo esaltano le loro sensazioni erotico-amorose. Non è affatto infrequente, per esempio, che nella donna aumenti il desiderio sessuale in modo spasmodico e l’irrefrenabile desiderio di soddisfarlo intensamente con una maggiore frequenza del rapporto sessuale; e spesso per questa categoria di donne l’orgasmo arriva a picchi di intensità anche dieci volte superiori alla normalità soggettiva.
Fenomeno che agisce anche su quegli uomini che, anziché essere respinti dalla vista del sangue della loro donna,  trovano nel rapporto sessuale durante il ciclo  e dalla vista del sangue una ipereccitazione che amplifica l’erezione e la durata del rapporto stesso.

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Sesso durante il ciclo: le 5 regole che riducono i rischi e aumentano il piacere
Quale che sia la vostra appartenenza al primo al secondo gruppo di persone, è comunque bene tenere a mente alcune regole nel caso foste interessati a praticare o provare a fare sesso durante il ciclo mestruale della donna:

1) Calcolate esattamente la fertilità della donna – Eviterete il rischio di gravidanze indesiderate.

2) Usate il preservativo – Dal momento che non è affatto certo che  il rapporto non protetto non corra rischi di gravidanza, anche se le probabilità sono basse, l’uomo o la donna che vogliano evitare una gravidanza  usino il profilattico durante il rapporto. Inoltre, il preservativo elimina del tutto il rischio di trasmissione di malattie sessuali che potrebbe essere maggiore dato che è proprio con il flusso di sangue che agisce il rischio di contagio.

3) Utilizzate  un telo  e  fazzoletti di carta – Per non sporcare il luogo in cui  avete intenzione di compiere il rapporto sessuale e dotatevi di fazzoletti  per arginare la fuoruscita e la mescolanza di  fluidi che si determina  nel momento finale.

4) Valutate  l’opportunità del sesso orale. Tecnicamente la donna non ha alcuna riduzione della libido. Il clitoride è posto nella parte superiore della vagina e dunque la sollecitazione non riduce l’eccitazione che deriva dalla sua sollecitazione, ovviamente dopo una adeguata igiene della zona. Restano le considerazioni personali  sul gradimento  e sul disagio pudico che lui e lei possono e non possono manifestare.

5) Ricorrere alla fantasia erotica –  Spesso uomini e donne che non riescono a trattenere le loro reciproche attrazioni per tutta la durata del ciclo ( che può anche arrivare a sette giorni) ricorrono a posizioni e luoghi che accrescono l’eccitazione e stimolano la fantasia.  Fare l’amore sotto la doccia o nella vasca per esempio,  è la risorsa più gradita e praticata per i cultori del sesso durante il ciclo.

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Le 10 cose che non dovete MAI fare durante il sesso

MEDICINA ONLINE SESSO SEX 10 COSE NON DOVETE MAI DIRE SESSUALITA COPPIA AMORE UOMO DONNA AMPLESSO COITO.jpgIl sesso dovrebbe essere divertente, libero, crudo, e… sexy, ma a volte noi non possiamo fare a meno di rovinare quella che avrebbe potuto essere una esperienza sessuale perfettamente emozionante iniettando una grande dose di stupidità. Anche se pensi di essere una dea o una divinità del sesso, è probabile che anche tu possa  beneficiare della nostra lista semiseria delle “10 cose che da non fare mai durante un rapporto sessuale”.

1. Menzionare il tuo ex

Menzionare il tuo ex o la tua ex è sempre una idea decisamente sbagliata e lo è ancor di più durante un rapporto sessuale. Meglio evitarlo.

2. Dire al partner che sta facendo qualcosa di sbagliato

Va bene, se si prova fastidio dovresti dirgli di smettere. Tuttavia, invece di porre la cosa che sta facendo in negativo, utilizza una frase in modo positivo. Ad esempio, se sta facendo qualcosa che non ti piace digli qualcosa tipo: “Cambiamo? Mi piace molto quando mi fai questo o quest’altro“. In questo modo potrai comunicare al tuo partner in modo delicato che non eri davvero appagata o appagato da quanto stava facendo, senza offenderlo.

