Ionoterapia: riduce il dolore muscolare-articolare ed accelera la guarigione

MEDICINA ONLINE DOLORE ARTO BRACCO SINISTRO FORMICOLIO CIRCOLAZIONE CANCRO TUMORE ATTACCO CARDIACO CUORE GOMITO TENNISTA ICTUS INFARTO MIOCARDIO CANCRO TUMORE SENO MAMMELLALa ionoterapia (o elettroionoterapia) è una terapia non invasiva usata nel campo della medicina riabilitativa a vari scopi, principalmente ridurre il dolore muscolare ed articolare tipico di molte patologie croniche ed accelerare i processi di guarigione di ferite e traumi.

Come funziona la ionoterapia?
Per capirlo serve prima fare un breve ripasso di fisiologia. Il nostro organismo è un complicato sistema di cariche elettriche: anche l’aria che respiriamo e l’ambiente in cui viviamo sono caratterizzati dalla presenza, in diversa percentuale, di ioni positivi e negativi (molecole di gas atmosferici che hanno perso o acquistato una o più cariche elettriche elementari dette elettroni). Ne consegue che una variazione nella quantità di cariche possedute dall’atmosfera in cui siamo immersi determina una variazione nella composizione delle cariche elettriche del nostro organismo. Il dispositivo medico per l’Elettroionoterapia è in grado di creare una ionizzazione dell’aria attraverso l’impiego di un emettitore con punta di carbonio. Orientando l’emettitore verso la cute del paziente, la microcorrente che viene generata attraversa i tessuti biologici, senza che avvenga nessun contatto diretto con la pelle, senza quindi usare mezzi invasivi come gli aghi.

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Cosa determina nel tessuto bersaglio?
Il flusso di ioni prodotto dall’apparecchio, favorisce numerose modificazioni elettrochimiche. È la membrana cellulare (sottile involucro che delimita la cellula e la separa dall’ambiente esterno) ad essere maggiormente stimolata in modo da favorire la migrazione intra-extra cellulare di tutti gli elementi, ed in particolare del calcio, in grado di produrre una stimolazione di processi di rigenerazione e riparazione dei danni cellulari e tissutali. L’azione a livello cellulare, attraverso la depolarizzazione della membrana, l’attivazione dei canali del calcio e dei meccanismi intracellulari di trasduzione del segnale, determinerebbe una stimolazione e modulazione delle funzioni cellulari.
Tali eventi sarebbero alla base della migliore utilizzazione dell’ossigeno, della stimolazione dei sistemi enzimatici ossido-riduttivi, in particolare i citocromi, della stimolazione della sintesi proteica, di ATP e del DNA cellulare. La stimolazione degli ioni negativi esplica:

  • un’attività proliferativa delle cellule epidermiche;
  • un incremento della velocità del flusso ematico;
  • un miglioramento dei processi di respirazione dei tessuti;
  • una riduzione dell’edema infiammatorio.

Per quali condizioni e patologie è indicata la ionoterapia?
Questo sistema terapeutico viene impiegato nella cura di tutte quelle condizioni e patologie per le quali è necessaria:

  • una veloce riparazione cutanea (ulcere venose, ulcerazioni cutanee, erosioni cutanee, ferite infette, piaghe da decubito, psoriasi);
  • una veloce riabilitazione in caso di danni cronici legati all’apparato osteomuscolare (traumi accidentali e sportivi con lesioni cutanee e muscolari, tendiniti, borsiti, ernia del disco, osteoartrosi e osteoartriti, rachide cervico-dorso-lombare);
  • trattamento e riabilitazione dei traumi da sport: i risultati ottenuti nel corso di questi anni ne hanno dimostrato l’efficacia e la rapidità di azione sulla sintomatologia algica e sulla limitazione funzionale.

I tempi di guarigione risultano sensibilmente abbreviati se confrontati con quelli necessari alle terapie farmacologiche o con l’impiego di altri mezzi fisici.

I migliori prodotti per la cura delle ossa e dei dolori articolari 
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche per il benessere di ossa, legamenti, cartilagini e tendini e la cura dei dolori articolari. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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Fibrosi cistica polmonare: cos’è, sintomi in neonati e bambini, cure

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIO LOBI ANATOMIA VERSAMENTOLa fibrosi cistica polmonare o, più semplicemente, “fibrosi cistica” (acronimo FC, in inglese “cystic fibrosis”) è una rara, debilitante e Continua a leggere

Postura sbagliata: come correggerla, specie seduti alla scrivania

MEDICINA ONLINE HIKIKOMORI DIPENDENZA INTERNET GIOVANI BAMBINI PC COMPUTER INTERNET WEB MASTURBAZIONE COMPULSIVASempre più spesso si sente parlare di bambini ed adulti che hanno una “postura sbagliata” o che devono correggere la postura al lavoro o a scuola, per evitare problemi seri alla colonna vertebrale (e non solo). È possibile modificare la propria postura? Ma la prima vera domanda che dobbiamo porci è:

Cosa si intende per “postura”?

