Morto il bodybuilder Rich Piana a causa degli anabolizzanti e dell’abuso di droghe

MEDICINA ONLINE BREAKING NEWS Rich Piana Is DEAD DEATH COMA OVERDOSE MORTE BODY BUILDING DOPING LETTERA MUSCOLI COME RICONOSCERE DOPATO IN PALESTRA ATLETA TEST ANTIDOPING RECORD ANABOLIZZANTI GH ORMONE CRESCITA DIURETICI 01Oggi, 25 agosto 2017, è purtroppo deceduto un altro bodybuilder: dopo la morte di Dallas McCarver, avvenuta appena tre giorni fa, ci ha lasciato anche Rich Piana. Ancora ignote le cause precise della morte del celebre culturista ed imprenditore statunitense, forse dovuta ad arresto cardiaco. L’abuso di farmaci dopanti e di droghe sembrerebbe aver avuto un ruolo fondamentale nella tragica fatalità. Quello che si sa con certezza è che dallo scorso 11 agosto Rich Piana lottava tra la vita e la morte. Il famoso bodybuilder statunitense, nato da madre di origine armene e padre di origini italiane, era in coma farmacologico dal 17 agosto, quando aveva perso i sensi e, cadendo a terra, aveva battuto la testa. “Overdose da farmaci anabolizzanti“, la prima diagnosi dei medici accorsi nella sua abitazione dopo una chiamata della compagna, anche se altre fonti parlano invece di “overdose da eroina“. L’uomo aveva perso i sensi nella sua casa in Florida dove sono stati poi ritrovati 20 flaconi di anabolizzanti, oltre a vari altri farmaci. Piana aveva 46 anni ed era uno dei culturisti più famosi del mondo, noto con il soprannome di “Hulk“. Tempo fa aveva pubblicamente ammesso di aver assunto steroidi per 30 anni nella sua carriera, cioè da quando aveva appena 16 anni.

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Supermutante da 143 kg

Sui social Richard Eugene “Rich” Piana si definiva atleta ma anche «supermutante». “Non mi pento di nulla, rifarei tutto” ha detto alcuni mesi fa commentando i suoi eccessi. Figlio di una culturista, ha iniziato con il body building quando aveva solo 11 anni, seguendo le orme della madre, e gareggiava già a 15 anni. Rich era una superstar su Instagram ed era ormai diventato milionario. Era alto 183 cm ed il suo peso oscillava tra i 100 ed i 143 kg. Dai 18 anni in poi, Piana è arrivato settimo e undicesimo nei campionati di bodybuilding nazionali. Ha raccolto diversi titoli da uno Stato all’altro ed ha vinto un primo premio in California. Ha vinto il titolo “IFBB Mr. Teen California” nel 1989, “IFBB Mr. California” nel 1998 e la competizione NPC nel 2003 e 2009. Nel 2014 ha fondato una sua linea di integratori e abbigliamento, la “Rich Piana 5% Nutrition”. Piana stimava di aver speso fino a 2500 dollari al mese nei momenti più intensi della sua dipendenza dagli steroidi.

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Se potete, rimanete puliti, ma…

L’ultima sfida del culturista nato a Glendale (Los Angeles) il 26 settembre 1970 è stata seguita dai suoi numerosissimi fan sui social: si tratta del programma «Bigger By The Day», che significa “più grosso ogni giorno”. Un programma mostruoso il suo, a base di allenamenti estremi, 9/10 pasti quotidiani a base di proteine ed il supplemento di steroidi e vari altri tipi di farmaci per aumentare massa, definizione e prestazioni. Il culturista è stato sepolto nel Forest Lawn Memorial Park a Hollywood Hills, in California. Piana ha più volte pubblicamente ammesso l’uso di steroidi anabolizzanti durante la sua carriera nel bodybuilding, iniziando quando era addirittura minorenne. Piana, travolto sui social dalle critiche, spiegava così la sua filosofia:

“Se potete, rimanete puliti, ma se volete diventare bodybuilders professionisti, non avete scelta. Non c’è motivo per usare gli steroidi, si sta male e fa male al corpo, se però non ne potete fare a meno come me, sarete completamente soddisfatti della scelta”

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
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Lutto nel body building: Dallas McCarver è morto a 26 anni

MEDICINA ONLINE Dallas McCarver 2017 22 AUGUST DIED DEATH BREAKING NEWS MORTE ATLETA BODY BUILDING DOPING PHOTO PICTURE HD WALLPAPER SPORT SFONDO MUSCOLI COMPETIZIONE Dallas McCarver Collapses At Arnold Classic AustraliaIl famoso bodybuilder statunitense Dallas McCarver è purtroppo deceduto ieri, 22 agosto 2017, secondo alcune fonti in seguito a soffocamento durante l’ingestione di cibo, mentre altre fonti non ufficiali parlano invece di infarto del miocardio improvviso.

