Differenza tra aminoacidi essenziali e ramificati

MEDICINA ONLINE DIFFERENZA PROTEINE AMINOACIDI BIOCHIMICANell’organismo esistono 20 tipi di aminoacidi che, unendosi in legami peptidici, formano le proteine e forniscono energia ai nostri muscoli. Di questi aminoacidi, 8 vengono classificati come essenziali:

  • isoleucina,
  • leucina,
  • lisina,
  • metionina,
  • fenilalanina,
  • treonina,
  • triptofano,
  • valina).

10 aminoacidi sono classificati come non essenziali:

  • alanina,
  • asparagina,
  • acido aspartico,
  • cisteina,
  • glutammina,
  • acido glutammico,
  • glicina,
  • prolina,
  • serina,
  • tirosina.

2 aminoacidi sono classificati come semi essenziali:

  • arginina,
  • istidina.

Infine, tra gli essenziali, 3 (valina, isoleucina e leucina) vengono definiti come aminoacidi ramificati (BCAA).

Nella dieta giornaliera, l’apporto di aminoacidi verso cui gli sportivi devono porre maggiore attenzione è quella relativa agli aminoacidi ramificati. Sebbene tutti concorrano alla sintesi proteica, fondamentale per il reintegro delle energie, in realtà sono i BCAA a fare la differenza nel potenziamento delle performance atletiche.

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La differenza tra aminoacidi essenziali e aminoacidi ramificati si rivela nella fase di metabolizzazione. Tutti gli aminoacidi cominciano ad essere sintetizzati al passaggio nell’intestino tenue. Tuttavia, mentre il percorso degli aminoacidi essenziali prosegue verso il fegato, quello degli aminoacidi a catena ramificata BCAA si muove direttamente verso la massa muscolare, andando a costituire il 35% degli aminoacidi presenti nel muscolo. Tutti i tipi di aminoacidi assolvono principalmente una funzione plastica: sono, cioè, coinvolti nella sintesi proteica necessaria al rinnovamento cellulare dell’organismo e, per questo, diventano fondamentali nella fase di reintegro negli sport di potenza e nel body building, dove diventano diretti protagonisti dell’incremento della massa muscolare. A questa capacità, gli aminoacidi ramificati aggiungono delle preziose potenzialità antifatica e anti-cataboliche poiché, rallentando la degradazione delle proteine, favoriscono gli adattamenti muscolari agli stimoli allenanti: l’ideale per il potenziamento delle performance nell’allenamento di endurance di lunga durata. Il valore degli aminoacidi con funzione anti-catabolica nella dieta di chi pratica sport più intensi è, inoltre, fondamentale perché questi preservano le difese immunitarie, contrastano la produzione di acido lattico e spostano la soglia di affaticamento mentale verso una maggiore resistenza.

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Sam Bryant: ha 70 anni il bodybuilder più anziano del mondo

MEDICINA ONLINE SAM BRYANT UOMO PIU ANZIANO MONDO ALLENAMENTO MUSCOLI PESI GINNASTICA GUINNESS RECORD MORTE DEAD DEATH CUORE PATOLOGIA STEROIDI DOPING SOSTANZE DOPANTI GH BODYBUILDER BODY BUILDING CULTURISTA AESTHETICL’età non avanza allo stesso modo per tutti, basta guardare questo signore in foto: ha ben settantanni! Esatto. Sam Bryant è un afroamericano entrato a pieno diritto nella terza età che sembra avere almeno la metà dei suoi anni. Ma c’è di più. Infatti non è una persona qualunque, ed il suo fisico deve per forza seguire una logica differente considerando che è un bodybuilder. Complimenti Sam, speriamo tu sia di esempio a tanti!

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Ernestine Shepherd bodybuilder ad 80 anni: “L’età è solo una cifra”

MEDICINA ONLINE Ernestine Shepher DONNA PIU ANZIANA MONDO 80 ANNI ALLENAMENTO MUSCOLI PESI GINNASTICA GUINNESS RECORD MORTE DEAD DEATH CUORE PATOLOGIA STEROIDI DOPING SOSTANZE DOPANTI GH BODYBUILDER BODY BUILDING CULTURISTAE’ stata una passione tardiva quella della palestra, per Ernestine Shepherd, che dal 2010 può fregiarsi del titolo di body builder più anziana del mondo del Guinness dei Primati. Il 16 giugno la signora di Baltimora nel Maryland USA, classe 1936, ha infatti spento le sue 80 candeline con un fisico da urlo. Sposata con un figlio e un nipote, si è stufata di aspettare di fare la nonna e ha cominciato ad allenarsi a 56 anni ed è riuscita ad aggiudicarsi ben due titoli di body building.

