Torvast (atorvastatina): posologia, effetti collaterali [FOGLIETTO ILLUSTRATIVO]

MEDICINA ONLINE FARMACO FARMACIA PHARMACIST PHOTO PIC IMAGE PHOTO PICTURE HI RES COMPRESSE INIEZIONE SUPPOSTA PER OS SANGUE INTRAMUSCOLO CUORE PRESSIONE DIABETE CURA TERAPIA FARMACOLOGICTORVAST (atorvastatina) appartiene alla classe di medicinali denominati statine, che regolano i livelli di lipidi (grassi). TORVAST viene utilizzato per ridurre i livelli di lipidi nel sangue, noti come colesterolo e trigliceridi, quando una dieta a basso contenuto di grassi e modifiche negli stili di vita non hanno avuto successo. Se è a rischio elevato di malattie cardiovascolari, TORVAST può anche essere impiegato per ridurre questo rischio, anche se i livelli di colesterolo sono normali. Durante il trattamento deve proseguire una dieta standard per ridurre il colesterolo.

Dosaggi in commercio:

  • TORVAST 10 mg compresse rivestite con film;
  • TORVAST 20 mg compresse rivestite con film;
  • TORVAST 40 mg compresse rivestite con film;
  • TORVAST 80 mg compresse rivestite con film.

Controindicazioni, non prenda TORVAST:

  • se è ipersensibile (allergico) all’atorvastatina, o ad uno qualsiasi dei medicinali utilizzati per ridurre i livelli di lipidi nel sangue, oppure ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale.
  • se ha o se ha avuto una malattia che interessa il fegato
  • se i risultati dei test di funzionalità epatica hanno evidenziato valori inspiegabilmente alterati
  • se è una donna in età fertile e non utilizza un metodo affidabile di contraccezione
  • se è in gravidanza o sta pianificando una gravidanza
  • se sta allattando.

Precauzioni per l’uso
Di seguito sono elencate le ragioni per le quali TORVAST può non essere adatto per lei:

  • se ha avuto un precedente ictus con emorragia cerebrale o se ha poche riserve di liquidi nel cervello a causa di precedenti ictus
  • se ha problemi ai reni
  • se ha una ghiandola tiroidea poco funzionante (ipotiroidismo)
  • se ha avuto dolori muscolari ripetuti o inspiegabili, una storia personale o familiare di problemi muscolari
  • se ha avuto precedenti problemi muscolari durante il trattamento con altri medicinali ipolipemizzanti (per es. altri medicinali della classe delle statine o dei fibrati)
  • se consuma regolarmente notevoli quantità di alcol
  • se ha una storia di malattia epatica
  • se ha più di 70 anni
  • se soffre di insufficienza respiratoria grave

Se una qualsiasi di queste condizioni è valida nel suo caso, il medico dovrà effettuare un esame del sangue prima ed eventualmente durante il trattamento con TORVAST per prevedere il rischio di effetti indesiderati di tipo muscolare. È noto che il rischio di effetti indesiderati di tipo muscolare (ad esempio rabdomiolisi) aumenta quando alcuni medicinali vengono assunti contemporaneamente. Durante il trattamento con questo medicinale il medico controllerà attentamente che lei non abbia il diabete o non sia a rischio di sviluppare il diabete. Si è a rischio di sviluppare il diabete se si hanno alti livelli di zuccheri e grassi nel sangue, se si è in sovrappeso e si ha un’elevata pressione arteriosa.

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Interazioni
Informi il medico o il farmacista se sta assumendo, ha recentemente assunto o potrebbe assumere qualsiasi altro medicinale. Alcuni medicinali possono alterare l’effetto di TORVAST oppure l’effetto di questi medicinali può essere modificato da TORVAST. Questo tipo di interazione può ridurre l’effetto di uno o entrambi i medicinali:

  • Medicinali utilizzati per modificare il modo in cui funziona il sistema immunitario, per es. ciclosporina
  • Alcuni antibiotici o antifungini, per es. eritromicina, claritromicina, telitromicina, ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo, fluconazolo, posaconazolo, rifampicina, acido fusidico
  • Altri medicinali utilizzati per regolare i livelli di lipidi, per es. gemfibrozil, altri fibrati, colestipolo
  • Alcuni calcio antagonisti utilizzati per l’angina o per la pressione alta, per es. amlodipina, diltiazem; medicinali per regolare il ritmo cardiaco, per es. digossina, verapamil, amiodarone
  • Medicinali utilizzati per il trattamento dell’HIV, es. ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, la combinazione tipranavir/ritonavir, ecc.
  • Alcuni medicinali utilizzati nel trattamento dell’epatite C, es. telaprevir
  • Altri medicinali che notoriamente interagiscono con TORVAST includono l’ezetimibe (che abbassa il colesterolo), il warfarin (riduce la formazione di coaguli nel sangue), i contraccettivi orali, stiripentolo (un anticonvulsivante per l’epilessia), cimetidina (usato per mal di stomaco e ulcera peptica), fenazone (antidolorifico), colchicina (usata per curare la gotta) gli antiacidi (prodotti contro l’indigestione contenenti alluminio e magnesio) e boceprevir (utilizzato per curare le malattie epatiche come l’epatite C)
  • Medicinali non soggetti a prescrizione medica: l’Erba di S. Giovanni.

