Muore sul treno: anziché chiamare aiuto ha cercato su Google i sintomi dell’attacco cardiaco

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma MUORE TRENO SINTOMI GOOGLE ATTACCO CARDIACO Legge 104 Avvocato Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Pene.jpgUn uomo è deceduto dopo essere stato colpito da un malore improvviso mentre era a bordo di un Intercity 669 che da Milano lo avrebbe portato a La Spezia. La vittima però, invece di chiamare aiuto, avrebbe cercato di decifrare i sintomi facendo una ricerca su Google tramite il suo smartphone. Nessuno dunque ha potuto aiutare l’uomo, che è stato trovato già privo di vita sul convoglio. All’arrivo dei soccorso, gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, inutili infatti sono stati i tentativi di rianimarlo.

Sarebbero stati proprio i soccorritori a trovare la vittima ancora con il cellulare tra le mani, scoprendo che su Google aveva digitato attacco cardiaco, l’uomo aveva forse capito cosa gli stava succedendo? Al momento però, per confermare le cause del decesso, bisognerà effettuare le giuste indagini. La salma è stata posta sotto sequestro e trasferita in obitorio. A breve, come richiesto dal magistrato, sarà disposta l’autopsia.

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1° Dicembre: Giornata mondiale contro l’AIDS

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma 1 DICEMBRE GIORNATA MONDIALE CONTRO AIDS Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari An Pene.jpgOggi, come il primo dicembre di ogni anno, è la Giornata mondiale contro l’AIDS, dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale di AIDS dovuta alla diffusione del virus HIV, che 1981 ha ucciso quasi 30 milioni di persone in tutto il mondo (specialmente in Africa) diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi. L’idea di una Giornata mondiale contro l’AIDS ha avuto origine nel 1988 al Summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell’AIDS ed è stata in seguito adottata da governi, organizzazioni internazionali ed associazioni di tutto il mondo. Dal 1987 al 2004 la Giornata mondiale contro l’AIDS è stata organizzata dall’UNAIDS, ovvero dall’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della lotta all’AIDS.

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Perché queste strisce pedonali sono tridimensionali?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma STRISCE PEDONALI 3D TRIDIMENSIONALI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgIn India sono state realizzate delle particolarissime strisce pedonali in 3D, il motivo è assolutamente importante: l’illusione ottica creata dai disegni tridimensionali sulle strade del Paese che conta il più alto numero di morti per incidenti stradali nel mondo, servirà da dissuasore virtuale per l’alta velocità.

Le strisce pedonali in 3D sostituiscono i dossi artificiali creando una vera e propria illusione ottica. Chi guida, infatti, ha l’impressione di andare contro dei gradini posti in mezzo alla strada e, d’istinto, sarà costretto a rallentare la sua corsa a beneficio dell’incolumità dei pedoni e della sicurezza stradale.

Non si tratta di una soluzione nuova: l’espediente è già stato sperimentato nel 2008 a Philadelphia (Stati Uniti), è già da tempo adottato in Cina e riproposto ad Ahmedabad, in India da Saumya Pandya Thakkar e Shakuntala Pandya.

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Attraversi la strada fuori dalle strisce pedonali? Rischi multa di 100 euro

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ATTRAVERSI STRADA FUORI STRISCE MULTA  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgSi può attraversare una strada al di fuori delle strisce pedonali? Il quesito, apparentemente banale, richiede una risposta… articolata! L’Articolo 190, comma 2 e 3 del Nuovo Codice della Strada nel merito parlano chiaro:

“I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di 100 mt. dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri”.

“È vietato ai pedoni attraversare diagonalmente le intersezioni; è inoltre vietato attraversare le piazze e i larghi al di fuori degli attraversamenti pedonali, qualora esistano, anche se sono a distanza superiore a quella indicata nel comma 2.”

Quando il pedone è sulle strisce, deve avere necessariamente i piedi sui riquadri bianchi disegnati sull’asfalto o può anche trovarsi leggermente distante?

