Con il termine “prostatite” (in inglese “prostatitis“) si intende l’infiammazione della prostata, ghiandola maschile che si trova sotto la vescica e annovera tra le sue funzioni la produzione di liquido seminale. Si stima che la prostatite colpisca fino al 14% della popolazione maschile, indipendentemente da età ed etnia.
Uomo e donna
Poiché le donne sono sprovviste della ghiandola prostatica, la prostatite è una infiammazione che può colpire esclusivamente il sesso maschile. Le donne possiedono delle microscopiche ghiandole periuretrali, definite ghiandole di Skene, site nell’area prevaginale in prossimità dell’uretra, ghiandole che sono considerate l’omologo della prostata e possono causare una sintomatologia simile.
Leggi anche: PSA totale e free alto: capire i risultati dell’esame e rischio di tumore alla prostata
Diversi tipi di prostatite
In base ai sintomi e ai test di laboratorio, il medico può quindi distinguere tra i seguenti tipi di prostatite:
- La prostatite batterica acuta, è il tipo meno comune di prostatite, ma il più facilmente riconoscibile. Essa può colpire qualsiasi fascia d’età e di solito è causato da un’improvvisa infezione batterica, facile da diagnosticare a causa dei sintomi e dei segnali tipici. Si tratta di una grave infezione del tratto urinario associata spesso a febbre e brividi ed è spesso risolvibile con pochi accorgimenti naturali. La prostatite batterica acuta.
- La prostatite batterica cronica è simile alla prostatite batterica acuta, ma i sintomi si sviluppano gradualmente e sono meno invalidanti. Caratterizzata da infezioni ricorrenti del tratto urinario negli uomini, questa condizione può colpire qualsiasi fascia d’età, ma è più comune negli uomini giovani e di mezza età.
- La prostatite abatterica, chiamata anche sindrome da dolore pelvico cronico, è il più comune tipo di prostatite. La causa esatta di questa condizione non batterica è ufficialmente sconosciuta, potrebbe tuttavia derivare da infezione persistente, da infiammazione e/o spasmi muscolari pelvici.
- La prostatite infiammatoria asintomatica è una prostatite senza sintomi, nonostante l’infiammazione della prostata sia evidente dalle analisi mediche. La prova dell’infiammazione si ottiene tramite biopsie sul tessuto prostatico o campioni di urina, sperma e liquido prostatico.
Leggi anche: Mi alzo spesso di notte per urinare: quali sono le cause e le cure?
Prostatite: le cause più comuni
Come già accennato, le cause dirette di prostatite non sono ancora completamente note alla comunità medica. Alcuni casi di prostatite sono correlate ad infezioni precedenti di prostatite batterica acuta e cronica. Queste infezioni arrivano nella prostata dall’uretra, dal reflusso di urina “infetta” nei condotti della prostata. La prostatite batterica tuttavia non è contagiosa e non è una malattia a trasmissione sessuale. La prostatite cronica, o sindrome da dolore pelvico cronico, può invece essere causato da microrganismi atipici come la clamidia, o la micoplasma (che possono essere trasmesse per contatto sessuale) o può anche essere dovuto a una reazione chimica o immunologica di un problema iniziale o precedente all’infezione. Tutte le condizioni che peggiorano il flusso dell’urina sono ulteriori fattori di rischio: tra questi l’ipertrofia prostatica ed i calcoli renali. Un ruolo importante è poi da attribuire anche allo stimolo irritativo causato da regimi alimentari non corretti, così come da abitudini comportamentali quale l’uso di cicli e motocicli che possono alterare il normale funzionamento della ghiandola prostatica e del collo vescicale. Altre cause di infezione batterica possono includere:
- un disordine del sistema immunitario;
- un disturbo del sistema nervoso;
- lesioni alla prostata o nella zona della prostata;
- interventi alla prostata;
- l’uso del catetere;
- rapporti sessuali non protetti.
Sono inoltre considerati fattori di rischio:
- infezioni della vescica o all’uretra;
- traumi pelvici;
- disidratazione;
- l’HIV / AIDS;
- stress psicologico;
- caratteristiche genetiche che predispongono al problema.
Leggi anche: Ecografia prostatica transrettale: come si svolge, è dolorosa, a che serve?
Sintomi e segni della prostatite
Nelle forme acute il quadro tipico presenta:
- febbre anche elevata;
- disturbi urinari (minzioni frequenti, dolorose e difficili);
- dolore localizzato alla prostata, alla bassa schiena o all’inguine.