Ha cambiato tutto, cominciando la mattina con una colazione a base di uova, noci e, subito dopo, e una decina di chilometri di corsa al giorno. “Fate come me, funziona. Dimostro i miei 80 anni? L’età è solo una cifra” dice ai suoi allievi, anziani desiderosi di fare come lei. Ernestine, infatti, ora insegna anche alla gente come cambiare vita. Complimenti Ernestine!

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Bodybuilder perde un braccio per essersi iniettato olio di cocco nei muscoli

MEDICINA ONLINE INIEZIONE OLIO SYNTHOL PALESTRA MORTO ALLENAMENTO PESI MUSCOLI PALESTRA DOPING PROTEINE MORTE INTEGRATORE BODY BUILDING 14 FARMACI ILLEGALI PROIBITI ANFETAMINE TREMBOLONE OBESO MUSCOLI FOTO PICTURE death.jpgI medici mettono in guardia circa la pratica tra i culturisti nel Regno Unito di sostanze per via parenterale come ad esempio l’olio di cocco per migliorare la loro forma muscolare. L’estensione della pratica è venuta alla luce solo grazie al caso di un giovane uomo che è ricoverato in ospedale con perdita di funzione del suo braccio destro, ma i medici avvertono che questo è potenzialmente solo la “punta dell’iceberg”. In modo allarmante, questa pratica utilizzata per la valorizzazione a breve termine dell’aspetto muscolare sembra venire ad un costo significativo. “C’è un rischio di fibrosi muscolare a lungo termine, deformità e perdita irreversibile della funzione.”

La pratica è stata riportata alla luce a causa di un’occasione in cui un 25enne bodybuilder amatoriale è stato trattato per il dolore e la perdita di funzione nel suo braccio destro. Ha detto ai medici che aveva avuto difficoltà a spostare il braccio per qualche mese. L’ecografia del braccio ha rivelato che non solo aveva rotto i suoi tricipiti, ma che c’erano numerose cisti all’interno del suo muscolo del braccio. L’uomo ha poi rivelato che si era iniettato olio di cocco per migliorare l’estetica ed il rimodellamento dei propri muscoli.

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Le parole dei medici

Mentre l’auto-somministrazione di steroidi è una pratica ben nota, la misura di utilizzare altri composti, come olio di noce, olio di sesamo, e paraffina, è meno consolidata e non realmente riconosciuto tra i medici. I medici pensano che è improbabile che la rottura del tendine che collega il tricipite all’osso vicino al gomito, un infortunio che è raro in giovani, sia legato all’olio di cocco, ed è più probabilmente legata al fatto che assumesse steroidi. Ma le cisti che si son formate nei muscoli certamente sono il risultato di iniezioni di olio di cocco.

“L’impatto a lungo termine di questa pratica sulla muscolatura in sé, così come i potenziali effetti negativi che compromettono la capacità di salute e sportiva, segnano la mancanza descrizione approfondita”, i medici continuano. “Dobbiamo essere consapevoli di questi casi, per consentire diagnosi cliniche corrette e anche di riconoscere altre pratiche di auto-abusive e potenzialmente pericolose per la vita.”

Gli esperti avvertono anche che l’olio di cocco potrebbe causare potenziali coaguli di sangue se le iniezioni hanno colpito un vaso sanguigno. Inutile dire che i medici raccomandano contro tali pratiche in tutte le situazioni.

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Perdita della coordinazione muscolare: l’atassia

MEDICINA ONLINE CERVELLETTO ANATOMIA INTERNA ESTERNA Riabilitazione Nutrizionista Infrarossi Accompagno Commissioni Cavitazione Radiofrequenza Ecografia Pulsata Macchie Capillari Ano PeneCon “atassia” (in inglese “ataxia”) in medicina si indica un disturbo caratterizzato nella progressiva perdita della coordinazione muscolare che rende Continua a leggere

Differenza tra monofrequenza e multifrequenza: qual è il migliore allenamento?