Con “postura” si intende l’assetto corporeo delle varie articolazioni che compongono il corpo umano rispetto allo spazio che lo circonda e come questo si relaziona sotto l’effetto costante della forza di gravità. In parole semplici, la postura è la posizione del nostro corpo nello spazio e la relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere di tre tipi principali: stazione eretta (cioè quella che assumiamo stando in piedi), seduti e in decubito (sdraiati). Il decubito può essere principalmente di quattro tipi: prono, supino, laterale destro e laterale sinistro. Per ogni tipo di postura, ne esiste una versione corretta ed una o più versioni scorrette.

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Da cosa derivano le tensioni muscolari?

Espresso il concetto di postura, è facile capire come ogni persona – dal bambino che porta uno zaino troppo pesante sulle spalle, fino all’operatore di videoterminale tutto il giorno seduto di fronte ad un pc – sia soggetta alle tensioni muscolari ed alle forze che agiscono sul corpo stesso da varie direzioni; la forza di gravità, infatti, è una costante che esercita la propria azione continuamente sulla Terra e che si riflette anche sull’atteggiamento muscolo-scheletrico delle persone che la abitano. Nel mio lavoro spesso mi trovo a trattare persone che si lamentano riguardo ad una “cattiva postura” e che vorrebbero migliorarla: questo desiderio è estremamente importante e valido, in quanto già lo stesso individuo è conscio di avere un assetto corporeo alterato e che necessita di un miglioramento, poiché gli procura fastidi, tensione o addirittura dolori.

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È possibile modificare la propria postura efficacemente?

Sì e no. Cerchiamo di spiegarci meglio:

  • perché affidandosi ad un professionista esperto, capace innanzitutto di avere una visuale d’insieme del corpo umano e le cui competenze comprendono la rieducazione posturale Mezieres o Souchard, è possibile correggere nel tempo alcuni segmenti corporei che sono sovraccaricati e che spesso “danno problemi e dolore”.
  • perché l’uomo è un soggetto dinamico e il cui sistema muscolo-scheletrico ha la capacità di modificare la propria tensione attraverso alcune posture prolungate nel tempo e quindi è fattibile un assetto globale migliore.
  • No perché a volte è impossibile modificare completamente la postura di un individuo in quanto a volte è presente una degenerazione ossea/cartilagine/tendinea ormai prolungata nel tempo e non è più regredibile come condizione. Ad esempio, se mi si presenta un 70 enne con una storia di ernia cervicale è impensabile riposizionare quel segmento lesionato come quando aveva 15 anni (è altresì possibile invece migliorare tutto il compartimento muscolare e ridurre lo stress meccanico che agisce su quelle vertebre cervicali).
  • No se non si adotta un cambiamento nello stile e negli atteggiamenti del corpo durante l’arco della giornata: non ha senso rivolgersi ad un fisioterapista o ad un medico posturologo per un dolore di schiena lombare se poi ci si continua a sedere nella maniera errata e prolungata per diverse ore.

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Postura sbagliata: quali le complicanze?

Innanzitutto il concetto generale che è possibile esprimere è che se il carico agisce su una determinata articolazione in maniera errata, la cartilagine e i tessuti molli saranno soggetti ad una rapida degenerazione e poi successivamente si avrà la comparsa di dolori e problemi. Infatti in una prima istanza il corpo riesce a compensare alcuni dismorfismi adattandosi e generando una serie di cambiamenti per cercare di sopportare meglio quella “postura sbagliata”. Successivamente però la degenerazione arriva ad un punto in cui cominciano a comparire dolore, impotenza funzionale, scricchiolii e lesioni ai tessuti molli. Un esempio può essere quello della cervicale: se è presente un atteggiamento posturale di anteposizione del capo, troveremo quindi un tratto cervicale rettinealizzato con una facile comparsa di ernia cervicale, il cui quadro sintomatologico è composto da dolore, impotenza funzionale nel movimento sia del collo sia dell’arto superiore, problemi di sensibilità e riduzione di forza. Un altro esempio può essere quello della spalla: studi scientifici hanno dimostrato come la presenza di un aumento della curva cifotica della zona dorsale corrisponda ad un aumento dell’incidenza del dolore alla spalla e di deterioramento dei tendini della cuffia dei rotatori.

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Quali sono i consigli per chi soffre di questi disturbi?