Il corpo senza vita di Dallas è stato ritrovato nel suo appartamento da un amico, con del cibo in bocca in apparente stato di soffocamento. L’amico ha provato ad effettuare le manovre di rianimazione senza successo e nella telefonata al 911 parla esplicitamente di “soffocamento da cibo”. Gli amici di Dallas parlano del ruolo che ha probabilmente avuto l’insulina che abitualmente il bodybuilder assumeva, tra le cause del suo collasso.

Dallas “Big Country” McCarver era nato a Jackson, TN, USA il 9 aprile 1991 ed aveva 26 anni. Aveva iniziato l’allenamento con i pesi al liceo come supporto per aumentare la forza con la sua squadra di football. Ha continuato a giocare a football nel college a Bethel University, ma alla fine ha deciso di rinunciare a giocare, per proseguire con il bodybuilding a tempo pieno.

Carriera breve ma ricca di successi. Fece l’apparizione sul palco per la prima volta all’età di 20 anni presso la NPC 2011 Hub City Fitness Quest, vincendo i trofei Junior dei pesi massimi e junior assoluti. Nel 2011 prende parte alla battaglia NPC River, dove ha vinto le classi pesi massimi e assoluto.

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Il suo terzo concorso è stato la partecipazione ai campionati nordamericani IFBB 2012, dove ancora una volta è stato nominato campione dei supermassimi ed assoluto, diventando il più giovane campione assoluto in una mostra nazionale. La vittoria gli è valsa anche il suo tesserino da professionista IFBB, diventando il più giovane bodybuilder professionista in tutto il mondo.

MEDICINA ONLINE dallas McCarver Boyfriend of WWE star Dana Brooke GIRLFRIEND  and pro bodybuilder who died ‘choking on food’

Fidanzato con la superstar della WWE, Dana Brooke insieme a lui nella foto in alto, Dallas era un atleta tra i più promettenti del mondo del body building attuale, ma ultimamente pare avesse alcuni problemi di salute, specialmente ai reni, forse legati all’abuso di diuretici e sostanze dopanti: già a marzo di quest’anno aveva mancato la finale dell’Arnold Classic Australia, vinta poi da Brandon Curry, collassando sul palco durante la fase di prejudging, ufficialmente per una bronchite o per fortissimi crampi, ma la vera causa dello svenimento era rimasta ignota. Il momento del collasso di Dallas è stato immortalato in un video che trovate qui: Dallas McCarver collassa sul palco della finale dell’Arnold Classic Australia 2017 [VIDEO].

Al di la di quella che è la nostra opinione sul doping – che potete trovare qui – il nostro pensiero oggi è per un giovane di 26 anni che non c’è più e per la sua famiglia.

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Come moriremmo se un mega asteroide colpisse la Terra?

Gli asteroidi che potrebbero costituire una seria minaccia per la vita sulla Terra potrebbero colpire il Pianeta una volta ogni 500.000 anni Continua a leggere

Maestra tappa la bocca di una bimba con lo scotch perché parla troppo: la piccola muore

MEDICINA ONLINE JANE ELLIOTT RAZZISMO ESPERIMENTO BAMBINI PEDIATRIASecondo la sua maestra d’asilo, Guo Jintong aveva la grave colpa di essere eccessivamente vivace, parlare troppo e disturbare il resto della classe con le sue chiacchiere da bimba di sei anni. Così, mentre i suoi compagni continuavano a fare esercizi di aerobica, ha deciso di ridurla al silenzio, come se si trattasse di una pericolosa criminale, sigillandole ermeticamente la bocca con nastro adesivo e colla. All’inizio, neanche quello era sembrato spegnere la vitalità della piccola che, nonostante fosse imbavagliata, aveva continuato a saltellare insieme agli altri bimbi. Poi, improvvisamente, ha cominciato a dare segni di malessere: quella “museruola” si stava rivelando mortale. Accortasi del malore, la maestra l’ha portata subito in infermeria, la cui responsabile ha immediatamente chiamato un’ambulanza. La corsa in ospedale, però, si è rivelata inutile e i medici non hanno potuto far altro che arrendersi all’evidenza: Guo Jintong era morta.