MEDICINA ONLINE ALLENAMENTO MONOFREQUENZA MULTIFREQUENZA PESI IPERTROFIA FORZA MASSA WORKOUT ARNOLD DEATH DEAD MORTE BODY BUILDING DOPING LETTERA MUSCOLI COME RICONOSCERE UN DOPATO IN PALESTRA ATLETA TEST ANTIDOPING RECORD.jpgIn palestra è preferibile allenarsi in monofrequenza o multifrequenza? Per prima cosa chiariamo il significato di questi termini, in modo da archiviare almeno i primi dubbi:

  • Monofrequenza: allenare lo/gli stesso/i gruppi muscolari una sola volta nel programma di allenamento settimanale.
  • Multifrequenza: allenare lo/gli stessi/i gruppi muscolari più volte nel programma settimanale, attraverso schede full body o il classico A-B-A-B.

In questo articolo vedremo che, come spesso avviene nello sport, non esiste un tipo di allenamento necessariamente migliore di un altro, bensì dipende da molti fattori. Molto dipende dalla struttura del soggetto, dal suo grado di allenamento e naturalmente anche dal modo in cui si allena. Le informazioni dell’articolo sono riferite ai “natural”.

La monofrequenza non esiste

C’è da fare una importante premessa: la monofrequenza “pura” non esiste, perché la fisiologia del nostro corpo va in una direzione completamente diversa. Chi pensa d’allenare un muscolo una volta a settimana in monofrequenza, in realtà non sa che sta facendo un allenamento pesante, più diversi richiami, perché nessun muscolo può mai lavorare in modo totalmente isolato. Con le braccia questo discorso è evidente, il bicipite lavora anche nelle trazioni ed il tricipite nella panca piana. In realtà il bicipite lavora anche nella panca (stabilizzando la testa dell’omero) ed il tricipite lavora anche nelle trazioni estendendo l’omero. Per approfondire l’argomento leggi i muscoli biarticolari. Ma anche i grandi ventri muscolari lavorano più volte a settimana, per esempio il grande pettorale interviene anche quando alleniamo le spalle: nelle spinte con manubri sopra la testa (fasci claveari), o quando alleniamo il dorso con la lat machine (fasci sterno-costali). Idem il gran dorsale che interviene nei dip, ecc. Insomma l’allenamento classico in monofrequenza è fatto dall’allenare il muscolo target una volta a settimana, più tanti richiami.

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Forza o massa?

Le differenze principali tra monofrequenza o multifrequenza stanno nel tipo di split (suddivisione dei gruppi muscolari) e nel tipo di allenamento vero e proprio: lo scopo è aumentare la forza o raggiungere l’ipertrofia?. Mi spiego meglio con un esempio che introduce la questione: se si fa un classico lavoro di ipertrofia, quindi con parecchio volume (molte serie e molte ripetizioni) è ovvio che il recupero sarà decisamente lungo, quindi se alleni il petto il lunedì sarà auspicabile un recupero di almeno 3-4 giorni per alcuni soggetti e magari anche 5-6 giorni se non di più per altri. Ecco perché spesso si torna ad allenarlo il lunedì successivo. C’è da dire però che non sempre questo tipo di approccio è profittevole, anzi per molti potrebbe essere proprio da evitare, poiché gran parte dei soggetti – specie chi ha iniziato da poco – non è in una condizione fisica e fisiologica soddisfacente per sopportare certi volumi di lavoro.

Monofrequenza o multifrequenza: dipende da te

Soggetti alle prime armi, longilinei, tipicamente ectomorfi, quelli che non crescono mai per intenderci (il classico “secco”), trarranno ben pochi benefici da allenamenti di volume, esaurimento, isolamento e quant’altro: in questo caso farebbero bene a concentrarsi sulla forza e sui fondamentali e quindi soprattutto sulla multifrequenza. Nella scelta tra monofrequenza o multifrequenza, è importante ascoltare e conoscere bene il proprio organismo per essere sicuri ad esempio di recuperare correttamente. Non è un caso infatti vedere ragazzi che esagerano con gli esercizi per ore, incontrarli dopo mesi e trovarli sempre uguali! Ciò è vero soprattutto a causa del fatto che tali individui non sono in grado di coinvolgere un grande numero di unità motorie del muscolo target durante l’alzata sia a causa della tecnica, probabilmente, non delle migliori sia per il fatto che il loro Sistema Nervoso Centrale non è ancora sufficientemente abituato alla nuova attività. Una conseguenza dello scarso reclutamento è che nel tentativo di aumentare l’intensità dell’allenamento e il valore del carico sollevato lo sforzo viene indirizzato, erroneamente, su distretti muscolari che dovrebbero essere solamente a sostegno del muscolo principale storpiando la tecnica e aumentando peraltro il rischio di infortuni. Per far si che una scheda di allenamento in monofrequenza sia efficace è necessario che chi lo pratica sia in grado di somministrare un grande stress al muscolo, questo perché il tempo di recupero a disposizione è alto e di conseguenza se non siamo in grado di portare il lavoro muscolare al limite dopo la supercompensazione riscontrabile nei primi giorni il muscolo affronta un periodo di stallo per poi andare incontro ad una perdita dei guadagni ottenuti.

