Differenza tra costola incrinata e rotta

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA COSTOLA INCRINATA ROTTA FRATTURATA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.jpgUna costola incrinata (incrinatura costale) o rotta (costa fratturata) è quasi sempre conseguenza di un trauma diretto alla gabbia toracica, come avviene nel caso di incidenti stradali, traumi sportivi (negli sport di contatto) o incidenti domestici (cadute ed urti contro spigoli dei mobili). Nel caso della costola incrinata perfino una tosse cronica può determinare la contusione; la rottura della costa si verifica spesso anche in persone anziane, specie se soffrono di osteoporosi. L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, che provoca un forte indebolimento delle ossa. Tale indebolimento scaturisce dalla riduzione della massa ossea, che, a sua volta, è conseguenza del deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Pertanto, le persone con osteoporosi sono più predisposte alle fratture, perché hanno ossa più fragili del normale. La frattura costale può essere anche causata da lesioni neoplastiche delle costole. Un tumore maligno, con origine in una costola, indebolisce quest’ultima, rendendola più fragile e particolarmente suscettibile alle fratture.

Differenze e gravità

L’incrinatura costale è un infortunio abbastanza comune, quasi sempre di modesta gravità, in cui la costa rimane integra e rimane nella sua sede naturale. Invece la frattura costale può, in alcuni casi, rappresentare una urgenza medica, dal momento che la costa si rompe (anche in più pezzi), può spostarsi dalla sua posizione naturale, lesionare la cute e può potenzialmente causare emorragie e determinare danni gravi gli organi interni, specie i polmoni. Se la frattura alle costole è multipla, può portare all’instaurarsi di una condizione medica potenzialmente mortale, identificata con il termine “volet costale”.  A tale proposito leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

Sintomi e segni

In entrambi i casi il sintomo principale è il dolore, associato a gonfiore e formazione di un ematoma, tuttavia nel caso della costola incrinata essi sono generalmente di minore entità. Il dolore che caratterizza una costola incrinata ed una costola rotta tende a peggiorare in alcune particolari circostanze:

  • Quando il paziente respira profondamente.
  • Con la compressione della zona toracica infortunata.
  • Con i movimenti di torsione e piegatura del corpo.
  • Quando il paziente dorme dalla parte della zona traumatizzata.

Se, a causa di un dolore molto intenso, il paziente fatica a respirare in maniera normale, può sviluppare:

  • dispnea;
  • mal di testa;
  • vertigini;
  • giramenti di testa;
  • senso di stanchezza;
  • sonnolenza ricorrente;
  • ansia.

Leggi anche:  Caviglia slogata (distorsione) e gonfia: cosa fare? Fasciatura ed altri rimedi

Diagnosi

Nel dubbio se si tratti di costola incrinata, con microfratture o rotta, si procede con le indagini strumentali:

  • I raggi X. In genere, permettono di stabilire con facilità se una costola è solo incrinata oppure fratturata. Risultano poco chiari soltanto in presenza di fratture lievi, non nette.
  • La TAC. Fornisce una serie di immagini tridimensionali, che riproducono molto chiaramente l’anatomia interna del corpo.
    È molto utile per escludere la presenza di una frattura. Infatti, permette di valutare non solo le ossa della gabbia toracica, ma anche lo stato di salute dei vasi sanguigni toracici, dei polmoni e degli organi addominali che potrebbero essere stati lesionati in caso di frattura costale.
  • La risonanza magnetica nucleare (RMN). Come la TAC, è utile per valutare una vasta gamma di elementi: costole, vasi sanguigni passanti per il torace, polmoni e organi dell’addome.

Leggi anche: Ernia del disco e mal di schiena: sintomi, diagnosi e cura

Trattamento

Nel caso di costola incrinata il trattamento prevede

  • riposo;
  • applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante per almeno 15-20 minuti 3-4 volte al giorno;
  • respirare profondamente o eseguire un colpo di tosse controllato almeno una o due volte ogni ora. Serve a ridurre il rischio di polmoniti e infezioni polmonari.
  • assunzione di farmaci antidolorifici (aspirina e ibuprofene).

Nel caso di costola fratturata può invece rendersi necessario un intervento chirurgico.

Cosa NON fare in entrambi i casi

  • Non avvolgere il torace con bendaggi. In caso contrario, c’è il rischio di rendere ancora più difficile la respirazione profonda.
  • Non fumare.
  • Non eseguire movimenti improvvisi o sollevare pesi.

