Quali aminoacidi ramificati BCAA assumere: 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 o 20:1:1?

Dott Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Plastica Cavitazione Endocrinologo Dietologo Nutrizionista Roma Cellulite Sessuologia Ecografie DermatologiaSmettere fumare donna palestra orgasmoPer comprendere meglio l’argomento trattato, leggi prima: Differenza tra aminoacidi ramificati BCAA 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 e 20:1:1

Come abbiamo visto nell’articolo appena citato, la leucina è un amminoacido che ha lo scopo fisiologico principale di sintesi proteica e agisce sul recupero, a differenza della valina e dell’isoleucina che invece svolgono un ruolo prevalentemente energetico.

Quindi quale BCAA è migliore?

Viste le premesse, appare chiaro che non esiste un rapporto BCAA migliore di un altro in senso assoluto: dipende dal vostro obiettivo e dalle modalità di assunzione.

  • Se utilizzate i BCAA pre-workout e during work allora vi conviene indirizzarvi sui classici (e mediamente molto più economici) BCAA con rapporto 2:1:1 proprio perché quello che vi serve è energia e non avrebbe senso assumere grosse dosi di leucina che invece è utile maggiormente nel post-workout per il recupero.
  • Se utilizzate i BCAA during work e post-workout allora vi consiglierei di utilizzare quelli con rapporto 4:1:1 in modo da darvi sia energia sia recupero nel post-workout grazie alla leucina raddoppiata rispetto ai classici 2:1:1. Ricordate che i BCAA 4:1:1 sono mediamente più costosi rispetto ai 2:1:1.
  • Se il vostro interesse è solamente il recupero post-workout allora acquistate i BCAA con rapporto 8:1:1 o 12:1:1. Per avere la massima sintesi proteica possibile potrebbe essere utile l’assunzione di BCAA con rapporto 20:1:1, visto le altissime quantità di leucina che contengono. E’ importante ricordare che in genere i BCAA con 8, 12 e 20 parti di leucina sono caratterizzati anche dal costo più elevato rispetto ai 4:1:1 ed ai 2:1:1.

La regola generale è quindi che più aumenta il valore della leucina, migliore sarà la sintesi proteica ed il recupero e quindi l’assunzione preferibile sarà a fine allenamento (o nella parte finale dell’allenamento), mentre minore è la leucina e maggiormente preferibile sarà l’assunzione prima dell’allenamento per avere maggiore energia. Questa regola non è ovviamente assoluta e nulla vieta all’atleta di sperimentare tipi diversi di ramificati in momenti diversi dell’allenamento (anche una % prima e la dose restante alla fine), fino a trovare la modalità più efficace per il proprio corpo.

La mia personale opinione è che l’uso migliore dei BCAA sia nella fase finale dell’allenamento e nel recupero, con il rapporto 4:1:1 od 8:1:1, specie quando gli allenamenti sono ripetuti a breve distanza uno dall’altro, ma non nascondo che io stesso spesso assumo i più economici 2:1:1 durante l’allenamento, nei periodi in cui mi alleno meno volte durante la settimana, ma con carichi maggiori.

I migliori integratori

I migliori integratori alimentari scelti, selezionati ed usati dal nostro Staff di esperti, sono:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Differenza tra aminoacidi ramificati BCAA 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 e 20:1:1

MEDICINA ONLINE PALESTRA PESI MUSCOLI MASSA PROTEINE AMMINOACIDI BCAA RAMIFICATI ESSENZIALI WHEY LATTE SIERO CASEINE CREATINA CARNITINA DIMAGRIRE WORKOUT ALLENAMENTO BICIPITI SPALLE DORSGli aminoacidi ramificati, anche chiamati BCAA (dall’inglese “branched-chain amino acid”), sono costituiti da leucina, isoleucina e valina e compongono il 35% degli aminoacidi presenti nel muscolo. Gli integratori di BCAA sono molti usati tra gli sportivi, specie tra i frequentatori di palestre, ma sul mercato ne esistono di diversi tipi e ciò può destare qualche dubbio tra i consumatori.