TORVAST con cibi e bevande

  • Succo di pompelmo. Non deve bere più di uno o due piccoli bicchieri al giorno di succo di pompelmo perché quantità elevate di succo di pompelmo possono alterare gli effetti di TORVAST.
  • Alcol. Eviti di bere quantità troppo elevate di alcol quando assume questo medicinale.

Gravidanza e allattamento
Non assuma TORVAST se è in gravidanza o se sta pianficando una gravidanza. Non assuma TORVAST se pensa di poter iniziare una gravidanza a meno che non usi un metodo di contraccezione efficace. Non assuma TORVAST se sta allattando. La sicurezza di TORVAST durante la gravidanza e l’allattamento non è stata ancora dimostrata. Chieda consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.

Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
Di solito questo farmaco non influisce sulla capacità di guidare o di utilizzare macchinari. Tuttavia non guidi se questo medicinale altera la sua capacità di guidare. Non usi strumenti o macchinari se la sua capacità di utilizzarli è alterata da questo medicinale.

Informazioni importanti su alcuni eccipienti di TORVAST
Se il medico le ha dignosticato un’intolleranza ad alcuni tipi di zucchero, lo contatti prima di prendere questo medicinale.

Posologia

  • Prima di iniziare il trattamento, il medico le prescriverà una dieta a basso contenuto di colesterolo e lei dovrà seguire la dieta anche nel corso della terapia con TORVAST .
  • La dose abituale iniziale di TORVAST è 10 mg una volta al giorno negli adulti e nei bambini di età uguale o superiore ai 10 anni. Se necessario, questa dose può essere aumentata dal medico fino al raggiungimento della dose di cui ha bisogno. Il medico adatterà il dosaggio ad intervalli di 4 o più settimane. La dose massima di TORVAST è 80 mg una volta al giorno per gli adulti e 20 mg una volta al giorno per i bambini.
  • Le compresse di TORVAST devono essere deglutite intere con dell’acqua e possono essere assunte in qualsiasi momento della giornata, con o senza cibo. Cerchi tuttavia di prendere le compresse ogni giorno alla stessa ora.
  • Prenda questo medicinale seguendo sempre esattamente le istruzioni del medico. Se ha dubbi consulti il medico o il farmacista.
  • La durata del trattamento con TORVAST viene stabilita dal medico.

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Sovradosaggio
Se incidentalmente prende troppe compresse di TORVAST (più della dose giornaliera abituale), contatti il medico o l’ospedale più vicino per avere un consiglio in merito.

Se dimentica di prendere TORVAST
Se dimentica di prendere una dose, prenda la dose successiva all’ora giusta. Non prenda una dose doppia per compensare la dimenticanza della compressa.

Se interrompe il trattamento con TORVAST
Se ha qualsiasi dubbio sull’uso di questo medicinale, si rivolga al medico o al farmacista.

Effetti collaterali di Torvast
Come tutti i medicinali, questo medicinale può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Se dovesse manifestare uno qualsiasi dei seguenti effetti indesiderati gravi, smetta di assumere le sue compresse e informi immediatamente il suo medico oppure si rechi al più vicino pronto soccorso ospedaliero:

  • reazione allergica grave che determina gonfiore di viso, lingua e gola che possono causare una notevole difficoltà nel respirare;
  • grave desquamazione e gonfiore della pelle, vesciche della pelle, bocca, occhi, genitali e febbre;
  • esantema della cute con macchie rossastre, localizzate specialmente sui palmi delle mani o sulle piante dei piedi, che potrebbero diventare vesciche;
  • se manifesta debolezza muscolare, dolenzia o dolore e in particolare se allo stesso tempo non si sente bene ed ha la febbre alta, ciò può essere causato da un deterioramento anormale dei muscoli. Il deterioramento anormale dei muscoli non sempre scompare, anche dopo aver smesso di assumere l’atorvastatina: esso può mettere in pericolo la vita e può portare a problemi renali;
  • se manifesta un sanguinamento imprevisto o insolito oppure dei lividi, ciò può suggerire un disturbo epatico. Deve rivolgersi al medico il più presto possibile;
  • infiammazione delle vie aeree nasali, dolore alla gola, sanguinamento del naso
  • reazioni allergiche;
  • aumento dei livelli di zucchero nel sangue (se ha il diabete deve continuare a monitorare attentamente i livelli di zucchero nel sangue), aumento della creatinina chinasi nel sangue;
  • mal di testa;
  • nausea;
  • stipsi;
  • flatulenza;
  • indigestione;
  • diarrea;
  • dolore alle articolazioni, dolore muscolare e mal di schiena;
  • alterazione degli esami di laboratorio per la funzionalità epatica
  • anoressia (perdita dell’appetito);
  • aumento del peso corporeo;
  • diminuzione dei livelli di zucchero nel sangue (se ha il diabete deve continuare a monitorare attentamente i livelli di zucchero nel sangue);
  • incubi;
  • insonnia;
  • capogiri,
  • ridotta sensibilità o formicolio alle dita delle mani e dei piedi,
  • ridotta sensibilità al dolore
  • lterazione del gusto,
  • perdita della memoria
  • Offuscamento della vista
  • Ronzio alle orecchie e/o nella testa
  • Vomito,
  • eruttazione,
  • dolore addominale superiore e inferiore,
  • pancreatite (infiammazione del pancreas con dolore allo stomaco)
  • sanguinamento o ematoma
  • ittero (giallo della pelle e del bianco degli occhi)

Scadenza e Conservazione
Tenere questo medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini. Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Non usi questo medicinale dopo la data di scadenza che è riportata sull’etichetta o sull’astuccio dopo “Scad.”. La data di scadenza si riferisce all’ultimo giorno di quel mese. Non getti alcun medicinale nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.

I migliori prodotti per abbassare il colesterolo e dimagrire
Qui di seguito trovate una lista di prodotti di varie marche, che sono estremamente utili per abbassare il colesterolo e dimagrire, fattori che diminuiscono il rischio di ipertensione, ictus cerebrale ed infarto del miocardio. Noi NON sponsorizziamo né siamo legati ad alcuna azienda produttrice: per ogni tipologia di prodotto, il nostro Staff seleziona solo il prodotto migliore, a prescindere dalla marca. Ogni prodotto viene inoltre periodicamente aggiornato ed è caratterizzato dal miglior rapporto qualità prezzo e dalla maggior efficacia possibile, oltre ad essere stato selezionato e testato ripetutamente dal nostro Staff di esperti:

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I 4 cereali integrali senza glutine che devi conoscere

MEDICINA ONLINE CEREALI GLUTINE INTOLLERANZA CELIACO CEREALE INTEGRALE DIETA CIBO MANGIARE DIMAGRIRE STIPSI INTESTINO AMARANTO GRANO SARACENO MIGLIO QUINOA.jpgAl giorno d’oggi sempre più persone attratte dalle pubblicità sentono il bisogno di ricorrere agli alimenti integrali. Ma quali sono i loro reali benefici e i corretti valori nutrizionali? Il più grande pregio dell’alimento integrale consiste nel fatto che si tratta di un prodotto che contiene micronutrienti come le vitamine del gruppo B, essenziali per rimanere in salute. Hanno inoltre un elevato apporto di minerali come il magnesio, il fosforo ed il potassio. Al giorno d’oggi nei supermercati troviamo molto più facilmente i cereali integrali che alcuna gente considera “strani”, come il Miglio, la Quinoa, l’Amaranto e il Grano Saraceno. Questi cereali danno un elevato apporto di fibre ed inoltre, cosa ancor più importante, sono privi di glutine. Moltissimi studi scientifici confermano che un consumo di cereali integrali riduce le malattie cardiovascolari, abbassa il colesterolo cattivo e aiuta molto nel controllo del peso. Ci tengo però a precisare che sostituendo la pasta con i cereali integrali non si va ad aumentare anche la grammatura che si assume, perché di fatto i cereali apportano approssimativamente la stessa quantità di calorie, però sono cibi da preferire in quanto contengono molta più fibra, molte più proteine ed elementi naturali utili per il buon funzionamento del nostro organismo. Andiamo ora a scoprire le proprietà dei singoli cereali.

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Grano Saraceno

Questo cereale dalla forma triangolare potrebbe trarre in inganno in un primo momento, infatti,viene chiamato grano ma in realtà è un seme. Consumato fin dall’antichità (4000 anni fa), il Grano Saraceno è molto conosciuto tra i celiaci ma ancora poco noto a chi non è intollerante al glutine; esso si differenzia dagli altri cereali per l’alto contenuto di flavonoidi che agiscono come antiossidanti mantenendo sano il cuore e svolgendo compiti fondamentali nell’azione antinfiammatoria. Tra i minerali contenuti in questo cereale spicca il magnesio il quale aiuta a migliorare il flusso sanguigno e ad abbassare la pressione arteriosa. A livello vitaminico nel grano saraceno troviamo un elevato apporto di vitamine B2 (riboflavina), B3 (niacina) e B5 (acido pantotenico). Il grano saraceno a differenza di altri cereali non è ancora reperibile nella maggior parte dei supermercati, ma lo si può trovare in tutti gli alimentari di prodotti biologici. Prima della cottura è consigliato sciacquare bene il grano e successivamente cucinarlo in acqua bollente per 15/20 minuti. Lo si può servire come primo piatto al posto del riso o può essere parte di hamburger vegetali e muesli.