Nelle forme croniche i sintomi si presentano in maniera più sfumata e variano di intensità nel tempo, con periodi di remissione e recidive. Essi possono comprendere:
- dolore e/o bruciore durante la minzione;
- sangue nelle urine;
- difficoltà a urinare;
- minzione frequente, soprattutto di notte;
- dolore addominale, inguine o bassa schiena;
- dolore nella zona tra lo scroto e il retto (perineo);
- dolore o disagio del pene o testicoli;
- disfunzione erettile;
- dolore durante i rapporti.
Leggi anche: Tumore maligno della prostata (carcinoma prostatico): cause, sintomi e terapie
Trattamenti e cure per la prostatite
La cura della prostatite nelle sue fasi di esordio è molto più semplice ed efficace rispetto ai casi divenuti ormai cronici. Si rende quindi indispensabile anzi tutto un tempestivo esame dell’urina, per individuare il batterio responsabile dell’infezione, quindi la terapia sintomatica prevede l’uso combinato di:
- antibiotici (indicati solo nel trattamento delle forme batteriche);
- alfa-bloccanti, che aiutano a rilassare il collo della vescica e le fibre muscolari in cui la prostata si unisce alla vescica;
- antidolorifici, come l’aspirina o ibuprofene;
- altri trattamenti, come la terapia del calore con un dispositivo a microonde e farmaci a base di estratti di piante.
Nelle forme di prostatite acuta, soprattutto in presenza di complicanze, accanto alla terapia antibiotica può essere inoltre necessario sottoporsi a piccoli interventi chirurgici per il drenaggio degli ascessi o dell’urina. Nelle forme di prostatite cronica abatteriche non esistono invece schemi di trattamento ben definiti; così la terapia può includere l’utilizzo di antinfiammatori (se l’origine della condizione lo richiede), alfabloccanti (alfalitici), ma anche farmaci e trattamenti alternativi, abbinati ad interventi comportamentali. Possono essere così prescritti finasteride (che riduce l’incidenza di ritenzione acuta d’urina), alcuni integratori (saw palmetto o serenoa repens) ed una miglior gestione degli stress quotidiani abbinati a tecniche di rilassamento.
Leggi anche: Ipertrofia o iperplasia prostatica benigna: cause, sintomi e cure
Integratori alimentari per il benessere della prostata
Qui di seguito trovate una lista di integratori alimentari acquistabili senza ricetta, potenzialmente in grado di diminuire infiammazioni e bruciori e migliorare la salute della prostata:
- Equilibra Top Prostata: http://amzn.to/2j0qNfJ
- Serenoa Repens: https://amzn.to/3ZbkIjP
- Saw Palmetto: http://amzn.to/2AxY7FT
- Arginina: http://amzn.to/2yc70Pv
- Citrullina: https://amzn.to/3PyiZlm
- Ortica a foglie: http://amzn.to/2iYLcBu
- test per valutazione del PSA: https://amzn.to/44JmBFz
Per approfondire:
- Esplorazione rettale digitale della prostata: fa male? A che serve?
- Visita andrologica completa di pene e testicoli [VIDEO]
- Esplorazione rettale digitale della prostata [VIDEO]
- Prostata: anatomia, dimensioni, posizione e funzioni in sintesi
- Peperoncino, sesso, testosterone e prostata: qual è il legame?
- Erezione debole o assente da cause psicologiche: cura e rimedi
- Prostata ingrossata ed infiammata: ecco cosa fare per mantenerla in salute
- Differenza tra virus e batteri: chi è più pericoloso? Diagnosi, sintomi e terapia
Leggi anche:
- Due eiaculazioni consecutive sono possibili? Come funziona una eiaculazione?
- Uroflussometria: indicazioni, preparazione, come si esegue
- Differenza tra spermatorrea, eiaculazione, polluzione
- Spermatorrea: la perdita involontaria di sperma senza eccitazione sessuale
- Polluzione notturna maschile e femminile: cos’è e perché avviene
- Come aumentare il testosterone per migliorare muscoli e rapporti sessuali
- Cos’è il perineo maschile e femminile, dove si trova ed a cosa serve? Perché è così importante per la donna, specie in gravidanza?
- Finasteride per ipertrofia prostatica ed alopecia androgenetica
- Finasteride e disfunzione erettile: la Sindrome post finasteride
- Propecia (Finasteride): collaterali e foglietto illustrativo
- Prostata: ogni quanto tempo fare il controllo del PSA?
- Testicoli e scroto: dimensioni, anatomia e funzioni in sintesi Punto G maschile: trovare e stimolare il punto L per provare orgasmi più intensi ed aumentare la forza dell’eiaculazione
- Anorgasmia: quando manca l’orgasmo, cause e rimedi
- Micropene: quanto misura, complicazioni, c’è una cura?
- Eiaculazione retrograda: quando lo sperma non esce o è troppo poco
- Fino a che età un uomo può avere figli?
- Testicoli piccoli: quali sono le cause e le dimensioni normali?