La tragedia è avvenuta all’asilo sperimentale di Huadian, nella provincia sudorientale cinese di Jilin, i cui responsabili non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla vicenda. Prima o poi, però, saranno costretti a farlo: i funzionari governativi hanno infatti avviato un’inchiesta insieme alla polizia locale, mentre gli abitanti della città, che hanno organizzato una veglia a lume di candela in memoria della piccola, pretendono risposte ed esigono giustizia. I genitori di Guo Jintong sono rimasti seduti fuori dalla porta dell’asilo in attesa che la scuola dia quella risposta: vogliono sapere come sia possibile che tra i metodi educativi di quell’asilo sperimentale rientrino punizioni come quella che ha spezzato la vita della loro bimba.

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Morsa da ragno mentre dorme: giovane ragazza rischia la morte

MEDICINA ONLINE CLARESSA COLEMAN SPIDER BITE DEATH DEAD RISCHIA DI MORIRE PUNTURA MORSO RAGNO INSETTO RAGAZZA GIOVANE ANIMALE VELENO CRONACA.jpg«Prima non ero aracnofobica, ora ho il terrore dei ragni». Non potrebbe essere altrimenti per una 29enne che ha rischiato di morire in seguito alla puntura di un ragno che le ha causato un’infezione così grave da compromettere le funzioni dei suoi organi vitali.

Il peggio, per Claressa Coleman, una donna sposata che vive nell’Arkansas, sembra essere passato. Il suo è stato un vero e proprio incubo, iniziato la notte dello scorso 26 giugno: stava dormendo a letto accanto a suo marito quando ha sentito una lieve puntura. Pensando che fosse una zanzara, si è riaddormentata come se niente fosse. Il mattino seguente, la donna aveva notato il segno della puntura tra la spalla e il braccio destro, ma era andata a lavorare. Una volta giunta in ufficio ha iniziato ad accusare forti dolori allo stomaco, nausea e vomito. Il capo l’aveva quindi rimandata a casa, ma nel tragitto il vomito era aumentato e per questo Claressa si era recata in un pronto soccorso. Qui esami approfonditi avevano rivelato la tremenda verità: la donna era stata punta da un ragno eremita marrone, non ancora adulto, data la ridotta circonferenza della puntura.

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Quello che Claressa non sapeva è che il veleno del ragno, molto pericoloso per chiunque, può essere letale per chi ne è allergico: per questo motivo l’organismo della donna subì un costante peggioramento a causa dell’infezione dilagante e a nulla sembravano servire gli antibiotici prescritti dai medici. Dopo qualche giorno, le sue condizioni erano diventate allarmanti: il buco prodotto dalla puntura si allargava a dismisura e gli organi vitali iniziavano a malfunzionare. Claressa iniziò a soffrire di disfunzioni renali e cardiache e fu ricoverata d’urgenza: i macchinari svolgevano le funzioni al posto dei suoi organi e nel frattempo le venivano somministrati antibiotici più potenti che, dopo qualche tempo, avevano iniziato a contrastare l’infezione.

Il quadro clinico di Claressa iniziò a migliorare fino a quando i medici, nella seconda metà del luglio scorso, avevano deciso di dimetterla. Oggi è ancora convalescente e i reni potrebbero aver subito danni permanenti, ma la donna sa di essere fortunata ad essere sopravvissuta.

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Morte in culla: cause, sintomi, incidenza, come evitarla

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COLICHE NEONATI RIMEDI Riabilitazione Nutrizionista Medicina Estetica Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Linfodrenaggio Pene Vagina GluteiE’ la paura che ogni neo-genitore nutre, quando apprende dell’esistenza di una simile sindrome, eppure la morte in culla (nota anche come Sindrome della morte improvvisa del neonato, SIDS) è tra le prime cause di decesso tra i neonati. Una sindrome di cui oggi si conoscono meglio le cause, grazie a uno studio pubblicato dall’autorevole rivista Pediatrics.