La normaltiva esiste e prevede conseguenze per il pedone che non attraversa sulle apposite strisce. Il Codice stabilisce che è lecito attraversare fuori dalle strisce se queste non esistono o sono più lontane di 100 metri dal luogo in cui si trova il pedone e ove intende attraversare. Se sono più vicine di 100 mt, il pedone è tenuto ad avvicinarsi ed attraversare la strada in corrispondenza delle stesse. Se il pedone attraversa fuori dalle strisce perché queste non esistono o sono lontane più di 100 metri, deve farlo seguendo una linea retta e non obliquaattraversando la carreggiata in senso perpendicolare, disegnando cioè una lettera “L”, poiché proseguendo in linea retta, si riduce lo spazio più breve tra i due lati della strada, evitando ogni pericolo per ogni utente “sensibile” e per gli autoveicoli.

Rischio una multa se attraverso la strada fuori dalle strisce?
Si. La multa per chi attraversa fuori dalle strisce va dai 30 ai 100 euro. Se ad attraversare la strada fuori dalle strisce sono minorenni, la contravvenzione sarà inoltrata ai rispettivi genitori, in quanto responsabili dal punto di vista amministrativo.

Se un pedone viene investito fuori dalle strisce bianche di chi è la colpa?
In caso di investimento, l’automobilista può essere dichiarato responsabile sia che l’incidente sia avvenuto sulle strisce, sia nell’ipotesi contraria. Difatti, chi guida è chiamato non solo a rispettare le norme del Codice, ma anche a tenere un comportamento di estrema prudenza per prevenire eventuali condotte pericolose o disattente poste da altri, specie dai pedoni. La legge prevede un obbligo di diligenza ben più stringente per chi guida onde evitare rischi per l’altrui incolumità, ivi compreso prevedere ed evitare le altrui condotte pericolose ed illecite come un pedone che attraversa la strada non usando le strisce. L’automobilista DEVE essere in grado di frenare per tempo all’arrivo del pedone. Il conducente sarà esente da condanna civile e penale,solo dimostrando di non aver potuto evitare l’investimento, anche con un comportamento prudente e attento, dando prova dell’assoluta inevitabilità dell’accaduto. L’unica differenza tra l’attraversare sulle strisce o no è che nell’ultima ipotesi, sarà più facile per l’automobilista, dimostrare l’assenza di propria responsabilità, affermando che il fatto fosse “oggettivamente” imprevedibile e che il comportamento del pedone era sbagliato.

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Sul perché non c’è bisogno di dimostrare la non esistenza di Dio

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma PERCHE DIMOSTRARE NON ESISTENZA DI DIO  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgVedo che molte persone atee o agnostiche, si impegnano a trovare dei sistemi, dei sillogismi, delle logiche, alcuni addirittura delle formule matematiche, per dimostrare il fatto che non esista alcun dio, per rispondere a tono alla marea di fallacie logiche che il credente elenca ogni volta in ogni discussione sull’esistenza o non di dio. Certamente ne può venir fuori un interessante allenamento intellettuale, tuttavia – essendomi anche io posto il problema e non volendo perdere intere giornate a dimostrare razionalmente e con logica un fatto irrazionale ed illogico – sono arrivato alla seguente, facile conclusione: non c’è da dimostrare niente (letteralmente).

Infatti già i latini sostenevano che:

Affirmanti incumbit probatio

ed anche:

Onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat

Sono principi giuridici tutt’ora attuali ed importantissimi, traducibili rispettivamente con “la prova tocca a chi afferma” e “l’onere della prova è a carico di chi afferma qualche cosa, non di chi lo nega“. La necessità di portare prove dell’esistenza di una divinità invisibile ed extraterrena è dunque sulle spalle del credente. È lui che afferma l’esistenza di una o più divinità intangibili e tocca quindi a lui dimostrare tale esistenza.

Il non credente afferma che esiste l’universo, il credente afferma che esiste l’universo e – in aggiunta – Dio: fornire verifica di quell’aggiunta è suo compito.