Amaranto

L’Amaranto, come il grano saraceno, è uno pseudo-cereale, fa parte della famiglia delle piante amarantacee ed era di importanza primaria per gli Aztechi e gli Incas. Si tratta in assoluto del cereale meno diffuso in quanto la sua coltivazione è molto complessa, e questo fa si che il costo sia elevato. Il profilo nutrizionale dell’amaranto vede un elevato apporto di proteine (il 16% circa), e una percentuale di calcio superiore a quella del latte nonché una buona quantità di magnesio, ferro e fosforo. Inoltre, rispetto agli altri cereali, che ne sono carenti, nell’amaranto troviamo una gran quantità di un amminoacido essenziale: lisina. L’amaranto durante la cottura forma una sostanza gelatinosa che può non essere gradita da tutti, per questo consiglio di abbinarlo ad altri cereali.

Miglio

Il miglio è un cereale formato da piccoli granelli dorati, facilmente reperibile in tutti i supermercati ed è anche economico. In passato veniva considerato mangime per uccelli ma oggi è considerato una scelta salutare per il suo elevato apporto di fluoro e silicio. Nella dieta dello sportivo questo cereale non dovrebbe mai mancare in quanto è considerato diuretico ed energizzante, utile per contrastare spossatezza, stress e anemia. Il miglio contiene carboidrati per il 72%, una buona quantità di proteine pari al 11% ed è povero di grassi (3,5%). Nel miglio è presente l’acido glutammico, il quale è ottimo e prezioso per il recupero muscolare. In cucina possiamo utilizzare il miglio sia nella preparazione di piatti veloci in quanto la sua cottura avviene in poco più di 10 minuti oppure come addensante, al posto delle uova, per polpette e crocchette.

Quinoa

Ultima, ma non per importanza nei cereali senza glutine, è la Quinoa. La quinoa è una pianta erbacea appartenente alla stessa famiglia di barbabietole e spinaci. Contiene tutti e 9 gli amminoacidi essenziali ed è un importantissima fonte di vitamine in particolare le vitamine del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E. E’ ricca di fibre che donano a questo alimento un elevato potere saziante, è ricca di antiossidanti che contrastano i radicali liberi e rallentano l’invecchiamento del corpo. Anche questa pianta come il miglio è facilmente reperibile nei supermercati ma, al contrario di questo ultimo, ha subito un considerevole aumento del prezzo dovuto all’alta domanda di mercato e la poca disponibilità. La quinoa si presta bene nella preparazione di pietanze  dolci, come pancakes e biscotti ma può anche essere un valido supporto ad insalate estive e piatti salati.

Conclusione

I cereali integrali e pseudo-cereali fanno e faranno parte sempre di più della nostra dieta quotidiana in quanto, con essi, è possibile preparare qualsiasi tipo di pietanza apportando un elevato apporto di minerali e vitamine favorendo il benessere del nostro organismo. E’ per questo  che consiglio di introdurre nella dieta l’utilizzo di questi alimenti a discapito di un minor utilizzo di farine tipo “00” e cibi che hanno subito un processo di raffinazione.

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Il diabetico può mangiare la polenta?

MEDICINA ONLINE POLENTA CIBO MANGIARE GLICEMIA DIABETE MELLITO DIABETICO PRANZO RICETTA CARBOIDRATI.jpgLa polenta non è vietata in modo assoluta ai diabetici, tuttavia è un alimento ad alto contenuto di carboidrati, quindi – come avviene con tanti altri cibi – il paziente diabetico deve stare attento alle quantità di assunzione e a non consumare nello stesso pasto altri cibi a contenuto di carboidrati.

Importante: in caso di dubbio, il paziente diabetico può – sotto controllo medico – monitorare la propria risposta glicemica all’assunzione di certi alimenti, annotando i valori su un taccuino e raffrontando le relative glicemie.