Esistono i BCAA con rapporto 2:1:1, quelli con rapporto 4:1:1, quelli 8:1:1 ed infine i più recenti con rapporto 12:1:1 e 20:1:1. Quali sono le differenze tra essi? Quale conviene comprare?

Come anticipato all’inizio dell’articolo, gli aminoacidi ramificati sono:

  • leucina;
  • valina;
  • isoleucina.

Quando parliamo di BCAA con un dato rapporto stiamo ad indicare che il rapporto di leucina presente è in quantità maggiore rispetto agli altri due amminoacidi ramificati in modo variabile:

  • con un integratore BCAA 2:1:1 avremo due parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina;
  • con un integratore BCAA 4:1:1 avremo quattro parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina;
  • con un integratore BCAA 8:1:1 avremo otto parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina;
  • con un integratore BCAA 12:1:1 avremo dodici parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina,
  • con un integratore BCAA 20:1:1 avremo venti parti di leucina, una parte di valina ed una di isoleucina.

Da ciò appare chiaro come, tra i tre aminoacidi, la maggiore importanza sia data alla leucina. Perché? La leucina è l’amminoacido che interviene nella sintesi proteica e quindi nel recupero. La leucina è importante per la costruzione ed il mantenimento del tessuto muscolare. Promuove la sintesi proteica nei muscoli e nel fegato, rallenta la decomposizione delle proteine muscolari e promuove i processi di rigenerazione. Invece la valina e la isoleucina svolgono prettamente una funzione energetica. Questo si traduce, in termini pratici, in una maggior sintesi proteica e in un minor catabolismo muscolare, oltre ad un maggior recupero, che è solitamente il motivo per cui vengono usati gli aminoacidi ramificati, soprattutto nel post allenamento.

Quindi quale BCAA prendere?

Rapporti diversi dei tre aminoacidi, sono usati per scopi diversi. Quale rapporto acquistare? Per avere una risposta a questa domanda, leggi questo articolo: Quali aminoacidi ramificati BCAA assumere: 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1, 12:1:1 o 20:1:1?

I migliori integratori

I migliori integratori alimentari scelti, selezionati ed usati dal nostro Staff di esperti, sono:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Astenospermia e spermatozoi deboli: cura e trattamento

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Rughe Cavitazione Dieta Peso Dimagrire Grasso Dietologo Nutrizionista Cellulite Dimagrire Sessuologo  Roma Trucco COME FATTO SPERMATOZOOPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento, leggi anche: Astenospermia: spermiogramma, spermatozoi deboli e fattori che influenzano la loro motilità

Con “astenospermia” si indica una anomalia del liquido seminale caratterizzata da una riduzione della motilità degli spermatozoi che può ostacolare la fecondazione, con conseguente possibile sterilità del soggetto. Esistono varie forme di astenospermia, a seconda della causa che la determina. Può essere dovuta a traumi, varicocele, infiammazioni (orchiti), abuso di alcolici o di farmaci (cimetidina, chemioterapici antitumorali), criptorchidismo, ipogonadismo, irradiazione locale, assenza congenita delle cellule produttrici di spermatozoi, presenza di anticorpi antispermatozoi. In caso di orchite le cause possono essere molto varie: nella maggior parte dei casi essa compare a seguito della parotite, più raramente a seguito di sifilide, tifo, tubercolosi, gonorrea e prostatite. Quando la causa rimane sconosciuta, si parla di “astenospermia idiopatica“.

Qual è la cura dell’astenospermia?
Purtroppo non esiste una singola terapia risolutiva per tutte le forme. Il primo obbiettivo del medico è ovviamente curare la malattia a monte. Ad esempio in caso di orchite è in genere prevista la somministrazione di antibiotici e cortisonici; nei casi più gravi questi però non sono sufficienti per impedire l’instaurarsi dell’atrofia testicolare e quindi della sterilità del testicolo. Nel caso di varicocele, specie se il soggetto è ancora giovane, l’astenospermia può essere risolta con un semplice intervento chirurgico.
Curare la patologia a monte, significa quasi sempre risolvere l’astenospermia, per questo è importante che il medico indaghi a fondo alla ricerca della malattia primaria e indirizzi il paziente verso la cura più adatta. Un secondo spermiogramma, fatto a distanza rispetto al primo, può indicare chiaramente se la cura sta avendo effetto o no.

