L’apprendimento è una forma di adattamento all’ambiente che avviene durante tutta la vita dell’individuo e si può definire come «il processo attraverso il quale una particolare esperienza, fatta in un certo momento della vita, può influenzare il comportamento dell’individuo in un momento successivo» (Gray, 2004). In questa definizione per esperienza si intende qualsiasi effetto prodotto dall’ambiente e mediato dai sistemi sensoriali dell’individuo (vista, udito…), perché per apprendere è necessario essere in uno stato di coscienza vigile per cogliere gli stimoli esterni. Per comportamento in un momento successivo si intende qualsiasi comportamento messo in atto successivamente e che non è una risposta immediata agli stimoli. Esso è già presente nell’individuo prima dell’esperienza che provoca l’apprendimento.
L’apprendimento è strettamente legato al cambiamento: non si verifica l’uno senza l’altro; essi sono due poli di un’unità spirale dialettica. Il cambiamento si può realizzare in aree fenomeniche differenti, a seconda che si verifichi nella sfera somatica o a livello mentale: l’apprendimento può riguardare il cambiamento di pensieri e idee; oppure può manifestarsi come un cambiamento nel mondo esterno e riguardare gesti, comportamenti, condotte, rapporti interpersonali e sociali.
Il condizionamento
L’apprendimento può essere condizionato in senso positivo o negativo, da determinate situazioni che possono favorire od ostacolare certe risposte comportamentali: per esempio certe situazioni frustranti bloccano determinate attività, o costringono le persone a comportamenti nuovi o diversi, oppure inducono l’assunzione di ruoli nuovi, non assunti fino a quel momento. I bambini possono trovare ostacoli alloro desiderio di prolungare situazioni piacevoli (di gioco o gratificazione) ed essere spinti ad adottare comportamenti nuovi per ottenere ciò che desiderano, o ad attendere situazioni piacevoli differite.
Bisogna dunque stare attenti a distinguere l’apprendimento dalla maturazione. Per maturazione si intendono quei cambiamenti, programmati biologicamente, che avvengono nell’individuo col passare del tempo e sono uguali per tutti gli individui della stessa specie indipendentemente dalle esperienze vissute mentre l’apprendimento avviene sotto l’influsso delle esperienze e dell’ambiente esterno per cui varia da individuo a individuo e rende ognuno diverso dall’altro. Dunque il processo di apprendimento comporta l’acquisizione di un modo di rispondere nuovo e stabilmente diverso da quello di prima in una data attività, come ad esempio nuotare, leggere, guidare, giocare a tennis… Questo non significa però che i comportamenti acquisiti rimangano sempre uguali, ma possono essere sia migliorati (ad esempio una persona impara sempre meglio a guidare), che peggiorati (se non si guida per molto tempo si avranno difficoltà a ricominciare).
Nel campo della ricerca condotta con il metodo sperimentale, molti sono stati gli esperimenti realizzati, sia sugli animali sia su soggetti umani, Il modello di base di questa tipologia di ricerche si rifà al comportamentismo, ed è definito apprendimento associativo. Secondo questo orientamento si individuano vari tipi di apprendimento meccanico. I principali sono: il condizionamento classico o rispondente studiato da Pavlov e il condizionamento operante o strumentale studiato da Skinner.
Condizionamento classico
Pavlov notò che i riflessi automatici, per esempio quello della salivazione in un cane provocato dalla stimolazione dei recettori olfattivi e gustativi, potevano essere provocati anche solo dalla vista del cibo o della persona che abitualmente dava loro da mangiare.
Partendo dall’esistenza del riflesso incondizionato della salivazione, innata dell’organismo, egli elaborò uno schema in base al quale lo stesso cane salivava anche allo stimolo abitualmente neutro del suono del metronomo. Questo è un esempio di quello che ora chiamiamo condizionamento classico, che ci permette di formulare una importante legge dell’apprendimento: quando uno stimolo che precedentemente era neutro (SN) è presentato in stretta contiguità temporale con uno stimolo incondizionato (SI) (stimolo che fa parte di un sistema riflesso stimolo/risposta) la risposta che prima era fornita dallo stimolo incondizionato (SI) inizierà a comparire in seguito alla presentazione dello stimolo condizionato (SN che diventa efficace e quindi diventa Se). Il fatto di avere sperimentato la sequenza metronomo – carne ha modificato in senso adattativo il comportamento del cane il quale impara a rispondere con la salivazione anche al solo rumore del metronomo.
I fattori su cui si basa il condizionamento classico sono:
- periodo di apprendimento: il numero di prove necessarie a provocare la risposta;
- procedura di rinforzo: l’associazione dello stimolo incondizionato (SI) dopo lo stimolo neutro (SN) necessaria sia durante il periodo di apprendimento sia successivamente a esso per mantenerlo stabile nel tempo. Non ci sarà apprendimento se si inverte l’ordine e si presenta lo stimolo incondizionato (SI) prima dello stimolo neutro (SN);
- estinzione: se, dopo che l’animale ha acquisito la risposta condizionata (RC), smettiamo di rinforzare lo stimolo condizionato (SC), vediamo che gradualmente la risposta condizionata (RC) diventerà sempre meno frequente fino a sparire completamente;
- recupero spontaneo: anche se la risposta si estingue non viene completamente dimenticata, infatti dopo un certo periodo di riposo, la RC si ripresenterà spontaneamente dopo presentazione dello SC;
- generalizzazione: stimoli simili allo se tenderanno a provocare ugualmente la risposta Il fatto che la risposta condizionata (RC) si generalizzi a stimoli simili allo SC ha un importante valore adattativo; infatti nella vita reale è difficile che ci siano, in circostanze diverse, stimoli perfettamente identici;
- discriminazione: sebbene il condizionamento si generalizzi a stimoli simili è possibile imparare a non rispondere a tutti gli stimoli simili, ma rispondere solo ad alcuni stimoli simili e non ad altri stimoli simili.