Per approfondire, leggi gli articoli relativi alle due patologie:

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Gabbia toracica: dove si trova, a che serve e da cosa è composta

MEDICINA ONLINE MUSCOLI DEL TORACE ANATOMIA FUNZIONI INTRINSECI ESTRINSECI DIFFERENZE COSTE COSTOLE PETTORALI TRASVERSO DIAFRAMMA SUCCLAVIO DENTATO TRAPEZIO SCAPOLA ROMBOIDE DORSALE INTERCOSTALILa gabbia toracica (a volte chiamata anche “cassa toracica“; in inglese ” thoracic cage” o “rib cage“) è una struttura anatomica ossea molto importante del corpo umano, con compiti sia strutturali che funzionali essenziali per l’organismo.

Dove si trova la gabbia toracica?

La gabbia toracica si trova nella metà superiore del corpo umano, tra collo e diaframma.

Da quali ossa e cartilagini è costituita?

La gabbia toracica è costituita dalle cartilagini costali, dallo sterno, dalle coste e dalle vertebre toraciche, così suddivise:

  • posteriormente, 12 vertebre (vertebre toraciche);
  • latero-anteriormente, 12 paia di costole (o coste);
  • anteriormente, le cartilagini costali e un osso chiamato sterno.

Ogni paio di costole origina da una delle 12 vertebre posteriori, facenti parte della gabbia toracica.  Nella parte anteriore, le coste terminano con le cartilagini costali; queste ultime rappresentano il punto d’unione con lo sterno solo per le prime 7 paia di coste superiori. Infatti, dall’ottavo al decimo paio, le singole costole si uniscono (sempre tramite cartilagine) alla costa superiore (quindi le ottave alle settime, le none alle ottave ecc); mentre dal decimo al dodicesimo paio, sono libere.
Tra le costole ci sono numerosi muscoli, noti come muscoli intercostali. I muscoli intercostali consentono alla gabbia toracica di espandersi durante gli atti respiratori; pertanto giocano un ruolo fondamentale per l’introduzione dell’aria nei polmoni.

Leggi anche: Differenza tra costola incrinata e rotta

Costole vere, spurie, fluttuanti

Le prime sette coste dall’alto verso il basso, sono dette costole vere e si uniscono direttamente allo sterno,l’ottava, la nona e la decima sono coste spurie (o false) , raggiungono lo sterno tramite la cartilagine che va prima a formare un tratto comune e poi a legarsi allo sterno, mentre le ultime due paia non sono unite allo sterno, per tale motivo sono dette fluttuanti.

Leggi anche: Frattura costale multipla, volet costale e pneumotorace

A che serve la gabbia toracica?

La gabbia toracica ha principalmente compito strutturale e funzionale alla respirazione, inoltre protegge meccanicamente organi interni importanti come cuore e polmoni, ma non solo: in essa sono anche contenute le porzioni toraciche dell’esofago, della trachea e dell’aorta. La gabbia toracica inoltre affianca il diaframma nel partecipare ai movimenti respiratori: traumi alla gabbia toracica possono rendere difficoltosa o addirittura impedire la normale respirazione.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Cos’è una costa? Differenza tra costole e coste

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma COSE COSTA DIFFERENZA COSTOLE COSTE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgParlando con un paziente, mi è capitato di usare il termine “costa” e di notare come il mio interlocutore non avesse capito a quale parte del corpo mi stessi riferendo; tale evento mi fornisce l’occasione di chiarire il concetto.

Cos’è una costa?
In campo medico il termine “costa” è semplicemente sinonimo di “costola”, cioè una delle 24 ossa affusolate e ricurve della vostra cassa toracica.

Che differenza c’è tra una “costa” ed una “costola”?
Nessuna: come appena affermato, costa e costola sono sinonimi ed indicano la medesima cosa.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Chilotorace: cause, sintomi e trattamento

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA DRENAGGIO TORACE GABBIA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARIIl chilotorace è la presenza di una raccolta di liquido linfatico nel cavo pleurico.

Cause

La cause più comuni sono la rottura del dotto toracico per cause spontanee o traumatiche e il linfoma. Può essere dovuto anche a:

  • malformazioni congenite del dotto o secondario a ostruzioni del dotto stesso,
  • conseguenze di tumori del mediastino,
  • linfangite,
  • filariasi linfatica,
  • tubercolosi,
  • sarcoidosi,
  • embolia,
  • trombosi delle grandi vene.

Segni e sintomi

La condizione può essere asintomatica nel caso di piccoli versamenti. Con versamenti copiosi il paziente può presentare dispnea, malnutrizione e immunodepressione.

Esami di laboratorio e strumentali

Si forma lentamente ed è quindi difficilmente visualizzabile mediante radiografia del torace nelle fasi iniziali. La toracentesi mostra tipicamente un liquido lattescente, talvolta ematico, e le analisi di laboratorio mostrano un’alta concentrazione di trigliceridi, in particolare sotto forma di chilomicroni. In particolare una concentrazione di trigliceridi superiore a 110 mg/dl è diagnostica.

