Ossido nitrico: cos’è, a che serve e dove trovarlo?

MEDICINA ONLINE INTEGRATORE ALIMENTARE DIETA DIETARY SUPPLEMENT COMPLEMENT ALIMENTAIRE SUPLEMENTO DIETETICO NahrungsergänzungsmittelIl monossido di azoto (anche chiamato “ossido nitrico” o “NO”; in inglese “nitric oxide”) è un gas incolore; nel corpo umano il monossido di azoto (NO) rappresenta un importante neurotrasmettitore con effetto vasodilatante. E’ quindi un potente vaso-dilatatore, utilizzato per la terapia dell’ipertensione polmonare, in particolare nei neonati affetti da insufficienza respiratoria ipossemica. E per questa caratteristica viene indicato come un fattore di rilascio endotelio-derivato, sigla inglese EDRF. Il NO viene sintetizzato a partire da ossigeno ed arginina grazie all’azione degli enzimi NO-sintasi ed attraverso una reazione multifasica e molto complessa.

Funzioni
Il NO possiede la capacità di penetrare attraverso le membrane e le barriere di tutti i micro-organismi (batteri, virus, funghi, parassiti), e tra cui le nostre cellule, dato che fra l’altro non possiede carica elettrica e può quindi muoversi liberamente sia all’interno che all’esterno di esse. Esso va ad intervenire in diversi meccanismi:

  • sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni provocando vasodilatazione con conseguente aumento del flusso ematico e funzione omeostatica;
  • va ad inibire anche l’adesione e l’aggregazione piastrinica;
  • viene sintetizzato dai macrofagi durante la risposta immune e può contribuire ad un diretto effetto battericida;
  • è importante per l’erezione del pene e per contrastare la disfunzione erettile;
  • ha un ruolo nel ciclo di crescita del capello.

Meccanismo di azione
Il monossido nitrico (NO) ha come bersaglio primario un enzima detto l’enzima guanilato ciclasi. Questo enzima dal guanosin-trifosfato (Guanosin Tri Posfato) – GTP genera il Guanosin Mono Posfato Ciclico – GMPc.  Il Guanosin Mono Posfato Ciclico – GMPc attiva a valle la protein-chinasi GMPc-dipendente (PKG), la quale fosforila proteine contrattili e strutturali della cellula come la calponina, il fosfolambano e la tropomiosina rendendole sensibiliti alle azioni degli ioni calcio, i principali responsabili della contrazione delle cellule muscolari. La PKG ha anche un ‘ altra azione : fosforila i recettori dell’IP3 (Inositolo trifosfato) situati sulla superficie dell’SR (reticolo sarcoplasmatico della cellula muscolari lisce che costituiscono la parete del vaso sanguigno dette cellule endoteliali ), impedendone l’aggancio con l’IP3: ciò impedisce il rilascio del calcio dall’SR o dall’ER, inibendo la contrazione della muscolatura liscia (generalmente elevata in tale tipo di tessuto) e inducendone quindi il rilassamento.

I benefici della vasodilatazione
Con “vasodilatazione” si intende un aumento del calibro dei vasi sanguigni conseguente al rilassamento della muscolatura liscia dei vasi sanguigni, in particolare delle arterie, delle arteriole e delle vene di grande calibro. Come diretta conseguenza avremo anzitutto un aumento del lume dei vasi e, soprattutto per le arteriole,una diminuzione della pressione arteriosa. A livello sportivo la cosa è sicuramente favorevole: durante l’attività fisica assistiamo difatti ad un aumento della pressione arteriosa per via delle maggiori richieste di ossigeno e nutrienti al muscolo. I processi di vasodilatazione permettono quindi, a parità di pressione, di assicurare lo stesso quantitativo di molecole richieste. Ma questo non è l’unico aspetto benefico, difatti negli sport anaerobici lattacidi il corpo deve far fronte ad un’altra necessità, ossia quella di smaltire l’acido lattico prodotto, un aumento del lume dei vasi permette quindi di svolgere più efficacemente anche questo meccanismo. Dunque all’atto pratico possiamo riassumere i benefici della vasodilatazione in questi punti:

  • aumento della prestazione aerobica grazie al maggior apporto di ossigeno;
  • aumento della prestazione anaerobica grazie al maggior tasso di smaltimento di lattato;
  • aumento della prestazione in generale e del recupero grazie al maggior apporto di nutrienti;
  • maggiore efficacia dell’erezione del pene.