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3. Rispondere a una telefonata

A meno che non aspetti una chiamata realmente urgente, puoi attendere!

4. Cercare di nasconderti

Durante un rapporto sessuale non è proprio il momento di sentirsi a disagio su una certa posizione a causa del modo in cui il partner potrebbe giudicarti. Evitalo.

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5. Dire “sono stanco”

Dire “sono stanco” in genere fa abbassare la libido di qualsiasi partner, quindi meglio evitare.

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6. Piangere

Non importa se è l’esperienza sessuale più commovente che tu abbia mai avuto, non è il momento di piangere. Il tuo partner in automatico potrebbe, invece, pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato. Se poi è l’uomo a piangere durante il rapporto sessuale, la partner potrebbe vederlo come meno virile.

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7. Sbadigliare

Mostrare che sei assonnata o assonnato dà prova al tuo lui o alla tua lei che ti stai disinteressando del rapporto e che ti stai annoiando: evita!

8. Fingere un orgasmo

Se sei una donna, evita di fingere un orgasmo. Il tuo partner potrebbe accorgersene e provare sentimenti di inadeguatezza. Se proprio non puoi arrivare ad un orgasmo è meglio parlarne per spiegare i motivi. Forse non eri abbastanza coinvolta in quel momento, forse non c’è stata abbastanza intesa questa volta, forse lui sbagliava i movimenti e tu puoi dirgli come correggerli. Qualunque sia la ragione, hai molte più probabilità di non offendere il tuo compagno se parlerai dell’accaduto insieme con lui.

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9. Parlare di qualsiasi cosa che non sia sesso

Dire cose non correlate al rapporto sessuale che stai avendo è veramente sbagliato. Quindi, no a “Ho dimenticato di caricare la lavastoviglie“, e non a “Ho davvero bisogno di chiamare mia zia, lo avevo completamente dimenticato“. Tutti i pensieri casuali che ti vengono in mente durante il coito possono essere discussi in seguito.

10. Flatulenza durante il coito

Ecco se proprio non riuscite a trattenere l’aria e “vi scappa”… parlatene e cercate di riderci su, per quanto possibile. Ricordate che comunque è una cosa naturale che può capitare sia all’uomo che alla donna!

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Apparato genitale femminile: anatomia, funzioni e patologie in sintesi

MEDICINA ONLINE VAGINA VULVA APPARATO GENITALE FEMMINILE SCHEMA ANATOMIA UTERO TUBE FALLOPPIO OVAIOL’apparato genitale femminil è l’insieme degli organi e delle strutture anatomiche che permettono la riproduzione e l’accoppiamento nella donna, studiato dal medico ginecologo. L’apparato genitale femminile è composto da due parti principali:

  • genitali interni;
  • genitali esterni.

Genitali interni

I genitali interni sono:

  • Ovaie. Le ovaie sono organi pari, piccoli, situati sulle pareti laterali della piccola pelvi. Le ovaie sono formate da follicoli ovarici che liberano le cellule uovo mature chiamate ovuli: queste discendono nelle Tube di Falloppio dove avviene la fecondazione (se l’ambiente è favorevole e sono presenti spermatozoi attivi). Se l’uovo non viene fecondato entro 24 ore, viene eliminato tramite la mestruazione, se invece viene fecondato, l’ovulo discende nell’utero dove si forma lo zigote.
  • Salpinge. Tromba o tuba di Falloppio.
  • Utero. L’utero è un organo impari, cavo, muscolare. Assomiglia alla forma di una pera rovesciata ed ha il compito di accogliere il feto durante la gestazione. Si trova tra il retto e la vescica. La cavità dell’utero è distinta in tre parti: corpo, in rapporto con la vescica e delimita lo spazio o cavo vescica-uterino, collo ed istmo.
  • Vagina. La vagina è il canale antistante l’utero e, nel rapporto sessuale, è l’organo che accoglie il genitale maschile (pene). La vagina è la sede in cui si può prevenire meccanicamente o chimicamente la fecondazione, inserendo appositi sistemi, quali ad es. il diaframma e la spirale intrauterina o I.U.D. (Intra Uterine Device), che vanno a chiudere la bocca dell’utero e/o inibire la fecondazione.