Trattamento

Il trattamento è conservativo e si basa sul drenaggio del liquido e sulla nutrizione parenterale, con risoluzione entro due settimane. Se dopo 14 giorni lo stillicidio prosegue il paziente può essere destinato all’intervento chirurgico.

Prognosi

Se non trattato è mortale nel 50% dei casi, ma con una precoce diagnosi e una pronta terapia la mortalità si riduce a meno del 10%.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Asma bronchiale in bambini e adulti: cause, sintomi e cura

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ASMA BRONCHIALE BAMBINI ADULTI SINTOMI CURE Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Pene.jpgL’asma bronchiale è una patologia infiammatoria cronica dei bronchi, caratterizzata da ostruzione generalmente reversibile delle vie aeree inferiori spesso in seguito a sensibilizzazione da parte di allergeni, il cui sintomo principale è rappresentato da episodi di respiro sibilante e fischiante associato a dispnea (difficoltà respiratoria), senso di costrizione toracica e tosse. In alcuni casi l’ostruzione bronchiale può essere irreversibile. E’ una patologia conosciuta fin dai tempi dell’Antico Egitto, anche se è stato Ippocrate di Coo intorno al 450 a.C. a studiarla a fondo per primo: a lui si deve l’etimologia di “asma” che deriva da “ansimante”.

Leggi anche:

Quanto è frequente l’asma bronchiale tra i bambini?
In età prescolare è purtroppo molto frequente (fino al 45% dei bambini sotto i sei anni) riscontrare la sua caratteristica principale, cioè il respiro sibilante, anche nei bambini non allergici, caratterizzato da tosse e sibilo o affanno solo in occasione di un comune raffreddore; si dice in gergo che “il raffreddore scende nel petto del bambino nell’arco di uno-due giorni“. Questi bambini hanno un diametro piccolo dei bronchi, sono in genere destinati a non ripresentare il sibilo in età scolare, con la crescita dei bronchi, pertanto non vengono definiti asmatici.
Viceversa, quando gli episodi di ostruzione bronchiale e di sibili espiratori continuano o iniziano dopo i 5 anni di età e si manifestano anche al di fuori dei raffreddori (ad es. durante lo sforzo o in ambienti polverosi), si può parlare di una vera e propria asma bronchiale che, nella grande maggioranza dei casi, è di origine allergica. L’asma bronchiale è una patologia molto diffusa: in Italia colpisce il 10% dei bambini sopra i sei anni.

Leggi anche: Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni

Quanto è frequente l’asma bronchiale tra gli adulti
Attualmente si stima che circa 300 milioni di persone siano affette da asma nel mondo, e che circa 250.000 persone muoiano ogni anno a causa di tale malattie. Le cifre variano tra una nazione all’altra con una prevalenza tra l’1% e il 18%. È più comune nei paesi sviluppati ed industrializzati rispetto ai paesi in via di sviluppo.

Leggi anche: Differenza tra inspirazione e espirazione: l’atto respiratorio

Chiarezza dei termini
Capita spesso che nel linguaggio comune la parola “asma” venga utilizzata come sinonimo di “dispnea” o “mancanza di respiro”, anche se di origine completamente diversa dal vero asma bronchiale: ad esempio nella vecchia definizione dello scompenso cardiaco acuto si parlava appunto di “asma cardiaco” che nulla ha a che fare con l’infiammazione dei bronchi. Pertanto, a differenza della definizione riportata nei testi degli anni settanta e ottanta, che facevano riferimento unicamente alle modificazioni funzionali e quindi al broncospasmo, l’attuale definizione sottolinea il ruolo determinante dell’infiammazione nella genesi dei sintomi e delle alterazioni funzionali. Questo dato ha un risvolto terapeutico importante ponendo i farmaci antinfiammatori come cardine della terapia dell’asma.

Asma bronchiale: cenni di fisiopatologia
L’asma può essere una conseguenza della sindrome rinobronchiale delle alte vie aeree. La principale alterazione fisiopatologica che determina lo stato funzionale e la sintomatologia del paziente asmatico è la riduzione del calibro delle vie aeree indotta da sei meccanismi fondamentali:

  1. contrazione della muscolatura liscia bronchiale,
  2. edema (gonfiore della mucosa che riveste i bronchi) e infiammazione con conseguente congestione della parete bronchiale,
  3. ipersecrezione di muco (catarro bronchiale),
  4. rimodellamento delle vie aeree,
  5. perdita dell’epitelio,
  6. iperreattività bronchiale.

In presenza di asma, a livello bronchiale si verifica un’iperreattività della muscolatura liscia, regolata dall’azione del sistema nervoso parasimpatico attraverso il nervo vago. Nel corso dell’infiammazione bronchiale, i mastociti, gli eosinofili ed i linfociti T rilasciano mediatori chimici che agiscono direttamente su: muscolatura, ghiandole e capillari. Durante una crisi asmatica, l’aria inspirata raggiunge gli alveoli, ma la presenza di ostruzione bronchiale ne impedisce la fuoriuscita con l’espirazione. Quindi, l’aria può entrare, ma non può uscire dagli alveoli.