La situazione è paragonabile ad una causa giudiziaria: è l’accusa che, in un tribunale, deve condurre delle prove a sostegno della propria tesi; la difesa deve al massimo invalidare le suddette prove, non di certo fornire alla giuria una dimostrazione di innocenza nei confronti di un’accusa non prima dimostrata e quindi infondata. Se non fosse così, io potrei dire che tu che stai leggendo hai appena ucciso una persona e tocca a te dimostrare che non sia vero: sarebbe impossibile farlo! È di conseguenza necessario – secondo questo principio – che prima ancora di dimostrare che Dio non esista, siano gli stessi credenti a dimostrare che lui esista, altrimenti paradossalmente chiunque potrebbe dire che esiste qualsiasi cosa che non esiste. Per esempio il mio miglior amico e dio è Dumbo Jumbo, lo vedo qui di fronte a me in questo momento e vuole i miei soldi per salvarmi dall’inferno degli elefanti volanti (se lo pensassi veramente sarei nel reparto di psichiatria: i credenti non lo sono solamente perché sono troppi ed è consuetudine reputarli sani). E non basta dire che Dumbo è presente in un libro scritto da qualcuno migliaia di anni fa, né che milioni di persone credano in Dumbo e nei suoi miracoli, per dire che il grazioso animale esista realmente, altrimenti basterebbe prendere come prova migliaia di fumetti e film su l’Uomo Ragno per poter asserire che l’Uomo Ragno esista realmente.

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Gli atei (e per ovvi motivi ancor di più gli agnostici) non hanno tendenzialmente problemi a riconoscere il fatto che non è possibile dimostrare l’inesistenza di Dio: anche perché, come scrive Richard Dawkins:

Non si può dimostrare in maniera incontrovertibile l’inesistenza di niente

La prossima volta che un credente vi chiederà di dimostrare che Dio non esiste, chiedete voi a lui di dimostrare la non esistenza di Dumbo o di Superman. Oppure ditegli che il vostro dio è Zeus (si, proprio il capo dell’Olimpo degli antichi greci) e, quando lui si metterà a ridere, chiedetegli di dimostrare che Zeus non esista, poi osservate la sua espressione ed i suoi tentativi di arrampicarsi sugli specchi della logica. Non c’è nulla da fare: la fede deve essere per forza irrazionale, perché la razionalità porta a dire che:

Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova – Euclide

Il ragionamento è abbastanza semplice: tutto quello che vedi esiste, tutto quello che non vedi non esiste. Poi se i batteri non si vedono e tu sei però convinto che loro esistano, tocca a te inventare il microscopio e dimostrare che sono davvero lì nel nostro corpo: finché non ci riesci, la tua rimane una idea e non un fatto oggettivo e se qualcuno viene da te – prima della dimostrazione – e ti dice “I batteri non si vedono quindi non esistono”, tu devi semplicemente dargli ragione. L’onere della prova è di chi afferma, non di chi nega.

Inoltre subentra anche il principio dell’incredibilità/plausibiltà dell’affermazione. Ad esempio, se mi dici che in Thailandia piove, posso crederti anche senza il bisogno di prove, perché l’affermazione è di alta possibilità. Se mi dici che lungo la linea dell’Equatore nevica, già dovresti quantomeno iniziare a fornirmi un indizio che mi possa far credere che sia così, visto che la cosa diventa statisticamente molto meno probabile. Ma se mi dici che hai in giardino un drago viola invisibile che si masturba, allora la prova dev’essere schiacciante e ben documentata, altrimenti resta oggettivamente una fantasia, pur se creduta da molte persone.
Se poi mi dici qualcosa di ancora più incredibile, ovvero che esiste una divinità invisibile che ha creato l’intero universo, che ha plasmato l’uomo ed addirittura si è incarnato in quest’ultimo morendo e resuscitando, per poi salire alla destra di sé stesso per controllare quante volte ti masturbi (e si masturba il drago viola invisibile in giardino), allora mi devi fornire il quintuplo delle prove, e devono essere razionali e logiche secondo un carattere prettamente scientifico. Altrimenti non parli di qualcosa di oggettivo, ma stai raccontando solo una storia fantasy creata dall’uomo, al pari de Il Signore degli Anelli.