Lo studio sulle cause

I ricercatori del Boston Children’s Hospital hanno analizzato campioni del cervello di 71 bambini morti per presunta Sids tra il 1995 e il 2008, sia messi a dormire in condizioni considerate poco sicure sia in posizioni sicure. Nei bimbi sono state riscontrate alterazioni nei livelli di alcuni neurotrasmettitori, dalla serotonina ai cosidetti recettori gaba. “Queste sostanze controllano respirazione, ritmo cardiaco, pressione e temperatura – spiegano gli autori di questa pubblicazione importantissima – e in questo caso impediscono ai bambini di svegliarsi se respirano troppa anidride carbonica o il corpo diventa troppo caldo. Le regole per una corretta messa a letto restano quindi fondamentali, per evitare di mettere i bimbi in situazioni a rischio asfissia da cui non sono in grado di difendersi”. Una notizia che, grazie alla grande generosità di questi ricercatori e dei genitori di questi neonati, segna un notevole passo avanti nella prevenzione di questa sindrome poste le linee guida suggerite per ridurne l’incidenza.

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Incidenza della morte in culla
Non esistono dati nazionali – si apprende consultando il sito ufficiale del dicastero – sull’incidenza del fenomeno, mancando un sistema di rilevazione omogeneo; in Italia, in passato, è stata calcolata nell’ordine del 1-1,5% dei nati vivi, ma è attualmente in netto declino per la maggior attenzione nel coricare i neonati in posizione supina. Ora è stimabile attorno allo 0,5%, ovvero 250 nuovi casi SIDS/anno. Il picco è fra i 2 e 4 mesi di età, soprattutto nel periodo invernale; è più rara dopo i 6 mesi, eccezionale nel primo mese. La prevenzione della SIDS si pone come una assoluta priorità nella salute pubblica.

Morte in culla: sintomi e segni

Le vittime della morte in culla sono bambini sani che non mostrano nessun segno di malattia. Alcuni bambini mostrano dei sintomi qualche giorno prima della morte ed è consigliabile una comunicazione costante col pediatra sulla salute del bambino. Tra questi sintomi ci sono tosse, sibili, vomito, diarrea e scarso appetito. I bambini possono sembrare irrequieti o irritabili o apparire pallidi e svogliati. Progressivamente la pelle del bambino assume un colorito bluastro, le mani e i piedi si raffreddano e sopraggiungono difficoltà respiratorie. Internamente i polmoni e il canale respiratorio diventano gonfi e infiammati. L’acqua e il sangue si depositano nei polmoni e i vasi che collegano i polmoni al flusso sanguigno sono soggetti a spasmi.

Come evitare la morte in culla del neonato o del lattante?

Vi riportiamo di seguito le principali linee guida, l’adozione di queste regole, nei Paesi in cui sono state diffuse attraverso campagne di informazione di massa in larga parte di matrice governativa, hanno comportato una riduzione della percentuale di casi.

  • Il piccolo deve essere messo a dormire in posizione supina, a pancia in su sin dai primi giorni di vita nella propria culletta, preferibilmente nella stanza dei genitori;
  • l’ambiente non deve essere troppo caldo con una temperatura attorno ai 20 gradi, da evitare l’eccesso di vestiti e coperte troppo pesanti;
  • il materasso deve essere della misura esatta della culla e non troppo soffice; no a peluche, paracolpi, giocattoli e altri oggetti in prossimità del bimbo;
  • i piedini devono toccare il fondo della culla o del lettino;
  • da evitare anche la condivione del letto con i genitori;
  • l’ambiente deve essere libero da fumi;
  • l’uso del ciuccio durante il sonno, raccomandato in alcuni Stati, è da consigliarsi solo dopo il mese di vita.

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Mimmo Beneventano: il medico antimafia che stava sempre dalla parte degli ultimi

MEDICINA ONLINE Domenico Beneventano, detto Mimmo (Petina, 11 luglio 1948 – Ottaviano, 7 novembre 1980), è stato un politico italiano, vittima della CamorraSiamo abituati a pensare agli eroi come a uomini straordinari, dotati di poteri speciali e di capacità sovrumane. Ma gli eroi sono altri, sono le persone normali che fanno ogni giorno il proprio dovere.
Questa è la storia di uno di loro, di un eroe normale, che si chiamava Mimmo Beneventano.

Domenico Beneventano nasce a Petina, in provincia di Salerno, ma si trasferisce fin dal 1968 a Ottaviano. Mimmo, così lo chiamano gli amici, è un ragazzo dal cuore d’oro, sta sempre dalla parte degli ultimi. L’amore per gli altri lo porta a iscriversi alla facoltà di medicina e a diventare dottore, una professione che dovrebbe essere sempre animata da quello spirito altruistico di cui Mimmo era ricolmo.

