Posizione di Trendelenburg inversa: cos’è e quando è consigliata

MEDICINA ONLINE posizione di Trendelenburg INVERSA REVERSE DECUBITO PRONO SUPINO LATERALE SICUREZZA SIGNIFICATO POSIZIONE LETTO STESI TERRA VISITA LETTINO SDRAIATO CHE SIGNIFICA DIFFERENLa posizione di Trendelenburg inversa, anche definita anti Trendelenburg, è una posizione applicata in campo sanitario, che in determinati casi può agevolare le condizioni del paziente o ridurre le complicanze legate a determinate patologie. È opposta alla posizione di Trendelenburg.

Viene praticata nei letti ospedalieri articolati e prevede l’inclinazione a 25-30° del letto in modo tale che la testa e il torace risultino su un piano superiore rispetto a quello dei piedi (paziente supino).

Ha benefici sul cranio per la contro estensione delle lesioni della colonna vertebrale; favorisce il drenaggio chirurgico delle raccolte pleuriche e delle fistole. Viene utilizzata nei pazienti in sala operatoria a seconda delle necessità.

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Differenza tra Trendelenburg e Trendelenburg inversa

MEDICINA ONLINE posizione di Trendelenburg INVERSA REVERSE DECUBITO PRONO SUPINO LATERALE SICUREZZA SIGNIFICATO POSIZIONE LETTO STESI TERRA VISITA LETTINO SDRAIATO CHE SIGNIFICA DIFFERENZA PANCIA IN SU IN GIU

Posizione di Trendelenburg inversa

In entrambi i casi il paziente è in posizione supina (sdraiato, con pancia in alto) ed inclinato, ma nella posizione di Trendelenburg, o posizione anti-shock il capo è situato inferiormente a ginocchia e bacino, in modo da favorire l’afflusso di sangue a cuore e cervello; invece la posizione di Trendelenburg inversa è l’opposto: la testa e il torace risultano su un piano superiore rispetto a quello dei piedi dando benefici al cranio per la contro estensione delle lesioni della colonna vertebrale e favorendo il drenaggio chirurgico delle raccolte pleuriche e delle fistole.

Entrambe le posizioni possono essere utilizzate in varie situazioni mediche, sia diagnostiche che chirurgiche.

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Ectopia: cosa significa, differenti tipologie, sintomi e cure

MEDICINA ONLINE SURRENE RENE ANATOMIA FUNZIONI PATOLOGIE SINTESICon il termine “ectopia” si intende in medicina la localizzazione di un organo o di un tessuto in una sede anatomicamente diversa rispetto a quella fisiologica, dovuta ad un’anomalia congenita che porta a malformazione creatasi durante lo sviluppo dell’embrione. Il fenomeno può colpire differenti sedi e, in base a queste, se ne possono distinguere varie tipologie. I sintomi dipendono dall’organo interessato e quindi dalla localizzazione del problema. Le cure sono differenti e, in alcuni casi, è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico.

Le tipologie
Le tipologie dell’ectopia si distinguono in: renale, testicolare, lentis, cordis, tiroidea. C’è, inoltre, la cosiddetta gravidanza ectopica. In quella renale, il rene rimane sullo stesso lato, ma si trova in una posizione scorretta. L’organo può anche migrare nell’altro lato (ectopia crociata renale). Si può avere pure la presenza di un unico rene di grandi dimensioni, che deriva dalla fusione di entrambi gli organi.
In quella testicolare, il testicolo può trovarsi vicino al femore, nella piccola pelvi, nell’inguine o alla base della coscia. L’ectopia lentis riguarda il cristallino dell’occhio. Nella cordis il cuore fuoriesce dal torace e si situa nel collo o nella cavità addominale.
Nel caso di quella tiroidea, si ha a che fare con un abbozzo di tiroide, che, generalmente, si ritrova nella zona sublinguale.
Si può avere anche un processo che interessa il collo dell’utero, che è definito con il nome comune di piaghetta. Si tratta di una estroflessione verso l’esterno del tessuto che riveste la mucosa endocervicale. Il disturbo si verifica quando una parte del tessuto che riveste il canale cervicale va ad impiantarsi su un altro epitelio, quello vaginale.
La gravidanza ectopica si ha quando l’impianto dell’embrione avviene in altre sedi, che non corrispondono alla cavità uterina, quindi la cervice uterina, le tube, le ovaie, gli organi addominali; si tratta della gravidanza extrauterina, a tal proposito leggi: La gravidanza extrauterina: come riconoscere i sintomi e intervenire
C’è anche l’ectopia ventricolare, che si differenzia dal significato, che in genere si attribuisce al problema. Nello specifico, si tratta di extrasistoli, dei battiti anomali del cuore, che interrompono il ritmo sinusale. Si possono manifestare come palpitazioni o come senso di cuore in gola.