Dimostrare che qualcosa NON esiste è possibile? No, perché altrimenti certe discipline scientifiche devono cessare di esistere seduta stante. Ad esempio, la Storia. Gli storici possono confermare quello che possono dimostrare, poi possono sollevare ipotesi in base ai rilievi archeologici. Ma non possono passare la loro vita a smentire tutti coloro che parlano di alieni in riferimento alle piramidi, oppure dimostrare che Napoleone non era un lupo mannaro. Per questo l’onere della prova è sempre una responsabilità di chi afferma e non di chi nega.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Le ultime parole e foto di Elvira prima di sdraiarsi sui binari in attesa di morire

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ULTIME PAROLE ELVIRA VERRONE FOTO WHATSAPP  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari P (.jpgAddentrandosi nella vita di Elvira Verrone, diventa sempre più incomprensibile capire cosa abbia spinto una giovane di 25 anni, bella e solare, a sdraiarsi sui binari della linea ferroviaria Napoli-Formia per attendere che un treno la falciasse. L’agonia dell’attesa e il travaglio del tormento interiore che le offuscava la lucidità, sopraffatti da un dolore lancinante. Questa è la tragica fine che Elvira ha scelto di abbracciare: 25 anni, professione commessa, residente a San Cipriano, ma ha cercato la morte alla stazione di Albanova.

Il suo profilo Facebook la ritrae come una ragazza qualunque che, domenica 6 novembre, prima di uscire si è concessa qualche selfie davanti allo specchio, come sono solite fare le giovani donne d’oggi. Un amore smisurato per i trucchi e gli smalti e per i bei vestiti, Elvira era una ragazza che sapeva coccolarsi e volersi bene, senza entrare in quel conflittuale e pericoloso rapporto con la bellezza fisica che limita i peccati di gola. La giovane non disegnava il buon cibo e non se ne vergognava affatto.

Le uscite e le serate con le amiche, trascorse tra una pizza e un pigiama-party o sedute ai tavolini dei bar più frequentati dai giovani della zona, i selfie e i momenti condivisi con loro, ben raccontano il ruolo egemone che l’amicizia ricopriva nella scala dei valori della giovane. Tant’è vero che le ultime parole le ha rivolte alla sua amica Marika. Attraverso una serie di messaggi, inviati su whatsapp, Elvira scrive all’amica: “Non faccio che pensare in negativo della mia vita, non mi aspetto niente di bello”.MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ULTIME PAROLE ELVIRA VERRONE FOTO WHATSAPP  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari P (3).jpg

Dopo la morte di Elvira, l’amica ha pubblicato su Facebook gli screen della loro ultima conversazione. Frasi e pensieri che, in seguito all’estremo gesto, assumono dei connotati ben diversi. Alla base del gesto estremo la delusione d’amore. Probabilmente la fine di una storia col fidanzato. Tantissimi i messaggi che si susseguono sulla sua bacheca di Facebook. Amici, amiche, famigliari e anche qualche ex fidanzato. Tra i tanti post pubblicati da Elvira, l’attenzione cade su una frase condivisa pochi giorni prima di togliersi la vita: “Sorridi, urla, parla, incazzati, divertiti, ma non mollare mai perché la vita è bella”.

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Si rifiuta di consegnare la borsa, i rapinatori le uccidono la figlia di 4 anni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIANA GOMEZ RAPINATORI UCCIDONO FIGLIA   Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgQuando si è svegliata in un letto d’ospedale di Houston, il suo primo pensiero è stato dove fossero i suoi bambini. L’ultimo ricordo che aveva era quello di un gruppo di uomini che si avvicinavano intimandole di consegnare la borsetta. Poi gli spari, la corsa in ospedale e il buio. Infine la più tragica delle notizie, comunicata dai suoi familiari che non hanno potuto contenere le lacrime mentre le dicevano che la piccola Ava, di soli 4 anni, era rimasta vittima di una violenza folle e inaudita.