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Ossido Nitrico (NO): in quali alimenti trovarlo?

1. Cacao in polvere
I flavonoli del cacao sono noti per migliorare il flusso di sangue andando ad attivare il sistema nitrico (nitric oxide system). Questi sono presenti anche in tè e vino rosso ma in misura ridotta, il che porta il cacao ad esserne la fonte più intelligente da usare per questo fine (questo non vuol dire ingozzarsi di cioccolata prima del workout). Altro punto, già che abbiamo citato il vino rosso, l’alcol è un vasodilatatore, ma anche qui non mi soffermo a spiegare il perché non sia una mossa intelligente bere prima di provare il massimale di panca. Il dosaggio ottimale è di 500-1000mg/die di flavoni (circa 27 gr di cioccolato fondente con alte % di cacao).

2. Spinaci e Barbabietole
Spinaci e Barbabietole ricchi di nitrati sono effettivamente un ottimo alimento da consumare nel preworkout (e, come vedremo, anche dopo). Qui tolgo subito un dubbio, i nitrati non sono dannosi di per sé, la problematica è che possono convertirsi in nitriti, e quelli si, sono da evitare. Il primo studio citato, tra l’altro, parla anche di mele ricche di flavonoli, qui si ritorna al primo punto. Per il discorso barbabietole ci sono ottime evidenze di un loro beneficio soprattutto in sport di endurance come il running. Il dosaggio consigliato di nitrati è di c.ca 6.4-12.8mg/kg (approssimativamente 500 gr di Barbabietole).

Ossido Nitrico (NO): In quali integratori trovarlo?

1. Vitamine C ed E
le vitamine C e la E, agendo come antiossidanti, intervengono attenuando il danno ossidativo cui son soggetti i NOS (ossido nitrico sintetasi) permettendo quindi, indirettamente, una loro migliore operatività. Per il dosaggio in questi casi mi atterrei ai 2 gr/die di vitamina C ripartita in piccole assunzioni durante la giornata e 15 mg (22.4IU c.ca) per la vitamina E. Non si tratta di integratori specifici per la vasodilatazione, possono dare una mano in via indiretta (e influire forse un minimo) e come tali li utilizzerei.

2. L-Citrullina
Si tratta di un metabolita intermedio del ciclo dell’urea. I NO-sintasi, abbiamo visto, sintetizzano ossido nitrico a partire da Arginina ed ossigeno, ebbene la prima viene inizialmente trasformata in Citrullina, dunque quali sono gli effetti della supplementazione di Citrullina? Non stupisce che si abbia un aumento dell’ossido nitrico, lo vediamo in diversi studi dove si utilizza sia la forma L che quella Malato. Le dosi utilizzate in questo caso sono state di 5-6 gr.

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3. Ginko Biloba
Oltre ai suoi benefici in termini di stress fisico e mentale, il Ginko Biloba comporta anche una risposta di vasodilatazione. Quest’azione è dovuta sia ad un aumento del rilascio o neuronale di fattori endogeni rilassanti , sia tramite inibizione dell’enzima COMT. In generale ha un effetto benefico sulla circolazione, nonchè proprietà antiossidanti. Il dosaggio è di 120-240mg, da prendere assieme ad un pasto (pre o postworkout per esempio).

4. Arginina
Il principale meccanismo di azione attraverso cui la supplementazione di arginina influenza la salute dell’apparato circolatorio è il suo ruolo di substrato per i NOS per produrre Ossido Nitrico e la conseguente produzione di GMP intracellulare (il discorso vale anche per la Citrullina che anzi, si rivela una scelta migliore e più efficace in questi termini). Tuttavia gli studi sull’assuzione di L-arginina (su atleti in salute) sono discordi. In determinati casi i biomarkers del metabolismo del NO sono aumentati, in altri non vi sono state sostanziali modifiche. Il dosaggio è di 3-6 gr da 1 a 3 volte al giorno (nel caso si intenda mantenerne alti i livelli durante la giornata). Tuttavia, ripeto di nuovo, la citrullina si è dimostrata più efficace per raggiungere i risultati sopra visti e l’arginina, anche nelle forme più biodisponibili, si può considerare un supplemento tutto sommato superato e ormai poco utilizzato. Non vi sono state influenze (ed anche questo vale per la citrullina) nei confronti degli ADMA (antagonisti dei NOS), non sembra esservi quindi tale meccanismo di azione per i due supplementi.