principianti “secchi” farebbero quindi bene a concentrarsi sull’apprendimento di determinati schemi motori, ripetendo lo stesso gesto anche più di una volta a settimana, quindi anche loro nella scelta tra monofrequenza o multifrequenza, dovrebbero premiare la prima. In fin dei conti le classiche schede di ricondizionamento che si danno a una persona appena entrata in palestra, sono in total body, e quindi lo stesso lavoro è da eseguire 2-3 volte a settimana.

E’ la monofrequenza? In modo molto generico è preferibile quando il soggetto comincia ad essere più esperto degli esercizi, più “grosso” e quando il suo allenamento punta molto all’ipertrofia (massa) a volume, a cedimento, a esaurimento, con molta produzione di acido lattico e molta rottura cellulare: ciò richiede più recupero e di conseguenza diventa più adatta la monofrequenza. Se il soggetto esperto predilige invece l’allenamento per la forza (molto peso e poche ripetizioni) ha invece dei parametri diversi quali: poca o nulla rottura cellulare, minor volume totale di lavoro, minor tempo di riposo necessario tra una sessione e l’altra; permette quindi di allenarsi anche tre volte la settimana per lo stesso gruppo muscolare, o meglio per lo stesso gesto tecnico, pertanto in questo caso è più adatta la multifrequenza. Anzi per essere più precisi, ci si dovrebbe allenare proprio in multifrequenza per la forza. Anche perché se vuoi aumentare quei carichi, se vuoi migliorare in qualcosa di specifico, non è pensabile farlo una sola volta a settimana: quell’esercizio, quel gesto tecnico, va ripetuto più volte a settimana, padroneggiato e fatto proprio.

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Qual è il migliore?

Se avete letto tutto l’articolo senza saltarlo a piè pari per leggere direttamente questo paragrafo, avrete quindi capito che non c’è un tipo di allenamento migliore di un altro: nella scelta tra allenamento in monofrequenza o multifrequenza, la variabile principale è il soggetto ed i suoi scopi. Da lui partiranno poi altre sotto-variabili quali la condizione di partenza, le caratteristiche della sua composizione corporea, i numeri di allenamento a settimana, lo schema dei gruppi muscolari…

Un neofita, il cui obiettivo è cominciare ad aumentare gradatamente forza e massa muscolare, dovrebbe concentrarsi principalmente sui fondamentali – quindi privilegiare la multifrequenza – ed eventualmente qualche esercizio di isolamento.

Un esperto frequentatore della palestra, il cui obiettivo principale è avere la maggior massa possibile, potrebbe trarre giovamento dalla monofrequenza; se vuole aumentare la forza potrebbe prediligere la multifrequenza. Ovviamente sono considerazioni generiche: ogni soggetto è diverso! Il soggetto in equilibrio, con una buona composizione corporea, esempio il classico mesomorfo (buona massa muscolare di base), che già conosce bene le basi, può allenarsi sostanzialmente con diversi metodi ed avrà comunque risultati. Ecco che quindi potrà allenare un gruppo muscolare, anche per l’ipertrofia, due volte a settimana, poiché il suo organismo recupera bene e glielo consente.

L’opinione finale di chi scrive è comunque che la multifrequenza nei natural si è rivelata fisiologicamente migliore – anche per il sottoscritto – tanto che la maggior parte degli atleti ha preso questa strada. Nei non natural la sintesi proteica è tenuta attiva dai farmaci, quindi il discorso per loro è completamente diverso.