Strategia proposta dal XIX congresso nazionale degli urologi italiani
Questa terapia è stata proposta per curare pazienti con astenospermia idiopatica (astenospermia da cause sconosciute) ed è ancora in fase di studio ma merita di essere menzionata. La terapia è stata condotta in maniera bifasica. Nei primi 30 giorni (fase di induzione) è stata somministrata l’associazione farmacologica con alte dosi di arginina e coenzima Q10 (L-arginina 2500mg, L-taurina 500mg, Coenzima Q10 200 mg, vitamina C 180 mg e vitamina E 30 mg).
Successivamente, per 90 giorni, è stata somministrata una terapia con diverse associazioni, con dosi inferiori di arginina e coenzima Q10 (L-arginina 300mg, L-carnitina 200 mg, L-ornitina 100 mg, L-citrullina 100 mg, coenzima Q10 60 mg e vitamina E 30 mg).
Tutti i pazienti arruolati sono stati sottoposti a triplice valutazione del liquido seminale 10 giorni prima dell’arruolamento, al momento dell’arruolamento e dopo 90 giorni di terapia dal medesimo esaminatore con attenta valutazione della cinetica nemaspermica. Il risultato di questa sperimentazione è incoraggiante: la motilità totale è significativamente aumentata dopo la terapia.

Integratori alimentari efficaci nel migliorare quantità e qualità di sperma, potenza dell’erezione e libido sia maschile che femminile
Qui di seguito trovate una lista di altri integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di migliorare la prestazione sessuale sia maschile che femminile a qualsiasi età e trarre maggiore soddisfazione dal rapporto, aumentando la quantità di sperma disponibile, potenziando l’erezione e procurando un aumento di libido sia nell’uomo che nella donna. Ogni prodotto viene periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Differenza tra integratori alimentari e sostanze dopanti con esempi

MEDICINA ONLINE INIEZIONE OLIO SYNTHOL PALESTRA MORTO ALLENAMENTO PESI MUSCOLI PALESTRA DOPING PROTEINE MORTE INTEGRATORE BODY BUILDING 14 FARMACI ILLEGALI PROIBITI ANFETAMINE TREMBOLONEIn termini esclusivamente medico-legali e penali, le sostanze e le metodiche doping sono quelle comprese nelle liste periodicamente pubblicate dalle organizzazioni internazionali e nazionali competenti in materia (CIO, WADA, Coni, Ministero della Salute).

L’uso di alcuni di questi farmaci:

  • è proibito sotto qualsiasi forma di somministrazione (ad esempio gli steroidi anabolizzanti);
  • è permesso solo per via locale (cortisonici);
  • erano considerate doping solo se assunte in quantità non alimentari (come, sino a qualche tempo fa, la caffeina).

Non sono quindi considerate sostanze dopanti quelle contenute nei prodotti comunemente indicati come ‘integratori alimentari’ purché contengano sostanze la cui vendita sia consentita, anche se l’articolo 1 comma 2 della Legge 14 dicembre 2000, n. 376 “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping” suggerisce che un uso indiscriminato di tali sostanze potrebbe comunque essere considerato pratica dopante.

Infatti:

articolo 1 comma 2 – Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.-

L’utilizzo della creatina per periodi prolungati ad alti dosaggi potrebbe rappresentarne un possibile, valido esempio.
Per quello che invece concerne le valutazioni scientifiche dell’utilizzo degli integratori dovremmo farci, nell’ordine di importanza, alcune domande: l’integratore che andiamo a somministrare è:

1 INNOCUO ?
2 LEGALE ?
3 NECESSARIO?
4 EFFICACE?

1 – Pur chiaramente non potendo paragonare l’integrazione alla somministrazione di sostanze farmacologicamente attive, non sono rari i casi di farmaci che pur essendo stati sottoposti a rigorosi protocolli di ricerca rivelano, a distanza di anni e dopo un uso intensivo, inaspettati e gravi effetti collaterali. Ma, in questo caso la gravità delle patologie trattate rendeva se non accettabile almeno possibile il rischio.
E’ comprensibile che quando lo scopo sia esclusivamente migliorare la prestazione sportiva non possa essere accettabile anche il potenziale minimo rischio per la salute, considerando anche il fatto che spesso dosaggi, periodi di somministrazione vanno ben oltre le indicazioni.