Quando assumere questi integratori nello sport?
Da una parte gli effetti in acuto suggerirebbero un assunzione nel preworkout. In tal senso è ottima la combinazione con delle fonti di carboidrati e delle whey (insulinogeniche) che amplieranno l’effetto vasodilatatorio durante l’allenamento. Un altro momento è il postworkout, quando l’effetto “pump” tende a perdersi pian piano, si può andare ad intervenire per favorire il recupero muscolare. L’aspetto pi importante però, a mio avviso, è quello di approcciarsi a questi supplementi come un valido aiuto in termini di salute cardiocircolatoria (non si sottovaluti l’incidenza di problematiche quali TOS/sindrome dello stretto toracico superiore negli sport di sollevamento pesi). L’ideale è dunque un’assunzione in cronico, va bene allora l’integrazione nel peri-workout come abbiamo visto, però è molto più logico includere nella propria dieta alimenti come spinaci, barbabietole.

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Se odi i gay, sei omosessuale: gli omofobi sono attratti dai gay

MEDICINA ONLINE GAY OMOSESSUALE AMICI MARE SPIAGGIA SOLE TRISTE INFEZIONE SESSO COPPIA AMORE TRISTE GAY OMOSESSUAANSIA DA PRESTAZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE FRIGIDA PAURA FOBIA TOmofobia uguale omosessualità latente, dice la “leggenda” popolare. A testare finalmente questa ipotesi ci hanno pensato due studiosi in forza al Dipartimento di Psicologia della Brock University, St. I due ricercatori americani sono partiti dallo storico presupposto psicanalitico che ipotizza un legame tra l’odio verso le persone omosessuali e la propria omosessualità repressa. La premessa è vera solo nel caso in cui esista una sorta di “tendenza” inconscia verso uomini o donne, di cui il soggetto è inconsapevole.

In questa prospettiva, le valutazioni negative esplicite, tipiche dell’omofobo, nasconderebbero in realtà una certa attrazione (inconsapevole) verso le persone dello stesso sesso. Ma ad oggi nessuna ricerca aveva dimostrato empiricamente l’esistenza di tale legame. Non è difficile verificare l’atteggiamento esplicito delle persone nei confronti dell’omosessualità. Il problema, hanno dichiarato gli americani, sarebbe stato piuttosto riuscire a ricavare la predisposizione implicita, quella che le persone tendenzialmente nascondono.

Gli Autori hanno esaminato un campione formato da 237 persone (di cui 214 dichiarati eterosessuali, 7 omosessuali, 13 bisessuali e 3 asessuati. Nella prima parte della ricerca, l’obiettivo era raccogliere il dato implicito. Per ottenere tale dato ad ogni partecipante sono state mostrate delle fotografie a sfondo sessuale di uomini e donne. Ogni soggetto doveva associare ad ogni immagine una parola, tipo “eccitante” oppure “disgustoso”. Gli scienziati, durante la prova, hanno misurato ogni volta i tempi di reazione dei partecipanti. Questa è una tecnica utilizzata frequentemente in Psicologia per misurare gli atteggiamenti impliciti che le persone hanno rispetto ad alcune categorie sociali.

Secondariamente, i ricercatori si sono concentrati sugli atteggiamenti espliciti dei partecipanti nei confronti dell’omosessualità e dell’autoritarismo, sottoponendo a tutti un questionario. Ebbene, dai risultati non emerge nessun tipo di associazione tra omofobia e attrazione verso persone del proprio sesso. Al contrario, le donne eterosessuali attratte implicitamente da altre donne manifestano un atteggiamento generalmente più positivo (e non omofobo) verso gay e lesbiche.