Il mio consiglio è quello innanzitutto di rivolgersi ad un fisioterapista o un medico posturologo esperto in terapia manuale e in rieducazione posturale, il quale saprà analizzare la vostra disposizione articolare e muscolare e saprà correggere attraverso sia esercizi, sia posture sia modifiche al vostro piano funzionale in modo da eliminare gli stress irritativi che causano una “cattiva postura”. Consigli per chi è seduto spesso ad una scrivania, di fronte ad un pc, sono:

  • Usare una sedia che si possa regolare facilmente, permettendo di modificare l’altezza, la posizione posteriore e l’inclinazione. Se necessario si possono usare cuscini piccoli o gonfiabili.
  • L’altezza della sedia va regolata in modo tale da utilizzare la tastiera del computer con i polsi; gli avambracci devono essere dritti e livellati con il pavimento. Ciò può aiutare a prevenire le lesioni da sforzo ripetitivo.
  • I gomiti vanno posizionati cosicché il braccio formi una ‘L’, mentre i braccioli – se presenti – vanno regolati per rilassare le spalle.
  • Le ginocchia devono trovarsi leggermente più basse rispetto ai fianchi.
  • Usare un poggiapiedi qualora non si possano facilmente appoggiare i piedi sul pavimento.
  • Lo schermo va posizionato all’altezza degli occhi e ad una lunghezza di distanza pari a un braccio. In caso di necessità, usare un supporto. Se il monitor, infatti, è troppo alto o basso, sarà necessario piegare il collo e ciò può essere molto scomodo.
  • La tastiera va posta di fronte all’utente durante la digitazione. Lasciare uno spazio di circa 10 – 15 centimetri nella parte anteriore della tastiera per appoggiare i polsi. Si può fare uso di un poggiapolsi per mantenere i polsi dritti.
  • Il mouse va posizionato il più vicino possibile all’utente e va poggiato su un tappetino così da mantenere il polso dritto evitando flessioni.
  • Evitare i riverberi sullo schermo. In tal caso, usare uno specchio di fronte allo schermo per individuare la causa. Inoltre, va regolata la luminosità e il contrasto dello schermo in relazione allo stato dell’illuminazione dell’ambiente di lavoro.
  • Posizionare gli oggetti più usati in modo tale che siano facilmente raggiungibili. Ciò serve per evitare frequenti torsioni.
  • Si usa spesso il telefono? Visto che tenere il telefono tra l’orecchio e la spalla può affaticare i muscoli del collo, meglio utilizzare un auricolare.
  • Fare delle pause regolari. Stare seduti nella stessa posizione, per lunghi periodi, è sconsigliato. Da qui la necessità di pause brevi ma frequenti per rilassare i muscoli: il consiglio è ‘staccare’ 5 minuti ogni 25 di lavoro e 15 minuti ogni 60. A pranzo o a cena, inoltre, bisogna stare lontani dal computer.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Contrattura muscolare a schiena, coscia, polpaccio, collo: cosa fare?

Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo SPASMI MUSCOLARI MIOCLONIE CONTRAZIONI Muscolo Dieta Chirurgia Medicina Estetica Roma Cavitazione Pressoterapia Grasso Dietologo Cellulite Calorie Peso Pancia Sessuologia Pene Laser Filler Rughe Botulino 1La contrattura muscolare è una lesione muscolare che si caratterizza per un aumento del tono muscolare improvviso ed involontario. La contrattura è di per sé un atto difensivo che si manifesta quando il tessuto muscolare viene sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico: l’eccessivo carico innesca un meccanismo di difesa che porta il muscolo a contrarsi. I muscoli generalmente più colpiti dalla contrattura muscolare sono:

  • i muscoli gemelli;
  • il muscolo soleo;
  • il muscolo bicipite femorale;
  • il muscolo sartorio;
  • i muscoli adduttori;
  • il muscolo trapezio;
  • i muscoli lombari e dorsali della schiena;
  • i muscoli dorsali.

Il disturbo si manifesta attraverso un dolore localizzato intorno al muscolo contratto, che può essere più o meno intenso, inoltre è facilmente riconoscibile al tatto perché predispone una tensione e gonfiore nell’area infiammata. Il disturbo può colpire chiunque anche se interessa soprattutto gli sportivi che praticano discipline in cui è richiesto uno sforzo muscolare di tipo esplosivo (calcio, body-building, rugby, corsa,  ect.) e quelle persone che svolgono lavori pesanti. A volte può manifestarsi anche in caso di gravidanza, obesità, vita sedentaria e altri fattori che analizzeremo più dettagliatamente nel prossimo paragrafo.
Le contratture muscolari solitamente si risolvono nel giro di una decina di giorni con un trattamento conservativo che prevede: riposo, allungamenti del muscolo, massaggi e stop dagli allenamenti.
La patologia rientra fra le lesioni muscolari ed è la meno grave rispetto a:

  • stiramento muscolare;
  • strappo muscolare;
  • rottura o lesione delle fibre muscolari.

Le cause di contrattura muscolare
La contrattura al muscolo è una lesione muscolare che si caratterizza per un aumento del tono muscolare improvviso ed involontario e si può manifestare per diverse cause che possono essere suddivise in “non sportive” e “sportive”.