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I sintomi
A volte non ci sono sintomi dell’ectopia. Tutto dipende, comunque, dalla parte del corpo interessata. Per esempio, in alcuni casi la tiroidea può determinare dei disturbi patologici e a volte ci può essere un’associazione del disturbo con altri problemi, come le patologie circolatorie, le infezioni, le flogosi croniche o le neoplasie.
Nel caso della piaghetta del collo dell’utero, il fastidio può essere intimo e può consistere nella leucorrea, perdite bianche, o in quelle di sangue durante i rapporti sessuali oppure tra un ciclo mestruale e l’altro. E’ il cosiddetto spotting.
Le infiammazioni che ne conseguono potrebbero portare anche allo sviluppo di lesioni precancerose.

Le cure
Per ciò che riguarda le cure dell’ectopia, bisogna dire che, quando essa è asintomatica, non per forza si deve ricorrere a terapie specifiche. Di certo un consulto medico è molto importante, per sapere qual è la strada da percorrere.
A volte ci può essere anche bisogno di sottoporsi ad un intervento chirurgico. E’ il caso, ad esempio, dell’ectopia cordis, che, essendo grave, può mettere a rischio la sopravvivenza del paziente.
Nel caso del problema al collo dell’utero, il medico può proporre alla paziente un intervento di diatermocoagulazione, che si pratica in ambulatorio, senza la necessità di procedere ad un ricovero ospedaliero.
La tecnica viene utilizzata per asportare delle piccole parti di tessuto epidermico, attraverso l’uso di uno strumento elettrico.

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Gravidanza e bambino podalico: manipolazione ed esercizi

MEDICINA ONLINE DONNA GRAVIDANZA INCINTA PANCIA ANATOMIA IMMAGINI FETO BAMBINO BIMBO POSIZIONE PODALICO ESERCIZI MANIPOLAZIONE GINECOLOGO OSTETRICO.jpgNell’ultimo trimestre il ginecologo verifica la posizione del bambino che idealmente dovrebbe aver assunto la cosiddetta posizione anteriore con la testa rivolta verso il basso vicino al canale del parto e il viso girato la schiena della mamma.
La maggior parte dei bambini assume questa posizione naturalmente intonro al sesto/settimo mese. Può succedere, però, che il bimbo non sia girato e si presenti, dunque, con i piedi o il sederino rivolti verso il canale del parto o che abbia assunto la cosiddetta posizione occipitale, con la testa in basso ma il visto girato verso l’addome della mamma. In questo ultimo caso, spesso succede che il bambino riesca a cambiare posizione durante il travaglio o, in fase espulsiva, geniceologo o ostetrica possono intervenire perché si volti.
Nel caso in cui, però, il bambino sia podalico la sola soluzione possibile per il parto è il cesareo. Come fare, dunque, per aiutare il feto a posizionarsi nel modo corretto?

MANIPOLAZIONE OSTETRICA
Le ostetriche o il ginecologo effettuano sulla pancia della mamma una sorta di massaggio che aiuta il bambino a cambiare posizione e, generalmente, a girarsi. Si tratta di una procedura abbastanza diffusa e spesso consigliata anche dai ginecologi che non comporta particolari rischi né per la mamma né per il bambino se non quello di essere inefficace.