In altre parole, almeno tra le femmine, se proprio dovesse esistere un’omosessualità latente (leggi: inconscia) questa stimolerebbe non l’omofobia ma esattamente l’opposto. Questo dato, ci ricordano McInnis e Hodson, conferma quanto già riportato da altri ricercatori (Chivers et al., 2007): l’eccitazione sessuale femminile è meno categoria-specifica rispetto a quella dei maschi. Tra questi ultimi, i gay si eccitano principalmente con stimoli maschili e gli eterosessuali con stimoli femminili. Nelle donne invece questa suddivisione, da un punto di vista fisiologico, non è così marcata. Riassumendo, in base ai dati raccolti in questa ricerca non sembra che alla base dell’omofobia ci sia un’attrazione inconscia e repressa verso persone dello stesso sesso. Per capire da dove vengano odio e violenza nei confronti di gay e lesbiche si dovrà cercare altrove. Senza perdere altro tempo.

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Come si chiama il punto G in inglese, francese, spagnolo e tedesco?

MEDICINA ONLINE SPERMA LIQUIDO SEMINALE PENIS VARICOCELE HYDROCELE IDROCELE AMORE DONNA PENE EREZIONE IMPOTENZA DISFUNZIONE ERETTILE VAGINA SESSULITA SESSO COPPIA LOVE COUPLE FRINEDS LOVER SEX GIRL MAN NO WOMAN WALLPAPERCome si chiama in lingua inglese il punto G, cioè la famosa zona erogena femminile conosciuta anche come punto Gräfenberg (dal nome del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, erroneamente ritenuto lo scopritore di questa struttura anatomica)?

Il punto G in:

  • inglese si chiama the G spot o anche G-spot;
  • in francese: le point G;
  • in spagnolo: el punto G;
  • in catalano: el punt G o anche esponja uretral;
  • in tedesco: der Gräfenberg-Zone o anche G-ZoneG-Punkt.

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Il punto G esiste davvero o non esiste? Lo hanno tutte le donne?

MEDICINA ONLINE PUNTO G G POINT SEX SESSO VAGINA PARETE ANTERIORE ANO MASSAGGIO TANTRA VULVA CLITORIDE STIMOLAZIONE VIDEO TOCCARE PREMERE DONNA WALLPAPER HI RES PICTURE IMAGESe ne parla da 50 anni, ma ancora gli studiosi non sono concordi sull’esistenza del Punto G. Quest’anno è  stato pubblicato sul Journal of Sexual Medicine il più grande studio sul Punto G, effettuato su 1800 donne gemelle. Condotto da un team di ricercatori del King’s College di Londra  guidato da Andrea Burri e da Tim Spector, lo studio “dimostra abbastanza definitivamente che l’idea di un punto G è soggettiva”, afferma lo stesso Burri.
Solo poche settimane dopo un gruppo di medici francesi, riuniti a Parigi in occasione del convegno “Le polemiche del punto G”, smentisce lo studio inglese, reo di essere “partito da una falsa pista. Ci sono tre idee false sul punto G, pensare che:

  1. stia nello stesso posto in tutte le donne,
  2. abbia la dimensione fissa di una moneta da 50 centesimi di euro,
  3. la sua stimolazione provochi sempre un orgasmo.

Invece non è così” afferma il dottor Sylvain Mimoun. Sempre lo stesso Mimoum aggiunge che il punto G “è una zona erogena particolare che esiste in alcune donne.”
Il dibattito sembra non voler arrivare ad una conclusione anche se, dal punto di vista anatomico, è effettivamente rintracciabile in molte donne.

Tutte le donne hanno il Punto G?
Sembra proprio di no. Ci sono donne che hanno lo spazio uretrovaginale, dov’è il Punto G, più grande di altre (questo ci dice la fotografia dell’ecografia e non altro).

Quali fattori ne determinano la presenza o assenza in una donna?
Non lo sappiamo. Esistono tre ipotesi che cercano di spiegare le differenze da donna a donna nel Punto G o, se preferisce, nello spazio uretrovaginale. La prima dice che può dipendere da fattori congeniti/genetici. La seconda da fattori ormonali. La terza dall’uso.