Tra le “cause sportive” ricordiamo:

  • sforzo muscolare troppo intenso;
  • sollecitazioni muscolari troppo eccessive;
  • riscaldamento non adeguato;
  • esecuzione di movimenti bruschi ed improvvisi;
  • debolezza muscolare;
  • problematiche articolari;
  • mancanza di coordinazione nei movimenti;
  • potenziamento degli allenamenti in maniera non adeguata;
  • eccessiva tensione emotiva;
  • distorsione.

Invece tra le cause “non sportive” abbiamo:

  • svolgimento di attività pesanti;
  • vita sedentaria;
  • obesità;
  • difetti posturali;
  • arti asimmetrici;
  • gravidanza;
  • tetano;
  • peritonite;
  • intossicazioni;
  • patologie del sistema nervoso.

I sintomi di contrattura muscolare
Il soggetto colpito da una contrattura muscolare avverte un dolore modesto e diffuso lungo l’area muscolare interessata. Sia il dolore e sia altri sintomi associati, generalmente tendono a manifestarsi dopo 8-24 ore attraverso:

  • dolore più o meno intenso;
  • quando si cerca di allungare il muscolo, esso rimane contratto;
  • tensione muscolare;
  • aumento involontario del tono muscolare;
  • mancanza di elasticità del muscolo durante lo svolgimento dei movimenti;
  • gonfiore;
  • piccole lesioni nelle fibre muscolari;
  • difficoltà nei movimenti.

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I rimedi per la contrattura muscolare
Per curare la contrattura muscolare è necessario procedere con un trattamento conservativo per guarire in una decina di giorni. E’ necessario:

  • sospendere l’attività sportiva per 3-7 giorni (se non si sospendono gli allenamenti la contrattura non guarisce ed occorrono più giorni di inattività);
  • riposo;
  • assunzione di farmaci miorilassanti e FANS;
  • attività che consentono di allungare la muscolatura e favoriscono l’afflusso di sangue ai muscoli;
  •  massaggi decontratturanti;
  • praticare lo “stretch and spray” (consiste nell’allungare il muscolo e poi erogare un spray refrigerante per bloccare il dolore);
  • cicli di allungamento/contrazione del muscolo;
  • impacchi caldi;
  • fanghi;
  • elettrostimolazione;
  • ionoforesi.

Per prevenire le contratture muscolari è opportuno seguire alcuni consigli utili:

  • eseguire sempre un riscaldamento adeguato;
  • assicurarsi di essere nelle condizioni fisiche opportune per sostenere uno sforzo eccessivo;
  • utilizzare delle pomate specifiche durante la fase di riscaldamento;
  • coprirsi adeguatamente nei mesi invernali;
  • concedersi adeguati tempi di recupero;
  • cercare di correggere eventuali squilibri muscolari e articolari.

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Pubalgia acuta e cronica: cause, gravità, sintomi, esercizi e rimedi

MEDICINA ONLINE EMILIO ALESSIO LOIACONO PUBALGIA DOVE FA MALE ZONE DOVE SI TROVA PUBE INGUINE INTERNO COSCIA GAMBA GAMBE ARTO INFERIORE DOLORE

Con il termine “pubalgia”, nell’uso comune, si intende una sindrome dolorosa generica che può interessare la regione del basso addome, l’inguine e la zona interna delle cosce. Le cause di una pubalgia possono essere molto diverse e spaziano da patologie tendinee o muscolari, ossee o articolari fino a quelle di tipo infettivo e tumorale; tuttavia con Continua a leggere

Differenza ossa umane e animali

MEDICINA ONLINE OSSA OSSO SCHELETRO CANE UOMO DIFFERENZE TESSUTO SPUGNOSO TRABECOLARE COMPATTO CORTICALE FIBROSO LAMELLARE CARTILAGINE OSSO SACRO COCCIGE BACINO SISTEMA NERVOSO CENTRALE PERIFERICO MIDOLLO OSSEO SPINALE.jpgDal momento che fare un raffronto di anatomia comparata tra l’apparato scheletrico umano e quello di degli animali “in generale” è quasi impossibile da trattare in questa sede, nell’articolo che state leggendo, parleremo in particolare delle analogie e delle differenze con l’apparato scheletrico di un animale a noi molto vicino: il cane. Alcune fra queste saltano subito all’occhio, altre invece sono più nascoste e minime, ma comunque degne di attenzione.

Lo scheletro

È risaputo che lo scheletro è la struttura portante del corpo di molti esseri viventi, i vertebrati, che sono così chiamati proprio perché possiedono una struttura scheletrica ossea e/o di cartilagine. Sia il cane che l’uomo hanno uno scheletro composto da molte ossa e tessuto cartilagineo. Le ossa sono numerose in entrambi gli apparati scheletrici e si differenziano per forma e funzione. Mentre nello scheletro umano adulto si trovano 206 ossa (il neonato ne ha 270 alla nascita), in quello del cane ce ne sono 319. Una particolarità dello scheletro del cane è che gli esemplari maschi possiedono un osso in più, quello del pene.