- Testicolo gonfio e dolorante: cause, diagnosi e terapie
- Quanto deve durare un rapporto sessuale prima che si parli di eiaculazione precoce?
- Masturbazione compulsiva e dipendenza dalla pornografia online causano impotenza anche nei giovani: colpa dell’effetto Coolidge
- Cosa accade e cosa si prova quando si frattura il pene?
- Priapismo: quando l’erezione dura più di quattro ore
- Presenza di sangue nello sperma: cause e terapie dell’ematospermia
- Cancro del testicolo: prevenzione, diagnosi, stadiazione, cure
Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine
Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, segui la nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!
Con “vescicolite” si intende un’infiammazione – spesso causata da infezione – delle vescicole seminali, due strutture che fanno parte dell’apparato riproduttore maschile, poste vicino alla parete posteriore della prostata. Clinicamente possiamo distinguere forme acute e croniche.
Un uomo adulto e sano ad ogni eiaculazione emette circa dai 1,5 ml ai 5 ml di sperma (anche se questo valore può raggiungere anche picchi di 8 ml) e la densità di spermatozoi per millilitro di eiaculato, legata soprattutto allo stato di salute del soggetto, oscilla tra 20 e 200 milioni per millilitro. Ciò significa che una eiaculazione può contenere un numero estremamente variabile di gameti: da 30 milioni a quasi un miliardo di spermatozoi. Ovviamente non tutte le cellule sono vive ed hanno caratteristiche adeguate per sopravvivere: solo lo spermatozoo “migliore” riuscirà a portare a termine la fecondazione. Tale enorme variabilità di numero di gameti dipende da molti fattori: dall’intervallo di tempo che passa tra un’eiaculazione all’altra, dalla produzione di testosterone e da fattori individuali non del tutto studiati. Varie patologie possono influenzare tali valori. In genere, più è lungo l’intervallo tra una eiaculazione e l’altra, più liquido seminale e più spermatozoi vengono emessi in una singola eiaculazione: una leggera astinenza aiuta quindi ad aumentare la quantità di sperma/spermatozoi.
In passato quando una coppia non riusciva ad avere figli, si pensava subito che il problema dipendesse dalla donna e raramente il primo ad essere messo sul “banco degli imputati” era l’uomo. Ciò rappresenta un errore, dal momento che ben un terzo di tutte le infertilità dipendono dal partner maschile. Se si sospetta che l’infertilità dipenda dall’uomo si procederà con uno spermiogramma (analisi del liquido seminale), per analizzare la qualità degli spermatozoi, la mobilità e la forma. Inoltre si può anche effettuare un dosaggio ormonale del testosterone. Il liquido seminale consta di una parte cellulata (spermatozoi) e di una parte liquida; gli spermatozoi vengono prodotti a livello testicolare mentre la parte liquida deriva principalmente dall’attività della prostata e delle vescicole seminali. Il fattore determinante ai fini della fertilità è rappresentato dalle caratteristiche degli spermatozoi: questi ultimi devono essere in numero adeguato (più di 20 milioni per ml) e soprattutto devono essere dotati di corretta motilità; devono quindi avere una buona motilità rettilinea sia rapida che lenta.
Problemi all’utero possono condurre a problemi di infertilità, dal momento che esso permette all’embrione di svilupparsi. Durante questo processo l’utero si ricopre di una mucosa (l’endometrio) che permette all’embrione di annidarsi nell’utero.
Le ovaie hanno il compito di produrre ovuli che sono ovviamente – insieme agli spermatozoi maschili – di primaria importanza per il concepimento. Esistono due cause principali che possono ostacolare il loro corretto funzionamento e condurre a problemi di infertilità, esse sono:
Alcune infezioni ginecologiche non sono facili da scovare perché non si percepiscono e possono condurre silenziosamente a problemi di infertilità. Altre hanno sintomi molto leggeri ai quali non prestiamo attenzione, quando invece dovremmo. Il batterio più difficile da individuare è probabilmente la Chlamydia: si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti (tra il 5 e il 20% delle donne ne sarebbe affetto) e spesso non si riscontrano sintomi. Questo germe è in grado di provocare un’infezione alle tube di Falloppio, tube che si presentano come dei canali percorsi dall’ovulo per raggiungere l’utero. Se si contrae il virus, le tube si possono ostruire e persino danneggiare, soprattutto se si tratta di un’infezione che si ha da tempo. Questo processo potrebbe impedire e ostacolare la fecondazione.
Con “infertilità” (in inglese “infertility”) si descrive quella condizione in cui una coppia, per cause relative ad uno o entrambi i partner, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e senza protezione (profilattico o altri metodi anticoncezionali). Il termine infertilità, quindi, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente temporanea e risolvibile, legata ad uno o più fattori interferenti.