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Genitali esterni

I genitali esterni sono:

  • pube (anche chiamato “monte di Venere”);
  • clitoride (ricoperto dal prepuzio clitorideo);
  • grandi labbra;
  • piccole labbra;
  • orifizio uretrale;
  • imene;
  • orifizio vaginale;
  • perineo.

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Funzioni dell’apparato genitale femminile

L’apparato genitale femminile ha funzioni sia riproduttive che endocrine:

  • funzione riproduttiva: produce gameti femminili;
  • funzione endocrina: produce ormoni femminili, quali gli estrogeni e i progestinici.

Principali patologie dell’apparato sessuale femminile

Le principali patologie e condizioni dell’apparato sessuale femminile, sono:

  • vaginiti: insieme di infiammazioni che coinvolgono la vagina, spesso causati da mancanza di igiene adeguata;
  • amenorrea: mancanza del flusso mestruale;
  • dismenorrea: mestruazioni dolorose;
  • vaginismo: spasmo involontario dei muscoli vaginali e perivaginali nel momento della penetrazione del pene o del tentativo – reale o immaginario – di penetrazione. Il vaginismo rende dolorosi, se non addirittura impossibili, i rapporti sessuali;
    prolasso vaginale: spostamento verso il basso delle pareti vaginali per cedimento delle strutture di sostegno e sospensione della vagina;
  • climaterio: insieme dei sintomi legati alla menopausa
  • infezioni da Candida Albicans, un fungo che viene trasmesso dal maschio durante i rapporti sessuali;
  • fibroma: tumore benigno, da tenere sotto stretto controllo medico in quanto se trascurato potrebbe evolvere nella forma maligna;
  • anomalie congenite, rappresentate da uteri malformati in varia maniera (per esempio doppi o con setti);
  • polipi endometriali e del canale cervicale: spesso benigni, richiedono però valutazione istologica per la possibile presenza di atipie;
  • cancro endometriale, più frequente in donne in perimenopausa;
  • patologie del collo uterino: sostanzialmente includono le infiammazioni ed il cancro.

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Differenza tra orgasmo maschile e femminile

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma LUI AMA SESSO LEI INTESA SESSUALE Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina Glutei AnoNelle fasi del desiderio sessuale e dell’eccitazione, le reazioni degli organi maschili e femminili sono ovviamente diverse, così come è anche diversa la sensazione orgasmica e la sua manifestazione, anche se vi possono essere fenomeni comuni ad entrambi come le contrazioni muscolari dell’ano, dei muscoli pelvici e degli organi sessuali.
Nella donna, nelle fase che precede l’orgasmo, le pareti vaginali si lubrificano (‘trasudato vaginale‘) e l’aumento del flusso sanguigno nei tessuti spugnosi provoca una dilatazione del clitoride, il piccolo organo sensoriale all’interno dell’apparato genitale, che si sporge verso l’esterno per l’intera fase che precede l’orgasmo, la fase di plateau. In prossimità dell’orgasmo, quindi, si assiste ad una diminuzione delle dimensioni della vagina del 30% circa, mentre il clitoride si ritira all’interno del prepuzio. L’orgasmo è quindi l’effetto di un processo di contrazioni involontarie (contrazioni perivaginali) che avvengono, per effetto di alcune fasce muscolari, nella zona della vagina cosiddetta ‘terzo esterno’ (corrispondente alla prima porzione del canale). In coincidenza con l’orgasmo, sono coinvolte altre parti del corpo: oltre ai fenomeni suddetti, si registrano anche un aumento della respirazione e dei battiti cardiaci, lo spasmo involontario dei piedi e l’obnubilamento della coscienza.
Nell’uomo, naturalmente, le manifestazioni orgasmiche sono più evidenti, dal momento che l’orgasmo coincide con l’eiaculazione. Va detto, però, che anche molte donne espellono del fluido durante l’orgasmo, proveniente dalle minuscole ghiandole di Skene che si trovano attorno al meato uretrale; tali ghiandole possono anche non essere presenti e in questo caso il fenomeno della cosiddetta “eiaculazione femminile” non si verificherà.