2 – Un altro rischio è il cosiddetto ‘doping involontario’: sono noti alcuni casi (estremamente più rari di quanto atleti risultati positivi all’antidoping vogliano far credere ), di integratori, che pur dichiarando componenti assolutamente permessi, risultavano inquinati colposamente o colpevolmente da sostanze ‘doping’. L’avvertenza, quindi, qualora si decida di far uso di integratori, di rivolgersi ad aziende ‘serie’ che garantiscano quanto dichiarando sulle etichette evitando, per quanto sia possibile, incauti acquisti on-line, forse più economici ma spesso meno sicuri.

3- Fermo restando la correttezza della reintegrazione, cioè la necessità  del rapido recupero di quello che si è consumato durante l’esercizio fisico impegnativo o l’aumentato fabbisogno, occorre chiedersi quanto l’uso così diffuso di reintegratori non sia solo una ‘moda’, un bisogno creato per scopi commerciali anche in quei casi in cui una normale, corretta alimentazione sia sufficiente al recupero.

4- Esiste una sterminata bibliografia sugli integratori, anche se gli studi ad alto valore ed attendibilità scientifica non sono così numerosi. Visto l’estrema varietà  e diversità  delle sostanze attive classificate come integratori è difficile dare una risposta univoca sull’efficacia degli stessi. Bisogna comunque sempre diffidare di prodotti che promettono effetti portentosi: quasi sempre non hanno alcuna attendibilità  scientifica o magari sono efficaci a dosaggi molto vicini a quelli potenzialmente dannosi.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Carnosina e β-alanina per incrementare la performance sportiva

MEDICINA ONLINE MILITARY FITNESS ALLENAMENTO IN PALESTRA CASERMACarnosina e β-alanina, la chiave di volta nel mantenimento e nell’incremento della performance. Se con performace pensiamo esclusivamente all’attività sportiva sicuramente non stiamo sbagliando ma il nostro punto di vista potrebbe essere estremamente limitato in quanto non stiamo considerando una serie di attività comuni, generalmente non associate in senso stretto alla prestazione sportiva, che a causa di vasta gamma di fattori possono subire una forte riduzione prestativa a volte anche con esiti potenzialmente pericolosi. E’ noto ormai da tempo come attività con un’importante componente lattacida, ovvero quelle che implicano un notevole contributo da parte del metabolismo aerobico e del metabolismo anaerobico lattacido, tendano a cagione della natura chimica delle molecole prodotte ad abbassare il fisiologico pH verso una condizione tendente all’acidosi.

Nel momento in cui la produzione di molecole a pH acido supera la capacità tampone del nostro organismo questa condizione inizia ad interferire con lo svolgimento di tutta quella serie reazioni biochimiche, fondamentali ai fini della sopravvivenza e delle normali attività, che richiedono un pH fisiologico per avvenire in piena efficienza. Questa “acidificazione” dell’organismo  responsabile in primis di un calo dei livelli di prestativi può evolvere verso quadri progressivamente più gravi nel caso non vengano presi gli opportuni provvedimenti atti a ristabilire condizioni fisiologiche.

A questo punto molto probabilmente si continuerà a pensare all’atleta come al soggetto maggiormente coinvolto da questo tipo di problematica; esaminando la questione con maggior attenzione risulta però immediatamente chiaro come anche soggetti non atleti sottoposti a notevole sforzo fisico, magari dovuto all’attività lavorativa, o soggetti con ridotte capacità di risposta, come per esempio soggetti anziani o malati possano facilmente esser preda di una simile problematica.