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Mal di pancia e di stomaco: da cosa può dipendere e quali sono le cure

MEDICINA ONLINE NAUSEA MAL DI PANCIA REFLUSSO GE ESOFAGO STOMACO DUODENO INTESTINO TENUE DIGIUNO ILEO APPARATO DIGERENTE CIBO TUMORE CANCRO POLIPO ULCERA DIVERTICOLO CRASSO FECI VOMITO SANGUE OCCULTO MILZA VARICI CIRROSI FEGATOIl mal di pancia è un disturbo “democratico”, poiché colpisce tutti una volta almeno una volta nella vita, senza distinzioni di età, sesso, estrazione sociale. Purtroppo il mal di pancia può venire facilmente e per tutta una serie di fattori, per colpa o per sfortuna della persona colpita. Per mal di pancia si intende un dolore allo stomaco che può essere localizzato nella parte alta o più in basso rispetto all’ombelico, in modo continuo o intermittente. Se nella parte alta il problema coinvolge il fegato o il pancreas, mentre sotto dipende da disturbi intestinali o dal ciclo mestruale. Ma non bisogna allarmarsi, nel senso che il mal di pancia non è sempre indice di una patologia, ma anche solo di un momento di stress, di un colpo di freddo o di una congestione.

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Cause del mal di pancia

Quali sono le possibili cause di mal di pancia? Eccone alcune:

  • Mal di pancia occasionale. Nella maggior parte dei casi è di tipo alimentare e si presenta con un dolore diffuso (sensazione di pienezza/pesantezza). Può dipendere dal tipo o dalla quantità del cibo ingerito e in genere avviene in seguito a un pasto pesante, soprattutto se consumato di sera. O magari quando si mangia parecchio e si va subito a dormire: il classico sonnellino pomeridiano è spesso deleterio per la salute del nostro stomaco. In questi casi i sintomi possono comprendere anche nausea e/o vomito.
  • Mal di pancia con fitte (sopra l’ombelico). Quando si avvertono delle fitte con dolore forte poco dopo aver mangiato, il mal di pancia nasconde nel migliore dei casi una gastrite, e nei peggiori una colica o un’ulcera duodenale. Questo tipo di mal di pancia non è occasionale, si presenta con frequenza ed è abbastanza doloroso da inibire lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
  • Mal di pancia con fitte (sotto l’ombelico). Per molte donne le fitte nella parte bassa dell’addome si presentano ogni mese con le mestruazioni, ma possono dipendere anche da virus batterici. In entrambi i casi il mal di pancia è passeggero anche se molto doloroso.
  • Mal pancia ‘con gonfiore’. Ci sono persone che hanno sempre la pancia gonfia, a causa dell’assunzione di cibi sbagliati o dell’intolleranza a qualche alimento. In entrambi i casi è fondamentale scoprire cos’è che provoca gonfiore o intolleranza, in modo da eliminarlo dal regime alimentare sostituendolo con cibo più adatto alla persona.

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Controllarsi a tavola…

Il mal di pancia si combatte prima di tutto a tavola. Non si tratta di dieta, ma di scelta dei cibi che non ci diano fastidio; se poi il mal di pancia proprio arriva si può ricorrere ai rimedi naturali per sistemare la situazione. In generale, se si cena con supplì, pizza e birra, può darsi che la mattina dopo ci si alzi con un po’ di mal di pancia: in questo caso si rimane leggeri a colazione e magari si beve una bella camomilla per riportare la calma. Poi va detto che le persone non sono tutte uguali e ognuna ha una risposta individuale agli alimenti, come nel caso del latte e dei lieviti. C’è chi ne mangia a volontà senza problemi e chi invece impiega due giorni per digerire una pizza margherita. In generale si può dire che chi ha lo stomaco delicato ed è spesso soggetto a mal di pancia, soprattutto dopo pasti abbondanti, può aiutarsi inserendo la verdura ad ogni pasto (anche prima di iniziare se possibile) ed evitando di esagerare. Gli eccessi possono essere nocivi e a lungo andare si rischia di deviare dal semplice mal di pancia a disturbi più seri, come la gastrite e altre patologie.

Inoltre è importante bere molto, in particolare lontano dai pasti; due litri d’acqua al giorno, da integrare eventualmente con una tisana, sono l’ideale per evitare gonfiori e ristagni nei tessuti, pancia compresa.

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Rimedi naturali per il mal di pancia

Camomilla, finocchio, salvia e alloro. I classici rimedi naturali della nonna, per preparare una tisana calda che aiuti il corpo e lo spirito. Ognuno a suo modo è utile quando il mal di pancia si è già presentato e la digestione ha bisogno di un aiutino, e possono essere usati sia da soli che mescolati in vario modo tra loro. La camomilla fa eccezione, perché il suo sapore dolciastro non lega con quello più amaro degli altri tre e inoltre è l’unica ad essere efficace anche in via preventiva: chi è spesso soggetto al mal di pancia, soprattutto dopo mangiato, dopo un pasto abbondante può prendere l’abitudine di sorbire una tazza di camomilla che agisce come calmante e rilassante.
L’accoppiato salvia e alloro è poi utile quando alla sensazione di un peso sullo stomaco si unisce la nausea, e la tisana va a favorire il processo digestivo (l’alloro aiuta anche a liberarsi).