L’orgasmo multiplo
Un fenomeno che riguarda solo le donne è quello della molteplicità orgasmica. Tale prerogativa è solo femminile in base alla differente fisiologia, per cui la donna non ha il periodo di refrattarietà all’orgasmo. Nell’uomo, in una curva ascendente che dall’eccitazione porta al plateau e quindi al picco massimo costituito dall’orgasmo, al termine della fase della risposta sessuale segue una discesa verso il basso, il periodo di latenza detto periodo refrattario, durante il quale, tra l’altro, vengono ripristinati i liquidi eiaculatori. Alla donna, invece, il periodo di refrattarietà manca e dunque potrà mettere in atto, se ha ancora voglia di essere stimolata ed eccitata, degli orgasmi multipli. Sarebbe a dire che dopo aver raggiunto l’orgasmo, la sua eccitazione potrà calare leggermente per poi tornare intensa in tempi molto rapidi e dare vita ad un nuovo orgasmo, in una sequenza che viene denominata, per l’appunto, multiorgasmia.

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Testicoli e scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma TESTICOLI SCROTO DIMENSIONI ANATOMIA FUN Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIl testicolo (anche chiamato didimo e testicle in inglese) fa parte dell’apparato genitale maschile, in numero di due, all’interno della sacca scrotale, è la gonade maschile. Piccoli nel feto e nel bambino, i testicoli crescono rapidamente di volume alle soglie della pubertà; nell’adulto raggiungono il peso di circa 10-20 grammi ciascuno.
Durante lo sviluppo fetale i testicoli si formano nella cavità addominale, accanto ai reni. Successivamente, si spostano verso il basso trascinandosi dotti, vasi e nervi, che formeranno il funicolo spermatico. Poco prima della nascita o subito dopo, i testicoli vanno a collocarsi nei sacchi scrotali. Quando ciò non avviene si parla di criptorchidismo.

Dimensioni dei testicoli

Pari di numero (testicolo di destra e di sinistra) e simmetrici, i testicoli presentano una forma ovoidale. Di consistenza duro-elastica, in età adulta presentano dimensioni medie pari a:

  • 3.5-4 cm di lunghezza
  • 2.5 cm di larghezza
  • 3 cm di diametro anteroposteriore

Funzioni del testicolo

I testicoli hanno due funzioni: la produzione degli spermatozoi dal momento della pubertà sino alla morte, e la produzione degli ormoni sessuali maschili chiamati androgeni, tra i quali il testosterone è il più importante. La produzione degli ormoni da parte dei testicoli è evidente fin dalla nascita, ma aumenta enormemente intorno alla pubertà e si mantiene ad alto livello per tutta l’età adulta fino a manifestare una diminuzione durante gli ultimi anni di vita.