Leggi anche: Tumore al polmone in chi non fuma: da cosa viene causato?

Asma bronchiale: cosa avviene quando viene inalato un allergene?
Quando un allergene viene inalato, induce nei bronchi una serie di reazioni in sequenza che portano alla crisi asmatica. Quali sono queste tappe? Leggi questo articolo per scoprirlo: Cosa avviene quando viene inalato un allergene?

Quali sono le cause di asma bronchiale in bambini ed adulti?
Tra le cause d’asma, le principali sono:

  • Sensibilizzazione allergica a polvere, muffe, pelo di alcuni animali (gatto, cane, cavallo), pollini, graminacee, parietaria, olivo. Raramente causano episodi asmatici alcuni alimenti (es. latte vaccino, l’uovo, il pesce) e additivi alimentari.
  • Infezioni, soprattutto nei bimbi più piccoli. Le infezioni, in particolare quelle virali, sono la causa principale di asma nei primi anni di vita. La maggior parte dei bambini asmatici presenta i sintomi prevalentemente durante il periodo autunnale e invernale, quando la diffusione delle infezioni delle vie respiratorie è particolarmente elevata.
  • Condizioni ambientali avverse. I bambini che frequentano ambienti particolarmente inquinati, non puliti, polverosi, o che hanno uno o entrambi i genitori fumatori, sono maggiormente esposti all’asma.
  • L’attività fisica. Più della metà dei bambini sofferenti di asma bronchiale può presentare tosse o affanno durante l’attività fisica (asma da sforzo). Il bambino affetto da asma da sforzo non ha controindicazioni ad eseguire l’attività sportiva: in molti casi è sufficiente raggiungere un buon controllo dei sintomi asmatici per ottenere la scomparsa della tosse da sforzo. Esistono inoltre farmaci che, somministrati alcuni minuti prima dell’attività fisica, consentono un idoneo controllo dell’asma da sforzo.

Leggi anche: Perché ci viene la febbre e perché non dobbiamo aver paura di lei

Fattori di rischio ambientali e genetici per l’asma bronchiale
A tale proposito vi consiglio la lettura di questo articolo: Asma bronchiale: fattori di rischio ambientali e genetici

Quali sono i sintomi di asma bronchiale?
In genere il bambino comincia a presentare attacchi di tosse secca e stizzosa, a riposo o durante il gioco o la corsa. In alcuni casi la sintomatologia è marcata a causa dello spasmo dei bronchi, si percepiscono fischi e sibili durante l’espirazione dell’aria ed il bambino avverte difficoltà respiratoria. Sintomi simili sono presenti in età adulta. Durante il recupero da un attacco asmatico, può apparire pus come causa del coinvolgimento di alti livelli di globuli bianchi chiamati eosinofili.

Leggi anche: Febbre alta: quando rivolgersi al medico

Quando sono più frequenti i sintomi di asma bronchiale?
Solitamente i sintomi tendono a peggiorare di notte e alla mattina presto. Alcune persone asmatiche sperimentano i tipici sintomi in risposta a determinati fattori causali, mentre altri possono presentarli in modo persistente.

Diagnosi di asma bronchiale
Molti genitori non riescono ad individuare subito la presenza dell’asma nel loro bambino. A volte riportano di avere sentito il fischio, ma più frequentemente la diagnosi viene dalla visita del pediatra che riscontra la presenza di sibili in un bambino condotto dai genitori per via di una tosse secca e insistente. Una conferma clinica del sospetto di asma è data dal riscontro di un immediato miglioramento della respirazione che si verifica con la somministrazione di farmaci dilatatori dei bronchi. Spesso, se sollecitati i genitori riferiscono che il bambino presenta la tosse quando ride o gioca o fa attività fisica (asma da sforzo).  Una conferma ulteriore della diagnosi è possibile tramite l’esecuzione di un esame che analizza la quantità di aria che il bambino riesce a emettere con un forte soffio. In termini più tecnici l’esame è noto con il nome di spirometria e in generale è eseguibile intorno ai 5-6 anni. L’esecuzione delle prove allergiche consente di verificare la presenza di eventuali sensibilità del bambino asmatico verso sostanze (dette allergeni) contenute nell’ambiente o più raramente negli alimenti. Continua la lettura sulle tecniche di diagnosi per l’asma bronchiale con questo articolo: Asma bronchiale: spirometria e diagnosi differenziale

Come si cura l’asma bronchiale?
La terapia per curare l’asma è farmacologica. Tuttavia è indispensabile tenere sotto controllo i fattori ambientali. È inoltre indispensabile che la tecnica di assunzione dei farmaci somministrati per inalazione sia spiegata e verificata alle visite di controllo. Sono infatti numerosi gli errori tecnici nella somministrazione. Per il successo della terapia è indispensabile che il bambino e i genitori conoscano la malattia, seguano il percorso terapeutico che il medico ha prescritto ed eseguano dei regolari controlli dal medico curante.