Condizionamento operante
Senz’altro il condizionamento classico estende e anche molto, il numero degli stimoli ai quali l’organismo può rispondere, però non influenza il numero di risposte. Per ovviare questo problema Skinner (1938) studiò un diverso tipo di apprendimento, detto condizionamento operante. Egli partiva dal presupposto che l’intelligenza animale servisse all’adattamento all’ambiente in cui si vive. Per verificare ciò mise un gatto affamato in una speciale gabbia che si apriva dall’interno per mezzo di una leva e appena fuori della gabbia un piattino con del pesce, facilmente visibile e annusabile dall’animale. Il problema per l’animale era immediato, come uscire e mangiare? Per misurare l’apprendimento in questa situazione Skinner misurava il tempo impiegato dall’animale per uscire dalla gabbia avendo premuto la leva e monitorava ciò in una serie di prove successive. I risultati mostrano che il gatto all’inizio impiegava molto tempo, ma che questo tempo diminuiva nelle prove successive e alla fine il gatto usciva molto rapidamente. La curva graduale che veniva osservata indusse Skinner a parlare di “apprendimento per prove ed errori”.
Ciò che succede, secondo Skinner, è che la risposta abbassare la leva viene rinforzata (dall’apertura della gabbia e quindi dal cibo) e la connessione stimolo/risposta aumenta la sua forza, mentre gli altri comportamenti, non essendo rinforzati, tendono a diminuire. Ad apprendimento completato il gatto darà subito la risposta corretta in un tempo molto breve. Secondo la legge dell’effetto che afferma che le risposte seguite nel tempo da un effetto positivo tendono a essere ripetute dall’animale quando questi si trova nella medesima situazione, mentre le risposte che producono effetti spiacevoli hanno meno probabilità, nella stessa situazione, di essere prodotte di nuovo, questo apprendimento si consolida nel tempo in base al rinforzo (cibo) che la risposta (spingere la leva) ottiene quando viene correttamente emessa in presenza dello stimolo (la gabbia chiusa). Il comportamento dell’animale è tale che la conseguenza della risposta influenzerà in qualche modo la probabilità di emissione della risposta stessa in una situazione analoga. Tutto questo ha ovviamente una funzione adattativa rendendo più efficiente e specifico il comportamento di quell’animale all’ambiente nel quale deve sopravvivere.
Per approfondire la “gabbia di Skinner”, leggi: Riflesso di Pavlov, ricompensa di Thorndike, gabbia di Skinner: il condizionamento meccanico
Differenze tra condizionamento classico e condizionamento operante
Secondo Skinner il condizionamento operante si contrappone al condizionamento rispondente (chiamato anche condizionamento classico o riflesso condizionato) di Ivan Pavlov sulla base della procedura seguita per effettuare il condizionamento e sulla base delle caratteristiche del comportamento che viene condizionato. Il condizionamento operante opera secondo lo schema del rito dell’abitudine (habit loop): i comportamenti appresi modificano l’ambiente e sono “mantenuti vivi” dalle risposte che essi ricevono. I comportamenti appresi tramite condizionamento classico, invece, sono relativi ai riflessi, i quali sono sollecitati dagli stimoli che li precedono; quindi i comportamenti appresi col condizionamento classico non sono “mantenuti” dalle risposte, ma dagli stimoli che essi ricevono.
Altre forme di apprendimento
In parte in polemica con l’eccessiva attenzione rivolta dagli studiosi a quei tipi di apprendimento che si risolvono in un progresso graduale per tentativi ed errori nasce l’apprendimento concettuale o per intuizione (insight) studiato principalmente da Kohler. Esso consiste nella riorganizzazione e ristrutturazione mentale dei dati presenti nel campo percettivo e cognitivo, che conduce a trovare la soluzione di un problema, non casualmente, ma grazie a una complessa attività cognitiva, in buona parte inconscia, nella quale vengono messi in rapporto i mezzi utili per raggiungere uno scopo, giungendo quasi improvvisamente alla soluzione. L’intuizione (intesa come costruzione sintetica e non per tentativi ed errori della soluzione) comporta la capacità di coordinare mentalmente in modo diverso i vari elementi presenti nell’ambiente, riflettendo su quali combinazioni possono risultare utili ed è resa possibile da una visione più globale e di- staccata del campo percettivo. Tuttavia, quando si analizzano i diversi apprendimenti nella vita quotidiana degli individui della specie umana, non si può fare a meno di notare che gran parte di quanto le persone apprendono deriva dall’osservazione degli altri.
Bandura (1977) che ha eseguito il maggior numero di ricerche sull’apprendimento per osservazione, ha sottolineato che le persone osservano gli altri non soltanto per acquisire specifiche capacità motorie, ma anche per apprendere modalità, o stili, di comportamento più generali. Quando ci inseriamo in un ambiente nuovo, probabilmente ci guardiamo intorno per vedere che cosa fanno gli altri prima di produrci in atti comportamentali e probabilmente, quando iniziamo ad agire, riproduciamo quasi esattamente alcune delle azioni che abbiamo osservato. Ma non molte delle nostre azioni si limiteranno alla pura imitazione degli altri; ciò che faremo sarà piuttosto adottare uno stile generale di comportamento, adeguato a ciò che pare essere accettabile in quel contesto.
Per approfondire:
- Apprendimento inconsapevole, assuefazione, messaggi inattesi: le forme di apprendimento
- Associazione, effetto e rinforzo: le leggi del condizionamento
- Il condizionamento meccanico nella vita quotidiana: il “lavaggio del cervello” delle pubblicità
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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
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