La carnosina è un dipeptide citoplasmatico sintetizzato a partire dai precursori L-istidina e β-alanina dalla carnosina sintetasi e degradato dalla carnosinasi che regola il suo livello cellulare. Tale molecola è presente in concentrazioni relativamente elevate nel muscolo scheletrico (5-10 mM) e in altri tessuti eccitabili, come il tessuto nervoso dove generalmente agisce come un tampone fisico-chimico.

La sua azione si esplica già entro i fisiologici range di pH. Nel muscolo scheletrico dove la sua concentrazione è massima, la carnosina fornisce un importante contributo al mantenimento del pH intracellulare, processo vitale, come precedentemente accennato, per la normale funzione muscolare durante l’esercizio fisico intenso infatti diversi studi evidenziano come il contenuto muscolare di carnosina possa essere un fattore determinante nella performance di esercizi dinamici e isometrici ad alta intensità.

Per quanto riguarda soggetti di età avanzata è stato osservato come esista una correlazione inversa tra età e contenuto muscolare di carnosina, fattore che sommandosi alla sarcopenia al declino della funzione muscolare e al deterioramento della funzione motoria tipici dell’età avanzata contribuisce notevolmente ad aumentare la frequenza di cadute, spesso causa di lesioni con esiti a volte anche gravi o letali. L’integrazione a base di sola carnosina, pur rivelandosi piuttosto utile spesso potrebbe non essere sufficiente, in quanto molto probabilmente a causa della sua natura dipeptidica la molecola non viene completamente assorbita. Esaminandone più approfonditamente il metabolismo emerge che uno dei fattori limitanti nella sintesi endogena di carnosina è la presenza di adeguati livelli di β-alanina, situazione facilmente verificabile in individui soggetti a un notevole turnover proteico come gli atleti o comunque in tutti coloro che vengono sottoposti ad attività fisica intensa. Anche una condizione di malnutrizione calorico-proteica, situazione molto frequente nelle persone anziane, può essere alla base di stati carenziali che influiscono negativamente sulla presenza di β-alanina e di conseguenza sulla sintesi di carnosina.

L’integrazione di β-alanina si è dimostrata piuttosto efficace nell’aumentare i livelli di carnosina a livello muscolare con tutti i benefici che ne conseguono. Considerati questi aspetti un approccio sicuramente razionale può essere quindi quello di associare la somministrazione di carnosina a quella di β-alanina, a questo proposito è stata messa a punto una formulazione composta da 250 mg di carnosina pura e 250 mg di β-alanina pura che prevede il rilascio del 95% degli attivi ad 8 ore, con l’obiettivo di ottimizzarne le proprietà farmacocinetiche e il grado di biodisponibilità, tale formulazione assume il nome commerciale di DDM-Carnosina.

Uno studio preliminare compiuto su 6 atleti maschi sottoposti a una sessione di allenamento severo ha permesso di evidenziare come rispetto a placebo la somministrazione di 4 compresse di DDM-Carnosina 2 ore prima della sessione di allenamento (per un totale di 1 grammo di carnosina e 1 grammo di β-alanina) abbia evidenziato una riduzione media della lattacidemia post esercizio del 30%.

Questi risultati evidenziano come l’associazione tra carnosina e β-alanina si sia rivelata, a dosaggi piuttosto contenuti, notevolmente efficace nella riduzione della produzione di lattato relativamente a un attività fisica intensa, considerando inoltre quanto detto in precedenza questa formulazione è senz’ombra di dubbio uno strumento estremamente interessante anche negli stati di affaticamento cronico correlati ad acidosi muscolari e nella prevenzione di infortuni in soggetti di età avanzata.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Sostanze naturali ad azione antidepressiva

MEDICINA ONLINE FOOD SUPPLEMENT INTEGRATORE ALIMENTARE RUGHE PELLE VITAMINE MINERALI MULTI TERMOGENICO GRASSO DIMAGRIRE ALFA LIPOICO FARMACO ASPIRINA TACHIPIRINA PER OS ASSUNZIONE BOCCA GIRL DONNA RAGAZZA BIONDA WALLPAPERDi seguito una lista di composti di derivazione naturale ad azione antidepressiva (NO farmaci):