Dove si trova e come si può stimolare il punto G?
Per la maggior parte delle donne il punto G è collocato nella parete anteriore della vagina ad una profondità di circa 4-5 cm proprio dietro la localizzazione esterna del clitoride. Il motivo per cui dico “la maggior parte delle donne” è che per alcune può essere differente. Il punto G è grande più o meno quanto una piccola monetina e quando stimolato propriamente si dilata un po’ e cambia leggermente struttura.

Che ruolo gioca il Punto G nella sessualità femminile?
Permette alle donne che lo hanno o che lo hanno sufficientemente sviluppato, di provare l’orgasmo vaginale.

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“Mi ha lasciato e non mi cerca”: cosa fare quando lui (o lei) ti lascia

MEDICINA ONLINE VOLTO TRISTE DONNA RAGAZZA CAPELLI SGUARDO ESTATE SUMMER MORA PELLE SKIN OCCHI OCCHIAIE TERAPIA TRATTAMENTO EYES TRUCOS DE BELLEZZA VISO DONNA RIMEDI SEXY SEX MEDICINA ELui mi ha lasciata e non mi cerca“: è una frase che è un grande classico nelle confidenze tra amiche. Sono frasi sentite tantissime volte, e molto spesso, quasi sempre, sono frutto di errori che quasi tutte le ragazze o le donne hanno commesso prima che Lui ponga termine a una relazione.

Se lui (o lei) ti ha lasciata e non si fa più sentire, non è per mancanza di tempo o perché ha troppo da lavorare, stai tranquilla: semplicemente non vuole proprio cercarti e non gl’importa nemmeno molto sapere come stai, cosa fai, se stai male o esci con altri.
Alcune ragazze puntano sulla famosa strategia “Se non mi faccio più sentire, lui mi cercherà”, immaginando di potergli mancare. Beh, non è una grande idea, questa. ma è sempre meglio che zerbinarsi completamente, come si dice: nella maggior parte dei casi otterresti solo l’effetto contrario.

In molti casi, quindi, chi lascia tende a non voler riprendere i contatti con l’altra persona, soprattutto quando il rapporto ha avuto una fine un po’ tragica (soprattutto in caso di corna).non impazzire nel cercare motivazioni, perché la situazione comunque non cambia avendo risposte.

Se continui a cercarlo (o a cercarla) proprio ora che ti ha detto che di te è stufo, apparirai ai suoi occhi sempre più bisognosa e lo farai sentire messo alle core e soffocato: un accollo, insomma. Proprio questo tuo comportamento lo porterà ad allontanarsi sempre più, e soprattutto a convincersi  che la sua decisione effettivamente è stata la più giusta.

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Cerca di non contattarlo assolutamente in maniera elemosinante, almeno nel primo periodo, perché ti faresti solo del male e non otterresti nulla di buono ma solo pugni nello stomaco. Puoi sempre fargli sapere, tramite amici e contatti comuni che tu ci sei e che lo pensi, ma prostrarsi ai suoi piedi non è la cosa giusta da fare.

Spesso, poi, chi rincorre l’altro non comprende che non sta veramente “amandolo”, ma vorrebbe amare qualcuno. Non sta realmente desiderando quella persona, ma sta desiderando di appagare il suo desiderio di amare qualcuno che invece non la vuole più.

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Non ti chiudere quindi in te stessa, né in casa, ma esci con amici o amiche, specialmente quelli fidati: e attenta ai consigli generici, perché pareri di persone a te non vicinissime (o magari gelose di voi) potrebbero solo peggiorare la situazione. Prova a pensare che, se non ti cerca più, era una persona che non ha dato il giusto peso alla vostra storia, che non l’ha messa al primo posto. E tu meriti invece una persona che si impegni con te e che abbia la consapevolezza di quanto vali e di quanto valga quello che potete vivere insieme.

La vita è una ed è importante: il periodo della sofferenza è sicuramente difficile da evitare in fretta, ma stai certa che ritorneranno i momenti belli (magari anche con lui, se sentirà la tua mancanza) e rinascerai e tornerai ad amare qualcuno che ti merita. Ma prima devi pensare  solo a stare bene con te stessa!

Se credi di avere dei problemi con il tuo partner o la tua partner e non riesci a gestire da sola o da solo questa situazione, prenota subito la tua visita e, grazie ad una serie di colloqui riservati, ti aiuterò a superare questo momento difficile.