  • La terapia farmacologica. I medicinali vanno somministrati soltanto dopo aver consultato un medico. I farmaci anti-asmatici in commercio sono impiegati sia per la cura della crisi asmatica, sia per la prevenzione dei successivi episodi. Esistono diverse categorie di farmaci anti-asmatici in commercio. Negli ultimi decenni abbiamo progressivamente assistito alla sostituzione della via di somministrazione dei farmaci per l’asma da quella classica (orale), a quella inalatoria. Gli stessi farmaci che vengono somministrati per bocca infatti possono raggiungere direttamente le vie aeree tramite la tecnica inalatoria che consente di ottenere un’azione più mirata e minori effetti secondari. Gli strumenti per l’inalazione dei farmaci sono rappresentati dagli apparecchi nebulizzatori, dagli spray dosati e dalle polveri.
  • La immunoterapia desensibilizzante. L’obiettivo della immunoterapia desensibilizzante (ITS) è quello di eliminare o attenuare la sensibilizzazione allergica verso una specifica sostanza (allergene) attraverso la periodica somministrazione dello stesso allergene. La somministrazione può essere effettuata per bocca o per via iniettiva, sottocutanea: l’applicazione sottocutanea non è esente da rischi di reazioni avverse. Non esistono a tutt’oggi prove scientifiche tali da consigliarne un largo impiego, specie in età pediatrica. Attualmente il ricorso alla immunoterapia va preso in considerazione solo nei casi di allergia verso una sola sostanza oppure quando si osservi una stretta correlazione fra esposizione ad un allergene e comparsa dei sintomi respiratori.

Leggi anche:

Obiettivo del trattamento dell’asma bronchiale
L’obiettivo del trattamento dell’asma è quello di raggiungere e mantenere il controllo delle manifestazioni cliniche della malattia, per periodi prolungati. Cioè soddisfare i seguenti punti:

  • Nessun (o minimi) sintomo/i cronico/i.
  • Nessuna (o al massimo rare) riacutizzazione/i.
  • Nessuna visita di emergenze o ricovero per asma.
  • Nessun (o minimo) bisogno di uso addizionale di ß2 – agonisti per il sollievo dei sintomi.
  • Nessuna limitazione durante l’esercizio fisico.
  • Variazione giornaliera del PEF < del 20%.
  • Funzione polmonare normale o al meglio possibile.
  • Nessuno (o minimi) effetto/i collaterale/i dei farmaci.

Per raggiungere questo obiettivo le linee guida raccomandano di sviluppare un piano di assistenza organizzato in modo da raggiungere alcuni traguardi:

  1. Sensibilizzare il paziente a sviluppare uno stretto rapporto di collaborazione con il medico.
  2. Identificare e ridurre l’esposizione ai fattori di rischio.
  3. Gestire una riacutizzazione di asma.
  4. Assumere correttamente i farmaci.
  5. Capire la differenza che c’è tra i farmaci antiasmatici “di fondo”, da assumere continuamente, e i farmaci “al bisogno”, da prendere solo dinanzi ad una reale necessità.
  6. Monitorare lo stato di salute interpretando i sintomi e, se possibile, misurare il picco di flusso espiratorio (PEF).
  7. Riconoscere i segni premonitori delle crisi asmatiche e prendere i dovuti provvedimenti.
  8. Ricorrere prontamente al medico in caso di necessità.

Leggi anche: Enfisema polmonare: sintomi, tipi, cause, diagnosi, terapia e complicazioni

Agenti che possono causare esacerbazione dell’asma
Alcuni individui presentano asma stabile per settimane o mesi e poi improvvisamente sviluppano un episodio di asma acuto. Individui diversi reagiscono in modo diverso a diversi fattori. La maggior parte delle persone sviluppano grave esacerbazione per via di un certo numero di agenti scatenanti. Gli agenti che possono portare alla riacutizzazione dell’asma includono principalmente:

  • polvere,
  • peli di animali (in particolare di gatto e cane),
  • allergeni,
  • scarafaggi,
  • muffa,
  • profumi.

E’ importante ricordare che sia le infezioni virali che batteriche del tratto respiratorio superiore possono peggiorare la malattia. Lo stress psicologico può peggiorarne i sintomi, si pensa che lo stress alteri il sistema immunitario e quindi aumenta la risposta infiammatoria delle vie aeree agli allergeni e agli irritanti.