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Scroto

I testicoli sono sospesi nello scroto, al cui interno giacciono in posizione obliqua, con il polo superiore inclinato in avanti e lateralmente, ed il polo inferiore situato medialmente e all’indietro.
All’interno della sacca scrotale i due testicoli sono parzialmente separati da un setto mediano di tessuto fibroso (il setto scrotale). La posizione esterna dello scroto, quindi la distanza dei testicoli dalla sinfisi pubica, è regolata dal muscolo dartos e dalla sua capacità di contrarsi e rilassarsi in funzione della temperatura. Infatti, se la temperatura dei testicoli sale, la sintesi degli spermatozoi (spermatogenesi) viene inibita; di conseguenza, quando fa freddo, la contrazione della muscolatura scrotale porta i testicoli in posizione più vicina al corpo, facendo apparire più raccolta e raggrinzita la borsa scrotale; viceversa, in ambiente caldo lo scroto si presenta allungato, liscio e flaccido. Anche il muscolo cremastere contribuisce a mantenere la temperatura testicolare, regolandone il funzionamento.
Il gubernaculum testis è un’appendice fibrosa, una lamina connettivale che fissa il polo inferiore del testicolo alla borsa scrotale. All’interno dello scroto i testicoli sono appesi all’estremità inferiore del corrispondente funicolo spermatico.
Oltre ai testicoli, lo scroto accoglie anche i relativi epididimi ed il tratto inferiore del funicolo spermatico. Per approfondire: Scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi

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Anatomia umana

Schema del testicolo
1: Lobuli del didimo/setti
2: Tubuli seminiferi contorti
3: Lobuli del didimo/setti
4: Tubuli seminiferi rettilinei
5: Dotti efferenti
6: Rete testis

Nello schema non è presente l’epididimo, una rete contorta, che raccoglie le terminazioni dei dotti efferenti e sfocia in un dotto deferente, un tubulo rettilineo. I testicoli, o didimi, sono di forma ovale e misurano in media 5 centimetri di lunghezza, 3 centimetri circa di larghezza e 3 centimetri circa trasversalmente. Il peso dei testicoli di un adulto è di circa 18-22 grammi l’uno, compreso l’epididimo, che da solo può pesare 4 gr. Il testicolo sinistro è posizionato lievemente più in basso del destro, la ragione di questo fatto è dovuto all’anatomia delle vene genitali, in quanto la vena genitale sinistra si riversa nella vena renale, mentre la destra sfocia nella vena cava inferiore; in ragione della diversa lunghezza, l’elasticità dei condotti venosi permette al testicolo sinistro di discendere più in basso.

La produzione degli spermatozoi non comincia fino alla pubertà, anche se segue il modello della produzione di ormoni riducendosi in età avanzata. Gli spermatozoi vengono prodotti in ogni testicolo in speciali strutture chiamate tubuli seminiferi con l’ausilio e la protezione delle cellule del Sertoli. Questi tubicini sono al centro di ogni testicolo e sono collegati con una serie di condotti che convogliano lo sperma ad altri importanti organi e, alla fine, fuori dal pene, se ciò è richiesto.

In ogni testicolo, vicino ai tubuli seminiferi, ci sono numerose cellule chiamate cellule interstiziali o cellule di Leydig. Esse sono responsabili della produzione dell’ormone sessuale maschile (testosterone) che viene secreto direttamente nei vasi sanguigni circostanti. Al momento della pubertà, la maggior parte dei cambiamenti che avvengono nel ragazzo è prodotta dalla maggior quantità di testosterone che scorre nel suo corpo. Durante l’eccitazione sessuale i testicoli aumentano di grandezza. Il sangue riempie i vasi sanguigni che si trovano in essi causando il loro ingrandimento. Dopo l’eiaculazione essi tornano alle loro normali dimensioni. Subito prima dell’eiaculazione i testicoli vengono tratti molto vicini al corpo. Dopo l’eiaculazione essi ritornano alla loro posizione usuale nello scroto.

Il medesimo avvicinamento dei testicoli al corpo avviene nei momenti di intensa paura, collera o quando l’uomo ha freddo. In questo modo, naturalmente, il corpo protegge questo meccanismo delicato e vulnerabile. I testicoli pendono fuori dal corpo per potere stare alla temperatura leggermente più bassa che è richiesta per la produzione dello sperma. Quando la stagione è molto calda o durante un bagno tiepido essi pendono più in basso del normale, lontano dal corpo e dal suo calore; al contrario, nella stagione fredda, essi si avvicinano al tepore del corpo per mantenere una temperatura ottimale. Se vengono tenuti alla temperatura corporea, i testicoli non sono più in grado di produrre spermatozoi e l’uomo diventa sterile. Quando i muscoli dell’uomo si tendono, per esempio quando egli si prepara a una fuga o a un’aggressione oppure subito prima dell’eiaculazione, un insieme di muscoli posto nello scroto spinge automaticamente i testicoli verso l’alto, questi sono la fascia cremasterica, la fascia spermatica interna e la fascia spermatica esterna.