  • SAM-E (S-adenosil metionina) : è un intermedio fondamentale nella biosintesi di molti neurotrasmettitori. La sua assunzione (a dosaggi superiori a 400 mg\giorno) ha mostrato in alcuni studi di generare un effetto antidepressivo ed ansiolitico, specie nei confronti delle forme atipiche.
  • Acetil l-Carnitina: è un derivato amminoacidico che si è dimostrato interagire con i recettori del glutammato e attivare l’espressione di alcune proteine. In alcuni studi ha mostrato dei rapidi effetti nel trattamento della depressione, specie della distimia (a dosaggi di 6 grammi\giorno).
  • Erba di San Giovanni: il decotto è conosciuto da secoli nella medicina tradizionale come antidepressivo e ristorativo. I suoi componenti attivi (come l’iperforina) si sono dimostrati in grado di inibire il reuptake delle monoammine con un meccanismo diverso dagli SSRI e di interagire con numerosi altri target neuronali.
  • 5-HTP (5-idrossitriptofano): è il precursore biosintetico della serotonina. Degli studi hanno dimostrato come la sua integrazione (a dosaggi opportuni) abbia un effetto antidepressivo ed ansiolitico.
  • Cloruro di Rubidio: questo sale inorganico è commercializzato, specie in alcuni stati europei, come antidepressivo efficace nelle forme in cui prevale mancanza di energia ed apatia, a dosaggi di 180-720 mg. Si è visto incrementare i livelli di dopamina e noradrenalina ed è venduto col nome di Rubiclor.
  • Zinco: l’integrazione di zinco (ad un dosaggio equivalente a circa 25 mg al giorno di zinco elementare) ad un trattamento antidepressivo si è dimostrata in grado di diminuire i sintomi di depressione nei pazienti resistenti al trattamento ma di comportare solo un lieve miglioramento dei sintomi se utilizzato da solo.
  • Nicotina: la nicotina agisce come antidepressivo tramite la stimolazione del rilascio di Dopamina e Norepinefrina; in aggiunta, la nicotina sembra esercitare un effetto antidepressivo per mezzo della desensibilizzazione dei recettori della nicotina a seguito della tolleranza. Alcune sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che la nicotina (somministrata tramite cerotti transdermici) esercita un effetto antidepressivo sia nei non fumatori depressi sia nei fumatori e che può essere presa in considerazione per il trattamento di depressione resistente. L’ipotesi che utilizzo cronico di nicotina causi desensibilizzazione dei recettori nicotinici, causando quindi un effetto antidepressivo è in linea con la prima teoria proposta oltre 30 anni fa e le successive ricerche che hanno confermato come un’eccessiva attività di acetilcolina nel cervello possa indurre sintomi depressivi. Anche la Vareniclina, un farmaco che agisce sui recettori della nicotina utilizzato per eliminare la dipendenza da nicotina (come il farmaco Champix) ha mostrato proprietà antidepressive.
  • Agmatina: in un piccolo studio pilota condotto nel 2013 presso l’università di Cambridge, dei pazienti sono stati trattati con 2-3 grammi al giorno di Agmatina, un neurotrasmettitore endogeno che agisce su un ampio numero di recettori, tra cui quelli del glutammato: tutti hanno sperimentato una remissione dei sintomi depressivi.
  • Magnesio: uno studio in doppio cieco pubblicato nel 2017 conclude che l’integrazione di magnesio (pari a 248 mg al giorno di magnesio elementare o 500 mg di magnesio cloruro) è stato trovato avere un rapido effetto antidepressivo ed ansiolitico senza significativi effetti collaterali, anche in associazione a farmaci antidepressivi.
  • Inositolo: ha efficacia nel trattamento della depressione (a dosaggi superiori a 12 g/giorno) e in degli studi ha mostrato una diminuzione statisticamente significativa rispetto al placebo del punteggio delle scale di valutazione dei sintomi depressivi. Alcuni pazienti che non hanno risposto al trattamento con inositolo hanno trovato beneficio con un SSRI, ma l’aggiunta di inositolo ad un SSRI non sembra fornire benefici aggiuntivi all’effetto dell’antidepressivo.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Quali sono gli integratori alimentari migliori per il crossfit?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelIl CROSSFIT è un programma di allenamento che ha l’obiettivo di ottimizzare le competenze psico fisiche dell’individuo, in ognuna delle dieci componenti del fitness riconosciute:

  • Resistenza Cardiovascolare e respiratoria
  • Stamina (la capacità del nostro corpo di produrre, immagazzinare e utilizzare energia)
  • Forza
  • Flessibilità
  • Potenza
  • Velocità
  • Coordinazione (qualità da allenare e fondamentale per lo sport e la vita quotidiana)
  • Agilità
  • Equilibrio
  • Precisione ( permette di eseguire il gesto in maniera più economica)

Gli atleti sono allenati per essere competenti in prove multiple e costantemente variate.

La forza del programma CROSSFIT è la non specializzazione ; questo si distingue dagli altri programmi in quanto ha come obiettivo l’ottimizzazione della risposta neuroendocrina, attraverso l’utilizzo di movimenti funzionali eseguiti ad alta intensità.

Per tali motivi non è facile scegliere un buon INTEGRATORE PRE WORKOUT adatto al Crossfit in quanto spesso questi prodotti sono studiati per il Body Building e non per una disciplina che è più complessa come il CrossFit.

Un integratore pre-workout specifico per il CrossFit dovrebbe contenere :

  • Creatina Citrato
  • Beta Alanina
  • Arginina
  • Carboidrati a lento rilascio
  • Sostanze alcalinizzanti

Creatina citrato per l’azione ergogenica e pro energetica, una molecola caratterizzata dall’assorbimento veloce, che fornisce un substrato per la prestazione di tipo anaerobico alattacido.

In sinergia alla creatina citrato dovrebbe agire :

la beta-alanina, che si trasforma in carnosina ed ha un azione tampone sull’acido lattico prodotto durante lo sforzo anaerobico-lattacido.

Un’altra sostanza utile è l’arginina che promuove la produzione di ossido nitrico che migliora il trasporto di ossigeno nei muscoli e promuove lo smaltimento dell’ammoniaca e dell’acido lattico accumulato durante la seduta di allenamento.

Un’altra azione ottima è data dalla sostanza alcalinizzante pH alcalin che grazie alla presenza del migliora l’assorbimento degli aminoacidi.

La base energetica dovrebbe essere strutturata su di una miscela di carboidrati e zuccheri a rilascio modulato che permettono di stabilizzare l’apporto di glucosio ematico, ovviando a cali della glicemia e fornendo un substrato per un tempo tecnico utile per la seduta allenante.

Per il post workout le regole sono simili al Body Building in quanto bisogna ricaricare i muscoli di glicogeno e quindi avanti tutta con:

  1. carboidrati semplici
  2. proteine del siero del latte
  3. glutammina
  4. vitamine e sali minerali

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Pillole e farmaci per l’allungamento del pene: funzionano davvero?

MEDICINA ONLINE FARMACO MEDICINALE PRINCIPIO ATTIVO FARMACIA PILLOLA PASTIGLIA DINITROFENOLO DNP DIMAGRIRE DIETA FARMACI ANORESSIZANTI MORTE EFFETTI COLLATERALI FOGLIO FOGLIETTO ILLUSTRAAllo stato attuale della ricerca scientifica non esistono al mondo sostanze, che siano farmaci, integratori, fitoterapici o qualsiasi altra molecola conosciuta, in grado di aumentare la lunghezza massima del pene.

Esistono certamente farmaci ed integratori per migliorare l’erezione, la libido e la quantità di sperma emessa con l’eiaculazione, ma – ripeto – non per aumentare la lunghezza peniena.

Quindi il mio consiglio è di stare alla larga da fantomatiche – e costose – pillole per aumentare la lunghezza del pene.

Il pene può essere allungato in qualche modo?
A tale proposito leggi questo articolo: Il pene può essere allungato o no?

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!