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Differenza tra clitoride e punto G

MEDICINA ONLINE VULVA LABBRA GRANDI PICCOLE LABIA MINORA MAJOR VAGINA SEX SESSO DONNA APPARATO SESSUALE FEMMINILE CLITORIDE MEATRO URETRALE OPENING IMENE VERGINITA WALLPAPER PICS PICTURECos’è il punto G e dove si trova? 
Si tratta di un piccolo fascio di terminazioni nervose che, se correttamente stimolato, produce un grado di soddisfazione inaspettato. Il punto G è però la parte meno agevole da rintracciare nell’anatomia femminile, perché – a differenza del clitoride – è posizionato all’interno della vagina. Per la maggior parte delle donne il punto G è collocato nella parete anteriore della vagina ad una profondità di circa 4-5 cm proprio dietro la localizzazione esterna del clitoride. Il motivo per cui dico “la maggior parte delle donne” è che per alcune può essere differente ed alcune donne sembrano non possederlo del tutto. Il punto G è grande più o meno quanto una piccola monetina e quando stimolata propriamente si dilata un po’ e cambia leggermente struttura. Per approfondire leggi: Il punto G femminile: come trovarlo e stimolarlo e quali sono le posizioni sessuali che più lo eccitano

Cos’è il clitoride e dove si trova?
Il clitoride è l’organo dell’appartato genitale femminile più importante per il piacere della donna. A differenza del punto G, il clitoride è – salvo malformazioni – presente in tutte le donne ed è facile da raggiungere visto che è collocato all’esterno. Nello specifico il clitoride si trova all’intersezione e al vertice delle piccole labbra, protetto dalle grandi labbra. Non tutti i clitoridi hanno le stesse dimensioni, quindi è probabile che ci siano variazioni millimetriche di posizione, che portano il clitoride più all’esterno o più all’interno rispetto a piccole e grandi labbra. Per approfondire leggi: Clitoride: dove si trova e come stimolarlo per provare piacere

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Differenza tra infertilità e impotenza (disfunzione erettile)

Dott. Loiacono Emilio Alessio Medico Chirurgo Medicina Chirurgia Estetica Cavitazione Dietologo Roma Sessuologia Psicologia Eiaculazione precoce Erezione Smettere fumare Eiaculazione abbondante Sapore Sperma miglioreCon “infertilità” (in inglese “infertility”) si descrive quella condizione in cui una coppia, per cause relative ad uno o entrambi i partner, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e senza protezione (profilattico o altri metodi anticoncezionali). Il termine infertilità, quindi, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente temporanea e risolvibile, legata ad uno o più fattori interferenti.

Il termine “impotenza” veniva usato in passato per indicare la patologia attualmente conosciuta come “disfunzione erettile” (in inglese “erectile dysfunction” o “impotence“). La disfunzione erettile corrisponde all’incapacità del soggetto di sesso maschile di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto soddisfacente. Pur rappresentando un problema non indifferente per la vita di coppia, non necessariamente una disfunzione erettile determina una reale infertilità. E’ anche vero però che una assenza completa dell’erezione maschile, rende estremamente difficile la penetrazione e l’incapacità a deporre il seme in vagina può effettivamente condurre a infertilità.

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I peggiori modi per essere lasciati da qualcuno

MEDICINA ONLINE CELLULARE COLAZIONE SMARTPHONE APP WHATSAPP APPLICAZIONE PROGRAMMA TELEFONARE TELEFONO TELEFONINO PHONE CALL MARMELLATA MANGIARE DONNA MATTINA BREKFAST WALLPAPER PIC HI RLa fine di una storia? Sempre e comunque un dramma, a parte rarissimi casi. Essere lasciati è orrendo. Ma anche mollare non è una passeggiata, ed è spesso difficile trovare il modo giusto di lasciare un ragazzo (semmai ne esiste uno).

Molto probabilmente ognuno di noi può vantare almeno un episodio in cui ha preso una dolorosissima porta chiusa in faccia. O peggio, episodi in cui ha dovuto mollare il malcapitato e non è stato esattamente capace di usare il tatto adeguato. (Confessa, te ne vergogni a morte, ma anche tu almeno una volta hai mollato per telefono!)