ESERCIZI IN CASA

  • Posizion dei cuscini non troppo morbidi sotto al bacino in modo da sollevare la schiena di circa 30 cm. Piega le gambe e respira profondamente cercando di rilassarti. L’esercizio va ripetuto 3 volte al giorno per 10 minuti. Meglio eseguirlo a stomaco vuoto per evitare nausee.
  • Assumi la posizione del gatto inginocchiandoti a terra e appoggiando al suolo gli avambracci. Porta il mento verso il petto e il sedere verso l’alto. Questo permette di allargare la parte inferiore dell’utero consentendo al bimbo di girarsi. Ripeti l’esercizio  2 volte al giorno per 10 miniuti possibilmente a stomaco vuoto.
  • Siediti sul divano e porta le ginocchia al petto. Appoggia, quindi, i palmi delle mani a terra (chiedi a qualcuno che ti aiuti sostenendo le spalle) e porta il mento al petto. Esegui l’esercizio 3/4 volte al giorno per massimo 30 secondi.FA

FATTORI DI DISTRAZIONE
Talvolta per far girare il bambino è sufficiente fare degli impacchi freddi o molto caldi all’altezza del pube, avvicinare della musica o una torcia accesa in modo da attirare l’attenzione del bambino.

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Che cosa succede e che fare se il nostro ascensore precipita?

MEDICINA ONLINE ELEVATOR ASCENSORE MORTE IMPATTO CAVI ROTTURA PRECIPITA TERRORE TERROR FEAR FOBIA SCALE SALIRE SCENDERECavi che si spezzano, cabina in caduta libera, schianto finale: è una sequenza tipica dei film catastrofici e uno dei peggiori incubi di tanti, specie di chi ha la fobia dell’ascensore. Nella realtà è, però, un’ipotesi remota. Per nostra fortuna, gli ascensori sono dotati di molti sistemi di sicurezza: l’ascensore è infatti uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo (21 volte più delle scale mobili) e ha dotazioni di sicurezza (per esempio, da 6 a 12 cavi di sollevamento di acciaio) tali da prevenire cadute fatali. Ma se per cause imprevedibili (come un terremoto o un attentato terroristico) l’incubo si materializzasse e noi stessimo precipitando, cosa fare?

Accovacciarsi o saltare?

Nessuno dei due. Secondo l’esperto Eliot H. Frank del Centro di Ingegneria Biomedica del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, il gesto più istintivo, cioè accovacciarsi a terra, è sconsigliabile: rischia di provocare gravi lesioni alle ginocchia e alla colonna vertebrale. Altrettanto da scartare è il tentativo di saltare in alto prima dell’impatto per compensare la velocità di caduta: ammesso di avere un perfetto tempismo ed essere abbastanza lucidi ed atletici per riuscirci, cose quasi impossibili, l’unico risultato sarebbe sbattere la testa al soffitto e procurarsi lesioni alla testa.

Sdraiarsi

La migliore strategia scientifica di sopravvivenza è quella sicuramente meno istintiva: è sdraiarsi sul pavimento dell’ascensore a pancia in su, coprendosi la testa per proteggersi dai detriti e aderendo al suolo con la massima superficie possibile. In questo modo la forza dell’impatto (proporzionale alla massa e alla velocità) sarebbe distribuita sull’intero corpo, diminuendo così i rischi di fratture e di lesioni interne, anche se difficilmente ci lascerebbe scampo se la caduta avvenisse da decine di piani di altezza. Meglio farsela a piedi?

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra presentazione cefalica, podalica e trasversale nel parto

MEDICINA ONLINE PARTO GRAVIDANZA NATURALE CESAREO DIFFERENZE CHIRURGIA FOTO WALLPAPER PICTURE UTERO CHIRURGO OPERAZIONE RISCHI VANTAGGI VANTAGGI ALLATTAMENTO MADRE FIGLIO NEONATO MORTAìDi solito il bambino nasce presentando per prima la testa, in questo caso la presentazione è “cefalica”. In alcuni casi però il bambino si presenta ‘di podice, nel senso che presenta prima le natiche o i piedi. I bambini in posizione podalica possono essere partoriti dalla vagina con l’aiuto di una ostetrica, anche se attualmente la maggior parte dei bambini in posizione podalica sono candidati per un cesareo elettivo.