Cambiare tipo di allenamento

Il corpo, alla lunga, si abitua: cambiare può far miracoli! In quanti passando dopo anni di monofrequenza alla multifrequenza hanno notato ottimi risultati? Ed in quanti invece riducendo drasticamente il volume e ritornando alla monofrequenza si sono sentiti rifiorire? Questo avviene perché il corpo si abitua agli stimoli, va incontro ad assuefazione, quindi nulla vieta di cambiare il tipo di allenamento ed ascoltare se il nostro corpo… è d’accordo!

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Differenza tra dieta ipocalorica, normocalorica ed ipercalorica

MEDICINA ONLINE RISO RISOTTO CIBO DIABETICO INDICE GLICEMICO PASTA CARBOIDRATI GLICEMIA DIETA GRASSO PRANZOIl TDEE (Total Daily Energy Expenditure), in italiano “Fabbisogno Calorico Giornaliero” (o FCG) rappresenta la quantità totale di calorie consumate da un individuo in un giorno, quantità che si calcola fondamentalmente dal metabolismo basale (l’energia che il nostro corpo usa per “restare vivo”) più le calorie che l’individuo spende nelle sue attività giornaliere (lavoro, sport, muoversi…).

L’introito calorico è invece la quantità di calorie ingerite in un giorno tramite cibi, bevande ed integratori alimentari.

La relazione fra questi due concetti è semplice:

  • Se si assumono più calorie al giorno di quante se ne consumano in un giorno (introito>fabbisogno calorico giornaliero), il peso del nostro corpo sul lungo periodo tenderà ad aumentare.
  • Se si assumono meno calorie al giorno di quante se ne consumano in un giorno (introito<fabbisogno calorico giornaliero), il peso del nostro corpo sul lungo periodo tenderà a diminuire.
  • Se si assumono tante calorie al giorno quante se ne consumano in un giorno (introito=fabbisogno calorico giornaliero), il peso del nostro corpo sul lungo periodo tenderà a rimanere stabile.

Per perdere peso, l’obiettivo di moltissimi pazienti, bisogna quindi assumere con l’alimentazione, meno calorie di quante se ne consumano, affinché parte delle calorie bruciate in un giorno provenga dalle scorte corporee (i grassi): questo è l’obiettivo che può essere raggiunto tramite una dieta ipocalorica, che ci fornisce meno calorie di quante ne usiamo ogni giornoPer perdere più grasso e meno muscolo possibile, è indispensabile seguire non solo una buona dieta ipocalorica, ma anche una adeguata attività fisica che tenderà ad aumentare la massa magra con il duplice successo di tonificare i muscoli ed aumentare il metabolismo basale, fatto quest’ultimo che – a parità di dieta ipocalorica – ci farà perdere ancora più peso, inteso come percentuale di massa grassa.

La dieta ipercalorica è invece utile in particolari casi, dove il nostro obiettivo è l’aumento di peso o – nel caso di sportivi e frequentatori di palestra – più specificatamente l’aumento della percentuale di massa magra e quindi della muscolatura.

La dieta normocalorica ci fornisce le stesse calorie del nostro fabbisogno calorico giornaliero: con questa dieta il nostro peso rimarrà costante e la dieta sarà definita di mantenimento.

Una dieta, iper, normo o ipocalorico che sia, può essere anche ipoglucidica, ipolipidica, iperproteica o ipoproteica, ma questo tipo di diete verrà affrontato in altri articoli.

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Primobolan Depot ® Metenolone enantato: effetti e dosaggi

MEDICINA ONLINE Shawn Rhoden Mister Olympia 2018 BEFORE 2008 AFTER 2018 EFFETTI STEROIDI ANABOLIZZANTI FARMACI AAS DEFINIZIONE MASSA MUSCOLARE COME RICONOSCERE DOPATO IN PALESTRA NATTY NATURAL NATURALE DOPING BODY BUILDINGPrimobolan Depot ® è il nome commerciale del metenolone enantato, uno steroide anabolizzante iniettabile di origine sintetica. Questo farmaco è prodotto dalla casa farmaceutica Sharing ed ha una durata di azione decisamente superiore rispetto allla versione orale (metenolone acetato). Il Primobolan Depot ha scarse proprietà androgene ma anche deboli effetti anabolizzanti (leggermente inferiori rispetto al Deca-Durabolin ®). Per questo motivo alcuni atleti lo assumono insieme a steroidi ad elevato effetto anabolico; in questo modo si tenta di ridurre l’attività androgena complessiva e diminuire il rischio di spiacevoli effetti collaterali.