Il ‘canarino’. E’ il nome d’arte dell’infuso di limone, che si prepara tenendo le scorze in infusione nell’acqua bollente. L’infuso che ne deriva ha un forte carattere astringente e disinfettante, ma attenzione a prepararlo nel modo giusto: dalle scorze va eliminata tutta la pellicina bianca, altrimenti la tisana assume un gusto molto amaro. Si può bere anche due volte al giorno se il mal di pancia non passa, e volendo si può completare con qualche foglia di alloro. L’unica controindicazione del canarino è l’acidità di stomaco, perché essendo un agrume aspro potrebbe peggiorare la situazione.

Anice. I semi dell’anice, come quelli di finocchio, agiscono direttamente contro il gonfiore addominale. Ideali da masticare durante la giornata, si prestano anche per infuso. La tisana all’anice è anche utile contro i crampi, in veste di calmante che attenua il dolore in breve tempo.

Zenzero. Lo zenzero è particolarmente adatto per i mal di pancia da ciclo mestruale e per il gonfiore addominale. Inoltre contrasta la nausea, tanto da essere consigliato come antidoto contro le nausee gravidiche. Se il sapore è gradito, la radice di zenzero è masticabile, oppure si ricorre alla ‘solita’ tisana da completare anche con qualche goccia di limone. L’utilizzo dello zenzero è però sconsigliato a chi assume dei farmaci anticoagulanti, perché ha la proprietà naturale di fluidificare il sangue.

Melissa. La melissa è la migliore alternativa alla camomilla, con cui condivide la capacità di rilassare i nervi e, nel caso specifico, di calmare gli spasmi. Perfetta quando il mal di pancia è accompagnato dai crampi, agisce come calmante su tutto il sistema nervoso, riportando la calma a ogni livello. L’infuso di melissa va assunto la sera, subito dopo la cena, e in presenza di dolori molto forti si può mischiare alla camomilla.

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Rimedi fai da te

Una mela dopo mangiato toglie il mal di pancia di torno. Si potrebbe modificare così il classico detto popolare, perché la mela elimina l’acidità ed evita così il mal di pancia e i dolori di stomaco. Ha inoltre la capacità di assorbire i succhi gastrici, agevolando così la ripresa del percorso digestivo. Per combattere il mal di pancia la mela va bene sia cruda che cotta, anche se in quest’ultimo caso è indicata soprattutto contro la nausea.

La borsa dell’acqua calda. Altro rimedio classico di comprovata efficacia. Distesi sul letto, applicare la borsa dell’acqua calda sulla pancia e rimanere lì tranquilli, lasciando che il calore compia la sua magia. Volendo si può aggiungere all’acqua qualche goccia di olio essenziale, alla camomilla o alla lavanda, per beneficiare della loro azione e dell’aroma distensivo. Se proprio il mal di pancia non passa neanche così, sempre rimanendo distesi praticare un massaggio sulla zona addominale, con movimenti lenti e circolari, senza esercitare pressione ma solo per distendere la muscolatura. Anche per il massaggio, due o tre gocce di olio essenziale di camomilla (diluite in olio di mandorle dolci o di riso) favoriscono il recupero.

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

Differenza tra emorroidi e tumore

MEDICINA ONLINE EMORROIDI EMORROIDE DIFFERENZA EMORROIDI INTERNE ESTERNECon il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce proprio alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo. Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente.

Un tumore nella medesima zona in cui comunemente si presentano le emorroidi, è il tumore dell’ano, una patologia caratterizzata dall’incontrollata proliferazione di alcune cellule del tratto terminale dell’intestino. I fattori di rischio che possono influire sul rischio di sviluppare la malattia includono l’infezione da parte di ceppi di HPV ad alto rischio oncogeno (Papilloma virus umano), le pregresse patologie ano-rettali o genitali (come le stesse emorroidi, fistole, condilomi, ragadi e altre neoplasie), l’abitudine al fumo e l’età avanzata.
In base al tipo di tessuto anale colpito e al tratto di canale da cui ha origine, il tumore dell’ano può avere diverse caratteristiche. Le forme più comuni comprendono il carcinoma a cellule squamose, l’adenocarcinoma, il carcinoma a cellule basali e il melanoma. Sintomi e segni più comuni, includono:

  • Alterazioni dell’alvo
  • Bruciore anale
  • Diarrea
  • Dolore al coccige
  • Dolore anale
  • Emorragia gastrointestinale
  • Feci nastriformi
  • Gonfiore in sede anale
  • Linfonodi ingrossati
  • Mal di Stomaco
  • Mucorrea
  • Prolasso rettale
  • Prurito anale
  • Sangue dall’Ano
  • Sangue nelle feci
  • Stitichezza
  • Tenesmo rettale
  • Ulcere Cutanee