Ci sono molti tipi di presentazione podalica, ma il più comune è quello in cui le natiche del bambino vengono espulse per prime e le gambe sono piegate sotto il corpo del bambino, con le ginocchia piegate e i piedi vicino alle natiche (full or breech). Simile al caso sopra citato è quello in cui le gambe del bambino sono stese e vicine alle sue orecchie, mentre in altri casi una o entrambe le gambe stese si presentano per prime.

Un raro caso di presentazione è quella trasversale. Qui il bambino giace di fianco all’interno dell’utero e una mano o un gomito sono entrati per primi nel canale del parto. Anche se spesso i bambini che si presentano trasversalmente possono cambiare posizione, ciò non si verifica sempre, e in tal caso un parto cesareo diventa necessario.

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Differenza tra surrene e rene

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I reni sono due organi di colore rosso scuro che, Insieme alle vie urinarie, costituiscono l’apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo e li espelle tramite l’urina. I reni inoltre gestiscono l’equilibrio idro-salino nel corpo umano. I reni si trovano ai lati della colonna vertebrale e sono tenuti in sede dalla pressione addominale e da uno spesso tessuto connettivo detto fascia renale. Seppur mantengano la loro posizione, si abbassano e si alzano a seconda delle fasi del respiro. Organi escretori per antonomasia, filtrano ogni minuto 1200 ml di sangue ovvero 1700 litri in un giorno. Entrambi i reni hanno una superficie liscia, una faccia anteriore convessa e una posteriore piana e un po’ incurvata, un polo superiore arrotondato e uno inferiore più appuntito, un margine laterale convesso e uno mediale incavato. Le funzioni principali dei reni sono:

  • filtrare il sangue ed eliminare i prodotti di scarto tramite l’urina;
  • regolare l’equilibrio idrico ed elettrolitico nei liquidi corporei;
  • partecipare al mantenimento dell’equilibrio acido base;
  • partecipare alla regolazione del volume dei liquidi corporei e quindi della pressione sanguigna;
  • svolgere importanti funzioni endocrine mediante la secrezione di renina, eritropoietina, prostaglandine e la sintesi di 1,25-diidrossicolecalciferolo, necessario per la regolazione ed il trasporto del calcio;
  • partecipare al metabolismo dei carboidrati poiché è una sede della gluconeogenesi.

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Il surrene (in inglese adrenal gland suprarenal gland) è una ghiandola endocrina che, come suggerito dal nome, è situata sopra il rene. L’essere umano possiede due ghiandole surrenali, la destra e la sinistra, ognuna pesa 4-6 grammi, di forma piramidale.
Il surrene è posizionato a livello dell’ultima vertebra toracica (T12) ed è irrorato da tre gruppi di arterie surrenali, superiori, medie e inferiori. Come prima accennato, è posizionato nei pressi della sommità del rene, ma da questi è clivato per mezzo di tessuto adiposo. Il surrene di sinistra è localizzato antero-medialmente e non cranialmente al polo superiore del rene sinistro, mentre a destra il surrene è subito al di sopra del polo renale, posteriormente alla vena cava inferiore. Le ghiandole surrenaliche sono costituite da zone distinte:

  • una zona più esterna (zona corticale) che produce determinati ormoni (aldosterone, cortisoloormoni sessuali);
  • una più interna (zona midollare) che produce altri ormoni (adrenalinanoradrenalina).

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Quali sono le posizioni sessuali consigliate in gravidanza?

MEDICINA ONLINE VAGINA DONNA BACIO SESSULITA GRAVIDANZA INCINTA SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TRADIMENTOPurtroppo le statistiche dicono che più la gravidanza procede, più la coppia smette di fare sesso, almeno per il 50% delle coppie, dato che trova piena conferma anche tra i miei pazienti. E’ importante per prima cosa sottolineare che non bisogna vergognarsi, né pensare di far male al bambino, né sentirsi a disagio con le nuove forme, anzi, per la donna che al termine dei nove mesi dovrà misurarsi con il diventare madre, continuare a fare l’amore col compagno sarà una conferma che il proprio corpo non è solo un contenitore, ma ancora desiderabile ed erotico.
All’uomo piaceranno i vostri seni floridi o le curve dei fianchi accentuate! Certo, non è sempre così: se il vostro partner avesse invece un calo di desiderio bisognerà cercare di coinvolgerlo di più nelle vostre trasformazioni fisiche, fargli sentire i movimenti del piccolo e ricordargli che la gravidanza dura nove mesi poi tutto torna più o meno come prima!
Se i timori riguardano invece il poter far male al bambino ricordatevi che – usando un minimo di buon senso – non verrà né disturbato né schiacciato perché il liquido amniotico lo protegge come un morbido scudo, allo stesso modo le contrazioni di un orgasmo non  interferiranno con la dilatazione del collo dell’utero che è molto robusto e protetto da un tappo mucoso. Veniamo ora ad una lista di posizioni da preferire in gravidanza.