Insomma, una rottura non è mai facile. E chiunque dei due sia l’autore della nefasta decisione, sappiate che c’è modo e modo di farlo. E se almeno una volta nella vita siete state lasciate in maniera particolarmente infame, sapete di cosa stiamo parlando.

Qualche istruttivo esempio dei peggiori modi lasciare o di essere lasciati.

Piangendo

Bisogna sapersi mettere nei panni di chi sta per essere lasciato. Molto probabilmente avrà una fortissima voglia di piangere. Quindi è scorretto rubargli/le anche la doverosa scena madre. Abbiate dignità nel lasciare: far vedere di essere eccessivamente dispiaciuti e sofferenti non serve a nulla, tranne che a lavarvi biecamente la coscienza.

Tramite Twitter o Facebook

Il web 2.0 e l’esistenza dei social network non vi autorizzano ad essere più infami di quanto già non lo siate. Far sapere all’altro/a di essere stato mollato/a cambiando lo status su Facebook, ad esempio, andrebbe punito penalmente.

Via chat o mail

Tipico dei logorroici vigliacchi, che hanno tanto da spiegare e recriminare quando mollano. Ma non hanno il buongusto di farlo guardando l’altro negli occhi. Nella fattispecie, la mail è tra le due la modalità più disgustosa.

Via sms o telefonata

Per gli sms: vedi punto 3. Per quanto riguarda la telefonata: moralmente un po’ più accettabile rispetto all’sms e o facebook. Ma il fatto che le nuove tecnologie ci offrano modalità ancora più infami di mollare, non fa del mollare per telefono un gesto lodevole.

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Sparire

Così, semplicemente: smettere di chiamare, di farsi vedere e di rispondere al telefono. Lasciando l’altro/a prima nell’incertezza, poi nel totale smarrimento, e infine nella terribile certezza, senza nemmeno avere qualcuno contro cui urlare. Se poi trovate la fiancata della vostro auto simpaticamente istoriata nottetempo, non lamentatevi. Era il minimo che dovevate aspettarvi!

Cominciare a comportarsi male

Per farsi lasciare, o per mollare in maniera più “indolore”. E’ il top della vigliaccheria, e scivola anche nel sadico.

Con un tradimento volante

Fatto a bella posta, e prontamente confessato. Oltre a far soffrire l’altro/a, uccide anche l’autostima.

In un luogo pubblico

Impedisce al mollato/a di fare la scenata, che è praticamente l’unico appiglio che resta ai mollati di tutte le epoche: negare anche la possibilità di fare una scenata è pura crudeltà.
Oppure regala una scenata delle peggiori con tanto di pubblico pagante. Se il vostro neo ex è un violento rischiate anche di dover pagare i danni al locale in cui vi trovate.

In un posto che il mollato ama

In un posto simbolo del vostro amore, in un posto che per qualche motivo significa molto per lui/lei. Continuerà ad associarlo a una tragedia per il resto della sua vita. Altra crudeltà gratuita da evitare.

Davanti ad altre persone

Specie se amici o parenti. Scorrettissimo sia per la questione scenata, sia perchè oltremodo umiliante. In un mondo giusto andrebbe punito con l’ergastolo.

In una festività

A San Valentino o a Natale. Non si fa. Aspettare qualche giorno non vi costerà nulla.

Durante le vacanze

O subito prima di partire. Nel primo caso avrete rovinato la vacanza a entrambi (e se il/la mollato/a è particolarmente vendicativo non stupitevi se da fuoco ai vostri documenti o al biglietto di ritorno). Nel secondo caso lascerete al malcapitato come ultimo regalo le ferie negate e passate a casa a piangere. Mentre tutti gli amici sono in vacanza.

Mentre il mollato è ubriaco

A parte le reazioni imprevedibili, rischiate che il giorno dopo si presenti sotto casa vostra ridendo e dicendo “Amore mio, da oggi smetto di bere. Non sai cosa ho sognato stanotte mentre ero ubriaca/o”

Dopo aver fatto l’amore per l’ultima volta

Se volete lasciarlo/a non andateci più a letto. Assolutamente! Il sesso in prossimità di rottura (sia prima che dopo) non fa che creare illusioni, false aspettative, e ferite ancora più profonde.

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