Suddivisione dello scheletro

La prima differenza fra i due animali che balza subito agli occhi è che l’uomo è bipede mentre il cane è un quadrupede. Questa differenza si riflette naturalmente nella struttura dello scheletro. Lo scheletro del cane si può suddividere in due parti: gli arti e il tronco. Quello umano, invece, in 3: ossa del capo, ossa del tronco ed ossa degli arti.

Il cranio

La scatola cranica del cane contiene un cervelloche, proporzionalmente al cranio dell’uomo, è di gran lunga più piccolo: il cervello infatti occupa nel cranio umano uno spazio di gran lunga maggiore. L’uomo però non possiede gli stessi tratti facciali del cane, che è un carnivoro e in quanto tale il suo cranio deve ospitare una dentatura diversa: il canepossiede ben 42 denti, a fronte dei 32 dell’uomo; inoltre sono più appuntiti, essendo strutturati per lacerare la carne delle prede. Il cranio allungato tipico dei cani, poi, è fatto per ospitare il suo muso, sede del suo straordinario naso, organo sensoriale privilegiato del cane. Al di sotto del cranio, in entrambi gli apparati scheletrici, ci sono la mandibola e l’ossoioide; i tipi di ossa in cui è suddiviso il cranio (parietali, zigomatiche, etc.) sono le stesse in entrambe le specie, ma si differenziano molto nella forma. Infine la differenza più grande risiede nella posizione: il cranio dell’uomo si pone verticalmente sulla colonna vertebrale, mentre quello del cane vi si pone orizzontalmente.

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La colonna vertebrale

La colonna vertebrale dell’uomo è composta da 32 vertebre, delle quali 7 sono vertebre cervicali12 toraciche5 lombari e 5 dell’osso sacro, a cui si aggiungono 4 vertebre del coccigeLa particolarità della colonna vertebrale umana è che nel coccige il numero delle vertebre varia da 4 a 6 e sono molto diverse dal resto delle vertebre della colonna: sono infatti soltanto degli “abbozzi” di vertebra e sono ciò che rimane della coda che avevano i nostri antenati primati. La colonna vertebrale del cane, invece, è composta da un numero molto più variabile di vertebre; di queste, sono cervicali13 sono toraciche7lombari e 3 sacrali, ma le vertebre coccigeepossono variare in numero da 6 a 20, a seconda della lunghezza della coda del cane. La colonna vertebrale umana, dato che siamo bipedi e il nostro corpo si estende verticalmente dal suolo, agisce come una colonna che regge tutto l’apparato; quella del cane, invece, dato che il suo corpo si estende orizzontalmente, agisce come un ponte flessibile e presenta meno curve di quella umana.

Il torace

La gabbia toracica in entrambi gli apparati scheletrici ha la funzione di proteggere gli organi vitali che sono contenuti al di sotto di essa. Lo sterno è un osso piatto che si trova esattamente al centro del torace e tramite la cartilagine è connesso alle costole. Nell’uomo lo sterno è un singolo osso a cui sono collegate 10 delle 12 paia di costole di cui è dotato; l’undicesima e la dodicesima, più corte, si estendono da una vertebra ma non giungono fino allo sterno e sono chiamate costole fluttuanti. Anche il cane possiede 12 paia di costole, di cui le ultime due paia sono fluttuanti. L’osso dello sterno, a differenza di quello umano, è suddiviso in 8 segmenti ossei collegati con parte della cartilagine delle prime 9 paia di costole.

Le spalle

Dovendo sopportare il peso in modo diverso e svolgendo le nostre braccia e le loro zampe anteriori funzioni diverse, le spalle nei due apparati scheletrici sono molto differenti. Le scapole umane permettono all’uomo di estendere le braccia al di sopra della testa, un movimento che il cane non potrà mai compiere. Le scapole sono connesse alle ossa e alle articolazioni delle braccia nell’uomo; nel cane sono connesse alle ossa delle zampe anteriori, ma permettono a queste movimenti piùampi, concedendo al cane una maggiore flessibilità ed una grande libertà di movimento.

Braccia e zampe anteriori

Le ossa nel braccio umano sono 3l’omerol’ulna e il radio. Le ultime 2 compongono l’avambraccio. Il cane ha una struttura ossea delle zampe anteriori del tutto simile e la differenzasostanziale è nella forma e nel modo in cui le articolazioni permettono i movimenti degli arti. Mentre nell’uomo, poi, le braccia sono molto più corte delle gambe, nel cane le zampe (comprese le cosce) anteriori e quelle posteriori hanno quasi la stessa lunghezza.

Gambe e zampe posteriori

Le ossa della gamba umana sono 4femoretibiaperone e la rotula, che ospita i legamenti del ginocchioIl femore umano è l’osso più lungo del nostro corpo. Anche nel cane sono presenti queste ossa, ma il femore canino non è più grande dell’omero e delle altre ossa degli arti. L’angolazione degli arti del cane permette all’animale di compiere scatti e corse con sorprendente facilità.