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Il missionario diventa un “aratro”

La classica posizione chiamata “missionario”, con donna sotto a gambe divaricate e uomo sopra, va bene per tutti ma in gravidanza la si potrà praticare solo nei primi mesi, dal quinto mese la donna infatti potrebbe provare un senso di schiacciamento. Per ovviare potete provare un ‘missionario seduto’ ovvero il più conosciuto ‘aratro’: sdraiata sul dorso la donna poggia le natiche sul bordo di un letto o di un tavolo e stringe tra le gambe le anche del partner.

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Il cucchiaio diventa un “boa”

Nel classico cucchiaio la donna è su un fianco e lui dietro di lei, è molto riposante, la pancia è appoggiata di lato e non si fa fatica, però le cose non possono andare per le lunghe perché il pene tende ad uscire facilmente. Allora si può ricorrere all’unione del boa, ovvero, stessa partenza ma la donna alza la gamba sopra e la avvinghia, come un serpente appunto, alle gambe di lui, così da mantenere più salda la presa e la penetrazione.

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Andromaca e l’altalena

Nella posizione detta “della schiava” o “di Andromaca” (dal nome della moglie di Ettore e madre di Astyanax, che dopo la presa di Troia fu portata schiava in Grecia), l’uomo è sdraiato sulla schiena, la compagna si siede sopra di lui in posizione accovacciata o inginocchiata con il busto completamente dritto. In questo caso, la donna controlla perfettamente la profondità e il ritmo della penetrazione. Andromaca è adatta soprattutto fino alla fine del secondo trimestre quando ancora l’agilità è buona, peccato che a volte le gambe possano fare male: chiedete allora a lui di aiutarvi nel movimento muovendovi i fianchi con le mani su e giù. La posizione a cavalcioni può essere variata con la posizione dell’altalena, ovvero la donna è sempre sopra ma dà la schiena all’uomo e si dondola avanti e indietro.

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La pecorina e l’antilope

Una delle posizioni più diffuse diventa utile quando la donna è infastidita dal peso dell’uomo, quindi potrà mettersi carponi sul letto dandogli le spalle e nel contempo riparando la pancia: si tratta della classica posizione a “pecorina” o “a pecora”. Dopo un po’ potrebbero far male le braccia quindi si può passare all’appoggio sui gomiti o alla cosiddetta posizione dell’antilope: inginocchiata per terra la donna solleva il dorso appoggiandosi al bordo del letto. Lui dietro sempre in ginocchio.

Conclusioni

Analizzando le fasi della gravidanza si può dire che i primi tre mesi potrebbero essere un problema in quanto a desiderio sessuale: la donna infatti può essere soggetta alle fin troppo note nausee e non avere nessuna voglia di prodigarsi in prodezze in camera da letto; ma attenzione perché alcune donne potrebbero invece essere inspiegabilmente attratte più del solito dai loro partner. La seconda fase, corrispondente al secondo trimestre di gravidanza, è invece per tutte caratterizzata da un aumento sensibile di ormoni e desiderio sessuale, ragione per cui è uno dei momenti propizi per approfittarne.
Nell’ultimo trimestre l’unico problema è l’ingombro: le dimensioni della pancia potrebbero costituire effettivamente un fastidio, per cui è ovvio che la coppia non potrà annoverare tutte le posizioni del kamasutra.
Consigliate quindi: lui seduto e lei sopra; lei su un fianco e lui dietro, sempre su un fianco; lei supina sul bordo del letto e lui in piedi davanti.

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