I sintomi della malattia difficilmente compaiono nelle fase iniziali. Spesso, le prime manifestazioni, ossia il dolore e il sanguinamento rettale, sono attribuite dai pazienti a patologie ano-rettali comuni, come le emorroidi o le ragadi anali. Le perdite di sangue rosso vivo possono essere accompagnate da prurito, sensazione di corpo estraneo o di peso, perdite muco-sierose o siero-ematiche dall’ano, tenesmo e ingrossamento dei linfonodi della regione inguinale. Con il progredire della malattia possono comparire lesioni ano-rettali (es. ulcere, fistole e ascessi), diarrea alternata a stipsi e incontinenza fecale.
La diagnosi di tumore dell’ano viene fatta dal medico mediante ispezione ed esplorazione dell’ano, per individuare la presenza di eventuali noduli e valutarne dimensioni e sede. A supporto, vengono eseguite indagini strumentali (rettoscopia con biopsia della lesione, colonscopia, TAC o RM) per studiare la malattia e permettere un trattamento mirato.
Il tumore dell’ano si può curare con l’asportazione chirurgica o con una combinazione di radio- e chemio-terapia. La scelta del trattamento e il suo successo dipendono dalla sede e dallo stadio del tumore (se è confinato all’ano o se si è diffuso ad altri organi), nonché dalle condizioni di salute generali del paziente.

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Differenza tra emorroidi e fistole

MEDICINA ONLINE LEGATURA ELASTICA DELLE EMORROIDI.

Emorroidi

Con il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria, in cui – nei casi più gravi – le vene emorroidarie fuoriescono dall’ano, rendendo difficoltosa e dolorosa l’evacuazione delle feci. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce proprio alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo. Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente. Per approfondire, leggi anche: Emorroidi interne e esterne: cause, sintomi, cura e rimedi

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Fistole anali

Le fistole anali rappresentano la fase cronica di un’infezione che origina dalle ghiandole secernenti muco presenti nel canale anale. Esse sono piccoli tunnel patologici ed infetti che mettono in comunicazione l’ano con la cute circostante. Nello specifico, per definirsi tali, le fistole anali devono svilupparsi nella precisa sede anatomica – detta “linea pettinata o linea ano-rettale” – che separa il retto dall’ano, in cui alloggiano le ghiandole anali esocrine.
I sintomi di un ascesso sono il dolore locale intenso, la febbre, l’arrossamento della cute perianale interessata dall’ascesso ed il gonfiore locale. Quando si è formata una fistola si possono avere continue o intermittenti secrezioni di siero-pus attraverso l’orifizio esterno situato vicino all’ano, che generalmente non ha tendenza a cicatrizzare. Se l’orifizio esterno si dovesse chiudere (guarigione apparente), ricompariranno la febbre e il dolore che svelano il ripresentarsi dell’ascesso che potrà svilupparsi verso altre direzioni. Tale processo può verificarsi anche dopo giorni, mesi o anni dalla chiusura dell’orificio fistoloso esterno. Per approfondire, leggi anche: Fistola anale e ascesso: sintomi, intervento, cura, immagini

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Dott. Emilio Alessio Loiacono
Medico Chirurgo
Direttore dello Staff di Medicina OnLine

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Differenza tra emorroidi interne ed esterne

MEDICINA ONLINE EMORROIDI EMORROIDE DIFFERENZA EMORROIDI INTERNE ESTERNE.jpgCon il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce proprio alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo. Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente.

Emorroidi interne ed esterne: cenni di anatomia

Nella regione anale sono presenti diversi plessi venosi, un intreccio di vasi anastomizzati (uniti tra loro). Il plesso venoso emorroidale comunica nella donna con il plesso utero-vaginale e nel maschio con il plesso venoso vescicale. Grazie al plesso venoso emorroidale si viene a stabilire una comunicazione tra il circolo portale e il circolo sistemico. I plessi localizzati superiormente alla linea pectinea (o linea pettinata) sono ricoperti dall’epitelio colonnare del retto. Queste strutture costituiscono il plesso emorroidario interno e possono dar luogo alle cosiddette emorroidi interne. Il plesso emorroidario interno è drenato dalle vene rettali superiori e medie. Le vene rettali superiori sono tributarie della vena mesenterica inferiore, a sua volta ramo della vena porta. Le vene rettali medie sono invece tributarie della vena iliaca interna, quindi della vena iliaca comune che aggetta nella vena cava inferiore. Al di sotto della citata linea pettinata troviamo un plesso venoso ricoperto dall’epitelio squamoso che caratterizza la regione anale e che può dar luogo alle emorroidi esterne. Il plesso emorroidario esterno è tributario della vena rettale inferiore, ramo della vena pudenda interna, a sua volta tributaria della vena iliaca interna (detta anche vena ipogastrica). Come già visto la vena iliaca interna drena nel sistema della vena cava inferiore per il tramite della vena iliaca comune. Le emorroidi interne si verificano a carico del plesso emorroidario superiore, mentre il plesso emorroidario inferiore è sede delle emorroidi esterne.