A differenza di molti steroidi anabolizzanti il Primobolan non viene convertito in estrogeni e questa è senza dubbio la sua caratteristica più interessante. Per questo motivo il suo utilizzo non è in alcun modo legato ad effetti collaterali come ginecomastia, ipertensione e ritenzione idrica. Grazie a tali caratteristiche il metenolone enantato viene utilizzato nei periodi di definizione quando l’aumento della massa muscolare non è l’obiettivo primario. Se assunto a dosi moderate (100-200 mg alla settimana) il Primobolan interferisce debolmente con la sintesi endogena di testosterone che viene invece ridotta sensibilmente quando si assumono altri anabolizzanti iniettabili (nandrolone o testosterone).

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali di questo farmaco risiedono nella sua bassa (ma comunque presente) attività androgena. Acne, caduta dei capelli, ed eccessiva virilizzazione possono pertanto colpire soggetti predisposti. Se assunto a dosi elevate oltre ad una esacerbazione di questi sintomi si assiste anche ad un rilevante decremento della sintesi endogena di testosterone. Nonostante questo aspetto il Primobolan è uno degli steroidi anabolizzanti relativamente più sicuri, ricordando comunque che l’uso di farmaci di questo tipo rimane altamente sconsigliato e pericoloso per la salute. Generalmente è ben tollerato anche dalle donne che di solito lo assumono in formulazione orale (Metenolone acetato) per poter meglio gestire l’eventuale comparsa di effetti collaterali.

MODALITÀ D’ASSUNZIONE (penalmente perseguibile e associata a gravi e numerosi effetti collaterali)

Come sostanza anabolizzante nel bodybuilding: il Primobolan Depot viene solitamente assunto in dosi di 100-200 mg alla settimana. Molti atleti tendono comunque ad assumerne quantitativi superiori fino a raggiungere i 600-800 mg alla settimana. Ovviamente ad un simile dosaggio aumenta notevolmente il rischio di spiacevoli effetti collaterali, anche se in molti casi il Metenolone viene comunque ben tollerato dall’organismo. Come accennato all’inizio dell’articolo il Primobolan è uno steroide ideale nel periodo di definizione dove viene spesso associato ad altri anabolizzanti a bassa attività estrogenica (Halotestin ®, Trenbolone, Winstrol ®). Qualche atleta utilizza il Primobolan anche nei periodi di massa addizionandolo a Testosterone, Dianabol o Anadrol. Tale approccio, a parità di effetto anabolico, permette una riduzione dei dosaggi dei singoli anabolizzanti androgeni diminuendo gli effetti collaterali complessivi dello stack.

EFFETTI ANABOLIZZANTI: 88*

EFFETTI ANDROGENIZZANTI: 44-57*

ATTIVITÀ ESTROGENICA: assente

ATTIVITÀ PROGESTINICA: nessun dato disponibile (bassa)

* l’ormone di riferimento è il testosterone (100/100)

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Accertati di essere a conoscenza degli effetti collaterali e delle ripercussioni legali derivanti dall’utilizzo degli steroidi anabolizzanti (regolamentate dalla legge in materia antidoping 14 dicembre 2000, n. 376 e successivi aggiornamenti, e dalla legge in materia di disciplina degli stupefacenti D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e successivi aggiornamenti).

Tale farmaco è uno dei prodotti più contraffatti. Oltre a sconsigliarne l’acquisto in assoluto, se ne sconsiglia in particolare il suo acquisto via internet o dal mercato nero, per evitare farmaci contraffatti estremamente pericolosi per la salute.

Tali indicazioni hanno esclusivamente scopo informativo e NON intendono in alcun modo sostituirsi al parere di un medico o favorire l’utilizzo di steroidi anabolizzanti, né tanto meno promuovere specifici prodotti commerciali, eventualmente indicati a puro scopo informativo. Il ricorso agli steroidi anabolizzanti al di fuori dell’ambito medico è una pratica pericolosa ed aberrante dalla quale ci discostiamo CONDANNANDOLA E SCORAGGIANDOLA nella maniera più assoluta.

Fonte: my-personaltrainer.it

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