Leggi anche: Febbre dopo vaccino: come curarla e quanto dura?

Asma bronchiale: l’importanza di eseguire controlli periodici
È di fondamentale importanza che ai genitori venga ben chiarito che un corretto trattamento dell’asma, farmacologico e ambientale, consente al bambino di stare bene, di non sentirsi diverso dai coetanei potendo svolgere le loro stesse attività con i migliori risultati. È dimostrato che il successo viene raggiunto in particolare dai pazienti che eseguono regolari controlli clinici, non solo in occasione della ricomparsa dei sintomi, concordati con il pediatra.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!

Alveoli polmonari: cosa sono e che funzioni svolgono?

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma ALVEOLO POLMONARE COSA SONO FUNZIONI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.pngGli alveoli sono delle piccole cavità polmonari che fanno parte del parenchima polmonare. Nell’albero respiratorio si trovano in posizione terminale, dopo i bronchioli polmonari, coi quali costituisce l’elemento base dell’architettura del polmone, il lobulo polmonare.

La funzione principale degli alveoli polmonari è quella di creare un ambiente anatomico idoneo a permettere gli scambi di gas tra sangue e atmosfera. A tale scopo gli alveoli presentano un’estesa superficie parietale, molto elastica, che serve loro ad aumentare l’area per gli scambi gassosi. All’interno degli alveoli il sangue si arricchisce dell’ossigeno contenuto nell’aria inspirata e si “libera” dell’anidride carbonica prodotta dai tessuti.

Leggi anche: Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni

MEDICINA ONLINE POLMONI LUNGS APPARATO RESPIRATORIO SISTEMA DIFFERENZA TRACHEA VIE AEREE SUPERIORI INFERIORI TRACHEA BRONCHI BRONCHILI TERMINALI ALVEOLI POLMONARI RAMIFICAZIONI LOBI ANATOMIA FUNZIONI

Circondati da pareti elastiche, gli alveoli sono separati l’uno dall’altro dai cosiddetti setti alveolari; queste strutture divisorie sono fondamentali, perché amplificano enormemente la superficie per gli scambi gassosi, consentendo una miglior ossigenazione sanguigna.
Un insieme di alveoli forma il cosiddetto acino polmonare; l’acino polmonare, o più semplicemente acino, risiede all’estremità di un bronchiolo terminale; i bronchioli terminali sono le ramificazioni ultime delle vie aeree inferiori, le quali iniziano dalla trachea e proseguono con i bronchi primari, i bronchi secondari, i bronchi terziari, i bronchioli e, appunto, i bronchioli terminali.
Un gruppo di più acini polmonari e di più bronchioli terminali costituisce la più piccola struttura polmonare visibile a occhio nudo: il lobulo. Nel lobulo polmonare, si possono riconoscere acini più interni, detti centrali, e acini periferici, detti distali.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su Mastodon, su YouTube, su LinkedIn, su Tumblr e su Pinterest, grazie!

Differenza tra ventilazione polmonare e alveolare: spazio morto anatomico e fisiologico

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma DIFFERENZA VENTILAZIONE POLMONARE ALVEOLARE  Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano.gifLa ventilazione polmonare corrisponde al volume che entra o esce dal naso (o dalla bocca) ad ogni singolo atto respiratorio (è anche detto volume corrente e di media corrisponde a 0,5 l).

Leggi anche: Parametri della spirometria: capacità, volumi, rapporti e flussi

Si definisce invece ventilazione alveolare il volume che entra o esce dagli alveoli in un singolo atto respiratorio. Detto volume è il volume funzionalmente rilevante ed è diverso e inferiore rispetto al volume corrente. Parte del volume inspirato infatti non arriva agli alveoli ma si ferma a riempire le vie aeree che non effettuano scambi aria-sangue e viene espulsa senza poter essere utilizzata nella successiva espirazione.

Leggi anche: Differenza tra inspirazione e espirazione: l’atto respiratorio

La differenza tra ventilazione polmonare e ventilazione alveolare è definita spazio morto anatomico e indica il volume delle vie non scambianti ossigeno col sangue. In genere corrisponde a 140 ml nell’uomo di 70 kg, circa 2ml per kg di peso corporeo. Per aumentare l’aria respirata è più vantaggioso immettere nei polmoni volumi maggior facendo respiri più profondi che fare respiri più frequenti: lo spazio morto rimane costante. Lo spazio morto anatomico può essere misurato col metodo di Fowler.

Leggi anche:

Oltre allo spazio morto anatomico può esistere uno spazio morto fisiologico che viene ventilato ma non perfuso. Questo comprende lo spazio morto anatomico e gli alveoli che non vengono perfusi e quindi non possono scambiare gas con il sangue. Se nello spazio morto fisiologico non si può scambiare gas con il sangue, chiaramente assistiamo a una situazione in cui la concentrazioni di ossigeno e co2 nello spazio morto rimangono costanti.