Segni e sintomi delle emorroidi interne ed esterne

Le emorroidi interne ed esterne possono presentarsi in modo diverso. Tuttavia, molte persone possono avere una combinazione delle due. Un sanguinamento abbastanza significativo da causare anemia è raro, un’emorragia tale da mettere in pericolo di vita è ancora più raro. Molte persone si sentono in imbarazzo riguardo alla condizione e, spesso, cercano cure mediche solo quando la situazione è ormai in uno stadio avanzato. Se non trombotiche, le emorroidi esterne possono causare un lieve problema. Tuttavia, quando vi è una trombosi, esse possono essere molto dolorose con risoluzione che si ha in genere in più di 2 o 3 giorni. Il gonfiore può richiedere un paio di settimane per scomparire, e dopo la guarigione un’escrescenza di pelle può rimanere. Se sono di grandi dimensioni e provocano problemi con l’igiene, possono causare irritazione della pelle circostante e prurito intorno all’ano. Le emorroidi interne, solitamente, si presentano indolori, di colore rosso vivo e con sanguinamento rettale che si verifica durante i movimenti intestinali: una condizione nota come ematochezia. Le feci, solitamente, si presentano di un colore normale. Altri sintomi possono includere scarico delle mucose, una massa perianale se vi è prolasso attraverso l’ano, prurito e incontinenza fecale. Le emorroidi interne sono solitamente dolorose solo se diventano trombotiche o necrotiche. I sintomi di emorroidi patologiche dipendono dalla localizzazione. Le emorroidi interne di solito si presentano indolori e con sanguinamento rettale, mentre le emorroidi esterne possono produrre alcuni sintomi e forte dolore se si verifica trombosi e gonfiore nella zona dell’ano. Per approfondire, leggi anche: Emorroidi interne e esterne: cause, sintomi, cura e rimedi

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Differenza tra emorroidi e ragadi

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Emorroidi

Con il termine “emorroidi” (in inglese “hemorrhoid”) si identifica un gruppo di strutture vascolari appartenenti al canale anale. Quando, per vari motivi, sono gonfie ed infiammate, diventano patologiche e causano una sindrome nota come malattia emorroidaria che, nei casi più gravi porta alla fuoriuscita delle vene emorroidarie dall’ano, il che rende l’evacuazione dolorosa. Nel linguaggio comune, con il termine emorroidi, ci si riferisce alla malattia emorroidaria. Mentre la causa esatta non è nota, una serie di fattori che aumentano la pressione intra-addominale, in particolare la costipazione, si ritiene rivestano un ruolo nel loro sviluppo. Il trattamento iniziale per la malattia, da lieve a moderata, consiste nell’aumentare l’assunzione di fibre e di liquidi per mantenere l’idratazione. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) possono, temporaneamente, essere utilizzati per lenire il dolore. Nei casi più gravi si interviene chirurgicamente. Per approfondire, leggi anche: Emorroidi interne e esterne: cause, sintomi, cura e rimedi

Ragade anale

La ragade anale (in inglese ” anal fissure”) è invece un’ulcerazione lineare dell’ano, talvolta unica e solitaria, situata prevalentemente sulla linea mediana posteriore. Lunga alcuni millimetri, è situata al confine tra la linea pettinata e la cute dell’anoderma. La sua presenza causa dolorosi spasmi dello sfintere anale. Il sintomo caratteristico della presenza di ragade anale è il dolore. Il dolore è il sintomo di presentazione più frequente, parossistico e urente. Viene spesso descritto dal paziente come tremendo e lacerante. Compare caratteristicamente a ogni defecazione e tende a durare da alcuni minuti fino a diverse ore dopo l’evacuazione. Talvolta tende ad associarsi il prurito in regione anale. Alcuni pazienti riferiscono in corso di evacuazione la perdita di qualche goccia di sangue, generalmente di colore rosso vivo. In rari casi si può verificare una vera e propria rettorragia. In molti casi vi è associazione con la presenza di fistola, ascesso perirettale o patologia emorroidaria. Non sono state riconosciute cause di familiarità o predisposizione. Per approfondire, leggi anche: Ragadi anali: cosa sono, sintomi, dolore, bruciore, cura, rimedi

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