Lo stesso amore che lo conduce nel Belice ad aiutare i terremotati, a Firenze durante l’alluvione, tra i poveri al fianco delle organizzazioni caritatevoli. Ma Mimmo non è soltanto una persona buona, è anche intelligente, colto, lucido, scrive poesie e tiene gli occhi aperti. Così, per uno come lui, per un eroe normale, è facile vedere che nella sua terra c’è un cancro che distrugge tutto. Un cancro che si chiama camorra.

Quel cancro lo vede tra i suoi pazienti che si ammalano di tumore con percentuali molto superiori al resto d’Italia. Lo vede nelle discariche abusive. Lo vede nei laghi di percolato che appestano la sua regione. Lo vede nella cementificazione selvaggia, nell’abusivismo, nell’inquinamento dei prodotti della terra.

Mimmo lo vede e lo combatte. Perché è un eroe normale e gli eroi normali questo fanno. Vedono un cancro e cercano di estirparlo.
Si candida alle elezioni comunali di Ottaviano nelle liste del Partito Comunista. Viene eletto nel 1975 e riconfermato nel 1980.

Mimmo diventa una spina nel fianco per quelle che oggi vengono chiamate ecomafie e che allora erano ancora una realtà pressoché sconosciuta. Una spina che la camorra decide di togliersi nell’unico modo infame che conosce.

I sicari lo freddano il 7 novembre 1980 appena uscito di casa. Si stava recando al lavoro, dai suoi pazienti, dai malati, dagli ultimi. Stava andando dalla sua gente.

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Artrite reumatoide: stadiazione, decorso e trattamenti

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZE ARTRITE ARTOSI SINTOMI COMUNI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione RadiPrima di iniziare la lettura, per meglio comprendere l’argomento trattato, vi consiglio di leggere prima questo articolo: Artrite reumatoide: sintomi iniziali, cause, cure e mortalità

Lo stato dell’artrite reumatoide può essere identificato analizzando il tipo di lesioni sul paziente:

  • Stadio 1: È presente un infiltrato di linfociti CD4+ e macrofagi, si notano macroscopicamente tumefazioni simmetriche, non c’è arrossamento, ci sono sintomi sistemici e noduli reumatoidi. In circolo si rileva aumento degli indici di flogosi e del fattore reumatoide
  • Stadio 2: Si nota flogosi e proliferazione sinoviale ed endoteliale (neoangiogenesi e formazione del panno sinoviale), il versamento si vede in ecografia come zone ipoecogene; al contrario le zone iperplastiche sono iperecogene. Inoltre sono presenti erosione dell’osso, riassorbimento della cartilagine e rottura dei tendini. Le alterazioni ossee si vedono in radiografia e ancora meglio in ecografia. Da questo stadio l’iperplasia sinoviale è irreversibile.
  • Stadio 3: Si rilevano deformazioni ossee, lussazioni e fibrosi evidenti.

Il decorso è assai vario e caratterizzato generalmente da fasi di esacerbazione e remissione. Esistono forme più lievi che rispondono bene alla terapia e forme gravi che decorrono senza fasi di remissione, portando a quadri gravi di anchilosi e impotenza funzionale; in molti casi la malattia è grave non perché metta in pericolo la vita ma perché, impedendo il corretto uso degli arti e soprattutto delle mani, è assai invalidante. Chi ne è colpito può trovare difficoltà non soltanto nell’attività lavorativa ma anche nella cura della propria persona. Tra i fattori prognostici più sfavorevoli vi sono: gli alti titoli di FR, la presenza di noduli o danni vasculitici nonché la scarsa risposta alla terapia.

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Trattamenti

Il trattamento dell’Artrite Reumatoide si basa sull’uso di immunosoppressori, come il methotrexate o la leflunomide; in casi particolari si possono utilizzare anche idrossiclorochina, ciclosporina, sulfasalazina. È previsto inoltre l’uso di cortisone a cicli nelle fasi di maggiore attività di malattia, ad esempio all’esordio o nei flare, per ottenere più rapidamente la risposta clinica, e di FANS per il controllo del dolore. Nei casi non responsivi agli immunosoppressori o in pazienti con malattia particolarmente aggressiva è possibile utilizzare i farmaci biologici, anticorpi monoclonali o recettori che bloccano molecole dell’infiammazione (es anti-TNFalpha, anti-IL6, anti-IL1) o cellule dell’infiammazione come i linfociti B (anti-CD20) e i linfociti T (CTLA4).

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari

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