Leggi anche:

Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o unisciti al nostro gruppo Facebook o ancora seguici su Twitter, su Instagram, su YouTube, su LinkedIn e su Pinterest, grazie!

Apparato respiratorio: anatomia in sintesi, struttura e funzioni

MEDICINA ONLINE Dott Emilio Alessio Loiacono Medico Chirurgo Roma APPARATO RESPIRATORIO ANATOMIA SINTESI Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata  Macchie Capillari Ano Pene.jpgL’apparato respiratorio è costituito da un gruppo di organi altamente specializzati che ha il principale – ma non esclusivo – compito di rifornire di ossigeno le cellule e di eliminare l’anidride carbonica prodotta dall’ossidazione delle sostanze organiche. Nell’uomo esso è costituito dalle vie aeree, dai due polmoni e dalla pleura interna ed esterna. Le vie aeree sono formate dal naso esterno (fosse nasali e cavità nasali), dalla faringe, dalla laringe, dalla trachea, dai bronchi e dai bronchioli. Il polmone destro, più voluminoso, è suddiviso in tre lobi, mentre il sinistro è suddiviso solo in due lobi per far spazio all’apice (punta) del cuore. L’inspirazione, l’espirazione e la breve pausa che si verifica fra i due movimenti costituiscono un atto respiratorio. Ogni atto respiratorio comporta una serie di cambiamenti nella gabbia toracica dove sono alloggiati i polmoni e nella posizione del diaframma, un muscolo piatto che separa il torace e l’addome.

Leggi anche:

Funzione dell’apparato respiratorio
La funzione principale del sistema respiratorio è quella di garantire la corretta ossigenazione del nostro sangue e l’eliminazione della CO2 che possediamo in eccesso. Poiché questi gas devono entrare nel circolo ematico o da questo devono essere espulsi le vie respiratorie necessariamente accoppiano ventilazione e perfusione. Il processo meccanico definito comunemente respirazione prende il nome di ventilazione polmonare, mentre il termine respirazione indica l’intero processo che va dall’immissione di ossigeno alla sua utilizzazione per l’ossidazione dei substrati e la conseguente produzione di energia. Le vie aeree hanno lo scopo di distribuire il flusso d’aria su una superficie di 70 m2 circa per un uomo di 70kg.

Leggi anche:

Anatomia e funzioni delle singole parti del sistema respiratorio
Le vie aeree si dividono in superiori e inferiori. Delle vie aeree superiori fanno parte:

  • le cavità nasali, che hanno il compito di umidificare l’aria e portarla circa a una temperatura uguale a quella corporea. Forniscono circa il 50% della resistenza al flusso, inoltre si comportano come un filtro e bloccano le particelle di diametro superiore a 10 micrometri.
  • La faringe. Essa non è solo una via di passaggio ma grazie a numerosi aggregati linfocitari fornisce una protezione attiva contro gli agenti infettivi.
  • La laringe che contiene l’organo della fonazione e la glottide(che può essere volontariamente occlusa).

Leggi anche:

le vie aeree inferiori originano sotto l’anello della cartilagine cricoide e si dividono in:

  • trachea, un condotto cilindrico che è formato da una struttura membranosa tesa tra anelli cartilaginei di sostegno strutturale, non collassabile.
  • Bronchi, che originano in numero di due, uno per lato, e costituiscono i condotti in cui termina la trachea. penetrati nel polmone si arborizzano diventando bronchi lobari, lobulari e dando ramificazioni sempre minori; la sezione delle 2 ramificazioni figli è pero complessivamente maggiore della sezione del bronco da cui originano. Per dieci ordini id ramificazione(che avvengono ad angolo acuto), fino al diametro di 1 micrometro, i bronchi conservano nella loro parete placche cartilaginee che conferiscono una certa rigidità strutturale. Al disotto di questo diametro i bronchi prendono il nome di bronchioli e divengono collassabili dalla pressione. Dopo sei ordini di ramificazioni (a T) nei bronchioli iniziano a comparire, lungo la parete sporadici alveoli. Le successive ramificazioni prendono il nome di bronchioli terminali(o respiratori). Questi ultimi continuano a dividersi fino a generare dotti alveolari, ovvero bronchioli la cui superficie è cosparsa di alveoli. Nel polmone sono individuabili unità morfofunzionali definite unità respiratorie formate da decine di bronchioli respiratori e di conseguenza alcune migliaia di alveoli. Queste sono individuabili in numero di circa 60000 per polmone. L’albero bronchiale è dotato di una propria innervazione attribuibile al sistema simpatico. È ricco di terminazioni sensitive che rispondono a stimoli quali agenti irritanti (l’ipersensibilizzazione causa l’asma). Inoltre è innervata la circolazione nutrizionale bronchiale e il sistema muscolare. Il sistema muscolare bronchiale risponde agli stimoli costringendosi e aumentando la resistenza al flusso(è ad esempio l’effettore dell’asma), a stimoli opposti in maniera opposta. La circolazione bronchiale deriva dalle arterie bronchiali dell’aorta toracica e costituisce l’apporto nutrizionale del sistema bronchiale. Esistono alcuni shunt anastomotici tra la circolazione polmonare e quella bronchiale ma nel soggetto normale non sono significativi.
  • Alveoli. Sono deputati allo scambio di ossigeno tra aria e sangue; tale scambio avviene per diffusione passiva, che è molto facilitata visto che la barriera aria sangue nei polmoni è spessa circa 0,15 micrometri. (ricordiamo che secondo la legge di fick la diffusione avviene in modo inversamente proporzionale alla distanza). La barriera aria sangue è composta dall’accollamento di cellule laminari dell’endotelio capillare e pneumociti (anch’essi con medesima struttura laminare e nucleo protrudente nel lume) e dalla membrana basale tra i due strati cellulari. Le concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica sono all’equilibrio dopo 0,2 secondi. Il tempo di transito del sangue è di circa 0,8 secondi, più che sufficiente. In questo tempo transita la gittata sistolica di sangue, circa 70 ml(fino a 200 ml sotto sforzo: il limitato aumento di gittata fa si che le richieste metaboliche di O2, che sotto sforzo aumentano anche di sei volte, vengano soddisfatte aumentando il prelievo dall’emoglobina, che funge anche da riserva), distribuita su una superficie capillare circa uguale a quella alveolare. Si ritiene che la grande estensione della superficie non sia funzionale all’ossigenazione del sangue quanto alla distribuzione della gittata cardiaca in vasi di piccole dimensioni, quelle di un eritrocito, perfettamente ossigenabili.Ogni alveolo polmonare ha la parete costituita da un epitelio pavimentoso semplice e da uno strato connettivale ricco di capillariL’epitelio alveolare è costituito, oltre che da macrofagi, da due particolari tipi di cellule: gli pneumociti di I e di II tipo:
  1. pneumociti di tipo I sono cellule appiattite strutturali. Sono definiti anche piccole cellule alveolari, ricoprono circa il 90% della superficie alveolare totale. Sono cellule piccole, sottili, le quali si sviluppano come un sottile film che ricopre la superficie dell’alveolo. Gli pneumociti di tipo I aderiscono alla superficie dei vasi capillari tramite la membrana basale, permettendo la diffusione e lo scambio dei gas.
  2. pneumociti di tipo II sono anche detti cellule di Clara. Sono cellule presenti a livello dei bronchi lobulari e bronchioli intralobulari nel parenchima polmonare. Il loro ruolo è quello di secernere materiale sieroso che mantenga fluido il materiale mucoso prodotto dalle cellule caliciformi mucipare ad azione surfactante che va a ricoprire la superficie dell’epitelio dei bronchi e degli alveoli polmonari.

Leggi anche:

Il percorso dell’aria dentro il nostro corpo

  1. L’aria entra nel naso dalle narici e percorre le cavità nasali tappezzati internamente dal muco che ha la funzione di inumidire l’aria e di trattenere microbi e polvere. E’ possibile inspirare con la bocca, azione che si compie normalmente quando si è molto raffreddati, ma in questo caso viene a mancare la funzione di protezione da microbi e polvere.
  2. Le pareti delle cavità nasali sono fittamente intrise da capillari sanguigni e rivestite di piccoli peli: l’aria viene riscaldata a contatto con i capillari e filtrata dai peli.  L’aria entra poi nella faringe, un organo che nella parte inferiore comunica, posteriormente con l’esofago e anteriormente con la laringe. La faringe è anche un organo dell’apparato digerente e in essa l’aria e il cibo possono essere presenti contemporaneamente.
  3. Attraversata la laringe, l’aria passa nella trachea un tubo flessibile cosparso internamente di ciglia che muovendosi dal basso verso l’alto contribuiscono ad espellere eventuali impurità e corpi estranei.
  4. L’aria passa nei bronchi, nei bronchioli e negli alveoli.
  5. Nell’alveolo polmonare avvengono gli scambi gassosi fra aria e sangue. L’insieme dei 300 milioni di alveoli polmonari costituisce i polmoni, organini spugnosi ed elastici.
  6. L’aria compie a ritroso il percorso per poi venire espulsa all’esterno dell’organismo.

Leggi anche:

Lo staff di Medicina OnLine

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi essere aggiornato sui nostri nuovi post, metti like alla nostra pagina Facebook o seguici su Twitter, su Instagram o su Pinterest, grazie!