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Anatomia microscopica del testicolo

Il testicolo è costituito dalla tunica albuginea e dalle sue dipendenze, da un parenchima costituito dai tubuli seminiferi, e dallo stroma che circonda i tubuli seminiferi e contenente quest’ultimo le cellule di Leydig a funzione endocrina. La tonaca albuginea è la tonaca più intima del testicolo, costituita da tessuto connettivo fibroso denso con fasci di fibre di collagene ad andamento parallelo; è resistente e inestensibile, spessa tra lo 0,5 e 1 mm, e all’esterno continua con l’epiorchio. Negli strati più superficiali troviamo fibrocellule muscolari lisce mentre negli strati più profondi troviamo fibre elastiche. Dalla faccia profonda dell’albuginea, detta tonaca vascolosa perché riccamente vascolarizzata, si dipartono dei setti convergenti verso il mediastino testicolare (o corpo di Highmoro) che si approfondano all’interno del testicolo delimitando circa 300 logge. Ciascuna loggia ha forma piramidale, con la base volta verso la superficie del testicolo e l’apice in corrispondenza del mediastino testicolare (dà passaggio alla rete testis).

Il parenchima, di colorito roseo giallastro, riempie le logge, all’interno delle quali si organizza in lobuli. Ciascun lobulo contiene tubuli seminiferi contorti, le cui estremità si uniscono a formare i tubuli retti che sboccano nella rete testis, posta a livello del mediastino testicolare, una serie di tubuli riccamente anastomizzati. Dalla rete testis si dipartono circa 15-20 condottini efferenti che confluiscono a formare l’epididimo. I tubuli seminiferi contorti sono lunghi da 30 cm a 70 cm e occupano il poco spazio a loro disposizione grazie al loro andamento convoluto.

La parete dei tubuli seminiferi è costituita da epitelio pluriseriato detto epitelio germinativo che poggia su una lamina propria. L’epitelio germinativo comprende accanto alle cellule germinali in diverso stato differenziativo le cellule del Sertoli, che sono cellule di sostegno. Le cellule del Sertoli sono cellule di derivazione mesodermica non spermatogeniche che oltre a sostenere e a nutrire gli spermatozoi svolgono importanti funzioni endocrine. Si estendono per tutto lo spessore dell’epitelio con la base che poggia sulla membrana basale e l’apice verso il lume; l’apice presenta delle infossature entro cui sono contenute le teste degli spermatidi in via di sviluppo. Sono riconoscibili per il nucleo triangolare con nucleolo evidente e cromatina dispersa. Le cellule del Sertoli sono unite da complessi giunzionali, tight junctions, che suddividono l’epitelio germinativo in due compartimenti conosciuti come basale e come luminale. Le cellule del Sertoli mediano quindi gli scambi metabolici tra il compartimento luminale degli spermatidi quello sistemico costituendo una barriera ematotesticolare che isola gli spermatidi dal resto dell’organismo, proteggendoli dal sistema immunitario.

Il citoplasma è acidofilo, con gocciole lipidiche, scarso RER e abbondante REL. Sono talora visibili aggregati proteici noti come corpi di charcot bottcher. Troviamo anche lisosomi primari e secondari. Le cellule del Sertoli mediano la spermatogenesi e la spermiazione, riassorbono i corpi residui tramite fagocitosi. Svolgono anche funzione endocrina: producono ABP (Androgen Binding Protein), sotto lo stimolo dell’FSH ipofisario che concentra il testosterone favorendo la spermatogenesi; secernono inibina che agisce con feedback negativo a livello ipotalamo ipofisario.