Mani, piedi e zampe

Pur essendo di dimensioni più piccole rispetto alle altre parti dello scheletro, le mani ed i piedi umani contengono il numero maggiore di ossa, rispettivamente 54 e 52. Queste ossa minuscole si dividono nelle mani in ossa del carpo e del metacarpo e nel piede in ossa del tarso e del metatarsoA queste devono aggiungersi le ossa delle dita, le falangi, suddivise in falangi prossimaliintermedie distaliSorprendentemente, nonostante la diversa funzione, tutte e 4 le zampe del cane  si suddividono allo stesso modo, ma la gamba posteriore del cane termina all’altezza del garretto e dunque la sua zampa posteriore è molto più lunga di quella anteriore rispetto a quanto può esserlo il nostro piede in confronto con la mano. Inoltre il pollice della nostra mano è opponibile: è la caratteristica che ci ha differenziato dal resto del mondo animale, permettendoci di utilizzare utensili. Altra caratteristica interessante è il fatto che nell’uomo il piede poggia tutta la pianta al suolo, mentre il cane poggia soltanto le falangi. La densità delle ossa negli arti posteriori dei cani è sorprendente: comparate con i femori e gli omeri umani, sono un quarto di diametro più spesse. Le ossa del cane, inoltre, sono meno porose di quelle umane.

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Differenza tra sciatalgia e finta sciatalgia

 

MEDICINA ONLINE MUSCOLO PIRIFORME SINDROME SCIATICA NERVO SCIATICO DIFFERENZE ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE INFIAMMAZIONEUna sciatica è tipicamente causata da un’ernia del disco: il nervo sciatico è composto da più radici che hanno origine nel foro tra due vertebre lombari; se una parte del disco fuoriesce e comprime una di queste radici, si proverà dolore o formicolio lungo il percorso del nervo che origina dalla radice compressa.
Le sciatalgie, inoltre, possono essere causate da:

  • problemi metabolici (es. diabete);
  • scompensi nutrizionali;
  • problemi circolatori;
  • molto più raramente, infezioni del nervo, osteofiti (artrosi) o tumori.

Quando la sciatalgia non è sciatalgia

Gli stessi sintomi di una sciatalgia possono essere causati dalla sindrome del piriforme, ovvero una contrattura del muscolo piriforme, situato tra osso sacro e femore, che comprime il vicino nervo sciatico, a tal proposito leggi: Sindrome del piriforme: sintomi, esercizi, cura e recupero

Spesso, invece, vengono diagnosticati come sciatalgie dolori che sono invece da attribuirsi a una postura o deambulazione scorrette, a causa delle quali i muscoli delle gambe devono lavorare in maniera asimmetrica: se una gamba si sforza più dell’altra, i suoi muscoli inizieranno a un certo punto a “lamentarsi”, producendo sintomi simili a quelli di una sciatalgia vera e propria. Anche la tensione della dura madre può produrre una trazione sulle radici nervose, creando sintomi simili. Infine, vi è il fattore iatrogenico: alcuni medicinali (ad esempio le statine contro il colesterolo) danneggiano il metabolismo cellulare dei muscoli, i quali possono diventare dolenti, spesso in un arto, mimando così i sintomi di una sciatalgia.

La sindrome della cauda equina

In rari casi, un’ernia del disco può essere centrale e comprimere quindi non solo i nervi che raggiungono le gambe: questa eventualità si chiama sindrome della cauda equina ed è caratterizzata da sciatalgia in entrambe le gambe con perdita della ritenzione urinaria e intestinale: questa sindrome costituisce un’emergenza chirurgica e in questo caso bisogna rivolgersi immediatamente al pronto soccorso.
Ora sai che quando avverti il tipico dolore da sciatalgia, potrebbe anche trattarsi di un altro tipo di patologia. Per questo, il nostro consiglio è quello di rivolgerti subito al tuo medico o a un esperto di chiropratica, invece di rimanere a letto in compagnia degli antidolorifici.

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Dolore che interessa una singola articolazione: cause e terapia

MEDICINA ONLINE DOLORE ARTICOLAZIONE SINGOLA VARIE OSTEOARTRITE ARTRITE ARTROSI SCHELETRO MUSCOLO TENDINE LEGAMENTO PAINIl dolore isolato a una sola articolazione viene chiamato “dolore monoarticolare”. Un’articolazione può essere semplicemente dolorosa (artralgia) o può anche essere infiammata (artrite). L’artrite causa solitamente calore, gonfiore e raramente arrossamento della pelle in corrispondenza dell’articolazione. Il dolore può manifestarsi solo quando viene mossa l’articolazione, oppure può essere presente anche a riposo. È possibile che all’interno dell’articolazione si formi del liquido (effusione). Il dolore che sembra derivare da un’articolazione a volte ha origine in una struttura all’esterno dell’articolazione, come un legamento, un tendine o un muscolo. Esempi di questi disturbi sono borsiti, tendiniti, distorsioni e strappi. I dolori causati da questi disturbi solitamente non sono considerati veri dolori articolari.