Lunedì sera Diana Gomez, 27 anni, era andata a fare la spesa con i suoi figli: Betzida, 10 anni, Isaia, 5, e Ava, 4. Stavano caricando i sacchetti in auto quando un gruppo di uomini si è avvicinato alla famiglia chiedendo alla donna di dare loro la borsetta. Istintivamente Diana si è rifiutata: non avrebbe mai potuto immaginare che quelle persone senza scrupoli potessero aggredire o fare fuoco sulla sua famiglia. Invece così è stato: dopo averla spintonata hanno iniziato a sparare ferendo lei e le sue bambine. Isaia, invece, è rimasto illeso. Mamma e figlie sono state soccorse e portate immediatamente in ospedale. Diana è stata intubata e le sue condizioni rimangono critiche. Betzida è stata sfiorata dal proiettile ed è stata già dimessa.

La piccola Ava, invece, non ce l’ha fatta: martedì il suo cuore ha smesso di battere, mentre in un’altra stanza sua madre riprendeva conoscenza. La donna ha chiesto immediatamente dei suoi figli e sono stati i familiari stessi a doverle dare la triste notizia. «Non può ancora parlare, ma quando le abbiamo detto che Ava era morta, ha iniziato a piangere a dirotto – ha raccontato Julie, la sorella di Diana – Il suo volto si contorceva di dolore. Non possiamo ancora credere che la nostra dolce bambina non ci sia più. Siamo distrutti». La famiglia ha creato una pagina GoFundMe (che potete trovare a questo link) per raccogliere soldi per le spese del funerale. Intanto la polizia ha reso noto che almeno tre persone sono state coinvolte nella rapina a mano armata: martedì una pistola è stata rinvenuta in un motel della zona, ma al momento non è stato effettuato alcun arresto.

Studentessa torturata, stuprata ed uccisa

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma STUDENTESSA TORTURATA STUPRATA UCCISA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneUna studentessa 30enne di giurisprudenza è stata brutalmente stuprata e uccisa in India. Il caso è avvenuto cinque giorni fa ed ha scatenato delle proteste di piazza nella città di Ernakulam contro il governo locale. Per adesso la polizia ha fermato per accertamenti due sospetti, vicini di casa della vittima. La studentessa, Jisha, appartenente alla comunità dei ‘dalit’ (gli ex intoccabili), è stata rinvenuta cadavere nella sua abitazione con i segni di circa 30 coltellate e con profonde ferite all’addome.

Torturata nelle parti intime e poi uccisa
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la ragazza avrebbe subito uno stupro di gruppo, durante il quale sarebbe stata torturata nelle parti intime con una sbarra in ferro, prima di morire probabilmente strangolata, almeno secondo quanto rivelato dall’autopsia. La tragica scoperta è stata fatta dalla madre che viveva con lei in un piccolo appartamento in Kerala. La vicenda ha suscitato un grande clamore sui social network, tant’è che la povera giovane è già diventata la ‘Nirbhaya del Kerala’. Il ministro degli interni del Kerala, Ramesh Chennithala, ha detto ai giornalisti che le indagini sono in corso ed i responsabili saranno giudicati “con severità”. “L’incidente è terrificante e un promemoria di casi simili siano in aumento nel Kerala e in altri stati”, ha detto. La polemica su quanto accaduto si è poi spostata in parlamento, diventando subito oggetto di dibattito politico tra la maggioranza del Congresso e il partito comunista all’Opposizione, impegnati nella campagna per le elezioni regionali che si concludono tra qualche giorno.

I precedenti
Non è la prima volta che dall’India arrivano notizie del genere. Soltanto all’inizio dello scorso mese di marzo una ragazzina di 15 anni è stata prima violentata e poi bruciata, ridotta in fin di vita mentre si trovava sulla terrazza di casa. Ancora, all’inizio del 2016 una tredicenne è stata stuprata all’interno di un ospedale del Jharkhand, nell’area nord-orientale del Paese, dove era ricoverata dopo essere stata sottoposta a una violenza sessuale. Infine, non si può non ricordare la vicenda di Nirbhaya, la giovanissima di New Delhi deceduta a causa delle lesioni causate da uno stupro di gruppo su un autobus nel dicembre 2014.

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