Le cellule germinali sono cellule in vario stadio differenziativo. Quelle in stadio precoce di sviluppo si trovano perifericamente mentre quelle negli stadi tardivi prospettano verso il lume. Il processo attraverso il quale gli elementi cellulari passano dalla periferia al lume prende il nome di spermatogenesi. Dura 74 giorni circa e comprende la spermatogoniogenesi (proliferazione per mitosi delle cellule germinali primitive, da cui originano gli spermatociti primari), la spermatocitogenesi (divisione meiotica degli spermatociti primari a formare spermatociti secondari e da questi gli spermatidi) e la spermiogenesi (differenziazione degli spermatidi in spermatozoi maturi, non si hanno fenomeni moltiplicativi). Nello stroma vi sono le cellule di Leydig che producono sotto lo stimolo dell’ormone ipofisario LH o ICSH ormoni androgeni, dei quali il testosterone rappresenta il prototipo.

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Il comportamento sessuale femminile NON è diverso da quello maschile

MEDICINA ONLINE GELOSIA UOMO EGOISTA SAD COUPLE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA TRISTE GAY ANSIA JEALOUS LOVE COUPLE FRINEDS LOVERUno dei luoghi comuni più diffusi al mondo, soprattutto nella cultura occidentale, è quello secondo cui il comportamento maschile sarebbe molto più orientato alla sessualità rispetto a quello femminile. Per dirla in altri termini si è a lungo pensato (e in parte si pensa ancora) che gli uomini fossero promiscui e poligami, mentre le donne schive e monogame.
Il pregiudizio circa la differenza tra la vita sessuale maschile e quella femminile è stato a lungo sostenuto anche dalla scienza e in particolare dalla biologia. Ma i risultati scientifici sono sempre certi e puri oppure subiscono anche loro una serie di condizionamenti sociali? In questo caso è particolarmente importante appurarlo perché è proprio da questa convinzione che deriva l’idea secondo cui una donna che va a letto con più uomini è “troia”, mentre un uomo che fa la stessa cosa è affascinante e vincente, o ancora la faccia sbigottita che qualcuno fa quando scopre che una donna tiene dei preservativi nel proprio portafoglio: perché mai dovrebbe farlo? Vediamo di capirlo, procedendo per gradi.

L’origine biologica del pregiudizio

Tutto nasce dalla differenza tra sperma maschile e ovulo femminile; in particolare dalla differenza tra l’energia (concepita in termini di costo) che serve per produrre uno spermatozoo e quella che serve per produrre un ovulo. Già Darwin la chiamava anisogamia e pensava che fosse alla base dei diversi comportamenti sessuali maschili e femminili. In che modo? L’idea è questa: la produzione di uno spermatozoo richiede meno energia, cioè è più economica, e quindi il membro maschile della specie può tranquillamente accoppiarsi con diverse femmine senza incorrere in alcun rischio biologico. La produzione dell’ovulo femminile invece richiede molta più energia, ovvero è costosa, e quindi le femmine sono molto più selettive, cercano il maschio migliore che le possa fecondare. Quella che per Darwin era solo un’intuizione diventa una vera e propria teoria scientifica dimostrata quando, nel 1948, Angus Bateman, botanico che non si era mai occupato di genetica, studia la differenza tra comportamento sessuale maschile e femminile nella colonia di moscerini che si era creata attorno alle sue piante di frutta. Lo studio conduce alla conferma della teoria darwiniana, e viene poi ulteriormente verificato, nel 1972, da Robert Trivers, biologo e sociologo, che trasforma l’anisogamia nella teoria dell’investimento parentale. Non cambia molto: lo sperma richiede minore investimento, quindi i maschi hanno più tempo, energia e motivazione di cercare altre compagne da fecondare, mentre le femmine no.