Cause

Le cause comuni dell’artrite in una singola articolazione includono:

  • artrite infettiva;
  • gotta, pseudogotta e disturbi correlati;
  • osteoartrite.

Il dolore articolare può essere il primo sintomo di un disturbo che colpisce altri organi del corpo, come una malattia autoimmune del tessuto connettivo od un’infezione di tutto il corpo. I sintomi di alcune malattie autoimmuni possono includere febbre, ulcere della bocca ed eruzione cutanea. Il dolore che si sviluppa in un’articolazione può anche essere il primo sintomo di un disturbo che in seguito colpirà molte articolazioni.

Cause comuni

A tutte le età, il trauma è la causa più comune di dolore improvviso a una singola articolazione. Nei giovani adulti che non abbiano subito traumi, la causa più comune è l’artrite infettiva (spesso causata da gonorrea che si è diffusa in tutto il corpo o nel flusso sanguigno [infezione gonococcica disseminata], in particolare se l’articolazione è calda e gonfia). Negli adulti più anziani che non abbiano subito traumi, le cause più comuni sono osteoartrite e gotta o pseudogotta (causata da cristalli nell’articolazione e quindi chiamata spesso artrite indotta da cristalli). La causa più pericolosa, ad ogni età, è l’artrite infettiva acuta. L’artrite infettiva può danneggiare le strutture all’interno dell’articolazione in poche ore, portando così a un’artrite permanente. Un trattamento rapido può ridurre al minimo il danno permanente ed evitare sepsi e decesso.

Cause meno comuni

Le cause meno comuni sono la distruzione di una parte dell’osso adiacente, causata da insufficiente afflusso di sangue (osteonecrosi), tumore articolare (come sinovite villonodulare pigmentata) e presenza di sangue nell’articolazione (emartrosi).

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Segnali d’allarme

Nei soggetti che soffrono di dolore a una singola articolazione, alcuni sintomi e caratteristiche sono fonte di preoccupazione e possono richiedere un trattamento immediato. Tra questi troviamo:

  • Dolore improvviso o acuto.
  • Arrossamento, calore o gonfiore articolare, oppure limitazione del movimento.
  • Febbre.
  • Pelle lacerata, arrossata, calda o dolorante vicino all’articolazione.
  • Presenza di un disturbo emorragico, l’uso di anticoagulanti (ad esempio, il warfarin) o un’emoglobina anomala (ad esempio, anemia falciforme).
  • Possibilità di una malattia a trasmissione sessuale (ad esempio, dovuta a relazioni sessuali non protette con un nuovo partner).

Quando rivolgersi a un medico?

Le persone che presentano segnali d’allarme devono consultare immediatamente un medico. Il medico può trattare i sintomi in modo più rapido e completo se il trattamento interviene tempestivamente in certi disturbi, quali l’artrite indotta da cristalli, l’emartrosi e l’artrite infettiva. I soggetti senza segnali d’allarme, in particolare se la causa del dolore è nota (ad esempio, se un dolore tipico è ricorrente in un’articolazione colpita dall’osteoartrite o se il dolore si manifesta dopo un trauma minore) e se i sintomi sono lievi, possono attendere alcuni giorni per verificare se i sintomi scompaiono senza intervento, prima di consultare un medico.
Il medico inizia ponendo al soggetto domande sui sintomi e sull’anamnesi. Esegue quindi un esame obiettivo. In base ai risultati dell’esame obiettivo e dell’anamnesi, il medico sarà in grado di suggerire una causa del dolore e gli esami da effettuare ( Alcune cause e caratteristiche del dolore a una singola articolazione). Durante l’anamnesi, il medico vi farà queste domande:

  • Quando è iniziato il dolore, come si è sviluppato, dove è localizzato e sua intensità.
  • Cosa migliora o aggrava il dolore (ad esempio, il movimento, gli esercizi sotto carico o il riposo).
  • Traumi precedenti o dolore articolare passato.
  • Sintomi in altre articolazioni (come gonfiore).
  • Fattori di rischio per le malattie a trasmissione sessuale e la malattia di Lyme.
  • Disturbi noti, in particolare quelli che possono causare o contribuire al dolore articolare (come l’osteoartrite, la gotta o l’anemia falciforme).

L’esame obiettivo si concentra sulle articolazioni per cercare segni di infiammazione (incluso gonfiore, calore e, raramente, arrossamento), dolorabilità, limitazione del movimento e rumore quando si muovono le articolazioni (crepitio). Il medico confronta l’articolazione colpita con quella corrispondente non colpita dal lato opposto del corpo, per individuare eventuali alterazioni meno evidenti. Il medico cerca anche segni di infezione altrove nel corpo, in particolare sulla pelle e sugli organi genitali. Diversi elementi dell’anamnesi e risultati dell’esame obiettivo suggeriscono la causa del dolore articolare: sulla base dell’esame obiettivo, il medico può determinare se la sorgente del dolore si trovi nell’articolazione o nelle strutture circostanti. Ad esempio, se un solo lato dell’articolazione sembra anormale, la sorgente del dolore è probabilmente all’esterno dell’articolazione. Sulla base dell’esame obiettivo, il medico può inoltre capire se sia presente del liquido nell’articolazione. Un’infiammazione che si sviluppa in poche ore è solitamente causata dall’artrite indotta da cristalli, in particolare se sintomi simili si sono già manifestati in precedenza. L’artrite infettiva è un’altra causa importante di artrite acuta. La febbre è spesso causata dall’artrite infettiva o dall’artrite indotta da cristalli.

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Esami

La necessità di effettuare esami dipende da ciò che rileva il medico dall’anamnesi e nel corso dell’esame obiettivo, in particolare in presenza di segnali d’allarme. I possibili esami includono:

  • Analisi del liquido articolare.
  • Radiografia.
  • Altri esami di diagnostica per immagini (TC, ecografia, risonanza magnetica…).

Di solito, il medico esamina il liquido articolare se l’articolazione è gonfia. Il medico estrae il liquido dall’articolazione sterilizzando la zona con una soluzione antisettica, quindi addormentando la pelle con un anestetico. Successivamente, viene inserito un ago nell’articolazione e viene prelevato del liquido articolare (una procedura chiamata aspirazione articolare o artrocentesi). Questa procedura non è dolorosa o causa solo un dolore lieve. Il liquido viene analizzato solitamente per cercare, fra le altre cose, i batteri che possono causare l’infezione e viene esaminato al microscopio per cercare i cristalli che causano la gotta e i relativi disturbi. A volte il medico non esamina il liquido se la causa del dolore articolare è ovvia, ad esempio, se il dolore si manifesta dopo un trauma o se il liquido si accumula ripetutamente in un’articolazione con patologie articolari croniche, come l’osteoartrite. Si può fare una radiografia, ma spesso non è necessaria nei soggetti che soffrono di artrite acuta. La radiografia non mostra anomalie dei tessuti molli o della cartilagine. Le radiografie sono più utili per diagnosticare fratture e a volte tumori ossei o osteonecrosi. La risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TC) possono mostrare anomalie di ossa, articolazioni, tendini e muscoli più in dettaglio rispetto alla radiografia. La RM o la TC vengono utilizzate per diagnosticare le anomalie ossee o articolari che potrebbero non essere evidenti alle radiografie (ad esempio, fratture dell’anca troppo piccole per essere visibili ai raggi X). La RM viene utilizzata per diagnosticare alcune anomalie dei tessuti molli, come le anomalie della cuffia dei rotatori nella spalla e le anomalie della cartilagine dei legamenti e del menisco nel ginocchio. A volte sono necessari degli esami del sangue, ad esempio, per facilitare la diagnosi o l’esclusione della malattia di Lyme.

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Trattamento

Il modo più efficace per alleviare il dolore articolare è quello di trattare il disturbo che causa il dolore. Ad esempio, si possono prescrivere antibiotici per curare l’artrite infettiva. Le ossa con fratture possono richiedere un’immobilizzazione (ad esempio con un gesso). I farmaci possono essere utilizzati anche per alleviare l’infiammazione articolare, indipendentemente dalla causa. Questi farmaci includono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) oppure, per le infiammazioni molto gravi, talvolta i corticosteroidi. Il dolore articolare senza infiammazione, indipendentemente dalla causa, può essere alleviato con i FANS, anche se il paracetamolo tende ad essere efficace e più sicuro per la maggior parte delle persone. L’immobilizzazione dell’articolazione con una stecca o una benda è utile, temporaneamente, per alleviare il dolore. Gli impacchi freddi (ad esempio, con ghiaccio) sono il trattamento migliore subito dopo un trauma e possono essere utilizzati per alleviare il dolore causato da un’infiammazione articolare. Gli impacchi caldi (ad esempio, con cuscinetti caldi) possono diminuire il dolore calmando gli spasmi dei muscoli intorno alle articolazioni. Tuttavia, si deve proteggere la pelle dal caldo e dal freddo estremi. Ad esempio, il ghiaccio si può mettere in una borsa in gomma o un sacchetto di plastica avvolto in un asciugamano, ma non va applicato direttamente sulla pelle. Inoltre, il materiale caldo e freddo deve essere applicato almeno 15 minuti alla volta, affinché possa penetrare in profondità e arrivare ai tessuti più dolorosi o infiammati. Quando il dolore intenso si è attenuato, il medico può consigliare esercizi fisioterapici per riabilitare la funzionalità della parte interessata, per recuperare o conservare l’ampiezza di movimento e rafforzare i muscoli circostanti.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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