Cosa non funziona dal punto di vista della natura maschile

Tanto per iniziare bisogna fare un’osservazione. Nei casi di studio citati in precedenza il paragone in termini di costo/investimento veniva svolto tra UNO spermatozoo e UN ovulo. Cosa, questa, che non ha molto senso. Come ha notato Donald Dewsbury, docente emerito di psicologia alla University of Florida, il maschio produce milioni di spermatozoi per fecondare UN solo ovulo. Ed è questo il paragone giusto da prendere in considerazione, cioè quello tra milioni di spermatozoi e UN ovulo. Se la pensiamo così risulta evidente che in realtà i costi di produzione non sono poi così diversi.
Non solo ma, nella maggior parte delle specie, il seme prodotto dal maschio contiene un composto bioattivo che richiede moltissima energia per essere prodotto; non a caso esistono situazioni in cui il corpo maschile non riesce a produrre sperma. Infine bisogna anche notare che anche i maschi sono selettivi: non è vero che non scelgono la propria partner. Non tutti i maschi di una determinata specie si potrebbero accoppiare con le femmine di quella stessa specie.

Cosa non funziona dal punto di vista della natura femminile

Gli studi svolti sugli uccelli, in questo caso, sono fondamentali. Nel 1980 si pensava che  circa il 90% delle specie di uccelli conosciute fosse monogamo, ovvero che il maschio e la femmina si accoppiassero solo tra di loro e facessero dei cuccioli da crescere insieme. Oggi invece sappiamo che solo il 7% delle specie di uccelli conosciute è davvero monogamo. Le nuove tecniche di analisi del patrimonio genetico ci hanno infatti permesso di scoprire che tanto i maschi quanto le femmine tendono ad accoppiarsi e a riprodursi con più partner nell’arco della vita. Non solo, ma sappiamo anche che sono soprattutto le femmine a svolgere un ruolo attivo nella seduzione e nella ricerca di altri partner. Ed è proprio questo che, al contrario di quello che si pensava in origine, aiuta a produrre prole e quindi consente alla specie di sopravvivere. In un libro intitolato Promiscuità. Una storia evoluzionistica della competizione spermatica e del conflitto sessuale e pubblicato nel 2001, si legge: “intere generazioni di biologi hanno dato per scontato che le femmine fossero monogame, ma è ormai chiaro che si erano sbagliati.”

Perché ci siamo sbagliati

Le teorie/credenze scientifiche circa la differenza tra il comportamento sessuale maschile e femminile sono il prodotto di un condizionamento sociale, da cui evidentemente neanche la scienza può considerarsi esente. Come detto all’inizio, infatti, tutto ha origine da un’intuizione darwiniana, ma è importante ricordare che le teorie di Darwin subivano l’influenza dell’epoca e della cultura vittoriana. Gli stereotipi sociali e le verità scientifiche in quel periodo erano fortemente legati. Più precisamente la scienza doveva dimostrare gli stereotipi sociali. L’idea cioè che gli uomini fossero attivi, biologicamente complessi, determinanti per l’evoluzione e quindi grandi conquistatori per natura, mentre le donne avevano un ruolo passivo, erano semplici, sottomesse all’uomo, chiaramente prive di mire e di sessualità. Le donne dovevano procreare e non essere interessate ad altro. Stiamo parlando in questo caso di uno stereotipo sociale così radicato da essere esteso anche a tutte le altre specie non umane. La scienza quindi doveva dimostrare che differenze di questo tipo esistevano tra i maschi e le femmine di qualsiasi specie.
Non si può propriamente dire che ci sono state raccontate delle bugie. Diciamo invece che a partire da un dato certo, in un’epoca in cui non esistevano mezzi per circoscrivere e spiegare quel dato, ne venivano date delle interpretazione che sono poi state considerate delle verità scientifiche a partire da cui svolgere studi più accurati. Oggi i dati che abbiamo a disposizione rendono chiaro che le cose stanno diversamente, ma i tempi che servono per distruggere uno stereotipo ben radicato sono spesso più lunghi di quelli richiesti da una scoperta scientifica.

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